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Autore: LazyMe    17/08/2012    4 recensioni
Dopo la fine della guerra i nostri eroi devono fare i conti con le perdite che questa ha causato. Harry parteciperà a cerimonie ufficiali, principalmente funerali, e dovrà rimettere dolorosamente insieme i pezzi della propria vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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#5 – Esequie

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La pioggia si abbatteva incessante su Londra e picchiettava sul vetro della finestra regolare come il respiro del ragazzo addormentato al suo fianco. 
Harry allungò le gambe sotto le lenzuola e si stiracchiò pigramente sfiorando con maliziosa consuetudine il corpo del compagno.
Non era riuscito a dormire quanto avrebbe voluto e si strofinò gli occhi nella speranza che aprirli sarebbe stato meno doloroso. 
Voltandosi di lato accarezzò l’avambraccio pallido di Draco, rimanendo ad occhi chiusi lo risalì delicatamente fino alla spalla e alla tiepida base del collo. Proseguì seguendo il profilo dello sterno finché sentì sotto le dita la pelle ispessita e irregolare della cicatrice che gli segnava quasi tutto il petto, la sua cicatrice. Rabbrividì leggermente per la sensazione trasmessagli dall’improvviso ricordo di quello squarcio dilaniante e profondo, una sorta di Passaporta per Harry: poteva sentire lo strappo all’altezza dell’ombelico e il vortice di risucchio che lo trascinava sgomento all’inizio della loro storia. Perché prima non lo aveva mai visto per davvero. Prima non aveva idea di chi fosse Draco Malfoy e non era nemmeno certo del fatto che sotto la sua pelle eterea e uniforme vi fossero sangue e muscoli come i suoi, nervi e ossa tesi fino allo spasmo, tesi fino alla rottura, esattamente come i suoi.
 
Avevano entrambi così tante cicatrici sulla pelle e sull’anima che a volte si sentiva molto più vecchio di quanto fosse in realtà. E avevano ancora così tante ferite che faticavano a guarire, che ogni notte bruciavano e si riaprivano per la dolorosa prepotenza dei sogni, sprazzi di reminiscenze confluite in inconsci fiumi di amara consapevolezza.
 
Malfoy sospirò e si sporse per baciarlo delicatamente sulle labbra, la bocca impastata dal sonno e i capelli scompigliati che ricadevano soffici sui suoi zigomi. Non ancora sveglio, non più addormentato. Suo.
 
Harry lo immaginò dietro le palpebre chiuse, ne disegnò i contorni e i dettagli del viso, i dettagli che amava. Aprì gli occhi per contemplare l’originale di fronte a sé e sentì lo stomaco strizzarsi per quanto era affezionato a quei piccoli momenti della giornata, quei miseri riti quotidiani che gli ricordavano di essere vivo e di poter amare. Di quanto farlo fosse meraviglioso.
 
“Potter, maniaco, basta fissare.”
 
La voce arrochita e provocante del compagno lo fece sorridere ed eccitare.
 
Premette la sua erezione contro la gamba del biondo mentre iniziava a tracciare un umido percorso di baci che partiva dal capezzolo e terminava nell’inguine irsuto, oltre il piccolo ombelico e l’accennato rilievo delle anche.
Inalò bramoso il familiare odore della sua nascente eccitazione e la lambì con la lingua mentre lo ascoltava mugugnare di piacere in risposta ai suoi tocchi sapienti. Oh, lo conosceva così bene!
 
Le affusolate mani del ragazzo gli afferrarono le ciocche scure e lo strattonarono prepotentemente verso l’alto per coinvolgerlo in un bacio intenso e veemente.
Era il momento di curare le ferite e spalmare balsamo sulle cicatrici.
 
Quando uno dei due si svegliava nel bel mezzo della notte, per un incubo ricorrente o per un motivo inconsapevole, c’era sempre l’impaziente bisogno fisico di fare l’amore. Come se annullarsi con spinte frenetiche dentro l’altro e lasciarsi invadere intimamente, talvolta brutalmente, fosse l’unico modo a loro disposizione per riscattarsi nei confronti della vita.
C’era di mezzo qualcosa di più dell’amore e della passione, o forse qualcosa di meno, qualcosa di carnale legato a un primitivo istinto di sopravvivenza cesellato di infiniti ricordi fatti a brandelli per poter essere sopportati.
 
Il sesso con Draco era sempre così, travolgente e impetuoso. Era ossigeno dopo aver rischiato di annegare nel mare dei rimpianti e, a volte, faceva male per la violenza con cui riportava a galla.
 
La mattina invece, certe mattine in particolare, si accarezzavano adagio per eterni minuti, pigri e oziosi. Tracciavano le mappe dei baci già dati e di quelli che si sarebbero dati per il resto dei loro giorni – non avevano certo bisogno di dirlo ad alta voce che sarebbe stato per sempre, non ne avevano nemmeno il coraggio, semplicemente lo sapevano.
Si portavano al limite lentamente, cullandosi viziosi e ondeggiando in sincrono, naufragando nei loro umori virili e accompagnandosi alacremente verso il pacifico oblio dell’orgasmo.
 
 
***
 
 
Harry osservò l’indistinto riflesso di Draco nelle melmose pozzanghere sotto di loro chiedendosi come fosse possibile stare comodi abbigliati in quel modo ricercato e formale.
 
L’altro gli prese la mano in una stretta calda e rassicurante facendogli dimenticare la pioggia sull’ombrello, il fango che imbrattava le scarpe e quella malinconica umidità che troppo facilmente si insinuava sotto la vulnerabile pelle.
 
Harry andava regolarmente a far visita a Fred da solo, in compagnia di Ron, o di Hermione, o degli altri Weasley.
Qualche volta aveva accompagnato anche Ginny, l’aveva abbracciata in silenzio scusandosi tacitamente per non essere riuscito a fare di più, per non essere di più e per non poterle dare quello che lei – quello che entrambi, un tempo remotamente lontano, avevano desiderato l’uno per l’altra.
A Fred raccontava di come fossero ripresi gli affari dei Tiri Vispi, dopo che la paura era passata la gente aveva ripreso ad uscire passeggiando allegramente per le strade di Diagon Alley e facendo acquisti nei giorni di festa. Dopo che George aveva smesso di trascorrere le giornate fissando vacuo l’orizzonte lontano, alla ricerca dell’irraggiungibile confine del mondo, aveva ripreso a sorridere (rari e fievoli, ma pur sempre sorrisi) e a scherzare anche senza pozioni e senza incantesimi curativi.
Era immediatamente accorso con Ron a raccontargli di quando il gemello sopravvissuto aveva iniziato ad uscire con Angelina che sembrava riuscire a farlo sentire noncompleto – perché non lo sarebbe stato mai più – ma almeno una metà intera, ed era tornato ad occuparsi degli scherzi al negozio insieme a lei e a Lee.
Molly Weasley quella volta aveva pianto dalla felicità e non lo faceva dal matrimonio di Ron ed Hermione quindi era chiaramente un buon segno per il futuro, più attendibile dei fondi di caffé comunemente usati per la divinazione e delle brumose profezie della Cooman.
 
Quando andava da Remus e Tonks di solito c’era anche Draco, gli si sedeva vicino e giocherellava distrattamente con le scompigliate ciocche di capelli alla base delle nuca.
Lo rilassava e avrebbe potuto starsene così per ore. Oppure finché l’altro non intrecciava le loro dita e ridava un senso a quello che le sue mani potevano stringere, invece di rimanere inerti e impotenti a sfiorare evanescenti memorie di Platani Picchiatori, Stamberghe Strillanti e notti di luna piena.
Dopo trovava sempre il tempo per fermarsi dai suoi genitori e da Sirius.
Raccontava loro dei progressi fatti dal piccolo Ted, sensibile come Remus ma vivace come Tonks, e di quanto ne fosse orgoglioso in qualità di suo padrino. Di tanto in tanto si azzardava a chiedere a Felpato qualche consiglio, cercava di intuire le risposte dell’animago guardandosi attorno e cogliendo i segni di eventuale magia fluttuante nell’aria. Perché, in quei momenti, quella che permetteva alla sofferenza per la perdita delle persone care di essere scalzata dalla sensazione di protezione e amore per il loro eterno affetto, non poteva essere altro che magia.
 
Come l’anno precedente, per l’anniversario della sua morte, avevano portato un solo giglio bianco da posare sulla tomba di Piton.
Hogwarts dominava il verde paesaggio delle colline inglesi e il cielo greve, carico di nubi dall’alto delle sue nuove mura, ancora più forti per la presenza delle vecchie rovine, dei grandi uomini che le avevano erette e difese nel passato, di quelli che le avevano ricostruite nel presente, dei futuri grandi maghi che le avrebbero abitate.
 
Harry credette di vedere un luccichio provenire dalla candida tomba di Silente e riverberare sulla nera lapide dell’ex professore di pozioni. Ripensò all’occhiolino del Preside al di sopra delle lenti a mezzaluna, al suo enigmatico sorrisino, comparandoli con lo sguardo arcigno di Piton, la piega aspra che avevano le sue pallide labbra. Fu certo del fatto che entrambi fossero lì con loro.
 
“Silente avrebbe trovato il modo di assegnare gratuitamente trenta punti a Grifondoro, per le tue capacità di cooperazione tra Case.”
 
Alluse Draco accennando alle loro mani unite e scuotendo il capo come se stesse enunciando un’inestimabile verità che non condivideva.
Si sentì più leggero e si lasciò sfuggire un sorriso, dopo averlo spinto debolmente all’infuori della circonferenza dell’ombrello sgangherato che li riparava dalla pioggia.
 
“E allora? Piton me ne avrebbe tolti altri trenta per averti portato sulla cattiva strada e averti sedotto con le mie potentissime ma immeritate doti magiche.”
 
Draco lo guardò scettico inarcando le sopracciglia.
 
“Potentissime doti magiche?! Aspetta un momento, chi avrebbe sedotto chi?!”
                                        
Il moro rise divertito e si protese per baciarlo delicatamente sulla sottile ruga che gli si formava all’angolo delle labbra quando le arricciava verso il basso con fare petulante.
Con Draco i pezzi si incastravano così perfettamente.
 
In quel luogo erano state fatte le esequie di grandi uomini e di meschine azioni.
Il loro passato riposava indolente diversi metri sotto terra tra le lapidi dei loro mentori, le radici di foreste incantate e le fondamenta della loro infanzia.
Come la pioggia di quel fiacco giorno di novembre penetrava nel terreno scuro, la felicità si era infiltrata nelle loro vite per nutrire le radici del futuro e ricollocare gli intrecci del destino.
 
Erano divenuti uomini senza rendersene conto.
 
Si erano innamorati senza rendersene conto.
 
 
 
 







 
 
 
 
 
 
 
 
 









Note del'autrice: Giunse così il momento della pubblicazione dell’ultimo capitolo (pur non escludendo categoricamente o a priori piccole spin-off perché, si sa, non si può mai sapere che piega prenderanno effettivamente gli eventi).
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno commentato la storia, questa piccola parte di me.
Ringrazio quelli che l’hanno letta e seguita pur non commentando (ehi, siete ancora in tempo, basta cliccare su “commenta” ;P).
Ringrazio Harry e Draco, perché nella mia mente hanno vita propria.
E ringrazio questo sito magnifico che mi permette di condividere cose che – forse – non avrebbero mai assunto sostanza.
 
Scrivere non è altro che un egoista piacere personale tratto dal donare agli altri qualcosa di estremamente proprio, spero solo di avervi “dato” qualcosa. :)
 
A presto,
 
Lanna
 
  
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