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Autore: sophie_85    14/03/2007    5 recensioni
--- EPILOGO PUBBLICATO ---
Ho provato a scrivere un ipotetico 7° libro, dato che la storia è stata scritta prima della sua uscita. E' la storia dei Harry&co. al settimo anno, passando dall'evoluzione dei loro rapporti, ad una fase più d'azione fino allo scontro finale con Voldemort. Diciamo che seguo le linee generali dei libri di zia Jo, quindi la mia storia parte con Harry dai Dursley, poi va alla Tana, e infine a scuola. La prima parte della storia è più tranquilla e romantica, mentre nella seconda parte entra in gioco l'avventura, con la ricomparsa di Piton, Malfoy e Voldemort.
Chiedo scusa se a volte i personaggi potrebbero acquisire una lieve sfumatura OOC, ma ho cercato comunque di mantenere personaggi e trama il più possibile legati a quelli di JKR, e... Spero vi piaccia! ps: il titolo con cui avevo iniziato a pubblicarla era "Harry Potter e..." e la maggiorparte delle recensioni sonon andate perse quando ho ricominciato a postarla di nuovo dall'inizio, chiedo scusa a tutti per questo.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Quattro ore più tardi, una nuvola di fuliggine verdastra invase il camino dell’ufficio della Preside.
“Signorina Granger, iniziavo a preoccuparmi, come ma... SIGNOR MALFOY!”
La Preside corse a sostenere il ragazzo che per lo sforzo si era accasciato su un lato del grande camino. Lo fece sedere su una delle poltrone. “Santo cielo, signor Malfoy, che ci fa lei qui? E dove sono la signorina Granger e la signorina Weasley?”
Draco tossì più volte. “Grim-Grimmuld Place non è più un luogo sicuro... loro... loro sono state rapite da Bellatrix... Non ho potuto fare niente... mi dispiace...” fu tutto quello che il ragazzo riuscì a dire, prima che la stanza prendesse a vorticare pericolosamente intorno a lui.

- Fine capitolo -




*°*°*°*





Harry e Ron, entrambi con un’aria confusa, camminavano velocemente per i corridoi di Hogwarts, evitando un gruppetto del primo anno di Corvonero.
“Cosa pensi che sia successo, Harry? Perché la McGranitt ci ha convocati in infermeria?”
“Non lo so Ron, ma credi che Hermione sia lì con lei? E’ da quando ha lasciato il dormitorio che non la vedo.”
“Ora che ci penso è da un po’ che non vedo neanche Ginny. Sicuramente saranno già qui, quel ragazzino del primo anno ci ha dato il messaggio della McGranitt, aveva l’aria d’aver perquisito tutto il castello per trovarci.” disse pensieroso Ron, mentre apriva la porta dell’infermeria.
Entrando capirono subito che c’era qualcosa che non andava: l’aria era tesissima, mezzo Ordine della Fenice era riunito nella stanza e un sofferente Malfoy era disteso su uno dei letti in fondo.
“Ma... ma cosa...?” Ron spostava lo sguardo, spaesato, dalla McGranitt, agli Auror, a Malfoy, mentre dietro di lui, Lupin si affrettava a sigillare la porta.
“Finalmente! Potter, Weasley, sedetevi, abbiamo delle novità.” La mancanza del solito piglio severo della McGranitt e la nota di preoccupazione che si percepiva nella sua voce, misero in allerta ancora di più i due amici.
Entrambi si sedettero sul bordo del letto accanto a Malfoy e Harry, che si stava ancora guardando intorno, domandò “Professoressa, ma dove sono Hermione e Ginny? Cosa sta succedendo?” riferendosi chiaramente alla presenza di Malfoy.
La professoressa lanciò uno sguardo nervoso verso Lupin che prese la parola. “Vedete ragazzi... Voldemort ha iniziato a muoversi.”
Fu interrotto da Ron, che sobbalzò rumorosamente al nome del Mago Oscuro, mentre gli occhi di Harry si strinsero fino a diventare due fessure e prima che Lupin riprendesse a parlare disse “Dov’è Hermione?”
Un silenzio pesante calò sulla stanza, finché una voce inaspettata rispose, facendo girare di scatto Ron e Harry. “Le hanno rapite. Sia la Granger che la Weasley. Sono state rapite da Bellatrix Lestrange.”
Harry imprecò sonoramente, mentre Ron spalancò gli occhi dallo stupore e poi, improvvisamente, si gettò sul letto di Malfoy tenendolo per la gola e puntandogli la bacchetta al petto.
“SEI STATO TU! AMMETTILO, SCHIFOSO BASTARDO! E’ COLPA TUA! SEI STATO TU!”
Con non poche difficoltà, due Auror allontanarono di peso Ron da Malfoy, che iniziò a tossire convulsamente, mentre Harry guardava la scena, ancora non in grado di accettare la rivelazione appena ottenuta.
Intanto Ron riuscì a divincolarsi dai due uomini e, sempre tenendo la bacchetta puntata verso Malfoy, continuò a urlare.
“E’ colpa tua! Lo sapevo che non dovevamo salvarti, che ci avresti traditi! Gli hai detto tu dov’era la sede dell’Ordine, altrimenti come avrebbe fatto ad entrare, eh?! Avremmo dovuto lasciarti morire! Se non ti avessimo scoperto ci avresti fatti ammazzare tutti. Sei una sporca spia, proprio come quel maledetto assassino di Piton!”
Malfoy lanciò uno strano sguardo a Harry quando sentì quelle parole, ma Harry parve non accorgersene e posò una mano sul braccio dell’amico per fargli abbassare la bacchetta.
“No, Ron. Calmati. Non credo sia stato Draco a rivelare il nostro quartier generale, non avrebbe potuto, lui non è il Custode Segreto, e poi l’ultima volta che l’ho visto si reggeva a malapena in piedi... non penso sia stato lui.”
Ron si voltò verso l’amico, con gli occhi fuori dalle orbite e rosso in viso dalla rabbia. “Basta, Harry! Non credo sia stato Draco... DRACO?! Ma non ti senti? Stai esagerando, non capisci?! Come fai a fidarti di lui! E’ un Malfoy! Ha mandato in pasto mia sorella e Hermione al peggior mago che il Mondo Magico abbia mai conosciuto e tu sei ancora così cieco da non vedere che madornale errore stai commettendo? TI STA USANDO, HARRY! Ma io te lo impedirò! Io non permetterò che mia sorella venga uccisa perché vuoi fare il buon samar-” Ron non finì la frase perché un sonoro schiaffo della McGranitt glielo impedì. Si portò la mano alla guancia e improvvisamente si accorse che non aveva più la bacchetta puntata, minacciosa, verso Malfoy, ma bensì verso Harry. La lasciò cadere come se improvvisamente scottasse.
Sembrò passato un secolo quando la voce della McGranitt gli fece finalmente distogliere lo sguardo dalla bacchetta, ormai a terra. “Mi dispiace, signor Weasley. Credo di non aver mai osato alzare le mani su uno dei miei studenti, ma lei aveva davvero bisogno di tornare in sé.” La voce della McGranitt era gentile, non aveva neanche l’ombra del rimprovero, ma Ron sembrava avesse ricevuto un altro schiaffo. Riguardò Harry e poi di nuovo la bacchetta. “I-io... scusami Harry, ero fuori di me... non... non avrei mai... tu lo sai, io ero solo...”
“Non ti preoccupare, Ron. Lo so che non mi avresti mai fatto del male, sono sconvolto anche io, ma non cambio la mia opinione.” rispose Harry.
“E ha ragione, signor Potter.” Ron intanto si era riseduto sul bordo del letto. Sembrava un palloncino sgonfio. “Il signor Malfoy non può aver detto a nessuno al di fuori dell’Ordine dove si trovasse la nostra sede. E’ stato lui a dare l’allarme, venendo qui con la Metropolvere a suo rischio e pericolo. Fortunatamente la pozione che gli state somministrando ha effetti straordinari, altrimenti avrebbe rischiato di non farcela. Inoltre, visto l’insistenza di Alastor, abbiamo chiesto al signor Malfoy se era disposto a sottoporsi ad un interrogatorio con il Veritaserum e lui ha acconsentito, riconfermando la sua storia”.
Dal silenzio di Ron, si intuì che si era convinto e Harry chiese a Malfoy di ripetere cosa era esattamente successo a Grimmauld Place. Durante tutto il discorso Harry misurò a grandi passi l’infermeria, negli occhi una furia cieca e quando il racconto fu terminato domandò subito “Ma come ha fatto Bellatrix Lestrange a scoprirci? Pensate di nuovo a Kreacher?”
Lupin si fece avanti. “No, ormai è dalla morte di Sirius che non mette piede fuori Hogwarts ed è sempre stato sorvegliato a vista dagli altri elfi domestici. Però... forse il gufo...”
Harry si girò a guardare il suo ex-insegnante intensamente mentre scambiava uno sguardo ansioso con la McGranitt “Cosa, Remus?”
“Vedi, poco dopo che eri andato a Malfoy Manor, è arrivato un gufo da parte del tuo contatto che diceva di non andare... potrebbe averlo fatto apposta.”
Harry spalancò gli occhi. “Si possono seguire i gufi fino a Grimmauld Place?! Io credevo fossero stati posti degli incantesimi a questo proposito! Mi sembrava il minimo!”
“Infatti è così.” La voce della professoressa McGranitt aveva un che di indignato. “Se segui un gufo diretto a Grimmauld Place, a sei miglia dalla casa ne perderai le tracce. Tra noi membri comunque non usiamo mai i gufi, perché un conto è che qualcuno veda un gufo nella zona senza sapere da chi è stato spedito, che passerebbe assolutamente inosservato, un conto è sapere che il mittente vuole mandare un gufo proprio al quartier generale. Una volta seguito, evidentemente Voldemort conosceva questo tipo di misura di sicurezza e avrà fatto una piccola indagine su quali abitazioni o edifici magici ci sono nella zona. Bellatrix, sapendo che l’unico erede dei Black era Sirius e che proprio in quella zona c’era Grimmauld Place, avrà fatto due più due.”
Lupin posò una mano sulla spalla di Harry, che sembrava alquanto scosso. “Capirai da solo che se non è stato Malfoy a confessare il luogo del quartier generale, evidentemente il tuo contatto potrebbe aver usato questo stratagemma per rivelarlo. Mi spiace dirtelo Harry, ma forse dovresti guardarti da quest’uomo. Se davvero l’ha fatto di proposito...”  
Ma Harry non lo stava più ascoltando, si fece dare in fretta da Madama Chips un siero per dormire e corse senza voltarsi verso i dormitori di Grifondoro.

*

Ormai erano tre ore che Harry vagava irrequieto per l’asettica stanza bianca in attesa di Piton. Questa volta, il luogo creato da Silente per i loro incontri non era immobile e statico, ma era percorso da forti scariche elettriche tutto intorno. Harry aveva fatto una gran fatica a svuotare la mente, dati i recenti avvenimenti. Improvvisamente da infondo alla stanza apparve una figura scura che si avvicinava lentamente e mentre Harry la guardava avvicinarsi, le scariche elettrostatiche aumentavano di intensità.
“Finalmente! Perché diavolo non mi ha avvertito!? L’ha fatto a posta a mandare quel gufo? E’ scivolato di nuovo nel fascino delle Arti Oscure, per caso? Dove sono Hermione e Ginny? MI RISPONDA INVECE DI GUARDARMI A QUEL MODO!”
Harry aveva il fiato corto, mentre Piton lo guardava impassibile, con un’ombra di sofferenza negli occhi. “Datti una calmata, Potter. Non posso parlare se sei in questo stato. Rendi il collegamento pericoloso e il Signore Oscuro è pronto a violare la mia mente in qualsiasi momento. Quindi finché non ti calmi, non aprirò bocca.”
Si guardarono per un tempo interminato in cagnesco. Harry non sapeva se fidarsi o meno, ma dopo le sue parole, si accorse improvvisamente di avvertire una specie di interferenza nella stanza. Non era solo il suo stato d’animo a creare quelle distorsioni, ma era anche qualcosa di esterno. Guardò meglio Piton e si rese conto delle sue condizioni: nonostante avesse detto solo poche parole, e quasi sottovoce, aveva il fiato corto; le sue vesti erano lacerate in più punti e il suo viso era più segnato e pallido che mai. Improvvisamente capì. Fece profondi respiri e chiuse gli occhi. Ci mise un bel po’ a placare l’angoscia che aveva dentro, ma alla fine aprì gli occhi e parlò, la stanza di nuovo calma intorno a sé.
“L’hanno scoperta, non è vero, professore?”
Piton si limitò ad annuire con amarezza. Si avvicinò a Harry mentre raccontava. “Narcissa è sfuggita all’Imperio ed è andata a cercare Draco. Il Signore Oscuro ha usato la Legilimanzia su di me, ha scoperto che lo tradivo da anni e che ho aiutato l’Ordine nella ricerca degli Horcrux.” Chiuse gli occhi, portandosi una mano alla tempia, risentendo ancora del potente incantesimo sulla memoria.
“Come faccio a fidarmi ancora di lei? Come faccio a sapere che lei non è sempre stato dal lato di Voldemort e sta solamente fingendo di essere stato torturato?”
Piton lo guardò sprezzante. “E se fosse così, perché avrei dovuto aiutarvi a distruggere tutti gli Horcrux?”
“Non tutti.” replicò Harry “Ne manca uno. Potrebbe averlo fatto solo per guadagnarsi la mia fiducia.”
Lo sguardo di Piton si fece sempre più duro. “Non avrei avuto bisogno di questi mezzucci per conquistare la fiducia di uno come te, Potter. Ti senti un eroe... arrogante e presuntuoso come tuo padre, ti credi di poter fare tutto. Avrei potuto semplicemente rapire uno dei tuoi amici a Grimmauld Place, lasciandoti indizi su come trovarli e tu saresti corso immediatamente a salvarli. Non mi sarebbe servito guadagnarmi la tua fiducia, avrei fatto molta meno fatica, ti avrei atteso e ucciso mentre venivi a fare il buon samaritano.” Un ghigno compiaciuto si era dipinto sul volto di Piton, mentre Harry arrossiva suo malgrado, un po’ per la rabbia e un po’ perché sapeva che aveva ragione; dopo un attimo però si riprese e domandò “Se sta dalla nostra parte, perché ha mandato quel maledetto gufo?!”
Piton ritornò improvvisamente serio. “E’ per questo, allora... lo so, è stato un errore, ma non avevo capito che l’Oscuro Signore già sospettava di me e quando ho visto la situazione a Malfoy Manor, l’unico modo che avevo per avvertirti era via gufo. Non potevo addormentarmi lì, non ti pare? Senza contare che era pieno giorno e che quindi era improbabile che stessi dormendo, così ho rischiato.”
Harry lo guardò con un’intensità che sorprese Piton, tanto che si ritrovò a dover distogliere lo sguardo. Era come se gli stesse leggendo dentro.
“Va bene… non che abbia altra scelta... ma se Voldemort ha scoperto tutto, perché lei è qui? Come può permetterle di rimettersi in contatto con me? Come mai non è...?”
“Morto? Beh, perché non è riuscito a sapere cosa ci siamo detti in questo luogo. Non è riuscito a forzare l’incantesimo di Silente e quindi ha deciso di usarlo a suo vantaggio. In un certo senso tu avevi ragione prima, sono qui per suo ordine. Vuole che ti dica che la signorina Granger e la signorina Weasley sono nelle sue mani. Insomma, vuole farti cadere in una trappola. Ma tu come facevi a sapere che erano state rapite proprio da noi, Potter? In fondo sono passate poche ore...”
Harry gli raccontò in breve cosa era successo a Grimmauld Place e Piton continuò “Quindi non sapevano che c’era anche Draco. Nonostante il tuo pessimo gusto nello sceglierti le compagnie, devo dire che la signorina Granger possiede la capacità di mantenere sempre la mente lucida... a differenza di te, Potter.”
Harry stava schiumando di rabbia. “Sa perfettamente che non mi interessa la sua opinione su di me, professore... Voglio sapere dove sono.”
“Non lo so. Il Signore Oscuro vuole vedere in quanto tempo riesci a trovarlo, e anche se lo sapessi non te lo direi: neanche uno come te sarebbe così stupido da venire...”
Piton fu interrotto da Harry, le scariche elettriche erano riprese. “Come le ho già fatto notare prima, non mi interessa la sua opinione! Io devo salvarla, non mi perdonerei mai se...”
Piton aveva perso l’aria distaccata, ora era furente. “Ma lo vuoi capire che ti farai ammazzare? E’ questo quello che vuole, che tu ti precipiti lì! Non capisci perché io sono ancora in vita?! Sa che non hai ancora distrutto tutti gli Horcrux e vuole rinchiuderti dentro la Dimensione Parallela per poterti eliminare una volta per tutte! Non ti devi presentare prima di aver distrutto tutti gli Horcrux!”
Ma Harry non lo stava ascoltando, aveva già preso la sua decisione. “Visto che non sa cosa ci diciamo qui, gli dica solo che ho ricevuto il messaggio. Mi è venuto in mente un’idea per arrivare lì molto prima di quanto pensi Voldemort. Ci vediamo presto.”
“No, Potter! Non devi venire! Devi distruggere prima l’Horcrux...” ma ormai Harry era sparito lasciando Piton solo, ad imprecare contro la stanza ormai deserta.


 

   
 
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