Capitolo V
E' già lunedì, e io sono già a scuola, impaziente di vederla, diventerà un'ossessione se continuo così.
Suona la campanella e di lei nemmeno l'ombra, così me ne vado in classe dove chiacchiero un po' con Andrew e gli altri. E sì, mi sono fatto amicizie, ma solo con i maschi, le femmine della mia classe mi pare non abbiano un cervello. Due ore di storia dell'arte, e una di matematica, stanotte sognerò monumenti numerati.
E' la ricreazione e, come un po' a questa parte, esco, ma oggi con un fine particolare, trovarla. Cammino per i corridoi senza meta, di lei nessuna traccia, così alla fine me ne torno in classe.
La quarta ora, scienze, pff, che barba.
A metà sentiamo bussare, la prof si ferma chiedendo chi sia e quando si apre la porta ecco i due occhi verdi che mi imprigionano la mente di notte.
Con voce squillante parla alla classe:
'Mi scusi per il disturbo, ma stiamo organizzando uno spettacolo di beneficenza per un orfanotrofio, chiunque sappia fare qualcosa, è pregato di firmare il foglio che lascerò'
Detto questo posa un foglio sulla cattedra:
'Che classe fai, cara?' Questo le chiede la nostra prof, e non poteva fare meglio.
'La prima E'
'Bene, nella prossima ora verrai con me al laboratorio artistico, ti dirò cosa fare'
Lei annuisce senza dire nient'altro. Io mi sono perso nel suo sguardo, è Andrew che mi risveglia.
'Carina la ragazza' Cosa?
'Prova a toccarla e giuro che ti ammazzo!' O mamma, ho urlato, e adesso tutti gli sguardi, anche il suo, sono rivolti a me.
'Dylan, che sta succedendo?'
'Niente prof, mi scusi'
Lancio un'occhiata omicida a Andrew che sogghigna.
JoJo ha abbassato lo sguardo, sembra dispiaciuto, poi fa un sorriso prima di uscire. Era il più falso che potesse fare.
'Prof posso andare in bagno?' La scusa più ovvia che potessi dire.
'E' così urgente?'
'Questione di vita o di morte' Bhè, questa non è una scusa, è vero.
La prof accetta e io mi fiondo sulla porta, dopo averla chiusa la vedo, appoggiata al muro, con gli occhi spenti, sembrano morti, che fissano il vuoto. Da lontano noto una lacrima che le riga il viso. Mi avvicino bloccandola fra me e il muro e l'asciugo, poi le prendo il viso tra le mani. La guardo intensamente senza dire niente. Lei mi prende le mani allontanandole da sé. Io non capisco. Mi fa di no con la testa, poi si scosta dal muro e se ne va con la testa bassa.
E adesso cosa ho fatto?
Note dell'autrice!
Ecco anche il quinto, tutto in una giornata! Spero vi piaccia anche questo, e che non mi lancerete qualcosa, di pesante, sulla testa.
Ringrazio chiunque legga la mia storia!
Bacioni MoonSilver!