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Autore: Gleek98    31/07/2012    0 recensioni
Questa è la storia di una ragazza, Berenice. Una liceale vittima dei suoi pensieri, una gran sognatrice.
Ma la vita non gli riserva una strada tutta asfalta.
Lei, unica testimone della sua fragilità interiore, racconta di come la vita di un'adolescente possa essere davvero una ripida e difficile salita verso il traguardo...o una lunga e irrefrenabile discesa verso il fallimento. Il tutto contornato con nuove amicizie e un pizzico di amore e sentimento. ^_^
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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16/06/2012 Ore 7.30

 

Stranamente sono già nel cortile di scuola, appoggiata sulla mia Peugeot parcheggiata, oggi c'è la terza prova scritta, quella di francese.

La verifica di matematica è stata abbastanza facile e io ero ben nascosta dai tre secchioni della classe, ottima posizione ieri.

Nel cortile non c'è ancora anima viva, a parte la mia, fredda come quella mattina, spenta come tutti i fari del viale e chiusa come una tomba sotterrata.

Già, perché per quest'anima ora è difficile provare qualcosa di intenso e caldo che possa riscaldare anche il cuore.

Ultimamente, mamma e papà sono molto assenti a causa del lavoro, spesso escono presto di casa la mattina per poi tornare a mezzanotte inoltrata, da circa un paio di anni va avanti così, e io ho imparato a cucinare davvero bene e sopportare meglio Alessio.

Però dei vuoti non sono stati colmati, comprensione e attenzione.

Per questo ho presto cercato di riempirli attraverso qualcun' altro, non parenti visto che non li vedo quasi mai, professori, una in particolare...Ma lei ha altro a cui pensare, ha circa 270 alunni a cui prestare attenzione e io sono una in mezzo a tanti.

Perciò ora non mi aspetto nulla di particolare, la vita va come va e tu la devi spesso saper accettare così com'è, con i suoi pregi e difetti, anche se di solito i pregi non si notano.

E spesso la vita la si sciupa, la si macchia di errori, come un foglio pieno di scarabocchi quando il pennarello è indelebile, purtroppo non puoi tornare indietro, così fai attenzione a non ripetere gli stessi sbagli.

Giocherello col cellulare e mi riguardo le ultime foto, sono quelle che ho scattato al punto X, la zona nuova del quartiere.

Le guardo e sorrido della mia fortuna, del tesoro della vera amicizia.

Guardo l'orario, sono passati dieci minuti buoni quando noto la Citroen parcheggiare, la Rossini mi fa cenno con la mano e io rispondo, una volta uscita la vedo avvicinarsi con un mezzo sorriso che le increspa le labbra, si appoggia accanto a me sulla Peugeot ma non dice niente, mi scruta e sorride. Io ricambio lo sguardo ma la situazione è un po' imbarazzante.

Salve...” Faccio io per spezzare la tensione.

Buongiorno Berenice”

Io sorrido mentre lei continua a squadrarmi, dopo un po' comincio a non reggere più quello sguardo su di me perciò inizio a fissare le pietruzze a terra e sospiro.

Posso fare qualcosa...per lei?”

E' veramente bello...Il tuo tema di italiano, sai... L'ha letto tutta la commissione...”

Improvvisamente comincio a sentirmi un pezzo di carbone incandescente, non solo perché tutti i prof hanno letto il mio tema, ma sopratutto per il fatto che avevo scritto una montagna di cose personali, come la mia esperienza riguardo alle sigarette.

Ma sappi che per quanto riguarda me, se ti vedessi personalmente provare un'altra volta a fumare, lo direi subito ai tuoi genitori...”

Nella sua voce vi è una nota accusatoria, io annuisco per non peggiorare la situazione, in fondo una ogni tanto non fa mai male, dovevo solo stare attenta alla Rossini...

Poi mi da un buffetto e con un cenno mi saluta, io rimango immobile a pensare alla mia stupidità nel rivelare certe cose...

 

Il mio orologio ora segna le 7.55 e la A inizia ad entrare per la prova di francese.

Io vago per il cortile, salutando amici man mano che li incontro finché Tessio non mi tira per un braccio in un angolino. Ci salutiamo animatamente, infondo è il mio migliore amico, quello che ti copre le spalle in ogni situazione, che ti comprende pur essendo uno spudorato maschio dall'aria superficiale, che ha bisogno solo di un tuo sguardo per stare bene.

Oggi dovevo farmi una sigaretta con lui e dovevamo parlare visto che era da tanto che non ci sentivamo, non essendo nella stessa classe.

Ehi tipa novità??”

Io mi guardo attorno furtiva mentre lui mi da una Marlboro Blu, ritrovarsi a pregare la Rossini di non dire niente ai miei lo stesso giorno del suo avvertimento sarebbe stata proprio una bella figura...Ma in fondo eravamo abbastanza nascosti, chi avrebbe mai dovuto guardare in un angolino del cortile?

Perché stai così...Sull'attenti?”

Tessio mi smuove cercando di ottenere la mia attenzione.

Ehi...No sai, la Rossini, quella mia di francese, mi ha detto che se mi avesse visto fumare l'avrebbe detto ai miei”

E come l'ha saputo?”

L'ho scritto nel tema...Stavo parlando di me ed è uscito fuori..”

Subito mi metto la mani davanti e mi copro il viso pensando che mi avrebbe rifilato una sberla delle sue, sorrido e lui mi guarda facendo di no con la testa, poi ricambia il sorriso e mi abbraccia amichevolmente, mentre il fumo esce da entrambe le Marlboro.

Avevo dimenticato il suo sapore in bocca, nei polmoni, la sensazione di adrenalina e bruciore che lascia, il modo in cui riesce a liberarti dai brutti pensieri mentre la sensazione di rilassamento del corpo permane.

Era da tanto che non sentivo quella sensazione, quella leggerezza di cui avevo davvero bisogno, era passato talmente tanto tempo che i primi tiri vennero accompagnati da forti colpi di tosse davvero insopportabili.

Sempre tu devi essere a fare queste cavolate..”

Lo so, mi sento stupida ad aver scritto certe cose..”

sbuffo e ammetto che forse lui ha veramente ragione: fidarsi dei professori era come giocare col fuoco, rischi altamente di bruciarti sottovalutandone la pericolosità.

In ogni caso non scrivere altre cose di sto' genere oggi..Trattieniti ti prego è per il tuo bene, per i tuoi esami”

Scherza con tono beffardo mentre io faccio la finta offesa e stiamo così, in cinque minuti di trance in cui il cervello ha staccato la spina, uno che gode della compagnia dell'altra.

Un giorno di questi ti dedico un Murales”

Ma deve essere il migliore fra tutti quelli che hai fatto finora!”

Scherziamo e ancora una volta il tempo ci gioca un bello scherzo.

L'H viene chiamata e subito dopo la I, la classe di Tessio, perciò io mi volto mentre pesto il mozzicone della Marlboro, sulle scale dell'entrata noto l'ultima persona che in quel momento avrei voluto scorgere, e mi immagino già la mia figuraccia, tutto diviene scuro e inizio a vedere nero, non è possibile. Non ci credo. La sfiga ha preso il posto della mia ombra! Sbianco.

La vedo scuotere il capo con espressione estremamente delusa, fissa prima me e poi Tessio che non ha la minima idea di chi potesse essere quella professoressa che di lì a poco avrei dovuto pregare.

Non mi dire che è lei...” E lui capisce tutto.

Io annuisco e in un gesto quasi coordinato ci mettiamo le mani fra i capelli per vergogna dello sgamo.

Ascolta Miri ci parlo io, la convincerò, non può farlo veramente se tiene a te come dici..Comunque sia le dico che sono stato io a convincerti e provo a farla ragionare..”

A me colpisce il suo affetto e il suo coraggio in un certo senso. Perché per affrontare una prof come la Rossini ci vuole coraggio.

No lascia stare, sicuramente le darebbe fastidio il fatto che io me ne stia con le mani in mano senza dire niente mentre tu mi difendi, e neanche io lo sopporterei, e poi non la conosci neanche..”

Lei continua a scrutarci, con l'espressione di chi ha appena perso la fiducia in qualcuno, i suoi occhi sono attraversati da uno strano luccichio mentre noi ci avviciniamo senza neanche la forza guardarla.

Poi io alzo il volto e mi decido a parlare, però prima che possa iniziare a dire qualsiasi cosa lei mi ordina di entrare con il dito puntato verso la soglia, io insisto perché non oserei pensare a quello che direbbero i miei, lei urla di entrare a entrambi, ed io lascio perdere per ora mentre penso a non giocarmi anche gli esami.

Una fitta mi appesantisce il cuore, il fatto di aver tradito la fiducia della Rossini sta quasi per spezzarlo, non posso credere di non averle dato ascolto, tanto meno di trovarmi fianco a fianco con la sfiga. No, devo ancora realizzare il tutto.

Mi unisco alla classe ed entriamo prendendo posto mentre Tessio mi saluta appena, a me non interessa più stare all'ultimo banco anche se credo che ora la prof non mi voglia neanche vedere, penso sia davvero arrabbiata, in ogni caso è rimasto solo un posto avanti.

Lei non degna nessuno di sguardi e ci da il via dopo aver scritto le tracce sulla lavagna.

Io cerco di pensare unicamente al tema anche se è più forte di me alzare il viso e guardare qualche volta in direzione della cattedra. Niente, lei non smette di scrivere il registro.

Le traccie dicono di scrivere una lettera ad un amico, così io ne butto giù una di tre pagine, questa volta però non ho composto nulla di particolarmente mio, meglio non giocare più col fuoco, il mio compito sarà come quello di tanti altri, niente di speciale.

Sto riscrivendo l'ultima frase sulla bella copia mentre mancano ancora circa cinque minuti, faccio a gara per non rimanere un'altra volta ad aspettare l'ultimo, ma Sara è più veloce di me questa volta, ed io sono costretta ad aspettare Diego.

Sara prende anche il mio compito e lo consegna alla Rossini che senza una parola raccoglie e mette in valigetta.

Oggi va tutto abbastanza male, perché inoltre adesso sto aspettando un compagno con cui non parlo da circa un anno, la storia è lunga da spiegare e ricordarla fa anche più male.

Basta dire che un tempo io e Diego eravamo davvero uniti, davvero amici, poi però come tutte le cose belle finiscono per sciuparsi, anche il nostro legame è andato perduto.

E perché? Per colpa di una mia stupida cotta che è stata urlata al vento da una certa “ragazza figa”, non c'è neanche bisogno di ricordarne il nome, alla fine sono tutte uguali.

E giustamente, lui ha preferito non parlarmi più dopo il fatto di stato che è venuto a sapere, ha preferito dare ascolto al vento che di voci ne sente tante, invece che a me.

Ed io gli ho lasciato fare, ma non ho dimenticato.

Così ora mi ritrovo seduta in un angolo della classe ad aspettare un perfetto sconosciuto mentre tra l'altro sto venendo scrutata dalla prof, che ha smesso di fare qualsiasi cosa prima la stesse impegnando.

Mi copro il volto con le mani e mi stropiccio gli occhi con le dita, poi finalmente mi decido a guardare la Rossini che già ricambiava.

Battaglia può prendere i cellulari così non perdete tempo dopo”

Io la guardo con aria interrogativa, poi mi avvicino al cassetto della scrivania chinandomi per prendere sia il mio cellulare che quello di Diego e torno al mio posto in silenzio, personalmente mi aspettavo che dicesse qualcos'altro ma evidentemente dovrò essere io a chiedere di chiarire.

Diego finalmente termina e si avvia senza neanche aspettarmi, io cado in una risata silenziosa, segue il sapore dell'amaro in gola e questa volta è la Rossini ad avere un punto di domanda sul volto e come se niente fosse chiede spiegazioni.

Una lunga storia....Prof..Prof mi ascolti per favore..”

Lei si irrigidisce alle mie ultime parole e si affretta a riordinare le verifiche per metterle a posto.

Non ti sprecare Berenice, tutto quello che c'era da capire l'ho capito, ed è giusto che i tuoi genitori lo sappiano, io le faccio le cose che prometto, dovresti saperlo bene...”

Mi alzo di scatto e mi avvicino alla cattedra, stava facendo sul serio ed io non potevo permettere assolutamente che i miei sapessero certe cose, sarebbe successo un casino.

Prof non potevo immaginare che lei mi vedesse! Per favore prof...Non sa quanto mi rende triste il fatto di aver tradito la sua fiducia che per me è preziosissima..”

Lei mi squadra.

Ho visto come ti guardavi in giro per essere sicura che non ti vedessi...Ce l'hai il gusto del rischio mentre se non sbaglio nel tuo tema di italiano dicevi di non tenerlo...”

Probabilmente si sta divertendo a sbeffeggiarmi in questo momento, ed io non posso fare un passo falso, quanto mi irrita il non poter controbattere su certe cose!

Stringo i denti e la guardo.

Lei non...Può sapere perché l'ho fatto in quella circostanza”

Ah perché ora esistono anche delle motivazioni?”

Per me ci sono”

Sentiamo” sulle sue labbra si dipinge un sorriso beffardo.

A me stanno saltando i nervi, scommetto che lo sta facendo apposta!

Era da tempo che io e lui non ci vedevamo, quelle sigarette hanno messo in stand-by i nostri cervelli perché la realtà magari non è così piacevole, perché magari ci fa abbastanza schifo il marcio che la caratterizza, perché magari avevamo bisogno di soli cinque minuti di sfogo, io e lui.”

Sembrava colpita e perplessa al tempo stesso, ora mi osserva con comprensione, forse funziona.

Belle parole...Davvero..Ma dovrò comunque dirlo ai tuoi”

Io mi immobilizzo e lei diviene di nuovo distaccata e acida, mi scanso e se ne va, probabilmente nel giro di qualche ora per me sarà la fine del mondo, i Maya avranno sbagliato previsione per una volta.

Scendo le scale e sulla soglia del cancello mi aspetta Tessio tutto contento, sembra quasi inebetito per il sorriso che ha.

Miriam! La tua prof mi ha detto che non avrebbe raccontato niente ai tuoi!”

Dentro di me scoppiavo di gioia, e il sollievo mi diede una sensazione davvero piacevole, mi dirigo verso il parcheggio e noto che la Citroen stava facendo retromarcia, io fingo di non sapere niente di quello che lei aveva riferito a Tessio e mi avvicino, lei apre il finestrino.

Prof non dica niente...Per favore”

Volevo essere certa di non sognare, sicura che non era ancora l'effetto della sigaretta.

Berenice..Non lo dirò perché tengo a te, ritengo abbastanza giuste le tue motivazioni e so che in quest'età non sei l'unica, però non posso davvero nasconderti la mia delusione..”

Un'altra fitta, il mio cuore indolenzito fatica a pulsare, abbasso lo sguardo e mormoro un “Mi scusi, mi dispiace davvero”, chiedere scusa non è mai stato il mio forte ma riprendo il discorso.

Mi da un buffetto e mi saluta, forse proprio tutta la fiducia in me non l'ha persa.

Dopo qualche minuto mi saluta anche Tessio un po' riluttante, i suoi genitori lo aspettavano al bar S.Nicola per una mano.

Così io mi avvio con la mia Peugeot, mentre l'ultimo isolato me lo faccio a piedi come sempre.

Ma sono estremamente distratta oggi, vado a sbattere contro un ragazzo piuttosto alto.

Ci guardiamo e a me l'anima rifiorisce, la realtà non è più così tanto male adesso perché qualcuno come me cerca di renderla migliore, e insieme ci riusciamo bene.

I nostri occhi si incontrano, quelli miei scuri come la pece nei suoi di un verde chiarissimo, quasi sembrasse cieco; mi sorride mentre cerca di nascondere l'imbarazzo, i riccioli biondi che completano la sua bella figura.

Ehm..Scusami non guardavo avanti..”

Io rinvengo al suono della sua voce squillante.

Ehm..Si neanche io”

Si scansa imbarazzato ed io mi riavvio sperando disperatamente in altre sue parole.

Ah io sono Armando, abito proprio a due isolati da qui...Tu?”

Aiuto! Sto per esplodere dalla gioia, o per svenire dall'imbarazzo?

Io mi chiamo Miriam, abito qui vicino”

Sorrido e lui fa un gesto con la mano per salutarmi, mi rigiro e proseguo per la via.

Le nostre strade finalmente si sono incrociate, i nostri occhi si sono scrutati, e allora capisco che questo per me non è altro che la fine, la fine prima di un nuovo inizio.

  
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