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Autore: Em Potter    31/08/2012    8 recensioni
Questa è la storia di una ragazza che subisce un profondo cambiamento, che da ragazzina timida e profondamente infantile diventa una donna forte e coraggiosa.
Lei è Ginny Weasley, e questa è la sua storia.
Dalla storia:
«Ho detto la pura verità a tutti gli studenti della mia scuola.» disse Silente serio. «E la verità è che tu sei un'innocente capitata a favore di Lord Voldemort al momento giusto e proprio come voleva e sperava lui.»
«Sono una debole e T-Tom R-R-Riddle ha sfruttato la mia debolezza...»
«Lord Voldemort ha sfruttato il tuo coraggio. E solamente un atto di coraggio del genere poteva garantirgli la rinascita, solamente il tuo coraggio, Ginny Weasley. Fidati, Voldemort è abilmente furbo nel scovare le sue vittime e non avrebbe continuato con te se non fosse assolutamente certo di che persona sei. Ha cercato di scoprire tutto di te, proprio per questo.»
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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NATALE AL QUARTIER GENERALE.


Dopo aver passato le ore più terribili della loro vita nella cucina di Grimmauld Place, Ginny e i suoi fratelli ritornarono allegri come sempre: il loro padre era stato ferito da un serpente gigantesco mentre lavorava per l'Ordine della Fenice... ma era vivo e sarebbe guarito in un batter d'occhio! In men che non si dica, i Weasley e Harry si misero in marcia verso il San Mungo insieme a Tonks e Malocchio come scorta e andarono a trovare Arthur. 
Ginny si rese presto conto che era un vero miracolo che il padre fosse vivo perchè era messo davvero male e sembrava distrutto. Ma mai distrutto quanto Harry quando arrivarono dal San Mungo a fine giornata... 
"Ma non può essere stato posseduto da Voldemort!" disse Ginny risoluta ai suoi fratelli, quella sera prima di cena. Ron sussultò al nome di Voldemort ma non protestò, pensando ancora al suo amico che dormiva di sopra. I ragazzi avevano usato le Orecchie Oblunghe per origliare una conversazione tra gli adulti e avevano sentito Malocchio ipotizzare che Harry, avendo quella specie di visione di ciò che accadeva nella mente di Voldemort, fosse stato posseduto... ma quello era praticamente impossibile. "Da quando siamo arrivati dal San Mungo non ci guarda nemmeno in faccia e questo perchè è convinto di essere stato posseduto da Voldemort, ma non è così. Dobbiamo farlo ragionare, ragazzi!" aggiunse, camminando nervosa su e giù per la stanza.
"Facile" commentò sarcastico Fred, gettandosi pesantemente sul letto della sorella. 
"Una passeggiatina" aggiunse George sconfortato, imitando il gemello e crollando anche lui sul materasso morbido. 
"Lo so... ma dobbiamo almeno provarci" 
"Ci penserà Hermione, è bravissima in quelle cose" li rassicurò ottimista Ron, brandendo una breve lettera nella mano sinistra. "Mi ha scritto questa e ha detto che viene qui a Grimmauld Place prima di Natale: non dobbiamo preoccuparci" 
Ginny stava per ribattere quando un rumore di porta aperta li fece sobbalzare tutti: era la madre. 
"La cena è pronta: scendete tutti" ordinò. "Ron, avvisa anche Harry e digli che... insomma, se vuole rimanere ancora a letto per riposare posso mettergli da parte qualcosa. Povero caro, dev'essere proprio stanchissimo" aggiunse, mortificata. 
Ginny lanciò uno sguardo tristissimo a Ron e seguì la madre in cucina, dove vi era una gran tavola apparecchiata che abbondava di cibo e con poche persone a godersela. La ragazza prese posto accanto a Tonks, e augurando un buon appetito a tutti cominciò a mandare giù il suo stufato in maniera praticamente assente. Parecchie volte, lo sguardo di Sirius si posò su di lei ma la ragazza non volle incontrare i suoi occhi: la faccenda della possessione le aveva fatto venire in mente tanti ricordi della sua infanzia che avrebbe preferito gettare nel dimenticatoio. Ricordi legati a Voldemort, o meglio, al suo ex migliore amico di dario: Tom Orvoloson Riddle.
Fu la prima ad alzarsi dalla tavola e ad annunciare che andava a riposare di sopra, ma non aveva nemmeno raggiunto la sua stanza che il suo polso fu intrappolato in una morsa. Una mano tatuata l'aveva afferrata: la mano di Sirius. 
"Sì?" fu la rapida replica di Ginny a quel gesto, mentre cercava di suonare totalmente indifferente. Ma tutto quel che le venne fuori fu una specie di borbottio strozzato, cosa che Sirius non fece a meno di notare. 
"Io e te dobbiamo parlare, rossa" disse l'uomo con decisione, guidandola nella sua vecchia camera. 
Non appena Sirius aprì la porta della sua stanza da adolescente, Ginny inalò uno strano odore: la stanza era tappezzata di stendardi di Grifondoro e la ragazza non potè fare a meno di sghignazzare quando la sua vista fu coperta da numerose fotografie di ragazze in bikini. 
"Davvero molto carine" commentò lei, accennando alle ragazze e trattenendo a stento una risatina. "Ma sono delle modelle Babbane... strano che tua madre te le ha lasciate tenere appese qui: credevo non approvasse i gusti del figlio maggiore!" 
"Incantesimo di Adesione Permanente" rispose Sirius beffardo, gongolando per la stanza. "Quella vecchia fattucchiera non ha mai potuto staccarle dalle pareti, mi ha divertito farla arrabbiare. Comunque... siamo venuti qui per parlare" 
"Ma io non ho nulla da dirti" 
"E invece sì, a tavola eri presente quanto una lumaca morta. Che cosa ti turba?"
"Nulla!" rispose troppo in fretta lei: non voleva proprio parlare della possessione. "Solo che mi dispiace per Harry: crede di essere stato posseduto da Voldemort quando sappiamo tutti benissimo che non avrebbe mai potuto teletrasportarsi dal dormitorio a Londra" sospirò e puntò gli occhi su una fotografia in movimento. "Ehi, questi quattro ragazzi non sembrano delle modelle Babbane in bikini! Ma... oddio... quello lì è Harry e... aspetta! Quel ragazzo con gli occhiali è suo padre, vero? James Potter. E lui sembra Remus... no, aspetta... tu chi sei?" aggiunse sbalordita, aggrottando la fronte mentre guardava la foto di quattro allegri adolescenti nel parco della scuola di Hogwarts: i loro sorrisi erano a dir poco contagiosi. 
"Mi stai chiedendo chi sono io? Ma... ma... ovvio che sono il più bello!" replicò Sirius, facendo la parte dell'offeso e premendosi una mano sul cuore. 
"Allora sei lui" la ragazza indicò James Potter. Quel ragazzo sembrava una versione figa e sbarazzina di Harry e questa cosa le andava parecchio a genio: un Harry simile caratterialmente a quel giovane nella foto avrebbe portato ad un party hard di tutti i suoi ormoni. 
"Oh-ho!" si esaltò Sirius, scoppiando in una risata simile ad un latrato e allontanandosi dalla foto per gettarsi sul suo letto. Ginny era visibilmente imbarazzata mentre continuava a fissare la fotografia e il volto sbarazzino di James Potter. "Beccata! Non può piacerti il padre senza piacerti il figlio, dato che sono praticamente identici. Ti piace il mio figlioccio, eh? I miei sospetti sono fondati!" e scoppiò ancora a ridere.
Ginny non rispose, e finse di studiare attentamente la foto mentre la sua mente lavorava febbrile. 
"Un momento..." fece Sirius spazzato, balzando in piedi e sgranando gli occhi. "Non sto scherzando e non fare la finta tonta con me, rossa. So benissimo che ti piace il mio figlioccio, l'ho sempre saputo e non incolpare le mie allucinazioni di questa storia!" aggiunse, ormai troppo esaltato dal fatto che aveva ragione.
"Da piccola mi piaceva" disse prontamente la ragazza, senza alcun imbarazzo. "Ma ormai la cotta è passata, era solamente il sogno di una piccola ragazzina. Adesso io ho un fidanzato che mi vuole bene, che non mi tratta male e non mi ignora" aggiunse, pensando che quella versione della sua vita sentimentale era parecchio distorta per essere reale. In realtà, non sapeva nemmeno cosa dire: Harry non le era indifferente ma non poteva dirlo a Sirius... di conseguenza non poteva neanche dirgli che aveva un fidanzato di cui non le importava poi granchè, perchè poi Sirius sarebbe arrivato alla verità. 
Ma quanto poteva essere stupida?
"Harry ti piaceva quando eri piccola?" ripetè Sirius. 
"Sì, solamente quando ero piccola" 
"Ma andiamo!" Sirius scoppiò nuovamente a ridere e le diede una piccola spintarella. "Quando lo guardavi mi sembravi molto appassionata. Riuscivo quasi a vedere James mentre fissava Lily con la speranza che lei lo notasse, anche quando lui diceva che non provava niente per lei: aveva esattamente quello sguardo. Credevo sul serio di aver avuto delle allucinazioni a causa vostra e li vedevo dappertutto di continuo!" si passò una mano tra i capelli con un gesto distratto, il sorriso sempre sulle labbra. "Sì, allucinazioni! Allucinazioni di continuo... e solo perchè tu e Harry siete identici ai miei vecchi amici"
"Come vuoi, ma resta il fatto che il tuo figlioccio mi ha sempre ignorata e trattata di merda, e adesso a me non mi importa un'accidente perchè sono fidanzata!" insistette Ginny con ira crescente, perchè parlare di quell'argomento le faceva sempre girare altamente le Pluffe. "Che vuoi che mi importi di uno che mi ha sempre ignorata? Io mi diverto solamente" agitò la mano con noncuranza, "e mi sta benissimo così. Sì, mi sta benissimo così e poi io sono fidanzata!" aggiunse, sentendosi davvero molto ripetitiva e noiosa quanto una lezione di Ruf. 
Voltò le spalle a Sirius prima che lui potesse dire qualcosa, e continuò a borbottare cose incomprensibili di cui si riusciva solamente a capire "che vuoi che mi importi?" oppure "mi ha sempre ignorata!" o ancora "io voglio solamente divertirmi insieme ai miei amici!" e altre cose del genere che continuò a ripetere all'infinito, come una pazza appena uscita dal manicomio. 
In tutta risposta, Sirius le fece un ghigno. 




Con il passare dei giorni, Ginny si pentì amaramente di aver parlato a Sirius della sua disastrosa e incasinata vita sentimentale: l'uomo non aveva fatto altro per giorni che fissare di nascosto lei e Harry, ma soprattutto lei che lanciava sguardi disperati al ragazzo con l'intento di attirare la sua attenzione e di convincerlo a parlare con loro, o almeno di convincerli a guardarli in faccia. Con l'arrivo di Hermione, le speranze dei ragazzi si riaccesero come una lampadina: lei avrebbe di sicuro convinto l'amico a parlare a tutti di nuovo e l'avrebbe fatto ragionare. Ma Hermione non aveva assolutamente intenzione di farlo ragionare...
"CHE COSA?" esclamarono Ginny e Ron con vocina acuta, spiazzati da quell'affermazione. 
Hermione si limitò a fare un sorrisino, sorrisino che diceva che la sapeva sempre più lunga di tutti. 
"Miseriaccia, Hermione... ti abbiamo aspettato a lungo per un aiuto, sai benissimo che io non sono bravo in quelle cose!" ribattè Ron, che aveva raggiunto la vetta dell'isteria e guardava l'amica come se non credesse alle proprie orecchie. Si alzò e iniziò a marciare davanti alla ragazza come se lei fosse un colpevole che stava dichiarando il suo omicidio. "Non puoi dirci che non ci aiuterai: Harry ci evita ogni volta che può... perfino durante i pasti!" 
"Ha ragione, si sta nascondendo da quando è arrivato dal San Mungo!" aggiunse la sorella, con evidente rabbia. 
"Riflettete... qui l'unica che può risolvere tutto sei tu. Tu, Gin... proprio tu" disse inaspettatamente Hermione, guardando l'amica con intensità. Anche Ron si voltò a fissare la sorella, e alzò un sopracciglio in modo scettico. 
MACCHECASPITA?
"Non fate quelle facce da pesci lessi, avete capito!" tagliò corto Hermione. 
"Io no..." mormorò piano Ron, e sembrava sincero.
Ma Ginny aveva d'un tratto capito tutto e si maledisse per non averci pensato su prima: lei era stata l'unica persona più vicina al ragazzo che era stata posseduta da Voldemort e chi meglio di lei poteva farlo ragionare e smentire quella cosa? Ovviamente, questo doveva comprendere un breve racconto della sua esperienza per far calmare definitivamente il ragazzo che era in uno stato di profondo shock... ma lei poteva e doveva aiutarlo, perchè era davvero l'unica che poteva farlo.
Fece un gran sorriso ed Hermione uscì dalla stanza, gongolando vittoriosa. 
Ron era visibilmente sconcertato. "Ma che diavolo vi prende?" sbottò. 
"Lo vedrai. Oh, accidenti al demonio... sono stata così stupida!" 
"Accidenti al dem...?" ripetè Ron sgranando gli occhi, e lasciando spazio all'incredulità sul suo volto piuttosto che ad un sorrisino divertito. "Aspetta, questa cosa che voi due parlate codice non l'ho mai sopportata... voi ragazze siete impossibili! Mi dici che miseriaccia succede?" aggiunse, scrutando la sorella con ira. 
"E va bene. Ti ricordi il mio primo anno?" 
"Come posso non ricordare la strizza di quando sei stata portata in quella stramaledetta Camera dei Segreti?" 
Stavolta, fu il turno di Ginny di sgranare gli occhi: il fratello non aveva mai parlato di quanto lui e gli altri avevano sofferto per la perdita della sorella, che credevano che fosse morta invece che posseduta a causa di uno stupido diario. All'improvviso, l'affetto per Ron zampillò dentro di lei e si sentì molto ben disposta nei suoi confronti più di quanto non lo fosse già prima. 
"Bene, io ero stata posseduta da Tu-Sai-Chi quindi sono l'unica che può mettere fine ai suoi pensieri paranoici. Insomma, fai due più due... sono la persona più vicina a lui che può descrivere con esattezza quegli effetti" 
Ron aveva ancora un'espressione stupita, poi si affrettò ad annuire perchè aveva capito. Restarono per un attimo in silenzio poi la porta si aprì ed Hermione fece il suo vittorioso ingresso, seguita da un Harry Potter con l'espressione allegra quanto il culo di un Vermicolo. La scena avrebbe fatto molto ridere Ron, se non fosse stato per il fatto che quel ragazzo depresso era il suo migliore amico. 
"Allora, come ti senti?" chiese Hermione, marciando verso il letto e sedendosi accanto a Ginny.
"Bene" rispose il ragazzo, rigido quanto un palo da Quidditch ficcato in certo posto. 
"Oh, non mentire!" si spazientì Hermione. "Ron e Ginny mi hanno detto che ti stai nascondendo da tutti da quando siete tornati dal San Mungo!" aggiunse, e le orecchie di Ron diventarono scarlatte da far paura. 
"Ah, dicono così?" domandò Harry scontroso, guardando con rabbia i due ragazzi.
"Sì, è vero! E non ci guardi nemmeno in faccia!" sbottò Ginny arrabbiata, che a differenza del fratello non era affatto imbarazzata. 
"Siete voi che non guardate in faccia me!" ribattè il ragazzo.
"Forse vi guardavate a turno senza incrociarvi mai" disse Hermione, accennando un lieve sorriso.
"Molto spiritosa!" commentò l'amico, dandole velocemente le spalle. 
"Oh, piantala di fare l'incompreso! Ascolta, mi hanno raccontato quello che hai sentito la notte scorsa con le Orecchie Oblunghe..."
"Ah, sì? Tutti a parlare di me... tanto mi sto abituando!"
"Noi volevamo parlare con te, ma tu ti nascondi da quando siamo tornati!" intervenne Ginny risoluta, sbuffando appena. 
"Non volevo parlare con nessuno!" replicò Harry imperturbabile, con grandissima faccia tosta. Una faccia talmente tosta che faceva venir voglia a chiunque di prenderla a schiaffi e di scrollarlo per fargli capire quando visibilmente era idiota. 
"Beh, sei stato proprio stupido visto che io sono l'unica persona che conosci che è stata posseduta da Tu-Sai-Chi e posso dirti cosa si prova!" 
Il sangue caldo gli era ormai arrivato al cervello e poteva giurare che quella sua rabbia era servita a qualcosa: Harry si era immobilizzato accanto alla porta, e Ginny avrebbe giurato che la sua faccia fosse di imbarazzo totale... oltre al fatto che sicuramente si era appena accorto di essere stato davvero ma davvero ma davvero ma davvero deficiente.
"L'avevo dimenticato" fu la risposta flebile del ragazzo.
"Beato te" replicò freddamente lei. 
"Mi dispiace... quindi secondo te non sono stato posseduto?" 
"Ricordi tutto quello che hai fatto? Ci sono momenti di vuoto in cui non sai cosa hai fatto?" 
Lui parve pensarci su, poi dichiarò: "No..." 
"Allora Tu-Sai-Chi non ti ha mai posseduto: io avevo dei buchi di ore intere di cui non ricordavo niente... mi trovavo in qualche posto e non sapevo come ci ero arrivata" dichiarò la ragazza, cercando di non pensare alla voce suadente e fredda che aveva udito nella Camera dei Segreti... la voce che le dava della stupida per essersi fidata di un estraneo invisibile, la stessa voce che credeva fosse quella di un amico. 
"Tu scendi dalle stelle, o Fierobe-e-ecco!" stava canticchiando Sirius per la casa. 
Ginny si alzò immediatamente, sperando che Sirius gradisse il suo aiuto per decorare la casa.
"Dove vai?" chiese Ron. 
"Ho fatto quel che dovevo fare, adesso posso pure lasciarvi soli" rispose lei, attraversando la stanza e non degnando nemmeno di uno sguardo Harry che era ancora impalato accanto alla porta. Per un attimo credette che lui volesse fermarla, ma lei non guardò indietro e andò ad unirsi a dei festati gemelli e Sirius, che sembravano aver già alzato il gomito. 
"Il Whisky Incendiario fa male, sapete?" borbottò Ginny, entrando nel salotto e dando un'occhiata a due bottiglie vuote lì per terra. 
"Dolcezza!" la chiamò Sirius, avvicinandosi a lei e gettandole una ghirlanda attorno al collo. 
"Siete tutti e tre andati. Sirius, ma perchè Fred e George possono bere quella roba e io no?" domandò la ragazza divertita, guardando i gemelli che facevano la conga e cantavano canzoncine di Natale mentre mettevano in giro le ghirlande e i trifogli. 
"Perchè noi... hic... siamo... hic..." tentò Fred. 
"Perchè noi siamo... hic... maggiorenni... hic!" disse George, facendo una risatina sommossa. 
"Ma che diavolo succede?" sibilò orripilata Hermione, guardando i gemelli ballare e canticchiare col singhiozzo mentre Sirius cedeva gentilmente a Ginny una grossa bottiglia di alcool, spronandola a berne un goccio e a constatare quanto fosse buona quella roba; anche Harry e Ron si era appena uniti a loro, e si stavano tenendo la pancia dalle risate. "Ehi, non vorrai sul serio bere quella roba?" aggiunse la ragazza, preoccupata. 
Ma fu proprio quello che Ginny fece, prima di strozzarsi e sputacchiare tutto. 
"Sì, è un pochino troppo forte" borbottò Sirius, guardando la bottiglia con indifferenza e bevendone un altro sorso.
"Me ne sono accorta!" sibilò la ragazza, con un rantolo strozzato.
"E dato che ci siamo tutti... Ron ed Hermione, voi due potete appendere le decorazioni lì. Io continuerò a dare una mano a Fred e George con le ghirlande e tutto il resto mentre voi due" Sirius fissò con uno sguardo malizioso Harry e Ginny, che avrebbe giurato che l'uomo non aspettasse altro che quel momento per farli stare insieme e poterli guardare amorevolmente, "potete occuparvi dell'albero di Natale, da soli. Ve la caverete, forza... a lavoro!" 
"Ai suoi ordini!" replicò Harry di umore assai migliorato, e si avvicinò all'albero per decorarlo. 
"Sirius, tu sei proprio un..." 
"Non vieni ad aiutarmi, Ginny?" chiese il ragazzo, facendole un gran sorriso e offrendole la mano. Ginny era sicura che lui volesse farsi perdonare per averla trattata male e per aver dovuto risvegliare i suoi incubi, ma la proposta di decorare un intero albero di Natale insieme a lui era troppo allettante per rifiutarla. 
Sirius fiutò l'aria. "Semplicemente: muoviti" disse. 
"Sei un meticcio morto, Black" minacciò la ragazza, ma un attimo dopo sorrideva e aveva afferrato la mano di Harry. 




Come previsto, il Natale lì a Grimmauld Place fu davvero meraviglioso anche se a tutti mancò molto la presenza di Arthur. Bill andava e veniva dal San Mungo ogni tanto per fargli compagnia tra un pasto e l'altro e per i ragazzi fu così insopportabile che alla fine Bill si arrese e restò all'ospedale insieme al padre, portandogli un dolce fatto da sua moglie con tanto amore. Fu il Natale più bello che ebbero mai passato: si riempirono tutti la pancia, giocarono a Spara Schiocco e tanti altri giochi dei maghi e infine, sfiniti e con le pance gonfie di cibo, si misero a chiacchierare allergamente. 
Più di una volta, Ginny si era ritrovata a minacciare Sirius (anche con gli occhi!) ma quello che Sirius diceva su lei e Harry era vero e probabilmente quel ragazzo dai scintillanti occhi verdi e la buffa cicatrice a forma di saetta sulla fronte l'avrebbe seriamente fatta impazzire. Ma forse... era lei che doveva smetterla: non doveva guardarlo con visibile desiderio in presenza di tutto l'Ordine della Fenice e Sirius compreso, non doveva fare niente che potesse far capire che le sue viscere stessero ballando la conga quando lui le rivolgeva la parola o quando sorrideva o quando si trovava a guardarla negli occhi. Ma quel Natale le aveva solamente fatto capire che Micheal non era il ragazzo giusto per lei, e non vedeva l'ora di andare ad Hogwarts e chiarire con lui. 

"... e James teneva Harry in braccio e non sapeva come cambiargli il pannolino!" stava dicendo Sirius, suscitando le risate generali. "Voleva che fosse il padrino a pulire il sederino del suo neonato ma io non ci pensai proprio e lo mandai gentilmente a quel paese"
"Ma quanti anni avevi?" chiese Malocchio a Sirius.
"Credo... venti" rispose lui. 
"Perchè non hai voluto aiutare il tuo amico? Pensa se avevi un figlio!" esclamò Tonks, che quella sera aveva spettinati capelli viola. 
"Ah, mi sarebbe piaciuto... l'avrei chiamato James Remus. Sì, James Remus Black suona proprio bene!" dichiarò Sirius, facendo ridere moltissimo Remus e suscitando ancora l'ilarità generale, soprattutto quella degli adolescenti. "E sarebbe stato bello come me, fringuello come James e... mangiatore di cioccolato come Lunastorta" aggiunse, ficcandosene un pezzo in bocca giusto per il gusto di farlo. 
"Che ne pensate invece di James Sirius Potter?" chiese Harry allegramente, con l'umore alle stelle. 
"Già, che ne pensate di un ritorno di fiamma? Tu che ne pensi, Gin?" insistette Sirius, la cui sanità mentale era ormai andata a barsi benedire. 
"Direi... beh... che è un bel nome" balbettò lei ed Hermione le rivolse un'occhiatina divertita.
"E se fosse una femmina?" domandò Ron curioso. 
"Si chiamerebbe come te!" lo rimbeccò George e la madre ordinò a lui e al gemello di andare a lavare i piatti in cucina, cosa che i gemelli dovettero fare mentre appellavano ad uno ad uno i piatti che schizzarono dal salotto alla cucina. 
"Se fosse femmina si chiamerebbe Lily, mi pare logico" disse Sirius, lanciando uno sguardo al figlioccio.
"Sì, il nome di mia madre. E tu, Ron?" 
"Oh santo cielo... è ancora troppo presto!" sbottò Molly imbarazzata, arrossendo tutta d'un botto.
"Lasciaci divertire!" la rimproverò allegramente Tonks, protendendosi verso Ron per vedere cosa aveva da dire.
"Ehm... a me piacerebbe Hugo, come nome..." borbottò lui. 
"Un mio amico ad Hogwarts si chiama Hugo e la sua vigilanza non era mai costante" disse Malocchio imperturbabile.
"Hugo è un bel nome, Ron. Per me, se fosse una femmina sarebbe... Rose" buttò lì Hermione, fissando Ron al di sopra del pelo ritto di Grattastinchi. 
"E tu invece, Tonks?" sghignazzò Ginny divertita, quando ebbe finito di guardare Ron ed Hermione scambiarsi dei sorrisetti. 
"Chiamerei mio figlio come mio padre: Ted" rispose la ragazza, annuendo. 
"Ted Shalkebolt" proruppe Sirius e Tonks rischiò di strozzarsi con la sua Burrobirra. In realtà, molti di loro avevano fatto una faccia orripilata perchè vedere Tonks accoppiarsi con un vecchio e strano mago tranquillo per i gusti della ragazza era da brividi. "No, scusatemi... Ted Lupin suona molto più bene!" si corresse, e Ginny concordò con Sirius e gli battè il cinque. 
Tonks parlava spesso con lei di Remus e Ginny era sicura che una cotta segreta la provasse, Tonks per l'uomo.
"SIRIUS!" ruggì l'uomo in questione, rovesciandosi tutta la Burrobirra addosso. 
"Ma che diavolo dici, Sirius?" si agitò Tonks, mentre i ragazzi ridevano e Molly correva a vedere il fracasso che i gemelli stavano facendo in cucina: probabilmente avevano fatto saltare in aria tutti i piatti. "Insomma, mi stava venendo un colpo quando ho sentito Ted Shalkebolt perchè con Kingsley... aiuto, andiamo! Non è proprio nel mio genere! Ma Ted Lupin è allucinante, non suona molto bene... anche se rispetto a Kingsley e gli altri Auror, Remus è decisamente quello con cui si potrebbe fare..." 
A quel punto, Remus consigliò seriamente ai ragazzi di andare a dormire. 
"MA NON IN QUEL SENSO!" si affrettò a strillare Tonks, con i capelli che diventavano sempre più rossi via via che la sua faccia diventava rossa. Sirius era in due dalle risate, Remus tracannava la sua Burrobirra lanciando alla ragazza delle occhiatine fugaci e i ragazzi... ignorarono il consiglio dell'uomo, perchè quando il discorso diventava leggermente più piccante non volevano perderselo. "Nel senso che sarebbe il più appropriato per... insomma avete capito!" 
Sirius disse qualcosa che fu preferibilmente da censurare. 
Molly, arrivata proprio in tempo per sentire quel commento alquanto scioccante, ordinò ai ragazzi di andare a dormire e loro non poterono far altro che rivoltarsi tutti per le scale, iniziando a ridacchiare su una presunta relazione tra Tonks e Remus, oppure tra Malocchio e la professoressa McGranitt, che era passata prima per un salutino Natalizio. Quando si arrivò anche alla coppia formata da Ron ed Hermione, i due ragazzi in questione decisero di battersela in ritirata lasciando da soli Harry e Ginny, mentre i gemelli di sotto facevano un gran chiasso e blateravano qualcosa sui piatti troppo scivolosi. 
"La mamma starà dando di matto" disse Ginny divertita, spiando al di sopra della rampa di scale. 
Harry rise. "Ehm... puoi venire in camera mia un attimo?" chiese infine, arrossendo lievemente.
"D'accordo..."
La ragazza annuì e lo seguì precipitosamente di sopra, sperando che risultasse tranquilla e indifferente ai suoi occhi e sperando invece che non risultasse troppo maniaca o troppo divertita da quella situazione. 
Adesso mi stupra... si ritrovò a pensare lei, la Burrobirra che iniziava a fare un certo effetto. 
"Perchè mi vuoi in camera tua?" domandò Ginny curiosa, per nulla imbarazzata. 
"Devo darti una cosa" rispose il ragazzo. 
Non iniziava bene, come discorso.
"Una cosa, cosa?" 
"Devi vederla" 
Non continuava bene, come discorso. 
"Insomma, avrei potuto dartelo domani ma è meglio che lo faccia adesso..."
E non finiva decisamente bene, come discorso. 
Ginny lo seguì in camera sua, ringraziando il cielo che Ron fosse chiuso nel bagno da almeno cinque minuti a causa dell'imbarazzante discorso, e non appena furono entrati in stanza, Harry si precipitò nell'armadio e gli diede le spalle. La ragazza arrivò perfino a pensare che si stesse togliendo i vestiti per metterli nell'armadio e darle quella cosa ma alla fine dovette ammettere che la cosa che il ragazzo voleva darle era tutta un'altra cosa proprio. 
"Per te..." borbottò lui, tendendole un pacchetto regalo. 
Ahia, si metteva davvero male. 
"Non dovevi!" protestò Ginny immediatamente, stavolta seriamente imbarazzata. Harry continuava a tenderle quel pacchetto regalo e lei lo prese tra le sue mani, dovette prenderlo tra le sue mani. "Io non ti ho regalato nulla, non è giusto questo!" 
"Per farmi perdonare. Mi dispiace di averti fatto rivivere i momenti più brutti della tua vita a causa della mia stupidità, mi dispiace davvero..." mormorò mortificato, mentre la ragazza scartava pian piano il suo primo regalo di Natale che aveva tutta l'aria di essere... un profumo dall'aria magnifica. O forse era il compratore che era stato magnifico? Beh anche. "Lo so... insomma, non è niente di che, è solamente un profumo come Ron l'ha regalato ad Hermione -non glielo dire- e non l'ho fatto per avere un regalo in cambio. Spero mi perdonerai" aggiunse.
"Io... non so che dire..." 
"Dici di sì" 
"Sì... sì, certo!" rispose lei subito, facendogli un'enorme sorriso radioso. Poi, più felice e sorridente di quanto non lo era mai stata, uscì dalla camera di Harry e ringraziò il ragazzo per quel regalo che per quanto poco di valore poteva essere... restava uno dei regali più belli della sua vita perchè era stato lui a farglielo. 




"Cos'è?" chiese Hermione curiosa, che però sorrideva come un'idiota davanti a quel pacchetto.
"Un profumo meraviglioso... sei stata tu, vero?" 
"No... cioè, io gli ho solo dato un'idea!" disse lei, offesa da quell'accusa infondata. Stava quasi rischiando di cadere mentre si infilava il pigiama e correva a ficcarsi sotto le coperte, con Ginny che sorrideva anche lei come una sclerotica idiota. "Insomma, sai che Harry è un fessacchione in queste cose e io ho dovuto per forza dargli l'idea che magari con un regalo avresti potuto perdonarlo, ma non gliel'ho detto esplicitamente. Ha fatto tutto lui, giuro!" 
"D'accordo, ti credo" tagliò corto Ginny e non fece a meno di sorridere. 
"Vanno meglio le cose tra voi, giusto?" 
"Sì, ma Harry è fidanzato con quella Chang" 
"Tu come...?"
"No, non avevo assolutamente intenzione di spiarli" si affrettò a dire Ginny sincera, perchè quella era la pura verità ed Hermione doveva saperla. "Avevo dimenticato la mia roba perchè avevo litigato con Micheal e li ho visti mentre... mentre si baciavano" aggiunse, ripensando a quella scena. 
Per la prima volta, Hermione pareva senza parole. Poi sussurrò: "Ricorda e non dimenticarlo mai, io scommetto sempre che un giorno Harry si innamori di te... io punto ancora su di te, non su Cho Chang" 
"Davvero?" 
"Davvero!"







Angolo autrice
D'accordo, so benissimo che questo capitolo è lunghissimo ma mi sono lasciata trasportare anch'io e volevo rendere il Natale dei ragazzi molto divertente, dato che la Rowling non ce ne ha dato nemmeno un assaggino. Come vedete, Sirius sta iniziando a capire che Ginny gli ha mentito e vuole cercare a tutti i costi di incoraggiare questa relazione (la Rowling ha dichiarato che Sirius ha davvero incoraggiato questa relazione) ma Harry è ancora in alto mare e noterà la ragazza solamente quando le cose iniziano a diventare più complicate... dannato Potter! 
Spero vi piaccia.
  
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