Prologo
Juliet Anderson era emozionata
quella mattina. Continuava ad allisciarsi il vestitino acqua marina con tanta
forza, che le venne il timore che da un momento all’altro si sarebbe strappato.
<< Tranquilla Juls.
>>, Jade la guardò con circospezione, mentre lei, nonostante le tante
rassicurazioni, continuava a spiegazzare la gonna come se fosse un panno da
strizzare, << Te l’ho detto: ho parlato di te a mia sorella così tante
volte, che ormai sa addirittura che taglia porti di reggiseno >> la
schernì.
<< Grandioso. >> la
buttò lì Juliet accennando ad un sorriso.
<< Sei nata per fare questo
lavoro, ce l’hai nel sangue >> affermò Jade, continuando a tenere lo
sguardo sulla strada.
<< Grazie Jade. Non devi per
forza assumermi solo perché siamo amiche, lo sai vero? >> convenne
seriamente.
<< Io e Phoebe non andiamo
ad offrire un posto di lavoro a chiunque. È vero che sei mia amica, ma non è
per questo che voglio che lavori a Promesse. È stata un’idea di mia sorella
creare quel posto. Non ero sicura di volerci avere a che fare. Dopo la morte di
mamma e papà sono caduta in una specie di pozzo senza fondo… >> si
rabbuiò. Juliet conosceva Jade dal college. Il giorno in cui l’amica venne a
sapere che i genitori erano morti in un incidente d’auto, lei le era stata
accanto perché sapeva cosa si provava. <<…Ma è stato grazie a voi se ho
deciso di cominciare questa strada. E voglio che questa avventura la cominciamo
insieme. Phoebe ci chiama il Quartetto, quindi se tu non ci fossi non lo
sarebbe più, giusto ? >>.
<< Direi di no. >>
Juliet sorrise, stavolta più serena.
<< Siamo giovani, questo è
vero. Ma in Inghilterra anche a vent’anni si possono fare delle scelte
importanti. Siamo fresche di college, promosse a pieni voti. Questo progetto richiederà
sudore e sforzi, ma sono sicura che ce la faremo >>. Jade era maturata
tantissimo dalla morte dei suoi. Era stata lei a proporre a Juliet, Natasha e
Allison di diventare socie e condurre un’agenzia di wedding planning dove
ognuna di loro poteva specializzarsi in un campo e renderlo personale. La
sorella di Jade: Phoebe, era la compropretaria dell’agenzia, ma allo stesso
tempo il loro avvocato. Quindi le decisioni importanti le prendevano insieme.
Quell’incontro avrebbe dato vita ad un contratto per il loro futuro: lavorare
tutte insieme per realizzare il sogno di migliaia di donne nel giorno del loro
matrimonio.
<< Allora ci state? >>
domandò Jade alle amiche, fiancheggiata dalla sorella maggiore che pose il
contratto sul tavolo.
<< Socie…>> pensò
Allison ad alta voce.
<< Già… >> sospirò
Natasha.
Juliet afferrò la penna poggiata
sul tavolo con tanta determinazione, che tutti gli sguardi volarono su di lei.
<< Bè? Che c’è? Non possiamo stare qui tutto il santo giorno. O la va o
la spacca >> gridò euforicamente impugnando la stylo come se fosse una
spada. Le parole di Jade in auto le avevano trasmesso la grinta giusta per
tirarle fuori il coraggio necessario a buttarsi. In fondo, fin da bambina aveva
un debole per le sfide.
<< Giusto! >> concordò
Jade con un largo sorriso.
<< Allora... >>
cominciò Phoebe guardando il Quartetto, << Posso stappare la dannata
bottiglia di champagne sì o no? >>
<< Champagne? >>
Natasha scattò in piedi al suono di quella parola, << Perché non l’hai
detto subito? Ditemi dove devo firmare e diamo inizio ai festeggiamenti!
>>. Le altre scoppiarono a ridere, mentre lasciavano il loro nome e
cognome su quel foglio che avrebbe dato inizio al loro futuro.
Capitolo 1
L’obiettivo di Promesse era quello
di garantire alle giovani spose di trasformare il loro sogno in realtà nel
giorno più importante della loro vita. Oltre che dalla sorella Phoebe, era nato
tutto da un sogno di Jade, così lei e le sue tre migliori amiche erano
diventate socie, e già da un anno lavoravano ritmicamente e costantemente
ognuna nel proprio settore. Aveva luogo in una tenuta, una sorta di reggia
divisa in molteplici piani a seconda del settore. Circondata da un enorme
giardino costeggiato da fiori, e una palestra dove le ragazze trascorrevano le
prime ore del mattino per scaricare la tensione del lavoro che le attendeva di
lì a poco.
<< Buongiorno. >>
Natasha entrò fiaccamente nella palestra strascicando i piedi.
<< Buongiorno. >>
ricambiò Jade, già alle prese con lo yoga << Scommetto che Zayn sta
ancora dormendo >> aggiunse ridacchiando.
<< Non posso mai contare sul
suo aiuto come sveglia. Soprattutto se il mio lavoro comincia alle sei del
mattino con questi maledetti aggeggi! >> borbottò guardando con stizza la
cyclette.
Anche Allison e Juliet entrarono
ridendo alla vista di Nat, mentre si muoveva a rallentatore sul tapiroulane.
La rossa le fulminò con lo sguardò
<< Non una parola >> sibilò.
Juliet alzò le mani rassegnandosi
dal poter fare una battutina.
Erano dotate tutte e quattro di un
fisico slanciato, dovuto in gran parte al costante esercizio fisico.
<< La pazza… cioè volevo
dire… Cloe viene oggi per la scelta dell’abito? >> domandò Allie a Juliet
intenta a fare delle snodate posizioni di yoga.
Secondo Juliet, Allison Hart
probabilmente era la più bella del Quartetto. I capelli lunghi e neri come la
pece le arrivavano fin sotto il seno e i suoi occhi blu contornati dalla matita
per occhi nera erano magnifici. “ Ammaliatori”, così li definiva il suo
ragazzo: Niall.
Le sorelle Ward: Jade e Phoebe,
erano caratterizzate da capelli ricci scuri e da grandi occhi color platino,
paragonabili agli zaffiri.
E poi c’era Natasha Taylor, che
contrariamente a lei, Jade e Allie, era qualche centimetro più bassa, ma con un
fisico mozzafiato che aveva stregato il bel moro Zayn. Juls la considerava un
mix di vivacità e dolcezza. Una peperina dai capelli corti ramati e ondulati,
con occhi verde smeraldo. Erano ognuna l’opposto dell’altra e Juliet le adorava
con tutta se stessa. Jade era tra tutte la più seria, dato il suo lavoro di
wedding planner, che comportava la costante concentrazione e accuratezza
nell’organizzazione dei matrimoni, ma aveva un cuore d’oro, e questo lei lo
sapeva bene. Il campo di Allie era quello del designer degli abiti. Nel momento
stesso in cui indossava i suoi occhiali da vista che le davano quel tocco di
professionalità e la matita H2, creava abiti eccezionali in grado di farla
emozionare anche vedendoli come un semplice abbozzo. Nat era portata per la
fotografia, la sua agilità e maestria con la macchina fotografica erano
insuperabili, tanto da entrare nelle riviste londinesi più popolari. Qualcosa
di medievale come le foto in bianco e nero, scattate da lei diventavano la
novità del momento. Juliet ammirava tutte loro, oltre a considerarle come
sorelle ormai. Lei cercava di combinare tutte le loro doti, aiutando le clienti
nella scelta dell’abito da sposa. Per lei quella scelta era una sorta di grande
passo che dava inizio ad una vita al fianco del compagno.
<< Oh sì, >> confermò <<
e dovrò usare tutta la mia pazienza per sopportare i suoi piagnistei del tipo
>>, Juls ne imitò la voce stridula << “ Troppo corto”, “ Oh mio
dio! Questo m’ingrossa il fondoschiena” oppure “ I diamanti sono veri? Sono
stati prelevati dalle miniere?” >> concluse facendo una smorfia
frustrata.
<< Miniere?! >> ripetè
Nat sconcertata.
<< Già. >> Juls alzò
gli occhi al cielo, << Non c’é una qualche clausola nel contratto che
vieti di avere a che fare con spose maleducate, viziate e irritanti? >>
chiese speranzosa guardando Jade.
<< No purtroppo. >>
sospirò per poi tornare seria << Ma dobbiamo trattare ogni cliente allo
stesso modo. Dobbiamo rendere felici sia le sposine allampanate che quelle
gentili. Quindi anche se dovesse atteggiarsi come una regina non azzardarti a
fare cose stupide, altrimenti sarò costretta a riparare ad un tuo disastroso
danno. >> sostenne infine con il suo tono professionale.
<< Agli ordini capitano!
>> Juliet si raddrizzò con la schiena e assunse un’aria incuriosita
guardando di sottecchi l’amica << Hai quest’atteggiamento autoritario
anche quando vai a letto con Harry? >>. Allie e Nat soffocarono una
risata facendo finta di schiarirsi la gola.
Jade alzò un sopracciglio, poi ci
pensò su portandosi il pollice e l’indice al mento << Ehm…forse…>>.
Le ragazze sghignazzarono spudoratamente.
<< Il riccio è un ragazzo
molto fortunato! >> sparò Nat ridendo a crepapelle.
<< Smettila Nat. Se Jade è
brava nel suo lavoro, lo sarà anche in quel campo…>> convenne Juls dando
corda alla rossa.
<< Juliet vedo che sei molto
energica, oggi. Che ne dici di un lavoretto extra? >> Jade la guardò
paonazza.
Lei si ammutolì << Del tipo?
>> quasi ebbe paura a chiederglielo.
<< Ho promesso a Phoebe che
le avrei ritirato la macchina dal meccanico. Non ti dispiacerà prelevarla tu
per me vero? >>.
<< Io? >> finse innocententemente
di non aver capito.
<< Si. TU >> puntualizzò
Jade marcando bene il soggetto.
<< Okay.>> sbuffò,
<< Posso farcela. C’impiegherò quindici minuti >>.
<< Accidenti! Ho dimenticato
anche un’altra cosa! >> esclamò in modo teatrale.
Juliet si accigliò << Che
cosa?! >>
<< Devi ritirare una dozzina
di vasi e di terriccio dal fiorario di fiducia di Promesse. >>
Juls si chiese se l’amica le
avrebbe ordinato anche di ritirare una scultura si ghiaccio direttamente
dall’Antartide. Tutto questo prima dell’incontro con Cloe.
<< Nient’altro? >>
domandò stridula.
<< No. Direi che può andare
>> concluse Jade con un sorriso.
<< Bene. Harry è nella
tenuta? >> le chiese poi.
<< Sì perché? >>
domandò curiosa.
<< Mi farò dare uno strappo
da lui. >> decise Juls defilandosi con un cenno del capo come saluto.
La puntualità non era un optional
nel suo lavoro. Doveva ripettare gli orari degli appuntamenti presi, ne andava
della sua reputazione. Appena aperta, l’agenzia venne subito presa di mira dai
pettegolezzi. Molti dicevano che non era un lavoro che quattro ragazzine
neo-diplomate potessero fare. Juls era molto competitiva, perciò si era data da
fare per far rimangiare quelle affermazioni. Il risultato si era visto dopo un
anno. Le coppiette in vista del matrimonio facevano la fila per i loro servizi.
In un certo senso era gratificante anche il fatto che anche le donne più
anziane andassero da loro per la celebrazione del loro matrimonio. Juls sorrise
al ricordo di una signora sull’ottantina, mentre volteggiava con il vestito che
lei aveva preso sotto sue indicazioni. Amava il suo lavoro per la gioia di
vedere quelle famiglie accompagnare la sposa nella scelta dell’abito giusto.
Quei sorrisi…l’affetto…le lacrime di felicità nei loro volti…le davano
un’emozione indescrivibile.
Entrò in cucina, dove era sicura
di trovare il ragazzo di Jade. La sua amica viveva in quell’immensa tenuta con
la governante, vecchia e cara amica della famiglia Ward.
<< Buongiorno splendore!
>> la salutò la signora Grace, mentre metteva sul tavolo un piatto di
pancakes. La signora G, come spesso la chiamavano, era una donna di età
sconosciuta ( guai a chi le domadava quanti anni avesse ), voluttuosa, con
occhi nocciola e capelli corti di un biondo cenere.
<< Buongiorno Grace >>
Juliet la salutò con un bacio sulla guancia, poi notò il riccioluto alla sua
destra, intento a prendere una tazza dal ripiano, << Oh su Harry, ma sei
ancora in pigiama! >> si lamentò.
<< Buongiorno anche a te
>> le disse stiracchiandosi con le braccia.
<< Harry mi serve un
passaggio dal meccanico >> tentò di spiegargli.
<< Eh? >> si limitò
lui.
<< Come “eh”? Harry Edward
Styles ti chiedo PER FAVORE di lavarti, anzi no, anche solo di metterti due
vestiti addosso e di accompagnarmi dal meccanico. La tua dolce fidanzata mi ha
dato qualche piccolo lavoretto extra! Tradotto: meno tempo a disposizione per
rivedere gli impegni della giornata! >> spiegò pacata.
Harry sorseggiò il caffè appena
versato dalla signora G. Dopodichè sorrise << Tradotto: Muovi le chiappe,
in nome della nostra amicizia e contro la tirannia di Jade? >>
Juls si addolcì << Sì
>>.
<< Dammi un minuto >>.
<< Jade ha trovato proprio
un angelo. >> commentò sottovoce alla signora G.
<< La testa rossa ha tovato
l’amore e presto convoglierà a nozze. La mora dagli occhi color indaco ha
trovato l’amore. Anche la nostra Jade. Manchi solo tu. >> ammiccò la
governante.
Juls scoppiò a ridere <<
Come no. Si è dimenticata della mia etichetta? >>
<< Intendi dire: “ Bella da
scopare, ma non da amare?” >> ghignò.
<< L’amore non fa per me
signora G. >> disse Juliet fredda.
<< È orribile sentirlo dire
da una ragazza che aiuta a celebrare l’amore >> la strigliò in tono
severo.
<< Mmh…bè dato che nessuno
mi ha mai fatto la corte seriamente, lo trovo normale non crede? >> sorrise
amaramente.
Grace si avvicinò ad una delle sue
ragazze, prendendole il viso tra le mani. È da tempo che conosceva quella bella
moretta e sapeva quanto lei fosse cocciuta su certe cose. << Juliet
Anderson >> disse a gran voce << mi credi tanto stupida e vecchia
da credere che nessun ragazzo voglia innamorarsi di te? >>.
<< Innamorarsi è un conto.
Portarmi a letto è un altro. >> convenne lei.
<< Suvvia Juliet, >>
la signora G fece una smorfia, << se ti riferisci a quel Luke, quello non
faceva altro che guardarti il sedere. Finchè Zayn non gli ha fatto un occhio
nero e il ragazzo non ha più avuto una buona vista >>.
Quel ricordo la fece ridere di
gusto << Sì, anche Nat voleva suonargliele, ma Zayn è intervenuto
prendendola in braccio a forza >>.
Era palese l’intento di Luke:
scoparsela. Lo aveva odiato talmente tanto da aver appeso una sua vecchia foto
in camera per giocarci a freccette.
Odio gli uomini
belli! Li detesto!
<< Juls, sono pronto.
Andiamo? >> Harry si presentò in maglietta e jeans tutto pettinato e
profumato. Trattandosi di Harry, quei capelli gli erano costati più tempo del
dovuto.
<< A dopo signora G >>
Juls le diede un abbraccio frettoloso e trascinò per una manica il ragazzo.
<< Cosa mi racconti giovane
architetto? >> domandò in tono ironico Juliet, mentre erano diretti verso
il meccanico.
Il riccio alzò un sopracciglio
<< Architetto? >>
<< Esatto. Jade ha detto che
hai trovato lavoro, non è così? >>.
<< Sì, ma non voglio farmi
idee affrettate. Non ho ancora firmato nessun contratto. >> spiegò.
<< Capisco…>> sorrise
lei.
<< Tutto bene Juls? Ho
interrotto qualcosa prima? >> domandò cauto, riferendosi alla discussione
con la signora G.
<< Niente affatto, tranquillo.
Stavamo parlando di Luke…>> sussurrò quel nome come qualcosa di
orribilante, cosa che, in effetti, si era dimostrato essere.
Harry fece una smorfia << Ti
dà ancora fastidio? >> volle sapere.
<< No no! >> lo
rassicurò << E solo che sembra che quei pochi ragazzi che voglia
frequentare e che mi sembrano tipi gentili, si rivelano essere perfetti idioti
e maniaci sessuali >> borbottò cupa.
<< Ho un’idea! >>
annunciò raggiante guardandola furbetto.
<< Ah sì? >> lo
schernì.
<< Spiritosa. Vuol dire che
saremo noi ragazzi a scegliere un ragazzo per te. >> si pavoneggiò
orgoglioso della sua brillante idea.
Lei spalancò gli occhi <<
Tu? Niall e Zayn? Scegliere…un ragazzo…per me? >> ripetè stridula e
incapace di credere a quella proposta assurda e insensata.
<< Bè? Che c’è? Non ti fidi
di noi? >> Harry sfoggiò uno sguardo da cucciolo offeso che la fece
sorridere, nonostante l’idea illogica del ragazzo.
<< Potrei anche accettare se
il ragazzo in questione avesse gli occhi azzurri di Paul Walker. >>
commentò sognante e divertita.
<< Affare fatto! >>
Harry le strinse la mano.
<< Stavo scherzando! >>
provò a ritrarsi dalla vigorosa stretta di mano del riccio, ma lui la tenne
stretta.
<< Niente da fare Juls. Una
promessa è una promessa. Anzi direi più una scommessa! >> sorrise
sornione.
Merda! Niente
ragazzi belli! Non se ne parla!
Ma in fondo cos’aveva da perdere?
Il suo ultimo briciolo di dignità di donna? No, quello mai. I ragazzi potevano
anche divertirsi a sceglierle un “fidanzato”, ma se fosse stato come Luke o per
lo meno carino, lo avrebbe mandato a quel paese direttamente.
Louis si alzò a tarda mattinata
giù dal letto strascicando i piedi fino in cucina. Il telefono squillò.
Sbuffando afferrò la cornetta
<< Pronto >> la voce
era roca e impastata dal sonno.
<< Giovanotto, non dirmi che
stavi ancora dormendo! >> lo rimproverò sua madre.
<< Sei tu quella che mi ha
detto che non lo vuoi sapere >> buttò lì sarcastico.
Sentì sua madre sospirare
rassegnata << Lasciamo perdere. Ho bisogno del tuo aiuto al negozio
quindi vatti a ficcare immediatamente sotto la doccia. >> gli ordinò,
<< E non ti azzardare a sbuffare. Vivere con il tuo amico non ti
autorizza a non fare niente tutto il giorno! >>.
Louis sorrise teneramente. I
rimproveri di sua madre non erano esattamente tali. Lei non era capace di
sgridarlo. Adottava sempre un tono dolce e autoritario, mai duro e lui la
adorava proprio per questo. Sebbene fosse andato a vivere con il suo amico
Harry lei non la smetteva mai di chiamarlo per ricordargli che, nonostante
fosse diventato adulto, doveva prendersi delle responsabilità perché sapeva che
suo figlio non fosse esattamente ordinato e responsabile. Da quando il suo
migliore amico si era fidanzato aveva sempre l’appartamento a disposizione per
eventuali ospiti.
<< D’accordo mamma. Tra
un’oretta o due sarò da te >> la prese in giro sapendo che la mamma lo
avrebbe bastonato se lo avesse fatto veramente.
<< Spiritoso il mio William
>> lo punzecchiò a sua volta essendo a conoscenza del fatto che il figlio
detestasse il suo secondo nome. Gli era sempre sembrato il giusto nome per un
cane, o per un principe come il nipote della regina Elisabetta, ma non per lui.
Louis riattaccò senza dire nient’altro e si concesse una ciambella al
cioccolato.
<< Lou chi era? >>
disse con voce sensuale Rachel, con addosso una vestaglia semitrasparente.
Louis se la spassava con la bionda già da una settimana. Un record, dato che di
solito si limitava ad una notte, ma la ragazza era molto brava in quel campo,
quindi non aveva da lamentarsi.
<< Nessuno piccola, ma devo
andare. Vedi di far sparire le tue cose. Ci sentiamo >> le diede un bacio
e si avviò verso il bagno.
<< Sono qui >> esclamò
entrando nel negozio di fiori della madre.
<< Finalmente! Era ora,
perché ci hai messo così tanto? >> chiese accigliata, mentre sistemava
alcune piante davanti l’entrata.
Louis sorrise limitandosi a
lasciarle un bacio sulla guancia << Oh niente. Problemi con l’auto.
>> mentì. La madre sapeva delle sue numerose conquiste, ma niente più di
questo. Preferiva tenerla all’oscuro, perché non le avrebbe fatto piacere
sapere che il primogenito non fosse in grado di trovarsi una ragazza con cui
finalmente instaurare un rapporto serio. Ma non era nemmeno lo Stronzo, per
così dire, pronto a portarsi a letto perfino le prostitute. No. Voleva
veramente aprirsi con qualcuno, ma non trovava mai quella persona che lo
catturasse intimamente, spingendolo ad abbassare la sua “barriera”. Rachel era
molto attraente fisicamente, e con lei stava bene. Forse conoscendola meglio poteva
finire per innamorarsene. Louis faceva fatica anche solo a sfiorare un pensiero
tanto folle. Rabbridì impercettibilmente. L’amore! Buah, un pensiero privo
d’interesse per lui.
<< Louis? Tutto bene?
>> domandò sua madre preoccupata sventolandogli la mano davanti al viso.
Lui si rianimò di colpo
depositando i suoi pensieri. << Certo. Certo. >> le sorrise
rassicurante, << Cosa devo fare? >> chiese poi.
<< Tra poco una delle socie di
Promesse verrà a ritirare alcuni prodotti, e voglio che il pavimento sia
talmente pulito da potercisi specchiare. Non voglio che il loro negozio di
fiori di fiducia perdi la buon’apparenza che tanto gli ha dato. Grazie a loro
questo negozio è il più ricercato di tutta Londra! >> disse orgogliosa.
<< Promesse? Vuoi dire
quella il cui proprietario è Jade Ward, la fidanzata di Harry? >>.
<< E chi altri sennò? Esatto,
proprio lei. Il tuo amico deve ritenersi molto fortunato ad avere al suo fianco
quella donna >>.
<< Già. Conosco anche i
ragazzi delle altre due socie. Nei weekend c’incontriamo per una serata a poker
>>.
<< Oh mi fa piacere che li
frequenti. In città dicono tutti che sono delle brave persone. >>, la
madre gli passò uno straccio e un secchio d’acqua.
<< Sì, lo sono davvero
>> dovette ammettere Louis pensando ai suoi amici con i quali trascorreva
piacevoli serate, basate su partita a carte e birra. Erano stati loro a
spingerlo a cercare qualche lavoretto, e così da qualche tempo, cantava nei
locali raccimolando qualche soldo che a lui faceva più che comodo.
<< Buon lavoro! >>
ammiccò Joannah Tomlinson con quel sorriso tale e quale al figlio porgendogli
la scopa.
<< Okay. >> Detto
questo Louis si mise a lavoro.
Juliet raggiunse il negozio di
fiori con l’auto di Jade, appena ritirata da Liam. Il loro meccanico era anche
un loro vecchio amico. Un tempo lei si era invaghita del ragazzo, ma poi si era
rivelato un sentimento soltanto amichevole, e niente di più. Un buon amico,
cosa che a lei stette bene così. E come volevasi dimostrare Juls era riuscita a
trovarle l’anima gemella durante un matrimonio. Aveva adocchiato gli sguardi
fugaci che Liam, venuto al matrimonio per aiutarle, mandava ad una incantevole
ragazza dai capelli ricci e castani. Con l’aiuto di Jade, conosciuta per la sua
capacità di ricordare i nomi di tutti i singoli invitati, aveva scoperto che il
nome della giovane era Danielle. Ora con suo grande piacere le spettava il
compito di aiutare l’adorabile fidanzata a scegliere il vestito da sposa. Uno
dei suoi più cari amici si sarebbe sposato a breve.
Scendendo dall’auto Juliet vide
Joannah uscire dal negozio.
<< Ciao Juliet! >> la
salutò la donna. Era molto bella. I suoi capelli erano di un castano scuro
lunghi e ondulati, mentre gli occhi brillavano di un azzurro limpido.
<< Ehilà Joannah. >>
ricambiò lei con un abbraccio.
<< Mi dispiace non poterti
salutare meglio, ma sono di fretta. Ho alcune commissioni da sbrigare. Mio
figlio Louis è dentro, quindi ti aiuterà lui a prendere i pacchi. >> le
spiegò non dandole il tempo di fare domande che già era in marcia verso la sua
auto.
<< D’accordo. Nessun
problema. >> la rassicurò Juls sorridendole.
<< Fatto! >> Louis si
accasciò su una sedia passandosi una mano sul viso imperlata di sudore. Il
pavimento era lucido come un diamante. Adesso doveva solo mettere il cartello “
Attenzione. Pavimento bagnato” davanti l’entrata del negozio. Prima però doveva
andare a prendere i sacchi di terriccio e gli altri eventuali prodotti sullo
scaffale, che la socia di Promesse, che ipotizzò si dovesse trattare di Nat,
Jade o Allie, aveva richiesto e portarli fuori dal negozio.
<< Buongiorno >>
esordì Juliet allisciandosi l’abito bianco che indossava.
Vedendo che nessuno la rispondeva
entrò per scrutare che il figlio di Joannah, Louis, fosse davvero lì come la
donna le aveva assicurato. Udì dei rumori alla sua destra. Con molta destrezza
si avvicinò con cautela, notando che il pavimento fosse stato lavato pochi
minuti prima e che il tizio non si fosse nemmeno preoccupato di mettere un
cartello per avvisare i clienti.
Louis afferrò con entrambe le
braccia due sacchi di terriccio.
Quanto diavolo
pesano! Si lamentò col pensiero.
<< Ehm…Insomma c’è qualcuno?
>> la voce delicata di una ragazza lo fece sussultare.
<< Sì eccomi! Presti
attenzione a dove mette i piedi! >> la regarduì Louis svoltando l’angolo
dello scaffale.
<< Oh. >> Juls notò
mezza figura di un ragazzo camminare verso di lei. Non riusciva a scrutare il
suo viso, e lui quello di lei, dato che i sacchi gli ostacolavano la visuale.
<< Faccia attenz…>>
ripetè Louis, ma prima che potesse finire la frase, perse l’equilibrio,
dimenticandosi del pavimento bagnato. Afferrò un ripiano dello scaffale per
sorreggersi.
Juls alzò lo sguardo verso il
mobile e prima che potesse spostarsi un vaso di magnolie le cadde in testa sporcandola
di terra e chissà cos’altro.
<< Merda! >> gridò
furiosa.
<< Oddio…scusami, perdonami
non l’ho fatto apposta. >> provò a dire Louis facendo cadere i sacchi con
un tonfo per aiutarla.
<< Cazzo! Triplo cazzo! Ora
mi occorreranno venti minuti in più per rendermi presentabile all’appuntamento!
>> digrignò tra sé e sé.
<< Non esagerare. È solo un
po’ di terra con qualche verme al massimo. >> sdrammatizzò lui prendendo
un panno per limitare il danno.
Juliet alzò lo sguardo dal suo
povero abito ormai diventato marrone, per fulminare l’imbranato. Sgranò gli
occhi nel vederlo. Per un attimo lasciò che la collera diminuisse per guardarlo
da un altro punto di vista più…oggettivo. Il figlio di Joannah era… bello,
maledettamente attraente da togliere il fiato. Era longilineo, con braccia allenate
e muscolose, ma non troppo pompate. Gli zigomi alti, il naso dritto e la
mandibola pronunciata. I suoi capelli erano dello stesso colore della madre,
brizzolati e con un ciuffo laterale arcuato. Ma quello a colpirla maggiormente
furono gli occhi: verdi e azzurri insieme. Due colori chiarissimi mescolati che
davano l’impressione di fondere cielo e prato insieme. Oltretutto messi in
risalto da piccole ciglia chiare che aiutavano ad aggiungere una smisurata
bellezza a quegli occhi magnetici.
Vide il ragazzo passarle
delicatamente un panno sulla guancia, ma lei si ritrasse. << Faccio da
sola. >> si affrettò a dire dandosi un contegno per il modo indignitoso
con cui l’aveva ammirato.
Un ragazzo bello
Juls! Dannazione non ci pensare nemmeno!
<< Okay. Ti prego di
perdonarmi. Sono un po’…>>.
<< Imbranato. >> lo
aiutò lei con un ghigno.
Louis rimase interdetto dalla sua glaciale
schiettezza. La ragazza afferrò il panno bruscamente dalle sue mani. Che tipa,
pensò, dato che non si era nemmeno presa il disturbo di scusarlo, in fondo
poteva succedere a tutti di commettere qualche errorino e… una piccola piccola
distrazione.
<< Ascoltami bene, >> esordì
lei continuando a pulirsi, ma invano. Le macchie e lo sporco sembravano non
volessero andare via. << ora tu farai come io ti ordinerò, perché non ho
assolutamente tempo da sprecare. Ora tu prendi il tuo furgoncino, o quello che
vuoi, e porti tutti i prodotti che la mia collega ha ordinato. Li porterai alla
tenuta, seguito a ruota da me, e li trasporterai dove ti sarà detto di
metterli. >> Detto questo gli diede le spalle e camminò a grandi falcate
verso l’uscita.
<< Ti sembro forse un servo?
>> domandò serio Louis incrociando le braccia al petto.
Juls si voltò lentamente <<
Come dici? >> chiese a sua volta flebile e pungente guardandolo per quel
poco che ci riusciva.
Lui per un attimo non sembrò
risponderla. Non riusciva a vederla bene con tutto quello sporco in viso, ma
aveva come l’impressione che quegli occhi fossero di un colore ambrato. Poi
sospirò rumorosamente << Potresti almeno chiedermelo con gentilezza
>>.
Juls si lasciò andare ad una
risatina isterica << Gentilezza? Chiedere? Sei fortunato se non ho
aggiunto le spese per la lavanderia, cosa che comunque non avrei fatto dato che
i vestiti me li lavo da sola! Oppure riferire a tua madre della tua
piccola…ehm…inaccortezza? >> suggerì digrigando i denti.
<< Ti ho già detto che mi
dispiace. >> ripetè seccato Louis.
<< E io ti ho già detto che
NON ho tempo da perdere.>> ringhiò dirigendosi alla macchina.
Louis non potè fare a meno di
notare il caratterino della ragazza, provocandogli un sorrisetto divertito.
Purtroppo era costretto ad obbedirle, altrimenti la madre gliele avrebbe
veramente date di santa ragione.
Quando Louis e Juliet entrarono
nella tenuta, lei si diresse verso il salotto << Nat! >> la chiamò ad
alta voce.
La rossa si precipitò da lei, e
con occhi sgranati provò a ricevere delle spiegazioni ma Juls l’interruppe
alzando la mano << Non ora. Cloe sarà qui tra venti minuti. Ho bisogno di
una ripulita. Il ragazzo qui deve…>>.
<< Louis. >> Nat
sorrise al ragazzo.
<< Lo conosci? >>
chiese Juliet alzando un sopracciglio.
<< Sei incantevole Nat. È da
tanto che non ci si vede, ma vedo spesso Zayn. >> le riferì Louis
ricambiando il sorriso.
<< Una piccola relazione
avuta qualche tempo fa. >> spiegò Nat all’amica.
<< Sì. Diciamo un incontro
interessante…>> aggiunse il ragazzo con un sorriso malizioso.
Ad un tratto sbucò dal nulla Zayn,
che si affiancò a Natasha porgendole la macchina fotografica << Puffetta
ti aspettano di là >> l’avvisò il moro, poi volse lo sguardò agli altri
due elementi nella stanza. << Juls? Ma che diavolo…? >> tentò di
domandarle, ma fu zittito da una gomitata della fidanzata.
<< Ahi! >> si lamentò
massaggiandosi le costole, << Ok i chiarimenti a dopo. Louis, ehi amico!
Ti va una birra? >> domandò sorridente ma cauto sperando che Nat non gli
desse un altro colpo.
<< Sicuro! Ma prima dovrei
lasciare alcune cose nel vostro magazzino. >> spiegò.
<< Bene ti aiuto allora
>> convenne Zayn lasciando un bacio sulla fronte a Nat per raggiungere
l’amico che si era allontanato per scaricare il carico.
Intanto Juliet salì le scale a
suon d’imprecazioni. << Imbranato! Sfacciato! Rompipalle! >>
borbottò tra sé e sé, immaginando di lanciare freccette appuntite sulla faccia
di Louis Tomlison.
Toc Toc…(?)
Ciao ciao ciao a tutte mie meravigliose lettricii!!! Mi siete mancate!!! :’-)
Eccomi tornata con una nuova storia ad aprire i battenti! :-D
The dress of seduction
Che ve ne pare come titolo?! Ahahahaah spero vi susciti emozioni piacevoli a primo impatto ^_^
E con l’aiuto di una grandissima scrittrice sono riuscita a fare anche la copertina!!!!! Ma come ho già detto non ci sarei mai riuscita senza l’indispensabile aiuto di SaraSunshine.Ti ringrazio moltissimo!!!!!! :')
Ebbi quest’idea qualche mese fa, dopo aver letto i libri del Quartetto di Nora Roberts. Da lì ho avuto come si suol dire l’illuminazione xD Sono sempre stata un’appassionata del wedding planning in tutto il suo complesso. A chi non piacciono i matrimoni o immaginare tutti quei favolosi abiti da sposa e l’intera atmosfera romantica? E allora mi sono detta: Farò una storia di passione e romanticismo che emozioni chi la legga ^_^
Con questo primo capitolo d’esordio vi presento un po’ tutti i personaggi, in particolare due…
Vi presento Juliet Anderson (applausi) e il nostro bellissimo e conosciutissimo Louis Tomlinson (applausi) xD
Vi ho mostrato già un pizzico del loro curioso temperamento…ahahahahahahahah spero che qualche risata ve la siate fatta.
Ora vorrei farvi una domanda che forse vi potrà sembrare un po’ banale, ma come dico sempre: La vostra opinione è tutto per me <3
Vi domando: Come inizio vi sentite intrigate nel continuare a leggerlo?
Se è così, preparatevi ad entrare in un mondo di matrimoni, amore, amicizia, passione, divertimento e suspense…dove la sensualità e i sentimenti sono gli ingredienti fondamentali…
Aspetto con ansia le vostre presenze e opinioni. Con questo chiudo la parentesi e vi abbraccio forte :***
A presto ;-P