17 ANNI DOPO
Raggiunse il punto d cui provenivano le due voci: una malvagia e sibilante, l’altra fredda e distaccata.
- Questa bacchetta è potente, sì, ma… Non come mi aspettavo.
-E’ la bacchetta più potente che esista al mondo, mio signore.
-Sento che non mi appartiene… Tu capisci cosa intendo, vero Severus?
-Sì, mio signore.
-A chi è fedele questa bacchetta, Severus?
-A lei, mio signore.
Il tono di voce del professore era indifferente come sempre, ma tradiva una sorta d’ansia, come di paura.
-No,
Severus, e tu lo sai bene. Una bacchetta deve fedeltà a colui
che la strappa dalle mani del precedente proprietario. E sei stato tu,
Severus, ad uccidere Albus Silente.
Il
Signore Oscuro pronunciò quest’ultimo nome sibilando, le s
allungate e repentine, mentre girava lentamente attorno al suo
servitore.
-Sei
stato un servo fedele, Severus, e mi dispiace doverlo fare… Ma
solo io posso avere il controllo della bacchetta, lo capisci tu questo,
vero?
-Mio signore…
L’uomo dai capelli scuri deglutì, la voce tremava leggermente mentre pronunciava quella sorta di preghiera.
Lord Voldemort agitò la bacchetta orizzontalmente, e uno squarcio venne a formarsi nella gola di Piton.
Il
professore non disse nulla, non una parola, non un lamento. Si
appoggiò al muro, mentre Voldemort ordinava alla sua compagna
strisciante:- Nagini, tocca a te.
Le
accarezzò la testa; il serpente avanzava lentamente verso
l’uomo ferito. Lo attaccò diverse volte, fino a lasciarlo
accasciato al suolo, inerme.
Il signore oscuro accarezzò nuovamente Nagini, e lasciò la stanza, con un sospiro soddisfatto.
Harry,
quando fu sicuro che il mostro se ne fosse andato, corse verso Piton:
il professore, sanguinante e più pallido del solito, faticava a
tenere gli occhi aperti.
Il
ragazzo gli si avvicinò, e premette una mano sulla sua ferita,
per fermare il sangue. Dagli occhi di Piton scese una grossa lacrima.
-Pren…dila…. Ti…pre…go….
-Hermione, dammi un’ampolla, qualcosa, presto!
Raccolse
quell’unica lacrima, poi tornò a premere sulla ferita.
Severus Piton lo guardò intensamente, sul viso dipinta
un’enorme sofferenza.
-Hai…
gli oc…chi… di tua… ma…dre….-
sospirò, prima di appoggiare la testa alla parete. Gli occhi
neri, un tempo vivi ed espressivi, si fecero come di vetro. Era morto.
-Dove… Dove sono?
L’uomo
si guardò intorno: era in una specie di foresta, davanti ad una
casa distrutta. Al suo fianco due figure: una donna, dai capelli rossi,
e accanto a lei un uomo, alto, con dei buffi occhialetti tondi.
-Lily…
La
donna lo abbracciò forte. Finalmente. Piton non riusciva ad
esprimere la sua gioia in quel momento. Sciolse l’abbraccio e
guardò Lily negli occhi. Quei meravigliosi occhi verdi, che si
erano riportati anche nel figlio.
-Ho fatto di tutto per proteggere Harry… L’ho fatto per te, io…
-Sh-
lei sorrise. Com’era bella. Ed era di nuovo lì.
Finalmente. –Lo so. So tutto. Sono talmente content di rivederti!
Dopo un altro, lungo abbraccio, li raggiunse anche l’uomo.
-Severus,-
disse con una voce profonda, calda, allungando la mano –Spero che
d’ora in poi potremo dimenticare tutti i torti passati, e vivere
in pace. Beh, “vivere” per modo di dire.
Suo
malgrado il professore sorrise, e strinse la mano a quell’uomo
tanto odiato, tante volte da lui chiamato “maiale”.
“Tuo padre era un maiale!”
-Ora
dobbiamo andare, Severus.- sussurrò dolcemente la bella donna
rossa –Ma ci rivedremo spesso, d’ora in poi.
-No… non lasciarmi…
-C’è un’altra persona che vorrebbe vederti adesso.
La donna prese a braccetto James, ed insieme sparirono nella foschia. Piton aspettava col cuore in gola.
Finalmente una mano bianca gli sfiorò la spalla. Lui si girò, e vide una ragazza.
-Immagino che tu abbia cambiato idea, adesso.
-Come…?
-Adesso
che hai Lily.- la ragazza si torceva le mani, a disagio. –Speravo
che questo momento non sarebbe mai arrivato… Hai sofferto molto,
morendo?
Severus
non riuscì a nascondere un sorriso di tenerezza.
Accarezzò quella figurina esile, e l’abbracciò.
-Emma.- mormorò, tra le lacrime –Emma.
Lei si mise a piangere, e strinse il suo amato più forte che poteva.
-Sei qui… Finalmente sei qui…
Si asciugò gli occhi.
-Ti ho aspettato tanto.
-Sono arrivato, finalmente.
Con
un bacio sugellarono l’incontro tanto atteso, e Severus
potè dirsi felice. Felice, e libero da ogni
responsabilità. I due esseri che più amava al mondo erano
lì, con lui, e non li avrebbe più persi.
Mai più.