Storie originali > Soprannaturale > Licantropi
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Autore: Becky12    21/08/2012    2 recensioni
Cam e Chelsea sono attratti l'uno dall'altro, appena i loro sguardi s'incrociarono niente ebbe più senso. Dipendevano l'una dall'altra. Anche se Cam pensava non potesse essere possibile che un umano e un Licantropo potessero stare insieme, una sera cedette all'affascinante Chelsea e fecero l'amore, una sera dove la luna piena rischiarava il cielo. Una cosa accadde, una cosa che sconvolse la vita di Chelsea e allo stesso tempo tutti i problemi tra loro sembravano risolti. Sembravano, appunto..
Amore, amicizia, percoli, battaglie, tradimenti e passione dominano questa storia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emozioni.
Chelsea si voltò arrossendo un poco per come, sfacciatamente, l'aveva guardato. Persa in quei pensieri si scordò di cos'era prima che diventasse un fotomodello uscito da una rivista. La domanda che gli tormentava la testa era.. Perché non si era ritrasformato e non l'aveva sbranata? D'istinto ripeté la domanda ad alta voce e Cam, udendola, si era fermato a mezz'aria con la maglietta attorcigliata alle braccia, sospese per aria. 
Le abbassò con cautela e la guardò incuriosito, come se non avesse capito la domanda. 
-Come scusa?
-Non fare il finto tonto con me, cane. 
Aveva le palle le ragazza. Sorrise divertito e s'infilò la maglietta con naturalezza. 
Il gesto fece ardere gli occhi di Chelsea che, dopo poco, si inumidì le labbra. Cam, vedendo l'effetto che faceva su di lei, trattenne una risata e ammirò le sue belle labbra carnose al punto giusto. 
Chelsea tornò all'attacco. 
-Non mi muovo da qui finché non ammetti l'evidenza.
-Beh.. Mi hai scovato, ragazza. Ora perché non urli e non vai a dirlo alla mamma e poi ti fai rinchiudere in un manicomio?
-Ah ah ah. Molto divertente, cagnolino.
-Piantala di chiamarmi così. Sono un Licantropo.
-Ah.. Un licantropoide eh..
-Un li-can-tro-po. Sciocca.
A Chelsea venne un tuffo al cuore quando udì il commento finale. Non capiva come un perfetto (affascinante) estraneo potesse avere questo effetto su di lei. Sentiva di esserci legata, in qualche maniera. 
-Cane. 
Cam non ne poteva più. Sentire pronunciare quella parola da lei, lo rendeva inspiegabilmente triste. Triste e avvilito. Non capiva come una ragazza, un'umana, potesse avere tanto controllo su di lui. Renderlo così fragile e sensibile. Non poteva sopportarlo. 
-Smettila di chiamarmi così! 
Chelsea vide i suoi occhi diventare grigi e tristi e improvvisamente si sentì triste anche lei. Vederlo così e sapere che era stata lei a provocare ciò, la rattristava, ma desiderava che lui si ritrasformasse e o doveva farlo arrabbiare o renderlo triste. A quanto poteva immaginare. 
-Come ti chiami?
-Cagnolone che azzanna le ragazze sperdute nel bosco. 
-Piacere, Chelsea. 
Disse Chelsea trattenendo una risata. 
-Cam.
-Oh guarda, l'iniziale è uguale a ''Cane''! 
Forse era la volta buona. 
Cam, dalla rabbia e dalla frustrazione esagerata, si trasformò e Chelsea ebbe ragione. Guardò la mutazione con occhi curiosi. 
Cam, con sua grande sorpresa, non si voltò e non corse veloce come il vento via, ma rimase lì fermo. Guardò i suoi occhi e tutta la furia si placò, le fiamme dentro di lui si spensero. 
Chelsea piano piano si avvicinò e si accorse di quanto era enorme. Gli arrivava a malapena all'inizio della gamba e, con cautela gli si avvicinò e allungò una mano per accarezzarlo, ma lui, si scostò un poco, per poi cambiare idea qualche secondo dopo. Quando la mano di Chelsea toccò quel pelo folto e morbido chiuse gli occhi per godersi di più quel tocco così piacevole. Chiuse tra le dita un ciuffo completamente bianco e sorrise. Com'era bello. Si avvicinò col viso al pelo per sentire il buon profumo di pini e resina che emanava. Piano piano si avvicinò all'orecchio e le sussurrò:
-Grazie.  
Fece per allontanarsi, ma sentì un ringhio alle sue spalle. 
-Cosa c'è?
Chiese, mentre pensava se l'avrebbe più rivisto. 
Cam spostava lo sguardo da lei ai vestiti. 
-Quindi? 
Cam si ritrasformò un po' in imbarazzo e fece per parlare tutto di fila.
-Non posso tornare così a casa o mio padre penserà che una ragazza pazza mi ha stuprato, perciò tu mi hai fatto incazzare e perciò trasformare e ora tu mi procuri dei vestiti,
Lei, nuovamente ipnotizzata dal suo corpo, non rispose, fissando i suoi muscoli e i suoi magnifici pettorali.
-Asciugati la bocca.
Chelsea si riprese dal trans e portò la mano alla bocca. Aveva ragione. Stava sbavando. Voleva che la terra s'aprisse sotto i suoi piedi e la inghiottisse. Purtroppo la terra rimase sotto i suoi piedi compatta e lei dovette affrontare il tutto. Lasciò perdere argomento sbava e passò oltre.
-Va bene.. Sali in macchina, arriveremo presto. 
-Eh no, si fa a modo mio cara.
Si trasformò nuovamente e si accasciò al suolo per farla salire sulla sua schiena. 
-No, la mia macchina.. Come la vengo a prendere poi? Volando? 
Cam, senza pensarci due volte aprì un contatto mentale con Chelsea. 
''Senti, vedi di muoverti, sono affari tuoi. Attraversiamo il bosco e io ti lascerò al punto più vicino casa tua. D'accordo?
Cosa? Era dentro la sua testa? La cosa la intrigava, così, provò anche lei a comunicare in quella maniera. 
''Va bene..'' 
Acconsentì. Sarebbe tornata fin lì in bus. 
Ma come aveva fatto? Nessun umano poteva avere un contatto mentale con loro Licantropi. Avrebbe chiesto tutto a suo nonno, colui che gli ha tramandato l'essere Licantropo. Mise da parte quei pensieri e fece finta di nulla. 
Con un balzo la loro corsa iniziò. Andavano più veloce del vento e Chelsea rideva e rideva come non aveva mai fatto. 
''Goditela ora. Non accadrà più, Chelsea.''
Aveva pronunciato il suo nome. Il cuore di Chelsea azzardò due battiti in più e sorrise. 
Quando si stavano avvicinando, lui proseguì con più calma e lei poté sdraiarsi sulla sua schiena. 
Il dolce peso di Chelsea sulla schiena di Cam, lo faceva sentire bene. Protetto da una così misera creatura.
''Ecco. Fermo, fammi scendere.'' 
A malincuore si abbassò per farla scendere e, mentre si allontanava, si sentiva male. Si sentiva morire dentro. Pensava alle parole di suo nonno riguardo la loro femmina. 
''Nel preciso istante che guarderai la tua femmina negli occhi capirai che lei è quella giusta. Niente avrà più senso. Dovrai stare con lei giorno e notte. E senza di lei, tu morirai pian piano a causa della sua assenza.'' 
Non si accorse di Chelsea che era tornata con un jeans e una maglietta, così Chelsea ne approfittò per accarezzarle la schiena. 
Lui si voltò. rassicurato da quel tocco. 
''Grazie Chelsea.'' 
Fece per alzarsi con gli abiti stretti in bocca..
''Cam! Aspetta, no.''
Sentendo il suo nome pronunciato dalle sue lebbra, si voltò. 
Chelsea si avvicinò e fece per accarezzargli la testa. Lui si abbassò e lei gli sussurrò all'orecchio, dolcemente..
-Ti rivedrò, Cam? 
  
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