For every laugh, there should
be a tear ~
#04
Dumbo, 1941
# Rumors
Si diceva che il figlioletto
della signora Jumbo non fosse un elefante normale.
Tanto per
cominciare, non parlava con nessuno. Le vecchie circensi avevano visto cuccioli
andare e venire, sotto quel tendone vagante, e non era mai accaduto prima che
uno di loro si mostrasse così silenzioso,
così poco incline ai più comuni fondamenti della civile convivenza; ma il
figlio della signora Jumbo se ne stava per ore e ore con la proboscide in su, a
rincorrere con gli occhi chissà che cosa, e tutta la sua conversazione si
limitava a un barrito occasionale che suonava più come un bizzarro sospiro.
Poi, sembrava andare straordinariamente d’accordo con un topo, e la cosa di per sé sarebbe bastata a far preoccupare
qualunque madre degna di questo nome, giusto?
E infine quelle orecchie, cielo, quelle
orecchie.
C’erano tutti
i presupposti per ritenere che il figlioletto della signora Jumbo non fosse un
elefante normale; a dirla tutta, non sembrava neppure essere un elefante.
Dumbo
le sentiva, qualche volta. Ed era in quei momenti che Timoteo temeva davvero di
non poter riuscire a salvarlo.
[ 180 parole ]
Spazio dell’autrice
Non avevo mai visto Dumbo prima di questa estate,
quando mi sono data a una maratona di tutti i Classici Disney (e adesso sapete
anche a cosa mi è servita, LOL); mi è piaciucchiato abbastanza, ma
probabilmente ciò che ho amato di più in tutta la storia è stato Timoteo.
Questo topolino che decide di aiutare quello che dovrebbe essere il suo nemico
naturale, un elefantino incompreso, e ci
riesce – credo che sia un messaggio meraviglioso, davvero degno di tutta la
poetica di zio Walt.
Grazie infinite di essere ancora qui,
sul serio. ♥
Aya ~