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Autore: f_naluST    28/08/2012    9 recensioni
L'oscurità s'impadronì del suo cuore, la sua mente venne offuscata, la sua anima aveva abbandonato il suo corpo.
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Leggende tramandate nel tempo, invogliano i nostri giovani maghi ad addentrarsi tra le mura fredde e spietate della città di Bardeon, la città delle anime perdute.
Si ritroveranno ad affrontare il destino della Luce, una Luce pura che spezzerà le catene dell'oscurità. Una Luce riflessa nelle fiamme dell'amore... e dell'odio.
Ambientata dopo il Time-Skip.
[Pairing: NaLu -principalmente- , Gruvia e GaLe]
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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 Erza irruppe nell'ufficio del Master, tendando di dar voce esclusivamente al suo lato pacato.
«Master! Voglio delle spiegazioni! Perché vuole mandare lì Natsu e Lucy?!»
«E tu perché sei così contrariata della mia decisione?»
«Mi ha detto lei stesso che i visitatori non sono desiderati a Bardeon, la leggenda della luce e il Divoratore di Anime.»
Makarow la guardò inespressivo, apparentemente comunque tranquillo. Poi abbassò le palpebre, riprese la parola.
«Chiama Gray e Lluvia, vi dirò in che consiste la vostra missione.»
L'evasione alla sua domanda, non fu tollerata dalla rossa, che esprimendo visivamente il suo disappunto, fece come le era stato detto.
Gray entrò insieme a Lluvia, abbastanza annoiato già in principio della missione che gli avrebbe affidato.
«Allora, nonnetto. Che dobbiamo fare?» chiese.
«Dovrete trovare il cimelio che permetterà al team di Levy di  entrare negli Archivi segreti.» rispose, non cambiando tono di voce.
«Tutto qui?» domandò Gray, quasi deluso. 
«No. Dovrete fare un'altra cosa, dopo aver trovato il cimelio.» aggiunse.
«Taglia corto.» incalzava il mago del ghiaccio, detestava quando si girava intorno ai discorsi, preferiva che si andasse subito al sodo.
«Seguirete Natsu e Lucy.»
I tre lo fissarono, spaesati. Che senso aveva mandarli appresso a quei due, in squadre differenti? Non potevano semplicemente formare un unico team?
«Perché mai?» chiese la donna dell'acqua. 
Il Master tacque per qualche istante, riaprì gli occhi e li scrutò attentamente. Dubitavano seriamente dei suoi "metodi" di ricerca, si stavano rivelando assurdi man mano che prendeva nuove decisioni. 
Cambiò discorso, però. 
«Negli Archivi vi sono ulteriori informazioni sulla città di Bardeon, informazioni che, si dice, potrebbero addirittura smentire altre voci sulla stessa Bardeon, sulla Leggenda della Luce.» disse questo, voltandosi verso Erza, che aprì leggermente la bocca, in segno di stupore. O, forse, avrebbe voluto rispondere, alludendo a ciò che aveva compreso nella loro precedente conversazione. Ma lì c'erano Gray e Lluvia, e loro non sapevano nulla. Non dovevano sapere nulla. 
Cercò di nascondere il suo impellente desiderio di chiarezza, tuttavia, il mago del ghiaccio percepì la strana desolazione della maga in armatura, non distogliendole gli occhi di dosso. Cosa che, tra l'altro, fece divorare un fazzoletto intriso delle sue lacrime, alla maga dell'acqua, che cominciava a considerare anche Erza come una rivale in amore. 
Si stava creando un silenzio fastidioso, nessuno diceva nulla. Caratterialmente, la sopportazione di Gray è quasi alla pari con quella di Natsu, leggermente più paziente.
«Quindi, dov'è che si trova questo cimelio?» esordì, appena ironico e decisamente rassegnato all'idea di dover salvare Natsu da qualche incombente casino, per l'ennesima volta. 
«Sul Monte Hakobe si trova una caverna, potete chiedere a Macao ulteriori indicazioni[1].»
Annuirono.
«C'è altro?» chiese ancora il moro.
«Nient'altro.» rispose secco il Master. 
Gray e Lluvia cominciarono ad uscire dall'ufficio, Erza rimase sulla sua posizione qualche secondo di troppo, alimentando così i dubbi del mago del ghiaccio. 
 
Intanto, nella sala grande era scoppiata nuovamente una rissa, per una battutina fuori luogo di Gajeel sui presunti "rapporti intimi" che avrebbero avuto Lucy e Natsu, approfittando di essere soli -offendendo tra l'altro Happy, che volò via perché non tenuto in considerazione- beccandosi un pugno in piena faccia dal Dragon Slayer di fuoco. Lucy andò a nascondersi in un angolo remoto della gilda, sperando che nessuno notasse il rossore sulle sue guance e il vapore che fuoriusciva dalle sue orecchie, mentre Levy le dava pacche di consolazione sulla schiena.
«Dai, magari non l'ha sentito nessuno!» cercò di incoraggiarla.
«Levy, tu eri forse più lontana di tutti gli altri. L'hai sentito ugualmente...» rispose amareggiata la bionda. 
Un gocciolone comparve sulla testa della Scripter, si era rovinata con le sue stesse mani. 
 
Erza, Gray e Lluvia, uscirono dall'ufficio del Master, incuranti della lite che si stava svolgendo. Il che, era strano, notò Lluvia. Perché Gray non si era gettato nella mischia com'era solito fare? Perché Erza non era intervenuta, ponendo fine al massacro delle restanti mura cadenti della gilda?
Osservò lui. Teneva le braccia conserte, uno sguardo serio, quasi severo, rivolto alla rossa di fianco, che teneva il suo verso il basso.
«Puoi lasciarci soli un secondo?» disse, freddo come il suo ghiaccio, non voltandosi neanche.
Lluvia si tramutò in pietra, poi si dissolse, facendo come gli era stato chiesto.
Rimasero in silenzio per diversi minuti, nessuno li notò per la troppa confusione, eccetto la maga dell'acqua, che da lontano li osservava, pronta a fulminare Erza con lo sguardo ad un minimo passo falso.
«Che cosa vuoi, Gray?» chiese poi la rossa, spazientita. In quel momento era più irascibile del solito, il suo umore era sull'orlo della catastrofe.
«C'è niente che devi dirmi?» domandò, falso. 
«Niente.» gli rispose secca lei, non mutando la sua espressione.
La guardò per un momento che a lei sembrò infinito, temeva che se l'avesse scrutata ancora per poco, avrebbe colto la chiara amarezza che celavano i suoi occhi, e quel senso di vuoto che, una possibile perdita, avrebbe lasciato.
Poi si mise le mani in tasca, girò i tacchi e fece per andarsene. La sentì sospirare, sembrava sollevata di non dover più subire quello sguardo inquisitore, a cui non avrebbe saputo resistere oltre.
«Sono anche miei amici, Erza.» disse infine. La voce bassa, profonda.
Lei sussultò appena e, analizzando quelle parole, quasi sorrise. Era molto intuitivo, come ragazzo. Lo era sempre stato. Almeno per certi argomenti. 
Mantenne gli occhi fissi su una trave del pavimento. Le grida e il rumore dei vari mobili che si schiantavano sulle pareti -spesso per una pessima mira- divennero flebili, ogni suono era ovattato, eccetto quello della propria voce, mentre rilfetteva. 
Sarebbe stato più semplice, per lei, se almeno Gray fosse stato a conoscenza.
Conoscenza... nemmeno aveva il coraggio di dirla, quella parola. Cominciava ad odiarla, a non tollerarne l'esistenza.
Se le si fosse materializzata dinnanzi, come la Scripter era in grado di fare, l'avrebbe distrutta, equipaggiando la sua armatura più potente, infliggendogli un colpo di tutta la sua forza concentrata. 
E questo avrebbe fatto. Avrebbe lottato contro quella Leggenda, che ai suoi occhi, visto il caso, pareva più come una profezia imminente che annunciava il disastro.
Ancora non riusciva a capire perché il Master aveva chiaramente evitato di rispondere a Gray. 
Voleva tenerle nascosto qualcosa? O semplicemente per la presenza del moro, non voleva proferire niente che potesse portarlo a capire? 
Ripensandoci, era meglio che solo lei sapesse ciò che sarebbe potuto accadere. E se avesse perso il controllo? Se quella temuta verità si sarebbe rivelata troppo pesante, da sopportare, per lui? 
No, non doveva sapere nemmeno lui. 
Assunse l'aria di sempre, si scagliò su Natsu a Gajeel che si sputavano il rispettivo elemento contro, ignorando il ricordo dello sguardo di Gray.

Quest'ultimo, si era seduto di fianco a Lluvia, che rimaneva in silenzio. Solitamente, avrebbe lasciato spazio al suo lato possessivo, ma non le sembrava il caso. Temeva piuttosto che le avrebbe serbato un ennesimo tono freddo, e sentirlo così distaccato le faceva male. 
Si voltò verso di lei, che sobbalzò, portandosi le mani sul petto. 
«Vuoi un panino?» le chiese, completamente indifferente.
Lei si ritrovò con le gambe all'aria. Ma che domanda era? In quel momento, poi! Si sarebbe aspettata qualche anteprima su sciagure prossime a verificarsi, accenni al suo discorso -che, come notò, si basò su interminabili attimi di silenzio e frasi incomprensibili, per lei che non leggeva il labbiale- con Erza o riferimenti alla missione... 
Gli dava forse l'impressione di essere affamata? 
«Se non ti va', dillo. Era per avere compagnia.» rispose ancora freddo, come se avesse un disco inserito al posto del cervello e lui fosse un automa privo di emozioni. 
Eppure, Lluvia ignorò completamente la sua voce, focalizzando i suoi pensieri sull'unica parte della frase che le aveva causato un arresto cardiaco: era per avere compagnia.
Le sembrò impossibile, Gray che voleva la sua compagnia? Di solito la evitava perché la riteneva soffocante, anche se, dal ritorno dall'isola, era meno sulle difensive. 
Fece cenno di "sì" con il capo, le gote leggermente arrossate e un'espressione dolce sul volto. 
Si alzarono, passando accanto a Natsu e Gajeel, terrorizzati dall'aura demoniaca sprigionata dal corpo di Erza. La fissò, ancora. Uno sguardo fugace, con la coda dell'occhio, che lei sentì dietro di sé. 
Cercava di metterle tensione, forse? Pensava che, così facendo, avrebbe parlato? Sapeva che non sarebbe stato facile. Titania era ferma nelle sue decisioni, sicura di tutto ciò che faceva. Se non aveva intenzione di parlare con lui, e se non l'aveva fatto prima, non l'avrebbe fatto nemmeno in futuro. Non facilmente o di sua spontanea volontà, comunque. 
Quindi, lasciò perdere la "lotta visiva", per il momento, e si avviò, con Lluvia, verso il paese per comprarle il panino. 
Non aveva fame, veramente. Ma gradiva allontanarsi da quella situazione, godersi le ultime ore di relax e quotidianità, prima di fiondarsi nella nuova missione e nel prossimo pericolo. 
E, non sapeva spiegarselo, ma voleva passare, quel poco di tempo, in compagnia della maga dell'acqua. 
Da quando erano tornati, si sentiva più legato a lei. Era una compagna di gilda, d'altronde. Una nuova sorella, un'amica che gli aveva salvato la vita, a Tenroujima, mettendo a repentaglio la sua. 
La guardò addentare il panino, in modo goffo e sporcandosi completamente il viso e le mani. Faceva sempre così, come se le risultasse effettivamente difficile mangiarlo. Che c'era di così complicato, poi. 
Era strana, divertente a volte, e... dolce. Apparentemente, lo era. Ossessiva, possessiva, probabilmente una stalker senza rimedio, ma era dolce. 
Gray sorrise, quasi gli scappò. Un sorriso che parve una crepa in una scultura di ghiaccio. Era riuscita a scalfire la sua corazza d'indifferenza, con un panino? Ora era lui che diventava strano. 
Lei, però, non se ne accorse, troppo impegnata a disimpastarsi le dita impregnate di una salsa caramellata. E forse, pensò, era meglio così. Chissà che avrebbe fatto se se ne fosse resa conto!
 
«Questo posto cade già a pezzi senza che voi lo smaltiate con i vostri atteggiamenti primitivi!» sgridò Erza i due Dragon Slayer, che sembravano poco più che due agnellini. 
«S-scusa...» disse Natsu terrorizzato.
«E' spaventosa...» sibiliò Gajeel al compagno di lotta, di fianco. 
 
«Erza sì che sa farsi rispettare, proprio come un vero uomo!» esordì Elfman, elevandosi in tutta la sua potenza e gloria, valorizzando il suo motto.
«Erza è una donna, Elfman!» puntualizzò Mira, sorridendo dolcemente.
«Ehi, nee-chan! Per la nostra missione, dovrai comportarti da vero uomo, mi raccomando!» disse, ancor più fiero di prima.
«Elfman, anch'io sono una donna...» aggiunse lei, mantendendo il sorriso, inarcando il sopracciglio. 
«Non fatemi stare in pensiero!» disse poi Lisanna, spuntandosene da dietro il fratello.
«Stai tranquilla, ci saranno anche Gajeel e Fried, insieme a noi.» la tranquillizzò la sorella.
«Ma Fried sarà impegnato con le rune.» rispose con fare ovvio, l'albina più piccola. 
«Potrebbe bastare solo Levy.» ipotizzò la sorella maggiore.
«Sì... non è che per caso...» Lisanna assunse un ghigno malizioso, avvicinando la mano alla bocca, quasi per soffocare una risatina. Mirajane la guardò confusa.
«...lui ti pppppppppiace?» se ne uscì Happy, sbucato anche lui da dietro il colossale trasformista. 
Mira portò le mani a coprirsi le guance, rosse e calde, tendando di mascherare l'imbarazzo a quell'affermazione. Ora poteva capire cosa provavano le sue "vittime" durante i suoi vaneggiamenti romantici.
«Frieeeeeeeeeeed!» lo chiamò Lisanna. 
Attirato da quella voce squillante, si voltò e vide la ragazza sventolare una mano, in cenno di saluto. Non capiva il perché, ma ricambiò con un cenno del capo. 
Per fortuna di Mirajane, non aveva nemmeno colto il segnale di raggiungerli lì. Lisanna sbuffò, Elfman farfugliava cose su quanto fosse virile salutare con un cenno del capo, Happy si volatilizzò, diretto verso il suo amico rosato.
 
«Quella donna, ma che cavolo di poteri ha?!» si brontolò Gajeel con l'amico exceed.
«Secondo me ha un che di affascinante, una donna ferma e valorosa, proprio come l'Erza di Edolas.» rispose Lily, orgoglioso della compagna.
«Affascinante?» fece l'eco Gajeel. Non sapeva se era schifato, perché Erza poteva sembrargli spaventosa, non affascinante, o concordare con le parole del gatto, dandosi però contro da solo. 
«Chi sarebbe affascinante?» una voce che proveniva da dietro di loro, s'intromise nella conversazione. Entrambi si voltarono: era Levy.
«Tu no di certo, gamberetto!» le rispose Gajeel, ghignando. Se c'era una cosa che lo divertiva, di sicuro era prendere in giro la maga minuta e coglierne ogni sbuffo.
«Che cafone, mica l'avevo pensato!» disse lei stizzita, incrociando le braccia al petto e facendo una smorfia, guardando altrove.
«Secondo me anche Levy ha un suo fascino.» disse il gatto dallo stesso manto di una pantera. 
Levy si voltò a guardarlo, sorridente.
«Ti ringrazio, Lily. TU Sì che sai come essere g e n t i l e.» scandì l'ultima parola, avvicinandosi all'orecchio del ragazzo invaso dai piercing, come se stesse parlando ad un demente o comunque un povero sordo. 
«Vuoi che sia gentile con te, gamberetto?» chiese ironico lui, abbastanza malizioso, perdipiù. 
«Figurati, chi te l'ha chiesto!» rispose acida lei. 
«Hai preparato le valigie?» le domandò poi, all'improvviso. 
«Non ancora, stavo per tornare al dormitorio.» il suo tono era tornato calmo, così come il suo viso. 
«Bene, ora ti darò una dimostrazione pratica della mia gentilezza.» affermò ghignando.
«D-dimostrazione...PRATICA?!» chiese con appena un filo di voce, chiaramente turbata da ciò che di "pratico" potesse fare lui, rude e manesco com'era! 
Si sentì, infatti, sollevare da terra, e prima che se ne accorse, si ritrovò avvolta unicamente dal braccio di Gajeel, che se l'era messa in spalla.
«Mettimi giù, violento narcisista!» gridò appena Levy, mentre picchiettava sulla schiena con i pugni. Probabilmente ci stava mettendo forza, ma per lui erano pari alla puntura di una zanzara.
«Volevi che fossi gentile con te, ora ti risparmio la fatica di tornare a piedi fino al dormitorio!» era troppo compiaciuto, il suo tono, e questo la infastidì. Cominciò a dimenarsi di più, ma l'unica reazione che ottenne, fu la stretta di Gajeel rafforzarsi sui suoi fianchi.
Arrossì, sentendo l'intensificarsi della sua presa. In un certo senso, si sentiva estremamente protetta. E ancor più strano, era che la cosa non le desse fastidio, come invece voleva far credere.
 
«Natsuuuu!» chiamò, l'exceed, il compagno che gli dava le spalle.
«Happy, che c'è?» rispose lui, non proprio interessato a ciò che aveva da dirgli.
«Ho pensato che Charle... aspetta, che stai facendo?» gli chiese, quando lo vide -decisamente- distratto e intento a guardarsi attorno.
«Sto cercando Lucy, l'hai vista?» disse, stavolta era chiaramente attento a ciò che gli avrebbe detto, tant'è che si voltò verso di lui.
«Credo sia tornata a casa, non sento il suo odore. Aye!» 
«Mh... va bene. Grazie!» 
«Di niente! Oh, sì, ti stavo dicendo, riguardo Charle...» cominciò con gli occhi sognanti, ma s'interruppe praticamente subito, quando vide Natsu correre verso l'esterno della gilda. Non l'aveva calcolato prima, non lo stava facendo neanche adesso. Stava per imprecargli dietro, ma il suono della voce della gatta sua amata, lo fece voltare verso di lei.
«Mia dolce Charle!» si avvicinò saltando gioiosamente, pronto ad accoglierla tra le sue braccia. 
Lei lo freddò, sbuffando e voltandosi dall'altra parte. Happy rimase lì, immobile, pietrificato dalla sua freddezza. 
Ripensò a Natsu, invece. Voleva sapere dove fosse Lucy ed era corso a casa sua... assunse un'aria pensierosa, e dopo pochi attimi...
«...Gli ppppppppppppppiace!» esordì, al solito!
 
Natsu, intanto, era quasi giunto sotto casa di Lucy. Intravide il palazzino e aumentò il ritmo della sua corsa, saltò su per il muro e si affacciò alla finestra del suo appartamento, sempre aperta. A volte si chiedeva se non lo facesse apposta per lasciarlo entrare, ma questo dubbio veniva screditato ogni qual volta lei lo cacciasse a suon di calci, da quella stessa finestra. 
S'intrufolò, guardando la grande stanza. Al momento, non era lì. Però c'era il suo profumo. Non il solito profumo della sua stanza, era proprio il profumo di Lucy, del suo corpo. Era pressoché lo stesso, chiunque altro l'avrebbe pensata così, ma il suo olfatto acuto riusciva a distinguerne una leggera fragranza differente. 
Si sedette sul letto e attese che facesse la sua comparsa. Rideva già al pensiero della sua reazione! Se solo lei avesse saputo una cosa del genere, sarebbe stata persino peggore del solito, il che lo fece rabbrividire un istante.
Poi sentì lo schiocco di una porta che veniva schiusa con la chiave, quella del bagno.
Ne uscì una Lucy completamente bagnata, avvolta da un asciugamano ancor più striminzito, i capelli che le infastidivano la fronte e altri le spalle.
Quel profumo era ancor più dolce e delicato, dopo che si faceva il bagno. Come se, immerdengosi in quelle acque colme di flaconi di balsami e ogni tipo di bagnoschiuma, quell'odore si rinnovasse, il suo profumo si accentuasse sempre di più. Forse era per questo che lo distingueva dal resto dell'appartamento. 
Rimase un breve attimo senza fiatare, lei sembrava non averlo visto. Rilassata com'era, aveva gli occhi chiusi e un sorriso quasi ebete stampato in faccia. Teneva in mano una piccola asciugamano, che le scivolò.
Si chinò a raccoglierla, troppo, regalando una generosa vista sul suo prosperoso seno.
Natsu deglutì, spalcando gli occhi. Aveva già visto Lucy in asciugamano, infatti era rimasto impassibile alla sua "entrata in scena", ma non era mai andato "oltre" l'asciugamano. 
Persino qualche sconcio pensierino su certi suoi completi, trovati quà e là in camera sua, ma nulla di ciò gli aveva mai provocato una fastidiosa reazione all'alzabandiera. E sarebbe stato molto spiacevole, se Lucy se ne fosse accorta. 
Rimase un attimo in contemplazione, esattamente quell'attimo in cui lei si rese conto dell'"ospite", sollevando piano il capo. 
La sua espressione era inizialmente sorpresa, divendendo poi furiosa e in seguito, scioccata. 
Non riusciva a spiegarselo, ma Natsu era arrossito. Pensò che probabilmente stava facendo pensieri sconci, e gli tirò l'asciugamano in pieno viso, talmente forte da lasciargli il segno impresso. 
«Che cavolo ci fai qui?!» imprecò lei.
«Me lo chiedi tutte le volte, secondo te?» rispose lui, mentre si massaggiava la parte dolente.
«Beh, non posso darti retta, ora! Devo preparare le valigie, domani partiamo per...»
Si fermò. Ebbe un fremito.
Natsu si alzò di scatto e le fu subito di fianco.
«Tutto bene?» chiese, preoccupato. Le sue iridi nocciolate erano spalcante, fisse sul pavimento, la bocca leggermente schiusa.
«Lucy!» la richiamò lui.
«S-sì, scusa...» peccato che il suo volto traspariva l'esatto contrario delle sue parole, e il Dragon Slayer aveva un talento innato per cogliere ogni emozione nascosta sul viso della bionda.
La vedeva spaventata. Non come quando era in preda alla crisi, quella fu una scena a cui lui si augurò di non dover mai più assistere. Ma aveva paura. Non lo diceva, lo dimostrava.
Istintivamente, le prese la mano, tremava. Lei sussultò, ritirandosi un pò all'inizio.
«Stai tranquilla, Lucy. Andrà tutto bene. Ci sono io con te.» 
Ricambiò la stretta, come se quelle parole fossero l'incentivo migliore per accettare che la sua mano l'avvolgesse.
Sentiva il suo cuore battere appena un pò più velocemente. Gli occhi incatenati ai suoi. Ebbe come la sensazione di poterci sprofondare dentro. Era intensi, neri come la pece. Eppure, in essi vedeva il fuoco della determinazione. La determinazione che alimentava le sue fiamme. 
Il potere di Natsu erano le sue emozioni, e se agli occhi di lei sembrava invincibile, quanto forti potevano essere i suoi sentimenti? Quanto era in grado di amare, quel ragazzo? 
Amare. Natsu l'amava? L'avrebbe mai amata? Secondo Mirajane, sì. Secondo il suo cuore, no. Seppure questo si opponeva a questa verità, perché dopotutto, un pò ci sperava.
Scosse la testa a quei pensieri, si sentiva stupida. Non era il momento per concedersi a simili fantasie, sarebbero partiti la mattina dopo, doveva concentrarsi sulla missione, non poteva, non doveva e non voleva essere di peso a Natsu. Avrebbe fatto del suo meglio per risultargli il più utile possibile, perché, a parte Happy, sarebbero stati soli. Come una comune missione, solo che qui mettevano davvero a repentaglio le loro e le milioni di sorti che vivevano nella città di Bardeon.
Sentì ancora il calore della mano di Natsu sulla sua, vi posò lo sguardo ed entrambi si allontanarono, imbarazzati. 
«S-scusami..!» disse lui, portandosi un braccio dietro la testa.
«N-non ti preoccupare...» sussurrò appena lei, tenendosi stretta la mano con l'altra. 
A quanti gradi era la temperatura corporea del Dragon Slayer? Sembrava gli andasse a fuoco la pelle, e quella della bionda al seguito!
«Comunque...» riprese la parola lui, ancora voltato dall'altra parte e imbarazzato. Invece lei si voltò, curiosa. Caratteristica predominante del suo carattere.
«Io vado, ti lascio prepare...» 
Stava per andarsene, un cenno con la mano, in segno di saluto, stroncato sul nascere dalla presa ferrea di Lucy alla sua giacca.
Si voltò verso di lei, confuso. Forse stava di nuovo male?
«P-potresti...» la guardò, ancora più confuso.
«Cioè... d-dico, se vuoi...» ma che stava dicendo? Parlava a vanvera!
«Lucy, che c'è?» le chiese con totale innocenza, ma a lei sembrò volesse incalzare sulla questione, così sbottò.
«Puoi restare qui con me?» strizzò gli occhi e all'unisono con essi, strinse la giacca. Quando ci si metteva, aveva una forza sovrumana. 
Lui restò immobile qualche secondo, la fissava. Era rossa, sembrava che le sue guance stessero bruciando prepotentemente per l'imbarazzo. 
Si voltò interamente, lei dovette staccarsi, anche per non sembrare più ridicola del dovuto. 
«E' strano che tu me lo chieda.» aggiunse poi, tono indifferente.
«Ho detto "se vuoi", sei libero di andartene!» disse, quasi offesa.
«Va bene!» esordì infine.
«V-va bene? Va bene cosa?»
«Rimango.» sorrise, un sorriso che sovrastava l'intero volto del ragazzo. 
Lo guardò sorpresa, credeva che l'avrebbe presa in giro o detto chissà quale sciocchezza, invece le aveva sorriso e risposto che sarebbe rimasto. 
Si girò di scatto per nascondere l'ulteriore colore purpureo che si era impossessato delle sue gote, sorridendo, quasi intenerita dalla sua spontaneità.
Andò in bagno, si mise il pigiama, e preparò qualcosa da mangiare per entrambi. Quel cibo sarebbe bastato per dodici persone, ma per un Natsu era quasi una quantità indecente. Non si lamentò, però. Del resto, era la prima volta che era stata lei, ad ospitarlo. Se si fosse mostrato scortese, l'avrebbe massacrato e poi scaraventato fuori. 
Dopo una buona mezz'ora, il rosato si gettò con noncuranza sul letto di Lucy, che rimbalzò. 
«Potresti essere più delicato?»
«E' più forte di me, questo letto è comodissimo!» rispose euforico. Per un letto, tanto entusiasmo?
Sospirò rassegnata.
«Scansati.» sembrava un ordine, ma lui le fece subito posto.
«E resta dalla tua parte!» precisò, mentre si accovacciava su se stessa.
«Quanto sei acida!» sbuffò lui, voltandosi dall'altra parte. 
Tuttavia, le loro schiene erano in l'una poggiata sull'altra. Era inevitabile, per quanto il letto potesse essere largo -abbastanza da farli entrare entrambi- con due persone teneva a restringersi. 
Natsu si addormentò praticamente subito, russava in una maniera sconcertante, tant'è che Lucy pensava sarebbe soffocato. 
Più lentamente, anche lei concesse a Morfeo di accoglierla tra le sue braccia. 
Se ne pentì subito.
Sognò ciò che le era stato mostrato alla locanda. Bardeo in fiamme, i suoi abitanti morivano, veniva uccisi, massacrati. Le loro anime... venivano come risucchiate in un vortice. Solo che, quel vortice, erano le fauci di un uomo. 
La stava guardando, mentre divorava l'anima. La puntava col dito. 
"Sei la prossima" gli sentì pronunciare.
Spalancò gli occhi, la fronte sudata e il respiro affannato.
«Che succede?» disse una voce dietro di lei. Per essere riuscita a svegliare Natsu, la sua reazione era stata più violenta di quello che pensasse.
«I-io ho...» cercò di dire, col fiato corto, mentre ormai erano seduti sul letto.
«Hai avuto un'altra visione?» è così che la chiamavano? 
Annuì piano.
«Era come se... la mia anima... la mia anima! Stava divorando la mia anima! Lui... lui se ne cibava!» 
Iniziò a tremare, portò le mani alla testa, come a voler sopprimere quei pensieri.
«Calmati, Lucy! E' normale che tu sia scossa, ma è stato solo un sogno.» cercò di tranquillizzarla, ma lei non sembrava ascoltarlo.
Posò una mano sulla sua guancia, vi si diresse lentamente, in modo tale che lei potesse ritrarsi nel caso in cui, quel tocco, non fosse desiderato.
Puntò il suo sguardo in quello di Natsu.
«Stai bene?» le chiese, sorridendole lievemente.
Annuì ancora. 
«Riposati, adesso.» le disse, ma lei reagì come se le avesse detto di andare al patibolo.
«N-no, io non...»
«Avanti.» aggiunse, era dolce.
Pian piano, lo seguì, ripoggiando nuovamente la testa sul cuscino.
La sentì tremare, non voleva chiudere gli occhi. La avvicinò più a sé, cingendola tra le sue braccia e stringedola.
Le mani di Lucy finirono sul petto di Natsu senza che lei lo volesse. Eppure, era comoda.
Sentì poi una sua mano, carezzarle i capelli, proprio come aveva fatto lei in missione.
Era sorprendente quanto un tocco così delicato, potesse essere la sicurezza migliore che, in quel momento, avrebbe potuto infonderle.
Era lì, con lei. 
Gli si avvicinò ancora, chiudendo poco a poco le palpebre. Nascose il viso nel suo petto, e stavolta concesse a Natsu di cingerla tra le sue braccia, e cullarla nei sogni. Anche lì, si disse, l'avrebbe protetta.
 
 
Chiunque avesse osato varcare le mura di Bardeon, sarebbe stato destinato a soccombere. 
Non vi erano giovani donne, da quando la profezia della Luce fu annunciata al Divoratore. Si cibiva delle anime di pressoché neonate, avrebbe impedito, in qualsiasi modo gli fosse stato possibile, l'avverarsi di quella profezia.

 
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Eccomi!!! >w<

A dispetto -di nuovo- di quello che avevo detto, ho aggiornato prima di quanto pensassi!
Scusate già da ora per possibili errori grammaticali o di battitura, l'ho scritta ieri sera, presa da un momento di "ispirazione" e... ecco qua. u.u

Passiamo al mio monologo di disgusto nei confronti del nuovo capitolo. xD
STRANAMENTE, sono soddisfatta *coro alleluia* della lunghezza, perché rispetto al terzo, è decisameeeeente più lungo. *yeah*

Il resto, vabbé, sto zitta. u_u
Accenni Gruvia, qualcosa di GaLe, addirittura Mira e Fried, coppia che mi è stata "ispiratata" da una recensione (ma comunque non l'approfondirò, credo che il momento più MiraxFried sarà questo.. e lui non ha nemmeno detto niente, perciò. D:) e...
c'è bisogno che lo dico? *^*
La NaLu ha preso un pò di spazio, alla fine.
Credevo che metà capitolo fosse solo quello, quando ho riletto la prima volta. °-°
Temo inoltre, di aver reso Natsu un pò OOC, e anche Lucy... veramente temo di aver reso un pò tutti OOC, con le coppie mi risulterà più difficile, gomen ne. ç_ç

[1]: Si fa riferimento a Macao, visto che nei primi capitoli si era diretto lì in missione. Un Valkan gli aveva inflitto il Take Over, tramutando lui stesso in una di quelle strane scimmie troppo cresciute. La caverna è la stessa, insomma. Per questo ho precisato. :D

Ehm, che altro...

D a l   p r o s s i m o   c a p i t o l o   s i   e n t r e r à n e l   v i v o   d e l l a   s t o r i a . 

Non ho mai provato a scrivere su scene d'azione, spero di non fare schifo e arricchirle il più possibile. D: 
E visto che, come prossimo capitolo si preannuncia più "impegnativo", potrebbero volermici più di quattro giorni, per il prossimo aggiornamento... perciò non vi garantisco niente!

 Ringrazio e concludo! 
Ringrazio, come sempre, chiunque recensisca e abbia recensito sino ad ora. E' merito vostro se l'ispirazione torna più in fretta di quello che pensassi. :') 
Ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite, 7 persone che ringrazio davvero tanto!
Ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite, 17. 17? Non mi aspettavo davvero di essere seguita da così tanti. ç_ç
Tra le ricordate, beh, lì non c'è ancora nessuno. xD 

Vi adoro, tanto. 
Un bacio, e al prossimo aggiornamento! <3


 
  
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