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Autore: machi    20/02/2007    6 recensioni
Se Piton scoprisse di avere un figlio? e se questo figlio cercasse poi di trovargli una "compagna"?! come reagirà lui? e soprattutto come reagiranno gli altri?!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dad Snape

 

MIO FIGLIO?!?!?!?!?

 

 

In una macchina alquanto lussuosa, Edwar Burns arricciò il naso alla vista di quel paesaggio: case vecchie situate proprio di fronte a un fiumicello pieno di spazzatura, buttata da chissà chi.

Pensava che quello non fosse proprio il posto adatto per la crescita di un bambino, ma finì con il dirsi che lui non era nessuno per decidere dove dovesse abitare quel bambino, che in quel momento si trovava proprio seduto dietro abbracciato ad un orsetto di peluche.

Il bimbo, che guardava attentamente aldilà del fiume, non aveva più di quattro anni, e sembrava ancora più piccolo per la sua età: bassino e magro, aveva poi i capelli neri molto corti, pettinati con grazia e aveva la carnagione molto chiara.

Quello che più attirava l’attenzione degli altri, erano proprio i suoi occhi, grandi, neri e dallo sguardo penetrante, forse troppo, come se sapesse tutto di tutti.

 

In quel momento sembrava molto spaventato e perso, e chi non lo sarebbe stato?!
Aveva appena perso la madre e l’unica persona che gli era rimasta nel mondo era l’uomo che stavano andando a trovare quella mattina, suo padre, del quale non aveva mai visto neanche l’ombra.
Il bambino, in quel momento, non poteva sentire altro che paura, e chiunque lo guardasse non poteva far altro che provare tenerezza.

Il signor Burns scese dal veicolo e si guardò intorno; non sembrava che in quel posto abitasse molta gente, ma il luogo sembrava tranquillo nonostante sembrasse abbandonato. Aprì la porta posteriore e il bambino lo guardò attentamente, senza mollare il suo orsetto e senza muovere un muscolo, come se aspettasse che il signor Burns gli dicesse cosa fare.

-andiamo Adrien- gli disse porgendole la mano e il bambino si aggrappò a lui come se fosse il suo salvatore –Tuo padre abita in questa casa.-

Adrien Belfort uscì finalmente dalla macchina; con una mano teneva il suo orsacchiotto, l’altra era stretta a quella di Edwar e tremava.

-non essere così nervoso- gli disse Edwar –andrà tutto bene, Adrien.-

-Papà mi vorrà?- domandò Adrien alzando la testolina per vedere meglio Burns; quella era una domanda abbastanza normale data la situazione e l’uomo non aveva una risposta da dare al bambino, dato che lui stesso non conosceva quel tale di Severus Piton.

-Certo che ti vorrà!- disse, con un tono veramente convincente –è tuo padre!- concluse passandogli una mano sulla testa.

Adrien non sembrò molto convinto, ma non disse nulla; si limitò ad abbassare il capo e a lasciarsi portare dal signor Burns dall’altra parte della strada che lo separava da quella casa.

Edwar, nonostante fosse abituato a fare cose del genere, era molto nervoso in quell’occasione; si era affezionato particolarmente ad Adrien in quegli ultimi giorni e desiderava profondamente che le cose gli andassero bene.

Durante il periodo che aveva trascorso nell’orfanotrofio, era solito stare da solo, così triste che nessuno degli altri bambini si era avvicinato a lui per giocare; se qualcuno ci aveva provato, Adrien si era sempre rifiutato… senza ombra di dubbio, la morta di suo madre, l’aveva ferito moltissimo, nonostante Burns era fermamente convinto che un bambino così piccolo non  potesse capire il significato della morte.

Adrien sembrava un ragazzino speciale, dava l’impressione di sapere più cose di quelle che sa un bambino della sua età, e ciò si rifletteva nel suo sguardo.

Il signor Burns rimase in piedi di fronte alla porta d’entrata e guardò un’ultima volta Adrien; lasciò la valigia che conteneva le cose del bambino a un lato, e suonò il campanello.
Notò come Adrien si irrigidì e gli strinse ancora di più la mano: tutto sarebbe andato bene, tutto doveva andare bene…

Severus Piton stava cercando di preparare qualcosa da mangiare quando sentì il suono del campanello; era tornato dall’ospedale il giorno prima e aveva dedicato tutto il tempo a riordinare casa sua.
Quando appunto sentì il suono del campanello, stava giusto facendo cadere la padella piena di olio caldissimo per terra, ma per fortuna non aveva perso i suoi riflessi e non succedette niente; era convinto che fossero i suoi vicini o qualche venditore e stava già pensando alle frasi più sgradevoli da dire per toglierseli di torno, quando aprì la porta…

-è lei il signor Severus Piton?

L’uomo aveva parlato con decisione, guardandolo negli occhi; il bambino che l’accompagnava facevo lo stesso, anche se sembrava spaventato.

-sì…- disse con voce dura, guardando il ragazzino di sottecchi, all’improvviso gli sembrò che quel moccioso assomigliasse a qualcuno di familiare, ma non riusciva a ricordare chi.

-sono Edwar Burns- riprese l’uomo, allungando una mano per stringere quella di Severus –sono un’assistente sociale.

Severus gli diresse uno sguardo indifferente; era un’assistente sociale, ok… e allora?

-potremmo parlare?- domandò il signor Burns facendo capire di voler entrare in casa.

- e di cosa?- chiese bruscamente Severus, incrociando le braccia, deciso a rimanere fuori.

-su Adrien…- rispose Edwar, collocando il bambino davanti a lui. –Adrien Belfort.

-che cos’ha lui?- chiese Severus guardando quel nanerottolo con freddezza, con disprezzo forse anche con un po’ di curiosità…

-guardi…- Edwar mise le mani sopra le spalle del bambino, il quale continuava a stringere il suo orsacchiotto di peluche. –non credo che sia il luogo adatto per parlare di questo argomento, le dispiace se entriamo!?

Severus era molto tentato di rispondere Sì, ma c’era qualcosa negli occhi di quel bambino che gli faceva pensare che forse doveva ascoltare quello che avevano da dire.

Si fece da parte e fece entrare i due intrusi i quali si guardavano attorno incuriositi, per motivi differenti ovviamente.

-non ho niente da offrirvi- disse Severus secco; il volto di quel moccioso gli sembrava sempre più familiare. –di cosa dovremmo parlare esattamente?

-come le ho detto prima- disse Edwar facendo sedere sopra le sue gambe Adrien, -volevo parlargli di Adrien Belfort.

-che cos’ha questo bambino?- domandò Severus per la seconda volta.

-Non so se lei si ricorda della signorina Nancy Belfort…

Severus fece mente locale; non ci mise molto a ricordare Nancy, una donna che conobbe cinque anni prima, più o meno, e con la quale ebbe una breve flirt… non era molto sicuro sul cognome ma credeva di ricordare che fosse di origini francesi…

-Mi ricordo di lei, sì.

-bene- Edwar sorrise, sembrava sollevato nell’ascoltare quella risposta –dunque… Adrien è figlio di Nancy

-e io che c’entro, scusi…- Severus alzò le spalle senza capire ( o meglio, senza voler capire).

-ebbene, Nancy Belfort assicura che lei sia il padre di suo figlio… cioè, che Adrien è suo figlio signor Severus.

Piton rimase molto serio, cercando di assimilare il significato di quelle parole… un secondo dopo, fece un ghigno… quello era uno scherzo! Quel moccioso suo figlio?! Era impossibile; lui non aveva figli, lui mai sarebbe potuto essere padre di nessun bambino. Era tutto assurdo.

-ma che sta farneticando?!-

Adrien si era stretto tra le braccia del signor Burns senza avere il coraggio di vedere quello che era suo padre.

-Nancy Belfort è deceduta qualche giorno fa signore- spiegò Edwar con tono dispiaciuto –lei e la signorina Belfort avete avuto una relazione qualche anno fa, e il frutto di questa relazione è Adrien. L’ultimo desiderio di sua madre- disse indicando Adrienè che lei si prenda cura del bambino.

-ma… questo è impossibile!- disse Severus ricominciando a ridere –Io non ho figli…

-Abbiamo cercato di localizzarla prima che la signorina Belfort morisse affinché lei potesse spiegarle tutto personalmente, ma non siamo riusciti a trovarla- Edwar cercò nelle sue tasche, fino a trovare una busta perfettamente piegata –mi chiese di darle questa lettera; le parla di Adrien e le spiega i motivi per cui non ha potuto comunicargli prima l’esistenza del bambino.

Severus prese la lettera che Edwar Burns gli porgeva, con le mani un po’ tremanti e l’osservò alcuni secondi con la testa piena di confusione; quando tornò a fissare Adrien finalmente ricordò a chi assomigliasse… aveva i suoi stessi capelli neri, i suoi stessi occhi neri e per di più era piccolo come lo era stato lui alla sua età…

-capisco che per lei tutto ciò possa risultare inaspettato- disse il signor Burns tranquillamente –se ha qualche dubbio potremmo sommettere il bambino ad alcune prove del DNA, ma le assicuro che è suo figlio.

-perchè l’ha portato qui?- domandò Severus con voce debole; la gola aveva improvvisamente cominciato a seccarsi. Ringraziava l’offerta di quell’uomo, ma non aveva bisogno di nessuna prova per rendersi conto che quel bambino era praticamente identico a lui.

-perchè lei è il padre del bambino e perchè, come le ho detto prima, la signorina Belfort desiderava che fosse lei ad occuparsi di Adrien. Il bambino non ha nessun’altro oltre lei.

-ma io non posso…- borbottò Severus indeciso; lui in tutti quegli anni, aveva visto la morte in faccia, ma ora stava cominciando ad avere il primo attacco di nervi di tutta la sua vita. –io non posso occuparmi di lui ora…

-se desidera rinunciare alla tutela del bambino- disse Edwar  con tristezza, percependo il gesto amaro di Adrien, che sembrava sul punto di piangere –potrei occuparmi personalmente di tutti i documenti; noi assistenti sociali ci prenderemo l’impegno di trovargli una buona famiglia.

Severus rimase in silenzio… lui non poteva prendersi cura di un bambino e quell’offerta era molto allettante … lui voleva avere una vita tranquilla, voleva sfruttare la pace che si respirava nel mondo magico dopo la caduta di Voldemort. Guardò Adrien e vide che delle lacrime minacciavano di uscire dai suoi occhietti da un momento all’altro e, senza capire bene il perchè, si rese conto che non poteva rifiutarlo così, di botto; e si maledisse per questo. Era sul punto di complicarsi la vita.

-anche se lei potrebbe dare un’opportunità ad Adrien- disse Burns suadente, spingendo ancora una volta il bambino davanti a lui, in modo che Piton potesse vederlo in faccia –potrebbe tentare per qualche settimana, e io potrei ritornare per vedere come vanno le cose…

Severus non diceva ancora nulla… tornò a guardare Adrien e, senza rendersene nemmeno conto, annuì con la testa, dando a intendere che voleva provare a tenerlo…

-in questo caso- il signor Burns si alzò dalla sedia in cui era seduto e gli tese la mano –tornerò tra poco signor Severus- si sporse verso Adrien e lo guardò –ti comporterai bene?

Adrien fece cenno di sì con la testa ed Edwar gli diede un bacio sulla fronte.
Dopo Severus l’accompagnò alla porta e rimase sulla soglia di casa, confuso e spaventato, mentre l’uomo si allontanava dalla casa verso la sua macchina…

Un figlio!

Che cosa pazzesca!

Ma, nonostante tutto,nel più profondo del suo cuore, era contento…

Un bambino…

 

Salve gente! Ecco qui il secondo capitolo di quello che si prospetta essere una fic pazzesca (nel vero senso della parola^^) comunque sì, Piton in questa fic nn ha tradito silente né tanto meno l’ha tradito, anzi ha combattuto contro lord Voldemort.

Ringrazio per le recensioni e alla prossima!

  
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