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Autore: effe_95    19/08/2012    5 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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2. La maledizione degli Ivanov .

 

 

 

Claudia si era immediatamente pentita di essere uscita con i suoi compagni di classe.

Erano dei casinisti e lei odiava il casino, inoltre, avevano davvero poche cose in comune.

Francesco camminava al suo fianco con un sorriso idiota stampato sulla faccia, contento di aver vinto una battaglia facile. Claudia lo fulminava ogni tanto con lo sguardo, infastidita da tutta quella contentezza, ma lui non se ne curava affatto.

Nulla avrebbe potuto scalfire il suo buon umore. Tanto meno lei.

Entrarono in un pub chiassoso e si sedettero ad un tavolo chilometrico arrangiato appositamente per loro dai ristoratori, messi in evidente difficoltà dal loro numero elevato.

Dentro faceva caldo e i tavoli erano affollati, nonostante fosse giovedì sera.

Claudia si nascose in un angolino, sperando che non la importunassero con i loro discorsi inconcludenti, non conosceva quasi mai l’argomento e finiva sempre per fare scena muta.

O dire qualcosa di assolutamente insensato ed essere guardata in modo strano.

Accanto a lei, sul lato sinistro, si mise seduta una ragazza bellissima.

Aveva occhi color ghiaccio, una tonalità d’azzurro spettacolare, e lunghi capelli biondi, lisci. Claudia non l’aveva mai vista prima, non era di certo una sua compagna di classe.

Francesco, seduto invece alla sua destra, fu attirato da tutti quei movimenti e si voltò ad osservare la sconosciuta, il viso gli si incupì immediatamente. Il sorriso di spense.

Claudia osservò la scena perplessa, facendo un cenno all’amico. Lui non la vide nemmeno.

<< Ciao, sono Iliana >> La sconosciuta si presentò all’improvviso, porgendole la mano, doveva essersi sentita osservata. Claudia ricambiò la stretta, ancora un po’ perplessa.

Iliana aveva una voce strana, un accento marcato che le ricordò terribilmente Yulian Ivanov.

Inoltre, i due si assomigliavano … ma poteva essere una semplice coincidenza.

<< Claudia, piacere >> Iliana le rivolse un sorriso spontaneo e spostò lo sguardo su Francesco, che osservava la scena un po’ scettico, con quell’espressione adombrata sul volto.

<< Siete del 3° Classico A, giusto? >> Domandò Iliana, rivolgendosi ad entrambi.

<< É così >> Rispose Francesco, prendendo la parola << A te però non ti ho mai vista >>. Claudia lo fulminò con lo sguardo per il tono poco cortese che aveva usato nel rivolgersi alla ragazza, qualunque fosse il problema – perché un problema c’era- non era educato da parte sua usare quel tono supponente, scocciato e infastidito.

<< Sono del 3° Classico B, sono stata invitata >> Rispose Iliana, Francesco grugnì e spostò lo sguardo altrove, sembrava eccessivamente turbato da quella bellissima ragazza << Ma se avessi saputo che era un’uscita di classe, avrei evitato di venire. Mi sento così fuori posto >>.

Iliana ridacchiò, imbarazzata, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Claudia si domandò distrattamente perché l’avessero invitata se poi nemmeno la coinvolgevano nelle loro sciocchezze, quindi non pensò alle parole che le uscirono di bocca, completamente distratta dai suoi stessi pensieri.

<< Sei straniera? >> Avvampò di vergogna non appena realizzò di essersi effettivamente lasciata scappata qualcosa che aveva solamente pensato, ed era anche abbastanza comprensibile che Iliana potesse arrabbiarsi. No, sarebbe stato sicuramente comprensibile.

<< Si, sono russa. Io e la mia famiglia siamo venuti in Italia dieci anni fa >>.

La semplicità della risposta la sorprese, Iliana non si era fatta problemi nel dire la verità o nel risponderle, come se non avesse affatto pensato all’eventualità che quella di Claudia potesse essere una domanda scortese. Francesco però si irrigidì ulteriormente e Claudia ora voleva assolutamente capirne il motivo. Ma ci sarebbe stato tempo per quello.

<< Parli benissimo l’italiano >> Iliana sorrise, lusingata dalle parole cortesi di Claudia.

Aveva un sorriso contagioso, luminoso, con i denti bianchi a metterlo in risalto, per Claudia fu inevitabile ricambiarlo con spontaneità. Per il resto della serata non fecero altro che parlare, trovandosi inaspettatamente a proprio agio.

Ogni tanto, nella conversazione si intrometteva anche Francesco, ma era evidentemente a disagio, scocciato e Claudia ormai l’aveva ampiamente notato.

Iliana si rivelò una compagnia davvero piacevole e per la prima volta da quando era al liceo, e usciva con la sua classe, Claudia passò una serata divertente. Diversa.

 

***

 

Durante tutto il viaggio di ritorno Francesco non parlò molto.

Era stato lui ad insistere sul fatto di voler partecipare a quella uscita di classe, ma tutto il suo buon umore e la sua gioia erano spariti nel momento esatto in cui Iliana le si era seduta accanto. Aveva tenuto il muso per tutta la cena, senza riuscire a farsi coinvolgere dalle sciocchezze dei loro compagni di classe, distratto, aveva partecipato solo passivamente alle conversazioni che Claudia e Iliana intavolavano con estrema naturalezza.

Alla fine di quella serata, lei era di buon umore, mentre Francesco no.

Si erano ribaltate le carte in tavola rispetto a quando erano usciti di casa poche ore prima.

<< Me lo dici cosa c’è che non va? >>.

Chiese Claudia per la terza volta, dopo una pausa piuttosto lunga.

Francesco non rispose, ancora chiuso nel suo mutismo.

<< Non te la sarai mica presa perché ho parlato per tutta la sera con Iliana? Guarda che sei sempre tu il mio migliore amico! >>.

Lo prese bonariamente in giro, ma quella frase sembrò finalmente provocare una reazione nel ragazzo; Francesco sollevò di scatto la testa e si fermò per strada.

Lo fece bruscamente e per poco Claudia non gli finì addosso.

<< Iliana è la sorella minore di Yulian Ivanov, Clo >>.

Claudia impiegò qualche secondo per comprendere il significato di quella frase, ma quando lo fece, impallidì. Ora comprendeva tutto. Ora capiva la reazione del suo migliore amico.

Quella doveva essere una vera persecuzione, tutti gli Ivanov della città avevano deciso di tormentarla! Sperava almeno che non fossero troppi, o altrimenti sarebbe impazzita. Francesco riprese a camminare inaspettatamente, a passo serrato, rapido, molto presto Claudia fu costretta a rincorrerlo con il fiatone, ancora scioccata dalla notizia.

Avresti potuto dirmelo prima! Avrebbe voluto gridargli dietro, ma non lo fece.

<< Francesco, non correre! Che c’è?! >> Gli disse piuttosto, nervosa.

In un battibaleno avevano raggiunto le loro case.

Fuori era tutto buio, ad eccezione delle luci del salone e della cucina ancora accese.

<< Mi fa leggermente paura questa cosa, sembra quasi che tu attiri gli Ivanov >>.

Mormorò Francesco, Claudia lo guardò incredula per un secondo, poi scoppiò a ridere.

<< Dovresti saperlo, no, è la maledizione degl’ Ivanov >>.

Scherzò, ancora con la ridarella, Francesco le fece la linguaccia e la spintonò leggermente.

<< Guarda che ti stai confondendo con la maledizione dei Romanov! L’hai visto o no il cartone di Anastasia !? >> Rispose, acido e piccato.

Arrivati davanti al cancelletto del giardino, Claudia gli diede un bacio sulla guancia e poi sparì in casa mentre ancora si rivolgevano frecciatine sciocche e saluti poco amichevoli, quando si chiuse la porta alle spalle il suo sorriso svanì.

La verità era che Francesco l’aveva spaventata, e non poco.

La casa era vuota, sua madre e suo fratello erano ancora fuori per lavoro.

Luna aveva il turno di notte, Nicola sarebbe rientrato molto tardi.

Si fece una doccia rilassante e andò a dormire agitata, con una terribile sensazione.

 

***

 

Claudia correva, la pioggia cadeva e lei correva come una matta, rischiando di scivolare.

Quella mattina si era svegliata tardi, aveva dimenticato anche di prendere il suo ombrellino e non aveva nemmeno legato i capelli, che se ne svolazzavano liberi sotto la pioggia.

Arrivata a scuola si precipitò come un fulmine nell’atrio, lo fece come un’invasata e andò a sbattere contro qualcuno che non aveva visto.

L’impatto fu talmente violento da farla cadere all’indietro, se la persona che aveva colpito non l’avesse afferrata per un polso con riflessi pronti, sarebbe caduta per tutte le scale.

Claudia sentiva il cuore in gola, per la paura aveva chiuso gli occhi.

<< Va tutto bene, ti ho presa ... nanerottola >>.

Nel sentire quella voce Claudia impallidì e aprì gli occhi di scatto.

Yulian Ivanov era proprio di fronte a lei come aveva temuto, la causa della sua notte insonne la fissava con un sorrisetto arrogante e gli occhi tempestosi.

Erano sue le mani che la tenevano ferma e le impedivano di cadere.

<< Ce la faccio anche da sola! >> Sbottò Claudia, improvvisamente seccata.

Yulian sorrise beffardo, era impressionante quanto assomigliasse ad Iliana mentre sorrideva.

Fu un dettaglio secondario che attraversò la mente di Claudia, subito scacciato via.

<< Sicura? Allora ti lascio >>.

Nel sentire quelle parole Claudia imprecò mentalmente contro di lui e si aggrappò con maggior forza alle due braccia nivee, non voleva cadere per tutte le scale e lui lo sapeva bene.

<< No, aiutami piuttosto! >> Ordinò lei perentoria, Yulian sollevò un sopracciglio e sorrise di nuovo con aria del tutto arrogante, Claudia non poté fare a meno di pensare che quel sorriso gli conferisse un’aria da bel dannato. Odioso.

<< Non ho sentito bene >> Disse lui con voce melliflua, Claudia strinse i denti dalla rabbia.

<< Per favore >> Lo disse come se fosse stata sul punto di morire.

Yulian avrebbe potuto infierire ulteriormente, ma fu clemente, evidentemente soddisfatto. L’aiutò a sistemarsi sul piano e Claudia controllò più volte di avere i piedi ben piantati per terra. Mentre compiva quel processo Yulian incrociò le braccia al petto e si appoggiò con una spalla al muro, rimase a guardarla mentre si sistemava distrattamente una ciocca di capelli umidi dietro l’orecchio e controllava di avere ancora tutto in ordine.

<< Guarda che la campanella è suonata da un quarto d’ora >>.

Le ricordò ad un certo punto, Claudia sussultò e si girò di scatto, dandogli le spalle.

Non si premurò nemmeno di ringraziarlo, corse come un’ossessa fino alla classe.

Prima di bussare prese fiato. La voce della professoressa di latino si sentì forte e chiara dall’altra parte dell’uscio, arrabbiata per il suo ritardo. Fu inevitabile una bella strigliata per aver interrotto la lezione, e come punizione Claudia fu interrogata sulla versione.

Quando la campanella di fine lezione suonò, ricadde sulla sedia distrutta e ancora tutta umida, quella strega di una professoressa non le aveva fatto posare nemmeno la cartella e il giubbotto.

Francesco la guardò per un secondo e le prese una ciocca di capelli umidi tra le mani.

<< Sei ridotta maluccio >> Scherzò divertito, Claudia lo fulminò con lo sguardo e lasciò cadere la testa sul banco. Francesco assunse la sua stessa posizione per guardarla.

<< Tutto ok? >> Le chiese, Claudia lo guardò negli occhi e gli fece l’occhiolino.

<< Chi abbiamo alla seconda ora? Non ho controllato l’orario >>.

<< Educazione fisica, credo >> Claudia prese subito a lamentarsi alla rivelazione, non era un tipo atletico e ogni volta che c’era ginnastica faceva sempre qualche figuraccia.

Francesco scoppiò a ridere senza ritegno e Claudia provò a colpirlo una decina di volte con il diario, fallendo miseramente ogni volta che lui si parava.

<< Tu non ridere che è colpa tua se stamattina ho fatto tardi! Non ho chiuso occhio! >>.

Lo rimproverò aspramente, mentre continuava imperterrita a colpirgli il braccio.

<< Ah! Allora alla fine ti sei spaventata eh!? >>

<< Chiedi scusa, idiota! >> Lo esortò lei con il tono imperativo, ancora più adirata.

Francesco congiunse le mani molto teatralmente e chinò la testa per chiedere perdono, anche se non sembrava affatto pentito.

La baruffa sciocca si concluse con un abbraccio e tante risate, come al solito.

 

Quella era sicuramente la peggior ora di ginnastica che sarebbe mai potuta capitarle.

Quel giorno mancavano dei professori, ed era per quel motivo che avevano avuto la brillante idea di unire il 5° e il 3° Classico A. La palestra quindi brulicava di persone.

Claudia se ne stava nascosta in un angolino e si guardava attorno spaesata, c’era un chiasso che perforava le orecchie e ognuno faceva quello che voleva.

Quarantadue ragazzi si aggiravano senza controllo in uno spazio ristretto, pronti a fare danni ovunque e i professori ancora non si vedevano.

Claudia notò con disappunto che la classe del 5° Classico era composta da soli maschi, diciassette per l’appunto, e sembravano tutti dei grandi bestioni.

Francesco, da bravo troglodita, era andato a fare casino con gli altri della sua specie e l’aveva abbandonata lì tutta sola. Un fischio assordante fece zittire tutti all’improvviso, nella palestra era appena entrata la professoressa di ginnastica, una donna robusta e mascolina, che portava con se una grande sacca piena di palloni che non prometteva niente di buono.

<< Capre ed asini! >> Esordì la professoressa << Dato che quel buono a nulla del professore di Biologia ha deciso di mettersi a letto per un colpo della strega, per le prossime tre settimane queste due ore saranno utilizzate in questo modo, quindi abituatevi all’idea di condividere lo spazio insieme! >> Fu la sua brutale dichiarazione.

Qualcuno protestò, qualcun altro esultò felice, Claudia era rimasta impietrita, due ore di educazione fisica? Era arrivata la sua fine.

<< Oggi formeremo delle coppie che collaboreranno per tutte le lezioni che avremo a disposizione, qualunque sia lo sport! >>.

La faccia di Claudia la diceva lunga su quanto desiderasse fare quell’esercizio, lei non era in grado di praticare alcun tipo di sport in maniera decente, il poverino o la poverina che sarebbe capitata in coppia con lei l’avrebbe presto constatato.

Francesco le si avvicinò lentamente.

<< Vediamo se possiamo fare coppia insieme, va bene? >> Bisbigliò, Claudia annuì e lo ringraziò con gli occhi mentre lui la prendeva per mano giusto per chiarire le cose.

Quando arrivò il loro turno la professoressa guardò scettica le loro mani intrecciate, Francesco sorrideva nel tentativo di apparire disinvolto e accattivante.

<< Scotti, togliti dalla faccia quel sorriso ebete, tu sarai in coppia con Ferrara >>.

Il sorriso di Francesco si tramutò in un broncio a quelle parole, Claudia sospirò afflitta, sospettava che la tattica del suo migliore amico sarebbe stata fallimentare con quella donna.

<< Rossi, va in coppia con Ivanov! >>.

Quelle parole furono come un fulmine a ciel sereno, quella giornata si prospettava tragica. Claudia, afflitta, si guardò intorno alla ricerca del suo persecutore, che in quel momento sembrava dissolto nel nulla, poi si sentì afferrare per il polso e si voltò di scatto.

Yulian la guardava e sorrideva stringendo il pallone sotto braccio, l’attenzione di Claudia ricadde sulla mano del ragazzo che stringeva il suo polso, aveva una stretta forte e salda.

<< Sai palleggiare? >> Chiese lui con fare provocatorio, Claudia fece una faccia che la diceva abbastanza lunga a riguardo. Yulian si tirò su le maniche della maglietta facendo dei risvolti e mostrò due braccia solide, la pelle nivea.

<< Posso chiamarti Claudia, vero? >> Chiese, iniziando a palleggiare.

Claudia riuscì a prendere la palla per un pelo.

<< Me lo dici chi ti ha dato il mio nome e cognome? >>

<< Non posso, l’ho promesso >> Claudia alzò gli occhi al cielo nel sentire ancora una volta una negazione alla sua domanda, ma si rese conto che era inutile insistere, Yulian aveva tutta l’aria di un tipo che sapeva mantenere bene le promesse.

Una cosa che le faceva stranamente piacere.

<< Yulian, posso sapere perché mi hai preso di mira? >> A quella domanda il ragazzo alzò un sopracciglio e palleggiò di nuovo, Claudia prese la palla quasi per miracolo.

<< Quindi sai il mio nome! >> Esclamò divertito, Claudia arrossì e non rispose.

Continuò a palleggiare in silenzio fino a quando non perse completamente il ritmo, la testa cominciò a girarle furiosamente, non vide la palla in arrivo e fu colpita dritta sulla fronte, cadde con il sedere per terra. Yulian per un momento sgranò gli occhi, completamente sorpreso da quanto appena successo, poi scoppiò a ridere di gusto.

Claudia lo fulminò con lo sguardo, mentre una piccola parte di lei pensava che avesse una bella risata gioiosa, e si rialzò brontolando, tutta la palestra si era girata a guardarli.

<< Perché ogni volta che ci sei tu mi capita qualcosa di imbarazzante? >>.

Si chiese Claudia, il sorriso di Yulian, prima allegro, si trasformò in un sorriso sprezzante, pieno di risentimento, gli occhi azzurri brillarono pericolosamente.

<< Dovresti saperlo, è la maledizione degl’Ivanov >> Le disse con voce tagliente.

Claudia indietreggiò inconsciamente, trasalendo, Yulian invece prese ad avanzare verso di lei, che alla fine andò a sbattere contro il muro.

Yulian fece il gesto di saltarle addosso, l’urlo le rimase strozzato in gola.

Il suo volto era vicinissimo al suo, sembrava quasi che volesse morderla, poi però prese a ridere soffiandole inavvertitamente sul collo, mentre Claudia rimaneva incredula, sentendosi una vera sciocca, era stato uno scherzo davvero pessimo.

Era tutta colpa di Francesco che le aveva messo in testa certe cose.

<< Idiota! >> Esplose lei spingendolo lontano da se, Yulian rimase sorpreso da tanta forza. Per un attimo lo stupore pervase il suo viso, ma tornò preso al suo spirito scherzoso e afferrò Claudia per un polso attirandola verso di se, le passò un braccio attorno alle spalle e la strinse amichevolmente mentre ridacchiava.

<< Non te la prendere, dai >>.

<< Mi domando chi abbia avuto la brillante idea di farci incontrare >> Brontolò Claudia, alzando gli occhi al cielo.

<< Cудьба >> Sud’ ba, il destino.

 


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REVISIONE DEL 27/11/2021

  
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