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Autore: DawnRose    28/08/2012    5 recensioni
"Caro Babbo Natale, vorrei..." ehm, no. Non è questa la lettera di cui parla questa storia. "Murtagh: sei licenziato! By Galba" no, non è neanche questa. Pensate a una lettera scomoda, scomodissima (proprio come un paio di scarpe) che più la vuoi mantenere segreta e più finisce pubblicata su una rivista di gossip... Eccola: la nostra protagonista! Riuscira il bel tenebroso Cavaliere Murtagh (si, è proprio lui l'autore di questo pasticcio) a tenerla con sé o il "foglio volante" finirà nelle mani sbagliate? (si, in quelle della premiata ditta Eragon&Roran)
Scopritelo su A Letter. (si col punto, proprio come i Fun. Punto.)
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Galbatorix, Murtagh, Nuovo Personaggio, Roran
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO UNO: MA DOV’E’ MA DOV’E’? QUELLO SCRITTO DOV’E’? MA DOV’E’ MA DOV’E’? CONSEGNATELO A ME!


Il giovane Nick, spia dei Varden, cugino molto alla lontana di lady Nasuada, stava lucidando con poco entusiasmo e ancor meno passione, i corridoi della reggia di Galbatorix, tendendo, con  nonchalance, l’orecchio a ciascuna delle conversazioni di nobili e servi, cercando di individuare qualche informazione che potesse essere utile ai ribelli.
Nick, giovane, aitante e volenteroso, era ben voluto nel castello di Urû’baen ed era noto tra gli schiavi per conoscere ogni pettegolezzo che circolasse tra le buie stanze della reggia.

Ovviamente nessuno immaginava che lui potesse essere una spia dei Varden. In effetti nessuno pensava che quei ribelli avessero trovato il modo di infiltrarsi nella tana del nemico.
Ma Nick, sfruttando la misteriosa tecnica delle personalità multiple (o almeno così amava definirla) era riuscito a fregare il re in persona. Non male per un ragazzo di appena vent’anni.
Intrufolandosi nel covo del re era riuscito a trovare numerosi documenti che attestavano le capacità economiche e militari dell’esercito, nonché rapporti sui Varden e i loro piani redatti dalle spie imperiali, così li aveva rubati (senza sentirsi minimamente in colpa) e li aveva consegnati ad altri alleati che provvedevano a farli ricevere a Nasuada in persona.
Da alcuni mesi conduceva questa vita e ancora non era stato scoperto.
La buona sorte era dalla sua parte.

Il colloquio con Galbatorix era stato noioso. Il re lo aveva rimproverato per l’ennesima volta, ricordandogli che < Eragon ci serve, bla, bla, bla… Saphira ricostruirà la razza dei draghi.. si si sono importanti e tu, idiota (questo lo sottolineava sempre) non dovevi lasciarli andare… come hai potuto, sei in punizione eccetera… >
Parole al vento. Parole già sentite. Parole che non cambiavano quello che provava dentro.
< Ah sì e poi dovremo sbarazzarci del capo dei Varden! >
“Cosaaaa??” Questo gli importava. Molto.
< Certo. Ti interessa forse qualcosa? Lei è un ostacolo. Gli ostacoli devono essere rimossi .>
< Non sarebbe più utile da viva? >
Galbatorix assunse un espressione pensierosa.
< Dici sul serio? Cosa te lo fa pensare? >
“E’ fantastica! Bellissima! Intelligente! Ed è un capo migliore di te!”
< E’ una donna che dimostra notevoli capacità di comando, per non parlare di come è riuscita a trasformare i Varden da un gruppo indisciplinato di ribelli a un esercito organizzato capace di sconfiggere i tuoi militari. O forse te lo sei dimenticato? >
Il re lo guardò storto e, per un momento, parve avere intenzione di rimproverarlo. Poi si calmò e sussurrò:
< Tu, Eragon e Nasuada… un trio perfetto… Credo che tu abbia avuto una buona idea! Con loro due a comando del mio esercitò sarò invincibile. Come se non lo fossi già, ovviamente… >
< Quindi non devo ucciderla? >
“Fa che dica di no, fa che dica di lasciarla in vita…”
< No, Murtagh il Regicida. L’assassinio di Rotghar ti fa onore, anche se, ti ricordo, non dovevi provarci senza il mio consenso. Un re basta, per ora… >

Nick si intrufolò nella camera del Cavaliere rosso, o ragazzo-dagli-occhi-tristi come lo chiamava suo padre. In realtà il giovane non lo considerava poi tanto triste, visto che quelle poche volte che lo aveva incontrato o era ubriaco, o aveva un’espressione sbruffona stampata in viso, ma suo padre, che era stato cameriere di Morzan per molti e molti anni, lo ricordava spesso così.
“Povero ragazzo” sussurrava spesso sconsolato e Nick ogni volta gli chiedeva il perché.
“Lo saresti anche tu se avessi avuto come padre un mostro. E la Signora… ah se lei fosse ancora viva…”
La Signora, così lui aveva soprannominato la moglie di Morzan, era una donna giusta e gentile, in particolare verso la servitù. A suo padre brillavano gli occhi ogni volta che parlava di lei.
“E’ morta troppo presto. Se fosse vissuta giusto un po’ più a lungo, allora Murtagh sarebbe diventato un uomo migliore. Povero ragazzo-dagli-occhi-tristi”
Sebbene Nick non lo considerasse un ragazzo-poi-così-tanto-triste, notava che, al contrario di molti giovani nobili che tormentavano i servi dalla mattina alla sera, lui li lasciava in pace. Anzi, a dirla tutta, non li degnava della minima attenzione.
Si faceva sempre i fatti suoi, ed era per questo che a Nick piaceva.

“Cosa hai fatto?”
“Le ho detto di tenerla in vita?”
“Lo sai: lei preferirebbe la morte a tutto questo”
“Non sopporterei di vederla a morire. Imparerà a conoscermi, impareremo ad amarci!”
“Ne se sicuro?”
“Si accorgerà che non sono malvagio, le dirò che non sono Galbatorix e che il nome di mio padre non significa nulla. Se si fida di Eragon si fiderà anche di me!”
“Come farai a convincerla?”
“Ancora non lo so”
 “Potresti farle leggere la lettera e giurale che ogni parola che le hai scritto è verità!”
 “La lettera… hai ragione! Grazie Castigo!”
“Ehm… di niente?”

Nick si guardò intorno. La camera di Murtagh era arredata in maniera essenziale: lo colpirono un letto a baldacchino, un mucchio di abiti scuri ben lavati e una sella di dimensioni spropositate che immaginò fosse destinata al suo drago.
Su una parete campeggiava il ritratto di una donna bellissima dagli occhi grigi e immaginò che quella dovesse essere la Signora tanto adorata da suo padre.
Sullo scrittoio di Murtagh trovò una pila di documenti segretissimi che pareva invitarlo ad allungare la mano. Fece scorrere qualche carta:
“Rapporto sulle attività dei Varden- Dras Leona”
“Resoconto dei commerci – Teirm”
“Testimonianze su Eragon”
“Testimonianze su Roran”
La giovane spia decise di arraffarne quanti più poteva. Nasuada sarebbe stata fiera di lui! Ne era certo. Stava quasi per andarsene quando notò la lettera appoggiata sullo scrittoio.
‘Al capo dei Varden’ vi era scritto.
Nick si incuriosì. Cosa ci faceva quella lettera lì? L’avevano rubata? Probabile.
Al capo dei Varden… una lettera per Nasuada in persona. Questo significava solo una cosa: piani importanti. Cose che non si dovevano sapere.
“Mi dispiace, caro Galbatorix” notò che la lettera era ancora chiusa “Ma non scoprirai mai i piani segreti dei Varden!”
La prese, ma non la lesse in quanto credeva che fosse destinata solo e solamente a Nasuada. Non voleva intromettersi in cose più grandi di lui. Rischiava la vita ogni giorno, e questo bastava.
Prima di andarsene ringraziò mentalmente Murtagh.
“Grazie mille ragazzo-dagli-occhi-tristi-ma-non-troppo, sappi che lasciando in bella vista la lettera hai compiuto una buona azione. Forse c’è un po’ della Signora anche in te!”
Rapido com’era entrato, uscì dalla stanza.

Murtagh rientrò nella sua stanza, ancora preoccupato per il colloquio con Galbatorix.
“Almeno sei sicuro che Nasuada sopravvivrà”
“Bisogna pensare positivo, no?”
“Sei tu quello che si deprime sempre”
“Ah, credi di essere spiritoso Castigo?”
“Certamente più di te!”
Il giovane avanzò verso lo scrittoio, con l’intenzione di far sparire la lettera fino a quando la sua legittima destinataria non sarebbe giunta da lui. La pila di documenti sembrava essersi abbassata, per fortuna.
A un certo punto, cercano la lettera, strillò:
“Nooooooooooo!!”
“Che è successo?” chiese Castigo
“Una cosa terribile!”
“Sul serio?” il drago aggiunse poi, in tono sarcastico “E poi dici che non ti deprimi…”
“Zitto te! La lettera è sparita!”
“Come sparita?”
“Non c’è più! Era qui, l’avevo appoggiata qui!”
“Sei sicuro? Guarda bene…”
“Ho già controllato… Ma dov’è? Ma dov’è?”
“Quello scritto dov’è? Ma dov’è ma dov’è consegnatelo a me!” canticchiò il drago rosso.
“Castigo, non è il momento. Se Galbatorix ci scoprisse…”
“Non credo che si offenderà per il “Pernacchio”. Reputo ’Reucciocattivuccio’ un insulto peggiore!”
“Non mi preoccuperei per il Pernacchio. Penso sia più grave la parte in cui ho scritto ‘la donna che amo ’. Sai non credo che sarà contento di sapere che il mio cuore arde per il nemico”
“In effetti non andrei certo a dire a Shruikan che Saphira è una bellissima dragonessa!”
“Ma tu puoi farlo! Non è che tu abbia molta scelta, lei è l’unica dragonessa rimasta! Io invece avrei centinaia di donne che sarebbero disposte a stare con me, ma l’unica che voglio è, purtroppo, l’unica che non posso avere…”
 “Dai… non essere triste! Se i Varden vincono…”
“Mi uccideranno”
“Beh… non la penserei così. Comunque hai ragione: quella lettera deve essere trovata! Come facciamo?”
“Posso provare a… non ho la minima idea. E ora?”
“Prova a  interrogare la servitù. Magari qualcuno ha visto chi si è introdotto nella tua stanza!”
“Ma come fai? Hai sempre delle idee così brillanti!”
“Eh eh, io sono un drago. E poi funzionerà di certo: nessuno può rifiutarsi di rispondere a te, Murtagh!”
“Soprattutto perché tu sei in grado di convincere chiunque!”
“Modestamente…”

Nick stava terminando di lucidare il pavimento, in attesa di potersi dileguare con la lettera.
“La notte mi sarà amica” pensò.
Con il buio delle tenebre si sarebbe allontanato da Urû’baen e si recato presso alcuni suoi amici che avrebbero provveduto a consegnare la lettera. Solo allora l’avrebbe fatta franca.
In quel preciso momento, Murtagh, il cavaliere-rosso-occhi-tristi si avvicinò a lui.
 “No… non dirmelo… mi ha scoperto! E ora, come faccio?”
< Salve…e… Signore! >
< Salve. Come ti chiami? >
“Ricordati, la tecnica delle personalità multiple funziona sempre!”
< Jonas Signore! >
< Non chiamarmi Signore! >
< Si Signore >
< Lasciamo perdere… Jonas hai notato qualcuno fuori dalla mia camera? >
< Quale camera, Signore? >
< Quella laggiù! >
< Ah… Signore. Non mi pare… >
“Ma che sto dicendo? Così se vedono qualcuno scopriranno che si tratta di me!”
< Sicuro? >
< No Signore. Ora ricordo bene: un uomo prima e una donna poi, ma i loro volti non li ho presenti. Sa, Signore, ho lucidato il pavimento tutto il tempo! Brilla che è una meraviglia, Signore! >
< Mi sei stato davvero d’aiuto, Jonas. Questa è per te > Murtagh gli porse una moneta d’oro.
< Grazie grazie Signore! >
< Ora torna alle tue faccende >
< Si Signore >
Il ragazzo si allontanò e Nick tirò un sospiro di sollievo.
“Ce l’ho fatta… per stavolta!”

“Niente di fatto”
Murtagh era triste.
“Non ti ha detto che un uomo e una donna sono entrati?”
“Galbatorix ha migliaia di schiavi. Sarà difficile trovarli”
“Cosa ne pensi di quello là? Per me, ci nasconde qualcosa…”
“Quel Jonas? E’ un ragazzo dalla mente semplice, anche troppo, e non potrebbe mai tramare qualcosa contro di noi!”
“Se lo dici tu…”
Murtagh si sporse chiedendosi cose sarebbe successo se la notizia si fosse diffusa.
Una parte di lui voleva che ciò accadesse, voleva che tutti sapessero che l’amore era più forte di un giuramento.
Voleva che si sapesse che amava Lady Nasuada e che né Varden né Impero avrebbero potuto fermarlo.



Angolo autrice: immagino non abbiate mai visto un capitolo con un titolo così assurdo, vero? Il curioso Nick combina già dei pasticci... e murtagh si lancia in alquanto improbabili prove-di-corteggiamento... Ne vedremo delle belle!
Al prossimo capitolo...

Dawn


  
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