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Autore: vero_91    08/08/2012    10 recensioni
"Eccola la parola che temevo più di qualsiasi altra:famiglia. Peeta vuole dei bambini e dato che gli Hunger Games sono stati aboliti pensa che io non abbia più nessuna remora al riguardo. Si sbaglia di grosso. La sola idea di avere dei bambini mi paralizza"
Recensite per favore visto che è la mia prima fanfiction! :)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il telefono sta squillando. Mi alzo di scatto e vado a rispondere, sapendo già chi c’è dall’altra parte. “Ehi dolcezza, come stai?”
“Haimitch quale parte di -fammi sapere ogni settimana come va- ti è sfuggita? E’ da più di dieci giorni che non ti fai sentire!” gli dico stizzita.
“Se sei tanto preoccupata perché non chiami direttamente lui allora?” mi risponde tranquillo.
“Sai che non posso, non insistere. Forza renditi utile e dimmi come sta andando.” E’ incredibile come riesca sempre a farmi innervosire.
“Meglio. Non mi sono fatto sentire perché ormai direi che la situazione è sotto controllo. Al mattino si alza, va al forno, ceniamo insieme, giochiamo a carte e ci ubriachiamo come veri uomini.” Sto per insultarlo quando lui m'interrompe “Dai dolcezza scherzo. Ti giuro che da quando sei venuta a casa mia quella notte non ho più toccato una goccia d’alcool. E comunque anche se volessi non potrei, Sae la Zozza controlla me e Peeta come un segugio.”
Non sono molto convinta ma voglio fidarmi di lui. Anzi devo. Lui è il mio unico legame con Peeta rimasto. “Sarà meglio per te Haimitich. Per il resto lui come sta?” chiedo cercando di nascondere il nervosismo.
“Si sta riprendendo abbastanza bene. Ha ripreso a dipingere, paesaggi specialmente, parla, scherza, mi racconta la sua giornata, sembriamo due sposini novelli.”
Se fosse qui di fronte a me penso lo prenderei a pugni. “E ti sembra tranquillo? Ti sembra… sì insomma… felice?”
Lo sento dall’altro capo del telefono sospirare “Dolcezza queste domande devi farle al dottor Aurelius non a me. Comunque felice direi proprio di no dopotutto quello che ha passato, ma molto più tranquillo sì. Sembra stia accettando la cosa.”
In realtà non so se esserne contenta o meno. Sto per fargli un’altra domanda quando Haimitch m'interrompe: “Ah e comunque un mese fa è arrivata anche un’altra persona che mi sembra possa essergli d’aiuto. Lui mi è sembrato piuttosto felice all’idea….” Non faccio in tempo a chiedergli chi è che un’altra voce m'interrompe “Haimitch sono tornato”. Peeta. Erano sei mesi che non sentivo la sua voce. “Scusa dolcezza devo andare. Ti telefono la prossima settimana.” Mi riprendo dallo stato di trans in cui ero caduta e grido: “No aspetta chi…” Niente sto parlando al vuoto ormai.
Frustrata appoggio la cornetta e cerco di mettere ordine nei miei pensieri.

Prima di andarmene dal Distretto 12 ricordo di essere passata da Haimitch. Non gli ho neanche dato il tempo di chiedermi cosa diavolo stessi facendo che stavo già svuotando le sue bottiglie d’alcool in bagno, proprio come Peeta aveva fatto per l’edizione della memoria, mentre gli urlavo: “Ascolta Haimitch, ti ricordi che per i 75° Hunger Games mi avevi promesso che avresti cercato di salvare Peeta ma alla fine hai preferito salvare ancora me abbandonandolo? Bene adesso è arrivato il momento di ripagare quel debito. Io me ne sto andando, ma tu devi badare a lui, controllalo, aiutalo, vai a vivere con lui se è necessario. Ogni settimana mi telefonerai e mi aggiornerai sulle sue condizioni e ovviamente lui non dovrà mai venirlo a sapere. Per fare tutto questo dovrai essere sobrio sono stata chiara? Per una volta nella vita Haimitch cerca di essere un mentore degno di questo nome.”
Dopo avergli detto questo mi asciugai le lacrime con la manica, cercando di riacquistare un minimo di dignità, poi gli chiesi: “Lo farai? Me lo prometti?” Dovevo sembrare sconvolta perché Haimitch non mi fece domande e dopo un po’ disse: “Si lo farò. Dove posso telefonarti?” tirai un sospiro di sollievo e raccolsi le mie poche cose “Sae la Zozza ti darà il numero di Gale.” Haimitch si limitò a guardarmi in modo indecifrabile e mi chiese: “ Vuoi che Peeta lo sappia? Che te vai da Gale intendo.” Mi girai verso la porta come per andarmene ma alla fine dissi: “ Sì, se mi odia sarà più facile per lui dimenticarmi.” Mentre uscivo scorsi con la coda dell’occhio Haimitch che annuiva e mi guardava con uno sguardo pieno di compassione.

Da quel giorno sono passati sei mesi e Haimitch mantenne la promessa. Cominciò a telefonarmi ogni settimana anche se all’inizio le notizie erano sempre le stesse purtroppo: “Peeta mangia solo se siamo noi a obbligarlo, si rifiuta di andare al forno. Rimane tutto il tempo chiuso in camera sua a fissare il soffitto. Non sappiamo cosa fare per aiutarlo”. Quando Haimitch mi diceva queste cose, dovevo mordermi il labbro fino a farlo sanguinare per non rispondergli che sarei tornata a casa, mentre in testa mi ripetevo come un mantra i motivi per cui non potevo farlo.
Dopo qualche mese però, quando ormai mi convinsi che l’unico modo per salvare Peeta fosse il mio ritorno, Haimitch mi disse che c’era stato qualche piccolo miglioramento. Con il passare delle settimane, Peeta aveva cominciato a uscire, a mangiare regolarmente e infine riaprì il forno, dove passava quasi tutte le giornate per tenersi occupato.

Dal canto mio invece, passo i giorni in una totale apatia. La scelta è fra quello o un dolore sordo, che si presenta puntualmente ogni notte insieme agli incubi. Agli inizi era così lacerante che alcune notti prendevo le mie cose e correvo fuori per andare verso la stazione, per tornare a casa, poi però mi ricordavo il motivo per cui l’avevo lasciata; così mi accasciavo a terra fino a quando Gale non veniva a cercarmi e dolcemente mi riportava a casa.
Gale, l’ultima persona da cui forse sarei dovuta venire ma la prima cui ho pensato. Dopo la morte di Prim credevo che non sarei mai riuscita a perdonarlo, ero troppo accecata dalla rabbia e dal dolore per farlo. Con il passare del tempo però, mi sono resa conto che lui continuava a rimanere un capitolo aperto dentro di me, e se avevo intenzione di far sul serio con Peeta, allora dovevo chiudere con lui definitivamente. Così venni al Distretto 2 e parlammo di tutto quello che era successo. Lo perdonai, perché c’era già troppo odio in me, volevo far spazio a qualcos’altro, all’amore per Peeta ad esempio. Gale capii che era stato solo grazie a Peeta se ero riuscita a fare questo passo; così mi disse che lui, allo stesso modo, avrebbe cercato di liberarsi del suo amore per me per lasciare il posto a un’altra ragazza. Da quel giorno cominciammo a sentirci ogni tanto, tenendoci aggiornati sulla vita dell’altro.
Forse è questo il motivo per cui ho deciso di venire qui, lui alla fine è l’unico amico che mi è rimasto.

Il bussare alla porta mi risveglia dai miei pensieri. Appare una donna con i capelli castani che mi chiede: “Ohi Kat hai finito di parlare con Haimitch? Posso entrare?” Devo ancora darle una risposta che Johanna si è già accomodata nella poltrona di fronte alla mia e mi guarda con un’espressione interrogativa: “Allora cosa ti ha detto? Come sta Peeta?”
Esito un po’ prima di rispondere “Sta…bene. Haimitch mi ha detto che si è ripreso e che sta bene anche senza di me.”
“Non era quello che volevi?” mi chiede continuando a fissarmi.
“Si certo… sono sollevata che Peeta che stia meglio.” E lo penso davvero, so che è giusto così, ma allora perché sento questa stretta al petto? E’ stato da quando… “Inoltre Haimitch mi ha detto che è arrivata una persona che gli è molto d’aiuto…” aggiungo, fingendomi indifferente e ignorando quella vocina nella mia testa che mi dice che c’è qualcosa che non va.
Johanna si agita sulla poltrona “Una persona? E chi è?”
“Non lo so, Haimitch ha messo giù prima che io potessi chiederglielo.”
Johanna ci riflette un po’ su e poi dice: “A Peeta non è rimasto più nessun parente vero? Pensi che possa essere una ragazza?”
Ecco, potrò anche soffocare la voce nella mia testa, ma di certo non posso soffocare Johanna, che riesce a dar vita a pensieri che preferirei ignorare. “Be Haimitch ha detto –tornata- quindi immagino che Peeta la conosca già questa persona.” Dico cercando di eludere la domanda, ma lei non si fa fregare così facilmente, si protende verso di me e mi chiede: “E non pensi che possa essere una ragazza con cui stava prima dell’inizio degli Hunger Games? Un suo vecchio amore? Dopotutto non mi sembrerebbe così strano… Per caso con Peeta ne avete mai parlato?”
“No io e Peeta non abbiamo mai parlato di niente del genere!” rispondo un po’ alterata. Anche perché di cosa avremmo dovuto parlare? Da parte mia non c’era proprio niente da dire, a parte qualche bacio con Gale di cui lui era già a conoscenza.Sì ma da parte sua?
Ho sempre dato per scontato che non ci fosse stata nessuna a parte me, visto che mi ha confessato di essere stata il suo primo amore, però ripensandoci quando eravamo nella grotta ha anche detto che si era interessato ad altre ragazze…E in effetti, anche se fosse stato così, cosa ci sarebbe di strano? Peeta è sempre stato un bel ragazzo, veniva da una buona famiglia e probabilmente a scuola era cosi gentile e sorridente che la maggior parte delle sue compagne di classe sarà stata innamorata di lui.
Sono troppo assorta dai miei pensieri e dalla mia gelosia per accorgermi che Johanna mi sta fissando con un sorriso ironico sul volto. “Che c’è?” chiedo, esasperata. “Niente, stavo pensando che la tua reazione è un po’ strana, considerando che sei stata te a lasciare campo libero a questa presunta ragazza e a desiderare che Peeta avesse dei figli con lei”.
La verità mi cade addosso così violentemente che perderei l’equilibrio se non fossi seduta sulla poltrona.
Johanna se ne accorge e mi appoggia un braccio sulla spalla guardandomi preoccupata: “Katniss scusami, io dicevo così per dire. Le mie sono solo supposizioni. Probabilmente è solo un vecchio amico di scuola vedrai.” Johanna mi è sempre stata vicina in questi mesi, ma allo stesso tempo non ha mai nascosto di essere contraria alla mia decisione. Dice che se ami veramente una persona sei disposto a fare qualsiasi cosa per lei, e non c’è modo di farle capire che è proprio perché amo Peeta così tanto che l’ho fatto.
Ma stavolta ha ragione. Sono io che ho voluto tutto questo e ora ne subisco le conseguenze.

Che cosa ho fatto?





---angolo autrice---
 Adesso vi starete chiedendo: "Ma in tutto ciò che fine ha fatto il povero Gale?" Purtroppo se inserivo anche la sua parte il capitolo rischiava di diventare troppo lungo e pesante ma nel prossimo comparirà sicuramente! La stessa cosa vale per Johanna (quante cose volevo mettere???) ma immagino che forse alcune di voi avranno già capito perchè lei è lì...
Per quanto riguarda la misteriosa persona io ho già in mente chi è però se avete idee o suggerimenti ditemeli mi raccomando! (probabilmente saranno idee migliori della mia :D)
Volevo ringraziare inoltre tutti quelli che hanno messo questa storia tra le preferite e le ricordate, e soprattutto volevo ringraziare le persone che hanno commentato perchè è sempre un piacere per me leggerle! Continuate per favore! Anche le critiche ovviamente! :D
A presto spero :)

p.s: mentre scrivevo delle compagne di classe innamorate di Peeta, ho pensato che anch'io probabilmente sarei stata una di loro! :D ok fine del mio viaggio mentale
  
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