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Autore: sophie_85    13/03/2007    4 recensioni
--- EPILOGO PUBBLICATO ---
Ho provato a scrivere un ipotetico 7° libro, dato che la storia è stata scritta prima della sua uscita. E' la storia dei Harry&co. al settimo anno, passando dall'evoluzione dei loro rapporti, ad una fase più d'azione fino allo scontro finale con Voldemort. Diciamo che seguo le linee generali dei libri di zia Jo, quindi la mia storia parte con Harry dai Dursley, poi va alla Tana, e infine a scuola. La prima parte della storia è più tranquilla e romantica, mentre nella seconda parte entra in gioco l'avventura, con la ricomparsa di Piton, Malfoy e Voldemort.
Chiedo scusa se a volte i personaggi potrebbero acquisire una lieve sfumatura OOC, ma ho cercato comunque di mantenere personaggi e trama il più possibile legati a quelli di JKR, e... Spero vi piaccia! ps: il titolo con cui avevo iniziato a pubblicarla era "Harry Potter e..." e la maggiorparte delle recensioni sonon andate perse quando ho ricominciato a postarla di nuovo dall'inizio, chiedo scusa a tutti per questo.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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“Vuole che la uccida, mio Signore?” Bellatrix Lestrange si era affiancata alla donna, la sua stessa sorella, guardandola con disprezzo.
“No, Bellatrix. Infondo il disperato tentativo di Narcissa di recuperare suo figlio mi è servito a capire che non è la sola ad essere pronta a disobbedire al mio volere.” Voldemort si alzò dalla specie di trono dove era seduto e si diresse verso una delle finestre, e portando le mani dietro la schiena, guardò il paesaggio per poi dire “Portala nei sotterranei, se vuoi puoi torturarla un po’, ma non ucciderla. La sua vita verrà sacrificata per più alti scopi...” Sogghignò in modo sinistro. Stava per andarsene quando aggiunse senza voltarsi “E quando hai finito, vai a cercare Severus; devo fare quattro chiacchiere con lui.”
Sul volto di Bellatrix apparve un ghigno “Come desidera, mio Signore.” disse, scomparendo in un sonoro crack.

- Fine capitolo -





*°*°*°*





Un timido raggio di sole baciò le gote di Hermione, costringendola ad aprire, suo malgrado, i suoi occhi.
“Ehi, finalmente sei sveglia, mia bella addormentata.” disse Harry sorridendole dolcemente e portandosi una sua mano alla bocca per posarvi un lieve bacio. Hermione lo guardò incerta.
“Ma... che cosa è successo? Non ricordo...” disse portandosi una mano alla tempia.
“Mi sei letteralmente svenuta tra le braccia, non pensavo di farti questo effetto.” rispose Harry sghignazzando.
“Stai diventando un po’ troppo arrogante per i miei gusti. Dov’è finito il mio timido Harry?”
Il ragazzo assunse un’espressione pseudo-offesa mentre diceva “Ma io stavo solo scherzando. Comunque sei svenuta perché l’incantesimo che hai praticato per tradurre il libro necessita di una grandissima concentrazione, ma soprattutto succhia tanta, tanta energia. Il professor Vitious mi ha raccontato che da ragazzo, quando ancora non padroneggiava bene l’incantesimo, gli è bastato decisamente molto meno per rimanere svenuto per ben tre giorni di seguito. Infatti quando gli ho mostrato quanto avevi tradotto tu, è rimasto davvero stupito. Mi ha detto di farti i suoi complimenti e ci hai fatto guadagnare ben cento punti per Grifondoro, amore mio!”
Hermione, in un moto d’orgoglio, sorrise raggiante alla notizia dei punti, ma poi tornò seria quando ricordò anche le notizie che gli erano costate lo svenimento. “Avete già informato la McGranitt su quello che abbiamo scoperto?”
Anche Harry tornò serio e strinse la mano di Hermione nella sua. “Sì, Ron le ha spiegato tutta la situazione. Tutto l’Ordine si sta preparando al probabile scontro finale. Penso che ormai sia solo questione di tempo... tra poco Voldemort ci dichiarerà guerra aperta e l’unica cosa che possiamo sperare è di trovare l’ultimo Horcrux prima della battaglia, per il resto, non possiamo fare altro che aspettare.” le diede un lieve, incerto bacio sulla fronte.
Hermione lo guardò con occhi lucidi. “Oh, Harry, io ho paura... ho paura di perderti... ora che ci siamo trovati, io ho paura che non ti rivedrò più.” Il magone l’impedì di andare avanti, mentre delle lacrime silenziose le lasciavano scie umide lungo le guance. A Harry si strinse il cuore a vederla così. L’abbracciò forte, stringendola a sé per cercare di trasmetterle il suo calore, mentre le sussurrava all’orecchio “Stai tranquilla, amore mio. Non mi succederà niente. Ti confesso che prima avevo pensato che se fossi morto anche io durante la battaglia non mi sarebbe importato, ma ora è diverso. Ora sono sicuro che riuscirò a batterlo senza dover sacrificare anche la mia vita. Ora sono più forte. E non per le lezioni di Patterson, ma perché ho trovato te. Perché ho trovato un’arma di cui lui non potrà mai usufruire: l’amore. E’ il tuo amore a rendermi più forte, ti amo più della mia vita e farò di tutto per poter tornare tra le tue braccia, di tutto, amore mio. Ti prometto che tornerò da te a tutti i costi. Te lo prometto.”
Si staccò piano dall’abbraccio per poggiare la sua fronte contro la sua, per poterla guardare, occhi negli occhi, e trasmetterle tutta l’emozione che stava provando in quel momento.
“Ti fidi di me?” Hermione fece un mezzo sorriso annuendo con la testa e Harry suggellò la sua promessa con un bacio salato.

*

Il Signore Oscuro camminava lentamente, avanti e indietro, davanti ad un uomo inginocchiato di fronte a lui, che teneva lo sguardo basso in segno di rispetto. Era uno dei suoi migliori seguaci, uno dei suoi Mangiamorte più fidati, Severus Piton.
“Allora, Severus... è successo un fatto molto strano, molto strano... Tu non ne sai niente?” La voce di Voldemort aveva un tono suadente.
Piton continuò a tenere lo sguardo basso. “No, mio signore. Non sono al corrente.” Nonostante il suo tono di voce era sicuro, la sua mente era piena di pensieri angoscianti. Aveva avuto qualche sospetto quando aveva visto Bellatrix Lestrange bussare alla sua porta con un sorriso sadico che non prometteva nulla di buono, ma quella domanda gli aveva tolto ogni dubbio. Avevano scoperto qualcosa. La voce strascicata di Voldemort interruppe bruscamente il suo flusso di pensieri.
“Vedi, dimentico sempre l’assurdo attaccamento che esiste tra madre e figlio.” Un lampo di rabbia, subito repressa, passò negli occhi socchiusi del Signore Oscuro. “Quando ho fatto torturare Draco da Narcissa, deve essere scattato un qualcosa in lei ed è riuscita a liberarsi dal mio Imperio. Ieri sera è entrata urlando come una pazza a Malfoy Manor cercando suo figlio e quando finalmente l’ha trovato ed è corsa ad abbracciarlo è successa una cosa strana... si è ritrovata a stringere l’aria... Draco si era miracolosamente disciolto. Tu ne sai qualcosa, Severus?”
Un brivido gelido percorse, suo malgrado, la schiena di Piton, che mantenne comunque il suo sangue freddo rispondendo “No, mio Signore, non so nulla.”
Voldemort si girò a guardarlo con una terribile luce negli occhi. “Ma che cosa strana... tu eri il suo responsabile, gli davi da mangiare, lo torturavi e non ti sei mai accorto di nulla?”
Piton non rispose e Voldemort continuò “Ultimamente sei strano, Severus. Sei più pallido del solito, stanco e stranamente nervoso...” Lo prese per il mento, costringendolo a guardarlo negli occhi. “Sai, l’ultima volta che siamo stati a Malfoy Manor, mi sorprese la tua fretta di spedire un gufo poco prima di un’importante riunione... così l’ho fatto seguire e sai dove mi ha portato? Alla vecchia dimora dei Black.”
Il terrore puro attraversò lo sguardo di Piton, mentre gli occhi del Signore Oscuro si accesero di trionfo. Sempre tenendo il mento del suo servitore alzato, si rivolse a Bellatrix, che stava guardando la scena da un angolo della stanza. “Sbaglio o avevate una pecora nera in famiglia, mia cara? Il premuroso amico dei Potter che ha risparmiato al nostro Codaliscia un bel po’ d’anni di galera.”
Bellatrix si affretto a confermare, raggiante. “Sì, mio signore, Sirius Black. Ma non è più un problema, me ne sono occupata personalmente al Ministero.”
“Ma se Sirius non è più su questo mondo, con chi dovevi comunicare con tanta urgenza, Severus?” lo lasciò andare bruscamente e senza attendere risposta continuò con una nota di minaccia nella voce fredda. “Mi hai fortemente deluso, Severus. Che cosa stai combinando alle mie spalle?”
Piton aveva riabbassato lo sguardo, la mente del tutto svuotata. Ormai era finita.
“Lo dovresti sapere ormai che non amo la reticenza.” Lo costrinse ancora a guardarlo negli occhi, Piton si aspettava un’Avada Kedavra, mentre invece sentì la voce di Voldemort che sussurrò quasi in un sibilo: “LEGILIMENS”.

*

Hermione era appena scesa dai dormitori maschili. Lì aveva passato il pomeriggio, tra le braccia di Harry, fino a che il ragazzo, esausto per la notte in bianco e per averla vegliata mentre era svenuta, non si addormentò con il sorriso sulle labbra e le mani intrecciate alle sue.

Quant’è carino quando dorme

Si portò automaticamente la mano al ciondolo che Harry le aveva regalato. Non l’aveva più tolto da quella disastrosa vigilia di Natale e ora, ogni volta che pensava a lui, le veniva spontaneo sfiorare quella farfalla dai delicati colori. Si ridestò dai suoi pensieri, ricordandosi che doveva portare al più presto la pozione a Malfoy e stava per uscire quando fu quasi travolta da Ginny.
“Oddio scusami, Hermione! Non ti avevo vista! Però stavo cercando proprio te.”
La ragazza le sorrise. “Come mai? Ti serviva qualcosa?”
“Ron mi ha detto che toccava a te portare la pozione a Malfoy, così volevo chiederti se potevo accompagnarti. Sai, credo di aver lasciato i miei orecchini in una delle stanze a Grimuald Place e se mamma lo scopre, mi uccide!” Aveva negli occhi uno sguardo supplicante.
“Ma certo che puoi venire con me, anzi mi fa piacere! Sinceramente ancora mi mette un po’ di soggezione Malfoy.” fece una buffa smorfia che fece ridere la rossa ed insieme si diressero verso l’ufficio della McGranitt.

*

“Mi raccomando, Malfoy. L’altra metà va bevuta tra quarantacinque minuti esatti. Credo che tra tre o quattro giorni, se prendi la pozione con continuità, potrai venire ad Hogwarts con la Metropolvere senza problemi.”
Draco le rispose con un ghigno. “Credo che ce la farò molto prima, non sono mica un rammollito come Lenticchia o San Potter. Non darti tanta pena, Granger, altrimenti dovrò iniziare a pensare che hai dei secondi fini.”
Hermione alzò il mento. “Avevi detto a Harry che ti saresti sforzato ad usare i nostri cognomi. E non penso proprio che potrei mai provare il più minimo interesse per te, Malfoy, perché tu sei un...” Non riuscì a finire la frase perché un urlo proveniente dal piano di sotto la raggelò. Era la voce di Ginny. Draco fece per alzarsi, ma Hermione lo bloccò. “Vuoi far ammazzare la tua amica, Granger?! Lasciami andare, ho riconosciuto anche la voce di quella pazza di mia zia Bellatrix.”
Hermione lo rimise giù con la forza. “Appunto! Tu rimani qui, cosa credi di fare! Sei debole, non riusciresti ad arrivare al piano di sotto senza aiuto, figurati se puoi difendere te o qualcun altro. E poi, dopo la tua fuga, come minimo se ti vedono sei morto.”
Draco la trapassò con uno sguardo freddo. “Non sono affari tuoi, Mezzosangue! Lasciami passare.”
Con lo sguardo deciso e teso, Hermione gli puntò la bacchetta contro. “L’hai voluto tu! Pietrificus totalus”. Draco si ritrovò disteso sul letto, incapace di muoversi. La ragazza si avvicinò e lo trasfigurò in un cuscino, correndo poi giù di sotto ad aiutare l’amica. Si sentirono dei rumori sordi e poi più nulla.
 
*

Quattro ore più tardi, una nuvola di fuliggine verdastra invase il camino dell’ufficio della Preside.
“Signorina Granger, iniziavo a preoccuparmi, come ma... SIGNOR MALFOY!”
La Preside corse a sostenere il ragazzo che per lo sforzo si era accasciato su un lato del grande camino. Lo fece sedere su una delle poltrone. “Santo cielo, signor Malfoy, che ci fa lei qui? E dove sono la signorina Granger e la signorina Weasley?”
Draco tossì più volte. “Grim-Grimmuld Place non è più un luogo sicuro... loro... loro sono state rapite da Bellatrix... Non ho potuto fare niente... mi dispiace...” fu tutto quello che il ragazzo riuscì a dire, prima che la stanza prendesse a vorticare pericolosamente intorno a lui.



   
 
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