Il
capitolo sarà più narrativo che introspettivo
rispetto agli altri perché devo smaltire molte cose che non
sarebbero bastati
tre capitoli se avessi ispezionato di più i loro pensieri,
dal prossimo
rivedremo le “menti” dei protagonisti, soprattutto
di Annie.
Il
rating è stato cambiato per i capitoli che si
svolgeranno nell’Arena che saranno abbastanza violenti e mi
sembrava giusto
segnalarvelo.
Scusate
anche per il ritardo, ma ho avuto il blocco
di agosto o qualcosa del genere J
We’re just two lost souls
swimming in a fish bowl.
Si
risvegliò nel suo letto, non riusciva ad aprire
bene l’occhio sinistro che gli doleva.
Tutto
era vuoto intorno a lui, perché non sentiva
niente?
Avvertì
una mano sulla guancia e si costrinse a
stringerla per aggrapparsi a quel calore tanto familiare.
-Annie.-
borbottò.
“Annie
è morta” si disse e il dolore di quella
consapevolezza
colpì il ventre, non una, ma cento volte, un incubo continuo
che lo avrebbe
accompagnato tutta la vita.
Annie
era morta e l’aveva uccisa lui, sentiva ancora
tre le dita il sangue di lei che non si era seccato e sulle labbra il
sapore
ferroso di quello.
Lasciò
la presa sulla mano e si abbandonò di nuovo
al sonno.
-Finnick
non addormentarti, arriveremo tra qualche
ora e devono ancora sistemarti il labbro e l’occhio prima che
le tue signore ti
vedano.-
Tutto
finalmente si fece chiaro, Annie e Mags lo
guardavano sedute sul letto, il sangue che sentiva in bocca era il suo:
Marcus
doveva avergli tirato un pugno o due la sera prima per calmarlo.
-Non
sei morta.- biascicò mentre l’anziana donna
usciva dalla stanza per lasciarli soli.
-Non
ancora.- rispose lei abbassando lo sguardo.
E
il dolore lo colpì di nuovo, ma lui in fretta lo
trasformò in rabbia, perché così tutto
è più facile da gestire.
-Mi
vuoi lasciare da solo? Di nuovo? Dopo tutto
quello che ho passato… credevo ti importasse un
po’ di me!-
-Cosa
vorresti che faccia? Uccidere per poi vivere
sapendo di averlo fatto? Di essere un’assassina? Mi dispiace,
non riuscirei a
sopportarlo.-
Qual
è il confine tra il poter ignorare un fatto e
l’ammettere a se stessi che una cosa accadrà, ma
che non potremo fare niente
per ciò?
È
labile come quello tra una carezza e uno schiaffo,
ma in quel momento a lui sembrava tutto il contrario, si
raddrizzò a sedere e
con un braccio l’avvicinò stringendola.
-Ti
prego, Annie posso procurati tutti gli sponsor
che ti servono, non ti mancherà nulla.-
-Fai
vincere Marcus- gli respirò sul collo
–è un
bravo ragazzo.-
Non
riusciva a credere alle parole che Annie gli aveva
detto la sera precedente, ma le sue orecchie non mentivano, ed erano
anche
rimaste vigili tutto il giorno per aspettare una resa di lei che si
sarebbe
fatta aiutare per vincere i giochi, che non lo avrebbe lasciato solo,
ma quelle
parole non arrivarono.
Dovevano
dare nell’occhio è vero, ma forse “il
troppo stroppia” come si dice.
Marcus
era praticamente nudo se non si contava lo
slip minuto di un grigio sasso ricoperto da piccole conchiglie che lo
facevano
sembrare uno scoglio, e per la scia di brillantini azzurri sul petto,
la
schiena e le gambe.
Annie
era vestita
come il compagno se non per le due stelle marine sul seno che lei
tentava di
staccare con tutta la forza.
-Se
vuoi ti aiuto io!- aveva ghignato il Tributo
maschile del Distretto 1 che si stava godendo lo spettacolino e lei
credendo,
ingenua, che il ragazzo la stesse sul serio sostenendo nella sua lotta
contro
quei demoni colorati era scesa dalla biga che sarebbe partita senza di
lei se
Finnick non avesse avuto la prontezza di rimetterla di peso sul carro.
-Sorridete!-
Mags gridò loro le ultime
raccomandazioni, ma non ce ne era bisogno: Marcus era determinato a
vincere e
sapeva come ottenere consensi dalla gente, se non fosse bastato il suo
aspetto
fisico, e Annie non aveva mai visto tanta gente tutta assieme e
sorrideva
sincera a tutti.
Avevano
riscosso abbastanza successo e dopo che la
stilista di Annie ebbe aiutato la ragazza a tornare in panni normali
salirono
verso il quarto piano del Centro di Addestramento, quello che era stato
loro
designato.
La
mattina successiva iniziarono gli addestramenti e
per quanto Finnick si sforzasse di convincere Annie a provare almeno
qualcosa
riuscì a strapparle solo la promessa che avrebbe provato a
resistere il più
possibile nell’Arena e per questo avrebbe imparato a salire
sugli alberi.
Era
una vittoria a metà quella di Finnick, avrebbe
avuto una minima speranza che lei potesse vincere, e si sarebbe
aggrappato a
quella il più possibile per non cadere, quello che sarebbe
successo dopo al
momento non aveva importanza.
Probabilmente
la cosa che la spaventò di più durante
tutte le sessioni di addestramento fu la cattiveria dei ragazzi di
alcuni
distretti, che, oltre a essere il doppio di lei per altezza e
muscolatura
sembravano intenzionati a squartare con violenza tutti i manichini del
centro.
Lei
dopo aver fatto gli esercizi obbligatori puntò a
quello che le interessava: sul lato della grande sala un largo palo che
simulava un alto albero*, l’istruttrice era simpatica e
professionale e solo
dopo due tentativi era riuscita a salire fino in cima destando un
fischio di
approvazione da Marcus che la guardava dalla vicina postazione delle
lance.
Il
resto della mattinata lo passò ad osservare gli
altri.
La
maggior parte dei tributi aveva meno anni dei suoi,
tre non superavano i tredici, e avevano l’atteggiamento di
quelli che non
avrebbero superato il bagno di sangue iniziale, c’erano
fratello e sorella
dell’8 che non si sapeva con che forza si alzassero la
mattina con la
consapevolezza di non poter tornare entrambi a casa, il tipico
magrolino con
occhiali da sistemare ogni due minuti del 3 e tanti altri che potevano
passare
inosservati, ma quella che la colpì di più fu la
bellezza della ragazza del 5,
due grandi occhi e una folta bionda chioma che le cingeva la vita, una
bellezza
oggettiva, forse, se anche lei fosse stata così Finnick
l’avrebbe guardata
diversamente.
Ma
poi che importava se tanto, qualche settima al
massimo dopo, di lei non sarebbe rimasto che il corpo martoriato in una
triste
bara?
A
pranzo il suo compagno la invitò a sedersi con lui
e quello che era già diventato il gruppo dei Favoriti,
piuttosto assortiti a
dire la verità.
Il
ragazzo dell’1 si chiamava Gold, alto quasi come
Marcus, e con un carattere da leader, Wood il ragazzo del 7 era
riuscito ad
entrare nel gruppo probabilmente
per il
timore che incuteva non solo il suo fisico, ma anche il suo sguardo
parecchio
minaccioso, il ragazzo del 2 e le altre ragazze erano piuttosto
silenziosi
tutto al contrario di Annie che cercava di convincere tutti che il pane
del suo
distretto era il migliore di tutti.
-Dovresti
assaggiarlo- continuava ad intimare a Wood
che la guardava come se fosse di un altro
pianeta –non sai che ti perdi.- continuava dopo aver
aspettato inutilmente un
qualsiasi gesto da parte del ragazzo.
E
via ancora con discorsi sconclusionati, senza
inizio o fine, tra un boccone e un altro, stralci di conversazioni
affogate nel
tacchino o nella crostata.
-Questa
piacerebbe tanto a Mags.- si entusiasmava
dopo il primo morso al dolce.
-Stamattina
avevo ancora dei brillantini tra i
capelli.-
-Perché
siamo vestiti tutti uguali?-
Marcus
continuava a sorriderle, ma gli altri non la
ritenevano altrettanto divertente.
Era
troppo tranquilla, troppo aperta, troppo sicura
di se da non aver quasi toccato neppure un’arma durante tutta
la giornata:
quella ragazza poteva rivelarsi un nemico ostico.
Non
sapevano quanto torto c’era in quelle
supposizioni.
Fu
un susseguirsi di allenamenti fino al pomeriggio
della prova.
Poteva
aspettarsi di tutto lei, ma non di certo la
figura minuta, ma allo stesso tempo minacciosa di Snow che la fissava
seduto
con gli altri strateghi, come neppure il suo 8 guadagnato solo salendo
su
quell’albero finto.
Le
cose per lei non erano collegate da alcun nesso,
da alcuna spiegazione, ma per Finnick sì.
L’intervista
fu meno tragica di quello che lui
pensasse, il buon voto nell’addestramento le era valso molti
complimenti da
parte di Caesar Flickerman che fu molto paziente con lei, e lei si
dilungò su
quanto tutti fossero stati gentili , su come fosse delizioso il cibo e
i
vestiti delle signore e l’intervistatore le
ricordò che se avesse vinto avrebbe
potuto comprare tutti gli abiti che voleva, e proprio lì
dove Finnick si
aspettava un cedimento della ragazza e una dichiarazione sulla sua
decisione di
non uccidere nessuno, Annie gestì bene i suoi sentimenti e
chiese a lui se
avesse visto in giro una giacca con le pinne.
Per
quanto potesse sembrare ferrea e convinta delle
sua decisioni quella sera, l’ultima sera, sembrava
più spaventata e titubante
che mai sul domani.
Avrebbe
perso comunque, lo sapeva, non avrebbe potuto
competere con la prestanza fisica dei concorrenti favoriti, ma poteva
provare a
lottare invece che arrendersi e non combattere per principio, poteva
entrare
nei favoriti che le avevano già chiesto di unirsi a loro,
poteva accettare
l’aiuto di Finnick che non smetteva di fissarla, ma le uniche
parole che le
uscirono dalla bocca furono:
-Non
lasciarmi sola stanotte.-
*non
credo che un albero finto faccia parte dell’addestramento
però a me serviva e allora l’ho inserito.
-Gold,
Marcus, Wood e gli altri sono personaggi che,
visto che Suzanne Collins non ha parlato nei suoi libri
dell’edizione di Annie
(tranne per il ragazzo decapitato e per la pazzia della ragazza
scaturita dopo
i suoi Hunger Games), ho dovuto aggiungere.