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Autore: Em Potter    31/07/2012    6 recensioni
Questa è la storia di una ragazza che subisce un profondo cambiamento, che da ragazzina timida e profondamente infantile diventa una donna forte e coraggiosa.
Lei è Ginny Weasley, e questa è la sua storia.
Dalla storia:
«Ho detto la pura verità a tutti gli studenti della mia scuola.» disse Silente serio. «E la verità è che tu sei un'innocente capitata a favore di Lord Voldemort al momento giusto e proprio come voleva e sperava lui.»
«Sono una debole e T-Tom R-R-Riddle ha sfruttato la mia debolezza...»
«Lord Voldemort ha sfruttato il tuo coraggio. E solamente un atto di coraggio del genere poteva garantirgli la rinascita, solamente il tuo coraggio, Ginny Weasley. Fidati, Voldemort è abilmente furbo nel scovare le sue vittime e non avrebbe continuato con te se non fosse assolutamente certo di che persona sei. Ha cercato di scoprire tutto di te, proprio per questo.»
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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TOM RIDDLE AGISCE DI NUOVO.


Dopo le lezioni, Ginny fu la prima a raggiungere il suo dormitorio e a chiudersi a chiave in bagno: era stata una giornata pessima tra il diario di Tom nelle mani di Harry Potter e il San Valentino musicale gridato ai quattro venti in presenza di quasi tutta la scuola. 
Si precipitò immediatamente nella doccia e aprì subito l'acqua calda sperando che i pensieri non ci mettessero troppo tempo ad andare via ma quelli rimasero imperturbabili nella sua testa e la ragazzina quasi quasi si disse che valesse proprio la pena annegare nella doccia direttamente per quell'incredibile umiliazione. Chiedendosi il perchè della sua sciocchezza uscì dalla doccia e dopo aver indossato il suo pigiama aprì la porta del bagno. 
"FINALMENTE!" gemette Rose irritata. 
"Ginny... santo cielo, eri qui!" disse Vicky ma non era arrabbiata, piuttosto, era sorpresa. "Perchè non ci hai detto che ti piaceva Harry Potter? Avresti dovuto dircelo e noi ti avremmo volentieri aiutata. Insomma, non sapevo che avessi così buon gusto..."
"Vicky!" soffiò Demelza sconvolta mentre Alice e Rose ridacchiavano.
"No, cioè, nel senso... cavolo, ti piace Harry Potter!"
Ginny si sforzò di sorridere ma si voltò in fretta da un'altra parte per non farsi tradire dal viso rosso di rabbia e di collera: era stata proprio una stupida, che aveva avuto quella stupida idea di mandare ad un ragazzo impossibile una stupida filastrocca contenente degli stupidi versetti da stupida bambinetta innamorata. Ginny si sarebbe ricoperta di epiteti che avrebbero potuto far accantonare la pelle ai gemelli per quanto forti erano ma si trattenne da scandalizzare tutti. L'incantevole figura gli era bastata quel pomeriggio. 
"Weasley..." mormorò Alice dando una gomitata a Rose. 
Entrambe fecero un sorriso a quarantadue denti alla ragazzina e esclamarono all'unisono, come se non fosse abbastanza chiaro: "Ma ti piace Harry Potter?"
La serata continuò così, tra Vicky che continuava a rimproverarla sul fatto che non avesse detto nulla alle sue compagne che avrebbero potuto sul serio aiutarla, tra Alice e Rose che la bombardavano di domande su vita, morte e miracoli di Harry Potter e ridacchiavano in maniera quasi maligna quando Ginny era costretta a rispondere (seppero in quattro e quattr'otto la storia di come Ginny aveva conosciuto Harry) e tra le risate provenienti dalla Sala Grande a causa dei cori dei gemelli: il coro somigliava terribilmente a Occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia, che parve piacere molto ai Grifondoro e soprattutto ad Alice e Rose che cominciarono a canticchiarla così malvagiamente che Vicky si chiuse in bagno per una buona ora e Demelza spense le luci mettendo a tacere le compagne. 
Quella giornata somigliava più ad un esercizio di umiliazione. 
Con i giorni che seguirono, i gemelli si dimenticarono in fretta della filastrocca della sorellina e quando Ginny a volte si sorprendeva a canticchiarla loro ammutolivano in fretta e cercavano di essere più amichevoli possibili con lei, soprattutto in presenza di Percy che sembrava non aver mai assistito all'avvenimento del San Valentino musicale, e quello era solo un bene! Alice e Rose erano le oche della situazione: sembravano l'opposto dei gemelli, erano ancora più antipatiche del solito mentre lanciavano ad Harry sguardi ammiccanti e cantavano in dormitorio Occhi verdi e lucenti con l'intenzione di far venire a Ginny un diavolo per capello, e non è che ci sarebbe voluto molto. Per quanto riguarda gli altri ragazzi della classe, loro parevano profondamente dispiaciuti per quegli avvenimente, anche se Christopher molte volte faceva fatica a restare serio. 
Arrivò anche marzo e le vacanze di Pasqua: erano passati quattro mesi da quando Justin e Nick-Quasi-Senza-Testa erano stati aggrediti e gli studenti di Hogwarts arrivarono a pensare che l'aggressore si fosse stancato di pietrificare le persone ed avesse rinunciato. Ginny non aveva tempo per pensare al mistero della Camera dei Segreti dato che era troppo abituata per formulare il piano perfetto per riprendersi il diario e l'unica soluzione sembrava intrufolarsi nel dormitorio di Harry e frugare tra la sua roba ma era troppo rischioso farlo...
"Alice e Rose sono odiose, io non le sopporto! Insomma... ormai lo sa quasi tutta la scuola che a Ginny piace il famoso Harry Potter ma basta farle domande maligne e assillanti, no?" 
Vicky era indignata e Demelza lanciò a Ginny, che sembrava profondamente irritata dal fatto che la scuola sapesse che la timida sorellina di Ron Weasley avesse una cotta per il suo migliore amico, uno sguardo in tralice mentre tutte e tre le ragazze percorrevano i corridoi dopo cena. 
"A William e Christopher piacciono molto" disse Demelza. 
"Poveri loro" borbottò Ginny tra i denti. 
"Nah, fanno solo fatica a liberarsi di loro... me l'ha detto Ritchie Coote" 
"Questa sì che è una bella notizia!" esclamò Demelza raggiante ma Vicky non l'ascoltava più.
Era corsa alla finestra e guardava in basso come se fosse incantata, anche se di sicuro era incantata da qualcosa. Demelza e Ginny si avvicinarono e la ragazzina notò delle scope da corsa che volavano attorno al campo da Quidditch: a giudicare dai colori, erano proprio i Tassorosso. Vicky ebbe uno spasmo e spalancò la bocca anche se non ne uscì alcun suono e le sue compagne la fissarono confuse. 
"I TASSOROSSO! I TASSOROSSO AGLI ALLENAMENTI PER DOMANI!" gridò infine.
Ginny avrebbe voluto dirle: 'E quindi?' ma Demelza l'anticipò. 
"Cedric Diggory è nei Tassorosso..." rispose la ragazzina in un sussurro. "Cedric Diggory, ragazze!" 
"Ancora con quella storia" borbottò Demelza divertita.
"Ma non capisci? è un'occasione da non perdere!"
"Scusate ma cosa...?" intervenne Ginny e in meno di un minuto seppe tutto ciò che si doveva sapere su Cedric Diggory. 
Questo ragazzo era il figlio di Amos Diggory, di cui Ginny aveva già sentito parlare perchè lavorava al Ministero della Magia insieme a suo padre, era al quinto anno di Hogwarts nella casa di Tassorosso, era alto, biondo e davvero affascinante: Vicky aveva intenzione di andare agli allenamenti prima che fosse il turno dei Grifondoro per vederlo e stava pregando le due ragazzine. 
Ginny si era lasciata convincere quando... 
Andiamo! Dopo i Tassorosso ci sono gli allenamenti dei Grifondoro e lo stadio sarà pieno come un uovo!
"Non verrò, ragazze" dichiarò la ragazzina. 
"Perchè? Non c'è nessuno nella Sala Comune!" 
"Non mi sento molto bene..." mentì lei. "Vado da Madama Chips e vi raggiungo!"
"All'improvviso?" chiese Demelza preoccupata. 
"Sì!" le gridò dietro Ginny e si allontanò in fretta e a grandi passi verso la Sala Comune di Grifondoro. 




Ginny aveva aspettato paziente che anche l'ultimo componente di Grifondoro, un ragazzino goffo e dal viso paffuto, uscisse dalla Sala Comune e lentamente salì le scale a chiocciola che portavano ai dormitori maschili. Sorpassò la porta 'Alunni del primo anno' e spalancò in fretta quella con scritto 'Alunni del secondo anno', si infilò dentro e sospirò di sollievo. 
Fino a quel momento c'era. 
Si chiuse a chiave anche se immaginava che chiunque di fuori avrebbe potuto aprire in men che non si dica la porta e si diresse verso il letto di Harry, accorgendosi che era il suo solo dal baule che giaceva accanto a letto con la scritta 'HP'. Tolse le coperte con ferocia quasi bestiale, le lenzuola e il pigiama da sotto al cuscino ma del diario non c'era traccia. Provò nei cassetti, gettandoglieli sotto sopra ma nulla. L'unica possibilità era di vedere nel suo baule. Lo aprì e scaraventò la sua roba dappertutto, sparpagliandola, strappò per sbaglio il suo mantello nero e ruppe molte pagine di Trekking con i troll ma la rabbia si impadronì di lei: urlò e imprecò a voce alta per la barbaria che aveva appena compiuto e per il fatto che non trovasse il diario di Tom Riddle poi quando ogni speranza stava per crollargli addosso lo trovò e lo depose con avidità nell'interno della sua tunica.
Quello che fece dopo fu solo correre all'impazzata verso il suo dormitorio. 
Caro Tom... scrisse Ginny una volta al sicuro. 
Salve Harry Potter. rispose Tom Riddle e il cuore della ragazzina salì fino alla gola. 
No Tom, sono Ginny Weasley.
Come ti sei ripresa questo diario?
Io... mi dispiace tantissimo per ciò che ho fatto Tom!
Non era tanto sicura dell'innocenza di Tom ma quella sensazione strana dentro di lei la spingeva a continuare a parlare con lui, a dargli retta, a fidarsi in qualche modo di un ricordo conservato in un diario per cinquant'anni. Era sciocco, magari strano... ma era così. Sospettava di lui, ma allo stesso tempo avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riavere un amico con cui confidarsi, pur di riavere la sua compagnia che nonostante tutto era stata importante e lo era ancora. 
Sì, è stato terribile.
Hai ragione! Non sai che terrore che ho provato quando ho visto che Harry aveva il diario. Sai, è successo durante il giorno di San Valentino: stavo entrando in classe quando ci fu un ingorgo a causa di un bigliettino d'amore che avevo scritto ad Harry e la sua cartella si è strappata e... puf! Nella sua cartella c'era questo diario e io mi sono lasciata prendere dal panico. Ho pensato al peggio, ho pensato che tu potessi vendicarti con me!
Nonostante tutto non potrei mai farlo, Ginny.
La ragazzina sospirò di sollievo. 
Allora, incalzò Riddle. Come hai fatto a riprenderti il diario?
Una mia amica mi ha detto che erano tutti agli allenamenti di Quidditch, così ho aspettato che nel dormitorio non ci fosse nessuno e mi sono intrufolata dentro. Spero con tutto il cuore che Harry non denunci tutto agli insegnanti: ho combinato un casino in camera.
Affascinante.
Tom, potrai perdonarmi? scrisse Ginny notando che Tom Riddle non le rispondeva più come prima. Farò qualunque cosa pur di ottenere il tuo perdono, lo prometto. Lo giuro su Godric Grifondoro, così ci faceva giurare mio padre.
Oh, ovviamente. Ci sarà sicuramente qualcosa che potrò farti fare. Mi sei mancata, Ginny Weasley, e so per certo che mi dimostrerai la tua fedeltà, capacità, prontezza e che naturalmente sarai di enorme aiuto. 
Ginny non sapeva cosa fare, probabilmente l'unica cosa buona da fare era una passeggiata prima che ritornassero tutti a scuola e notassero quanto fosse sconvolta, pallida o qualsiasi cosa avesse di strano e che avrebbe potuto destare dei sospetti.
Scarabbocchiò un 'Devo andare, Tom!' e corse in corridoio. 
Passeggiando si rese conto di non essere davvero l'unica ad aver avuto l'idea di andare a fare una passeggiata mentre tutti erano via, infatti si sentivano degli schiocchi come dei rumori strani ma non era di sicuro nulla di sinistro. Quel rumore proveniva da un aula e una voce familiare risuonò nelle sue orecchie: sembrava quasi la voce di Percy. Stava ripassando per gli esami? Probabile, era da Percy. Ma suo fratello non le aveva sempre detto che non bisognava disturbare le persone mentre studiavano?
Oh, ma quante paranoie! Quasi quasi gli somigliava... lei era una Weasley!
Aprì la porta e la scena che le si parò davanti era più che disgustosa, avrebbe osato dire vomitevole: il Prefetto di Corvonero, Penelope Light, era seduta su un banco e Percy stretto sul suo petto e la baciava con furia. A Ginny quasi venne da ridere e non avrebbe mai detto che Percy fosse capace di quelle cose... soprattutto in un aula vuota con un castello quasi vuoto! 
"GINNY!" strepitò lui, aggiustandosi velocemente la cravatta rosso di imbarazzo, mentre Penelope scendeva dal banco con aria totalmente confusa, ma serena. "Oh santo cielo..." aggiunse ansimando, quasi non riuscendo a parlare.
"Percy" disse la ragazzina. 
"Va' Penelope, io ti raggiungo dopo" disse Percy a quella che era la sua fidanzata. "Forse!" le gridò dietro.
Ginny abbassò il capo per non scoppiare a ridere.
"Oh Godric, sembri sconvolta!" 
"No, non sono sconvolta perchè tu... insomma..."
Percy quasi non parve sentirla e la prese delicatamente per le spalle, con un gesto che lasciava intendere una minaccia imminente, e soffiò: "Tu non dirai a nessuno ciò che hai visto!"
"Ma ti pare che lo...?"
"A nessuno" ripetè lui ancora tutto paonazzo. "Soprattutto ai gemelli. Loro non devono assolutamente..."
Percy deglutì e corse via, lanciando un'ultimo sguardo di ammonizione alla sorella e il messaggio a Ginny fu chiaro: ti farò sul serio pietrificare dal mostro di Serpeverde se apri quella tua boccaccia. 




Il giorno successivo fu un'incubo quasi quanto quello precedente e quello precedente ancora: Ginny non riusciva più ad alzare braccia e gambe, era più debole del solito, i suoi occhi erano stanchi, il suo pallore era spettrale e, soprattutto, era più magra del solito. 
Faceva davvero spavento. 
Il suo cuore prese a battere velocemente, come se avesse l'ansia... anzi, lei aveva di sicuro l'ansia. Perchè era così spaventosa? Lei si abbuffava di roba ai banchetti di Hogwarts, era abituata a mangiare tanto ma perchè sembrava così denutrita e senza forze? 
"Chissà Cedric se afferrerà il Boccino prima di Harry!" stava dicendo Vicky mentre Ginny si preparava con braccia e cosce doloranti. 
"Chi Cedric?" chiese Alice.
"Cedric Diggory?" fece eco Rose. "Oh, è così carino!
Vicky parve profondamente irritata e Demelza disgustata, poi la ragazzina disse: "Ehi Ginny, sei pronta?" 
"No" gracchiò lei mentre Alice e Rose uscivano eccitate dal dormitorio, borbottando qualcosa che suonava indistintamente come 'la lenticchia non è ancora pronta' e ridacchiando sonoramente. 
"Ti aspettiamo" disse Demelza con fervore. 
"Oh andate pure, vi raggiungo subito" 
"Come ieri?" fece ironica Vicky con una smorfia. 
"No, vi raggiungo davvero" 
Quando le due compagne uscirono in fretta dal dormitorio anch'esse, Ginny si precipitò con gambe tremanti a prendere il suo diario dal fondo del baule per confidarsi di nuovo con Tom Riddle, perchè era quello che la ragazzina faceva sempre: confidarsi con lui, sempre e comunque. Non avrebbe permesso che un atto impulsivo rovinasse il loro rapporto e Ginny era pronta a scrivergli tutte le volte che poteva. 
Caro Tom, credo di non stare molto bene oggi.
Cos'hai, Ginny cara?
Credo di avere qualcosa di grave perchè mangio e sembro denutrita, dormo e sembra che non abbia dormito per chissà quanti giorni e poi... sono brutta, pallida... è orribile ciò che mi sta accadendo, Tom.
Oh, mi dispiace! Devi subito andare a farti controllare, adesso.
Ginny ci pensò su. Sì, potrei davvero dato che nessuno studente è rimasto qui a scuola che può vedermi in questo stato pietoso.
Non c'è nessuno?
Oh no, sono tutti alla partita di Quidditch. Spero però di non incontrare Percy insieme alla sua fidanzata Penelope Light, sai, li ho visti mentre si baciavano in un aula vuota e mio fratello era sconvolto. Penso che non si vedessero da molto perchè ho sentito dire a Percy che Penelope è una Mezzosangue e non voleva che corresse rischi gironzolando per il castello.




"GINNY, COSA DIAVOLO STAI FACENDO?" ruggì la voce di Demelza Robins. 
La piccola Weasley era in piedi vicino alla porta che portava alla biblioteca e si sentiva malissimo: ebbe un conato di vomito e di nuovo la sensazione che non sentiva da mesi si fece largo dentro di lei... non aveva di nuovo la memoria. 
Cosa stava facendo? Bella domanda. Perchè era lì? Bellissima domanda. Cosa diavolo era successo? Splendida domanda. 
"CORRI, MUOVITI!" fece eco Vicky che correva a perdifiato dietro Demelza e la trascinò per un braccio.
Ginny si sentì debolissima e cadde: Vicky tornò indietro per aiutarla credendo fosse colpa sua. 
"Cosa è...?" 
"Il mostro! L'Erede di Serpeverde ha attaccato di nuovo! Qui in biblioteca!" 
Ginny si sentì gelare: un altro attentato? Ma perchè quando accadevano gli attentatati lei era sempre accanto a luogo dell'aggressione? Tom Riddle era innocente... un pensiero orribile le attraversò la mente mentre faceva fatica a stare dietro alle compagne. 






Angolo autrice
Ed ecco qui il nono capitolo modificato!
Ovviamente Ginny si incolpa e non crede più che Tom fosse malvagio ma naturalmente è troppo piccola per capire che Tom Riddle agisce attraverso di lei, quindi non lo scoprirà mai di per sè. 
Baci.
  
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