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Autore: Chanel483    09/08/2012    2 recensioni
Rose Weasley vive in un universo perfetto: va bene a scuola, ha Agnes, un'amica fantastica, è nella squadra di Quidditch di Grifondoro, adora suo cugino ed ha una famiglia stupenda.
Ma cosa accadrebbe se si accorgesse che il mondo non è tutto rose e fiori come lei lo conosce?
Cosa accadrebbe se un ragazzo, con una vita molto più difficile della sua le facesse aprire gli occhi?
Può l'amore cancellare anni di pregiudizi e risentimento?
Dalla storia:
“-Quindi tu potresti fidarti di un Malfoy?-, chiese in tono di sfida.
La ragazza annuì con vigore:-Certamente-, rispose sicura.
Lui annuì tra sè:-Bene, allora facciamo un gioco. Tu mi dici una cosa che non hai mai detto a nessuno, e io faccio lo stesso-.”
***
"-Un Malfoy, Hermione! Un Malfoy! Ma non un Malfoy qualsiasi, il figlio di QUEL Malfoy!-, esclamò Ron, rosso di rabbia.
La riccia guardava ancora fuori dalla finestra, lo sguardo perso nel cielo plumbeo dell'Inghilterra:-Tu serbi troppo rancore Ronald. Non si tratta nè di me nè di Draco, tantomeno di te. L'unica cosa che conta è che lei sia felice-”.
(Seguito di “Lo yin e lo yang, gli opposti si attraggono)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli opposti si attraggono'
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-Il Ballo della Vittoria 

C’erano veramente pochi eventi in grado di agitare l’intera popolazione di Hogwarts, tra questi comparivano sicuramente le finali di quidditch - specie quelle tra Grifondoro e Serpeverde -   le occhiatacce della preside, i G.U.F.O. e i M.A.G.O.. Al primo posto però senza alcuna ombra di dubbio, c’erano i balli. Specie Il Ballo della Vittoria.

In onore di quella serata tanto speciale, il castello veniva tirato a lucido ed addobbato a festa, per poter accogliere le tante personalità di spicco che attendevano con ansia l’invito. A dire il vero, la professoressa McGranitt - che si occupava degli inviti - avrebbe tanto voluto invitare soltanto coloro che avevano in un qualsiasi modo partecipato alle Guerre Magiche, ma spesso si trovava costretta ad invitare accogliere anche politici ed altre personalità importanti, rendendo così il Ballo della Vittoria un vero e proprio evento mondano.

Questo non aiutava affatto a calmare gli animi degli studenti che, con almeno un paio di settimane di anticipo, diventavano eccitatissimi nella trepidante attesa della serata. Tutti quelli dei primi anni non facevano altro che cercare di rimediare un invito per settimane e, chi non ci riusciva, poteva rimanere depresso per giorni interi. Quelli del sesto e del settimo anno invece, non facevano altro che sperimentare i più bizzarri modi per invitare i compagni. Tutto questo portava ad un’unica conseguenza: ad Hogwarts, arrivati al mattino del due maggio, regnava il caos più totale.

Quell’anno il fatidico giorno si era presentato di venerdì, obbligando la McGranitt a sospendere le lezioni pomeridiane, ma si era detta irremovibile per quanto riguardava quelle del mattino che si erano svolte con regolarità. Ovviamente nessuno aveva seguito una sola parola di ciò che avevano spiegato i professori, troppo impegnati a pensare al vestito da indossare o a chi avevano invitato.

Suonata la campanella dell’ultima ora, tutti si erano lanciati in massa verso la Sala Grande, per poi sparire dopo nemmeno venti minuti nei dormitori, con in mano ancora un pezzo di pane o senza aver ingerito il dolce che stavano masticando.

Le docce di tutti i dormitori - comprese quelle del Bagno dei Prefetti e dei primi anni, prese in assedio dai ragazzi più grandi, cacciati dalle loro camere troppo affollate - erano partite con inquietante sincronia, dando inizio ai preparativi per il ballo.

In particolare nel dormitorio femminile di Grifondoro, nella stanza occupata dalle studentesse del sesto anno, regnava il caos. Rose, agile e scattante come solo una cacciatrice esperta sapeva essere, si era barricata nel bagno, conquistandosi, a suon di manate e spintoni, il diritto di fare la doccia per prima. Questo non avrebbe causato nessun problema - d’altronde non potevano certo farsi la doccia tutte e quattro insieme, no? - se non fosse stato per la sua migliore amica che, in uno dei suoi - come li chiamava Rose - attacchi d'ansia da prestazione, aveva completamente dato di matto.

<< Esci da quella fottutissima doccia, Rose Weasley! Se non apri immediatamente questa porta, porti fuori il tuo sedere e mi lasci entrare, giuro che la sfondo a calci! >> stava sbraitando, dimenticandosi completamente del fatto che lei era una ragazza a modo e non utilizzava termini così scurrili e, per altro, essendo una strega, avrebbe benissimo potuto abbattere la porta con un colpo di bacchetta.

Ignorando del tutto la compagna, ormai abituata ai suoi attacchi isterici, Rose continuò a sfregarsi meticolosamente la pelle con una spugna morbida, imbevuta di bagnoschiuma alla pesca. Purtroppo però, pochi secondi dopo, la porta del bagno cadde a terra, divelta dai cardini da un potente incantesimo lanciato da Agnes che, in un attimo di lucidità, aveva preferito non fratturarsi una spalla e ricorrere alla magia.

<< ROSE WEASLEY! >> tuonò la bionda, con un tono di voce che avrebbe benissimo potuto far impallidire la più abile Banshee.

La rossa, per nulla intimorita, si sporse dalla tenda della doccia:<< Mi passi lo shampoo, Agnes? È quello azzurro nel mobiletto >> domandò tranquilla. Quell’insignificante richiesta fece andare su tutte le furie la bionda che, afferrato il flacone, glielo lanciò contro con tanta forza da procurarle un bernoccolo in testa:<< Ahia! Ma sei impazzita!? >>, le chiese l’altra, strofinandosi con forza la testa dolorante.

<< Così impari a rovinare i miei piani! >> esclamò l’altra offesa, rimanendo a fissare la tendina della doccia a braccia incrociate.

<< I tuoi… piani? >> chiese titubante la rossa.

<< Sì, i miei piani! >> rispose Agnes, recuperando un po’ di calma ma rimanendo comunque spazientita:<< Avevo stilato una tabella di marcia per prepararmi, e questa tabella richiedeva una doccia all’una e zero cinque >> spiegò.

Rose spalancò gli occhi:<< E tutto ‘sto casino per questo? >> domandò stupita:<< Che ore saranno? L’una e dieci? Sono sicura che cinque minuti di ritardo non ti faranno perdere il ballo… >>.

<< È l’una e diciassette >> la corresse la bionda con tono gelido:<< ho già dodici minuti di ritardo >> sottolineò. 

Rose sbuffò, lavandosi i capelli con lo shampoo azzurro, che in realtà era una pozione per rendere i capelli lisci e setosi:<< Non preoccuparti, massimo venti minuti e ho finito >> la rassicurò con sarcasmo, trattenendo una risata.

Disperata, Agnes decise di cambiare tattica:<< Ti prego Rosie! Sai che non posso essere in ritardo! >> la scongiurò, prendendo anche in considerazione l’ipotesi di prostrarsi in ginocchio.

<< Mmm… fammici pensare… >> fece l’altra:<< Mi acconcerai i capelli? >> le domandò.

La bionda annuì freneticamente:<< Assolutamente sì! Ti acconcerò i capelli, ti sistemerò le unghie e farò tutto quello che vuoi. Ma ti prego, lasciami fare la doccia! >> implorò.

A quel punto Rose non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere, mentre si sciacquava i capelli:<< Ok >> accettò:<< passami l’asciugamano >>.

 

<< Hermione, amore mio, non ti sembra un pelino esagerato iniziare a prepararti a quest’ora? >>.

<< Assolutamente no >>.

<< Ma… amore, sai che ore sono, vero? >>.

<< Certo che lo so >>.

<< Sono le tre di pomeriggio >>.

<< Appunto >>.

<< E il ballo inizia alle otto >>.

<< Lo so >>.

<< Ma… >>.

<< Smettila Ronald! Anzi, vai a farti una doccia e poi fai il bagno ad Emily. >>.

<< Il bagno ad Emily? Ma pensavo che la preparassi tu… >>.

<< E dove credi che lo trovi il tempo di prepararla!? Guardami, sono già di fretta così! >>.

Ron fissò la moglie che, davanti allo specchio con indosso solo due asciugamani - uno per il corpo ed uno per i capelli - si spalmava il viso di crema. Scomparve in bagno, senza il coraggio di replicare.

 

<< James, mi servirebbe una mano… >>.

Il moro, ancora in mutande, con indosso una camicia bianca, mentre anche i suoi altri compagni si cambiavano, si voltò verso il fratello che lo guardava dalla porta, vestito con uno smoking nero stirato di fresco ed un papillon rosso slacciato. James gli si avvicinò e glielo allacciò velocemente, prima di mettergli le mani sulle spalle e squadrarlo da capo a piedi.

<< Allora, fratellino, mi vuoi finalmente rivelare il nome della fortunata per cui ti sei messo così in tiro? >> gli domandò con sguardo ammiccante, poiché Albus aveva insistito per settimane a tenere nascosto il nome della sua accompagnatrice per il ballo.

<< Ok: Isabel e Helena >> rivelò.

Il fratello lo guardò aggrottando le sopracciglia:<< Isabel o Helena? >> domandò.

Albus gli rivolse un sorrisetto furbo:<< No, James. Isabel e Helena >>, spiegò ammiccante.

L’altro non poté non scoppiare a ridere, dando al ragazzo una poderosa pacca sulle spalle:<< E bravo il mio fratellino! >> esclamò tra i commenti divertiti dei suoi compagni di dormitorio. 

 

<< Agnes! >> si lamentò la rossa, osservando la sua immagine riflessa nello specchio:<< Non ti pare di avere un po’ esagerato? Insomma, tra il vestito e questo trucco… >>.

La grifondoro alzò gli occhi al cielo, iniziando ad acconciarle i capelli a colpi di bacchetta:<< Non ti lamentare. Quando si tratta di queste cose io non mi sbaglio mai e poi quel vestito è bellissimo e per nulla volgare >> le ricordò.

Rose continuò a guardarsi allo specchio, con lo sguardo puntato soprattutto verso le labbra rosse:<< Sarà, ma a me pare troppo >>.

<< Ma no, Rosie! >> esclamò Helena, passando dietro alle due con indosso solo un paio di slip bianchi ed un corpetto turchese pieno di pizzi e merletti. 

<< Stai benissimo! >> la tranquillizzò Isabel che, in sola biancheria intima, stava seduta sul letto a cambiarsi in continuazione il colore dello smalto, cercando di ricreare la stessa tonalità di fucsia del suo abito.

Rose sbuffò:<< Grazie, detto da voi mi consola davvero >> commentò.

<< Figurati! >> risposero le ragazze in stereo, rivolgendole due bei sorrisoni.

 

Scorpius, davanti allo specchio, si sistemava meticolosamente il nodo della cravatta color oro. Non aveva ancora ben capito perché Rose avesse insistito tanto per fargli indossare qualcosa di quel colore, ma alla fine aveva ceduto. In fondo non gli costava nulla, no? E se poteva renderla felice…

 << Sei sicuro che non ti dia fastidio? >> gli ripeté per qualcosa come la trecentesima volta Jack, che con la bacchetta tentava di dare un senso ai suoi capelli.

Il biondo alzò gli occhi al cielo, lisciandosi le maniche della giacca nera e controllando di essere a posto:<< Di nuovo, Jack!? No, non mi da fastidio >>.

<< Beh, sai… voi due siete stati insieme per un po’ >> spiegò con finta indifferenza.

<< No, Jack. Io e Queen ci frequentavamo e basta, non c’è mai stato nulla di serio tra di noi. E comunque, anche se ci fosse stato, ora io ho Rose >>.

<< Perfetto. Allora nessun rancore? >>.

<< Assolutamente. Nessun rancore >>.

 

<< Hermione, ti vuoi sbrigare!? >> urlò Ron, osservando con impazienza le scale che portavano alle camere da letto.

Non ricevette risposta ma, pochi secondi dopo, sentì finalmente il rumore dei tacchi sui gradini e gli comparve davanti la visione di sua moglie, bellissima in un abito lungo e senza spalline color rosa antico, con i capelli raccolti in un’elaborata pettinatura :<< Sei bellissima >> riuscì appena a dirle.

Lei gli rivolse un sorriso felice, prima di puntare lo sguardo all’altezza del suo petto e stringere le labbra in segno di disaccordo:<< E tu sei un cretino! >> rispose:<< Avevo detto la cravatta blu, non quella viola! >>.

<< Ma questa è blu! >> protestò inutilmente l’uomo.

<< È palesemente viola, daltonico! Sbrigati a cambiarla, non vorrai che arriviamo in ritardo per colpa tua, vero? >>.

Senza permettersi di commentare, Ron scomparve su per le scale, ringraziando Godric che quel dannatissimo ballo si tenesse solo una volta l’anno.

 

<< Sono grassa! Ed è tutta colpa tua! >> urlò Victorie, osservandosi la pancia, che spuntava leggermente sotto al vestito grigio, con sguardo omicida.

<< Tecnicamente è colpa di entrambi >> la corresse Ted in un sussurro.

Non lo avesse mai detto. Victorie si voltò di scatto e gli andò vicinissima, i loro nasi si sfioravano ed i capelli biondo ramato di lei gli pizzicavano il mento:<< Sei tu ad avermi messa incinta! Tu ad aver rovinato il mio corpo! Tu ad avermi fatta diventare grassa! >>.

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e le circondò le spalle con un braccio:<< Piccola, tu non sei grassa. Sei bellissima >> tentò di addolcirla.

Lei gli rivolse un’occhiata fulminante e si allontanò:<< Ora vedo di sistemare il vestito. Tu va a vestire Remus >>.

<< Agli ordini, cucciolotta >>.

<< E… Teddy? >>.

<< Sì, pasticcina? >>.

<< Se stasera vedo i tuoi capelli diventare, anche solo per un istante, di un colore strano… ti affatturo >> promise con un sorriso dolce sulle labbra.

 

Ginny osservò il semplice vestito nero che indossava e posò la collana che teneva in mano all’altezza dello scollo, per vedere come stava:<< Che te ne pare, Harry? >> domandò al marito, che la osservava - già pronto - seduto sul letto matrimoniale.

<< È bellissima, Ginny >>.

La donna annuì e ripose la collana nel portagioie, per prenderne in mano una argentata, con un ciondolo di brillanti:<< E questa, Harry? >>.

<< Bella anche questa, Ginny >>.

Ginny sfiorò il pendente che le ricadeva tra i seni, poi posò anche quello al suo posto e prese un’altra collana, piena di ciondoli colorati:<< Anche questa è bella, no Harry? >>.

 << Assolutamente, Ginny >>.

La rossa posò anche quella e prese in mano quella che doveva essere la trecentesima collana:<< Ok, Ginny, dovresti deciderti, sai… siamo un po’ in ritardo >> la fermò Harry, domandandosi da dove diavolo venissero fuori tutti quei gioielli.

<< Va bene >> disse Ginny con fare solenne, prendendo in mano una collana dorata con un grosso ciondolo a forma di fiore, ed un semplice girocollo nero, con un rubino nel mezzo:<< quale? >> domandò al marito.

<< Quella in oro >> rispose lui.

<< Ottimo, metto il girocollo >> disse lei con un sorriso, prima di voltarsi verso lo specchio per sistemarlo.

 

<< Sei pronta? >>.

<< Sono pronta. Tu sei pronta? >>.

<< Sono pronta >>.

<< Bene, siamo pronte >>.

Rose lanciò un’occhiata preoccupata verso la porta del dormitorio:<< No. Scherzavo. Non so se ce la faccio >> sussurrò allarmata.

Con dolcezza, Agnes le mise un braccio attorno alle spalle:<< Andrà tutto bene, Rosie. Non ti devi preoccupare >>.

La rossa scosse la testa:<< Non capisci, Agne? >> domandò:<< Questa è la prova del nove! È la prima “occasione ufficiale” a cui mi presento con Scorpius ed in più ci saranno i miei genitori e… ho paura che possa andare tutto male… se qualcosa dovesse andare storto io... >> si bloccò, annaspando in cerca delle parole giuste.

La bionda le sorrise e l’abbraccio stretta, un po’ impacciata per via dei guanti e dei tacchi altissimi:<< Non ti preoccupare, tesoro. Scorpius ti ama ed i tuoi genitori vogliono solo che tu sia felice. Sarà tutto perfetto >>.

<< Spero proprio che tu abbia ragione… >>.

 

Minerva McGranitt si sistemò sulla testa il cappello a punta color prugna, dello stesso colore del bellissimo vestito che indossa. Una volta pronta scese nel suo ufficio e si affacciò alla finestra per guardare verso il parco di Hogwarts, ai confini del quale i primi invitati cominciavano a materializzarsi.

Prese un bel respiro e si voltò, pronta ad accogliere i suoi ospiti. Prima di lasciare l’ufficio però, il suo sguardo fu catturato dal ritratto di un uomo, che le sorrideva con aria gioviale:<< A volte vorrei tanto che tu fossi ancora qui, Albus >> gli disse:<< tu non sei mai stato troppo vecchio per fare il preside, io invece… >>.

Il dipinto sollevò una mano e scosse la testa, senza smettere un attimo di sorridere:<< Stai facendo un attimo lavoro, Minerva. Non potrei immaginare preside migliore per questa scuola, anche se un’idea per il tuo successore l’avrei… >>.

La preside annuì:<< Lo so, Albus. È ancora troppo presto per lei ma… stasera le parlerò >>.

Albus annuì:<< Sei sempre stata una donna tanto intelligente. >>.

 

James non seppe mai con esattezza come successe, ma ad un certo punto - le otto e quindici circa - si ritrovò nella Sala d’Ingresso ad aspettare la sua dama, in compagnia di niente meno che Scorpius Malfoy. La cosa peggiore era che ci stava addirittura chiacchierando.

<< … ti ci abituerai in fretta, Malfoy. Rosie non è esattamente famosa per la sua puntualità >> gli stava appunto dicendo, con lo sguardo fisso sulle scalinate che conducevano ai piani più alti.

Il biondo ridacchiò:<< Chissà perché, lo avevo intuito… >> commentò divertito.

Proprio in quel momento, dalla suddetta scalinata, scese Lily, con indosso un vestito celeste lungo fino al ginocchio con la gonna a sbuffo. James fece per avvicinarsi, ma la vide sorridere all’indirizzo di un ragazzo che le stava andando incontro, ricambiando il sorriso. Strinse i pugni e serrò la mascella, nel tentativo di non ascoltare quella vocetta che gli diceva di prenderlo da parte e fargli un convincente discorsetto alla “falla soffrire e io frantumo tutte le ossa che hai in corpo”.

<< Soffri un po’ della Sindrome del Fratello Maggiore? >> sghignazzò Scorpius, seguendo il suo sguardo.

James lo guardò malissimo:<< Io sono il fratello maggiore. E non sfottere, Malfoy, o va a finire che al posto di spaccare il muso a Goyle lo spacco a te >>.

<< Ma come siamo aggressivi! >> commentò il biondo, alzando le mani in segno di resa ma senza smettere comunque di ridere.

Qualsiasi altra frase fu interrotta dalla visione delle due ragazze che, lentamente, scendevano la scalinata verso la Sala d’Ingresso. 

Quella più avanti era Agnes, indossava i sandali ed i gioielli che le aveva regalato James, dei bellissimi guanti argentei ed il vestito che aveva scelto non avrebbe fatto fare sicuramente brutta figura al suo ragazzo: era blu notte, completamente tempestato di piccoli brillanti, che ricordavano vagamente una splendida pioggia di stelle, lungo e senza spalline, con lo scollo a cuore ed con una profonda scollatura sulla schiena. Aveva raccolto i capelli in un’elaboratissima pettinatura alta ed aveva gli occhi - liberati dall’impiccio degli occhiali - perfettamente truccati di blu e argento.

Appena dietro c’era Rose, altrettanto bella. Indossava un vestito semplice, che ricardava un'antica divinità greca, bianco, lungo fino alle caviglie e senza spalline, aveva una gonna ampia, le fasciava il seno e in alto e sulla cucitura aveva due strisce dorate, al polso indossava uno spesso braccialetto dello stesso colore. Ai piedi portava dei sandali alti color oro ed i capelli rossi erano stretti in una treccia alta, che le ricadeva sulla spalla. Il trucco che lei stessa riteneva esagerato in realtà altro non era che ombretto dorato, matita, rossetto rosso e tanto mascara.

James, dopo il primo istante di stupore, corse ad abbracciare la sua ragazza:<< Dovrebbe essere illegale essere così bella. Guarda che effetto fai a quei poverini che ti desiderano ma sanno che non potranno mai averti perché tu stai con me >> le sussurrò in un orecchio lanciando un’occhiataccia di scherno ai tanti ragazzi che si erano voltati a guardarla, prima di chinarsi e baciarla.

La bionda si tirò leggermente indietro per guardarlo negli occhi e schivare le sue labbra:<< Punto primo non è detto che io stia per sempre con te e punto secondo non mi baciare, mi rovini il rossetto >>.

<< Sì, certo >> commentò il ragazzo, alzando gli occhi al cielo:<< anche io ti amo tanto, Agnes >> disse divertito, prima di baciarla comunque.

Scorpius invece attese che Rose le raggiungesse. Aveva un sorriso bellissimo e le guance leggermente arrossate, probabilmente per l’emozione:<< Sei stupenda >> le disse prima di darle un rapido bacio.

<< Anche tu non sei niente male >> commentò lei, sfiorandogli la cravatta.

Lui le sorrise:<< Ora capisco perché volevi che indossasi qualcosa d’oro >> rispose posandole le mani sulla vita, dove c’era la fascia di quel colore.

Lei ricambiò il sorriso:<< Ovvio, così facciamo pandant >> disse prima di sporgersi per baciarlo, constatando con gioia che, con quei tacchi vertiginosi, non doveva neanche mettersi in punta di piedi.

<< Ti amo >> le sussurrò Scorpius, una volta che si furono staccati.

Lei gli circondò il collo con le braccia:<< Anche io. E comunque lo sapevo già >>, rispose.

<< Sì, ma non te lo avevo mai detto >> le fece notare lui.

<< Certo cose non hanno bisogno di essere dette >> gli disse lei, prima di baciarlo di nuovo.

 

Hermione, sotto braccio al marito, entrò in Sala Grande, chiacchierando amabilmente con Neville e Hannah, che stringeva tra le braccia una Emily tirata a lucido, con indosso un bellissimo vestitino dai colori chiari, a fantasia floreale.

Gli annedoti sui suoi studenti che raccontava Neville erano esilaranti, soprattutto considerati i loro passati scolastici. Ron non poté non scoppiare a ridere quando il professore paragonò James Potter a Ron.

<< Ma io e James non ci somigliamo per niente! >> esclamò il rosso, nonostante l’occhiata eloquente della moglie.

Neville rise:<< Dovresti vederlo in sella ad una scopa, mentre gonfia gli addominali nella speranza di farsi notare dalla secchiona della scuola, a cui però di quidditch frega meno che niente! >> esclamò dando ad Hermione una gomitata divertita.

<< Beh, alla fine però mi pare che ce l’abbiamo fatta tutti e due >> commentò indicando con un cenno del mento il nipote che, seduto al tavolo dei partecipanti al torneo, cercava di baciare il collo di una bella bionda, che lo respingeva ridendo.

Proprio in quel momento, fecero il loro ingresso nella sala Harry e Ginny vestiti elegantissimi:<< Di che parlate? >> domandò lui affiancandoli, mentre la moglie correva a prendere in braccio Emily.

<< Delle conquiste di tuo figlio >> gli rispose Hannah, indicandogli il ragazzo.

Harry prese un sospiro soddisfatto:<< Tutto il suo papà >> commentò con finta commozione.

Ginny alzò gli occhi al cielo, mentre la nipotina la riempiva di baci:<< Certo, Harry! Il fatto che ti ci siano voluti sei anni per capire che ero la donna della tua vita non ha alcuna importanza >> disse scuotendo la testa.

Il marito le diede un bacio sulla guancia, sorridendo:<< Beh, a tuo fratello ce ne sono voluti sette… >> le fece notare, beccandosi un pugno sul braccio dal suddetto fratello.

La cena sarebbe iniziata di lì a poco, così andarono tutti a prendere posto ad un lungo tavolo, posto dalla parte opposta della sala rispetto a quello dei vincitori. Qui le facce conosciute non mancavano: c’erano Luna, Dean, Seamus, Calì e Padma, Cho - con disappunto di Ginny , Kingsley Shacklebolt, Alicia Spinnet, Oliver Baston, Teddy Lupin con Victorie e Remus addormentato nulla sua carrozzina, tutti i fratelli Weasley con le rispettive compagne ed anche Arthur e Molly. 

Cenarono tranquillamente tra risate e vecchi ricordi, finché la professoressa McGranitt, seduta a pochi posti di distanza, si sporse verso Hermione:<< Hermione, avrei una proposta da farle, ma forse sarebbe il caso di parlarne in privato. Potrebbe dedicarmi qualche minuto, più tardi? >>.

La donna rivolse un sorriso a quella che era sempre stata la sua professoressa preferita:<< Certamente, professoressa >>, rispose alzando il calice nella sua direzione, come a voler brindare.

 

Rose, nonostante il cibo fosse ottimo e fosse seduta tra il suo ragazzo ed i suoi due migliori amici, era agitata da quando aveva messo piede in Sala Grande. Da dov’era seduta poteva vedere benissimo una testa di capelli rossi al tavolo degli invitati e, nonostante potessero benissimo essere quelli di zio Bill o di zio Charlie o di zio George o addirittura di nonno Arthur, la cosa l’angosciava non poco.

Scorpius però, mentre chiacchierava - tra lo stupore generale - con James, le teneva la mano sotto il tavolo, e questo riusciva a rincuorarla appena un pochino.

Quando anche i vassoi ed i piatti dei dolci furono spariti, la professoressa McGranitt si alzò in piedi ed andò a posizionarsi dietro il leggio per richiamare l’attenzione dei presenti, con un sorriso che le si vedeva molto raramente sulle labbra:<< Miei cari ospiti, sono lieta che, anche quest’anno, siate accorsi tutti così numerosi. Prima di procedere con le danze però, è nostro compito premiare il vincitore del Torneo della Vittoria e congratularci anche con gli altri partecipanti. Quindi, tutti qui sul palco >>.

Roland si alzò per primo, prese Stephanie sotto braccio e si avviò verso la preside, subito seguito da Natan, Agnes, Rose e Scorpius che arrivarono per mano, Annabelle e Jiulian Mitchell.

La professoressa rivolse uno svelto sorriso a tutti, per poi ricominciare a parlare:<< Ora facciamo un bell’applauso a Rose Weasley ed Annabelle Nott che sono arrivate rispettivamente seconda e terza >> tutti applaudirono e ci furono addirittura un paio di urli, mentre Annabelle guardava la professoressa incredula:<< mentre il vincitore di quest’anno del Torneo della Vittoria è Roland Adams! >> aggiunse mentre tutti si alzavano in piedi ad applaudire il corvonero ed Harry Potter in persona, saliva sul palco per consegnargli la coppa.

Ci furono ancora un po’ di applausi, poi la preside mandò tutti a sedere per aprire le danze, ma Annabelle si fermò a parlare:<< Mi scusi, professoressa >> la chiamò tentando di non sembrare troppo incazzata:<< perché io sono terza e la Weasley seconda? Se non sbaglio ho terminato prima io tutte le prove! >> si lamentò.

La McGranitt strinse le labbra e la guardò dall’alto in basso:<< Sì, signorina Nott. Lei, a livello di vittorie, avrebbe dovuto arrivare seconda, ma sa… un Confringo lanciato durante la prima prova contro la persona sbagliata può cambiare tutto, capisce? >>.

La serpeverde rimase a fissare la donna a bocca sgranata, mentre lei se ne andava intimamente soddisfatta. Sdegnatissima, tornò al tavolo dei partecipanti, mentre lì tutti erano già preoccupati per il ballo.

<< Io continuo a non saper ballare >> sussurrò Agnes, lisciando nervosamente pieghe inesistenti sul suo vestito.

Rose - ancora sorpresa e felice di aver battuto Annabelle - le strinse la mano:<< L’altra volta ce l’hai fatta, vedrai che andrà tutto bene >>.

Proprio in quel momento la Banda del Calderone - che intanto si era sistemata su un palchetto sul fondo della sala - iniziò a suonare le prime note di un lento smielato. Senza aspettare che qualcuno glielo dicesse, Roland prese Stephanie per mano ed insieme si avviarono al centro della sala - dove i tavolini erano stati sostituiti da una pista da ballo - subito seguiti da Scorpius e Rose, Annabelle, accompagnata da Sebastian - sì, quel Sebastian, lo stesso Sebastian con cui Agnes era uscita per qualche giorno ad inizio anno - e tutti gli altri.

I primi ad unirsi ai ragazzi furono Harry e Ginny e Roxanne, accompagnata da un ragazzo di tassorosso, lo stesso della storia dell’astuccio per le matite.

In pochi minuti la pista da ballo si riempì di ragazzi ed adulti, tutti intenti a ballare e ridere. Le coppie si scambiavano e tutti volevano ballare con tutti. 

Agnes si ritrovò tra le braccia di niente meno che Harry Potter, mentre la moglie ballava con Bill che aveva ceduto Fleur a Ted, mentre Victorie ballava per qualche strano motivo con Hermione, Ron teneva sua figlia maggiore stretta tra le braccia e Scorpius si era ritrovato una più che felice Emily in braccio. Albus faceva un ballo a tre con Helena ed Isabel, James ballava con Roxanne che aveva affidato il suo accompagnatore a Susan, mentre Hugo faceva volteggiare zia Angelina che aveva lasciato George a curare il piccolo Remus. Probabilmente l’unica coppia normale era rimasta quella formata da Lily e Gordon, che si stringevano teneramente, dondolando per lo più sul posto. Tra le altre coppie si potevano notare Luna e Dean, Neville e Hannah, Queen e Jack, Annabelle e Sebastian, e Roland e Stephanie, che più che ballare sembravano intenti a baciarsi.

Durante questo scambio infinito di dame, ad un certo punto Scorpius si ritrovò davanti Hermione Granger in persona:<< Mi concedi questo ballo? >> gli chiese la donna, con un sorriso materno in viso.

<< S-sì, certo >> rispose il ragazzo, un po’ imbarazzato, senza saper bene dove poteva mettere le mani per ballare con la madre della sua ragazza.

Vedendolo così la donna rise piano e gli prese una mano nella sua, mentre gli portava la mano al suo fianco:<< Solitamente si balla così >> commentò divertita. Lui arrossì e non aprì bocca, così si sentì in dovere di farlo lei:<< Noi due non abbiamo mai parlato faccia a faccia, vero Scorpius? >> domandò.

<< Sì, infatti >> rispose lui iniziando a ballare, un po’ teso.

<< Allora, come stai? >> si informò la donna con aria gioviale, volteggiando con grazia sulle note di un lento.

Prima di riuscire a risponderle, il biondo dovette schiarirsi la gola un paio di volte:<< Io bene, grazie. E… lei? >>.

Hermione gli rivolse un sorriso raggiante:<< Più che bene! >> esclamò:<< La professoressa McGranitt mi ha appena offerto la cattedra di trasfigurazione per il prossimo anno, e credo proprio che accetterò! Quindi tu e Rose dovrete stare attenti il prossimo anno… >>.

<< I-io… >> si ritrovò a balbettare il ragazzo, dopo aver assunto una splendida tonalità rosso peperone.

La riccia lo interruppe, scoppiando in una risata genuina:<< Ok, non so nemmeno perché sono venuta a dirlo a te >> ammise divertita:<< ancora lo devono sapere mio marito ed i miei figli... ma proprio non riesco a stare zitta! Cielo, sono così eccitata! >>.

Scorpius riuscì ad oltrepassare i diversi strati di imbarazzo che lo bloccavano, per rivolgerle un mezzo sorriso fugace:<< No, non si deve... preoccupare. Mi fa… piacere che lei abbia voluto confidarsi con me >> disse.

Hermione aumentò un po’ la stretta sulla sua spalla e continuò a ballare in silenzio per qualche istante:<< Scorpius >> lo chiamò dopo poco:<< ci tieni davvero a mia figlia? >>.

<< Assolutamente sì >>.

<< Allora va bene, è tutto ciò che conta >>.

<< Ma suo marito… >>.

<< Mio marito ama nostra figlia e tutto ciò che vuole è che lei sia felice. Forse ci metterà un po’ di tempo, ma capirà anche lui >>.

Il ragazzo le rivolse uno sguardo grato:<< Grazie >> disse sincero:<< davvero >>.

La donna sembrava sul punto di dire qualcosa, ma la canzone finì e, nemmeno due secondi dopo, qualcuno picchiettò sulla spalla del biondo:<< Posso riavere la mia donna? >> gli chiese Ronald Weasley, squadrandolo dall’alto in basso.

Scorpius saltò quasi all’indietro, togliendo istantaneamente le mani da Hermione e guardando l’uomo con aria decisamente preoccupata:<< Scusi… i-io >> tentò di dire.

Ron lo interruppe con uno sbuffo:<< Corri a recuperare mia figlia >> gli ordinò, alzando gli occhi al cielo:<< mi sembra fin troppo felice di ballare con quel corvonero che ha vinto… >>.

<< Sì, signore! >> esclamò il biondo, saltando sull’attenti:<< Volevo dire… che sì... insomma… beh… io vado! >> e in meno di mezzo secondo, si dileguò tra la folla di invitati.

Hermione e Ron si guardarono per un paio di secondi, prima di scoppiare in una fragorosa risata.

 

Eccoci ragazzi,
sono veramente fiera di questo capitolo, non voglio vantarmi, ma è venuto esattamente come lo desideravo e, considerando che tra poco questa storia sarà finita, sono davvero felice.
Ormai non c'è molto da dire sulla fanfiction, ma l'idea che fra poco pubblicherò il epilogo mi intristisce un sacco.
Spero di avere un vostro parere sul capitolo, ci vediamo prestissimo con l'epilogo.
Un bacio,
vostra Chanel
PS: Ovviamente un grande grazie a chi continua a seguire la mia storia (;
  
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