Un
silenzio innaturale seguì le parole di Harry, quasi subito
rotto però dalla risata di Voldemort.
“Complimenti, Potter. Ottima ricostruzione, ma devo
informarti che avresti fatto meglio a dar retta al tuo mentore...
Quello che accadde diciassette anni fa mi rese più prudente,
così, appena ne fui in grado, creai l’ultimo
Horcrux proprio con quel vecchio giardiniere di casa Riddle. Ma questa
volta non feci l’errore di lasciare carpire a chicchessia
questa informazione, modificai la memoria di Codaliscia e feci in modo
che l’ultimo Horcrux non corresse il pericolo di essere
trovato, o tanto meno distrutto.” Fece una pausa.
“Vedi, Potter, come ultimo Horcrux ho scelto la mia
bacchetta. Quindi mi dispiace contraddirti, ma sei tu ad essere in
trappola.” Alla sua risata si aggregarono anche i Mangiamorte
presenti nella stanza, mentre Harry tentava di mantenere lucida la
mente, cercando una soluzione.
- Fine capitolo -
Lo sguardo di Harry vagava dal viso di Voldemort alla bacchetta, mentre sentiva alle sue spalle i singhiozzi soffocati di Ginny e Hermione. Aveva ancora impressi nella mente gli occhi terrorizzati della sua ragazza quando prima aveva incrociato il suo sguardo; quella angoscia lo stava turbando nel profondo.
Alla fine non è tutto perduto... anche se Piton ha creato la barriera, l’ultimo Horcrux è qui, all’interno. L’unico problema è rimanere in vita, mentre tento di elaborare un piano per distruggerlo.
“Povero, povero, Harry Potter... tu non sei in grado neanche di farmi un graffio, figurati se riuscirai mai anche solo a sfiorare la mia bacchetta. Sei talmente preso da quella sporca Mezzosangue che per me leggerti nella mente è come sfogliare un libro aperto.” La risata di Voldemort e dei suoi scagnozzi gli ferì di nuovo le orecchie.
Dannazione, ha ragione. Devo concentrarmi, altrimenti non ne usciremo vivi...
Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e una frazione di secondo dopo li riaprì. Finalmente aveva trovato la giusta concentrazione, il corpo pronto a rispondere ad ogni pericolo, gli occhi freddi e calcolatori come non lo erano mai stati. Voldemort, incrociando il suo sguardo, smise di ridere.
“Hai deciso di passare all’attacco, Potter? Scaldiamoci un po’, vediamo cosa sai fare... Crucio!” L’incantesimo di Voldemort partì veloce, ma Harry grazie agli allenamenti aveva trovato la giusta concentrazione e l’attacco non lo colse di sorpresa. Si lanciò di fianco schivando la Maledizione Senza Perdono, ma non ebbe tempo di contrattaccare che il fascio rosso di uno Schiantesimo gli andò contro.
“Protego.”
Lo Schiantesimo rimbalzò contro lo scudo di Harry per tornare a Voldemort, il quale lo schivò con un lieve movimento. Sfruttando il piccolo diversivo creato dallo scudo, Harry si affrettò ad attaccare con un Sectumsempra, mettendo in lieve difficoltà il suo avversario, che però annullò l’incantesimo con un deciso colpo di polso e fece arretrare Harry di qualche metro, aprendogli dei piccoli tagli sul volto.
“Ma che bravo, Potter. Devo dire che sei migliorato, hai lo stesso stile di tuo padre e farai la sua stessa fine. Sappiamo bene entrambi che non sarai mai in grado di distruggere la mia bacchetta e anche se ci riuscissi, non mi uccideresti mai. Non sei capace di uccidere... avresti potuto con Codaliscia e invece non lo hai fatto, e non perché volevi consegnarlo ai Dissennatori, ma perché non ne sei in grado... i tuoi stupidi valori morali, la tua purezza di cuore... sei così schiavo dei tuoi sentimenti che non riuscirai mai a fare la cosa giusta.”
“Non è vero!” Gli occhi di Harry erano fiammeggianti. “Ormai sono in grado di gestire le mie emozioni. Non riuscirai a manipolarmi con sporchi trucchetti e quando arriverà il momento, perché arriverà, ti ucciderò senza alcun rimorso.”
“Questo lo vedremo...” Voldemort si girò verso i suoi seguaci che stranamente non avevano partecipato in alcuno modo allo scontro e gridò “Bellatrix, prepara tutto per il rito.”
Harry lo interruppe, sprezzante “So che cosa hai intenzione di fare e so che ci vuole del tempo per finire il rituale... e tu pensi davvero che ti permetterò di richiamare Brhamus Jackal senza fare niente per fermarti?”
Un ghigno si dipinse sul volto serpentino di Voldemort. “E invece è proprio quello che succederà, Potter, perché sarai impegnato a salvare le tue amiche..” Fece un cenno con la testa verso un punto alle spalle di Harry, il quale si girò di scatto. “Severus, procedi.”
A Harry si gelò il sangue nelle vene. Non si era accorto che le due ragazze non erano più legate al muro e, prima che potesse fare qualsiasi cosa, Piton iniziò a bisbigliare strane parole, erigendo una fragile barriera intorno alle due ragazze, visibile solo grazie alla sua tremolante luminosità. Sembrava inconsistente, eppure allo stesso tempo dava l’idea di essere impenetrabile.
“Vedi, Potter, quella è una potente barriera creata con la Magia Oscura. Nessun tipo di incantesimo può infrangerla, indipendentemente da quanto sia potente il mago che ci provi. Solo chi crea la barriera decide chi può attraversarla.” La fredda voce di Voldemort era velata da malcelata crudeltà. “Mantenere attiva una barriera di questo tipo comporta una concentrazione e un’ energia tale che se chi la crea viene anche solo sfiorato da una stupidissima fattura, rischia di morire. E’ per questo che non viene quasi mai utilizzata, a meno che chi la crea non abbia un più che ottimo nascondiglio. Come vedi io sono stato generoso con te, ti concedo la liberta di scegliere tra la vita delle tue amiche e quella della tua spia...” La risata acuta del Signore Oscuro fece venire la pelle d’oca a Harry.
“Che cosa hai intenzione di fargli?” Harry riusciva a stento a riconoscere la sua voce.
Sul viso di Voldemort si dipinse un ghigno sadico. “Oh, no. Non io, non ci sarebbe gusto... Imperio!” Il fascio di luce rossa passò accanto al viso di Harry per sorpassarlo, penetrare tranquillamente la barriera e colpire in pieno Ginny. Harry si voltò e guardò ad occhi sgranati la piccola Weasley puntare una bacchetta, comparsa dal nulla, contro Hermione, che la guardava terrorizzata.
“Allora, mia piccola Ginevra... ti do la possibilità di vendicarti. Vedo nella tua mente tanta rabbia e rancore.”
Harry pietrificato non riusciva a staccare gli occhi dalla ragazza che cercava di replicare “I-io... io n-non...”
“Non opporre resistenza...” La voce di Voldemort sembrava quasi un sussurro. “Tu hai donato tutto il tuo cuore a Harry e lui come ti ha ripagata? Mettendosi con la tua migliore amica. Non era vero che non voleva mettere a rischio la tua vita, non era vero che non era pronto ad amare... la realtà è che non voleva amare te!” Mano a mano che Voldemort parlava, gli occhi di Ginny diventavano sempre più vuoti, la mano sempre più salda attorno alla bacchetta, mentre Hermione cercava tra le lacrime di farla rinsavire, sussurrandole parole sconnesse.
“Ed è tutta colpa sua... lei diceva di esserti amica, di starti vicino, ma in realtà puntava fin dall’inizio a prendere il tuo posto. Non le è mai importato niente di tuo fratello, il suo scopo era rubarti Harry e nient’altro. Ti ha fatto soffrire, ti ha fatto soffrire come mai in vita tua. E adesso finalmente è il tuo turno, la tua rivincita. Vendicati, Ginevra. Vendicati per tutto il male che ti ha fatto.”
“Ginny, NOOO!” ma la voce di Harry si perse tra le grida di dolore di Hermione, che si contorceva per gli effetti della Cruciatus. Harry iniziò a tentare ogni tipo di incantesimo che gli veniva alla mente, ma quando arrivavano alla barriera, questa s’increspava lievemente, assorbendo la magia. Si voltò verso Voldemort, con una rabbia cieca negli occhi. “FALLA SMETTERE!”
Intanto, alle spalle del Signore Oscuro, il Velo veniva spostato al centro della stanza. Codalisca, Bellatrix ed altri Mangiamorte, disponevano candele e varie erbe, e disegnavano a terra, con quello che sembrava sangue, simboli uguali a quelli visti sull’antico testo nella Stanza delle Necessità.
Voldemort fece un cenno con la mano e Ginny abbassò la bacchetta. Hermione cadde all’indietro, svenuta a causa del dolore. “Allora Potter, hai già deciso chi sacrificare? L’amore della tua vita, o il tuo insegnante?” Harry non fu in grado di fare altro che stringere convulsamente la bacchetta tra le mani. “Vedo che ancora non hai preso la tua decisione... che dici se ti diamo una mano a scegliere?”
Ma Harry lo interruppe “Se uccidessi Piton, rimarremo per sempre confinati in questa dimensione, perché coinvolgere anche lui?”
La risata di Voldemort lo trapassò. “Quanto sei ingenuo, Potter! Con i poteri che presto acquisirò grazie allo spirito di Jackal, spezzare una dimensione parallela sarà uno scherzo. Severus non mi serve più ormai, ma tornando a noi... Ginevra...”
“Crucio.” Ginny aveva di nuovo puntato la bacchetta contro Hermione. La ragazza ormai aveva la voce rotta a forza di urlare, mentre le lacrime le bagnavano il viso e il corpo continuava a contorcersi furiosamente per il dolore. Quando Voldemort parlò di nuovo, Ginny abbassò la bacchetta. “So che la tua sete di vendetta non è ancora sazia, ormai vederla soffrire così non ti basta più... e allora fallo, fai scorrere il suo sangue...”
“NO GINNY, NON FARLO, LA UCCIDERAI!” Ma ormai lo sguardo della ragazza era completamente inespressivo, la mente in balia dell’Imperio. Harry guardava febbrilmente la scena, senza sapere cosa fare. Hermione era completamente esausta, non sapeva quanto ancora avrebbe resistito e se colpiva Piton, non solo avrebbe ucciso colui che in fondo si era dimostrato molto più fedele di altri alla causa dell’Ordine, ma avrebbe anche distrutto l’unico in grado di riportarli indietro dalla Dimensione Parallela, la loro unica via di fuga.
Strinse forte gli occhi, era paralizzato, non sapeva cosa fare e quando li riaprì e vide Ginny alzare la bacchetta, sentì una voce nella sua testa:
Cosa aspetti, Potter! Colpiscilo! ORA!
Harry visse la scena come a rallentatore, puntò la bacchetta verso Piton proprio mentre Ginny cominciava a pronunciare l’incantesimo.
“Sectum...”
“Stupeficium!”
“...sempra.”
“EXPELLIARMUS!”
La bacchetta volò lontano dalle mani di Ginny, Hermione si accasciò su se stessa gridando di dolore, iniziando a perdere molto sangue dalle ferite che le si stavano aprendo su tutto il corpo, mentre Piton cadeva all’indietro, inequivocabilmente morto.
- Fine capitolo -
*°*°*°*
Lo sguardo di Harry vagava dal viso di Voldemort alla bacchetta, mentre sentiva alle sue spalle i singhiozzi soffocati di Ginny e Hermione. Aveva ancora impressi nella mente gli occhi terrorizzati della sua ragazza quando prima aveva incrociato il suo sguardo; quella angoscia lo stava turbando nel profondo.
Alla fine non è tutto perduto... anche se Piton ha creato la barriera, l’ultimo Horcrux è qui, all’interno. L’unico problema è rimanere in vita, mentre tento di elaborare un piano per distruggerlo.
“Povero, povero, Harry Potter... tu non sei in grado neanche di farmi un graffio, figurati se riuscirai mai anche solo a sfiorare la mia bacchetta. Sei talmente preso da quella sporca Mezzosangue che per me leggerti nella mente è come sfogliare un libro aperto.” La risata di Voldemort e dei suoi scagnozzi gli ferì di nuovo le orecchie.
Dannazione, ha ragione. Devo concentrarmi, altrimenti non ne usciremo vivi...
Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e una frazione di secondo dopo li riaprì. Finalmente aveva trovato la giusta concentrazione, il corpo pronto a rispondere ad ogni pericolo, gli occhi freddi e calcolatori come non lo erano mai stati. Voldemort, incrociando il suo sguardo, smise di ridere.
“Hai deciso di passare all’attacco, Potter? Scaldiamoci un po’, vediamo cosa sai fare... Crucio!” L’incantesimo di Voldemort partì veloce, ma Harry grazie agli allenamenti aveva trovato la giusta concentrazione e l’attacco non lo colse di sorpresa. Si lanciò di fianco schivando la Maledizione Senza Perdono, ma non ebbe tempo di contrattaccare che il fascio rosso di uno Schiantesimo gli andò contro.
“Protego.”
Lo Schiantesimo rimbalzò contro lo scudo di Harry per tornare a Voldemort, il quale lo schivò con un lieve movimento. Sfruttando il piccolo diversivo creato dallo scudo, Harry si affrettò ad attaccare con un Sectumsempra, mettendo in lieve difficoltà il suo avversario, che però annullò l’incantesimo con un deciso colpo di polso e fece arretrare Harry di qualche metro, aprendogli dei piccoli tagli sul volto.
“Ma che bravo, Potter. Devo dire che sei migliorato, hai lo stesso stile di tuo padre e farai la sua stessa fine. Sappiamo bene entrambi che non sarai mai in grado di distruggere la mia bacchetta e anche se ci riuscissi, non mi uccideresti mai. Non sei capace di uccidere... avresti potuto con Codaliscia e invece non lo hai fatto, e non perché volevi consegnarlo ai Dissennatori, ma perché non ne sei in grado... i tuoi stupidi valori morali, la tua purezza di cuore... sei così schiavo dei tuoi sentimenti che non riuscirai mai a fare la cosa giusta.”
“Non è vero!” Gli occhi di Harry erano fiammeggianti. “Ormai sono in grado di gestire le mie emozioni. Non riuscirai a manipolarmi con sporchi trucchetti e quando arriverà il momento, perché arriverà, ti ucciderò senza alcun rimorso.”
“Questo lo vedremo...” Voldemort si girò verso i suoi seguaci che stranamente non avevano partecipato in alcuno modo allo scontro e gridò “Bellatrix, prepara tutto per il rito.”
Harry lo interruppe, sprezzante “So che cosa hai intenzione di fare e so che ci vuole del tempo per finire il rituale... e tu pensi davvero che ti permetterò di richiamare Brhamus Jackal senza fare niente per fermarti?”
Un ghigno si dipinse sul volto serpentino di Voldemort. “E invece è proprio quello che succederà, Potter, perché sarai impegnato a salvare le tue amiche..” Fece un cenno con la testa verso un punto alle spalle di Harry, il quale si girò di scatto. “Severus, procedi.”
A Harry si gelò il sangue nelle vene. Non si era accorto che le due ragazze non erano più legate al muro e, prima che potesse fare qualsiasi cosa, Piton iniziò a bisbigliare strane parole, erigendo una fragile barriera intorno alle due ragazze, visibile solo grazie alla sua tremolante luminosità. Sembrava inconsistente, eppure allo stesso tempo dava l’idea di essere impenetrabile.
“Vedi, Potter, quella è una potente barriera creata con la Magia Oscura. Nessun tipo di incantesimo può infrangerla, indipendentemente da quanto sia potente il mago che ci provi. Solo chi crea la barriera decide chi può attraversarla.” La fredda voce di Voldemort era velata da malcelata crudeltà. “Mantenere attiva una barriera di questo tipo comporta una concentrazione e un’ energia tale che se chi la crea viene anche solo sfiorato da una stupidissima fattura, rischia di morire. E’ per questo che non viene quasi mai utilizzata, a meno che chi la crea non abbia un più che ottimo nascondiglio. Come vedi io sono stato generoso con te, ti concedo la liberta di scegliere tra la vita delle tue amiche e quella della tua spia...” La risata acuta del Signore Oscuro fece venire la pelle d’oca a Harry.
“Che cosa hai intenzione di fargli?” Harry riusciva a stento a riconoscere la sua voce.
Sul viso di Voldemort si dipinse un ghigno sadico. “Oh, no. Non io, non ci sarebbe gusto... Imperio!” Il fascio di luce rossa passò accanto al viso di Harry per sorpassarlo, penetrare tranquillamente la barriera e colpire in pieno Ginny. Harry si voltò e guardò ad occhi sgranati la piccola Weasley puntare una bacchetta, comparsa dal nulla, contro Hermione, che la guardava terrorizzata.
“Allora, mia piccola Ginevra... ti do la possibilità di vendicarti. Vedo nella tua mente tanta rabbia e rancore.”
Harry pietrificato non riusciva a staccare gli occhi dalla ragazza che cercava di replicare “I-io... io n-non...”
“Non opporre resistenza...” La voce di Voldemort sembrava quasi un sussurro. “Tu hai donato tutto il tuo cuore a Harry e lui come ti ha ripagata? Mettendosi con la tua migliore amica. Non era vero che non voleva mettere a rischio la tua vita, non era vero che non era pronto ad amare... la realtà è che non voleva amare te!” Mano a mano che Voldemort parlava, gli occhi di Ginny diventavano sempre più vuoti, la mano sempre più salda attorno alla bacchetta, mentre Hermione cercava tra le lacrime di farla rinsavire, sussurrandole parole sconnesse.
“Ed è tutta colpa sua... lei diceva di esserti amica, di starti vicino, ma in realtà puntava fin dall’inizio a prendere il tuo posto. Non le è mai importato niente di tuo fratello, il suo scopo era rubarti Harry e nient’altro. Ti ha fatto soffrire, ti ha fatto soffrire come mai in vita tua. E adesso finalmente è il tuo turno, la tua rivincita. Vendicati, Ginevra. Vendicati per tutto il male che ti ha fatto.”
“Ginny, NOOO!” ma la voce di Harry si perse tra le grida di dolore di Hermione, che si contorceva per gli effetti della Cruciatus. Harry iniziò a tentare ogni tipo di incantesimo che gli veniva alla mente, ma quando arrivavano alla barriera, questa s’increspava lievemente, assorbendo la magia. Si voltò verso Voldemort, con una rabbia cieca negli occhi. “FALLA SMETTERE!”
Intanto, alle spalle del Signore Oscuro, il Velo veniva spostato al centro della stanza. Codalisca, Bellatrix ed altri Mangiamorte, disponevano candele e varie erbe, e disegnavano a terra, con quello che sembrava sangue, simboli uguali a quelli visti sull’antico testo nella Stanza delle Necessità.
Voldemort fece un cenno con la mano e Ginny abbassò la bacchetta. Hermione cadde all’indietro, svenuta a causa del dolore. “Allora Potter, hai già deciso chi sacrificare? L’amore della tua vita, o il tuo insegnante?” Harry non fu in grado di fare altro che stringere convulsamente la bacchetta tra le mani. “Vedo che ancora non hai preso la tua decisione... che dici se ti diamo una mano a scegliere?”
Ma Harry lo interruppe “Se uccidessi Piton, rimarremo per sempre confinati in questa dimensione, perché coinvolgere anche lui?”
La risata di Voldemort lo trapassò. “Quanto sei ingenuo, Potter! Con i poteri che presto acquisirò grazie allo spirito di Jackal, spezzare una dimensione parallela sarà uno scherzo. Severus non mi serve più ormai, ma tornando a noi... Ginevra...”
“Crucio.” Ginny aveva di nuovo puntato la bacchetta contro Hermione. La ragazza ormai aveva la voce rotta a forza di urlare, mentre le lacrime le bagnavano il viso e il corpo continuava a contorcersi furiosamente per il dolore. Quando Voldemort parlò di nuovo, Ginny abbassò la bacchetta. “So che la tua sete di vendetta non è ancora sazia, ormai vederla soffrire così non ti basta più... e allora fallo, fai scorrere il suo sangue...”
“NO GINNY, NON FARLO, LA UCCIDERAI!” Ma ormai lo sguardo della ragazza era completamente inespressivo, la mente in balia dell’Imperio. Harry guardava febbrilmente la scena, senza sapere cosa fare. Hermione era completamente esausta, non sapeva quanto ancora avrebbe resistito e se colpiva Piton, non solo avrebbe ucciso colui che in fondo si era dimostrato molto più fedele di altri alla causa dell’Ordine, ma avrebbe anche distrutto l’unico in grado di riportarli indietro dalla Dimensione Parallela, la loro unica via di fuga.
Strinse forte gli occhi, era paralizzato, non sapeva cosa fare e quando li riaprì e vide Ginny alzare la bacchetta, sentì una voce nella sua testa:
Cosa aspetti, Potter! Colpiscilo! ORA!
Harry visse la scena come a rallentatore, puntò la bacchetta verso Piton proprio mentre Ginny cominciava a pronunciare l’incantesimo.
“Sectum...”
“Stupeficium!”
“...sempra.”
“EXPELLIARMUS!”
La bacchetta volò lontano dalle mani di Ginny, Hermione si accasciò su se stessa gridando di dolore, iniziando a perdere molto sangue dalle ferite che le si stavano aprendo su tutto il corpo, mentre Piton cadeva all’indietro, inequivocabilmente morto.