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Autore: Dave1994    02/09/2012    2 recensioni
L'acchiappademoni Dante ha dovuto affrontare di tutto: dal diavolo in persona,sino a tutti i suoi infiniti servitori. Per anni ha combattuto,e oggi ha deciso di ritirarsi a una vita di tranquillità assieme a chi di più caro gli è rimasto.. Vergil,suo fratello,ha raggiunto sua moglie Miranda oltre il Velo dell'Oblio e Nero non l'ha mai perdonato per questo. A capo quindi di una famiglia oramai divisa,sceglie di dimenticare il suo passato di guerriero e difensore dell'umanità.
Ma,mentre sulla Terra imperversano ancora le legioni di Lucifero,una nuova minaccia si appresta,qualcosa che Dante mai avrebbe immaginato di dover affrontare.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dante, Trish, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Perché...l'hai fatto? - sussurrò con voce roca Nero, disteso per terra. Samael, sopra di lui, lo osservò con un'espressione quasi disinteressata mentre la spada di fuoco nella sua mano ardeva di fiamme bianche come la neve. Fece scomparire temporaneamente la Spegnianime ora in suo possesso, poi voltò il suo Occhio verso la casa alla sua sinistra e vide di nuovo Kyrie, stavolta barricata nell'abitazione.
- Quello che avevamo qui - disse Samael, accennando a dove fino a poco prima si trovava l'arcangelo Ramiel - era un fallimento del Paradiso, tutto ordini e medagliette da boy scout. Mi ha sempre dato sui nervi. -
- Ehi, capo - disse Dante con fare sarcastico, mentre la lama sacra conficcata nel suo petto cominciava sempre di più a bruciare nelle carni dell'acchiappademoni - cosa penseranno lassù, quando verranno a sapere quello che hai combinato? -
Samael si voltò verso Dante puntandogli contro la sua spada e sorrise.
- Francamente, me ne infischio. - sussurrò. Poi, iniziò ad avanzare lentamente verso l'acchiappademoni. Non vide Nero rialzarsi alle sue spalle, la Red Queen in pugno.
O meglio lo vide con il suo Occhio, ma non fece nulla. Quel giovane non poteva minimamente scalfirlo, come nemmeno poteva farlo Lady ancora riversa a terra priva di sensi.
Dante lo guardò con aria di sfida.
- Non riuscirai a uccidermi, bell'angioletto. Corri a casa finché sei un tempo e riferisci a Morgan Freeman che qui stiamo bene anche senza di voi. -
Samal scoppiò a ridere, mentre si avvicinava sempre di più a Dante.
- Vedi - disse, impugnando la spada di fuoco con due mani - Io penso che la morte ti prenda solo quando cerchi di sfuggirla. E tu da troppo tempo sei in fuga, Dante. Probabilmente mi ringrazierai, quando sarai dall'altra parte: non sei stanco, terribilmente stanco di tutto questo? - 
L'espressione dell'acchiappademoni si incupì di colpo, mentre alle spalle di Samael Nero si avventava con la Red Queen in pugno: l'angelo bloccò il fendente infuocato del ragazzo portandosi dietro la schiena la sua spada, poi si mise in ginocchio e con una giravolta squarciò la giacca di Nero con un lungo taglio orizzontale. Il ragazzo gridò di dolore, mentre un forte puzzo di carne bruciata si diffuse tutt'intorno.
- Per cosa combatti, acchiappademoni? - continuò l'angelo alzando la voce, mentre faceva mulinare la sua lama pervasa dalle fiamme lungo il suo fianco - non dovresti raggiungere tuo fratello, anziché trascinarti con la tua esistenza senza senso? -
Nero non si diede per vinto e con il suo braccio demoniaco tentò un micidiale destro ai danni dell'angelo: Samael fu veloce e il colpo non andò a segno, tuttavia non vide la Red Queen giungere con ferocia diretta verso il suo petto. La lama lo trapassò da parte a parte e con un ruggito Nero schiacciò la leva posta sul manico della sua spada, mentre il metallo prendeva fuoco grazie al complesso sistema a benzina innestato in esso.
In pochi secondi le fiamme invasero completamente il corpo di Samael, trasformandolo nell'elegante parodia di un Guy Fawkes munito di giacca e cravatta. Ma nonostante le lingue di fuoco che velocemente diventavano sempre più alte e di un arancione vivo, l'angelo ebbe ancora la prestanza di puntare una mano tesa contro il ragazzo: tra le sue mani ricomparve la Spegnianime, ma stavolta Nero conosceva bene la pericolosità di quell'arma e si gettò a terra, mentre sopra la sua testa un bagliore di luce bianca pareva quasi accecare il mondo intero. Con uno scatto accorciò la distanza tra lui e Dante, con un'idea in mente.
- Lady, come faccio a liberarlo?! - urlò alla donna ancora a terra, che voltando la testa mostrò al ragazzo un fiotto di sangue intento a fuoriuscire da una ferita alla sua testa.
- Non puoi...solo lui può farlo... - sussurrò, tentando di rialzarsi. Ci riuscì, seppur con difficoltà: barcollando, raggiunse i due e posò una delle sue delicate mani sul volto di Dante.
- Come sarebbe a dire!? -
- Quella...è la Trinità - rispose Lady, indicando il suo lanciarazzi e in particolare la lama che ne sporgeva dalla sommità - solo l'utilizzatore può rimuoverla ed è in grado di imprigionare perennemente qualsiasi creatura soprannaturale. -
- Questo è un bel casino. - 
Furono interrotti dalla risata roca di Samael, ancora consumato dalle fiamme. Tuttavia, quando queste si dissolsero, rivelarono una creatura completamente diversa dall'uomo in giacca e cravatta di poco prima: ora, al suo posto un essere ricoperto interamente di candide piume bianche avanzava verso di loro dispiegando le sue grandi ali. In una mano reggeva la sua spada di fuoco sacro e nell'altra la temuta Spegnianime.
Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre sì come sire.
Dante osservò le piume sul volto dell'angelo e notò che non erano bianche come le altre poste sul resto del suo corpo: queste andavano più scurendosi verso una colorazione di grigio chiaro e l'acchiappademoni, senza capacitarsi del perché di quel pensiero, non ebbe dubbi sul fatto che sarebbero diventate presto nere.
- Il viso mostra il colore del cuore, Samael. - sentenziò, guardando l'angelo dritto nei suoi sconfinati occhi blu
(come zaffiri sconfinati nel cielo blu)
con un'evidente aria di disprezzo.
Voi non meritate nulla, se non l'esilio da questa terra che appartiene di diritto a me e ai miei fratelli.
Poi, Samael allargò le braccia e le distese in direzione dei tre. Sul suo volto inumano si accese l'ombra di un sorriso.
Tutto questo sarà presto nostro. La vostra cultura, la vostra musica, le vostre arti saranno le nostre. Noi ne avremo più cura. Non avreste mai dovuto ereditare tutto questo...ben di Dio.
Nero chiuse la mente a quelle idiozie e con il braccio destro afferrò il lanciarazzi di Lady, tentando di estrarlo dal corpo dello zio: era impossibile, come se fossero stati entrambi saldati assieme da un sadico fabbro. Non gettò la spugna, tuttavia, e ci mise sempre più forza. Il suo bracco destro sembrava smorto e non brillava più di quella sua caratteristica luce blu.
Samael puntò la Spegnianime in direzione dei tre, facendo scivolare il suo indice sul grilletto. Al tocco dell'angelo, l'artefatto fu percorso da una tenue luce bianca, pulsante come il battito di un cuore.
- Nero...è troppo tardi. -
- NO! - rispose Nero alla donna accanto a lui, che rassegnata aveva appoggiato la testa sulla spalla dell'acchiappademoni. Fece più forza e con un sussulto notò trepidante che 
(era forse una crepa, quella?)
la lama magica cominciava a cedere.
- Coraggio, ragazzo - sussurrò Dante, lo sguardo perso lontano da qualche parte all'orizzonte - a questo punto non ha neanche più senso combattere. -
- Ti rendi conto dell'assurdità di quello che stai dicendo!? - ruggì Nero, tremando per lo sforzo - me l'hai insegnato tu...MAI ARRENDERSI! -
E con un grugnito, spezzò in due il lanciarazzi di Lady e con quello la lama della Trinità.
Dante e Lady lo osservarono, rapiti. Poi Nero diede loro uno spintone, mandandoli a terra: nello stesso istante, la terra tremò e dalla bocca di fuoco della Spegnianime partì un altro lampo di luce bianca. Nero, che ora percepiva uno strano sapore metallico in gola, sapeva di avere poco tempo e cadde assieme ai due acchiappademoni.
Per la seconda volta, la fortuna fu con lui e il colpò passò tanto vicinò alla sua testa da surriscaldare l'aria sopra di essa, bruciandogli la punta di un capello.
L'espressione di Samael fu insieme irata e affaticata. Il suo braccio tremò di stanchezza e abbassò la canna del fucile.
E fu allora che Nero capì.
La Spegnianime traeva potere dalla forza vitale del possessore.
 
***
 
L'angelo percepì i pensieri di Nero e una nuova sensazione si fece largo in lui.
La paura.
Nero sorrise, sentendosi più sicuro e speranzoso. Forse avevano una possibilità.
- Dante! - esclamò, gioioso - non è invincibile come vuol far credere di essere! Possiamo sconfiggerlo! -
L'acchiappademoni non rispose, un'espressione esitante in volto.
- Nero... -
Samael non perse tempo e si lanciò all'attacco, facendo svanire la Spegnianime nella sua mano: no, non possedeva più la forza sufficiente per utilizzarla.
Tuttavia poteva ancora uccidere quei tre, sebbene le possibilità fossero a suo sfavore.
Se solo...
- Attenti! - urlò Lady ed estrasse una pistola dalla fondina. La puntò contro quell'essere piumato e fece fuoco, svuotando l'intero caricatore: i proiettili colpirono Samael in più punti, ma non sembrò accusare il colpo e a proteggere la donna da un fendente pervaso di fiamme bianche ci fu per fortuna la Red Queen di Nero, ultimo baluardo della loro difesa. A dare manforte giunse anche la Rebellion di Dante e...
(non li avrebbe mai dimenticati, l'aveva detto)
una terza lama si aggiunse alla combinazione, stavolta più sottile e dall'aspetto letale.
La Yamato, un tempo appartenuta al fratello di Dante, era comparsa in mezzo a loro fluttuando nell'aria, pervasa da un'aura blu e nera: Samael nulla poté contro la forza combinata dei due mezzidemoni e fu respinto a distanza, mentre la lama di Vergil ruotava pigra nell'aria. Nero la afferrò con il suo braccio destro, che riacquistò forza e vigore.
Samael fece per avventarsi su di loro, poi cambiò idea e si fermò. Fece svanire anche la sua spada di fuoco e si voltò a osservare il cielo.
Oh, finalmente. Ce ne avete messo di tempo.
Dante, Nero e Lady seguirono lo sguardo dell'angelo e...
Quel che videro fu insieme meraviglioso e terribile.
 
***
 
Immaginate una tempesta di proporzioni enormi, con gigantesche nubi nere che oscurano il cielo all'improvviso.
Ecco, vedete? Ora immaginate che queste si spalanchino all'improvviso, mentre tutto intorno lampi e tuoni fanno tremare l'aria con selvaggia furia.
Una porta nelle nuvole, un passaggio in mezzo alla burrasca.
E centinaia di esseri piumati che fuoriescono da esso, sfrecciando veloci e aggraziati nell'aria in tempesta.
 
***
 
I tre restarono impietriti da quello spettacolo, mentre Samael accennava l'ombra di un sorriso sul suo angelico e crudele volto. Dischiuse il suo vero Occhio e lo rivolse all'orda di angeli che li stava velocemente raggiungendo.
Cecil.
Sono qui.
Era ora.
Scusami.
Quanti siete?
Abbastanza. Alcuni stanno ancora lottando: Michele non l'ha presa bene e la maggior parte se ne è tenuta fuori.
Meglio di quanto pensassi.
Samael si voltò verso Dante, Lady e Nero e ammiccò loro, sornione.
E tutto il resto, miei cari, è solo silenzio.
Nero guardò l'angelo con disprezzo.
- Dove Dio in tutto questo? Eh? - disse, sputando quasi ogni singola parola.
Samael lo guardò, inclinando la testa di lato, e per la prima volta dalla sua trasformazione parlò. La sua voce era incredibilmente dolce e musicale, sebbene tutti e tre registrarono una cupa nota di sfondo, come di un bambino che si prepara a strappare le ali a una libellula e già ne pregusta l'emozione.
- Dio? Lui è morto, e credo l'abbiate ucciso voi. -
Poi, l'aria fu attraversata da un sibilo e qualcosa colpì Samael in pieno petto, strappandogli un gemito di dolore. Conficcata nel suo petto c'era una moneta e Dante la riconobbe all'istante.
E quasi non credette ai suoi occhi.
Due teste spiccavano brillanti, una per ogni faccia della moneta. Era il volto di Trish quello impresso nel metallo.
- Una falsa moneta per un falso dio. Ricordi cosa dissi quella volta, Dante? - disse una voce da sopra le teste dei tre.
Lucia tendeva la mano con cui aveva lanciato la moneta di Dante verso Samael, le sue due lame gemelle nell'altra. Il sole faceva risplendere i suoi capelli rossi donando loro una lucente tonalità vermiglia, come un'aureola color del sangue.
- Lucia! - urlò Dante, felice come poche altre volte nella sua vita. La donna gli sorrise e - possibile? - qualcosa si mosse nel cuore dell'acchiappademoni, come un animale che si sveglia dal letargo.
Lady osservava la nuova arrivata con stupore e...era forse sospetto quello dipinto nei suoi occhi?
- Dì alla tua ragazza di correre qui, subito. Abbiamo poco tempo. - disse Lucia rivolta a Nero, che annuì ammirando di soppiatto le fattezze della donna.
- Kyrie! Presto, vieni! -
Mentre la ragazza dall'abito bianco usciva dalla casa dove si era rifugiata, Lucia estrasse qualcosa di piccolo dalla tasca dei suoi pantaloni, mentre un vento crescente faceva frusciare attorno alla sua testa il mantello marrone chiaro che le avvolgeva il collo.
- Quella è...? - chiese Dante, ma Lucia lo interruppe mettendogli un dito sulle labbra.
- Sì. Ora toccatela, tutti quanti. Vi porterò in un luogo sicuro. Forza! -
Nero prese per mano Kyrie e toccò l'oggetto a forma di medaglia nella mano della loro salvatrice. 
Poi, rapito dall'apparizione e quasi in colpa, pensò che Lucia fosse davvero sexy.
Fu così che, mentre Samael si riprendeva dall'attacco e ruggiva di rabbia in direzione dei quattro che avevano osato sfidarlo, la magia dell'Arcana li trasportò parecchio più lontano e parecchio più al sicuro.
Lady non si accorse che durante il contatto, la mano di Lucia si era chiusa appena un po' più forte del normale su quella di Dante.
E Dante non si accorse che aveva strinto quella di Lucia con entrambe le sue mani.
Nero, d'altro canto, fu abbastanza lesto da recuperare con il piede la spada di Sparda abbandonata per terra, intanto che Kyrie si stringeva a lui con forza e affetto.
I quattro svanirono in una spirale di scintille, mentre centinaia di angeli raggiungevano il luogo della battaglia.
  
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