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Autore: paperchimes    22/08/2012    1 recensioni
Tom Hiddleston e Chris Hemsworth, i due tributi offertisi volontari che renderanno gli Hunger Games di quest'anno uno degli eventi più coinvolgenti e strazianti della storia di Panem. (Link della storia originale: http://archiveofourown.org/works/406592/chapters/671704)
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: AU, Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

È solo quando il nome di Nyssa viene chiamato che mi risveglio dalla specie di sogno ad occhi aperti in cui ero finito. Proprio come ieri, arriva all’ultimo minuto. L’ho sentita affrettarsi fuori dalla stanza appena prima dell’intervista del ragazzo del Distretto 6. Non si è unita a me, decidendo invece di aspettare fuori nel corridoio. Una punta di senso di colpa pesa fortemente sul mio petto; non posso che pensare che abbia preso le distanze apposta. Che stesse cercando di mettere in chiaro che non vuole avere nulla a che fare con me.

Così che sia più facile per me lasciarla andare.

“Che bella giovane donna abbiamo!” Sollevo lo sguardo mentre Alucio sorride al pubblico, facendo gesti animosi con la mano a qualcosa fuori dallo schermo. Immediatamente, le telecamere si spostano sulla destra, e in quel momento mi sento mancare il fiato.

Mi ricorda i libri di favole che mia madre mi aveva mostrato quando ero più piccolo. Con indosso un bellissimo vestito di foglie autunnali e seta, guardo rapito Nyssa dirigersi verso il centro del palco, con passi prudenti, come se stesse camminando sul giaccio. I suoi accesi occhi verdi brillano in contrasto al cremisi e arancione, illuminandosi con il suo sorriso quando guarda nella telecamera.

Non posso credere che sia così bella. Sin dai nostri orrendi costumi da albero per la parata dei carri, ho maturato un profondo risentimento nei confronti del nostro team di preparazione, ma adesso vedendo Nyssa così raggiante sotto le brillanti luci dei riflettori, tutto ciò si dissolve.

La loro intervista consiste prevalentemente in Alucio che le domanda della sua vita al Distretto 7, un casuale scambio di battute punteggiato da frequenti complimenti. Le viene chiesto di spiegare brevemente come fanno la carta e racconta di come abbia imparato per conto suo a piegare i fogli a forma di fiori durante il suo tempo libero. Il pubblico è un’abbondanza di ooh e aah, meravigliato dal suo “talento unico”, come Alucio lo definisce.

“Beh, Nyssa, è stato un assoluto piacere averti qui,” dichiara sinceramente dopo una breve occhiata al suo orologio. “E prima che finiamo il nostro tempo, c’è qualcosa che vorresti dire alla tua famiglia a casa?” La sua voce è diventata più dolce nel dire ciò e posso vedere lo sguardo di Nyssa ricadere sui suoi piedi.

“Ehm…” esordisce, non proprio sicura di come cominciare. “Non penso di avere molto altro da dire tranne..” c’è una pausa mentre solleva lo sguardo, i suoi occhi verde foresta spalancati e tristi; brillano di lacrime non versate. Deglutisce. “Ti voglio bene, mamma, ti voglio così tanto bene…” accenna un sorriso triste prima di aggiungere con irrevocabilità, “prenditi cura di te.”

Segue un silenzio pesante.

Nessuno dice nulla, nemmeno quando il cronometro suona. Lo stesso Alucio non pronuncia una parola, le sue labbra adesso serrate in una linea sottile. Anche i bisbigli nella sala di attesa si sono spenti.

Una veloce panoramica mostra gran parte del pubblico sopraffatta dall’emozione, mani tremanti mentre si aggrappano fermamente alle persone care accanto a loro. Faccio un profondo respiro. Quello che ha fatto Nyssa è qualcosa che molti tributi hanno preso in considerazione di fare, ma non hanno mai portato a termine. È un’idea che i mentori hanno sempre cercato di allontanare e  scoraggiare, qualcosa che semplicemente non potrebbe – non dovrebbe – essere fatta. Ma dal modo in cui si è comportata, fino alla fine dell’intervista, Nyssa sembrava pervasa da una ferma certezza che non ha mai accennato a vacillare. Una pacifica sicurezza di essere… pronta a morire. E l’ha abbracciata mentre ha pronunciato quelle ultime parole a sua madre.

Ha detto addio.



L’aura deprimente proveniente dal pubblico non è scemata per nulla, nemmeno quando vengo chiamato sul palco. In qualche modo, sono incredibilmente grato di ciò. Non mi sento tutta la pressione di dover interpretare la macchina da guerra sicura di sé adesso e non penso che il pubblico sia propenso a vedere qualcosa del genere dopo l’addio emozionante di Nyssa.

Nonostante tutto ciò, un motivo allegro irrompe dagli altoparlanti mentre faccio il mio ingresso, un gentile promemoria dagli Strateghi del fatto che non è ammesso il lutto. Che i Giochi sono qualcosa da celebrare. Che non siamo persone o bambini o esseri umani. Siamo tributi.

“Il focoso Chris Hemsworth, spettatori!” Esclama Alucio e circa la metà del pubblico si lancia in un applauso, strappando gli altri dai loro stati d’animo seri. Sono colpito da come la maggior parte di loro sia passata così facilmente dalla tristezza all’esaltazione.

“Adesso veniamo all’intervista che la maggior parte di voi stava aspettando!” Colgo a malapena l’osservazione, lanciando ad Alucio un’occhiata interrogativa. Lascia andare una risata gioviale e prende la mia mano nella sua, scuotendola fermamente. “Povero ragazzo, non si rende nemmeno conto di quanto sia diventato popolare.” Mi dà una decisa pacca sulla schiena e cerco di non caracollare in avanti. Di che sta parlando? Penso che faccia più danno che bene che i conduttori continuino a lodarmi esageratamente in questo modo.

“Chris!!!” Uno strillo acuto proviene da un membro del pubblico. “Ti amiamo!” Sollevo le sopracciglia nella direzione della proprietaria della voce, una giovane ragazza dai capelli blu chiaro.

“Haha, guardatelo, gente!” È il commento bonario mentre mi sistemo sulla mia sedia, completamente scioccato. “Come un cervo di fronte a dei fari.”

Beh, ogni possibilità di ritornare al pretendere confidenza è fuori discussione adesso, immagino; posso praticamente sentire Linwood imprecare.

“Lascia che ti aggiorni su alcune cose, Chris,” dice Alucio non appena le acclamazioni si spengono. “Con il tuo allenamento e tutto il resto, non penso che tu abbia avuto il tempo di venire in contatto con cose triviali come il tuo fanclub,” mi sorride con l’aria di chi la sa lunga e io ricambio, non avendo idea di cosa stia parlando. “Le ragazze sono letteralmente impazzite per te.”

Beh… questa è una novità per me.

“Davvero?” Domando, mostrando platealmente quanto sono sorpreso. C’è un piccolo strillo di approvazione da parte del pubblico e, reggendo il gioco, rivolgo un sorriso nella sua direzione.

“Davvero,” Alucio annuisce. Con l’angolo dell’occhio, vedo gli schermi dietro di noi prendere vita. “La Mietitura, La Parata dei Carri,” ricapitola mentre ogni video viene riprodotto sui grandi monitor. Eccolo di nuovo lì, il mio “focoso” sguardo agli occhi di tutti, aspro, tagliente e senza pietà, con ogni parte di me che mostra un killer. Non riesco bene a capire. È questo che attrae le ragazze in questi giorni? Rabbia?

“C’è stato un sondaggio ieri e abbiamo chiesto al pubblico di votare per chi pensassero fosse “il tributo più sexy dell’anno”,” mi fa notare. “E tu, ragazzo, hai ottenuto una vittoria schiacciante.” Sugli schermi si accende una classifica animata con la fotografia di ogni tributo posizionata accanto a punteggi gradualmente crescenti. Quando i numeri smettono di crescere, sollevo le sopracciglia. Sono in testa di circa qualche centinaio di voti.

“Oh wow…” non riesco a trattenere una piccola risata per l’imbarazzo. “Non avevo idea di poter piacere così.”

“Cosa?” È l’esclamazione scioccata di Alucio. Si posa una mano sul cuore come se avessi detto qualcosa di incredibilmente assurdo. “Stai dicendo che le ragazze nel tuo distretto non si gettano ai tuoi piedi a destra, manca e in centro?”

“Io…” a pensarci bene, non ho mai prestato molta attenzione alle ragazze, o a qualsiasi altra cosa tranne che prendermi cura di Liam; ma questo non posso certo dirlo. “Sono sempre stato occupato…” spiego prima di aggiungere velocemente come per un ripensamento, “con il lavoro.”

“Già lavori, Chris?” Sembra sorpreso di questo fatto.

“Sì, da quando avevo sedici anni. Lavoro con i boscaioli,” scrollo le spalle.

“Quindi abbatti alberi?” No, li acconcio con fiocchi e merletti. Mi rimangio la battuta sarcastica.

“Più o meno.”

“Che tipo di alberi?” Le sue domande stanno diventando leggermente ridicole adesso. Nonostante ciò, rispondo. Almeno abbiamo qualcosa di cui parlare.

“Non so… querce… pini… a volte sequoie,” li elenco. Ha almeno un significato nell’ottica dei Giochi?

L’eccitato “oooohhh” e l’applauso dal pubblico mi colgono di sorpresa.

Improvvisamente, capisco. Giusto… nessuno di loro ha mai lavorato un giorno nella sua vita. Sono il tipo di persone ignoranti e viziate che considererebbero allacciare più di sette bottoni di fila un “lavoro duro”. Mi trattengo dall’aggrottare il viso. Non è il momento di mostrare il mio disprezzo; devo essere un affascinante, ignaro rubacuori. Il tributo per cui gli sponsor spenderebbero grandi quantità di denaro. Un sorriso si allarga sul mio volto.

Posso battere Tom al suo stesso gioco.

“Adesso, Chris, correggimi se mi sbaglio, ma quattro anni fa, tuo fratello era seduto su quella stessa sedia,” dice Alucio e sento il sorriso spegnersi sulle mie labbra.

“Sì,” mormoro, non gradendo la direzione che sta prendendo il discorso. “È vero.”

Il chiacchiericcio del pubblico si spegne adesso, tutta l’attenzione rivolta sul palco. Mi mordo il labbro mentre il pavimento luccicante emana una miriade di colori brillanti, gli schermi dietro di noi di nuovo accesi. Anticipando quello che sta per seguire, chiudo gli occhi.

“Allora, Luke, come ti senti? Sicuro?”Sussulto quando la voce di Alucio, leggermente increspata, crepita dagli altoparlanti. I miei occhi si aprono ma non voglio girarmi verso gli schermi; so esattamente cosa il pubblico sta guardando. Mi si stringe la gola.

“Vorrei esserlo, Alucio,”la risata del mio fratello maggiore mi giunge alle orecchie, facendo stringere la mia mano attorno al rivestimento del bracciolo. Un sospiro di sdegno lascia le mie labbra. Sono passati quattro lunghi anni da quando ho sentito la sua voce per l’ultima volta.

“Quale consideri essere la tua motivazione per i Giochi?”Hanno saltato una parte dell’introduzione iniziale. Lo so anche se ho guardato quest’intervista una volta sola, quattro anni fa, nella stessa notte in cui è stata registrata.

“I miei fratelli,”mi ritrovo a mimare le parole con le labbra mentre le dice. “Liam e Chris. Significano tutto per me.”

Una pausa.

Presumo che la registrazione gracchiante sia finita perché adesso c’è di nuovo un silenzio mortale, pesante e appesantito da blocchi di piombo. Le luci del palco brillano accecanti come sempre, a tal punto che ho paura di diventare cieco. Non distolgo gli occhi però, riluttante per fronteggiare il mare di cittadini della Capitale, per vedere le loro facce truccate contorte in una preoccupazione che non hanno alcun diritto di provare.

Luke non era loro fratello. Non lo conoscevano nemmeno prima dei Giochi. Non hanno alcun diritto di credere di poter mai capire cosa ho passato.

“Chris.” La mia testa si gira di scatto verso Alucio quando pronuncia il mio nome. I suoi occhi pallidi sono tristi e colmi di comprensione. Lo odio ancora di più adesso, disgustato da quanto facilmente le mie emozioni siano state manipolate. Come osa. Come ha osato far vedere quel filmato. Ricordi di innumerevoli notti insonni a tenere stretto il piccolo Liam mi riempiono la mente, pungenti, venefici.

“Sei l’unico tributo – a parte quelli dall’1, il 2 e il 4 – che si è offerto volontario per i Giochi di quest’anno,” esordisce.

“Sì,” mormoro amaramente.

“Il ragazzo che è stato mietuto era Liam, giusto?” La sua voce è dolce, come se si stesse rivolgendo ad un animale ferito. Non mi esprimo a riguardo; ai loro occhi, probabilmente lo sono.

Deglutisco. “Sì.”

“Deve essere terribile,” commenta Alucio e rivolgo il mio sguardo al pavimento. “Il fatto che possa perdere un altro fratello.”

“Non succederà.” Sbraito, incapace di trattenere la rabbia ulteriormente. Traboccante di determinazione, lo guardo dritto negli occhi. “Gliel’ho promesso,” faccio un respiro profondo. “Gli ho promesso che sarei tornato.”

Vedo una telecamera spostarsi proprio mentre pronuncio con rabbia le poche parole successive.

“E manterrò quella promessa.”



“Guardate ragazzi, è Sputafuoco, pronto a bruciare un’altra foresta,” vengo accolto con un sogghigno isolato da uno dei tributi maschili mentre rientro nella sala d’attesa. L’adrenalina scorre ancora nelle mie vene, riverberandosi dal mio petto e sbattendo contro i miei timpani. Le mie mani sono serrate in stretti pugni e ignoro la pressione pungente delle unghie sui miei palmi.

La individuo nell’angolo più lontano, sporta provocantemente verso Facet, circondati dal gruppo dei Favoriti.

Precipitosamente, cammino alla svelta verso di loro, ribollendo di quella che può essere definita soltanto rabbia nero pece. Non ero molto sicuro di nulla questa mattina quando mi sono svegliato, ma dopo quegli infernali tre minuti sotto l’occhio scrutinatore della Capitale, so cosa deve andare fatto. Cosa gli devo dire.

Tom solleva lo sguardo dalle sue dita intrecciate mentre mi muovo, sorpreso di vedermi improvvisamente così vicino. Non gli presto alcuna attenzione e sposto lo sguardo su Marka. Le chiacchiere attorno a noi si spengono come un fuoco domato dalla neve. Per un momento, c’è il silenzio, nessuno di noi prende parola mentre ci fissiamo a vicenda. Esitanti, indagatori, attenti.

Finalmente, faccio un respiro e rompo l’immobilità, dando voce alle parole che ho messo insieme da quando sono sceso dal palco:

“Lo farò…”

Faccio una pausa prima di dichiarare con risolutezza,

“Mi unirò ai favoriti.”





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Capitolo originale: Tumblr - AO3
  
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