Capitolo 24: Unione di
forze
Pov Naruto
Avevo lasciato
tutto al caso o per meglio dire a una sensazione.
Non sapevo se
agendo in quel modo avrei compiuto una pazzia o meno, ma il mio intuito mi
diceva che era la cosa giusta.
Avevo avuto la
sensazione che Kurama fosse accanto a me e che in un
modo o nell’altro mi indicasse le azioni da compiere.
Non avevo la minima
idea di aver un potere del genere, un potere in grado di rigenerare parti del
mio corpo.
Kurama mi aveva parlato
della sua capacità, come anche dei altri bijuu, di
ricreare le sue code nel caso fossero state tagliate, ma lui era il demone
dalle nove code, il solo ed unico, mentre io ero solo un umano con in corpo il
potere di un demone. Ringraziai mentalmente Kurama e decisi
di perdonarlo del tutto, nonostante il casino che aveva combinato al mio chakra ancora prima che nascessi. Come tutte le cose, anche
possedere il potere di un demone, aveva rivelato sia lati negativi che positivi
e il fatto che non rischiassi di perdere un arto, lo consideravo estremamente
positivo, anche se sperai vivamente che una situazione del genere non mi si
presentasse mai più.
Mi sentivo
decisamente meglio e carico, pronto a ricominciare la mia battaglia contro Kabuto e il Gedo Mazo.
I miei compagni ci
misero un po’ a riprendersi, troppo sorpresi da quanto era successo.
“Se quello di farti
ricrescere il braccio era il tuo asso nella manica, mi sa che non sarà
sufficiente!” cominciò col dire Kabuto. “Vi concedo
per l’ultima volta la possibilità di andarvene!”
“E per l’ennesima
volta noi rifiutiamo il tuo cortese invito! Ti fermeremo costi quel che costi!”
dissi, lanciando poi uno sguardo di intesa a Naruto e
Shikamaru, i quali annuirono.
Il sorriso di Kabuto cambiò in una smorfia infastidita e si preparò
nuovamente a combattere.
Sta volta nessuno
si sarebbe risparmiato e ognuno di noi avrebbe dimostrato la sua forza di
volontà, ma soprattutto il desiderio di voler proteggere il mondo in cui
vivevamo.
Sasuke corse incontro a Kabuto, mentre quest’ultimo correva contro il mio compagno ben
armato. Entrambi si muovevano con estrema agilità e velocità, tanto che per un
occhio non allenato, pareva di vedere solo delle scintille che si creavano con
lo scontrare delle armi di entrambe le parti.
Mentre il nostro
avversario era occupato a tenere testa all’Uchiha, Shikamaru gli corse dietro le spalle per attuare la sua
tecnica della cucitura dell’ombra, in modo tale da riuscire a legare Kabuto. Se fossimo riusciti a renderlo inoffensivo, per noi
sarebbe stata quella rivincita, che da anni desideravamo prenderci nei suoi
confronti, ma come temevamo, non si rivelò così semplice.
L’ombra allungata
del mio compagno, creata dalle numerose fiaccole all’interno della stanza, si
staccò da terra e, dividendosi in quattro e dirigendosi verso il nemico, cercò
di intrappolarlo.
Kabuto però non si fece
trovare impreparato e saltando in aria, fece sì che fosse Sasuke
quello intrappolato nella morsa del Nara, che
provvide immediatamente a sciogliere la tecnica.
L’Uchiha non si risparmiò dall’insultare il compagno per
l’errore commesso.
Kabuto sogghignò vedendo
la scena…si stava proprio divertendo a scontrarsi con
noi, ma non si accorse di un rapido movimento dietro di sé, mentre era ancora
in aria.
Componendo una
serie di sigilli, scomparvi dalla mia postazione, per ricomparire alle spalle
del nemico. Lo colpii con un calcio ben assestato alla schiena, facendolo volare
verso il basso, per poi riutilizzare la stessa tecnica di teletrasporto di poco
prima per colpirlo con un rasegan nello stomaco,
senza dargli la possibilità di contrattaccare.
“Finalmente sei
riuscito a usarla come si deve quella tecnica, dobe!”
mi disse Sasuke compiaciuto del risultato, dopo che mi
aveva visto lavorare a lungo per riuscire a padroneggiare la tecnica di mio
padre: la dislocazione istantanea.
La trovavo alquanto
complicata, in quanto necessitava di un ottimo controllo del chakra, una materia in cui non ero mai stato bravo. Era
Sakura quella abile e scommetto che provandoci, non avrebbe avuto tutte quelle
difficoltà che avevo incontrato io per impararla.
Sapevo usare la
dislocazione istantanea già da un po’, ma la mia incertezza nel padroneggiarla
come si deve, mi aveva sempre fatto stare attento dall’usarla in missione. Invece nello scontro con Kabuto
dovevamo tentare tutto o per tutto. Per noi c’era o la vittoria o la sconfitta
e decisi di tentare nella speranza di riuscire nel mio intento.
“Wow, sembravi un fulmine…Naruto-sensei, insegni anche a me quella tecnica?”
chiese Eichi entusiasta, distraendosi dal suo
compito... per quanto vedessi che i risultati ottenuti fino a quel momento per
distruggere quella schifosa barriera che proteggeva erano pessimi. Quel Gedo Mazo era davvero
indistruttibile.
“Vedremo…adesso concentriamoci sul bersaglio. Purtroppo
questo non è sufficiente per sconfiggere quella serpe!” dissi, più a me che
agli altri.
Kabuto si rialzò presto
dalle macerie della parete contro cui era andato a sbattere e, seccato,
constatai che non aveva riportato molti danni. Gli usciva solamente del sangue
da un taglio sulla testa, che prontamente si curò con le sue arti mediche.
“Quindi la tua
pessima mira nel lanciarmi i kunai era solo una
tattica per non farmi sospettare a un tuo successivo attacco, utilizzando la
tecnica del fulmine giallo!” disse Kabuto alquanto scocciato,
per poi liberare qualche serpente ordinando loro di mangiare le armi in modo
tale che io non potessi più usufruire della dislocazione istantanea.
Poco male, non
credevo di riuscire a ingannare nuovamente Kabuto con
la stessa tattica, ma almeno una volta la soddisfazione di colpirlo, l’avevo
avuta.
Pov Eichi
Avevo sfoderato i
miei colpi migliori, tra cui il raikiri, insegnatami
da mio padre. Era la mia tecnica preferita e puntavo molto su di essa, ma
purtroppo la barriera che proteggeva il Gedo Mazo aveva annullato anche quella.
Non sapevo più che
pesci pigliare e come me anche Sora e Sakura.
Fra di noi, Sakura
era quella più potente, anche se non l’avevo vista molte volte in azione, ma
sapevo che i suoi pugni erano micidiali. Se valevano almeno la metà di quelli
di Tsunade…mi vengono i brividi solo a pensarci. Sta
di fatto che neanche lei potè molto. Eravamo tutti
con l’affanno dopo gli innumerevoli tentativi. Ci guardammo, nella speranza che
qualcuno di noi avesse qualche idea.
“Credo che sia
impossibile da abbattere! Cosa può il nostro chakra,
contro quello di nove demoni codati?” disse Sora
sconsolato. Sakura aveva lo sguardo fisso sulla statua. Era concentrata, come se
stesse elaborando qualche strategia, ma la mia speranza di udire qualche piano
infallibile venne distrutta, perché anch’ella, abbassando la guardia, disse “Sora
ha ragione!”
“No, non anche tu!”
dissi sconsolato. Se ci arrendevamo era finita.
“Eichi, Naruto non ti ha mai detto
che riconoscere le proprie debolezze non è un segno negativo?” mi chiese.
“Si, qualcosa del genere…!” dissi, ma in realtà non ascoltavo molto Naruto-sensei quando mi faceva certe prediche. Io non
volevo dimostrami debole.
“è inutile tentare
e ritentare. Non siamo in grado di scalfirlo. Dobbiamo trovare un altro modo
per annientarlo!” disse Sakura.
“Quindi dovremo
aspettare che il juubi rinasca?” chiese Sora,
facendomi sussultare.
“Stai scherzando
vero? è da ore che dite che il juubi è talmente tanto
potente che nessuno può tenergli testa. Se nemmeno Kurama
può essere sconfitto da un essere umano in maniera definitiva, senza ricorrere
a sigilli o roba del genere, come possiamo contro una creatura così…così…” cominciai col dire cercando di far ragionare
Sakura, ma ella mi fermò dicendomi “Un grande potere, spesso corrisponde a un
grande punto debole. Tutti abbiamo un tallone d’achille
e questo vale anche per il juubi. Punteremo su quello
una volta tornato in vita!” disse sicura di sé.
“Punto debole…punto debole…” cominciai a
bisbigliare, mentre i miei occhi si spostavano sull’incontro.
Ebbi un’idea.
“Sora, attiva il byakugan e osserva attentamente Kabuto
e dimmi cosa vedì? Se non possiamo fare niente contro
il Gedo Mazo, cerchiamo di
renderci utili contro Kabuto!” gli dissi,
sorprendendo sia il mio compagno che Sakura.
Sora fece quello
che gli dissi e dopo qualche minuto, disattivando la sua arte oculare disse “Ho
notato qualcosa di strano…Ha una percentuale di chakra maggiormente intensificata alla base della spina
dorsale!”.
Cominciai a
riflettere sul significato di quella quantità di chakra
in quella determinata zona.
“Ho capito! Siete dei
geni!” ci disse Sakura.
Sia io che il mio
compagno ci scambiammo degli sguardi confusi, non capendo il motivo delle sue
parole.
“Guardate Kabuto e il suo modo di muoversi, non vi sembra…” comiciò la donna “…umanamente impossibile?” disse Sora terminando la frase.
Ormai il mio compagno con l’anatomia umana se la cavava abbastanza bene. Di
certo più del sottoscritto.
“Ma è normale, è
una specie di serpente!” le ricordai, ma esse ricordò a me che Kabuto era pur sempre un essere umano.
Pov Sasuke
La lotta stava andando
avanti troppo per le lunghe e tutti noi cominciavamo a sentire gli effetti della battaglia. Nessuno era ferito
in modo grave, grazie all’intervento dell’altro in momenti critici, ma la
fatica cominciava a toglierci il fiato.
“Naruto, qui dobbiamo concludere e alla svelta!” dissi al
mio compagno che, dopo aver sferrato un attacco schivato da Kabuto
piegandosi all’indietro, mi affiancò.
“Sono aperto a
qualsiasi idea!” mi rispose.
“Distraetelo ancora
per un po’, devo riflettere!” disse Shikamu
inginocchiandosi e assumendo la sua solita posizione di meditazione.
Fortunatamente non
ci volle molto prima che ci esponesse la sua idea “Naruto,
Sasuke unite i vostri chakra
elementari! Sasuke tu utilizza la palla di fuoco
suprema, tu Naruto utilizza il chakra
del vento e uniteli!”
Naruto guardò il nostro
compagno “è troppo pericoloso. Il vento alimenta le fiamme in modo esorbitante.
Se uniamo le nostre forze in una stanza chiusa, voi non avrete scampo, il fuoco
avvolgerà tutto!” disse giustamente, ma Shikamaru
aveva pensato anche a quello.
“Ci penserò io a
proteggere i ragazzi e Sakura, voi fate quello che vi ho detto! Kabuto non avrà scampo” ci disse.
“Si, se si nasconde
sotto terra!” dissi arrivando a distruggere l’unica speranza che si era
insinuata nei loro cuori.
“Io dico di
tentare, male che vada, siamo comunque tutti spacciati!” disse Shikamaru alzando le spalle seccato.
“D’accordo allora,
prepariamoci!” disse Naruto cominciando a
concentrarsi, seguito dal sottoscritto.
“Avete finito di
parlare? Comincio ad annoiarmi!” disse Kabuto, ignaro
di quanto stavamo per fare. Era sicuro che ne sarebbe uscito incolume da quello
scontro e la sua presunzione poteva essere una carta vincente per noi.
Immisi aria nei
polmoni e successivamente “Katon –Goukakyuu
no jutsu”. Una palla di fuoco enorme si sprigionò
dalla mia bocca.
Vidi Naruto allungare la mano verso l’elemento e immettere al
suo interno il chakra del vento. Come le previsioni
di Naruto avevano predetto, il fuoco si espanse a
dismisura ad alta velocità, ma qualcosa che non era nei piani ci sorprese.
Vedemmo Kabuto pronto a nascondersi sotto terra come temevamo, ma
improvvisamente la comparsa di Eichi e Sora, lo fermò
dal suo intento. I ragazzi lo colpirono alla schiena alla base della spina
dorsale, riuscendolo così a stordirlo. Kabuto era
spacciato, ma allo stesso tempo lo erano gli allievi di Naruto.
“Eichi, Sora!” gridò il mio compagno fermando il suo chakra, nella speranza di fermare la tecnica, ma la potenza
ormai immessa della palla di fuoco suprema, l’aveva resa inarrestabile.