Capitolo 1
Marzo 2002
Il Lima
Bean è pieno di clienti che sgomitano per arrivare a prendere i loro
caffè. Te ne stai seduta sul tavolino
che sei riuscita ad accaparrarti con il latte macchiato bollente stretto tra le
mani, gli occhi fissi sulla sedia vuota davanti a te immaginando un
interlocutore a cui raccontare la tua giornata ed un quaderno di scuola aperto
sul tavolino che di chiede di essere letto. Bevi un sorso di latte poi
costringi i tuoi occhi a posarsi su quelle parole scritte con la tua
calligrafia disordinata, e prendi a viaggiare tra quelle lettere
tondeggianti,saltellando sui punti, scivolando tra le virgole, rotolando nei
punti interrogativi.
“Scusa è
occupata questa sedia?” una voce ti ridesta dal tuo studio, velocemente alzi
gli occhi e fissi quella figura ferma davanti a te.
“Posso
sedermi qui? Gli altri tavolini sono tutti occupati e la mia borsa è davvero
pesante” ripete ancora davanti al tuo silenzio, scandendo le parole quasi come
se fosse convinto che tu non riesca a comprendere le sue parole. Ti guardi
intorno per convincerti che stia parlando con te, rispondi meccanicamente al
suo sorriso e con l’indice ti risali gli occhiali sul naso. Come vorresti che
il tuo sorriso fosse brillante come il suo.
“Certo
certo. Puoi sederti qui!” farfugli tirando indietro il tuo quaderno per fargli
spazio. Tranquillo il ragazzo si siede di fronte a te iniziando a bere il suo
caffè, gli occhi fissi sul tavolo, mentre i tuoi vagano in modo compulsivo per
il locale per evitare qualsiasi possibilità di incrociare il suo sguardo.
L’imbarazzo di quella situazione potrebbe essere macinato e servito al posto
del caffè. Pensi che forse dovresti andartene, ma ci ripensi. Senza cercare di
farti notare posi il suo sguardo su di lui, i suoi occhi sono ancora bassi.
Decidi che l’unico modo per smorzare l’imbarazzo sia provare a parlagli.
“Vai alla
Dalton?” gli chiedi pensando solo poi alla stupidità di quella domanda.
Indossa: pantaloni scuri, cravatta a strisce rosse e blu e giacca degli stessi
colori con tanto di stemma della scuola ricamato sulla tasca,chiaramente quella
è la divisa della Dalton.
“Si, sono
all’ultimo anno” ti risponde alzando finalmente lo sguardo. Solo In quel
momento ti accorgi del fantastico contrasto delle sue lunghe ciglia nere con il
blu dei suoi occhi. Ti limiti ad annuire poi giri la testa per evitare di
metterti a fissarli.
“Quello è
il testo di una canzone?” questa volta è lui ha farti una domanda. I sui occhi
cercano di leggere le parole scritte a lato del foglio di pentagramma.
“Ehm Si”
rispondi portandoti una ciocca di capelli dietro all’orecchio, chiaro simbolo
del tuo imbarazzo. Meccanicamente chiudi il quaderno, non ti piace che qualcuno
legga le tue cose, neanche se lo fa un ragazzo con un sorriso disarmante e dei
brillanti occhi blu.
“Anche tu
canti?” continua a chiederti. Forse sarebbe meglio non confessargli che fai
parte del Glee Club della tua scuola, sarebbe come
dargli il via libera per darti della sfigata, ma non è nella tua personalità
vergognarti di te stessa.
“Si faccio
parte del Glee Club della mia scuola. Ci stiamo
preparando per le regionali” Confessi
con fierezza.
“Ma che
coincidenza! Io sono la voce principale degli Usignoli, il Glee
Club della Dalton. Abbiamo le regionali questa settimana!” Stranamente la sua
voce non è carica disprezzo, anzi è impregnata di entusiasmo.
“Anche noi
abbiamo il turno questa settimana”rispondi sorridente sporgendoti sul tavolo.
“In quale
scuola vai?”Chiede ancora, gli occhi illuminati dalla curiosità.
“ Al McKinley”rispondi.
“A quanto
pare quindi ci sfideremo alle regionali venerdì?” la sua voce si è abbassata di
qualche tono facendosi quasi minacciosa ma tradendosi poi con un sorriso.
“Devi
sapere che noi siamo molto motivati ad andare alle Nazionali!” rispondi con
altezzosità.
“Devi
sapere che canterò un assolo venerdì, quindi praticamente gli Usignoli hanno
già vinto” Il suo modo di fare beffardo, troppo sicuro di sé, stramente non ti
infastidisce, anzi quasi ti diverte.
“Vedremo…” dici facendo spallucce riponendo il quaderno
nella borsa e alzandoti “Devo andare, ho le prove del Glee.
Mi serviranno se voglio batterti” aggiungi con un tono che non ti appartiene.
“Ve ne
serviranno parecchie. Ah comunque io sono Cooper,Cooper Anderson” ti risponde
porgendoti la mano.
“Cooper
Anderson la voce principale degli Usignoli, me ne ricorderò alle regionali. Io
sono Alice Johnson” ti presenti fermandoti per un istante ad ammirare ancora la
straordinaria bellezza dei suoi occhi.
“ Ci vediamo alle regionali Alice “ ti saluta ridacchiando con un cenno
della mano, mentre tu ti allontani verso l’uscita.
Ottobre 2012
Il brusio dentro al Lime Bean è quasi insostenibile per le tue orecchie, decine e decine di persone si spintonano passando a fianco al tuo tavolo per accaparrarsi un posto dove consumare con calma la loro colazione. Ma nonostante questo vociare ti infastidisca gli sei quasi debitrice perché almeno ti impedisce di ascoltare le chiacchiere senza senso del uomo seduto di fronte a te. Da quando vi siete incontrati mezz’ora fa, non fa altro che parlare, senza fermarsi neanche per ascoltare la risposta alla domanda che lui stesso ti ha sottoposto. Voltandoti verso il bancone alzi gli occhi al cielo e sbuffi promettendo a te stessa che non accetterai mai più un appuntamento al buio con il cugino di nessun altra tua amica. Fortunatamente, mentre rivolgi lo sguardo al orologio bianco e grigio del locale ti accorgi che per te è arrivata l’ora di andare.
“Scusami Richard ma devo scappare, ho un colloquio di lavoro tra dieci minuti. È stato davvero un piacere conoscerti” snoccioli delle scuse non sentite afferrando velocemente la borsa e iniziando ad allontanarti senza aspettare la sua risposta.
“Veramente il mio nome è Ryan” Solo queste le parole che riesci a sentire mentre tu sei già quasi sulla strada. Sorridi al tuo errore, ma non sei dispiaciuta infondo sai che non lo rivedrai mai più, anzi veramente lo speri.
Rientrare dalla porta d’ingresso del McKinley dopo quasi dieci anni ti fa uno strano effetto. Cammini lungo i corridoi lucidi sentendo sotto di te lo scricchiolio delle tue scarpe che ti ha accompagnata per tutti gli anni del liceo, osservi gli armadietti cercando di sforzarti per ricordare la posizione di quello che un tempo era il tuo. Ti passa a fianco una ragazza che corre cercando di arrivare in tempo a lezione, e pensi che sembra solo ieri quando anche tu eri come lei. La cosa ancora più strana e che adesso, dopo tutti quegli anni, stai rientrando in quella scuola come un’insegnate. Ricordi perfettamente dove si trova la presidenza, anche se è cambiata da come la ricordavi: la pensante porta di legno scuro ha lasciato il posto ad una porta a vetri e il nome della tua vecchia preside,Rose McLeod è stato cambiato con quello del nuovo preside,Figgins. Bussi timidamente alla porta prima di aprirla e muovere i tuoi primi passi all’interno della stanza, e non puoi non provare la stessa soggezione che incuteva in te anche quando eri una studentessa.
“Salve! Lei è il preside Figgins? Io sono Alice Johnson e sono qui per la supplenza come insegnate di lettere” ti presenti con la voce leggermente tremolante mentre ti porti una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Oh la stavo aspettando! Prego si sieda.” Risponde l’uomo con un marcato accento mediorientali e con uno strano entusiasmo che non avevi mai visto appartenere ad un preside di una scuola.
“Ecco questo è il mio curriculum” dici estraendo dalla borsa un fascio di fogli leggermente spiegazzati e grinzosi che cerchi di stirare con la mano mentre glieli porgi.
“Questo non serve. La professoressa Smith mi ha già raccomandato di prendere lei come sua sostituta. Ha detto che è una delle migliori” risponde senza neanche guardare le tue misere credenziali. Tiri un respiro di sollievo, dover sostituire la migliore amica di tua madre, una donna che ti ha visto crescere può avere i suoi benefici.
“Sono certa che Sand… Ehm la signora Smith abbia esagerato” dici arrossendo.
“Esagerato o no. Il posto è suo professoressa Johnson. Sarà lei che sostituirà la Smith per quest’ anno. Complimenti” conclude con un tono che non ammette repliche il preside prima di porgerti la mano e le sue più vive congratulazioni.
Ciao! Innanzitutto
grazie per aver aperto questa mia nuova Long e per essere arrivati a leggere
fin qui! Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Se posso permettermi voglio
ringraziare Martina, la mia migliore amica che mi ha spinto a scriverla e
soprattutto a pubblicarla, per questo voglio dedicarle questa storia. Bene per
adesso è tutto, se siete ancora curiosi di conoscere la storia di Alice e
Cooper tornate a trovarmi nel prossimo capitolo! Un bacio a tutti! –Randall-