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Autore: sophie_85    12/03/2007    2 recensioni
--- EPILOGO PUBBLICATO ---
Ho provato a scrivere un ipotetico 7° libro, dato che la storia è stata scritta prima della sua uscita. E' la storia dei Harry&co. al settimo anno, passando dall'evoluzione dei loro rapporti, ad una fase più d'azione fino allo scontro finale con Voldemort. Diciamo che seguo le linee generali dei libri di zia Jo, quindi la mia storia parte con Harry dai Dursley, poi va alla Tana, e infine a scuola. La prima parte della storia è più tranquilla e romantica, mentre nella seconda parte entra in gioco l'avventura, con la ricomparsa di Piton, Malfoy e Voldemort.
Chiedo scusa se a volte i personaggi potrebbero acquisire una lieve sfumatura OOC, ma ho cercato comunque di mantenere personaggi e trama il più possibile legati a quelli di JKR, e... Spero vi piaccia! ps: il titolo con cui avevo iniziato a pubblicarla era "Harry Potter e..." e la maggiorparte delle recensioni sonon andate perse quando ho ricominciato a postarla di nuovo dall'inizio, chiedo scusa a tutti per questo.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Inizialmente sorpresa, Hermione all’improvvisò capì l’effetto che aveva sul ragazzo in quel momento e quella sensazione di potere, la inebriò. Ora nello sguardo della ragazza c’era una strana luce, lo guardò fisso negli occhi prima posare le labbra contro il suo torace, e dargli un bacio tra una parola e l’altra, dicendo “E perché... stai molto bene così, lo sai?”
Harry sembrava agitato. “Dai, amore... io non vorrei che tu ti sentissi obbligata a fare qualcosa per cui non ti senti pronta...” Ma Hermione per tutta risposta, salì dal petto al collo, lasciando una scia di baci, fino a tracciargli il contorno delle labbra con la lingua. Lo riguardò di nuovo negli occhi dicendo “Non faccio mai niente senza aver valutato la più piccola variabile, mi dovresti conoscere...” Lei stessa era sorpresa delle sue azioni. Era tutta rossa in viso e Harry non l’aveva mai vista così intraprendete e così sexy. Non sapeva proprio cosa fare, riuscì solo a balbettare “Ne sei proprio sicura...?”
Per tutta risposta Hermione si avvicinò alla porta e la chiuse a chiave, poi si girò verso Harry con un sorriso malizioso “...E tu?” E si avvicinò a lui sbottonandosi il primo bottone della camicetta.

- Fine capitolo -






*°*°*°*





Bi-bip
Bi-bip
Bi-bip

Hermione, infastidita, si sbrigò a spegnere la sveglia che aveva messo all’orologio, facendo un grande sbadiglio. Era ancora seminuda tra le braccia di Harry, che dormiva pacifico. Hermione sorrise. Adorava guardarlo dormire. Gli diede un piccolo bacio sul mento e poi, piano piano, si sciolse dal suo abbraccio.

...Uff... Stavo così bene! Ma devo dare l’altra pozione a Malfoy, è meglio che mi sbrighi.

Si vestì in fretta e dopo aver scritto un bigliettino ad Harry, glielo posò accanto sul cuscino, gli scompigliò i capelli, e uscì silenziosamente dalla stanza. Si diresse a grandi passi verso una delle stanze degli ospiti, che era stata adibita a infermeria. Entrò, e cercando di fare il meno rumore possibile, si avvicinò al letto di Malfoy. Hermione lo esaminò attentamente. Aveva fasciature, cerotti e lividi ovunque, ma nel complesso sembrava che la pozione del Principe stesse avendo effetto. Doveva cambiargli anche la fasciatura alla spalla, oltre a dargli la pozione.

Speriamo che non si svegli.

Iniziò lentamente a togliergli le bende, quando l’occhio le cadde sull’avambraccio sinistro. Anche lì, sopra il Marchio Nero, c’erano delle ferite, ma non erano recenti. Delle profonde cicatrici solcavano il simbolo di Voldemort, come se Malfoy avesse cercato di strapparselo via. Ma evidentemente la Magia Oscura non viene certo coperta da dei tagli, per quanto profondi siano. Quando Hermione rialzò lo sguardo, due occhi freddi la trapassarono, guardandola con disgusto.
“Non ho bisogno della tua pietà, Granger, né tanto meno che mi cambi le bende. Preferisco morire dissanguato piuttosto che essere toccato da una sporca Mezzosangue!”
Hermione, lì per lì indietreggiò di un passo, ma poi decise di non si lasciarsi intimidire. “Non preoccuparti, Malfoy. Non ti meriti la mia pietà e, viste le tue condizioni, farai meglio a stare zitto e buono se non vuoi che ti pietrifichi per medicarti.” Risoluta, si avvicinò nuovamente e ricominciò a levargli le bende. Draco la osservò interdetto. “Allora perché diavolo lo fai?”
Hermione si alzò, prese la boccetta con la pozione, il disinfettante e delle bende pulite. Quando si riavvicinò a Draco disse “Sicuramente non lo faccio per te, ma per Harry. E’ lui che mi ha chiesto di farlo. E se lui si è preso la briga di farsi torturare al posto tuo, forse sei ancora recuperabile. Bevi questa.”
Draco le lanciò uno sguardo indecifrabile, ma non replicò. Bevve la pozione in silenzio e quando Hermione si avvicinò per disinfettargli la ferita, non si ribellò.
“Ahi! Almeno sii un po’ più delicata, Granger!” disse quando Hermione finì di stringere la bendatura.
“Dovresti solo che ringraziarla, invece di lamentarti! Fossi stato in Harry, non c’avrei pensato due volte a lasciarti lì, nelle mani di Tu-sai-chi.” disse Ron, entrando in quel momento nella stanza.
Draco fece una smorfia di dolore mentre si riappoggiava sui cuscini, ma poi assunse il suo solito ghigno beffardo. “Guarda guarda chi c’è... Weasley! Anche tu sei qui per curarmi? Ne dubito... Non sai preparare una blanda Pozione Soporifera, figuriamoci una di guarigione. Allora forse la tua catapecchia è crollata e ora vivi qui? Oltre ad essere l’ombra di San Potter, sei diventato anche il suo parassita?”
Ron arrossì dalla rabbia, stringendo la bacchetta nella tasca dei jeans. “Come ti permetti, Malfoy! Dovresti solo stare zitto, dopo tutto quello che hai fatto. E’ colpa tua se Silente è morto. Non riesco proprio a capire perché Harry ti abbia portato qui. Doveva lasciarti morire, non ti meriti niente di più. Sei e rimarrai sempre e solo uno schifoso Mangiamorte.”
Un lampo passò nello sguardo di Malfoy e solo dopo qualche istante si sentì la sua voce replicare “Che ti aspettavi, Lenticchia? Io sono un Malfoy, questo è il destino di un Malfoy.”
“Non sono d’accordo con te.” La voce di Harry ruppe il silenzio teso che si era creato nella stanza. Si avvicinò con espressione seria verso il letto di Malfoy e poi continuò “Tu hai scelto diversamente e hai dimostrato che nessun destino è scritto finché qualcuno è disposto a lottare per cambiarlo. E credo che il tuo tirarti indietro nel momento cruciale, nonostante fosse in gioco la vita della tua famiglia, dimostri che in fondo quello che dovrebbe essere il destino di un Malfoy non è poi tanto adatto a te.”
Draco girò la testa dall’altra parte senza rispondere, mentre Ron si gira indignato verso l’amico.
“Harry, ma come fai a dire una cosa del genere! E’ Malfoy, dannazione! Cosa ti fa pensare che sia diventato buono tutto insieme? Si sarà tirato indietro perché avrà avuto paura!”
Harry guardò Ron con sguardo deciso. “Una cosa che ho imparato di recente è che la conclusione più semplice e logica, non è sempre detto che sia quella giusta. Ricordi quello che ha scritto Silente alla fine della sua lettera? ‘Bisogna sempre grattare la superficie perché niente è mai come potrebbe sembrare’ e credo che basti guardare il suo braccio per capire quanto non sia disposto ad obbedire a Voldemort.”
Gli occhi di Ron cercarono il braccio di Malfoy senza capire, ma poi quando vide le cicatrici un’espressione di sorpresa gli si dipinse in volto. Malfoy si tirò su il lenzuolo di scatto per coprirsi e girandosi verso Harry disse “Potrà anche darsi che io mi sia ribellato, ma che cosa ho ottenuto? Se mi riprendono sono più che morto, e molto probabilmente presto anche mia madre e mio padre faranno la stessa fine.”
Harry si avvicinò ancora di più al letto e disse “Non necessariamente, Draco. Dipende tutto da te, da cosa vuoi fare.”
Tre visi scioccati si girarono di scatto verso di lui.
“Come l’hai chiamato?!”
“Come mi hai chiamato?!”
“Ti ho chiamato Draco. E’ il tuo nome, giusto? Silente era un grande uomo e mi ha insegnato che tutti possono sbagliare. E tutti hanno diritto ad una seconda possibilità. Ti do io un’alternativa al tuo destino, come sono sicuro che lui stesso avrebbe fatto. Unisciti a noi. Unisciti all’Ordine. Naturalmente non mi aspetto che diventiamo tutti amici per la pelle, visto che io non piaccio a te, e tu decisamente non piaci a me, ma ti propongo di collaborare con noi. Di combattere questa guerra dalla nostra parte. Allora? Ci stai?”
Harry era maturato davvero tantissimo, sembrava quasi un’altra persona. Continuando a guardare il biondo con fare tranquillo, tese la mano verso di lui. Draco la guardò prima con diffidenza, ma poi la strinse, guardando altrove.
“Va bene, Sfregiato... come se poi avessi altra scelta.” Fece una smorfia. “Ma mi spieghi perché diavolo hai preso a chiamarmi per nome?”
Harry fece un sorriso furbo “Malfoy mi ricorda troppo i vecchi tempi. Ormai più che un nome è un’etichetta e mi ricorda solo che ero convinto che tu fossi un Mangiamorte e l’odio che ti portavo. Non che ora tu mi stia simpatico, ma voglio darti una seconda possibilità in tutto e per tutto. Non pretendo che tu faccia lo stesso, ma gradirei che ti sforzassi ad usare almeno i nostri cognomi.”
Draco sembrava ancora interdetto, ma comunque disse “D’accordo... Potter.”
“Bene, ora che è tutto chiarito, ti lasciamo riposare. Tra tre ore dovrai prendere l’altra pozione.”
Detto questo, uscì prendendo sotto braccio Hermione dandole un bacio dietro l’orecchio, seguito a ruota da Ron, con la faccia ancora sconcertata, che bofonchiava “Manca solo che ci scambiamo i regali a Natale... sono tutti impazziti... io quello lì non lo chiamerò mai per nome...” 

Dopo aver lasciato i suoi amici, Harry si diresse verso la sala da pranzo, dove la McGranitt e Lupin l’attendevano per metterlo al corrente degli ultimi avvenimenti.
“Buonasera professoressa, Remus.” disse Harry entrando nella stanza. Entrambi avevano espressioni tese e l’aria stanca.
“Buonasera, signor Potter. Come sta il signor Malfoy?” chiese la McGranitt sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
“La pozione che gli stiamo somministrando sta avendo degli ottimi effetti. Direi che tra pochi giorni potrà tranquillamente camminare.” rispose Harry, sedendosi in una delle poltrone.
“Bene. E il suo taglio?”
“Dice questo?” chiese il ragazzo portandosi automaticamente la mano sulla guancia. “Credo che purtroppo rimarrà la cicatrice. Ho applicato uno degli unguenti di Madama Chips, ma credo che il pugnale di Voldemort fosse maledetto, o qualcosa del genere, quindi...” alzò le spalle e poi aggiunse “Ho chiesto a Draco di unirsi all’Ordine della Fenice, come le avevo accennato. Ha accettato.”
“Bene, bene. Sono felice che alla fine abbia capito qual è la via più giusta da seguire.” Fece un profondo sospiro. “Io purtroppo non porto buone notizie da Hogwarts. La professoressa Cooman è stata rapita.”
Harry sgranò gli occhi. “Rapita?! Da chi? Ma quando è successo?”
“Un paio di giorni fa. Stava andando a Hogsmeade e secondo gli Auror che erano di guardia, è  stata presa da un gruppo di Mangiamorte. Non sono riusciti neanche ad avvicinarsi, si sono limitati a Materializzarsi e Smaterializzarsi portandola via con loro. Inoltre c’è stato anche un furto al Ministero.”
“Lo so, il Velo.” vedendo la faccia stupita dei suoi due insegnanti Harry si spiegò meglio. “Quando sono andato a prendere Malfoy l’ho visto dietro una delle porte. Inoltre ho anche sentito Voldemort lodare Bellatrix Lestrange per una sua missione riuscita. Immagino si riferisse al rapimento della Cooman. Ma che tipo di legame possono avere le due cose?”
Remus smise di camminare avanti e indietro e si sedé nella poltrona di fronte ad Harry. “Io, la Preside e il professor Patterson ne stavamo discutendo giusto ieri. C’è un’antica leggenda che legava al Velo dell’Ufficio Misteri una profezia. Fu proprio cercando questa profezia che il Ministero incominciò a catalogarle. Non se ne sa molto, ma sembra che la sfera contenente la profezia sia andata persa, ma che prima sia stata trascritta in un testo.”
Harry si alzò in piedi. “Allora bisogna iniziare a cercare nei volumi più antichi.”
La McGranitt sospirò di nuovo. “Purtroppo non è così semplice, signor Potter. I volumi più importanti di magia, non sono solo stati divisi tra le tre scuole più prestigiose, ma anche nella Biblioteca Magica Mondiale e in chissà quante altre biblioteche clandestine. Potrebbe essere ovunque, come potrebbe essere andato perso per sempre. Cercarlo sarebbe un’impresa disumana.”
Harry si risedette sconfortato. “Capisco. Ma non si potrebbe provare a cercarlo con qualche incantesimo?”
“Ci stiamo lavorando. Ma non sapendo nessuna delle caratteristiche peculiari del libro, creeremmo un incantesimo troppo generico e rischieremmo di inondare Hogwarts di montagne di carta straccia. Cambiando discorso, vorrei che domani tornasse a scuola. Ormai il signor Malfoy è fuori pericolo e ci raggiungerà quando sarà in grado di fare un viaggio nella Metropolvere.”
Harry replicò. “Ma non è ancora in grado di alzarsi per prendere da solo la pozione.”
“Potrete passare dal mio ufficio per tornare qui quando necessario. Tu, Remus? Notizie sull’ultimo Horcrux?”
Lupin scosse la testa sconsolato. “Niente. L’unica cosa che riesco a pensare è che probabilmente sia un oggetto molto vicino a lui. Ma per il resto, non so proprio da che parte incominciare.”
La McGranitt si massaggiò le tempie, come se avesse una brutta emicrania. “Questo sì che è davvero un problema. Finché non eliminiamo l’ultimo Horcrux, Tu Sai Chi potrà sempre tornare. Dobbiamo intensificare ancora di più le ricerche. Siamo anche vicini al plenilunio, mi dispiace chiedertelo, Remus, ma è davvero necessario.”
“Lo so, Minerva, lo so. Io ora vado a riposare, buonanotte.”
“Signor Potter, vada anche lei e avverta i suoi amici che domani a mezzogiorno vi voglio tutti di ritorno a Hogwarts.”
“Come vuole professoressa. A domani.”


   
 
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