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Autore: BigEyes    29/08/2012    2 recensioni
(SECONDO CAPITOLO DELLA SERIE: IN THE NAME OF JESUS)
La ragazza si voltò di scatto asciugandosi in fretta la lacrima col dorso della mano. Sentì rumore di passi.
- Lucia sei tu? – domandò, guardando l’interno del soggiorno al buio – Heliu non fare questi scherzi..- continuò, attraversata dall’adrenalina. Deglutì mentre si voltava verso il mare.
Ma di fronte si trovò un ragazzo, appoggiato al balcone con la schiena, con braccia e gambe incrociate
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'In The Name of Jesus.'
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-          Vivevo a Rio de Janeiro. Mia madre mi raccontò che quando nacqui, durante un temporale, i fulmini non smettevano di saettare attorno alla nostra casa. Mi disse che mia nonna aveva invocato gli spiriti dell’aria per consacrarmi al principe di questo mondo.- fece un profondo sospiro – Satana.
La giovane si girò verso Joshua che camminava accanto a lei e  la guardava ad occhi sbarrati.
– perché fece questo? –
Lei si voltò e abbassò il capo sul pavimento a scacchiera. – perché l’ignoranza del bene è un male incurabile. – fece un altro sospiro. Alzò il volto verso Acab che camminava zoppicando, tenendo Ariel tra le braccia.
–        io ho incontrato satana, gli ho parlato e gli ho ubbidito fino…- Thabita si interruppe, si fermò sul posto, iniziando a riempirsi gli occhi di lacrime – fino al momento del vostro arrivo- Joshua, con gli occhi lucidi, le asciugò con il pollice una lacrima che le era scivolata sulla guancia, involontariamente.
-Mi ha chiamata la Regina delle Coste perché il mio compito era quello di adescare i ragazzini proprio sulle coste brasiliane. Promettevo successo e felicità ad un solo prezzo…- inspirò, deglutì portando una mano sulla fronte, massaggiandola con i polpastrelli.
- quale prezzo? – chiese Joshua, ponendosi di fronte a lei. Alzò il volto rigato di lacrime al giovane – il prezzo da pagare era donare l’anima al dio delle tenebre. – prese fiato – molti mi ridevano in faccia e poi accettavano –si morse le labbra, stringendo i pugni ai fianchi – non ..non capivano che era tutto vero- la sua voce altera fece fermare e girare  i ragazzi che li precedevano. - Lo capivano alla prima riunione. Quando dovevano bere sangue animale e firmare col proprio un vero contratto in cui si dichiarava che si donava volontariamente l’anima.
- Ma  perché adesso vorresti venire con noi? Non hai paura di morire? –la ragazza inarcò un sopracciglio. – proprio tu mi fai questa domanda? – lo guardò sottecchi -Dato che adesso voglio essere al servizio della luce e del vostro Dio, non ho più paura.
"ecco.." pensò Joshua.
Vostro. Aveva detto vostro e non nostro. Joshua voleva capirne di più. Il suo cambiamento era stato troppo radicale. – come mai hai voluto seguirci ad occhi chiusi? – mise le mani ai fianchi, facendo un mezzo sorriso.
-          pensi sia stato facile? – disse con sguardo accigliato – se vuoi proprio saperlo era da molto, troppo tempo, che aspettavo di uscire da questo inferno in cui sono entrata non proprio di mia volontà – e indicando Acab –proprio come lui. –
Joshua seguì l’indice e vide Acab fermo, girato in modo tale da permettergli di gustarsi la scena.
 
Lui la guardava soavemente e Ariel, svegliatasi da poco, si strofinava gli occhi, sbadigliando.
-          ehi – esclamò lei sorridendo di sbieco, diventata in poco tempo rossa, quando la curva del sorriso di Acab fece intravedere le fossette – mi faresti scendere?.
-          Perché dovrei? – la guardò inclinando la testa, inarcando le sopracciglia- sto così bene.
-          Ma zoppichi, non puoi portare altro peso! – sostenne la ragazza, sporgendosi per scendere.
-          Se tutti i pesi fossero come te diventerei in poco tempo campione di pesi massimi – le strizzò l’occhio.
Era ancora in pigiama. I pantaloncini blu arrivavano  poco sotto le natiche e la canottiera lasciava fuori l’ombelico. Tentò di allungarla ma invano.
Sbuffò e incrociò le braccia al petto e si sporse  guardare il pavimento fatto di mattonelle bianche e nere. Lui ridacchiò:
-          ok ti farò scendere ma…- con gli occhi furbi fece un mezzo sorriso malizioso
-          ma cosa? – domandò seccata, corrugando la fronte. Il ragazzo le mostrò la guancia e allungò le labbra. La ragazza sorrise divertita. Quello sguardo e quell’espressione da ebete la fecero cedere. Posò le sue labbra sulla guancia di Acab, che donandole un sorriso soddisfatto la fece scendere dalle sue braccia.
-          Ti ringrazio – mormorò lei, mentre le sue mani la tenevano ancora per le braccia e le accarezzavano la pelle.
Il calore che sentiva ogni qual volta la sfiorava era impagabile. Voleva ancora tenerla tra le sue braccia e sentire il suo calore nella notte fredda del suo cuore.
 
-          Acab! – lo richiamò il padre. Lui sbatté più volte le palpebre e scosse la testa, come svegliato da un sogno, immerso com’era negli occhi nocciola della ragazza. – mostraci la via d’uscita – il padre era pallido e si intravedevano le occhiaie per non aver potuto dormire. Il suo respiro era affannoso.
-          Tutto apposto padre? – domandò Heliu con voce preoccupata e con occhi sbarrati, poggiando la mano sulla spalla dell’uomo, il quale si girò facendogli un largo sorriso, mentre le gocce di sudore gli arrivavano al mento. – si ragazzo – sibilò
Lucia si morse il labbro interno, deglutì, si girò di scatto verso i ragazzi e ad alta voce esclamò- ragazzi dobbiamo muoverci! –
-          padre – iniziò Acab, ponendosi di fronte al viso di Max – mi dia il ragazzo, per favore. – supplicandolo. Il padre annuì e gli porse il giovane David ancora in fase di incoscienza.
Ariel vedendo quel suo gesto di compassione, si strinse le braccia al petto, con un sorriso compiaciuto.
 
 
Usciti da quel corridoio un po’ più tranquillo degli altri, probabilmente perché la via d’uscita era vicina, Lucia non smise di guardarsi intorno. Le pareti erano ancora rigate da un liquido verdastro e l’odore acre del sangue ancora si faceva sentire.
-          Questa è l’ultima stanza – disse Acab rivolgendosi ai compagni, mentre saliva gli scalini di marmo bianco che li introducevano in un ampio corridoio dove sul lato sinistro vi erano delle statue e sul lato destro degli specchi.
-          Sembra, molto lontanamente, la stanza degli specchi di Versailles – bisbigliò Heliu, incrociando le mani dietro la nuca. Lucia storse le labbra guardando il pavimento con quelle monotone mattonelle bianche e nere – molto, molto lontanamente, Heliu –
 
Ariel si fermò a contemplare le statue mentre gli amici la sorpassavano. Una in particolare attirò la sua attenzione: raffigurava una giovane donna con mani congiunte, con un velo azzurro sul capo e con gli occhi rivolti al cielo. Vi si avvicinò per osservarla meglio.
 In quel preciso istante Acab sentì una forza che lo obbligava a girarsi indietro. Aveva un brutto presentimento, il suo cuore cominciò a battere e l’adrenalina gli scorreva lungo gli arti. –Jezabel– sussurrò.
Porse il ragazzo ad Heliu, che non capiva cosa gli stesse succedendo.
–        Ma…ma –borbottò, corrugando la fronte.
–        Tienilo senza fare storie – sostenne l'altro, mettendoglielo sulle braccia.
Cominciò a correre verso Ariel, che ascoltava una voce angelica proveniente dalla statua. - Io sono la madre, se ascoltate la madre, ascoltate il Figlio -  Ariel entrò in uno stato di trans, si inginocchiò con il viso rivolto alla visione, che stava materializzandosi sopra di lei, sotto gli occhi attoniti dei presenti.
Gli occhi della statua grondavano sangue, mentre Ariel a mani congiunte era come in estasi e la voce mielata continuava a parlare:
-          Figli pregatemi perché io intercedo per voi, pregatemi…
La donna che si materializzò sulla testa di Ariel aveva dei lunghi capelli castani e gli occhi azzurri ed emetteva una luce celestiale.
-          Pregatemi un corno! – ringhiò Acab, frapponendosi tra la visione ed Ariel, stringendo i pugni e guardandola accigliato. – come va Jezabel? Hai finito la tua missione sulla terra e sei venuta apposta per prenderti Ariel? – incrociò le braccia al petto, sorridendo di sbieco –  non è da te abbandonare una missione così importante per occuparti di un’ anima da due soldi, quando sei occupata con tutta l’umanità.
La donna dal viso celestiale, leggiadra, posò i piedi nudi sul pavimento. Si spogliò della luce e i suoi occhi divennero di quell’azzurro glaciale che caratterizzava tutti gli adepti. I suoi lunghi capelli castani divennero neri come il carbone. La sua lunga veste bianca lasciò il posto a dei pantaloni di pelle attillati e una camicia nera lucida.
Si avvicinò furtivamente al ragazzo leccandosi le labbra, e guardandolo maliziosamente, alzò il mento e disse: - è da un po’ che non ci vediamo caro Acab – sfiorandogli i pettorali con l’indice.
-          sai adesso devo ucciderti, perché hai detto a tutti il nostro segreto – mise il broncio –e mi dispiace tanto dover rovinare un così bel corpo – col dito arrivò agli addominali, ma la mano di Acab le bloccò il polso, stringendoglielo fino a farle digrignare i denti dal dolore. Le si avvicinò all’orecchio e le sussurrò – ti lego nel nome di Gesù Cristo.
La donna si sentì bloccare il respiro da una morsa, cadde a terra rigida come un pezzo di legno, tenendo gli occhi sbarrati,mentre Ariel si stringeva le tempie con i palmi delle mani. In qualche modo le aveva creduto e si era collegata al suo spirito, e il vuoto di Jezabel l’aveva fatta entrare in uno stato confusionale.
 
Acab si accovacciò accanto a lei e quando tese i braccio per accarezzarle la testa
-          Fermo! – gridò il padre, che era giunto dietro le sue spalle. Acab alzò lo sguardo verso di lui e lo fissò con aria interrogativa. – Ariel – il padre si inginocchiò di fronte alla ragazza e le prese il viso fra le mani. – l’unico mediatore fra Dio e gli uomini è Gesù Cristo. Credimi.
La ragazza mostrava i denti serrati, ma credeva, voleva e doveva credere alla Parola di Dio, se voleva essere liberata da quel vuoto.





SALVE A TUTTI
DEVO DIRE CHE IL CAPITOLO NON MI PIACE MOLTISSIMO, MA SPERO CHE POTRO’ SAPERE ANCHE I VOSTRI PARERI. SPERO CHE RECENSIATE IN TANTI.



Baci Baci
BIGEYES
  
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