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Autore: Fair_Ophelia    30/08/2012    4 recensioni
Dopo la caduta di Galbatorix, un altro pericolo incombe su Alagaësia e soprattutto su Nasuada: un nemico che silenziosamente stringe intorno a lei la sua rete, separandola dai suoi alleati. Riuscirà a liberarsi dal suo aguzzino e a sciogliere i nodi di questa intricata matassa, alla scoperta del vero essere del Waìse Néiat? Scopritelo con me attraverso un viaggio pieno d'azione e romanticismo... Spero che diate almeno un'occhiatina :)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Murtagh, Nasuada, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene, ringraziate DawnRose per questo capitolo, visto che io non riesco a scrivere in codice html per problemi tecnici, e... Buona lettura!!! :D PS: a tutti quelli cui ho detto che potevno leggere su Eragon Italia, chiedo scusa... Ora potete leggere comodamente qui :)) Non vi stavo prendendo in giro insomma!!!

9-FIORI D'ARANCIO


Dopo che Galbatorix ebbe preso il controllo della mente di Nasuada, fece cupo al sacerdote: -Iniziamo-.
Questi annuì e iniziò a parlare: -Benvenuti a tutti voi. Siamo qui riuniti oggi per celebrare l'unione tra le famiglie di Galbatorix Ibleksson e di Nasuada Nadarasdaughter.- La sua voce piena, sommessa e calda era alle orecchie di Nasuada un lentissimo rullare su un tamburo che scandiva secondo per secondo i termini della sua condanna. Chissà come fa a conoscere il nome di mia madre... Gliel'avrà detto Galbatorix quando mi è entrato nella mente, forse. Spostò lo sguardo sul Cavaliere, ma neanche fu notata: un sorriso maligno stampato sul volto, la sua attenzione era rivolta al discorso che proseguiva.
-Godono entrambi di ottima reputazione...- Entrambi? Non direi proprio! -... E a quanto mi risulta non hanno ricevuto altre proposte di matrimonio.  Se così non fosse, tuttavia, o se esitesse qualsiasi altro motivo per cui non devono diventare marito e moglie, esprimete le vostre obiezioni davanti a questi testimoni, così che si possa giudicare la bontà di quanto sostenete.-
D'improvviso un silenzio asfissiante calò sulla stanza: Nasuada vedeva la porta spalancarsi e Murtagh entrare gridando "Fermi!", vedeva un sasso frantumare i vetri della finestra e la tensione crescente, vedeva se stessa riuscire a riprendere il controllo del suo corpo e pugnalare Galbatorix con un'arma che solo allora si era accorta di avere in mano... Vedeva tutto ciò che per lei avrebbe potuto significare salvezza in quel momento, ma solo nella sua mente, perché in realtà tutto rimaneva immoto in quel silenzio fragile, che sembrava tanto poter durare per ore che svanire il secondo dopo. Era un'atmosfera che la tormentava; pregava che finisse presto per dar fine alla sua logorante attesa e allo stesso tempo che non finisse mai perché c'era sempre una speranza finché durava.
-Chi parla a nome di Galbatorix Ibleksson?- Ecco, il momento buono per opporsi è finito... Ma si può sempre interrompere la cerimonia... Non disperare...
L'ometto che si era finto messaggero di Orrin fece un passo avanti:
-Galbatorix non ha un padre né uno zio, dunque sarò io, Kindunos Quazarsson, a parlare per lui come se fosse sangue del mio sangue.- La vocetta acuta le infastidì le orecchie.
-E chi parla a nome di Nasuada Nadarasdaughter?- Farica si alzò e, guardando fisso un  punto lontano, recitò: -Nasuada non ha più una madre né una zia, dunque sarò io, Farica Amillasdaughter, a parlare per lei come se fosse sangue del mio sangue.
-Mi sembra giusto e appropriato.- Non ho mai sentito tante balle in una volta sola. -Cosa porta Galbatorix Ibleksson in questo matrimonio, così che lei e la moglie possano prosperare?- Prosperare?! Parla per lui!
-Porta il suo nome. Porta la sua corona. Porta i suoi poteri. E porta il suo regno- rispose Kindunos.
-Accetti questa offerta, Farica Amillasdaughter?
-Sì.
-E che cosa porta Nasuada Nadarasdaughter in questo matrimonio, così che lei e il marito possano prosperare?- Un enorme battipanni per spappolargli le cervella e arrossargli la testa e il sedere! Si sentiva tanto sciocca e infantile quanto disperata.
-Porta... L'amore e la devozione con cui servirà Galbatorix Ibleksson.- Amore?! Devozione?! Quelli serbali per qualcun altro! -Porta la sua corona. Porta il suo regno. E porta molti gioielli e vestiti come dote.-
Quando la serva tacque, pensò: Ehi... Non ha elencato tutta la dote! Questo potrebbe mandare all'aria il matrimonio! Si aggrappò fiduciosa a quell'apparenza di salvezza, ma prima che la presa potesse diventare salda le sovvenne un cavillo secondo il quale nei matrimoni reali, per amor di brevità, non era necessario descrivere ogni avere della sposa, e l'eccitazione si afflosciò come un fazzoletto gettato a terra, prima gonfiato dal vento e poi accartocciato su se stesso in morbide pieghe. Non c'era via d'uscita.
-Accetti questa offerta, Kindunos Quazarsson?
-Sì.
-E così, secondo le leggi della nostra terra, le vostre famiglie diventano una sola.
All'improvviso il sarcasmo abbandonò Nasuada, lasciando il posto al panico per l'avvicinarsi del suo destino. Non doveva finire così...



Castigo...
Eh...
Dove ci troveremo, più o meno?
A un quarto della strada tra Narda e Teirm... Forse un terzo.
E tra quanto saremo a Ilirea?
Non lo so, un paio di giorni, al massimo tre, dipende dai venti...
Il drago tacque per qualche momento, poi disse in tono provocatorio: Hai perso anche il senso dell'orientamento, oltre al buon gusto nel vestire?
Lui sbuffò. Sarebbero stati rasi al suolo anche i Monti Beor, ma Castigo non avrebbe mai smesso di stuzzicarlo, nemmeno nelle situazioni peggiori. Si chiese perché avesse scelto proprio lui da dentro l'uovo, lui che era sempre così serio...
Allora?
Quante storie per un bottone! Non puoi mai lasciarmi in pace?
L'ho fatto per te, per renderti più attraente agli occhi della tua donzella.

Anche su questioni così assurde, si doveva mettere a querelare. Tutto quel caos solo perché nella loro ultima sosta era andato a fare un bagno nel fiume e rivestendosi aveva allacciato tutti i bottoni della camicia, ritenendo quella scelta consona alla situazione che presto avrebbe affrontato e al resto del suo abbigliamento -pantaloni neri di cotone, cintura borchiata d'argento e stivali neri di cuoio-. Ma era arrivato il solito guastafeste che l'aveva convinto a scioglere ben tre bottoni, facendogli notare come fosse ridicolo che un ventenne si vestisse come un barone. Forse era stato il periodo passato con Galbatorix a influenzarlo così pesantemente... Ma non gli sembrava di vestire in modo così strano... Inoltre temeva di apparire spavaldo agli occhi di Nasuada.
Lei non fa caso a certe sottigliezze.
Senti, con quella camicia abbottonata fino alla gola sembravi un cigno, non succede niente se ti vede fino a un po' più giù del collo!
Non deve amarmi per il mio aspetto, ma per come sono dentro!
Ma lei è già innamorata di te
-quella frase gli fece balzare il cuore in petto- e se dimostri di volerti presentare bene ai suoi occhi non c'è niente di male, anzi lo prenderà come un ulteriore gesto d'affetto e non potrà che esserne felice.
Sotto sotto sapeva che il drago aveva ragione, ma non voleva dargli la soddisfazione di saperlo o sarebbe diventato ancor più saccente.
Non sono abituato ad avere mezzo petto scoperto.
Esagerato, per uno spiraglietto! Insomma, sei un uomo, non fare il bambino!
E va bene, sì, hai proprio ragione tu, guarda, mi inchino al cospetto della tua suprema intelligenza.
Certo. Come sempre. Così devi fare.

Murtagh inarcò un sopracciglio. Ti ho mai detto che sai essere davvero insopportabile quando fai l'arrogante?
Almeno un centinaio di volte
, fece lui tranquillo.
Il Cavaliere lasciò perdere l'argomento e si trovò a pensare a Ilirea, la sua vecchia Urû'baen. Chissà com'era cambiata, che aspetto aveva in quel momento. Chissà se lei era cambiata o lo pensava ancora.
Nasuada,che starai facendo ora?



-Coloro che parlano per voi si sono accordati sui termini del vostro matrimonio. Galbatorix, sei soddisfatto del modo in cui Kindunos Quazarsson ha condotto i negoziati a tuo nome?
-Sì.- Il sorrisetto perverso non accennava ad abbandonargli le labbra: aveva sempre una perfetta faccia da schiaffi.
-E tu, Nasuada, sei soddisfatta del modo in cui Farica Amillasdaughter ha condotto i negoziati a tuo nome?- Come no, sto scoppiando di soddisfazione! Tutto questo non può essere vero! Aveva appena deciso che si sarebbe opposta con tutta se stessa, quando sentì le labbra muoversi, le corde vocali vibrare: -Sì.- L'aveva detto. Ma non lei, era stato Galbatorix a farlo. Fu una sensazione stranissima, si sentiva un fantasma: esisteva ma non aveva il possesso del proprio corpo.
-Galbatorix, figlio di Iblek, giuri dunque sul tuo nome e sulla tua stirpe di proteggere Nasuada Nadarasdaughter e di provvedere a lei finché entrambi avrete vita?
-Io, Galbatorix, figlio di Iblek, giuro sul mio nome e sulla mia stirpe di proteggere Nasuada Nadarasdaughter e di provvedere a lei finché entrambi avremo vita.
-Giuri di difendere il suo nome, di rimanerle fedele negli anni a venire e di trattarla con rispetto, dignità e gentilezza, come si conviene?
-Giuro di difendere il suo nome, di rimanerle fedele negli anni a venire e di trattarla con rispetto, dignità e gentilezza, come si conviene.
Oh, sì, certo. Sarai senza dubbio una persona di parola.
-E giuri di darle accesso ai tuoi beni, qualunque essi siano, e al forziere dove tieni il tuo denaro entro il tramonto di domani, così che possa cominciare ad occuparsi dei tuoi affari come si conviene a una moglie?
-Lo giuro.- Cos'è, una gara di bugie?, pensò sull'orlo della disperazione, poi si preparò: toccava a lei. Dopo i suoi giuramenti, il matrimonio sarebbe finito. Sarebbe stata sposata con Galbatorix. Cercò di spostare gli occhi, per quanto il controllo del Cavaliere nero glielo permettesse, e lo sguardo si posò sullo specchio accanto al letto: la superficie rifletteva la sua immagine, quella confusa di una donna disperata. Se solo qualcuno mi divinasse... Potrebbe interrompere la cerimonia e mandare tutto a rotoli...



E se divinassi Nasuada?
Murtagh era nei pressi di un piccolo affluente del fiume Toark, un rigagnolo dalle acque limpide che scorreva in una vallata della Grande Dorsale prima di contribuire al corso più grande.
Come mai quest'idea?, fece serafico il suo drago, che aveva appena finito di dissetarsi: delle gocce ancora penzolavano sul suo mento, indecise se cadere o oscillare ancora un po' a destra e a sinistra. La bestia scosse l'enorme capo color rubino e decretò per loro il destino, rispedendole nel fiume.
Perché voglio che sappia che sto tornando, e... sorrise, perché voglio rivederla e risentirla. È un anno e mezzo che non abbiamo neanche il minimo contatto.
Va bene, ma sbrigati, così ripartiremo presto e potrai rivederla di persona.

Entusiasta all'idea di parlare con la sua  amata dopo tanto tempo, cercò una cavità del terreno per riempirla d'acqua.



-Nasuada, figlia di Nadara, giuri sul tuo nome e sulla tua stirpe di servire Galbatorix Ibleksson e di provvedere a lui finché entrambi avrete vita?- Neanche per sogno! Eppure, con suo grande disappunto, si trovò a ripetere quelle parole: -Io, Nasuada, figlia di Nadara, giuro sul mio nome e sulla mia stirpe di servire Galbatorix Ibleksson e di provvedere a lui finché entrambi avremo vita.
-Giuri di difendere il suo onore, di restargli fedele negli anni a venire, di portare in grembo i suoi figli finché potrai e di essere una madre premurosa?
-Giuro di difendere il suo onore, di restargli fedele negli anni a venire, di portare in grembo i suoi figli finché potrò e di essere una madre premurosa.- Non è possibile che lo stia dicendo sul serio!



Angela stava cucendo in camera sua, quando avvertì la presenza di Elva: abbassò le difese e le parlò. Cosa c'è?
Nasuada... Nasuada è in pericolo!
Non appena sfiorò i pensieri della bambina, le sembrò che un muro fosse crollato intorno alla sua mente. In che tipo di pericolo incorre?
Non lo so... Ci sono delle persone in camera sua... Una di queste è strana, non ho mai sentito una coscienza fatta in quel modo! Assomiglia vagamente a quella di Galbatorix...

Non ascoltò il resto. Il mondo si fermò, gravando su quel nome: Galbatorix. Un pensiero sepolto risorse dall'inconscio.
Galbatorix, Cantalama.
Quei vuoti di memoria.
La sensazione di qualcosa che scivola via.
Incantesimi travestiti da convinzioni assurde.
Il muro era crollato, e adesso capiva. Afferrò Trillamorte e uscì dalla stanza veloce come un fulmine, sperando che non fosse troppo tardi.



-E giuri di farti carico della sua ricchezza e dei suoi possedimenti e di amministrarli in maniera responsabile, così che lui possa concentrarsi su quegli incarichi che spettano a un marito?
-Lo giuro.- È la fine... È la fine...



La buca era piena, e Murtagh si preparò a recitare l'incantesimo...



-Incrociate i polsi.- Galbatorix porse la mano sinistra, incrociandola con la sua destra: l'ebano del braccio seghettato era in netto contrasto con la pelle cerulea del Non Essere. Il sacerdote aprì la cassetta che aveva in mano quando era entrato tirandone fuori un nastro, con cui avvolse i polsi incrociati per tre volte, per poi unire le estremità con un fiocco. E a mano a mano che la fascia si stringeva sulle loro braccia unite Nasuada sentiva il baratro avvicinarsi, e presto l'avrebbe inghiottita...
Il suo pensiero corse a Murtagh: chissà cosa stava facendo, se la stava pensando, se avrebbe mai immaginato cosa le stava accandendo. Se solo l'avesse divinata!



Ma all'improvviso il ragazzo si fermò, chiedendosi cosa stesse facendo. Che sciocco, si disse. Presto avrebbe incontrato Nasuada di persona, che senso aveva scambiare solo due parole e accrescere lo struggimento per la loro distanza? Le farò una sorpresa.
Si alzò, spazzolando il terriccio dai calzoni, e si riavviò verso Castigo. Be', non l'hai divinata più?
No, ho deciso che è meglio ripartire subito
, rispose salendo in groppa. Il drago non disse nulla: aprì di scatto le ali e riprese il volo verso la capitale.



-Com'è mio diritto in qualità di sacerdote, vi dichiaro marito e moglie!
NO!
-Hai sentito che bella notizia, Nasuada?- sibilò Galbatorix nel suo orecchio, mentre un piccolo applauso riempiva la stanza. -E ora,il tocco di classe.-
Avvicinò le labbra alle sue e fece per baciarla: vide le palpebre chiuse di lui a un soffio dai suoi occhi, le loro ciglia che si accarezzavano. L'istinto le suggeriva di scatenare ogni muscolo del suo corpo per allontanarsi dal marito, eppure lei non aveva più corpo, era ancora sotto il suo controllo. No, anche questo no! Io dovevo dare a Murtagh il mio primo bacio...
Una porta sbattuta, un sibilo e una lama di diamante puro si frappose fra le loro bcche, vibrando quando s'infisse nella testiera del letto: Galbatorix si alzò, e con la coda dell'occhio riuscì a vedere Angela con un pugnale in mano. La donna corse verso il re emettendo un grido disarticolato, e pronunciando parole dell'Antica Lingua colpì il Waíse Néiat al cuore. Non appena l'uscio fu sgombro della presenza dell'indovina, il testimone e il sacerdote fuggirono a gambe levate, mentre il Cavaliere nero guardava esterrefatto l'elsa del pugnale. Alzò le iridi vermiglie e le inchiodò in quelle nere di Nasuada, dichiarando: -Non credere che sia finita, moglie. Presto riapparirò e l'incubo della tua vita con me inizierà.- Poi si dissolse di punto in bianco, senza lasciare tracce; il pugnale cadde rumoosamente a terra, e nello stesso istante la regina riprese il controllo di sé, così come Farica.
-Oh, Nasuada, se fossi arrivata prima! Dimmi cos'è successo... Anche se penso di averlo intuito... Su, non piangere!- la esortava Angela, estraendo la spada dal legno.
"Ma non sto piangendo", avrebbe voluto ribattere lei, poi si accorse che non era vero: grosse gocce bagnavano le tempie e il cuscino, la testa aveva ripreso a girare e la fronte scottava. Se fosse stata nel suo corpo durante la cerimonia, avrebbe versato lacrime tutto il tempo. "Promettimi che non piangerai..." Cosa penserai di me adesso, Murtagh?
Si asciugò gli occhi con il dorso della mano e disse, roca: - Sono sposata con Galbatorix.
   
 
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