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Autore: La ragazza dall amore blu    03/08/2012    1 recensioni
Arrogante, cinico, narcisista e dispotico il piccolo Mary, ormai raggiunta la pubertà, dà sempre più sfogo alla sua nauseante perfidia alimentata da un odio senza origine.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La mattina seguente il piccolo Mary si alzò dieci minuti prima che a scuola suonasse la campanella d’entrata. Così si catapultò giù dal letto, si infilò i jeans attillati di sempre e la magliettina lilla con le maniche corte e scappò di corsa in bagno.  A questo punto poteva scegliere se lavarsi o pettinarsi il ciuffo. Dopo essersi preso una frazione di secondo per rifletterci, afferrò la spazzola di sua sorella ed incominciò a lanciare colpi nervosi sul ciuffo crespo, il quale ad ogni colpo si incollava sempre di più  a causa del sudicio.  Posò la spazzola e si guardò allo specchio e disgustato egli stesso, se ne andò.                                                                                                                                                                  Con la sua solita camminata ambigua  e questa volta anche frenetica, finalmente arrivò a scuola verso le otto e un quarto (solo cinque minuti in ritardo). E si sentì fortunato quando entrò in classe e vide i suoi compagni tutti in piedi ed intenti a chiacchierare. Ciò stava a significare che l’insegnante non era ancora arrivata.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           Le sue scarpe, con cui pestava il pavimento del corridoio, erano simili agli zoccoletti di Aladino, ma con più tacco. Quando camminava prima si appoggiava d’un lato  e poi d’un altro. Aveva il viso impanato di cerume chiarissimo, la matita rigorosamente azzurrina intorno agli occhi ed un rossetto rosso acceso sbavato ai lati. Di gran lunga simile ad un vampiro, questa era l’insegnante  di latino e greco  che arrivava con un ritardo di ben trequarti d’ora (Come d’altronde usò fare per tutto l’anno).                                                                                  Per  tutto il giorno non fece altro che pensare alla sua fidanzatina. Non faceva altro che fissarla, ma lei rimaneva sempre seria e composta, tuttavia alquanto turbata. Le dava abbastanza fastidio che non appena lei alzava la mano per dire qualcosa all’insegnante o alla classe oppure chiacchierava con Acqua, lui si girava sempre e costantemente a fissarla. Era chiaro che il piccolo Mary non vedeva l’ora che suonasse la campanella per stare con lei.                                                                                                                                                            Solitamente quando suonava la campanella della ricreazione, la fidanzatina se ne scappava via con Acqua e quando suonava quella d’uscita, poiché non riusciva mai a seminarlo, ella era costretta ad uscire insieme ad Acqua, altre compagne con cui cercavano (lei e l’amichetta) di simpatizzare ed il piccolo Mary che le stava costantemente appiccicato. In più lui fremeva di baciarla, ma lei era terribilmente schifata.  Così ogni qualvolta lui tentava quell’approccio, lei diceva di non essere ancora pronta. In effetti nessuno lo sarebbe stato con uno come Mary e per diventarlo ci sarebbe voluto un intervento divino.                                                                                                                               Anche quel giorno passò ed il piccolo Mary deluso se ne tornava a casa con passo spento. Morto di caldo al solito bussò al citofono e la sorella gli aprì, si sedette ancora sul primo scalino e restò lì un pochino al fresco, poi si alzò, si raccolse lo zaino e salì fino al quarto piano dove entrò senza aver bisogno di bussare, poiché infatti la sorella, affinché il suo smaltarsi le unghie non fosse nuovamente disturbato, gli apriva anche la porta di casa. E una volta entrato, al solito, il suo olfatto venne aggredito da quella calcerogena puzza. E, al solito, irritato si rinchiuse nella sua tana, finché un urlo materno non lo avrebbe informato che era pronto da mangiare.  E solo soletti i tre pranzavano in silenzio. Subito dopo aver terminato la sua parte,  di solito il piccolo M. si alzava lesto e si ibernava in un letargo che durava sino al giorno seguente.                                                                                                                                                                                                                                          In quei primi pomeriggi c’era ancora poco da studiare e per questo c’era anche molto tempo di acculturarsi in altro modo. Come altre risorse di istruzione il piccolo Mary teneva in considerazione i libri, la TV e il computer.  Passò quel momento del pomeriggio morente a leggere meticolosamente, parola per parola, qualche pagina  de “La Cittadella” di Cronin. Un libro noiosissimo!!!                                       Fattesi le otto udì il secondo urlo materno ed egli capì che era  pronta la cena.  Anche quel successivo pasto fu accompagnato dal silenzio, tranne per un momento in cui il piccolo Mary  chiese a sua madre quando sarebbe tornato papà. La madre sempre molto seria e composta gli rispose che a giorni sarebbe tornato. Un lieve sorriso gli si accennò sulle labbra e dopodiché scappò di nuovo nella sua camera.                                                                                                                                                                                                                                      Eccitato per l’arrivo del padre che bussava alle porte, il piccolo Mary accese la TV a tutto volume e si sintonizzò su Rai Tre, dove trasmettevano la prima puntata della nuova edizione di Super Quark.                                                                                                                                  La serata stava passando via tranquilla, quando all’improvviso la TV si spense. Scioccato il piccolo Mary provò ad accendere la luce della camera per vedere se c’era stato un black out , ma la luce funzionava benissimo. A quel punto riaccese la TV , la quale riprese a funzionare come se non fosse successo niente.  Ma non appena si rimise nel letto, la TV si spense  nuovamente. Così il piccolo Mary si rassegnò e realizzò che si era rotta e andò da sua madre dicendogli che la TV aveva bisogno di essere riparata. Tuttavia il piccolo Mary, al suo ritorno in camera, rimase terrorizzato, poiché la trovò accesa e per giunta su un altro canale. Allora si arrotolò tra le coperte e come la sera precedente  pregò la Madonna di farlo addormentare in fretta. Appena chiuse gli occhi anche la TV  si spense definitivamente.                         E poi si addormentò.
  
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