Quando riaprì gli occhi, lo scompartimento vuoto del treno
che percorreva la tratta Lima-New York era tutto ciò che lo circondava.
Epilogo
Kurt alzò il
viso con uno scatto e si voltò per guardarsi intorno con aria frastornata e
spaventata, affondando le unghie nel sedile di stoffa.
Non un suono
proveniva dal treno in corsa attraverso le campagne dell’Ohio, né lo
sferragliare delle rotaie, né il tremolio dei finestrini, né voci. Solo un
cupo, spaventoso silenzio.
Cercò di
prendere un respiro profondo per calmarsi, ma gli mancava l’aria e i polmoni,
semplicemente, sembravano vuoti. Cosa stava succedendo? Dov’era Blaine? Perché si trovava nuovamente all’inizio del suo
viaggio, quando ancora- quando ancora-
Blaine.
Era stato
davvero tutto un sogno? Non aveva mai conosciuto Blaine?
Non c’era mai stato niente?
Solo. Sei solo. Solosolosolo.
Kurt si
voltò verso il finestrino, ma fuori non riusciva a vedere nulla; voleva gridare
ed aprì la bocca per farlo, ma non ne uscì alcun suono. Tutto era immerso nel
cupo silenzio, fino a che l’unico rumore in quel mare di nulla non lo costrinse
a voltarsi verso la porta dello scompartimento.
Successero
più cose contemporaneamente: qualcuno mormorò il suo nome da molto, molto
lontano, fece giusto in tempo a scorgere una massa di capelli ricci e la
custodia di una chitarra e poi, semplicemente, cadde nel vuoto, risucchiato dal
nulla.
Kurt
spalancò gli occhi con il cuore che batteva all’impazzata e si tirò a sedere di
scatto, finendo per andare a sbattere violentemente contro qualcosa di molto
morbido, caldo e soprattutto molto vivo.
“Ahi!”
esclamò qualcuno da un punto imprecisato alla sua sinistra; la superficie
morbida su cui Kurt era steso sobbalzò e cigolò pigramente.
Un letto.
Qualcuno si era appena ributtato – o meglio schiantato – a peso morto su un
letto.
Ma che
diavolo stava succedendo?
Una mano gli
artigliò la maglia del pigiama e l’essere al suo fianco vi fece leva per
tirarsi su ed accendere la lampada del comodino.
“Kurt, che
diavolo succede? Mi hai quasi fratturato il setto nasale”
Oh. Avrebbe
potuto riconoscere quella voce tra mille.
“Blaine?” domandò cautamente, il cuore che ancora batteva
forsennato nel petto e la confusione che gli annebbiava la mente.
“E chi
altri, se no, Barbra?” rispose quello divertito,
comparendo nel suo campo visivo.
Kurt si
prese un momento per osservare il viso del ragazzo, facendo scorrere lo sguardo
sui ricci disordinati, gli occhi ambrati socchiusi di stanchezza e
preoccupazione, la linea della mascella.
Dopo di che,
gli buttò le braccia al collo e scoppiò a piangere.
“Ma che-
Kurt, cos’hai?” esclamò Blaine, accogliendolo tra le
sue braccia e stringendolo a sé, mentre le sue mani gli accarezzavano
lentamente la schiena e i capelli in un tentativo di conforto.
Quando Kurt
riprese il controllo di se stesso, e il suo pianto disperato non divenne altro
che una serie di radi singhiozzi, si staccò lentamente da Blaine
per ridere debolmente e asciugarsi il viso.
Una fugace
occhiata alla stanza intorno a lui lo riportò bruscamente alla realtà. Era nel
suo appartamento a New York, Blaine era lì. Andava
tutto bene.
“Io- ho
fatto un sogno assurdo” cercò di spiegare sotto lo sguardo attento e
preoccupato del ragazzo. “Noi non ci conoscevamo, o meglio tu mi avevi visto
alle provinciali ma io no, e non ero mai venuto a spiare la Dalton, ma poi ci
incontravamo sul treno per New York e mi innamoravo di te e tu di me, e Sebastian
– il tuo ex – andava a letto con Dave – il mio ex, e Nick e Jeff avevano una tresca, Blaine, pensa!, e Rachel offriva
il suo utero per i nostri figli e sentivo la voce di Sue Sylvester nella testa
e- e-“ Kurt fece un respiro profondo nel tentativo di riprendere fiato, visto
che Blaine continuava a fissarlo allibito e non aveva
l’aria di volerlo interrompere. “E tu venivi preso per The Phantom of the Opera, maledetto
traditore! E facevamo sesso, più o meno. Ah, addirittura frequentavamo entrambi
la NYADA, assurdo, e-e- ti facevo una
sorpresa. Per natale. Stava nevicando e improvvisamente mi svegliavo ed ero di
nuovo in treno e niente, niente di tutto questo era mai successo. Tu non- non
eri mai esistito, eri stato tutto un sogno, e-e-“
Kurt non
riuscì più a continuare, frastornato dall’enormità di ciò che la sua testa
bacata aveva prodotto. Che razza di sogno era?
Blaine lo
fissò per un altro istante, prima di aprire la bocca e poi richiuderla. Alla fine
ricadde sul cuscino al suo fianco in modo piuttosto melodrammatico.
“Oh, no”
disse con tono lamentoso. “Ieri sera ci siamo ubriacati di nuovo?”
Quando Kurt
non rispose, però, si voltò su un fianco per poterlo guardare e lo avvicinò a
sé passandogli una mano dietro alla schiena.
“Ok”
mormorò, affondando il viso sul suo collo e inspirando a pieni polmoni. Il suo
respiro caldo gli solleticò la pelle e Kurt represse un brivido. “Dai, Kurt, va
tutto bene. Era solo un sogno. Sono qui, non vado da nessuna parte, né sono
frutto della tua mente. Figuriamoci se ti permetto di liberarti di me così
facilmente. Ehi. Sono qui”.
Nonostante
Kurt stesse cercando di non piangere di nuovo, una lacrima scese a rigargli la
guancia.
“Lo so. Solo
che- che-“
Blaine
sospirò e si avvicinò per baciarlo delicatamente sulle labbra, calde e morbide
come lo erano sempre state.
“Siamo Kurt
e Blaine e viviamo insieme da quattro mesi in un
minuscolo monolocale dell’Upper West Side” sussurrò
ad un soffio dalle sue labbra, un lieve sorriso ad illuminargli il volto. “Ci
siamo lasciati tre volte nel corso del mio ultimo anno di liceo al McKinley; la
prima perché tu sei venuto a New York ed io ero un idiota, la seconda perché io
non volevo più venire a New York ed ero un idiota, la terza perché Sebastian mi
ha baciato nel bel mezzo di Lima e lui
era un idiota. Mi sono trasferito da te ad agosto dopo la dichiarazione più
assurdamente romantica che la mia mente potesse concepire – non negarlo,
piangevi come un bambino – e ora frequento la NYADA con Rachel
Berry la pazza, che ancora non ha offerto il suo utero per i nostri figli”
Fece una
pausa per scendere a baciargli la mascella, poi la punta del naso.
“Tu sei una
sorta di stregone-apprendista-tuttofare alla redazione di Vogue ed il tuo capo
è un vero incubo, tanto che abbiamo costruito insieme una bambolina vodoo con le sue sembianze. Abbiamo fatto sesso quattordici
volte negli scorsi quindici giorni, ogni tanto ancora indossi il mio anello
fatto di carta di caramelle, ti ho fatto i cookies proprio ieri mattina e ti amo da morire. Stiamo insieme da
quando abbiamo sedici anni perché mi hai fermato su quella scalinata e io da
allora ho avuto occhi solo per te e tra una settimana andremo ad adottare un
gatto da viziare come se fosse un figlio ”.
Stavolta fu
Kurt ad avvicinarsi per baciare Blaine, facendo
scivolare la lingua nella sua bocca e stringendolo a sé.
Quando
respirare divenne di nuovo necessario e furono costretti a separarsi, Kurt
sorrise debolmente, ancora un po’ scosso, e si accoccolò sul suo petto.
“Kurt?”
domandò Blaine, il tono di voce improvvisamente
preoccupato. “Non hai dimenticato gli ultimi quattro anni della nostra
relazione, vero? Perché sarebbe un problema”.
Il suono
della risata leggera di Kurt venne attutito dalla maglietta di Blaine; Kurt piegò appena il viso per baciargli la
clavicola.
“Difficile
scordarsi come ti commuovi per un uccellino morto, o i tuoi enormi occhioni
dorati che mi guardano mentre decoro una minuscola bara” lo prese in giro con
dolcezza. “Oh, eccoti qui! Cercavo uno così-“
“-da una
vita” completò Blaine per lui baciandogli i capelli. “E
non fare il cretino, tu adori i miei occhioni dorati”.
Rimasero
così per un po’, sdraiati su quel letto matrimoniale ancora nuovo e non abbastanza
usato. Il primo a riprendere il discorso fu Blaine.
“Quindi”
esordì, tirandosi meglio a sedere e trascinando Kurt con sé. “Ci conoscevamo su
questo treno e alla fine tu ti svegliavi di nuovo lì? Come se tutto il sogno
non fosse mai avvenuto? Un sogno nel sogno, come – com’è che si chiamava quel
film? Inception?”
Kurt annuì,
poi alzò gli occhi e gli lanciò un’occhiata maliziosa. “Non abbiamo mai finito
di vederlo, vero?”
Blaine
nascose un sorrisino furbo tra i suoi capelli. “No. Ti sono saltato addosso
verso metà”.
Kurt si
sporse per baciarlo e quando si staccò sussurrò: “In ogni caso, appena prima di
svegliarmi qui, credo di averti
visto. Sul treno, intendo. Stavi per entrare nello scompartimento”.
Blaine alzò
gli occhi al cielo. “Chissà, magari la storia sarebbe ricominciata da capo all’infinito!”
“Un po’
cliché, non trovi?” obiettò Kurt scivolando verso di lui per stare più comodo.
Blaine sembrò
prendere la domanda più seriamente del previsto. Kurt lo osservò rifletterci
per qualche istante prima di sorridergli dolcemente. “No, in realtà no. Non è
una curiosa dimostrazione di come non ti liberesti di me nemmeno in un’altra
vita?”
Kurt assecondò
la vocina nella sua testa che gli gridava “bacialo, quel ragazzo è perfetto!”
con estremo piacere. Blaine rise sulle sue labbra e
gli fece scorrere la lingua lungo il labbro inferiore.
“In effetti
sì” sospirò infine, appoggiando la fronte a quella di Blaine.
“Sono sicuro che, in un modo o nell’altro, saresti finito sulla mia strada
comunque”.
Blaine
sbadigliò sonoramente. “Sì, beh. Ringraziamo comunque Puck per averti spedito
da me per posta prioritaria”. Kurt sorrise e si gettò di nuovo sulle sue
labbra, scivolando sotto di lui in modo da ribaltare le loro posizioni e
trovarsi sopra al suo ragazzo.
“Mhm” si lamentò Blaine senza
troppa convinzione, mentre Kurt attaccava fermamente le labbra al suo collo. “Ma
è l’alba, Kurt”. Gli appoggiò le mani sul bacino e lo tirò di nuovo tra le
coperte, dritto tra le sue braccia.
Kurt si
lasciò sfuggire un rantolo dalle labbra e socchiuse gli occhi quando Blaine gli sbadigliò in faccia.
“Hai ragione”
mormorò il controtenore affondando la faccia nel cuscino di fianco al viso del
suo ragazzo. “Dovremmo tornare a dormire”.
Blaine
grugnì e gli fece scorrere languidamente il palmo della mano lungo la schiena.
“Veramente”
sussurrò avvicinandosi al suo orecchio per poi mordicchiargli delicatamente il
lobo. “stavo per suggerire qualcosa come vieni
a fare la doccia con me”. Il suo tono si era fatto inequivocabilmente più
roco e basso all’ultima frase, e Kurt lasciò che il familiare brivido di
adrenalina gli scorresse per tutto il corpo.
Tuttavia, un
ricordo gli salì in mente e scattò a sedere sul letto, osservando Blaine dall’alto in basso.
“Ehi, un momento! Lo dicevi anche nel sogno!”
Blaine si
limitò ad inarcare elegantemente un sopracciglio triangolare e scrutarlo in
viso, prima di annunciare con una scrollata di spalle: “L’avevo detto io che sei tu quello che fa
sogni sconci”.
Kurt scosse
la testa e si piegò per afferrare il suo ragazzo per la maglietta.
“Perciò hanno
inventato la masturbazione?” commentò ad un soffio dalle sue labbra, alzando
gli occhi per lanciargli uno sguardo malizioso. Blaine
si avvicinò quel tanto che bastava per sfiorare il suo naso con il proprio.
“Vedo che
ricordi tutti i dettagli della nostra relazione” lo provocò, scivolando sotto
di lui.
“Non potrei
mai dimenticarti” rispose Kurt,
enfatizzando appositamente l’ultima sillaba.
Blaine si
lasciò sfuggire un sorriso. “E io sono sicuro che anche se non ci fossimo
conosciuti a Lima ci saremmo trovati, prima o poi. Come nel tuo sogno”
Kurt non
rispose, troppo occupato a baciarlo, al momento; stava giusto per staccarlo su
di peso e trascinarlo sotto la doccia, quando una voce molto familiare si
insinuò nella sua testa.
Fammi capire bene, Hummel, sibilò la coach Sylvester, glaciale. Io avrei passato tutto il tempo ad istruirti sui segreti dell’universo
e tu stavi sognando?
Kurt sorrise
sulle labbra di Blaine.
Ma coach, le rispose divertito mentre le mani
di Blaine scivolavano accidentalmente sul suo sedere.
La realtà mi sembra molto, molto meglio.
Non udì la
risposta dell’insegnante, tuttavia, o forse lei non rispose affatto, perché
ehi, Blaine lo stava davvero trascinando verso il
bagno e le sue labbra, il suo viso e il suo sorriso erano tutto ciò di cui gli
importava davvero.
“Blaine?”
“Mhm?”
“Ti amo, lo
sai?”
The end
Note dell’Autrice
Io non lo so
se si capisce, ma uhm. Sì, Kurt si è sognato tutto. Ma non il Kurt dell’inizio
della storia. E’ sempre stato quello vero, quello di Glee.
Quindi quello che segue la storyline di Glee scritta dal vecchio pelatone & Co.
E’ un lieto
fine, ma non è il lieto fine dei miei Kurt e Blaine.
(Che comunque, se rileggete l’ultimo capitolo ed escludete le ultime tre righe,
il loro lieto fine l’hanno avuto lo stesso <3 ).
E’ il lieto
fine dei “veri” Kurt e Blaine. Quelli post-quarta
stagione, per intenderci. Quindi chi ha sognato tutto è il Kurt che HA
CONOSCIUTO BLAINE FIN DALL’INIZIO bla bla bla.
QUESTO in
caso non si fosse capito.
Ora, i
ringraziamenti li lascio per ultimi perché prima vorrei dire una cosa di
estrema importanza.
Questo è
stato l’epilogo di On My Way non fin dall’inizio, è vero, ma dal tipo settimo
capitolo in poi. L’idea del sogno. Dal momento in cui mi è entrata in testa ho
capito che non ci sarebbe mai stato un altro finale all’altezza di questo, per me, e così l’ho lasciato. Ora,
questa è la prima e l’ultima volta che scrivo una cosa del genere perché ha
messo l’angoscia anche a me, ehi, quindi per le mie prossime long siete in una
botte di ferro, fidatevi.
In ogni
caso, che il finale vi sia piaciuto o meno, l’importante è che me lo fate
sapere. Vi prego, anche a costo di massacrarmi di insulti, ma ditemi cosa ne
pensate. Sono apertissima a tutte le critiche perché ok, che gran bastardata,
ma spero che il finale un po’ più diverso del solito vi sia piaciuto lo stesso.
In caso
contrario…peccato, mi rifarò con la prossima storia, spero!
E ora, i
ringraziamenti!
A Fra, che non mi ha abbandonato mai
nonostante le mie infinite pare mentali, che c’è sempre quando ho bisogno di
sclerare e che è semplicemente unica.
E
naturalmente che dovreste tutti ringraziare, perché se non fosse stato per il
fatto che siamo andate a trovarla ad Arezzo, io non avrei mai avuto l’idea di
On My Way in treno. No, aspetta. Forse dovreste prendervela con lei, è colpa
sua xD
Sei
fantastica anche se hai venduto l’anima alla Seblaine,
donna <3
A SereILU, che ha betato una parte di questa storia. Grazie, grazie infinite.
Se la mia prossima storia non farà stilisticamente schifo sarà solo merito tuo.
A Anise, che mi ha
tenuto compagnia nei momenti bui di questa storia tra facebook,
chat e recensioni. Ti devo la vita, visto che le tue recensioni mi hanno sempre
tirato su quando stavo per mollare tutto. Grazie.
A tutte le
ragazze che ho su facebook e che ogni volta
scleravano con me, ridevano con me e piangevano con me. Non avrei mai avuto la
forza di andare avanti, se non fosse stato per tutte voi. Non ho nemmeno la
possibilità di nominarvi tutte, e dimenticherei di sicuro qualcuno, ma…grazie.
Grazie dal più profondo del cuore.
E…beh, come
potevo non lasciarla per ultima?
Ila, lo sai che sei l’altra metà del mio universo folle.
Tu mi hai trascinato qui e tu affondi con il Titanic e il suo capitano, insomma
xD Inutile che mi dilungo in come senza di te non
sarei Selene, o come senza di te non ci sarebbe On My Way. Il problema è che
senza di te non ci sarebbe Elena, punto. Quindi grazie per essere finita sulla mia strada insieme alla tua bassezza, la
tua gatta, il tuo Kurt e la tua follia. Grazie.
Boh, ste
note me stanno facendo piange. Ragazze, ci si rivede alla prossima storia!
Un mare di
baci,
Elena