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Autore: Mitsuki91    29/07/2012    3 recensioni
Seira Felton è una nuova studentessa arrivata all'inizio del settimo anno di Hogwarts... Trasferitasi dall'Italia per motivi di lavoro del padre, subito s'interessa ad un biondino di nostra conoscenza... Sarà ricambiata? u.u
Scorpius Malfoy è decisamente un ragazzo normale: gioca a Quidditch, sì, ma sebbene parecchie ragazze lo ammirino non è interessato a storielle passeggere... Quando Seira si trasferisce, qualcosa nella ragazza lo farà smuovere dentro... O no?
***
Bene, se vi ho interessato, leggete e recensite! XD
Come per il resto delle mie storie anche questa nasce da un sogno che poi ho sviluppato ;)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Alla fine ho deciso di postare stasera u.u
Sono molto stanca e posto solo perché avevo il capitolo già pronto… Per le altre storie non è così, scusatemi >..<
Ringrazio sempre chi mi segue/ricorda/preferisce e chi recensisce *--* =D
Buona lettura!


Finalmente!

POV Seira

Dopo il mio sfogo con Scorpius mi sentii bene, e nello stesso tempo non potei far a meno di darmi della stupida per aver rovinato il mio ultimo giorno con lui prima dell’inizio della scuola. Nonostante tutto Scorpius non mi fece pesare niente, anzi si dimostrò gentile come non mai… E avevo ancora addosso la sensazione delle sue coccole, il calore della sua stretta.
Quando fu il momento di andarmene tentai timidamente di rimediare al disastro che avevo combinato davanti agli occhi della madre di Scorpius.
“Astoria, ti ringrazio ancora per il vestito… E mi scuso per la scenata di stamattina.”
“Sta tranquilla cara. Da quel che ho capito avevi ottime ragioni. La colpa è mia che l’ho fatto entrare senza avvertirti.” mi rispose lei, poggiandomi una mano sulla spalla e sorridendomi.
Poi, un pochino rincuorata, mi concentrai su Scorpius e mi feci abbracciare. Annusai il suo odore e cercai di memorizzare ogni singolo istante di quella stretta: non l’avrei rivisto per un po’ di giorni e già mi mancava. Ero proprio andata, altro che cotta… Ero innamorata. Sul serio.
Passai il resto delle vacanze cercando di finire la montagna assurda di compiti che ci avevano assegnato, facendo la spola fra casa mia e quella dei miei nonni paterni. Il giorno prima del rientro si smaterializzarono anche i miei nonni materni, e li abbracciai con un enorme sorriso: mi erano mancati. Però dovevo risolvere una questione con loro… E con i miei genitori.
“Posso parlarvi un momento, ora che siete tutti qui?”
“Certo cara, dicci.” mi disse mia nonna, sedendosi sul divano e sorridendomi. Gli altri mi guardavano carichi d’attesa e mi sentii stranamente in imbarazzo.
“Ehm… Ecco… Io e Marco non stiamo più insieme. In realtà non stiamo più insieme da ancora prima di trasferirci.”
Mia nonna si coprì la bocca con la mano e mia mamma mi guardò perplessa.
“Vuol dire che ti ha creato problemi il primo gennaio? Perché accidenti non ce l’hai detto prima?!” mi disse.
“Beh pensavo di non doverlo comunque vedere mai più, non mi aspettavo saltasse fuori così… Ora lo sapete no? Quindi discorso chiuso.”
“Ma cara… Cos’è successo?” mi chiese mia nonna, prendendomi per mano.
“Nulla di che, sul serio… Solo non stiamo più insieme. Beh, ora basta, lo sapete ed è tutto apposto no? Vado a farmi una doccia…”
Cercai di svicolare con una scusa e fortunatamente mi lasciarono andare. Ecco perché non gliel’avevo detto prima: si sarebbero impicciati come la morte. Però adesso dovevo solo resistere fino a domani mattina, poi sarei partita e non li avrei più rivisti fino a dopo i M. A. G. O.
I M. A. G. O., già. Ora che gennaio era iniziato, cominciavo a sentire una strana ansia al pensiero degli esami… Ansia che era alimentata anche dai professori e dall’enorme mole di lavoro che ci davano in preparazione. Temevo di fare una figuraccia, e mi ripromisi di mettermi a studiare sul serio… Una volta tornata a scuola. Anche se i professori mi avevano preso in simpatia – come volevasi dimostrare – saremmo stati giudicati da una commissione esterna, per questo non potevo contare sulla “reputazione”… Dovevo darmi da fare.
Il giorno dopo caricai i miei bagagli sull’Espresso per Hogwarts e mi sporsi dal finestrino dello scompartimento di Rose per salutare i miei genitori, poi mi misi tranquillamente a chiacchierare con la mia amica e Lily, che sedeva con noi. Avevo avuto la tentazione di cercare subito gli altri – quantomeno Scorpius – ma Rose mi aveva bloccato prima e… Beh, non la vedevo comunque da un secolo, non mi sembrava carino abbandonarla. Anche lei mi era mancata.
Le due cugine mi raccontarono così del Natale passato a casa dei nonni – una casa chiamata “La Tana” – e della miriade di cugini e amici che c’erano. Nonna Molly, ovvero la nonna paterna di Rose e la nonna materna di Lily, era quasi impazzita, ma fortunatamente la figlia e le nuore le avevano dato una mano a gestire tutto. Da quello che capii dai loro racconti alla Tana non esisteva la privacy, ma si era pervasi da un’atmosfera molto calda e famigliare… Credo che avrei preferito un buon compromesso, conoscendomi, come era stato a Villa Malfoy. Infatti raccontai loro delle mie vacanze con il gruppo Serpeverde, e Rose si dimostrò particolarmente curiosa di sapere come fosse fatta casa di Scorpius. Forse lo invidiava un po’… O forse era semplicemente curiosa: dopotutto si parlava pur sempre di Rose.
Verso metà viaggio le salutai e andai a cercare gli altri, trovandoli fortunatamente quasi subito: Scorpius, Aroon, Lucy e Deborah occupavano uno scompartimento e mi fecero spazio, chiedendomi dov’ero stata fino a quel momento.
Il banchetto fu meraviglioso come sempre e me ne andai a letto con la pancia esageratamente piena. La mattina dopo Lucy dovette venire a svegliarmi: durante le feste avevo preso la brutta abitudine di dormire troppo. Sbadigliano mi avviai verso la Sala Grande, una volta che fui lavata e vestita, e mi lasciai cadere pesantemente accanto ad Aroon. Non potei fare comunque a meno di rivolgere un enorme sorriso raggiante a Scorpius: accidenti se avrei voluto abbracciarlo… Baciarlo… E poi…
I miei pensieri furono interrotti da Jo, il gufo di famiglia, che mi atterrò davanti e mi tese la zampa.
“Strano… Come mai i miei mi scrivono già se sono partita ieri?” sussurrai, prendendo la pergamena.
Non ci potevo credere. Ero semplicemente sbalordita. Incredula. Non poteva essere vero…
Che cavolo, perché Lucius voleva combinare un matrimonio fra me e Scorpius?! Non che non ne fossi felice, in una parte del mio cervello, ma il resto era diviso fra “ma io a lui neanche piaccio” “non stiamo ancora insieme” ed “è troppo presto anche solo per pensarci!”.
Ancora sbalordita allungai la pergamena a Scorp, come se lui potesse darmi delle risposte.
Lo osservai cambiare colore mentre leggeva, diventando rossissimo. Osservai le sue mani tremare e sentii la risatina di Alex trasformarsi in una risata vera. Deborah chiese qualcosa ma non ci badai, mentre tutti – tranne Alex – ci osservavano perplessi.
“Mio nonno è un idiota, gli manderò una strillettera.” mormorò Scorpius, sempre più imbarazzato.
Osservai Alex ridere e poi di nuovo l’espressione sbigottita di Scorp, e non riuscii più a trattenermi. Scoppiai.
“E’ così… Così… Comico!” esclamai fra una risata e l’altra, riprendendo poi a ridere. O meglio, ad ululare dal ridere.
Poi anche Scorpius si unì a noi.
“Seriamente, che succede ragazzi?” chiese Brendoon, guardandoci perplesso. Alex strappò la lettera dalle mani di Scorpius e gliela passò.
Brendoon quasi si strozzò con il succo di zucca, poi prese a ridere anche lui. Ben presto la lettera fece il giro dei nostri compagni, ed io guardai con un moto di stizza – ma sempre ridendo – Deborah che leggeva avida: gli occhi parevano uscirle dalle orbite da quanto era curiosa. Lei, insieme a Lucy, fu l’unica a non ridere: però Deborah si affrettò ad alzarsi e raggiungere la sua amica di Tassorosso – probabilmente per spettegolare – mentre Lucy mi guardava seria.
Finalmente le risatine finirono e noi ci avviammo velocemente verso l’aula di Storia della Magia. Tutto sommato la mattinata passò senza intoppi e velocemente – a parte la noia mortale del professor Ruf – e durante la pausa pranzo Lucy mi prese da parte. Avevo capito che volesse parlarmi da come mi aveva fissato a colazione, così la portai in un’aula vuota e mi apprestai ad ascoltare.
“Allora, che ne pensi?” mi chiese infine.
“Di cosa?”
“Della lettera dei tuoi.”
“Oh.”
Mi grattai un attimo la testa, incerta.
“Beh credo che gli dirò di rifiutare gentilmente… Voglio dire, io e Scorp neppure stiamo insieme… Non sono la sua ragazza…”
“Ma lo sarai.”
La guardai esasperata.
“Merlino, la smetti di dire così?! Non so se lui mi vuole, punto. E in ogni caso non è questo il problema… Solo che non so come reagirà Lucius… Non mi è simpaticissimo, vero, però da come me ne hai parlato ho capito il suo modo di ragionare e non vorrei inimicarmelo, capisci?”
Lucy si sedette su un banco e mi guardò fissa negli occhi.
“Senti, secondo me Lucius è più furbo di te e Scorp messi insieme. E vuole un gran bene al nipote, non c’è dubbio.”
“Che vuoi dire?!” esclamai, sorpresa. Lucy sospirò.
“Seira, pensaci bene… Deve aver capito che c’è qualcosa fra di voi – e non interrompermi! Te lo dico io che c’è, te lo possono dire tutti! Si vede lontano un miglio! – e quindi… Ha pensato bene di far ottenere a Scorpius quello che voleva. Ovvero te. Hai ragione a dire che lui ragiona in maniera… Antica, se così vogliamo dire… Ma pensaci, nonostante il metodo ortodosso a cui comunque è stato abituato… E’ comunque venuto meno a certi pensieri Purosangue per Scorpius…”
“Cioè?! Non ti seguo…” chiesi, sempre più confusa. Lucy sospirò ancora.
“Non nego che ha ragionato in base a criteri Purosangue: inanzitutto ti ha fatto quella domanda prima della festa per capire se tu fossi degna di suo nipote, e poi ha cercato di “comprarti” con il contratto prematrimoniale… Però ha saltato un punto, ovvero l’analisi della tua famiglia. Si vede che disapprova tuo padre per la sua apertura mentale, ma ha deciso comunque di passarci sopra dato che alla fine sei Purosangue, e non si è minimamente interessato alla tua famiglia dal punto di vista finanziario. Lo so perché i miei genitori sono amici dei Malfoy da tempo immemore. Chi credi che ci fosse a quella festa? Solo la crème della società. Le persone più influenti con i loro rampolli, quelli più schifosamente ricchi che hanno potere. Ora, non so come sia messa la tua famiglia, ma non era invitata alla festa e questo mi fa pensare.”
“I miei nonni sono ricchi! E non capisco come possa essere importante, comunque! Da quel che ho visto i Malfoy san benissimo mantenersi da soli!” esclamai, indignata.
“Ma certo, ma certo… Solo che Lucius ragiona con la perfetta mentalità da Purosangue, e tu non puoi capire… Dato che i tuoi hanno una mentalità più aperta… Vedi, ti sei mai chiesta perché si combinano i matrimoni? Se fosse solo per una questione di sangue, beh, ognuno potrebbe dare ai figli quantomeno una minima scelta… Ma il matrimonio si combina più che altro per aumentare il potere e il patrimonio di famiglia. Il prestigio. So che tutto questo ti sembrerà assurdo, però… Se Lucius non si è preoccupato di tutto questo, vuol dire che considera suo nipote più importante delle rigide regole a cui si è attenuto tutta la vita. Vuol dire che ti considera degna di stare al suo fianco a prescindere dal tuo conto in banca, vuol dire che ha visto con che occhi Scorpius ti guarda e ha deciso che quella è la cosa più importante.”
“… Continuo a non capire… O meglio, ho capito ma non condivido…”
“Lo so che non condividi. Nemmeno io lo faccio… E sai, a volte invidio Brendoon che ha trovato il vero amore in una persona che va a genio alla sua famiglia. Li invidio perché io non avrò scelta.”
“Oh Lucy… Non dire così, non sei costretta. Guarda mio padre… Non sei costretta a vivere in una gabbia dorata.”
Lucy mi sorrise debolemente.
“Sarà, ma sono pure una Serpe: quando s’inizierà a parlare di matrimonio vedrò prima a chi mi accoppiano e se possiamo andar d’accordo, e poi in caso mi opporrò. Nel frattempo cerco di dare il meglio di me così che, in caso dovessi andare contro la mia famiglia, avrei comunque un’istruzione degna di potermi dare un lavoro con cui mantenermi.”
Per la prima volta, sentii di non conoscere affatto Lucy. Era davvero lei quella dolce ragazza che sapeva capirmi solo con uno sguardo, così pacata e sorridente? Ma dopotutto doveva esserci un motivo se era stata smistata a Serpeverde, aveva ragione… L’astuzia si manifesta in molti modi alla fine.
Per tutto il resto della giornata mi ritrovai a pensare alla nostra chiacchierata, e a come mai Lucius avesse deciso di mettere da parte i suoi principi per me. O meglio, alcuni dei suoi principi… Dubito che sarei stata accolta come la benvenuta, se fossi stata Mezzosangue… A parte da Astoria, naturalmente. Lei mi aveva preso subito in simpatia, prima di sapere di chi ero figlia. In ogni caso era inutile farsi dei problemi dove non ce n’erano: il problema che avevo ora era solo uno, ovvero far capire a Scorpius i miei sentimenti.
Attraversai la parete diretta in Sala Comune e quasi mi scontrai con Deborah.
“Allora Seira…” mi chiese, con un sorrisetto vispo che non le vedevo da un po’ “Alla fine accetterai o no le nozze combinate?”
Stavo per risponderle in malo modo quando qualcuno mi afferrò da dietro, e alzando la testa scoprii che era nientemeno che Scorpius.
“Scusa se mi permetto Deb, ma te la rapisco un po’. Potrà rispondere dopo a tutto quello che vorrai!”
Senza che riuscissi a protestare – non che ne avessi l’intenzione comunque – mi portò fuori dalla Sala Comune e cercò un’aula vuota in cui potarmi.
“Beh, che devi dirmi?” gli chiesi sorridendo, mentre mi metteva giù.
“Seria…” mormorò.
Mi girai e lo vidi arrossire e abbassare lo sguardo.
“Che c’è? Se è per la lettera, non ti preoccupare, io…”
“No, non è per la lettera.”
Lo guardai di nuovo. Era sempre rosso e con lo sguardo basso.
“Scorp… Che ti succede?”
Iniziavo ad essere seriamente preoccupata.
“Senti… Ora farò una cosa, ma promettimi che non ti arrabbierai…”
Il mio cuore prese a battere velocemente mentre lui si avvicinava. Istintivamente arretrai verso il muro: cosa stava succedendo?
“Sì…” sussurrai, mentre arrossivo senza saperne il motivo.
E poi accadde.
Scorpius si avvicinò a me, era sempre più vicino… Poi poggiò una mano sul muro dietro di me, con l’altra mi prese il mento fra le dita, mi guardò negli occhi e poi… Mi baciò. Dapprima un bacio leggero, timoroso, come a saggiare la mia reazione… Pii il mio cervello si scollegò e gli buttai le braccia al collo, rispondendo con entusiasmo: Merlino, aspettavo questo momento da secoli!
Lui parve estremamente sollevato mentre prendeva a baciarmi con foga.
Ad un certo punto, come da molto lontano, sentii una risatina e poi la porta aprirsi. Io e Scorp ci staccammo di pochi centimetri e girammo la testa: due ragazze di Tassorosso si erano bloccate sulla porta e ci fissavano a bocca aperta.
“Ehm… Ops!” esclamò una, arrossendo, per poi trascinare l’amica fuori e chiudersi la porta alle spalle.
Gemetti.
“Che c’è?” mi chiese Scorpius, tornando ad osservarmi.
“Quella era l’amica di Deborah… Ora lo scoprirà tutta la scuola…”
“E allora?” mi chiese, prima di poggiare di nuovo le sue labbra sulle mie. Risposi al bacio e appena ci staccammo per riprendere fiato continuai.
“Potrebbero equivocare…”
“Non credo… Seira, vuoi essere la mia ragazza?”
Non ero mai stata così felice. Se avessi dovuto evocare un Patronus proprio in questo momento, scommetto che mi sarebbe uscito così corporeo da sbattere contro i muri. Per l’entusiasmo lo assalii baciandolo e stringendo ancor di più. Dopo l’ennesimo bacio ardente, Scorpius parlò di nuovo.
“E’ un sì?”
“Mi pare evidente.” risposi, prima di venir baciata di nuovo.
   
 
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