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Autore: Neko    09/08/2012    4 recensioni
Sequel di "Da allievo a maestro" Sono passati anni da quando Kabuto ha combattuto nel suo covo contro i ninja della foglia e compiendo un gesto infimo ha rapito la figlia di Naruto appena venuta al mondo, ma esso non si arrende e continua la sua disperata ricerca con l'aiuto dei suoi amici.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo 24: Unione di forze

 

Pov Naruto

Avevo lasciato tutto al caso o per meglio dire a una sensazione.

Non sapevo se agendo in quel modo avrei compiuto una pazzia o meno, ma il mio intuito mi diceva che era la cosa giusta.

Avevo avuto la sensazione che Kurama fosse accanto a me e che in un modo o nell’altro mi indicasse le azioni da compiere.

Non avevo la minima idea di aver un potere del genere, un potere in grado di rigenerare parti del mio corpo.

Kurama mi aveva parlato della sua capacità, come anche dei altri bijuu, di ricreare le sue code nel caso fossero state tagliate, ma lui era il demone dalle nove code, il solo ed unico, mentre io ero solo un umano con in corpo il potere di un demone. Ringraziai mentalmente Kurama e decisi di perdonarlo del tutto, nonostante il casino che aveva combinato al mio chakra ancora prima che nascessi. Come tutte le cose, anche possedere il potere di un demone, aveva rivelato sia lati negativi che positivi e il fatto che non rischiassi di perdere un arto, lo consideravo estremamente positivo, anche se sperai vivamente che una situazione del genere non mi si presentasse mai più.

Mi sentivo decisamente meglio e carico, pronto a ricominciare la mia battaglia contro Kabuto e il Gedo Mazo.

I miei compagni ci misero un po’ a riprendersi, troppo sorpresi da quanto era successo.

“Se quello di farti ricrescere il braccio era il tuo asso nella manica, mi sa che non sarà sufficiente!” cominciò col dire Kabuto. “Vi concedo per l’ultima volta la possibilità di andarvene!”

“E per l’ennesima volta noi rifiutiamo il tuo cortese invito! Ti fermeremo costi quel che costi!” dissi, lanciando poi uno sguardo di intesa a Naruto e Shikamaru, i quali annuirono.

Il sorriso di Kabuto cambiò in una smorfia infastidita e si preparò nuovamente a combattere.

Sta volta nessuno si sarebbe risparmiato e ognuno di noi avrebbe dimostrato la sua forza di volontà, ma soprattutto il desiderio di voler proteggere il mondo in cui vivevamo.

Sasuke corse incontro a Kabuto, mentre quest’ultimo correva contro il mio compagno ben armato. Entrambi si muovevano con estrema agilità e velocità, tanto che per un occhio non allenato, pareva di vedere solo delle scintille che si creavano con lo scontrare delle armi di entrambe le parti.

Mentre il nostro avversario era occupato a tenere testa all’Uchiha, Shikamaru gli corse dietro le spalle per attuare la sua tecnica della cucitura dell’ombra, in modo tale da riuscire a legare Kabuto. Se fossimo riusciti a renderlo inoffensivo, per noi sarebbe stata quella rivincita, che da anni desideravamo prenderci nei suoi confronti, ma come temevamo, non si rivelò così semplice.

L’ombra allungata del mio compagno, creata dalle numerose fiaccole all’interno della stanza, si staccò da terra e, dividendosi in quattro e dirigendosi verso il nemico, cercò di intrappolarlo.

Kabuto però non si fece trovare impreparato e saltando in aria, fece sì che fosse Sasuke quello intrappolato nella morsa del Nara, che provvide immediatamente a sciogliere la tecnica.

L’Uchiha non si risparmiò dall’insultare il compagno per l’errore commesso.

Kabuto sogghignò vedendo la scena…si stava proprio divertendo a scontrarsi con noi, ma non si accorse di un rapido movimento dietro di sé, mentre era ancora in aria.

Componendo una serie di sigilli, scomparvi dalla mia postazione, per ricomparire alle spalle del nemico. Lo colpii con un calcio ben assestato alla schiena, facendolo volare verso il basso, per poi riutilizzare la stessa tecnica di teletrasporto di poco prima per colpirlo con un rasegan nello stomaco, senza dargli la possibilità di contrattaccare.

“Finalmente sei riuscito a usarla come si deve quella tecnica, dobe!” mi disse Sasuke compiaciuto del risultato, dopo che mi aveva visto lavorare a lungo per riuscire a padroneggiare la tecnica di mio padre: la dislocazione istantanea.

La trovavo alquanto complicata, in quanto necessitava di un ottimo controllo del chakra, una materia in cui non ero mai stato bravo. Era Sakura quella abile e scommetto che provandoci, non avrebbe avuto tutte quelle difficoltà che avevo incontrato io per impararla.

Sapevo usare la dislocazione istantanea già da un po’, ma la mia incertezza nel padroneggiarla come si deve, mi aveva sempre fatto stare attento dall’usarla in missione.  Invece nello scontro con Kabuto dovevamo tentare tutto o per tutto. Per noi c’era o la vittoria o la sconfitta e decisi di tentare nella speranza di riuscire nel mio intento.

“Wow, sembravi un fulmine…Naruto-sensei, insegni anche a me quella tecnica?” chiese Eichi entusiasta, distraendosi dal suo compito... per quanto vedessi che i risultati ottenuti fino a quel momento per distruggere quella schifosa barriera che proteggeva erano pessimi. Quel Gedo Mazo era davvero indistruttibile.

Vedremo…adesso concentriamoci sul bersaglio. Purtroppo questo non è sufficiente per sconfiggere quella serpe!” dissi, più a me che agli altri.

Kabuto si rialzò presto dalle macerie della parete contro cui era andato a sbattere e, seccato, constatai che non aveva riportato molti danni. Gli usciva solamente del sangue da un taglio sulla testa, che prontamente si curò con le sue arti mediche.

“Quindi la tua pessima mira nel lanciarmi i kunai era solo una tattica per non farmi sospettare a un tuo successivo attacco, utilizzando la tecnica del fulmine giallo!” disse Kabuto alquanto scocciato, per poi liberare qualche serpente ordinando loro di mangiare le armi in modo tale che io non potessi più usufruire della dislocazione istantanea.

Poco male, non credevo di riuscire a ingannare nuovamente Kabuto con la stessa tattica, ma almeno una volta la soddisfazione di colpirlo, l’avevo avuta.

 

Pov Eichi

Avevo sfoderato i miei colpi migliori, tra cui il raikiri, insegnatami da mio padre. Era la mia tecnica preferita e puntavo molto su di essa, ma purtroppo la barriera che proteggeva il Gedo Mazo aveva annullato anche quella.

Non sapevo più che pesci pigliare e come me anche Sora e Sakura.

Fra di noi, Sakura era quella più potente, anche se non l’avevo vista molte volte in azione, ma sapevo che i suoi pugni erano micidiali. Se valevano almeno la metà di quelli di Tsunade…mi vengono i brividi solo a pensarci. Sta di fatto che neanche lei potè molto. Eravamo tutti con l’affanno dopo gli innumerevoli tentativi. Ci guardammo, nella speranza che qualcuno di noi avesse qualche idea.

“Credo che sia impossibile da abbattere! Cosa può il nostro chakra, contro quello di nove demoni codati?” disse Sora sconsolato. Sakura aveva lo sguardo fisso sulla statua. Era concentrata, come se stesse elaborando qualche strategia, ma la mia speranza di udire qualche piano infallibile venne distrutta, perché anch’ella, abbassando la guardia, disse “Sora ha ragione!”

“No, non anche tu!” dissi sconsolato. Se ci arrendevamo era finita.

Eichi, Naruto non ti ha mai detto che riconoscere le proprie debolezze non è un segno negativo?” mi chiese.

“Si, qualcosa del genere…!” dissi, ma in realtà non ascoltavo molto Naruto-sensei quando mi faceva certe prediche. Io non volevo dimostrami debole.

“è inutile tentare e ritentare. Non siamo in grado di scalfirlo. Dobbiamo trovare un altro modo per annientarlo!” disse Sakura.

“Quindi dovremo aspettare che il juubi rinasca?” chiese Sora, facendomi sussultare.

“Stai scherzando vero? è da ore che dite che il juubi è talmente tanto potente che nessuno può tenergli testa. Se nemmeno Kurama può essere sconfitto da un essere umano in maniera definitiva, senza ricorrere a sigilli o roba del genere, come possiamo contro una creatura così…così…” cominciai col dire cercando di far ragionare Sakura, ma ella mi fermò dicendomi “Un grande potere, spesso corrisponde a un grande punto debole. Tutti abbiamo un tallone d’achille e questo vale anche per il juubi. Punteremo su quello una volta tornato in vita!” disse sicura di sé.

“Punto debole…punto debole…” cominciai a bisbigliare, mentre i miei occhi si spostavano sull’incontro.

Ebbi un’idea.

“Sora, attiva il byakugan e osserva attentamente Kabuto e dimmi cosa vedì? Se non possiamo fare niente contro il Gedo Mazo, cerchiamo di renderci utili contro Kabuto!” gli dissi, sorprendendo sia il mio compagno che Sakura.

Sora fece quello che gli dissi e dopo qualche minuto, disattivando la sua arte oculare disse “Ho notato qualcosa di strano…Ha una percentuale di chakra maggiormente intensificata alla base della spina dorsale!”.

Cominciai a riflettere sul significato di quella quantità di chakra in quella determinata zona.

“Ho capito! Siete dei geni!” ci disse Sakura.

Sia io che il mio compagno ci scambiammo degli sguardi confusi, non capendo il motivo delle sue parole.

“Guardate Kabuto e il suo modo di muoversi, non vi sembra…comiciò la donna “…umanamente impossibile?” disse Sora terminando la frase. Ormai il mio compagno con l’anatomia umana se la cavava abbastanza bene. Di certo più del sottoscritto.

“Ma è normale, è una specie di serpente!” le ricordai, ma esse ricordò a me che Kabuto era pur sempre un essere umano.

 

Pov Sasuke

La lotta stava andando avanti troppo per le lunghe e tutti noi cominciavamo a sentire  gli effetti della battaglia. Nessuno era ferito in modo grave, grazie all’intervento dell’altro in momenti critici, ma la fatica cominciava a toglierci il fiato.

Naruto, qui dobbiamo concludere e alla svelta!” dissi al mio compagno che, dopo aver sferrato un attacco schivato da Kabuto piegandosi all’indietro, mi affiancò.

“Sono aperto a qualsiasi idea!” mi rispose.

“Distraetelo ancora per un po’, devo riflettere!” disse Shikamu inginocchiandosi e assumendo la sua solita posizione di meditazione.

Fortunatamente non ci volle molto prima che ci esponesse la sua idea “Naruto, Sasuke unite i vostri chakra elementari! Sasuke tu utilizza la palla di fuoco suprema, tu Naruto utilizza il chakra del vento e uniteli!”

Naruto guardò il nostro compagno “è troppo pericoloso. Il vento alimenta le fiamme in modo esorbitante. Se uniamo le nostre forze in una stanza chiusa, voi non avrete scampo, il fuoco avvolgerà tutto!” disse giustamente, ma Shikamaru aveva pensato anche a quello.

“Ci penserò io a proteggere i ragazzi e Sakura, voi fate quello che vi ho detto! Kabuto non avrà scampo” ci disse.

“Si, se si nasconde sotto terra!” dissi arrivando a distruggere l’unica speranza che si era insinuata nei loro cuori.

“Io dico di tentare, male che vada, siamo comunque tutti spacciati!” disse Shikamaru alzando le spalle seccato.

“D’accordo allora, prepariamoci!” disse Naruto cominciando a concentrarsi, seguito dal sottoscritto.

“Avete finito di parlare? Comincio ad annoiarmi!” disse Kabuto, ignaro di quanto stavamo per fare. Era sicuro che ne sarebbe uscito incolume da quello scontro e la sua presunzione poteva essere una carta vincente per noi.

Immisi aria nei polmoni e successivamente “Katon –Goukakyuu no jutsu”. Una palla di fuoco enorme si sprigionò dalla  mia bocca.

Vidi Naruto allungare la mano verso l’elemento e immettere al suo interno il chakra del vento. Come le previsioni di Naruto avevano predetto, il fuoco si espanse a dismisura ad alta velocità, ma qualcosa che non era nei piani ci sorprese.

Vedemmo Kabuto pronto a nascondersi sotto terra come temevamo, ma improvvisamente la comparsa di Eichi e Sora, lo fermò dal suo intento. I ragazzi lo colpirono alla schiena alla base della spina dorsale, riuscendolo così a stordirlo. Kabuto era spacciato, ma allo stesso tempo lo erano gli allievi di Naruto.

Eichi, Sora!” gridò il mio compagno fermando il suo chakra, nella speranza di fermare la tecnica, ma la potenza ormai immessa della palla di fuoco suprema, l’aveva resa inarrestabile.

 

  
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