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Autore: Em Potter    14/08/2012    7 recensioni
Questa è la storia di una ragazza che subisce un profondo cambiamento, che da ragazzina timida e profondamente infantile diventa una donna forte e coraggiosa.
Lei è Ginny Weasley, e questa è la sua storia.
Dalla storia:
«Ho detto la pura verità a tutti gli studenti della mia scuola.» disse Silente serio. «E la verità è che tu sei un'innocente capitata a favore di Lord Voldemort al momento giusto e proprio come voleva e sperava lui.»
«Sono una debole e T-Tom R-R-Riddle ha sfruttato la mia debolezza...»
«Lord Voldemort ha sfruttato il tuo coraggio. E solamente un atto di coraggio del genere poteva garantirgli la rinascita, solamente il tuo coraggio, Ginny Weasley. Fidati, Voldemort è abilmente furbo nel scovare le sue vittime e non avrebbe continuato con te se non fosse assolutamente certo di che persona sei. Ha cercato di scoprire tutto di te, proprio per questo.»
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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ARRIVEDERCI HOGWARTS.


L'euforia dei Grifondoro per aver finalmente la Coppa del Quidditch in loro possesso durò più di una settimana e la cosa splendida era che anche il tempo sembrava festeggiare insieme a loro. Le giornate di giugno diventavano sempre più calde e Ginny e gli amici passavano gran parte del loro tempo a passeggiare nei prati del castello, a gettarsi tra i prati fioriti, schizzarsi con l'acqua o dar da mangiare alla Piovra Gigante del Lago Nero. 
Ma, in ogni caso, man mano che il tempo passava non poterono far più niente di tutto quello: si avvicinavano gli esami. E per i ragazzi del secondo anno e del primo apparivano ancora più terribili perchè erano i loro primi esami. Ginny si decise a studiare davvero solo quando vide Fred e George in biblioteca chini su volumi di libri per prepararsi per il G.U.F.O. e quando Percy, irritabile come non mai, che si preparava per il M.A.G.O., il diploma più alto che si potesse prendere ad Hogwarts, punì un paio di vivaci Grifondoro del quinto anno.
Gli esami divennero sempre più vicini e, per il nervosismo di Ginny, quel lunedì mattina toccava a Trasfigurazione. 
Demelza sembrava avesse ingoiato un rospo, aveva gli occhi che trabboccavano di lacrime d'ansia e mancava pochissimo che ammazzasse qualcuno dal nervosismo: ripeteva una dietro l'altra gli incantesimi per la trasfigurazione di un animale in un bicchiere e ogni formula che la McGranitt aveva dato loro, disegnando in aria numeri invisibili e formulette complicate; Colin, come Demelza, esibì il suo nervosismo parlando a raffica, molto più di quanto non lo facesse già in occasioni normali e disturbava la quiete mentale di ogni studente sparando sciocchezze una dietro l'altra; Ginny, Vicky, che quasi si strappava tutte le unghie dalla carne, e Ritchie parlavano solo se era assolutamente necessario; Christopher e William sembravano, seppur leggermente tesi, abbastanza sicuri.
Dopo che ebbero fatto il loro primo esame, scoprirono sul serio che quello che doveva essere l'esame più difficile era risultato una sciocchezza, anche perchè la McGranitt non era stata severa come al solito e aveva cercato di alleggerire la tensione, non mostrando il suo cipiglio serio ai ragazzi che, in quale modo, erano riusciti a trasfigurare fiammiferi, bottoni e piccoli canarini. Demelza aveva anche fatto punteggio pieno. Quel pomeriggio fu anche il turno di Incantesimi e il piccolo professor Vitius ce la mise tutta per rallegrare quell'esame, e i ragazzi gli furono davvero grati. Inoltre, per gli esami scritti avevano avuto delle penne speciali anti-copiatura, stregate con quell'incantesimo che non li permettesse di copiare. 
"Insomma!" aveva esclamato Ritchie, indignato. "Non si fidano di noi!" 
Ma gli esami con Piton furono i peggiori in assoluto: il pipistrello troppo cresciuto si era messo ad alitare ai ragazzi sul collo mentre loro, con nervosismo e girandosi di tanto in tanto per controllare che Piton fosse sparito dalle loro spalle, cercavano di ricordare gli ingredienti per la Pozione per Dimenticare. A Ginny metteva più nervosismo avere Piton alle spalle che fare un'esame difficile come quello di Pozioni, e quello era tutto dire. Il martedì mattina toccò a Storia della Magia, il mercoledì ad Erbologia e il giovedì mattina a Difesa contro le Arti Oscure con il professor Lupin. 
Ginny sapeva che l'esame di Difesa contro le Arti Oscure sarebbe stato fantastico insieme al suo professore preferito, anche perchè guardando il prato si prospettava davvero un bell'esame. Lupin aveva preparato uno strano percorso ad ostacoli proprio lì nel prato della scuola, ponendo tra uno ostacolo e l'altro una creatura magica studiata quell'anno come dei piccoli e dispettosi Folletti della Cornovaglia, portati l'anno precedente dal professor Allock ma mai affrontati, farsi strada tra dei tronchi trabbocanti che pillulavano di creaturine appiccicose, cercare di superare un manichino di prova che impediva loro di passare all'ostacolo successivo e affrontare un Molliccio. 
"Semplicissimo, no?" fece Lupin, con un gran sorriso. 
Ginny guardò i suoi compagni affrontare le prove, pensando di non aver mai visto un esame più divertente di quello: Alice, Rose e Vicky caddero sui tronchi trabboccanti e strillarono come impazzite quando le creaturine viscide si attaccarono alle loro braccia, avvolgendole in modo disgustosamente appiccicoso; Colin ci mise tantissimo tempo a cercare di levarsi di torno i Folletti, che sembravano averlo preso particolarmente di mira; Ritchie, William e Christopher fecero tutto per bene, ma furono abbastanza lenti nel cercare di superare il manichino di prova; Demelza sembrava non avesse superato il Molliccio. 
"Oh, cielo!" strillò, correndo verso il professor Lupin, scossa dal pianto. "Professore!" 
"Demelza, cos'è successo?" gridò Lupin, spaventato. 
"Ci sono i p-professori... la M-McGranitt... mi d-dicono che sarò bocciata in t-tutto..." 
Alice e Rose ridacchiarono ma gli altri non lo fecero, anche se tutti furono davvero tentati e Ginny non era da meno. Christopher e Ritchie si offrirono per portare Demelza a prendere un calmante in Infermeria e il professor Lupin chiamò Ginny che, come al solito, era rimasta l'ultima a non aver ancora superato il suo esame. Ora, gli occhi dei compagni erano tutti fissi su di lei. 
"Forza, Ginevra!" esclamò Lupin. 
"Non chiamatemi Ginevra..." borbottò la ragazzina tra sè e sè, stizzita, e avanzò verso il percorso. 
Non mosse neanche un passo che i Folletti della Cornovaglia le furono immediatamente addosso, iniziando a tirarle i capelli e a farle il solletico dappertutto. Ginny si fece prendere leggermente dal panico ma poi ricordò una cosa che Hermione le aveva detto a proposito di quei bizzarri esserini blu elettrici, e cioè che bastava un semplice incantesimo di congelamento per metterli completamente fuori gioco. 
"Immobilus!" gridò Ginny, puntando la bacchetta verso i Folletti e quelli s'immobilizzarono subito, a mezz'aria. 
Compiaciuta, si diresse verso i tronchi e non appena entrò nel loro territorio iniziarono a trabballare. 
Ora o mai più, pensò la ragazzina e spiccò una corsa veloce, gridando "Finite Incantatem!" a destra e a manca, prima che dai tronchi emergessero le creaturine che avevano fatto strillare dalla paura le ragazze, eccetto Demelza, che fu davvero agilissima. A Ginny le ricordò molto un Cacciatore che si muoveva tra i Bolidi per segnare, e si disse che forse, un giorno, l'avrebbe costretta a presentarsi ai provini per la squadra di Quidditch. Quando fu la volta del manichino, partì d'impulso e lo disarmò con un incantesimo Expelliarmus, che il professor Allock aveva insegnato loro l'anno precedente al Club dei Duellanti, poi si preparò per affrontare il Molliccio. 
Mentre il Molliccio si trasformava gettò uno sguardo a Lupin: era preoccupato. Poi notò che Demelza, Christopher e Ritchie erano tornati e che il resto dei suoi amici era lì, a cercare di trasmetterle tutta la forza possibile. Tom Riddle apparve all'improvviso da dentro all'armadio e avanzò verso di lei con passo suadente, lo stesso passo che aveva quando era uscito fuori dal diario, l'anno prima. Ginny cercò di non pensare a nulla e, cercando di non guardare negli occhi il ragazzo che aveva creduto suo amico, esclamò: "Riddikulus!" 
Alice e Rose sbuffarono quando l'affascinante Tom sparì in uno sbuffo di fumo. 
"Ottimo, Ginerva! Punteggio pieno!" ruggì il professor Lupin, con un sorriso incoraggiante. 
Nessuno aveva avuto punteggio pieno tranne lei: i suoi amici le vennero incontro e la strinsero in un forte abbraccio. Sì, Ginny non aveva dimenticato Tom Riddle ed era più sicura che non l'avrebbe mai fatto neanche se le avessero Obliviato il cervello, ma oramai quel ragazzo apparteneva ai suoi incubi, apparteneva al passato e, sebbene il suo ricordo le facesse più male di quanto ammettesse, era contenta di averlo conosciuto. 
L'aveva di sicuro resa più forte di quanto non lo era mai stata. 




Demelza si divertiva sempre a rivedere gli incantesimi e le formule dopo gli esami ma, come disse giustamente William, una volta bastava e avanzava, si dovevano solamente godere gli ultimi giorni di scuola in pace e serenità. Quella sera trascorse per il meglio, con i gemelli che fecero scoppiare i fuochi d'articio Filibuster mettendo sottosopra la Sala Comune. Il mattino successivo, ovvero il giorno della partenza per le vacanze estive, erano tutti felici per aver finalmente finito la scuola e molti di loro sembravano ancora avere la testa nei festeggiamenti, soprattutto i Serpeverde, che erano più eccitati che mai e continuavano a far finta di ululare come dei lupi in modo idiota ed infantile. E chissà perchè.
"... Piton l'ha detto ai Serpeverde, non vi sto mentendo!" protestò offeso un Tassorosso quando Ginny e gli amici passarono tra il loro tavolo e quello dei Grifondoro. Colin si voltò immediatamente verso gli amici, cominciando a mostrare la sua abilità nel non stare mai zitto.
"Avete sentito anche voi?" chiese, alzando la voce. "Avete sentito cos'ha detto, quello lì? Impossibile che l'abbia sentito solo io, insomma, eravate proprio dietro di me! Quel Tassorosso ha detto proprio che..."
"Ssssst" sibilò Vicky, tappandogli la bocca e prendendo posto sulla panca. 
"Abbiamo sentito, abbiamo sentito!" si spazientì William, prendendo anch'egli posto.
Gli altri, tra cui anche Ginny, guardavano ancora verso il Tassorosso cercando di capire cos'altro stesse dicendo il ragazzo agli amici, ed erano curiosi di sapere cosa aveva detto Piton di preciso ai Serpeverde per renderli così eccitati, più sciocchi del solito e... ululanti. Ginny spostò lo sguardo verso il tavolo degli insegnanti e vide un certo movimento: era di sicuro successo qualcosa. 
"Guardate Piton..." sussurrò la ragazzina.
Si accorse che l'unico insegnante ad essere eccitato era proprio Severus Piton, che fissava tutti (in particolar modo i Serpeverde) con una certa allegria selvaggia negli occhi e con uno strano ghigno sghembo: cosa alquanto strana. Di solito Piton ce l'aveva con tutti, e anche con gli insegnanti, sopratutto con quelli di Difesa contro le Arti Oscure perchè, come dicevano gli studenti più anziani, desiderava quel posto più di ogni altra persona al mondo e nessuno sapeva perchè Silente non lo assumeva, ma se cominciava a guardare in maniera eccitata tutti c'era qualcosa che non quadrava. Il posto vuoto al tavolo degli insegnanti apparteneva a Lupin. 
"Mmh, brutto come al solito" constatò Christopher, con una scrollata di spalle e ci diede dentro con la colazione. 
"Più brutto del solito" lo corresse Ritchie, fissando il professore. 
"Perchè il professor Lupin non c'è?" fece Demelza, allungando il collo. "Non credete che..." 
Non finì la sua frase perchè Silente si era alzato e si era diretto al leggio, dove di solito feceva i suoi discorsi. Ginny lo guardò schiarirsi la gola e dichiarare una felice estate, dato che le carrozze all'ingresso aspettavano solo loro. Una pausa e poi... cominciò a spiegare della riuscita fuga di Sirius Black, calmando le acque e dicendo loro che non correvano più alcun pericolo perchè Black era scappato molto lontano da lì. Raccontò del fatto che tre studenti si erano trovati faccia a faccia con Sirius Black ma che, grazie al professor Lupin e al professor Piton, erano sani e salvi in Infermeria. 
Ginny si guardò intorno: mancavano suo fratello, Harry ed Hermione. Impallidì visibilmente. 
"Cos'hai?" chiese William, fissandola preoccupato. 
"Fanto cielo, fei bianca come questo yogurt che fto mangiando..." biascicò Colin, la bocca piena. 
Ginny non rispose perchè Silente continuò col proprio discorso. "Quindi, non correrete più alcun pericolo e su questo potete starne certi: Sirius Black non ha alcun motivo per farvi più del male. Sappiate anche che l'anno successivo ci sarà un nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Vi auguro un buon proseguimento!" concluse allegramente e andò a sedersi al tavolo degli insegnanti. 
I Serpeverde ulularono come Lupi Mannari e Piton ghignò ancora di più. La McGranitt lo fissò furibonda. 
"Ginny!" Demelza schioccò le dita davanti ai suoi occhi. "Che ti prende?" 
"Arrivo subito..." dichiarò debolmente e schizzò via dalla Sala Grande, lasciando la sua colazione a metà. 
Si diresse a tutta velocità verso l'Infermeria di Hogwarts, con un sacco di domande che le frullavano nella mente e la voglia di sapere tutto con precisione e nei dettagli, perchè era stufa di sapere sempre le cose a metà, che le portavano una tremenda confusione nella testa. Doveva sapere se davvero i tre studenti che Black aveva aggredito erano suo fratello e i suoi amici, anche se sembrava palese. Era anche curiosa di sapere cosa avevano i Serpeverde da ululare e Piton da ghignare, e perchè il professor Lupin andava via. Forse, dato che tendeva ad ammalarsi tante volte (quell'anno era capitato spesso e Piton l'aveva fatto da sostituto), non poteva continuare a stare al castello altrimenti la sua presenza sarebbe stata discontinua? Probabile, si rispose la ragazzina. Quando raggiunse, veloce e ansimante, il corridoio dell'Infermeria, non si stupì di vedere Ron ed Hermione insieme, che camminavano verso di lei, chiacchierando e allontanandosi sempre più dall'Infermeria del castello. 
"Ginny, che cosa ci fai qui?" gridò Ron, prima che la sorella l'abbracciasse, volandogli letteralmente addosso. "Miseriaccia" aggiunse, imbarazzato, scoccando ad Hermione un'occhiatina fugace. 
"Siete voi ad essere stati feriti da Sirius Black, vero?" 
"Oh... stiamo bene, sul serio..." la rassicurò Ron, accarezzandole i capelli. 
"Cosa ha raccontato Silente, Ginny?" chiese Hermione quando la ragazzina si staccò dal fratello. 
Ginny prese fiato e cominciò a raccontare ciò che aveva detto Silente, mentre Ron ed Hermione ascoltavano incuriositi, annuendo ad ogni affermazioni e scoccandosi qualche occhiata strana di tanto in tanto. "Perchè il professor Lupin va via?" chiese Ginny, infine. 
"Ehm..." fece Ron. 
"Perchè il professor Lupin è..." 
"Cosa?" 
"Beh, Lupin è... oh, Ginny, il professor Lupin è un Lupo Mannaro!" dichiarò in fretta Hermione, e Ginny spalancò gli occhi e la bocca contemporaneamente, scioccata e incredula di ciò che aveva appena detto la ragazza. Come sarebbe a dire che il professor Lupin era un Lupo Mannaro? Era uno scherzo. "No, non è uno scherzo" aggiunse Hermione, come leggendola nel pensiero.
"M-ma com'è possibile?" 
"Non glielo dovevi dire!" sbottò Ron, incrociando le braccia al petto. 
"Oh, Ron, è grande abbastanza per affrontare la realtà!" replicò Hermione, infiammandosi subito.
A Ginny vennero per un attimo in mente i Serpeverde a colazione.
"Ed è per questo che oggi i Serpeverde ululavano e Piton ghignava..." disse Ginny, in un sussurro. 
Non le sembrava vero, era una notizia scioccante. Sì, era una notizia scioccante ma non aveva paura di essersi trovata faccia a faccia per tutto l'anno con un Lupo Mannaro, anzi, la cosa non la spaventava minimamente. La sorprendeva, tutto qua. Perchè le sembrava impossibile che Lupin fosse davvero un Lupo Mannaro: la cosa non le era mai passata minimamente per la mente. Era come dire che il professor Silente fosse un Ippogrifo, o che Hagrid fosse un piccolo folletto. 
"Piton ghignava? Quel figlio di..." cominciò Ron, furioso, ma Hermione lo interruppe. 
"L'avrà detto a tutti i Serpeverde, e ora tutta la scuola lo verrà a sapere in men che non si dica. Povero Lupin!"
"Era il migliore insegnante di Difesa che abbiamo mai avuto!" protestò Ginny, rimuginando sui malefici abissi nel quale Piton poteva sprofondare per avere il posto di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. "Lupin non può andarsene! Solo perchè Piton ha detto a tutti che è un Lupo Mannaro questo non vuol dire nulla!" 
"Temo di sì" rispose una voce alle spalle della ragazzina e lei si voltò di scatto. Era Lupin.
"Professore!" esclamarono Ginny ed Hermione. Lupin fece loro un largo sorriso: sembrava molto malato. 
Ginny si rese conto che appariva molto più vecchio del solito, e si chiese se Ron, Hermione ed Harry si fossero trovati davanti un Lupo Mannaro completamente sviluppato durante la loro piccola avventura faccia a faccia con Sirius Black in persona. La ragazzina guardò in basso e notò che ai suoi piedi c'era un baule: brutto, brutto segno. 
"L'hanno licenziata?" chiese Ginny, debolmente. 
"In realtà mi sono auto-licenziato" rispose Lupin, sempre sorridendo.
"Piton l'ha fatta proprio grossa!" sbuffò Ron, contrariato. Hermione era per la prima volta d'accordo con Ron.
"Non se ne andrà per questo?" insistette Ginny, che voleva in tutti i modi persuadere Lupin a rimanere. 
"Nessun genitore avrebbe mai voluto che un Lupo Mannaro fosse l'insegnante dei propri figli" disse Lupin, e stavolta il suo tono era malinconico. A Ginny le si aprì una voragine in petto che non aveva nulla a che fare con la colazione che aveva abbandonato per correre lì. Lupin parve accorgersi del suo turbamento, e aggiunse: "Un esame davvero brillante, il tuo. La professoressa McGranitt mi ha detto cos'era successo l'anno scorso e devo dire che quest'anno sei riuscita a superare quella tua più grande paura con coraggio" 
Grazie a lei, avrebbe voluto dire la ragazzina ma un nodo in gola non le permetteva neanche di respirare.
"Le vittime di Voldemort" continuò il professor Lupin guardando intensamente la ragazzina, e Ron trattenne il respiro, "sono sempre persone coraggiose, ricordalo. Ricordalo per sempre..." 
E detto questo si voltò verso gli altri due e, facendo un cenno col capo, si allontanò da loro dichiarando che un giorno, e ne era sicuro, si sarebbero sicuramente rivisti. Anche Ginny era sicura di quello, ma quando il professor Lupin varcò una porta che l'avrebbe condotto dalla sua carrozza di sotto, già non vedeva l'ora di rivederlo di nuovo e quella voragine nel suo petto non rimpicciolì più. 




"Cavolo... non ci posso credere! Mi piaceva Lupin!" gemette Demelza, seduta sul treno. L'Espresso di Hogwarts era già in aperta campagna e le mucche pascolavano allegramente tra i campi mentre i ragazzi chiacchieravano dei recenti avvenimenti, pronti per tornare a casa per le vacanze estive. 
"Piaceva a tutti tranne che a quei dementi dei Serpeverde!" ribattè William, scartando la sua Cioccorana con ferocia. Demelza prese a sistemare la sua borsa con i libri che aveva chiesto in prestito a Madama Prince dalla biblioteca, lisciandoli come se fossero dei cuccioli appena nati, sotto lo sguardo divertito degli amici. "Non ci posso credere che Piton si sia davvero lasciato sfuggire che Lupin fosse un Lupo Mannaro. Insomma, a chi importa?" 
"Ai genitori degli studenti" rispose Ritchie, ma anche lui era contrariato. 
Vicky sorseggiava il suo succo di frutta, lanciando occhiatacce ai Serpeverde nel loro vagone come se volesse incenerirli tutti. E probabilmente era proprio quello che voleva fare, come tutti gli altri studenti. 
"Avevamo un Lupo Mannaro come insegnante, non ci posso credere. Una figata pazzesca!" commentò Christopher, con i suoi soliti toni. "E quei dannati dei Serpeverde sono sempre lì che rovinano tutto... ce la pagheranno cara!" 
"Puoi dirlo forte!" replicò Colin e si avvicinò per dare il cinque a Christopher. 
"Chi sarà precisamente a pagarla cara?" 
Ginny si voltò, facendo ondeggiare i capelli rossi: a parlare era stata Astoria Greengass, a capo della banda Serpeverde costituita dal resto delle ragazze e dai ragazzi Harper, Jugson, Selwyn, unici maschi Serpeverde che si divertivano ad avercela con gli altri. Nello stesso tempo, Ginny, Colin e Christopher si alzarono per fronteggiarli, con aria di sfida. 
"Tu" scandì Ginny, cominciando ad infiammarsi e Demelza sussurrò piano qualcosa sul fatto che adesso si sarebbe messa sicuramente e indiscutibilmente nei guai, "e gli altri idioti della tua carissima Casa avete fatto licenziare il professor Lupin!" 
"L'abbiamo davvero fatto?" fece Harper, fingendosi preoccupato. 
"Sparite da qui! Questa volta non la scampate, avete fatto licenziare il professor Lupin!" squittì Colin, facendosi più grande e riuscendo ad essere all'altezza di Harper, che era davvero possente per la sua età. Christopher fece un gesto volgare con la mano, e Vicky, per la prima volta, approvò le maniere incivili del ragazzo, alzando i pollici in segno di approvazione. Demelza e Ritchie sembravano turbati di avere dei Serpeverde lì. William si godeva le sue Cioccorane tranquillamente. "Siete proprio dei fifoni, voi Serpeverde! Se solo Lupin fosse riuscito a trasformarsi in un Lupo quando aveva lezione insieme a voi..."
"Oh, taci, idiota Mezzosangue" sbottò Selwyn.
Colin arrossì. Demelza spalancò la bocca, inorridita, e, con uno sguardo di profondo disgusto e rabbia, cominciò ad urlare e protestare contro quei gran seccatori Serpeverde, ad altissima voce, dimenticata ogni regola e ogni dignità. Seguendo il suo esempio, anche Ginny e gli altri iniziarono a protestare contro di loro ma mai quanto Demelza, che sembrava quasi aver perso la ragione. L'insulto Mezzosangue la disgustava non poco.
"Oh, taci, secchia" intimò seccamente Astoria, quando la voce di Demelza raggiunse un tono totalmente acuto. 
"Lasciala perdere, Astoria" fece Grace Bennet, che era una ragazza dai lineamenti duri e dai capelli chiari perfettamente in ordine ogni volta, "ho sentito dire che gli unici amici che può permettersi sono loro e dei noiosissimi libri. Ma sentito parlare di vita sociale, Robins?" 
Gli occhi di Demelza, dapprima agguerriti, si riempirono di lacrime e i ragazzi ripartirono con gli insulti, con Vicky che capitanava il tutto con la sua vocina squillante, che stava diventando sempre più simile a quella di Demelza prima che Astoria la interrompesse. Ginny non ne poteva più: sapeva che gli insulti scivolavano addosso ai Serpeverde come pioggia sulle finestre. La ragazzina sfoderò la bacchetta, la puntò contro Grace e, con l'incantesimo che quell'anno le avevano insegnato i gemelli, attaccò: Grace si spostò con rapidità sorprendente e l'incantesimo colse Jugson, che si contorse e cominciò a ridere, aggrappandosi ai suoi compagni, che si scansarono da lui e scapparono via, imprecando. Harper, prima di andare via definitivamente, lo prese per la collottola e lo trasportò insieme a lui, disgustato. 
"Ma... GENIALE!" ruggì Christopher, battendole una festosa pacca sulla spalla.
"Devi insegnarmelo, quell'incantesimo!" esclamò immediatamente William, affascinato. "Hai visto come rideva, quell'idiota di Jugson? Scommetto che nessuno l'ha mai visto ridere così, sei stata fin troppo gentile con lui, a mio parere"
"E' stato l'unico incantesimo che mi è venuto in mente!" protestò Ginny sorridente, a mo' di difesa. "Quelli sono Serpi, ragazzi. Gli insulti non gli fanno nè caldo nè freddo, dovevo fare qualcosa di più" 
"Davvero un colpo fantastico, Testa Rossa!" esclamò Ritchie e annuì con vigore. 
Demelza e Vicky si alzarono dal sediolino e la strinsero a sè, mentre Colin cominciava a spettinarle i capelli rossi con malagrazia e gli altri festeggiavano allegramente, prendendo in giro Jugson e la sua risata tremendamente sciocca e divertente. Mentre si trovava tra le braccia delle amiche e il treno rallentava sempre di più, a Ginny venne in mente una cosa che le era passata totalmente per la mente, una cosa davvero importante e che avrebbe fatto eccitare ancora di più i suoi amici tifosi di Quidditch, anche se probabilmente erano già a conoscenza della grande notizia. 
"Ehi, quasi dimenticavo: quest'anno ci sarà la Coppa del Mondo di Quidditch! Verrete?" 
"Lo sapevo, ovviamente. Ci sarò, non vedo l'ora!" esclamò Demelza, illuminandosi immediatamente e lasciando andare l'amica. "I miei genitori lavorano al Ministero e avranno di sicuro prenotato già i biglietti per me e la mia sorellina. Anche se non sappiamo ancora se sia una strega o meno... crediamo una Maganò" 
"Cos'è una Maganò?" chiese d'un tratto Colin, curioso. 
"Già, cos'è?" fece eco Christopher, che sebbene fosse cresciuto con dei maghi ignorava molte cose del loro mondo.
"Una che è cresciuta in una famiglia di maghi ma che non possiede doti magiche" rispose Demelza, cupa. 
Seguì un silenzio carico di rammarico, poi Vicky parlò. "Comunque io ci sarò, alla Coppa. Mia madre non vorrebbe perdersela: lei è la direttrice della Gazzetta dello Sport, mi sembra il minimo che venga a vedere la Coppa del Mondo!"
"Wow. E io non mi perderei la Coppa di Quidditch per nulla al mondo!" esclamò Ritchie, alzandosi per preparare la sua roba. 
Ginny lo imitò scattando in piedi e, salendo sul sediolino, prese il suo baule e lo tirò giù mentre il treno rallentava definitivamente alla stazione del binario nove e tre quarti: dei ragazzini minuscoli inseguivano il treno per vedere dov'erano i loro cari che erano andati ad Hogwarts. Ginny, tra il caos fuori dal finestrino, non riuscì a distinguere le sagome dei suoi genitori ma era sicura che sarebbero stati al solito posto, accanto al muro del binario. 
"Io vorrei tanto venire ma mia madre è una Babbana... come diavolo faccio a non farle venire un infarto?" fece William, contrariato, mentre si preparava. 
I ragazzi si affrettarono con la loro roba, togliendosi la tunica di Hogwarts e godendosi libertà di movimento. Il treno si fermò del tutto e gli studenti si riversarono fuori, allegri e spensierati, raggiungendo i loro familiari. Ginny intravide i gemelli, che s'incamminavano in un'unica direzione, e prese a seguirli convinta che l'avrebbero condotta dai Weasley, con gli amici che le trotterellavano al fianco e chiacchieravano ancora della Coppa del Mondo di Quidditch, allungando il collo tra la folla per unirsi ai propri genitori, che li aspettavano lì in stazione in qualche remoto angolo. 
"Leo, tei tordo?" sbottò una minuscola ragazzina, correndo tra la folla. Ginny ridacchiò scioccamente. 
"Leotordo?" ripetè lei, confusa e divertita. 
"Era 'Leo, sei sordo?', per la cronaca. Aveva il raffreddore, Testa Rossa" ribattè William, che a stento riusciva a trattenere una grossa risata. Demelza e Christopher, invece, scoppiarono vivamente a ridere. "Oh, ecco mio padre! Sono contento che non si sia portato anche la mamma: non avrebbe smesso più di fare domande sui maghi e la magia. Ci sentiamo tramite lettera, scrivetemi!" e detto questo, Will schizzò via dalla folla per unirsi al padre, un uomo possente e bello, che gli somigliava moltissimo. 
"Ecco a chi somiglia William..." borbottò Vicky, maliziosa e con una risatina tintinnante, "ci vediamo alla partita!" 
"Ciao, ci vediamo!" gridarono Demelza e Ritchie all'unisono, allontanandosi insieme a Vicky per raggiungere i parenti. 
"Vi scriverò a tutti, promesso!" esclamò Colin e si avvicinò ai suoi genitori, che parevano profondamente confusi e guardavano la barriera del binario con spavento, come se non vedessero l'ora di uscire fuori da quel caos di maghi. 
"Spero di riuscire a venire alla Coppa, Testa Rossa" dichiarò Christopher, quando tra la folla rimasero da soli, mentre spintonavano i ragazzi per raggiungere i loro cari. "So che ci saranno tante belle ragazze e non so se me la sento di restare chiuso in casa" ridacchiò e fece ridacchiare la ragazzina. 
"Christopher, muoviti!" ruggì un uomo corpulento, dall'aria arcigna. 
"Arrivo, arrivo!" gridò di rimando Chris, allontanandosi. "Ti scriverò per farti sapere della Coppa, Ginny!" aggiunse. 
Quando Ginny finalmente raggiunse i suoi genitori, grazie a Fred e George, la madre l'abbracciò come se non la vedesse da anni e secoli. Tenendola per mano, si avviarono verso la barriera del binario, con il padre che non la smetteva di scompigliarle i capelli e di urlare contro Fred e George di stare attenti a dove mettessero i piedi, perchè avevano quasi rischiando di mandare a gambe all'aria una vecchia signora. 
"Ti chiamo per la Coppa del Mondo!" gridò Ron rivolto ad Harry, che si stava allontanando da lui per unirsi agli zii. Ginny divenne di una delicata sfumatura di rosso, pensando al fatto che quell'anno avrebbe passato del tempo con Harry Potter. Beh, cosa si aspettava? Era ovvio che Ron invitasse il suo migliore amico. La stessa cosa valeva per Hermione: lei ci sarebbe stata di sicuro. 
"Sapevo che l'avresti invitato" disse Ginny, rivolta al fratello, facendo un gran sorriso, che la tradì. Ron, infatti, ridacchiò sommossamente, mentre si avviavano fuori alla stazione. "E questo chi è?" aggiunse la ragazzina, cambiando discorso. 
Ron gli tese il gufetto. "Il mio nuovo animaletto" rispose. 
"Ehi... Leotordo" lo salutò Ginny, ricordando il buffo nome che aveva sentito prima dalla ragazza col raffreddore. 
"Leotordo?" inorridì Ron. 
"Bè, deve pur avere un nome, no?" fece la sorella, allegramente, accarezzando il gufetto.
"Sì, ma non questo!" 
"A Leotordo piace il suo nuovo nome, vero?" Ginny lo accarezzò e Leotordo tubò, felice. 
"Miseriaccia, dovevo dargli io un nome"
"Troppo tardi, lumaca"
"La smettete di litigare, voi due?" sbottò vivacemente la madre, ma non era arrabbiata. "Fred! George! Fate attenzione, per l'amor del cielo! Forza, sbrigatevi, che a casa troverete una bellissima sorpresa. Non vedo l'ora di vedere i nostri bellissimi figlioli, anche se non capisco perchè Charlie non si sia ancora fidanzato con nessuna. Beh, la migliore notizia è che Bill si è lasciato con quella Egiziana: non vedevo l'ora" 
Ginny spalancò la bocca e guardò suo fratello Ron, che le restituì lo stesso sguardo. 
"BILL E CHARLIE SONO QUI?" strillarono. 






Angolo autrice
E anche questo capitolo è fatto, e non è molto diverso da quello originale. Non so, spero che a voi piaccia che io stia modificando i capitoli perchè davvero erano un'orrore quelli di prima, e sono stata troppo buona a definirli 'orribili'. 
Un bacione!
  
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