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Autore: Em Potter    02/09/2012    8 recensioni
Questa č la storia di una ragazza che subisce un profondo cambiamento, che da ragazzina timida e profondamente infantile diventa una donna forte e coraggiosa.
Lei č Ginny Weasley, e questa č la sua storia.
Dalla storia:
«Ho detto la pura veritą a tutti gli studenti della mia scuola.» disse Silente serio. «E la veritą č che tu sei un'innocente capitata a favore di Lord Voldemort al momento giusto e proprio come voleva e sperava lui.»
«Sono una debole e T-Tom R-R-Riddle ha sfruttato la mia debolezza...»
«Lord Voldemort ha sfruttato il tuo coraggio. E solamente un atto di coraggio del genere poteva garantirgli la rinascita, solamente il tuo coraggio, Ginny Weasley. Fidati, Voldemort č abilmente furbo nel scovare le sue vittime e non avrebbe continuato con te se non fosse assolutamente certo di che persona sei. Ha cercato di scoprire tutto di te, proprio per questo.»
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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DI AMARE SCONFITTE E RICORDI FELICI.


Le giornate passarono con velocità sorprendente, il Capodanno fu uno sballo totale (oltre al fatto che Sirius e i gemelli si sballarono davvero col Whisky Incendiario e non scamparono alle minacce di morte di Molly) e quei giorni a Grimmauld Place trascorsero tra giochi, festini e gioia: furono delle splendide vacanze per tutti. 
Anche la giornata al San Mungo passò in fretta, ma con una certa tristezza per i ragazzi: in un reparto per i lungotenenti, incontrarono Neville Paciock che era andato a trovare i genitori che erano stati torturati fino alla pazzia da Bellatrix Lestrange. Ginny non potè non dimenticare il volto gentile di Alice Paciock mentre camminava furtiva verso suo figlio Neville per regalargli una carta di una caramella, segno che qualcosa in cambio voleva pur dargli: quella giornata, la ragazza non l'avrebbe dimenticata nemmeno se gli avessero scagliato contro un Oblivion potente. 
Quando arrivò anche il giorno della partenza, Sirius fu il ritratto della depressione mentre li salutava tutti. 
"Abbi cura di te, rossa" aveva detto l'uomo alla ragazza, stringendola in un breve e burbero abbraccio. "E non rinunciare mai a lui" aggiunse in tono serio, indicando furtivamente Harry che stava salutando gli altri membri dell'Ordine della Fenice. 
"Io non ho mai rinunciato veramente a lui" aveva ribattuto lei, le parole uscite senza alcun preavviso. 
Quelle parole cominciarono a rimbombarle nella mente per tutto il viaggio di ritorno a scuola sul Nottetempo, anche se ad un certo punto dovette lasciar perdere quei pensieri e pensare piuttosto ad un modo per reggersi e non cadere a terra e sbattere la faccia nei finestrini dell'autobus. 
Hogwarts le era sempre sembrata come una fortezza, sicura come una casa... e solo in quel momento si rese conto di quanto quella casa fosse sempre più contaminata, con la Umbridge che li attendeva severamente pronta a far pagare loro per non aver chiesto il suo permesso per partire prima nel cuore della notte. Infatti, gli amici di Ginny le raccontarono le ultime novità dicendole che la vecchia rospa era fuori di sè dalla rabbia perchè Albus Silente aveva scavalcato l'Inquisitore Supremo ancora una volta. 
"Gli schiantesimi sono gli Incanti più utili del vostro arsenale" stava spiegando Harry ai membri dell'Esercito di Silente, la prima sera del ritorno a scuola. Camminò tra loro, che erano disposti in due file ordinate e avevano di fronte il proprio avversario. "Sono praticamente l'abc di un mago, ecco. Perciò, forza Dennis... provaci"
Dennis Canon, piccolissimo nella sua divisa, venne avanti e fece un gran sorriso al suo maestro. 
"Non ce la farà mai" borbottò Dean nell'orecchio di Ginny, che sorrise e allungò il collo per vedere Ron ed Hermione aggiustare i cuscini dietro Dennis come se anche loro dessero per scontato il pensiero di Dean Thomas. "Dennis è piccolissimo e ha solamente dodici anni, mentre Harry... beh... ci sarà un motivo se ci sta insegnando a combattere, no?" aggiunse, ammiccando gentilmente. 
Ma Dennis ispirò profondamente e con uno: "Stupeficium!" mandò Harry a schiantarsi sui cuscini senza fargli avere nemmeno il tempo di alzare la bacchetta. Furono tutti sorpresi dalla prestazione di quel dodicenne e i ragazzi non vedevano l'ora di provare quel nuovo incantesimo. Le coppie si disposero una alla volta al centro della sala, con i cuscini ben allineati dietro di loro e squadrarono i loro avversari come in un vero duello. 
"Non preoccuparti, ci andrò piano con te..." la rassicurò Micheal teso, mentre si disponeva di fronte alla fidanzata. 
"Davvero molto gentile" commentò divertita lei, facendo ridere i fratelli Canon che facevano il tifo.
"Pronti?" chiese Harry e soffiò nel fischietto. 
I due restarono pochi secondi a squadrarsi, poi...
"Stupef..."
"STUPEFICIUM!" gridò Ginny velocemente, interrompendo Micheal e agitando la bacchetta con un movimento particolare. Micheal sprofondò sui cuscini con un rumore soffocato e molti scoppiarono in degli applausi ammirati; Harry e Ron si congratularono perfino, ma la ragazza aveva la vaga idea che Ron l'avesse lodata solo perchè aveva mandato a Schiantare il suo fidanzato. 
"Davvero, sei stata grande! Magari se riuscissi a mandarlo via anche nella vita reale sarebbe..." 
"Ron!" sbottò Ginny sbuffando, ma sorrideva mentre guardava Padma Patil che aiutava Micheal a rialzarsi. 
"Cosa? Sto solo dicendo..." tentò Ron. 
"Mi sa che è il tuo turno, vedi di fare il gentiluomo con Hermione" lo interruppe Ginny con una risatina, mentre Ron si allontanava e si poneva avanti ai suoi cuscini e di fronte alla sua avversaria. "Mh, come se ce ne fosse bisogno..." aggiunse malignamente la ragazza, guardando una decisa Hermione: lei l'avrebbe fatto a pezzi. 
"Chi dici che vince, sorellina?" chiese Fred con un ghigno. 
Ginny rispose: "Hermione" nello stesso momento in cui George rispondeva: "Ron".
"Ron?" ripetè Fred confuso e spiazzato. 
"Sì" affermò George sulla difensiva. 
"Una falce che vince Hermione, per la vergogna di Ron" 
"Ci sto!"
Ma si scoprì ben presto che George aveva perso la scommessa e che dovette sborsare una falce a Fred, sotto gli occhi divertiti della sorella e quelli imbarazzati di Ron. George si difese bene dicendo che voleva dargli solamente fiducia ma presto lasciò perdere e andò a scommettere altrove, sperando di farsi restituire la falce dal gemello vittorioso. 
"Ci siamo divertiti oggi, vero?" sghignazzò Ginny all'indirizzo del fidanzato, mentre insieme uscivano dalla Stanza delle Necessità a fine lezione per stare da soli dopo circa un mese in cui non si erano nemmeno visti. Lui avvampò al ricordo imbarazzante di una ragazza che lo Schiantava ma alla fine annuì, e la condusse verso un aula vuota. "Insomma, dai... so che volevi fare il galantuomo ma la prossima volta puoi Schiantarmi, se vuoi" aggiunse lei, ghignando. 
"Non mancherà occasione" disse Micheal altezzoso, il naso all'aria. 
Ginny rise, facendolo infastidire ancora di più. Si stava ancora chiedendo se piantare Micheal di punto in bianco senza avere nemmeno una spiegazione a disposizione fosse giusto per lui e per lei, e alla fine era arrivata alla conclusione che era meglio aspettare per vedere come andavano le cose. Era strano, ma lei non ci provava proprio a fare un passo verso di lui... e forse stava esagerando. Se proprio doveva vivere la sua vita, non doveva rendersela un inferno a causa di Harry Potter. 
"Non fare quella faccia... siediti, dai" la incitò Micheal con un sorrisino indicando con un cenno del capo il banco, ma lei non aveva intenzione di muoversi. Lui ridacchiò e la alzò di peso per poi adagiarla sul banco e cominciare a baciarla con passione. Se qualcuno fosse entrato in quel momento gli sarebbe bloccata la crescita, e non poco. Fu solo quando la mano di Micheal cominciò ad insinuarsi sotto al maglione di Ginny, che lei si spostò bruscamente da lui.
"Scusami" borbottò imbarazzata per quell'azione avventata, mentre il ragazzo aggrottava la fronte. "Mi pareva di aver sentito un rumore venire da fuori..." aggiunse, chiedendosi se mentire spudoratamente potesse servirle a qualcosa. 
"Davvero?" fece Micheal perplesso. 
"Sì..." 
Il ragazzo sbuffò contrariato ma andò a controllare, e quando rassicurò la ragazza che fuori non c'era nessuno, nemmeno Pix o un fantasma o qualunque armatura che desiderasse andare a zonzo per i corridoi, i due ripresero le loro attività da dove avevano interrotto. Quella volta, la mano di Micheal non si infilò sotto al maglioncino di Ginny ma leggermente sotto alla gonna... e fu allora che la ragazza diede di matto. 
"Ma che diavolo fai?" sibilò frustrata, allontanando la mano del ragazzo. 
Micheal era seriamente spiazzato. "Che ho fatto?" chiese, e sembrava davvero sincero. Uno sguardo furente della ragazza bastò per fargli capire che probabilmente si era spinto troppo in là con lei, e si affrettò a dire: "Scusami, non sapevo ti desse fastidio... sai, io non sono... insomma, scusami" 
"Non sei, cosa esattamente?"
Micheal si mordicchiò il labbro inferiore, e non rispose. 
"Micheal, non costringermi a fare qualcosa di cui mi pentirei" lo avvisò Ginny con un tono fin troppo minaccioso, e mise le mani dentro la tunica per estrarre la bacchetta a tempo debito e cioè quando il ragazzo si sarebbe rifiutato di dirle qualcosa. 
"E va bene! Dunque... io... beh... non sono proprio... insomma, non sono vergine" disse in fretta Micheal, arrossendo.
Non si metteva per niente bene. 
"CHE COSA?" sbottò Ginny inbufalita come un bufalo, e il suo tono era lungi dall'essere calmo. Aveva sempre sospettato del fatto che Micheal non fosse proprio puro come la madre l'aveva fatto ma quelle erano solamente supposizioni, niente di veramente certo. "E quando diavolo hai intenzione di dirmelo? Santo cielo, me la faccio con uno che già ha sperimentato! E tu non me l'hai detto! E posso chiederti chi è stata la ragazza?" aggiunse lei, minacciosa da far paura. 
"Ehm... Marietta Edgecombe" disse Micheal, l'ombra di un sorrisino. 
Di male in peggio. 
"CHE TI RIDI, GRAN PEZZO DI DEFICIENTE?" strepitò Ginny balzando giù dal banco, irata come non lo era mai stata. "Aha! Le mani sotto al maglione, sotto la gonna... speri che io sia una delle tue prossime? Tu hai... hai... e non me l'hai detto! Era la prima cosa che dovevi dirmi prima di metterti insieme a me!" 
"Ma che cosa cambiava?" ribattè Micheal, che iniziava a riscaldarsi anche lui a causa della reazione troppo esagerata della ragazza.
"Dovevi dirmelo!" 
"Ma che cosa cambiava? Se per te è presto, io mica..."
Di peggio in catastrofe. 
"Presto? PRESTO?" strillò Ginny isterica, diventando tutta rossa come un peperone e raggiungendo uno stato di profonda frustrazione interiore. "Speri davvero che io mi ficchi nel letto insieme a te in uno di questi giorni? E NON DIVAGARE!" 
"N-no..."
"Sì, invece! Oh, vai al diavolo!" 
E sibilando una parolaccia enorme, Ginny corse via borbottando altre imprecazioni contro il fidanzato.




Il giorno dopo, un Micheal piuttosto ammusonito venne a dare il buongiorno alla ragazza al tavolo dei Grifondoro sotto lo sguardo sorpreso di tutti (e quello minaccioso di Dean Thomas) e lei, sollecitata dai continui sbuffi di impazienza dell'amica Vicky, che inoltre l'aveva bellamente rimproverata sul fatto che era stata fin troppo severa con il fidazzanto, gli chiese scusa più volte e quelle scuse furono abbastanza sincere. Sì, Vick aveva quasi minacciato Ginny di morte e aveva minimizzato la faccenda della non-verginità di Micheal dicendo che non era nulla se il ragazzo aveva fatto quello con la migliore amica della nemica della fidanzata. Alla fine, Ginny dovette ammettere a malincuore che, probabilmente, si era comportata da infantile ragazzina permalosa. A Demelza gli si era perfino bloccata la crescita, ma quella era una cosa a parte. 
"Ascoltami tesoro, voglio farmi perdonare per la mia dimenticanza" disse Micheal deciso, mentre Vick sospirava. In realtà, tutte le ragazzine (molte dodicenni) al tavolo dei Grifondoro stavano sospirando e quella non fu proprio una bella cosa per Ginny, che stava inziando seriamente a spazientirsi.
"Ma no... non devi..." balbettò lei, ancora più imbarazzata. 
"Sì, oggi è il giorno di San Valentino e magari possiamo andare ad Hogsmeade" 
AHIA. 
"Angelina pretende che ci alleniamo tutto il giorno" balbettò ancora, senza guardarlo negli occhi. "Ti ho detto che sono entrata nella squadra di Quidditch di Grifondoro e Angelina vuole che ci alleniamo per essere pronti a battere i Tassorosso domani e... mi dispiace, Micheal!" aggiunse, davvero desolata. 
"Oh, non fa niente..." fu la risposta di lui e dopo averle dato un piccolo bacio sulla guancia, filò via quasi correndo. 
Ginny guardò subito le due amiche, che gli restituirono lo stesso sguardo mortificato. La ragazza si ficcò una fetta di pane tostato in bocca, senza aver davvero intenzione di mangiare qualche altra cosa per completare quella colazione, con un melmoso morso. 
"Non puoi proprio...?" 
"No, niente affatto! Non manderò all'aria un allenamento!" l'aveva anticipata Ginny veemente, immaginando già le intenzioni dell'amica di fare il cupido. Vick era davvero una buona amica ma quando si trattava di ragazzi perdeva la testa... e iniziava a ficcare il naso dappertutto, facendo il cupido per coppie in crisi. Era magnifico da parte sua ma a volte diventava davvero stressante. 
Comunque, se prima Ginny non voleva per nulla al mondo saltare un allenamento importante di Quidditch per dedicarsi al suo ragazzo offeso e imbronciato per il trattamento ricevuto in quegli ultimi giorni, dopo mezz'ora dovette ammettere che forse era meglio una noiosa passeggiatina ad Hogsmeade tra bacetti e carezze di riconciliamento: l'allenamento fu un fiasco totale, soprattutto a causa di uno sconfortato Ron. 
"Stop... stop... STOP!" strillò per la decima volta Angelina, nel giro di quindici secondi. "Ron, devi coprire l'anello centrale se non sei sicuro! Fai così e basta, non volarci attorno altrimenti la Pluffa può sfuggirti e domani non possiamo permetterci di perdere! D'accordo... potete continuare!" 
E così fecero. 
Ginny ci mise molto ad individuare il Boccino e nel frattempo diede uno sguardo ai ragazzi di sotto: Kirke e Sloper erano patetici e brandivano le due mazze da Battitore a destra e a manca, rischiando di colpire non i Bolidi ma i Cacciatori; Katie, Alicia e Angelina erano bravissime come sempre e facevano la differenza di tutta la squadra; Ron era... un caso senza speranza. 
"ANDREW, PER POCO NON AMMAZZAVI KATIE!" abbaiò Angelina, quando il sole iniziò a tramontare dietro alle montagne di Hogwarts. "Anche tu, Jack... Merlino, potete stare più attenti? Il vostro compito non è quello di disarcionare i componenti della vostra squadra!" 
"Scusa" borbottarono i due Battitori. 
"E Ron, quante volte ti devo dire di non lasciare gli anelli incustoditi?"
"Ma perchè non mi lasci dare le dimissioni e basta?" ruggì Ron, imbronciato e di malissimo umore. 
Ginny venne giù planando, e sentì Angelina dire piuttosto duramente: "Ho fiducia in te, Ron! Vieni da una famiglia di ottimi giocatori, ti manca solamente sicurezza e fiducia in te stesso. Devi mettercela tutta, non ti lascio dare le dimissioni quando so che puoi dare il massimo di te!" 
L'allenamento durò ancora dieci minuti e fu solo quando Angelina ebbe una crisi di nervi a causa dell'ennesima parata sbagliata di Ron, per non parlare di quando Kirke colpì davvero Katie in testa procurandole forti giramenti di testa e facendo sì che i Bolidi che aveva mancato tentassero di ammazzare Ginny che pensò solamente a salvarsi la pelle abbandonando la ricerca del Boccino d'Oro, che l'allenamento si concluse in bellezza. Angelina era quasi in lacrime, ma rassicurò le ragazze che loro (calcò moltissimo su quella parola) avevano giocato bene e le ringraziò perchè le stavano vicino in un momento tanto critico. 
"Forza, Angie... possiamo sempre farcela..." disse Alicia, ma non ne era convinta nemmeno lei. 
"Sì" tirò su col naso il Capitano, con occhi ormai luccicanti di lacrime. Poi si avviò da sola verso gli spogliatoi, probabilmente per trovare una scusa plausibile per uno futuro suicidio alle docce che comprendeva la sua impiccagione. 
"Tassorosso ci straccerà..." borbottò Katie, non appena Angelina fu a distanza di sicurezza. "Kirke è proprio una femminuccia: devo andare subito da Madama Chips a farmi mettere a posto la testa. Ci manca solo che Grifondoro perda un altro componente della squadra e verremo squalificati, con il risultato che..." 
"... Angelina si suicida davvero" concluse per lei Ginny, togliendosi il fango dalle mani. 




Il giorno della partita tra Grifondoro e Tassorosso Ginny era così agitata che si mangiucchiò le unghie a sangue prima di scendere negli spogliatoi, con Vicky e Demelza che le alitavano degli incoraggiamenti sul collo e le dicevano che sarebbe andata bene: la ragazza voleva tanto crederci. Era la sua prima partita e ci teneva a fare bella figura davanti a tutti, e si infilò perfino la tunica al contrario prima che Demelza non prendesse in mano la situazione. 
Angelina e i Serpeverde avevano ragione: Tassorosso li avrebbe stracciati e se Smith se ne andava in giro a snobbarli sarebbero stati davvero guai per lui. 
"Forza, ragazzi... buona fortuna a tutti, e mettetecela tutta!" li incoraggiò Angelina, non facendo nemmeno il solito discorso pre-partita. I ragazzi annuirono e Ginny si specchiò: era bianca come un cadavere dal nervosisimo, ma meglio bianca che verde con Ron.
"Dateci dentro!" esclamò Vicky pimpante, uscendo dagli spogliatoi. 
"Sì, buona fortuna a tutti!" disse Demelza allegramente, e seguì l'amica fuori. 
Ginny si mise in sella alla sua scopa e uscì dallo spogliatoio in sella alla sua scopa seguendo le Cacciatrici, acclamata da un paio di grida di giubilio da parte dei Grifondoro mentre Lee presentava la squadra. Angelina le rivolse un timido sorriso prima di avvicinarsi al Capitano della squadra di Tassorosso per stringergli la mano, e Ron schizzò velocemente agli anelli senza guardare in faccia nessuno. 
"Vediamo che la squadra di Grifondoro ha ottenuto dei nuovi talenti!" stava dicendo Lee attraverso il megafono magico, che faceva sempre la cronaca delle partite strettamente sorvegliato da una severa Minevra McGranitt. "Andrew Kirke, Jack Sloper e Ginny Weasley, sorella del Portiere Ron e dei due ex Battitori Fred e George... anche lei nuovo promettente talento della squadra creata da Angelina Johnson! Ed ecco che i due Capitani si avvicinano!" 
"Stringetevi la mano: partenza al mio fischio. Uno... due... tre!" 
"E partono!" annunciò Lee con energia, e Ginny planò in alto sperando di trovare in fretta quel Boccino d'Oro e di non fare la figura dell'idiota davanti all'intera scuola. Summersby, il Cercatore di Tassorosso e suo avversario in quella prima partita, le fece un gran sorriso prima di prendere la direzione opposta, stringendo un fazzolettino di carta nella mano sinistra e starnutendo inaspettatamente: aveva il raffreddore. 
Buono a sapersi... pensò la ragazza, vedendo uno spiraglio di luce. 
La cronaca di Lee rendeva tutto emozionante ma non c'era nulla di emozionante in quella partita disastrosa. Non erano nemmeno passati dieci minuti che Smith già aveva segnato due volte, Kirke già si stava facendo prendere dal panico e stava iniziando a mancare i Bolidi, Sloper già stava avendo problemi di vista e continuava a sbandierare la mazza da Battitore a destra e a sinistra e Ginny non aveva nemmeno trovato una traccia del Boccino. Se solo fosse riuscita a mettere le mani su quella minuscola pallina dorata... avrebbe risparmiato che Ron si rendesse ancora più ridicolo. 
"Spinnet con la Pluffa, passa a Bell e... Smith le prende la Pluffa!" gemette Lee, mentre i due Cercatori sorvolavano il campo in cerca di un luccichio dorato. Ginny vide il Boccino che svolazzata attorno alla caviglia di Summersby ma esitò: non poteva rischiare che il ragazzo si accorgesse di avere la pallina proprio sotto al naso e strappasse la vittoria a Tassorosso. "Smith con la Pluffa che si dirige verso la porta avversaria, Smith vicino alla porta... vai Ron, bloccalo!" ma le grida di giubilio vennero da Tassorosso. "E segna! Un altro gol segnato da Zacharias Smith di Tassorosso! Che sfortuna, Ron!" aggiunse il telecronista. 
"Sì, che sfortuna..." borbottò Ginny contrariata, mentre marcava Summersby in modo assillante. 
"Ed ecco Johnson con la Pluffa che scarta Smith e... OH CAZ..." 
La McGranitt tolse il megafono magico dalle mani di Lee perchè si era lasciato sfuggire una parolaccia enorme: Sloper non aveva visto il Bolide e aveva sferrato la mazza sui denti di Angelina con il risultato che Kirke si ritrovò da solo a vedersela con due Bolidi feroci e cadde dalla scopa all'indietro, come una femminuccia. Ben presto, la bocca di Angelina fu coperta di sangue ma intanto la partita andava avanti e mentre la ragazza era in preda ad una crisi, tentando in tutti i modi di fermare il flusso di sangue della sua bocca, Tassorosso aveva segnato.
Quella partita andava gettata nel dimenticatoio, quello era certo. Ginny imprecò di nuovo contro sè stessa, poi mentre stava per lasciarsi sfuggire un'altra brutta parola lo vide... il Boccino d'Oro volteggiava sotto di loro. La ragazza accelerò in picchiata e presto anche il Cercatore di Tassorosso la raggiunse, la mano tesa e pronta ad afferrare la minuscola pallina ma... all'improvviso venne il miracolo. Summersby starnutì sonoramente e si lasciò scivolare fuori dalla sua portata il Boccino d'Oro mentre Ginny incitava la sua scopa e lo afferrava velocemente, felice per aver portato Grifondoro alla vittoria. 
"GINNY WEASLEY ACCIUFFA IL BOCCINO! LO ACCIUFFA!" strillò Lee dal megafono, eccitato che Grifondoro non avesse proprio fatto così schifo e felice per la loro vittoria. "La prestazione del nostro nuovo Cercatore è stata davvero notevole ma... purtroppo Tassorosso vince con dieci punti di vantaggio! Mi dispiace, Grifondoro... sarà per la prossima volta!" 
Tutto quello che si udì dopo fu Angelina gridare per la rabbia. 




Dopo aver evitato accuratamente i Serpeverde che continuavano ad indicarla e ridere di lei e di suo fratello, Ginny si diresse in tutta fretta verso la Sala Comune di Grifondoro dove aleggiava un'atmosfera da funerale per quell'amara sconfitta. Angelina era andata da Madama Chips per farsi curare le gengive sanguinanti, accompagnata da delle tristi e imbronciate Alicia e Katie; Kirke piagnucolava in un angolo della sala mentre Sloper cercava di consolarlo. 
Ma quanto poteva essere patetica quella squadra?
"Non te la prendere, Gin" la consolò William, passandole un boccale di Burrobirra. Lei se la portò immediatamente alle labbra, sperando di affogare i suoi dispiaceri dell'alcool e sbuffando per il fatto che non ci fosse qualcosa di più forte della Burrobirra. "Hai volato benissimo, non è stata colpa tua!" 
"Sì" ammise Christopher serio, "sei stata davvero bravissima, e infondo la partita è stata divertente. Quando quel Kirke è caduto all'indietro è stato il massimo e guardalo adesso: piange come una ragazzina lì in fondo. Che cosa deve dire lui, che ha fatto la figura dello scemo davanti a tutti?"
Ginny fece una smorfia, poi scoppiò a ridere. 
"Però se non avessi esitato..." insistette lei, dispiaciuta. 
"Ma non potevi scendere in picchiata su Summersby senza che lui vedesse il Boccino!" protestò Demelza per tirarla su, sedendosi accanto a lei sulla poltrona e dandole un'affettuosa pacca sul braccio. Ginny apprezzava i suoi amici, ma i sensi di colpa era un pochino troppo forti delle loro carinerie: non avrebbe dovuto esitare e basta. Sconfortata, si alzò dalla poltrona e andò ad affacciarsi alla finestra... proprio come una depressa. 
Appoggiò il boccale di Burrobirra sul davanzale, e sospirò sonoramente. 
"Ehi, bella presa" disse una voce che alla ragazza fece torcere le budella. Si voltò e si ritrovò pericolosamente vicina ad Harry, che le sorrideva con un sorriso incoraggiante e leggermente triste: forse gli mancava il Quidditch e quella partita era stata deprimente a tal punto da farlo rimpiangere di aver picchiato Malfoy.
"Ho avuto fortuna" disse lei sincera, con una piccola alzata di spalle. "Non era un Boccino molto veloce e il Cercatore di Tassorosso aveva il raffreddore: ha starnutito e ha chiuso gli occhi al momento sbagliato. E comunque, quando tornerai in squadra..."
"Ginny, io sono stato squalificato a vita!" obbiettò Harry lugubre, sospirando appena. 
"Sei stato squalificato finchè la Umbridge rimane a scuola" lo corresse Ginny allegra, con un sorrisino malizioso. "E c'è una bella differenza. Comunque, una volta che sarai tornato credo che proverà a giocare come Cacciatore: Angelina e Alicia se ne vanno l'anno prossimo e io preferisco segnare che cercare" aggiunse, ma Harry la stava sentendo solamente per metà: guardava Ron, ingobbito e triste mentre si fissava le ginocchia. 
"Angelina non gli permette di abbandonare la squadra: dice che ha il gioco dentro" disse la ragazza, come a leggergli nel pensiero. 
E con un ultimo sguardo triste ad un Harry depresso, si trascinò nel dormitorio senza dire una parola. 




Dopo la partita tra Grifondoro e Tassorosso, febbraio fu sostituito da un cupo marzo in cui non successe nulla di speciale, a parte il troppo studio e parecchie crisi di nervi da parte di alcuni studenti del quinto anno che si lamentavano degli esami dei GUFO, ormai quasi alle porte. Ginny si era sempre chiesta come avrebberofatto quelli che non appartenevano all'Esercito di Silente a superare l'esame pratico difesa. 
Marzo fu sostituito presto da un burrascoso aprile e finalmente l'ES ebbe una serata libera per una lezione, cosa che i ragazzi non vedevano l'ora: dovevano iniziare ad esercitarsi con i Patronus. Ginny, quel pomeriggio, salutò gli amici e si avviò da sola al settimo piano passando prima per il bagno del quarto piano per bere dell'acqua. Al suo passaggio in corridoio, parecchi Serpeverde iniziarono a canzonarla e Blaise Zabini, un ragazzo alto e con gli zigomi pronunciati che Ginny conosceva solamente di vista (o almeno quanto bastava per sapere il suo nome e riempirlo di insulti) assunse un espressione di assoluta superiorità mentre la osservava a sottecchi. Non le aveva mai urlato un insulto, Blaise: sembrava diverso dalle altre serpi, ma restava pur sempre una serpe aristocratica e dalla puzza sotto al naso. 
"Non sei molto amata dai Serpeverde, vero?" chiese la voce sognante di Luna Lovegood, che veleggiò con grazia verso Ginny e la raggiunse con la sua rivista stretta al petto. "Si comportano da veri antipatici con te, vero?" aggiunse, con i suoi occhioni sporgenti che scrutavano la ragazza. 
"Ce l'hanno con i Grifondoro" ribattè lei, sbuffando appena. 
"Le ragazze sono invidiose di te, tu sei molto carina" Quello era uno dei commenti più bizzarri di Luna Lovegood e lei diceva sempre quel che pensava senza troppi giri di parole o menzogne, ed era questo che Ginny più apprezzava di quella stramba quattordicenne leggermente fuori di testa. 
"Hai visto Blaise Zabini come ti guardava? Ha timore di far sapere ai suoi amici che tu gli piaci, perchè sei una Grifondoro!" disse inaspettatamente Luna, in tono così serio che quasi convinse Ginny a crederle. Ma non era possibile che quel Blaise Zabini avesse una cotta per lei, perchè non si conoscevano nemmeno da molto tempo: la prima volta che si parlarono fu quando lui scoprì lei e Micheal a baciarsi in un'aula vuota e li minacciò di sparire o avrebbe chiamato i Prefetti. 
"Non è così che vanno le cose, Luna. Zabini è solamente troppo aristocratico anche per urlarmi degli insulti, andiamo!" 
Luna non rispose e cominciò a canticchiare una canzoncina. "Il Cavillo?" chiese poi, porgendole con garbo la rivista. "Oh... sì, grazie..." 

HARRY POTTER PARLA CHIARO:
LA VERITA' SU COLUI-CHE-NON-DEVE-ESSERE-NOMINATO
E LA NOTTE IN CUI IO LO VIDI TORNARE

Ginny lesse l'articolo in silenzio, assorbendo l'effetto delle parole scritte su quel giornale e ridacchiando al titolo. Poi disse: "Ecco perchè la Umbridge ha firmato il Decreto Didattico numero ventisette! La mia amica doveva procurarmi una rivista, ma non è proprio riuscita a prenderne una..." 
"Puoi tenerlo, così potrà leggerlo anche lei" le disse gentilmente Luna. 
Una volta che ebbero raggiunto la Stanza delle Necessità, Luna si affiancò a lei e continuò a parlarle finchè Micheal Corner non la interruppe con delle frecciatine sprezzanti alla sua ragazza, perchè in quei giorni avevano litigato ancora a causa di una serie di problemi stupidi: probabilmente, erano stanchi entrambi di quella situazione. Ginny in primis era stanca marcia dei continui sbuffi di Micheal e delle sue insinuazioni su Harry Potter, che forse erano insinuazioni fondate... ma quello passava in secondo piano. 
"Per evocare un Patronus dovete pensare ad un ricordo potente, il più felice che ricordate... insomma, dovete permettergli di colmarvi. Solo quando avete pensato ad un ricordo felice, pronunciate l'incantesimo: Expecto Patronum" disse Harry mentre i ragazzi iniziavano a sudare dalla concentrazione, i volti contratti e immersi nei ricordi più belli che ebbero mai passato. "Non è facile, questa è magia di livello molto avanzato... ma se troverete un ricordo abbastanza potente da riempirvi il cuore di gioia il vostro Patronus prenderà la forma di un animale" 
La stanza si riempì presto di 'Expecto Patronum!' ma Ginny non riusciva a pensare ad un ricordo felice: quale poteva mai essere un suo ricordo felice? Magari... la sua prima volta su una scopa e quando aveva volato per tutto l'orto della Tana in perfetta armonia? Sì, lei ricordava che era stato un ricordo davvero felice. 
"Expecto Patronum!" gridò lei, ma dalla sua bacchetta uscirono solamente degli sbuffi di fumo argento. 
Dopo circa un quarto d'ora, Hermione fu l'unica ad aver fatto assumere al suo Patronus una forma: una scintillante lontra argentea. Poi, man mano anche gli altri membri iniziarono a far dare una forma ai loro Patronus e molte creaturine come lepri e cigni iniziarono a scintillare nella Stanza delle Necessità, provocando l'irritazione di coloro che non erano ancora riusciti a fare l'incantesimo. Un ricordo felice... un ricordo felice... magari, la Coppa del Mondo di Quidditch?
"Expecto Patronum!" 
Sbuffi di fumo, ancora sbuffi di fumo argento. 
"Non è facile, forse non hai scelto il ricordo giusto. Forza!" la incoraggiò vivacemente Luna, mentre una lepre zampettava attorno a loro. 
"Se non ci riuscite non ha importanza. E poi evocarne uno in una stanza illuminata di giorno è molto diverso dall'evocarlo di fronte a un Dissennatore" stava dicendo Harry ai ragazzi che non erano riusciti nell'intento di far prendere forma ai Patronus. 
"Non fare il gustafeste: sono così carini!" esclamò Cho allegramente.
Istinti omicidi tra tre... due... uno...
Ginny avrebbe tanto voluto darle una capocciata sulla fronte e provocarle un trauma cranico. 
"Non devono essere carini, devono proteggerti" le spiegò il ragazzo paziente e Ginny, guardando quello stesso ragazzo dagli incredibili occhi scintillanti, si rese conto di aver trovato il ricordo più bello della sua vita: il suo salvataggio nella Camera dei Segreti. Quegli incredibili occhi verdi che la guardavano con sollievo mentre lei credeva che tutto era andato perduto, mentre lei credeva di morire la sotto come una vigliacca traditrice maligna. 
Si alzò le maniche della camicetta e fece un gran respiro. 
"Expecto Patronum!" gridò e un cavallo d'argento trottò nella stanza, tra lo stupore dei presenti. Il suo Patronus era un cavallo, e il cavallo era simbolo di libertà, di energia e di solarità: la rispecchiava a pieno. Ginny era così felice della forma del suo Patronus, che non notò nemmeno che i ragazzi guardavano affascinanti il suo cavallo libero con un sorriso sulle labbra; Harry la lodò per essere riuscita ad evocare un Patronus corporeo e quegli occhi verdi la trapassarono da parte in parte, sotto lo sguardo minaccioso di Micheal. 
Era così distratta dal suo cavallo, che quasi non notò che un piccolo elfo era entrato nella stanza. Ma che diavolo ci faceva un elfo domestico lì dentro? E come diavolo aveva fatto a trovare quella stanza? Hermione rivolse a Ginny un'occhiata e lei capì che quello lì era Dobby, l'elfo di cui le avevano tanto parlato e colui che aveva suggerito ai ragazzi quel posto per esercitarsi: era dalla loro parte. 
"Harry Potter, signore... Dobby viene per avvertire... ma gli elfi domestici non possono parlare..." squittì l'elfo, terrorizzato. 
"Cos'è successo?" domandò Harry velocemente, il tono ansioso. 
"Harry Potter... lei... lei..."
"La Umbridge?" 
Dobby annuì con un tremolio del capo. 
"La Umbridge che cosa? Non avrà scoperto di noi... non avrà scoperto dell'ES?" 
La risposta era scritta sul volto terrorizzato dell'elfo. 
"Sta venendo qui?" 
"Sì, Harry Potter!" 
Ginny era bloccata, la bacchetta ancora tesa di aria e lo sguardo fisso sull'elfo che tentava di colpirsi con un grosso Detector Oscuro, sotto lo sguardo ancora più allarmato dell'ES. Harry si raddrizzò di scatto e fissò i compagni che assistevano a quella scena terrorizzati, poi urlò anche lui davvero terrorizzato. 
"CHE COSA ASPETTATE? SCAPPATE!" 







Angolo autrice
Io vi avevo avvertiti che il rating si sarebbe alzato, infatti ho sempre immaginato che Micheal non fosse proprio come la madre lo aveva fatto e che avesse già sperimentato con qualcuna. Questo capitolo non è molto interessante, ma come ho già detto: il bello deve ancora venire. Il capitolo è dedicato quasi interamente al Quidditch, anche perchè era la prima partita di Ginny e mi andava di farlo sapere. Inoltre, la figura di Blaise Zabini si delinea proprio a partire da questi capitoli e mi dispiace non aver aggiunto una scena in cui lui e Ginny si conoscevano. 
Baci.
  
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