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Autore: samanthanow    02/09/2012    2 recensioni
Tutto comincia a complicarsi quando Anna Bolena comincia ad innamorarsi, suo malgrado, del re Enrico VIII. Qui verranno descritti, capitolo dopo capitolo, i sentimenti, le avventure, le sensazioni di questa donna indomita, ribelle, forte, appassionata. Donna col destino scritto, un destino crudele, che le si rivolta contro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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t2 1° CAPITOLO. LA LETTERA DEL CUORE.

Enrico ed Anna

-  ...e sarebbe così  grande la gioia e l' orgoglio nel vedervi il quanto più possibile con questo mio piccolo dono lungo il vostro pallido e delizioso collo che rendereste me il re più fortunato di tutta l'Europa...
Ora vi lascio, mia diletta, e spero che mi renderete un uomo felice, con la vostra gentilezza...
                                                                                                                         Il vostro umile servo,
                                                                                                                                    Enrico -
Smisi di leggere ad alta voce, incitata ininterrotamente dal mio fratello, George, e mio padre, sir Thomas, ciò che il re mi aveva scritto. Finsi l'indifferenza più assoluta di fronte alle parole dolci che il re mi dedicò, di fronte alla sua calligrafia, di fonte alla sua evidente infatuazione da me, mio malgrado, contraccambiata.
Erano due le ragioni per la quale ero spinta, o meglio, dovevo fingere di esserne impassibile. Primo di tutto, questo doveva essere solo un complotto, un modo per aspirare alla corona e al potere del Re d'Inghilterra... Quindi era davvero un bene che tutto stesse andando secondo i miei piani. O meglio, i piani della mia famiglia.
Quando fallì mia sorella in questo ambito, e il re mostrò un notevole interesse nei confronti dell'altra Bolena, me, e gli  occhi dei miei cari si riaccesero di una vivida speranza.
D'altronde, io potevo tranquillamente portare avanti il piano, ero talmente sicura che niente sarebbe stato storto....
....Ed è qui che ammetto a me stessa la seconda ragione... Sono sempre stata una ragazza forte, decisa, testarda, ma sempre giusta e dall' animo  sensibile. Non mi posi comunque problemi, quando dovetti spezzare lo strano legame che mi teneva attaccata a Henry Percy, semplicemente perchè non nutrivo nulla nei suoi confronti,  nè a rifiutare i vari giovani che continuavano a corteggiarmi invano. Semplicemente li allontanai, in modo più o meno deciso a seconda delle reazioni. Dopotutto mi dispiaceva vederli tristi, così troncavo subito la cosa.  Non mi aspettai però, che il mio guscio, fatto di fredezza e compostezza venisse dissolto da un uomo viziato, presuntuoso, egoista e talmente ingenuo da affidarsi a chiunque gli si dichiari suo umile servo. Non riuscii proprio ad ammetterlo a me stessa, agli inizi. Eppure... Ogni suo sguardo era come una lama che mi perforava il petto, la sua bontà, sapientemente nascosta, usciva fuori quando meno lo si credeva possibile, la sua gentilezza disarmava, rendeva immune. E lui rese immune me... Dipendente ormai di ogni suo più piccolo respiro...
Sospirai per l'ennesima volta e voltai lo sgurdo verso quello compiaciuto di mio padre, che non perse tempo a dire : - Bene, sinceramente è meglio di quanto potessi sperare. Il re è cotto di te Anna, sono molto fiero...- mi indirizzò uno strano sorriso, tra il compiaciuto e il sorpreso - Continua così, come stai facendo, cerca di non essere indiscreta, devi catturare il suo interesse....Ora, invece, sono molto curioso di vedere quale gioiello ti ha mandato oggi, figlia... Non vuoi aprire il saccchetto?-
Come un automa risposi, -certo padre, lo apro subito..- E toccai quella stoffa preziosa color sabbia che ricopriva un oggetto duro e metallico al suo interno. Scoprii che mi regalò una spilla a forma di rosa color oro, dentro la quale trovai incastonato uno zaffiro che emerse nel suo splendore,  una spilla talmente bella da far invidia alla più ricca delle regine... Così bella che mi lasciò a bocca aperta ed inspiegabilmente sentii i miei occhi inumidirsi, così bella che anche mio padre e mio fratello, che si erano sporsi verso di me per sbirciare, rimasero con gli occhi spalancati e la bocca nel medesimo modo in cui pensavo fosse la mia...
- Oh Santo Cielo...- quasi singhiozzai, all'inizio, ma cercai di riprendermi subito, scrutato dagli occhi penetranti di mio padre, che non perse tempo a parlarmi
-Anna....- Sospirò- Ti prego non farlo...E' inutile che cerchi di nascondere i tuoi sentimenti verso il re, i tuoi occhi sono così brillanti quando salta fuori il suo nome, che quasi mi preoccupo.-  
Abbassai gli occhi quasi sentendomi colpevole dei miei sentimenti. - Padre, sono semplicemente lusingata dalla sua generosità nel regalarmi dei doni...Non puoi biasimarmi comunque, non ho mai ricevuto doni così belli- Cercai di controbattere. D'altronde, era già difficile ammettere a me stessa i miei sentimenti, figuriamoci pensare che fossero così palesi...
Mio padre scoppiò in una risata, mentre mio fratello, rimasto ad assistere alla scena, mi fissava con uno sguardo scettico. -Figlia mia,- riprese sir Thomas-  Ti leggo in faccia l' infatuazione che provi per quello sciocco di un re - il suo sorriso si spense - Mi auguro questa cosa non degeneri. Tu sai qual'è il nostro piano,sai a cosa puntiamo. La nostra famiglia se lo merita. - Mi prese per un braccio e mi  costrinse a guardarlo negli occhi - Spero vivamente per te che non ti innamori di una persona così viziata e superficiale come Enrico,  non voglio che i tuoi sentimenti fossero d'intralcio alla nostra missione.-
Mi congelai sul posto. Mio padre, sapeva davvero essere crudele quando ci si metteva d'impegno. Strattonai il mio braccio dalla sua presa e freddamente gli risposi -Non temere,  non succederà.-
Presi la lettera, la spilla e l'occorrente per rispondere alla lettera  e uscii di fretta fuori casa. Camminai a passi lunghi fino ad arrivare ad un radura dove c'era un albero secolare. Mi appoggiai al suo tronco e cominciai a singhiozzare. Dannazione, la mia famiglia non aveva tutti i torti, non potevo permettere che i miei sentimenti potessero impedire il reale scopo di tutta questa messa in scena.Scivolai lungo il tronco, non preoccupandomi di sporcare il vestito color panna, fino a sedermi ai piedi dell'albero, dando un pugno sull'erba morbida e umida. Perchè,  pensai, perchè doveva succedere proprio a me...Sto diventando gelosa di chiunque lo guardi, sto smaniando dalla voglia di abbracciarlo, vorrei averlo solo per me...
Il flusso dei miei pensieri rimase pressochè il medesimo, mentre con le lacrime lungo le gote, presi  un foglio, l'inchiostro, la penna, e risposi alle sue parole, con una calligrafia resa leggermente imperfetta a causa della mancanza di un appoggio stabile, in effetti era appoggiata sulle mie ginocchia.
Alla bell'e meglio scrisi: Mio adorato re, la vostra gentilezza ed enorme generosità mi han commosso il cuore. Non ho mai ricevuto dono più amabile e prezioso del vostro, dovete credermi.
Ma essendo vostra umile servitrice e inferiore a voi non me la sento di poter accettare tale dono...Non  posso permettermelo poichè il valore inestimabile di questa spilla è enorme, ed andrebbe sul corpetto di donne molto più belle e sofisticate di me. Credetemi, è la cosa  più bella che abbia mai potuto ricevere, ma non me la merito.
Vostra Maestà, basta il vostro sguardo su di me, per sentirmi una donna degna di voi, anche se questa è  mera illusione. Non c'è nessuno alla vostra altezza.
Mi mancate tanto, mi manca il vostro sguardo, spero di rivedervi presto. E sappiate che pregherò ogni giorno il Signore per Voi e la vostra felicità. Non me ne vogliate se rispedisco a voi il regalo, non sento di meritarlo.
                                                                                                     La vostra umile servitrice,
                                                                                                      Anna Bolena.

Non era un trucco, sapevo di non meritarla quella spilla. Era troppo, persino per me. E qualche lacrima andò a bagnare il foglio, lasciandolo umido.
Mi asciugai le lacrime e lentamente mi alzai, diretta di nuovo verso casa.
Una volta arrivata, chiamai il cocchiere, e salita sulla carrozza, mi diressi verso il palazzo.
-Prego, milady...-  Disse il cocchiere mentre mi aiutò a scendere, e lo ringraziai.
A passo deciso  mi diressi verso le stanze del re, sicuro di non trovarcelo, per cui affidai la mia lettera e la spilla alle sue guardie, raccomandando loro di dare tutto ciò al re appena fosse tornato. Si lanciarono tra di loro un lieve sorriso che mi fece innervosire, ma era meglio non farvici troppo caso.
Mi girai, chiusi gli occhi per un momento e feci un profondo respiro,  andai a cambiarmi d'abito per dirigermi nelle stanze della Regina, pronta a subire i suoi  sguardi guardinghi , come se avesse captato l'intesa tra me e il re.
Ho bisogno di vederti,Enrico...pensai, non ce la faccio più.



Salve, ragazze.   Innanzitutto rngrazio coloro che hanno letto l'introduzione, e mi scuso di averci messo molto ad aggiornare. Unico dilemma.  Se trovate la storia interessante, lasciatelo un commento per favore, anzi, anche se non vi piace, accetto qualsiasi critica costruttiva.  Vorrei capire se continuare o meno questa storia.

Baci,  Samantha.
                                                                                                   
  
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