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Autore: sophie_85    12/03/2007    4 recensioni
--- EPILOGO PUBBLICATO ---
Ho provato a scrivere un ipotetico 7° libro, dato che la storia è stata scritta prima della sua uscita. E' la storia dei Harry&co. al settimo anno, passando dall'evoluzione dei loro rapporti, ad una fase più d'azione fino allo scontro finale con Voldemort. Diciamo che seguo le linee generali dei libri di zia Jo, quindi la mia storia parte con Harry dai Dursley, poi va alla Tana, e infine a scuola. La prima parte della storia è più tranquilla e romantica, mentre nella seconda parte entra in gioco l'avventura, con la ricomparsa di Piton, Malfoy e Voldemort.
Chiedo scusa se a volte i personaggi potrebbero acquisire una lieve sfumatura OOC, ma ho cercato comunque di mantenere personaggi e trama il più possibile legati a quelli di JKR, e... Spero vi piaccia! ps: il titolo con cui avevo iniziato a pubblicarla era "Harry Potter e..." e la maggiorparte delle recensioni sonon andate perse quando ho ricominciato a postarla di nuovo dall'inizio, chiedo scusa a tutti per questo.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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“Dammi i tuoi vestiti e poi incatenami. Quando hai finito, cerca di arrivare a quell’angolo, mettiti il mio Mantello dell’Invisibilità e rimani in silenzio. Non aprire bocca per nessun motivo, sono stato chiaro?”
Se fossero stati in un’altra situazione, Malfoy sicuramente gli avrebbe risposto per le rime, ma la determinazione che leggeva negli occhi di Harry, ora così uguali ai suoi, lo portarono ad obbedire in silenzio. Dopo aver sistemato tutto, con un ultimo sforzo Malfoy arrivò all’angolo opposto della stanza e fece appena in tempo a coprirsi con il Mantello dell’Invisibilità che la porta venne spalancata rumorosamente.

- Fine capitolo -




*°*°*°*




Nella cella umida in cui era rinchiuso Draco, fecero il loro ingresso Bellatrix, Voldemort, Narcissa e Piton. Quest’ultimo, attento a non farsi notare, perlustrava con lo sguardo la piccola stanza come in cerca di qualcosa, o meglio, di qualcuno, senza però avere successo. Intanto Bellatrix si era avvicinato a Harry, tirandolo su in malo modo.
“Ti sembra questo il modo di presentarti al tuo padrone, Draco?! Forza, fai un bell’inchino...”
Nonostante avesse preso le identiche sembianze dell’attuale Draco, sembrava che la forza fosse ancora la sua, ma fece comunque in modo di apparire sofferente. Tossì più volte prima di inchinare lievemente la testa verso Voldemort.
“Bene, bene, bene... eccoci qui, Draco. Sono sorpreso della tua resistenza, lo sai? Vieni torturato tutti i giorni, e vai avanti solo a pane ed acqua da più di qualche mese... e nonostante tutto hai ancora la forza di respirare.” La voce strisciante dell’uomo che avanzava verso di lui gli penetrò fin dentro le ossa, facendolo tremare suo malgrado. Poi la voce continuò, ormai stava sussurrandogli all’orecchio “ Ma ti sei comportato male... molto male, non è vero, Draco?”
Improvvisamente Harry sentì un forte dolore sulla guancia sinistra: mentre gli stava parlando, Voldemort gli aveva passato la lama di un pugnale sulla guancia, facendogli un taglio profondo. Harry emise un gemito e Voldemort si allontanò con un ghigno per poi continuare “Non credo che i miei metodi siano molto efficaci per farti capire che io non ammetto fallimenti. E’ per questo che ho fatto venire tua madre... Narcissa,” disse ora rivolto alla donna “Ora puoi finalmente far capire a tuo figlio i suoi errori. Puniscilo.”
La donna, con lo sguardo completamente vuoto, si affiancò al suo Signore e, estraendo la bacchetta, pronunciò con voce atona “Crucio.”
Harry provò un dolore terribile passare per ogni fibra del suo corpo. Si contorceva e urlava tanto che credeva che la sua gola si sarebbe lacerata. Come iniziato, il dolore finì di colpo e Harry si ritrovò faccia a terra, affannato, e con tutte le membra tremanti per il forte trauma subito. Sentì la risata fredda di Bellatrix ferirgli le orecchie e lo sguardo di Voldemort, non ancora soddisfatto, fisso su di sé. Piton, se era preoccupato, non lo stava dando a vedere, restando immobile lontano dalla scena.
“Narcissa, non credo che la lezione sia bastata al ragazzo.”
“Come volete, mio Signore...” La donna sollevò nuovamente la bacchetta. “Crucio.”
Harry si ritrovò nuovamente in mezzo a quel dolore straziante e il desiderio di trovare la morte quasi lo pervase. Quando tutto finì nuovamente, sembrò cogliere un lampo di dolore negli occhi della donna bionda che aveva di fronte, che però svanì subito quando la voce di Voldemort risuonò nuovamente nella stanza. Harry a quel punto fece finta di essere svenuto.
“Severus, controlla se è ancora vivo.” Harry sentì la mano del suo ex professore tastargli il polso. Sentì che il suo respiro, inizialmente affannato, si calmò subito quando sentì il battito del ragazzo. Harry capì che Piton aveva intuito qualcosa. Se fosse stato il vero Draco, forse non sarebbe sopravvissuto neanche alla prima Cruciatus.
“Mio Signore, è praticamente in fin di vita. Se vuole ci penso io a finirlo...”
“No, Severus. Per ora basta così. Potrei avere altri scopi per lui in futuro, grazie alla riuscita della missione della mia cara Bellatrix...” Sentì ancora il suo sguardo su di sé, ma Harry non si mosse. “Andiamo, dobbiamo discutere dei progetti futuri. Severus, per ora assicurati che non muoia, forse potrebbe essermi utile. Bellatrix, Narcissa, noi andiamo al quartier generale.” poi di nuovo rivolto a Piton “Tu raggiungici appena puoi.”
“Sì, mio Signore.” E a queste parole seguì un sonoro crack.
Harry sentì scuotersi. “Potter, sei tu? Stai bene?” A quelle parole, il ragazzo capì che c’era  via libera e aprì gli occhi.
“Sì, professore, sono io, sto bene.”
Piton l’aiutò ad alzarsi. “Ma dov’è Draco?” disse guardandosi attorno.
“Professore, sono qui.” Malfoy si lasciò scivolare il Mantello di dosso, tossendo. Piton lanciò un’occhiata da un ragazzo all’altro, sorpreso. “Potter... devo dire che mi hai sorpreso davvero...” poi, ritrovando il suo solito cipiglio, disse “Comunque ora dovete andare, così formulerò l’incantesimo, e nessuno saprà mai niente. Se ti avesse creduto morto sarebbe stato tutto più semplice, ma è andata così.”
“Professore, ma cosa sta succedendo? Nell’altra stanza ho visto…” La voce rauca di Harry, che ancora aveva le sembianze di Draco, venne interrotta da quella autoritaria di Piton. “Non ora, Potter. Dovete andare. E comunque non ne so molto. Non so neanche quale fosse la missione di Bellatrix, quindi non potrei esserti d’aiuto comunque. E ora basta parlare, andate!”
Harry fece un cenno con la testa, raggiunse Draco, che respirava faticosamente e facendolo appoggiare ad una sua spalla, insieme si Smaterializzarono.

*

A Grimmauld Place la tensione si tagliava col coltello. Era arrivata anche la McGranitt, che insieme a Lupin, stava valutando attentamente la situazione. Ron non era stato fermo un minuto, percorrendo a grandi passi la sala da pranzo, mentre Hermione, pallida, non aveva spostato un attimo lo sguardo dal punto in cui Harry, poco più di un’ora prima, si era Smaterializzato. Improvvisamente la voce di Ron sovrastò il brusio nervoso che riempiva la stanza. “Ora basta! Io vado da lui! L’abbiamo mandato in un covo di Mangiamorte da solo, dannazione!”
Lupin gli mise una mano sulla spalla costringendolo a fermarsi. “Ron, non è il caso di agitarsi così, non ancora. Harry sa il fatto suo, ha davvero fatto passi da gigante, potrebbe farcela benissimo da solo. Non abbiamo il quadro preciso della situazione e se tra un paio d’ore ancora non dovessimo avere sue notizie, allora penseremo a muoverci. Infondo ha con sé il Mantello dell’Invisibilità e tutto il resto. Se se la fosse vista brutta poteva semplicemente Smaterializzarsi nuovamente, non credi?”
“E se quel maledetto ‘Pit’ in realtà avesse organizzato una gran bella trappola? Anche se Harry è migliorato, non sappiamo quanti fossero i Mangiamorte! E se lo stessero torturando ora? E se l’avessero già ucciso?” Il suono di un singhiozzo soffocato lo fermò. Hermione sembrava davvero sconvolta. Ron le si avvicinò abbracciandola premuroso e poi con sguardo deciso disse “Io vado! Non lascerò che il mio migliore amico muoia!” Si stava alzando in piedi, quando l’attenzione generale fu catturata da un sonoro crack. Harry, con ancora le sembianze di Draco, era apparso in mezzo alla stanza, sostenendo malamente il vero Draco, che era svenuto. Nessuno riuscì a dire una parola, anche la McGranitt e Lupin non furono in grado neanche di muoversi. Improvvisamente le sembianze del ragazzo cambiarono, i capelli si accorciarono un poco, scurendosi, e gli occhi passarono dal grigio ghiaccio ad un verde intenso. Appena la trasformazione finì, Harry cascò in ginocchio a terra e Hermione corse verso di lui in lacrime.
“Harry, oh mio Dio, Harry... sei vivo.” disse e con un dito gli sfiorò la guancia ferita “Che cosa è successo? Che ti hanno fatto? Perché avevi le sembianze di Malfoy?”
Harry sorrise appena e, facendosi aiutare da Ron per rialzarsi in piedi, disse “E’ una storia lunga amore mio, ma non piangere, sto bene.” Lupin intanto aveva preso in braccio Malfoy e lo stava portando in una delle camere da letto, mentre la McGranitt si avvicinò insieme a tutti gli altri, per controllare le situazione di Harry. Dopo averlo guardato con l’aria preoccupata, la Preside diede voce ai suoi pensieri.
“Harry... forse mi sbaglio, ma... tu hai subito una Cruciatus, non è vero?” Hermione lo guardò preoccupata.
“Veramente due, ma professoressa, sto bene, glielo assicuro.” Fece cenno a Ron che poteva stare in piedi da solo e, nonostante il sangue che perdeva dal taglio sulla guancia e il colorito pallido, sembrava effettivamente stare abbastanza bene. “Ho solo bisogno di una doccia e di un po’ di riposo.”
Hermione non sembrava dello stesso avviso e infatti con tono grave gli disse “Ma, Harry... Stavi per svenire prima! Non è il caso che vai a Hogwarts a farti visitare da Madama Chips?”
Harry accarezzo i capelli di Hermione cercando di tranquillizzarla. “Ti assicuro che sto benissimo, Hermione. Ho avuto un cedimento per via del viaggio e della trasformazione.” Storse il naso. “E’ terribile quando torni te stesso! Ma per il resto è tutto ok. E’ Malfoy quello che ha bisogno di cure urgenti, hai visto com’è ridotto? Devi dargli a più presto la pozione.” Le diede un bacio sulla punta del naso e Hermione fece di sì con la testa, asciugandosi una lacrima all’angolo dell’occhio.
“Però, signor Potter, preferirei che riposasse prima di farsi la doccia... Non vorrei che l’acqua calda le provocasse un calo di pressione e mi affogasse sotto la doccia.”
Harry sorrise alla Preside. “Come vuole lei, professoressa.” Fece per salire le scale quando la voce della McGranitt lo raggiunse nuovamente. “Dopo devo metterla al corrente di recenti sviluppi.” Il ragazzo fece cenno di aver capito e scomparì su per le scale.

Dopo un’oretta Hermione bussò per la seconda volta alla porta di Harry, attendendo che le rispondesse. La prima volta era entrata e l’aveva trovato addormentato. Aveva un’aria così pacifica che aveva preferito lasciarlo riposare.
Bussò di nuovo, ma non ricevette ancora risposta e allora decise di entrare. Il letto era sfatto, ma Harry non era nella stanza. Si guardò intorno con aria interrogativa, ma vedendo la porta del bagno chiusa, intuì che si stava facendo la doccia. Stava per uscire dalla stanza quando la voce, ancora roca, di Harry la bloccò. “Hermione.”
La ragazza era felice di potergli finalmente parlare, e si girò con un sorriso enorme, che piano piano si spense, mentre il suo viso diventava di tutti i colori.

...oh mio Dio...

Harry era evidentemente appena uscito dalla doccia, goccioline d’acqua ancora gli imperlavano la pelle e aveva solo un asciugamano legato in vita, mentre con un’altro si strofinava vigorosamente i capelli.
“C-ciao Harry, io e-ero solo passata a vedere c-come stai.” Harry le sorrise e fece per avvicinarsi, ma lei per tutta risposta fece un passo indietro.
“Ehi, Hermione...? Tutto ok?” le chiese osservandola curioso, ma quando vide che Hermione, tutta rossa in viso, evitava il suo sguardo, un ghigno gli si dipinse sul viso. “Non dirmi che sei in imbarazzo? Vuoi che mi vesta?” le chiese in tono canzonatorio, e Hermione, come previsto, assunse un’aria offesa.
“Ma che dici! Non sono una bambina, mica mi imbarazzo per queste cose.” disse sostenendo fieramente lo sguardo di lui questa volta, ignorando il bruciore che sentiva sulle guance. Quando faceva così, Harry non riusciva proprio a resisterle, ma provò a stuzzicarla un poco dicendo “Quindi non ci sono problemi se ti chiedo un abbraccio, vero?” gli occhi gli brillavano, sarcastici.
Hermione raccolse la sfida e si avvicinò piano a lui, cingendogli la vita con le braccia, e poggiando il viso sul petto di lui. Harry gli posò una mano sulla schiena, accarezzandola. Dopo un po’ domandò “Hermione, come mai sei così imbarazzata? Cioè, tu non hai mai visto Ron...? Ehm... tu e lui, non avete mai...” Adesso era Harry ad essere di tutti i colori. Hermione gli sorrise e si limitò a scuotere la testa. Harry ridacchiò senza motivo, e Hermione tornò ad appoggiarsi contro il suo petto. Respirò a fondo il profumo di bagnoschiuma che aveva addosso, sospirando rumorosamente contro la sua pelle.
Harry, con voce ancora più roca di quanto già non avesse, disse  “Ehi, tesoro... Fai le fusa? Forse è meglio che mi rivesta...”
Inizialmente sorpresa, Hermione all’improvvisò capì l’effetto che aveva sul ragazzo in quel momento e quella sensazione di potere, la inebriò. Ora nello sguardo della ragazza c’era una strana luce, lo guardò fisso negli occhi prima posare le labbra contro il suo torace, e dargli un bacio tra una parola e l’altra, dicendo “E perché... stai molto bene così, lo sai?”
Harry sembrava agitato. “Dai, amore... io non vorrei che tu ti sentissi obbligata a fare qualcosa per cui non ti senti pronta...” Ma Hermione per tutta risposta, salì dal petto al collo, lasciando una scia di baci, fino a tracciargli il contorno delle labbra con la lingua. Lo riguardò di nuovo negli occhi dicendo “Non faccio mai niente senza aver valutato la più piccola variabile, mi dovresti conoscere...” Lei stessa era sorpresa delle sue azioni. Era tutta rossa in viso e Harry non l’aveva mai vista così intraprendete e così sexy. Non sapeva proprio cosa fare, riuscì solo a balbettare “Ne sei proprio sicura...?”
Per tutta risposta Hermione si avvicinò alla porta e la chiuse a chiave, poi si girò verso Harry con un sorriso malizioso “...E tu?” E si avvicinò a lui sbottonandosi il primo bottone della camicetta.

   
 
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