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Autore: dierrevi    07/08/2012    8 recensioni
«Mi piacerebbe sapere» mormorò fra sé, «che diavolo c'è in un libro fintanto che è chiuso. Naturalmente ci sono dentro soltanto le lettere stampate sulla carta, però qualche cosa ci deve pur essere dentro, perché nel momento in cui si comincia a sfogliarlo, subito c'è lì di colpo una storia tutta intera.»
Michael Ende - La Storia Infinita
Volete sapere da dove viene il libro che morde? Ricordate cosa succede a chi legge Sonetti di uno stregone? Bramate di dare un'occhiata alle letture preferite di Percy Weasley? Vi andrebbe di scoprire quali rischi si corrono ad aprire impunemente i libri della biblioteca di Hogwarts?
Questo e molto altro, se troverete il coraggio di addentrarvi in questa raccolta. Buona lettura.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Letture tormentate

Chi trova un buon libro, trova un tesoro.

Giovanni Soriano

* * *



Pace.

Pace e silenzio, e un libro da leggere.

A volte ci voleva davvero poco per poter definire un momento “il migliore della giornata”, pensava Harry.
Anche perché in quel periodo le alternative erano il momento in cui si spegneva la luce per dormire e gli incontri clandestini dell'ES. E vista la frequenza forzatamente bassa dei secondi, c'era poco da stare allegri. In effetti il periodo non era allegro, affatto.
Pace, silenzio, un libro da leggere. E la strombatura di una finestra, in un corridoio poco frequentato dell'ultimo piano dell'ala est, per sedersi a leggerlo e stare tranquilli.
La pietra è fredda, intorpidisce e fa un po' rabbrividire, non è proprio un comodo divano. Ma la Sala Grande era presidiata dagli allievi più rompiscatole che la scuola potesse fornire, in biblioteca la quantità di sguardi di sottecchi sarebbe stata tale da abbronzarti in pieno febbraio, e i bisbigli alle spalle potevano farti impazzire come la proverbiale goccia del lavandino; e nella sala comune di Grifondoro c'era sempre qualcuno che si sentiva in dovere di farti coraggio. Che a volte fa piacere, ma mica sempre. E comunque, sempre meglio che andare a sedersi sugli spalti del campo da Quidditch, dove faceva molto più freddo, e toccava pure vedere gli altri che si allenavano sulle scope.

Pace, silenzio, un libro da leggere, e il prossimo capitolo si prospettava interessante. E si cominc-
«Hei, tu! Cosa stai facendo qui?»
Pace, silenzio e Argus Gazza, opportuno quanto un riccio nelle mutande. Per essere gentili, s'intende.
«Sto seduto e leggo un libro. E' proibito?» chiese Harry, nel modo più compito.
«So io cos'è proibito. Perché stai qui al freddo? Nella tua sala comune devi stare. Quello è il tuo posto.»
«C'è troppa gente là, non si riesce a leggere in pace.»
«Sì, eh? Cosa leggi? Fa' vedere!» intimò il custode.
Harry alzò il libro per fargli vedere la copertina. Gazza lesse il titolo pronunciandolo fra sé a bassa voce.
«Manuale... manutenzione... Ha!» sbottò all'improvviso. «Manici di scopa! Cosa stai tramando, eh? Il Quidditch è proibito, per te. Cosa fai con quel libro?»
«Non parla molto di Quidditch, questo. La parola Quidditch ci sarà sì e no un paio di volte», fece Harry, tristemente.
«Meglio così, ragazzo. Quella non è più roba per te» rimarcò Gazza, lieto di potersi rifare su uno studente.
«Lo so, lo so» rispose Harry con l'aria più sottomessa che poteva, cercando di infondere nella frase tutto il pathos della vittima trattata ingiustamente. «Ma potrò almeno leggere, no? Non me l'hanno proibito. Che male faccio?»
In effetti, anche Gazza si trovò d'accordo. Per un millesimo di secondo.
«So io cosa combinate, voi teppisti» brontolò. «Se sento solo un rumore da qui, tieni a mente...»
Harry annuiva compunto, evitando di pronunciare la domanda “Che rumore vuoi che faccia, leggendo?” che la semplice logica avrebbe fatto salire alle labbra di chiunque.
Fu questo, probabilmente, a spiazzare il custode.
«Tieni a mente, se ti sento combinare qualcosa...» disse avviandosi, non avendo trovato altri appigli. Harry annuì nuovamente.
«Tieni a mente...» ritentò l'uomo. Poi si voltò, e si allontanò impettito, senza aggiungere altro.
“Qui, l'unico che ha fatto rumore sei tu, finora.” Pensò Harry, iniziando finalmente il suo capitolo promettente.

La lettura era appassionante. Ogni una - due pagine si fermava a considerare attentamente quel che aveva appena scoperto, sognando ad occhi aperti il momento in cui avrebbe potuto provare a metterlo in pratica.
“Una qualsiasi frase letta qui è molto, molto più utile di tutte le lezioni di Difesa di quest'anno.”
Si immaginava nascosto nella Stanza delle Necessità, a lanciare incantesimi e contro-incantesimi. Un momento di pura, esaltante, evasione.
«Ma guarda chi c'è qui... Che sorpresa, Potter
Di bene in meglio. La Squadra di Inquisizione, con Draco Malfoy in testa. Un'intera squadra di ricci nelle mutande. Sempre per essere gentili, s'intende.
«Che ci fai qui, tutto solo, Potter?» La voce di Malfoy era particolarmente melliflua, quel giorno.
«Non ti vogliono più nella Sala Comune, Potter? Ti hanno sbattuto fuori?» continuò il biondino. La squadra sghignazzò compatta.
«Ehm, già» fece Harry. Tutto, ma non dare soddisfazione a Malfoy. E non rischiare di farsi sequestrare il libro!
«Povero Potter, lo hanno lasciato solo. Che ragazzo sfortunato sei, Potter. Vero ragazzi?»
«Povero Potter – Potter sfigato – Potter tutto solo» rispose la squadra, tralasciando sorprendentemente le risate.
Harry si strinse nelle spalle, come a dire “Lo so, che ci posso fare?”. Non doveva dargli motivi, si diceva. Neanche un motivo.
«Che libro è quello, Potter?» strascicò Malfoy, in cerca di nuovi argomenti.
Badando bene a non allentare la presa (“sai mai che gli venga in mente di togliermelo”, pensò), Harry gli mostrò la copertina.
«Ho-ho!...» fece l'altro. «Manici di scopa! Ti mancano, Potter
Harry non disse nulla.
«Ti ho fatto una domanda, Potter. Ti manca volare, eh?»
La squadra intorno ricominciò a sghignazzare.
«Bravo, Potter. Leggi il tuo libro, perché di manici di scopa tu non ne toccherai più. Niente più Quidditch, per Potter
Harry non pensava neanche a rispondere. Tutte le sue energie erano impegnate a impedirgli di tirare un pugno a Malfoy, e quelle che avanzavano servivano a cercare di sembrare calmi, nonostante tutto. Uno sforzo che diventava sempre più improbo.
Malfoy si godette le risate della sua squadra, poi fece segno di tacere.
«Però, devo dirtelo, Potter. Non sta bene che tu perda tempo così, invece di studiare» disse facedogli un bel sorriso.
«Facciamo a meno di fare i compiti, eh, Potter? Questo non va bene. Cinque punti in meno per Grifondoro».
Altri sghignazzi. Harry era certo che la sua espressione desse grande soddisfazione a Malfoy, in quel momento.
“Cosa non darei,” pensava, “cosa non darei per toglierti a pugni quel sorriso dalla faccia...”
Ma per sua fortuna, un'altra voce nella sua testa continuava a ripetergli disperatamente: “Non reagire! Fallo andar via, non reagire!
Malfoy aveva dato fondo ai poteri che possedeva. Sembrava scocciato di non essere riuscito a provocare una reazione ostile.
«Continua a leggere il tuo libretto, Potter. Puoi fare solo quello».
Si rivolse alla squadra: «Andiamo».
Lo oltrepassarono e si allontanarono lungo il corridoio, lanciandogli ancora frecciatine e ridendo di lui mentre giravano l'angolo.
Con un grosso, grosso sospiro, Harry si risedette nella strombatura della finestra. Poi alzò gli occhi al cielo, pensando fra sé: “che branco di fastidiosissimi stupidi”.
Cinque punti, nulla di cui preoccuparsi davvero. Quello che gli rodeva era non poter ridere apertamente di tutto questo. Ridere di Malfoy, che si pavoneggiava con la sua Squadra di inquisizione, quando lui, Harry, poteva radunare l'ES, che era tre volte più numeroso.
Ma prima o poi avrebbe potuto farlo. A fine anno, raccontando tutto a Sirius e a Remus, avrebbe potuto farli ridere con lui. Bastava solo avere pazienza, e avrebbero riso tutti e tre assieme, nel salotto di Grimmauld Place, alla faccia della rana, di Malfoy e della sua Squadra di Inquisizione. Brrrr!
Rimise il libro sulle ginocchia: La Manutenzione dei Manici di Scopa, il regalo di compleanno di Hermione, una lettura che lo aveva spesso confortato nei suoi momenti bui, durante le settimane di “prigionia” a Little Whinging.
Con calma aprì la copertina e si soffermò sul frontespizio: Magia Difensiva Pratica: Come Usarla contro le Arti Oscure, il regalo di Natale di Remus e Sirius.
Era proprio vero quel detto che aveva letto da qualche parte: “Se un amico vi regala un libro, è veramente un amico”.
Due regali che gli permettevano di lasciarsi alle spalle il grigiore delle situazioni in cui si trovava, fatti da tre ottimi amici.
C'era qualcosa di simbolico nel fatto che ora l'uno nascondesse l'altro. E, per una volta, non era la solita idea geniale di Hermione. Quella di scambiare le copertine se l'era pensata da solo, e ne era molto orgoglioso. Un trucchetto da tenere a mente: poteva servire ancora, in futuro.
Ritrovò il punto a cui era arrivato, pregò perché finalmente arrivassero davvero pace e silenzio, e riprese la sua lettura.



Spazio autore:
Eccomi qua! Dite la verità, avevate paura che non tornassi più, vero? ...no? Be', sono tornato lo stesso :o)
Ci ho messo parecchio, lo so, ma ora sono un lavoratore full-time (precario, poco pagato, ecc., ma full-time), ho anche qualche altro "progetto" per le mani, e il tempo per scrivere è poco.
Sperando che il capitolo sia stato gradevole, passo a ringraziare ferao, Janet, Taminia, Flox Weasley e Charme, che hanno recensito lo scorso capitolo (mesi e mesi fa), nonché Halley Silver Comet, che mi ha lasciato un suo commento proprio l'altro giorno.
Ringrazio anche Elos che ha postato il capitolo in mia vece, visto che io, a quest'ora, sono ancora in fabbrica (Una fabbrica di libri, pensate un po', il caso...).
Al prossimo capitolo!

  
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