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Autore: alpha_omega    01/09/2012    4 recensioni
Questa è una cross-over basata sulla saga degli hunger games di Susan Collins.
Opal Koboi è diventata padrona del mondo e per far capire alla gente che qualsiasi tentativo di ribellione è inutile ha creato gli hunger games.
Ogni anno un ragazzo e una ragazza tra i dodici e i diciott'anni di ogni specie verranno estratti a sorte e dovranno sfidarsi in un arena per un combattimento sena regole all'ultimo sangue fra di loro in un macabro reality show dove dovranno accapparrarsi il favore degli sponsor, la casta sociale privilegiata da Opal che potranno mandare loro viveri e mezzi per sopravvivere nell arena .
Solo uno potrà ritornare a casa a riabbracciare i suoi cari.
Ma per farlo dovrà rinunciare a tutto ciò che lo rende uomo.
PS Artemis e CO non hanno mai vissuto alcuna avventura, I personaggi non si sono mai incontrati , e la guerra è stata fatta datutte le creature del popolo(umani compresi) contro una despota.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Arena

Artemis continuò a correre ancora per un paio di chilometri dalla cornucopia; voleva mettere più distanza possibile tra se e il branco dei favoriti che si stava formando poco distante; una volta terminato il bagno di sangue iniziale i tributi che erano sopravvissuti si alleavano contro tutti gli altri che erano riusciti a scappare per poi dargli la caccia.
In poche parole loro erano i cacciatori e Artemis era la preda.
Il ragazzo si fermò a riposare solo quando fu sicuro che nessuno l'avesse seguito, aveva il fiatone: non aveva mai corso tanto in vita sua.
Controllò il contenuto dello zaino: una borraccia (vuota), dei fiammiferi, della carne secca, una bustina di plastica (vuota) e un sacco a pelo; non c'erano armi, aveva fatto bene a prendere l'ascia, anche se non la sapeva usare; alla sala di addestramento aveva visto la folletta dell'uno che la lanciava contro un manichino facendogli saltare via mezza testa; provò a lanciarla contro un alberello a pochi metri da lui; risultato: l'ascia lo mancò di mezzo metro cadendo a terra. Artemis imprecò a bassa voce; con quella ci si poteva solo difendere.
Rimise tutto nello zaino e si preparò a partire, quando sentì un chiocciolio in lontananza, si avvicinò alla fonte del rumore: un ruscelletto che scorreva limpido tra i sassi e andava a finire in una pozzanghera d'acqua sporca; posizionò l'apertura della borraccia tra due ciottoli e attese pazientemente che si riempisse; almeno il problema dell'acqua era risolto.
Decise che avrebbe viaggiato costeggiando il ruscello per non rimanere a corto d'acqua; e in più aveva una strada precisa da seguire.
Li vicino cresceva un cespuglio con alcune bacche; le aveva studiate al centro d'addestramento, e fortunatamente erano commestibili, ne mise una manciata in bocca e dovette ammettere che erano proprio buone, ne mangiò il più possibile; le altre le mise nel sacchetto di plastica.
Ripose la borraccia nelllo zaino e si avviò verso la fonte del ruscello.
Sentì dei passi dietro di se; si girò di scatto e vide con orrore il gruppo dei favoriti che avanzava ridendo verso di lui. C'era anche Minerva, e a giudicare da come la guardavano i suoi alleati era la leader del  gruppo.
Corse come non aveva mai corso in vita sua, come se non avesse fatto altro che quello da quando era nato, ma purtroppo per lui i favoriti lo avevano fatto veramente da quando erano nati e non aveva speranze contro di loro.
Eppure continuò a correre a perdifiato lungo la pianura arida, non voleva morire; non voleva che la sua vita finisse quel giorno.
Una palla di fuoco gli sfiorò il braccio facendogli perdere l'equilibrio.
Il terreno gli andava incontro a una velocità vertiginosa; ma proprio mentre stava per toccare il suolo qualcuno lo afferrò per il colletto della divisa scaraventandolo a terra parecchi metri da lì.
-Fermi tutti; lui è mio-, a parlare era stata la goblin del due che gli si avvicinò immobilizzandolo a terra; la lama del coltello a un soffio dal suo collo.
Artemis cercò di divincolarsi, ma un pugno in piena faccia lo ributtò a terra. Allora capì ciò che doveva fare; l'ascia era sotto di lui; doveva solo riuscire a prenderla.
Diede una testata in faccia alla goblin, che per un attimo allentò la presa; con uno strattone se la tolse di dosso e prese l'ascia, la fece roteare sopra la testa e colpì la sua avversaria di striscio, poi si rimise a correre; lo avevano quasi raggiunto, quando il terreno sotto di loro esplose.
Bombarda Sterro, il nano del sei emerse dal terreno; aveva deciso di puntare la sua strategia sull'effetto sorpresa, e a giudicare dalle facce dei favoriti non era stata una gran bella sorpresa; non era riuscito a colpirne neanche uno.
Dietro di lui l'umano del nove si era rimesso a correre dopo lo spavento iniziale ed in quel momento era solo un puntino lontano che spariva dietro gli edifici in rovina.
Guardò i favoriti uno a uno, l'umana del nove, la goblin del due, il folletto dell'uno e il troll del quattro.
Cercò di tornare sottoterra; ma il troll glielo impedì -Tu non vai proprio da nessuna parte- ringhiò.
Bombarda non cercò nemmeno di scappare; era finita, e alla fine sarebbe comunque finito sottoterra.
La fortuna non era in suo favore


Carcere Massima sicurezza del settore zero

Orion vide la nuova arrivata tirare un sospiro di sollievo quando l'umano del nove riuscì a fuggire dal gruppo dei favoriti; non si erano scambiati una parola per tutto il giorno, e lui aveva capito che lei aveva qualche legame con lui.
Orion non era mai stato un ficcanaso, ma voleva assolutamente sapere qualcosa su di lei.
-Lo conosci?- Domandò indicando lo schermo; il ragazzo, Artemis, aveva trovato un rifugio sotto un pezzo di lamiera ben mimetizzato e stava cercando di ripararsi dalla pioggia che aveva iniziato a cadere copiosa.
-Si-; disse lei in un sussurro -lo conosco-.

Juliet squadrò il compagno di cella per la prima volta: non aveva un bell'aspetto: aveva diciotto anni al massimo, magrissimo, pallido e con i capelli neri scarmigliati; un lieve accenno di barba sulle guance, gli occhi infossati e cerchiati di nero.
Gli occhi.
All'inizio credette fosse solo il riflesso dello schermo; ma poi capì che non era quello.
Le iridi erano di un rosso intenso; sembravano due tizzoni ardenti; non riusciva a distogliere lo sguardo.
Il suo sguardo andò a posarsi sulle orecchie; leggermente a punta sporgevano appena.
Orion Tubero, l'unico incrocio tra un'umana e un elfo,un pazzo; la prova vivente che tra due razze diverse non poteva esserci un equilibrio; i giornali avevano diffuso la notizia dappertutto; un anno prima la magia del ragazzo lo aveva fatto impazzire uccidendo alcuni abitanti della capitale e ferendone altri; poi c'era stato un'altro incidente nella prigione, e anche quella notizia era stata fatta girare tra i settori, le persone avevano paura anche solo sentendo il nome di una razza che non era la loro, perchè quello era il risultato.
Si affrettò a guardare lo schermo; a parte il tributo del sei non c'erano stati altri morti quel giorno.
La pioggia che ormai cadeva a scrosci aveva bloccato tutti i tributi, e per il momento erano tutti fermi.
Il suo compagno di cella si era addormentato; nel sonno appariva innocuo, quasi tenero.
Juliet si chiese se fosse veramente così pazzo come lo descrivevano.


ANGOLO AUTRICE
Scusatemi se ho trascurato Spinella, ma vi prometto che apparirà ampiamente nel prossimo
spero che vi sia piaciuto.
a presto
alpha_omega
 
  


 

  
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