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Autore: vero_91    21/08/2012    18 recensioni
"Eccola la parola che temevo più di qualsiasi altra:famiglia. Peeta vuole dei bambini e dato che gli Hunger Games sono stati aboliti pensa che io non abbia più nessuna remora al riguardo. Si sbaglia di grosso. La sola idea di avere dei bambini mi paralizza"
Recensite per favore visto che è la mia prima fanfiction! :)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto intorno a me è un paesaggio familiare. Anche se sono passati sei mesi dall'ultima volta che sono stata qui, il bosco è sempre lo stesso. Come se niente fosse cambiato.
Non ricordo quasi nulla di cosa è successo dopo la mia conversazione con Haymitch. So solo che, dopo quello che mi ha detto, non ho nessuna intenzione di vedere Peeta per il momento.
Così per evitare di incontrarlo mi sono rinchiusa in casa mia per giorni, fino a quando Haymitch non è entrato sbattendo la porta e puntandomi il mio arco in faccia: "Pensi di restare chiusa in casa per sempre? Se il tuo scopo è deprimerti potevi anche rimanertene nel Distretto 2!" Forse era meglio, penso, mentre il mio mentore mi caccia fuori da casa mia con l'arco in mano dicendomi di non tornare finché non avrò preso qualcosa di commestibile. Devo ammettere però che la sua non è stata una cattiva idea, cacciare distrae la mia mente, anche se per poco, dal pensiero che mi ossessiona in questi giorni.
Dopo aver preso due conigli e uno scoiattolo decido di tornare a casa, ma mentre imbocco il viale dei vincitori, vedo due figure allontanarsi dal vialetto di casa mia. Non faccio in tempo a tornare sui miei passi che una voce mi chiama. No ti prego.
Delly mi abbraccia come se fossimo grandi amiche, mentre Sae la Zozza mi rimprovera: "Si può sapere quando pensavi di farti viva? Haymitch ci ha detto del tuo ritorno alcuni giorni fa!"
Deve averlo detto a tutti una sera a cena. Quindi Peeta sa che sono tornata. Ma nonostante questo non è venuto a salutarmi. Non che me l'aspettassi comunque. Anche se ci speravo.
"Per questo siamo passate da casa tua, volevamo vederti" mi spiega Delly sorridente come sempre.
"Si scusatemi, è che in questi giorni... sono andata a caccia." invento, mostrando il coniglio che ho in mano.
Delly sta per farmi un'altra domanda quando una voce la interrompe: "Ehi, cosa state facendo?" anche se Sae la Zozza mi copre la visuale, non ho bisogno di vederlo per riconoscere la sua voce. Prima che io possa scappare, Peeta e Haymitch compaiono al suo fianco. Per un attimo Peeta mi sembra turbato, ma poi si nasconde subito dietro un'espressione che dovrebbe essere amichevole: "Ciao, bentornata" dice in tono calmo, quasi piatto. "Sei stata a caccia?" chiede indicando il coniglio.
La domanda è semplice ma io sono confusa. Pur avendo immaginato in questi giorni la sua reazione al nostro incontro un centinaio di volte, in tutti i modi possibili, questo non l'avevo proprio considerato. Indifferenza. Peeta mi sta parlando come se fossimo vecchi amici che si rivedono dopo un po' di tempo, con fare amichevole ma un po' distaccato. Il mio incubo è diventato realtà.
"Già." farfuglio mentre cerco nei suoi occhi qualcosa cui aggrapparmi. Amore, odio, rabbia, qualsiasi cosa mi dica che io non sono un capitolo chiuso della sua vita.
"Pensi di fermarti al Distretto 12 per molto?" chiede.
Non capisco se è un modo carino per dirmi che non sono la benvenuta, o se la sua domanda sottintenda qualcos'altro. Forse Peeta pensa che io viva al Distretto 2 ormai... con Gale.
Mentre maledico me stessa dico: "No io non..." ma un urletto di Delly mi interrompe e prima che me ne accorga si fionda su di me stringendo tra le mani qualcosa.
"Che bella! Dove l'hai presa Katniss? Deve esserti costata una fortuna!" dice mostrandomi cos'ha in mano. La mia perla. Sono talmente abituata ormai che mi ero scordata di averla al collo. Ho cominciato a portarla come collana da quel giorno di molti anni fa.
 
Peeta si era trasferito da poco a casa mia e una volta, mentre stavo guardando la perla, mi chiamò in cucina per aiutarlo. Così io la posai di fretta sul comodino e scesi. Quando tornai dopo cena, trovai Ranuncolo coricato tranquillamente sul comodino, ma della perla non c'era traccia. Mi trattenni dall'ucciderlo solo perché era un ricordo di Prim.
La cercai per ore, impedendo a Peeta di aiutarmi perché non volevo sapesse cosa stavo cercando. E' stupido lo so, ma per qualche assurdo motivo mi vergognavo a dirgli che era la sua perla che volevo così disperatamente. Forse perché così avrebbe capito quanto tenevo a lui.
Ma quando ormai ero sull'orlo di una crisi isterica, Peeta mi si avvicinò preoccupato: "Kat per favore puoi dirmi cosa stai cercando? Ti prometto che se è possibile cercherò di comprartene una uguale..."
"No! Io voglio quella, non può essere sostituita!" gridai con le lacrime agli occhi. Poi rendendomi conto che avevo scaricato tutta la mia frustrazione su Peeta, aggiunsi più sommessamente: "E' un regalo...".
Peeta mi guardò un po' poi disse: "Ok, allora ti aiuto." E prima che io potessi obiettare, cominciò a cercare senza sapere cosa stesse cercando.
Stavo per arrendermi quando in piena notte Peeta la trovò incastrata sotto l'armadio in un angolo. "E' questa?" disse posandomela sulla mano.
Io annui sollevata, studiando la reazione di Peeta.
"E' una perla. Mi ricorda..." poi una lampo passò per i suoi occhi azzurri. Aveva capito. "E' quella che ti ho dato sulla spiaggia? Durante l'Edizione della memoria?" chiese sorpreso.
Io annui ancora abbassando gli occhi per l'imbarazzo.
"Non pensavo l'avessi ancora... ma perché continui a tenerla scusa?"
Che domanda stupida. Secondo lui perché? E' vero che sono la donna meno romantica di questo pianeta ma anch'io ho un cuore, anch'io ho dei ricordi. Così sbottai: "Per te Peeta. Perché quando sei stato preso da Capitol City mi sembrava di impazzire per la tua assenza. Questa era l'unico ricordo che avevo di te. Di noi." aggiunsi mentre un lieve rossore s’impadroniva delle mie guance.
Peeta continuava a fissarmi come se non credesse alle sue orecchie. " E l'hai tenuta dopo tutto quello che è successo? Dopo tutto questo tempo?" chiese incredulo.
"Sempre." risposi perdendomi nei suoi occhi azzurri.
A quel punto pensai che Peeta mi avrebbe travolto di domande, invece mi prese e mi baciò con foga, come se si fosse trattenuto fino a quel momento. Quella fu la prima volta che io e Peeta facemmo l'amore.
Il giorno dopo comunque, per evitare di perdere la perla un'altra volta, decisi di farci dei piccoli buchi e di passarla con una semplice corda, la stessa che usava Finnick per fare i nodi. Poi feci due piccoli nodi all'estremità per essere sicura che non si muovesse e la legai intorno al collo. Era un modo per sentire entrambi vicini, anche se in modi diversi.
 
Il tossire poco naturale di Haymitch mi riporta alla realtà. Mi rendo conto che tutti mi stanno fissando come se stessero aspettando una risposta, anche se io non ricordo più qual' era la domanda.
Guardo Peeta e mi rendo conto che anche lui si è ricordato di quella notte. Nei suoi occhi c'è lo stesso sguardo incredulo di quella volta. "Ce l'hai ancora? Pensavo l'avessi buttata." dice guardando prima la perla e poi me.
"Mai." rispondo stringendo la perla nel pugno, come se volessi proteggerla.
Peeta continua a guardarmi, disorientato, e capisco che non sa più a cosa pensare. Sto per aggiungere un'altra cosa quando Delly m’interrompe. Di nuovo. "Be Katniss è stato bello rivederti" dice con un sorriso, mentre afferra Peeta per braccio stringendoglielo contro il suo seno prosperoso. "Ora sarà meglio andare però. Dobbiamo ancora preparare la cena, vero Peeta?".
Devo usare tutto il mio autocontrollo per evitare di afferrare la mano di Delly e urlarle che nessuno può toccare Peeta tranne me, così mi limito a stringere il coniglio che ho in mano, immaginando sia il braccio flaccido di Delly.
Peeta la guarda come se si ricordasse solo ora della sua presenza e annuisce, mentre lei lo trascina verso casa sua. Sae la Zozza mi saluta facendomi promettere che andrò a trovarla, e Haymitch se ne va guardandomi un po' scuotendo la testa e un po' sogghignando, mentre io gli lancio addosso quel che resta del povero coniglio.
 
Un disastro. Immaginavo sarebbe andata male, ma non voglio credere che questo sia stato davvero il mio primo incontro con Peeta dopo sei mesi. L'unico argomento con un po' di spessore è stato la perla, che io ho rovinato rispondendo a monosillabi. E' tutta colpa di Haymitch, se solo me ne fossi stata in casa tutto questo non sarebbe mai successo. Non sarei stata costretta a scontrarmi con la freddezza di Peeta e a vedere Delly avvinghiata a lui.
Presa dalla rabbia mangio un po’ di coniglio mezzo bruciato e poi mi butto su divano, pregando che le mie palpebre si chiudano il prima possibile. Ma quando succede davanti a me appare il viso di Peeta, i suoi bellissimi occhi azzurri, la sua bocca morbida, i suoi capelli biondi; vorrei toccarli, vorrei accarezzare i suoi lineamenti, per soffermarmi poi sulla bocca, adoro il tocco caldo della sue labbra. Tendo le braccia ma davanti a me c’è solo il vuoto e una consapevolezza m’investe: non potrò più farlo, dopo oggi mi rendo conto che è davvero finita per lui.
Gli occhi cominciano a pungermi, mi alzo e corro fuori dove una calda brezza mi scompiglia i capelli. Alzo lo sguardo e vedo che sta per arrivare un temporale estivo. Non importa, in casa mi sento soffocare. Mi avvio verso il bosco e quando arrivo ai margini, mi accorgo che presto ci sarà troppo buio per camminare. Al ritorno rischio di rompermi una gamba dopo dieci passi. Così mi accascio contro un albero, e rimango lì, immobile, fissando l’oscurità di fronte a me, in attesa che il temporale mi obblighi a ritornare alla cruda realtà.
Ma non è il temporale a farlo, perché, non saprei dire dopo quanto, sento dei passi incerti dietro di me. C’è solo una persona che riesce a muoversi così poco silenziosamente.
“Che cosa ci fai qui? E’ pericoloso per chi non conosce il posto.” Dico mentre mi alzo. Quando mi giro, vedo Peeta in piedi di fronte a me. Il mio battito accelera.
“Ero alla finestra e ti ho vista venire verso il bosco. Poi non tornavi e… sta arrivando un temporale.” Dice indicando un punto indefinito del cielo.
Non voglio. Se la sua gentilezza è l’unica cosa che può darmi, non la voglio. Voglio tutto di lui o niente. Altrimenti non riuscirò mai a rassegnarmi.
“Scusa se ti ho disturbato. Sarà meglio che rientri comunque.” Aggiunge vedendo che io non dico nulla. Poi si gira per andarsene.
“Peeta aspetta!” urlo mentre cerco di mettere ordine nei miei pensieri.
Peeta si ferma e quando si gira, riesco a scorgere nei suoi occhi dolore e rabbia. “Perché sei tornata?” chiede cercando di tenere salda la voce.
Capisco che questa è la mia ultima possibilità. Non sono mai stata brava né con le parole né a esprimere i miei sentimenti. Se voglio che Peeta capisca mi rimane un’ultima arma: la sincerità.
Così faccio un bel respiro e dico: “Per te.”
“Perché?” chiede fissandomi.
Sincera. “Volevo vederti.”
“Sei stata te a lasciarmi.” La sua non è una domanda.
“Lo so.” Dico sostenendo il suo sguardo.
“Sei stata te a dirmi di farmi una famiglia con un’altra donna.” La sua voce si alza di un tono.
“Lo so.” Dico mordendomi il labbro.
“ Sei qui per dirmi che hai cambiato idea riguardo ai figli?” chiede scettico.
Sincera. Sincera. Sincera. “Non lo so.” Rispondo in un sussurro.
Peeta annuisce. “Capisco” dice infine con un sorriso rassegnato.
Un tuono scoppia sopra di noi e quando Peeta alza gli occhi, vedo una determinazione che non c’era prima.
So cosa sta per dirmi. E’ finita. Ha trovato una donna che è ben felice di dargli tutto quello che lui ha sempre sognato, e che gli dimostra il suo amore più di quanto abbia mai fatto io. Qualsiasi cosa io dica ora apparirà vuota e senza senso.
“Katniss, io…” No. Non voglio. Non Voglio sentirlo. Non potrei sopportarlo.
Prima di rendermene conto il mio corpo si è già mosso verso di lui, le mie labbra premute sulle sue.
Lo sento irrigidirsi al mio tocco, e passano trenta secondi interminabili prima che io possa capire se Peeta ricambierà il mio bacio o no.
 




---angolo autrice---
Ok sono così nervosa per questa parte che non so da dove cominciare! XD dunque, sinceramente, fa cagare? Vi avevo montato così tanto per l'atteso incontro fra Katniss e Peeta che ora sono temo di avervi deluso brutalmente! :'D mea culpa
Per quanto riguarda la storia della perla invece non avevo programmato di metterla, ma poi scrivendo mi è venuta in mente, e lo ammetto l'ho fatto anche perchè volevo trovare un modo per onorare la memoria di uno dei miei personaggi preferiti, cioè Finnick. Certo è solo un accenno, ma io sono ancora traumatizzata per la brutta fine che fa nel libro e mi piace l'idea che Katniss abbia qualcosa sempre vicino che glielo ricordi.
Ah e ritornando alla storia della perla, quando Katniss dice "sempre" volevo che fosse una specie di risposta a una delle mie parti preferite del libro, quando Peeta, alla richiesta di Katniss di stare con lei, risponde "sempre", ma lei se lo ricorda troppo tardi. Però non so se si è capito il riferimento, probabilmente no! XD
Ovviamente ringrazio tutti quelli che continuano a seguire questa storia, e che la commentano, non sapete quanto mi faccia piacere! :)
Ok ora mi ritiro così potete iniziare a insultarmi! :D

p.s: So che non centra niente, ma l'altra sera sono andata a un cinema all'aperto a rivedere Hunger Games, e sono rimasta sconvolta quando ho sentito che chiamano Peeta Piita! Piita!!! La prima volta che ho visto il film non ci ho fatto caso perchè non avevo ancora letto il libro, per questo stavolta ero curiosa di rivederlo per notare le differenze, ma Piita mi è rimasto impresso (insieme al finale che mi ha deluso enormamente ma questo è un altro discorso)! Quindi mi chiedo, solo io sono l'unica deficiente che l'ha sempre chiamato Peeta??? Comunque per me sarà sempre e solo Peeta. :')
  
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