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Autore: sophie_85    19/03/2007    31 recensioni
--- EPILOGO PUBBLICATO ---
Ho provato a scrivere un ipotetico 7° libro, dato che la storia è stata scritta prima della sua uscita. E' la storia dei Harry&co. al settimo anno, passando dall'evoluzione dei loro rapporti, ad una fase più d'azione fino allo scontro finale con Voldemort. Diciamo che seguo le linee generali dei libri di zia Jo, quindi la mia storia parte con Harry dai Dursley, poi va alla Tana, e infine a scuola. La prima parte della storia è più tranquilla e romantica, mentre nella seconda parte entra in gioco l'avventura, con la ricomparsa di Piton, Malfoy e Voldemort.
Chiedo scusa se a volte i personaggi potrebbero acquisire una lieve sfumatura OOC, ma ho cercato comunque di mantenere personaggi e trama il più possibile legati a quelli di JKR, e... Spero vi piaccia! ps: il titolo con cui avevo iniziato a pubblicarla era "Harry Potter e..." e la maggiorparte delle recensioni sonon andate perse quando ho ricominciato a postarla di nuovo dall'inizio, chiedo scusa a tutti per questo.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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“Vedi, Harry, Voldemort non ha mai creduto nell’amore. Per lui era solo un sentimento che ti rende debole e insicuro. Nonostante abbia sentito le parole di tua madre, non gli ha dato peso, sicuro che l’incantesimo non avrebbe mai funzionato. Come ti ho già detto, devi essere mosso solo dall’amore per sfruttare la piena protezione dello Specchio di Agis e lui era convinto che questo sentimento non fosse in grado di creare così tanta energia. E’ per questo che quando ha visto l’aura di tua madre si è così spaventato. Ha avuto la prova di quanta forza possa generare l’amore.”
“Quindi era la mamma…?”
“Sì, Harry. Era Lily. Anche l’energia che hai sentito confluire dentro di te, era l’energia che tua madre ti ha donato con il suo sacrificio.” Patterson si alzò, fece scomparire la poltrona e raccolse la borsa da terra. “Ora, se non hai altre domande, devo andare.”
Harry era ancora scosso da tutte le notizie che aveva ricevuto. “Professore… ci rivedremo?”
“Non lo so, Harry.” Si avviò verso la porta.
“Grazie. Per tutto quello che a fatto per me… la ringrazio.”
Patterson gli sorrise un’ultima volta, prima di chiudersi la porta alle spalle.

- Fine capitolo -





*°*°*°*




Una tormentata professoressa McGranitt attraversò l’infermeria, fermandosi davanti il letto di Harry Potter, seguita da ‘Penelope’, Ron e Hermione, che si fermarono poco più dietro.
“Buongiorno, professoressa. Immagino che sappia perché l’ho fatta venire… dobbiamo parlare. E subito.” Harry sembrava tranquillo, ma dal tono della sua voce, quelle parole erano più un ordine che una richiesta.
“Va bene, Harry. Mi sembra il minimo dopo tutto quello che hai fatto.” Sospirò sonoramente. “Però preferirei che i suoi amici ci lascias-”
“No.” Harry la interruppe “Loro restano. Anche loro si sono esposti in prima persona per la nostra causa. Hanno tutto il diritto di rimanere. Inoltre sa perfettamente che verrebbero comunque a sapere tutto ciò che ci diremo in questa stanza e poi Draco fa già parte dell’Ordine, avrebbe dovuto sapere queste cose secoli fa. Quindi mi dica perché avete imprigionato Piton.”
La preside, a quelle parole, assunse un’espressione sorpresa e lanciò uno sguardo nella direzione dei ragazzi; Ron abbassò lo sguardo con aria colpevole, mentre le sue orecchie si tingevano di rosso. “Non le chiedo come è entrato in possesso di questa informazione… comunque il professor Piton è stato rinchiuso perché l’Ordine pensa che non sia sicuro lasc-”
“Ma stiamo scherzando?! Quel uomo ha salvato la mia vita, quella di Hermione e in un certo senso ha salvato l’intero Mondo Magico! E voi che fate? Lo tenete rinchiuso chissà dove… magari lo torturate anche per farvi dire che è un Mangiamorte recidivo!”
“Signor Potter, non tollero questa mancanza di rispetto nei miei confronti! Se vuole sapere come stanno le cose, la prego di mantenere un comportamento adeguato, altrimenti me ne vado seduta stante.” Lo guardò severa da sopra gli occhiali.
“Mi scusi, professoressa. Non la interromperò più.”
“Bene. Allora, come le stavo dicendo, il professor Piton è stato rinchiuso nelle segrete di Hogwarts perché la maggioranza dei membri dell’Ordine ha ritenuto meglio così, per la sicurezza di tutti.”
Harry la guardò storto. “Non avete sentito cosa vi ho detto prima di svenire, quando siamo tornati? Non avete capito cosa vi ha detto Hermione? Piton è sempre stato dalla nostra ed è un Mangiamorte quanto me e lei.”
La McGranitt si passò una mano sulla fronte. “Io ti credo, Harry. E anche Remus. Forse all’inizio non subito, ma dopo aver visto il ricordo della signorina Granger, ci siamo convinti del tutto. E’ per questo che abbiamo cercato in tutti i modi di convincere gli altri membri, ma non c’è stato verso. Alastor in primis non ha voluto credere ad una sola parola. Dice che la memoria della signorina Granger è stata plagiata e che Severus vi ha portati in salvo solo perché sapeva che con la fine di Tu-Sai-Chi avrebbe rischiato di passare il resto della vita ad Azkaban, se non direttamente il Bacio del Dissennatore. E poi anche Severus ci ha messo del suo… si è prestato al Veritaserum, ma quando gli abbiamo chiesto anche di visionare i suoi ricordi, si è rifiutato, è troppo orgoglioso. Questo sicuramente non ha giocato a suo favore, e poi adesso ci si mette anche il Ministro…” L’espressione della Preside era piuttosto tesa.
“Vuole condannare il professore e Draco senza neanche un processo, non è così?”
La McGranitt lanciò un altro sguardo verso il gruppetto dietro di loro e Ron aveva tutta l’aria di volersi sotterrare. “Sì, è così. Tra poco arriverà qui ad Hogwarts, per parlare con me. Questa è l’ultima occasione che mi rimane per convincerlo, prima che dia la notizia ai giornali.”
A quelle parole nello sguardo di Harry passò un lampo strano. “Lo mandi prima qui, per favore.”
La Preside sembrò quasi indignata. “Ma signor Potter, che cosa hai intenzione di fare? Lo sa quanto è importante questo incontro?”
“Sì che lo so e non si preoccupi, voglio solo parlarci un istante, dopo lo manderò immediatamente da lei.” Harry sembrava perso nei suoi pensieri, ma continuò comunque a parlare. “Intanto avvisi tutti i membri dell’Ordine. Voglio che tutti sappiano che se finalmente la guerra è finita è solo grazie a Piton. Lui era il mio contatto, era lui che ci ha dato indicazioni su come trovare gli Horcrux. Non credo che ci sia prova più grande della sua buona fede. Appena sarà possibile, vi farò visionare i miei ricordi. E chiunque avrà qualcosa da ridire, lo mando qui da me, per favore.”
La McGranitt sembrava sorpresa da quella notizia, ma si ricompose subito. “Perché non ce l’ha detto prima?”
Anche Ron e Hermione sembravano piuttosto meravigliati.
“Perché avreste subito pensato che stavo delirando, soggiogato da qualche trappola di Voldemort e avreste cercato di spezzare il contatto. Ora però, professoressa, vorrei che mi mandasse il Ministro appena arriva, se non le dispiace.”
“Va bene, Harry. Lo farò. Parlerò anche con l’Ordine al più presto.” e detto questo, lasciò la stanza.
Quando la Preside si richiuse la porta alle spalle, Hermione si avvicinò al letto del ragazzo “Harry! Perché non ci hai detto niente del professor Piton?!” Sembrava scandalizzata e un po’ offesa.
“Ve l’ho spiegato il perché. Avevo paura che avreste cercato un modo per spezzare il contatto. Non è forse così?” la guardò con un sopracciglio alzato.
“Certo che è così! Ma avresti dovuto dircelo lo stesso!”
Harry rise di gusto.

*

Un’ora più tardi, Rufus Scrimgeour fece il suo ingresso nell’infermeria di Hogwarts, scortato da due Auror. Nella stanza, l’unico letto occupato era quello di Harry.
“Signor ministro, mi fa piacere che abbia deciso di passare a farmi visita prima del suo colloquio con la preside. Ma la prego, si accomodi.” I modi del ragazzo erano cortesi, ma il tono della voce era autoritario, gli occhi gelidi.
“Potter, spero sia una cosa veloce, non ho tempo da perdere.” L’ex-Auror si sedette accanto al letto di Harry, il quale diede uno sguardo distratto alle due guardie del corpo dietro di lui.
“Se permette, preferirei che i suoi due accompagnatori uscissero. Le cose che ho da dirle sono piuttosto riservate.”
“Sono qui per la mia sicurezza, e non ho int-”
“Scusi se la interrompo, ministro, ma devo insistere. Infondo siamo a Hogwarts, non c’è luogo più sicuro di questo. Non ha niente da temere, tanto meno da me, che riesco a malapena a stare in piedi e ho perso la mia bacchetta nello scontro con Voldemort. Le assicuro che non è il caso che questa conversazione esca fuori da qui, lo dico anche nel suo interesse…” Il ministro, a quest’ultima frase, scrutò intensamente il ragazzo occhialuto, prima di fare un cenno ai due Auror, che lasciarono immediatamente la stanza.
“Allora, sentiamo. Che cosa avresti di così personale da chiedermi, Potter?”
“Deve ritirare il mandato di cattura contro Draco Malfoy e Severus Piton. Immediatamente.”
Per un attimo, Scrimgeour sembrò non aver ben compreso cosa avesse detto il ragazzo, ma alla fine scoppiò in una fragorosa risata. “Tu stai scherzando, non è vero? Quei due sono dei Mangiamorte della peggior specie, il loro posto è ad Azkaban!”
“Lei sa che non è così, ministro.” I due si fissavano tesi, senza distogliere lo sguardo.
“La gente vuole giustizia! La morte di Silente non può rimanere impunita!”
Harry sorrise. “Silente aveva proprio ragione… una volta che ottenete il titolo di ministro, non vi interessa più il benessere della gente, o cosa è giusto e cosa è sbagliato… l’importante è tenersi saldi alla poltrona, non è così?” A quelle parole, l’uomo rinnovò la sua attenzione, con sguardo irato. “Lei non vuole fare giustizia sulla morte di Silente, lei vuole semplicemente rabbonire la popolazione… la caduta di Voldemort è stata opera mia e la cattura della maggior parte dei Mangiamorte è avvenuta grazie all’Ordine della Fenice. Anche da morto, il fantasma di Silente incombe sulle mancanze del Ministero. E qual è il modo più facile per creare consenso, per far vedere quanto in realtà il Ministero abbia lavorato per la comunità magica? Mettiamo in galera gli assassini di Silente, o chi per loro… poco importa se sono innocenti oppure no. Ma stia in guardia, ministro, perché non le permetterò di fare ciò che vuole. L’avverto.” Lo sguardo di Harry continuava a rimanere fisso, imperturbabile, in quello di Scrimgeour, che sembrava però essersi agitato.
“Come osi parlarmi a questa maniera… come osi minacciarmi! Che intenzioni hai, eh, Potter?” Ma il ragazzo si limitò a rispondere con un ghigno.
“Ti ricordo che ero a capo della sezione Auror. Ci metto veramente poco ad estrapolare un’informazione a un pivello come te!” Estrasse velocemente la bacchetta e la puntò sul ragazzo. “Allora, che cosa hai in mente!”
Harry non sembrava per niente turbato da quel gesto, cosa che innervosì ancora di più Scrimgeour che gridò “Legilimens!” Harry lo trafisse con lo sguardo e dopo pochi secondi la bacchetta sfuggì dalle mani dell’uomo, che si ritrovò in ginocchio a terra, dolorante, piegato da una forza sconosciuta.
“Ministro, ministro… ci sono modi più gentili per ottenere informazioni.” Il tono era di scherno, ma l’espressione serissima. “Non ho intenzione di ledere la sua persona in alcun modo, almeno non fisicamente.” Harry distolse lo sguardo e Scrimgeour riuscì a rialzarsi guardandolo sbalordito. Harry riprese a parlare. “Se lei non ritira immediatamente quei mandati, io mi limiterò a raccontare ai giornali per filo e per segno che cosa è accaduto. Sottolineando naturalmente, con dovizia di particolari, quanto il Ministero sia stato inutile, se non di intralcio, alla sconfitta di Voldemort. Sono pronto anche a mentire, dicendo che il professor Piton non ha ucciso effettivamente Silente, ma che è stato uno degli altri Mangiamorte presenti quel giorno sul tetto. E lei a chi pensa crederà l’opinione pubblica? Al Ministero, che fino ad ora non ha saputo fare di meglio che sbattere in prigione Stan Picchetto, l’autista del Nottetempo, oppure a Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, colui che ha sconfitto una volta per tutte Voldemort?” Gli occhi verdi di Harry continuavano a fissare freddamente Scrimgeour, il quale si era rimesso seduto, e si tastava il polso, ancora incredulo. “Lei stesso avrà notato la quantità di giornalisti appostati qui fuori. Farebbero di tutto per una intervista. Una mia intervista. Quindi, se lei non fa quello che le dico, io non farò altro che ciò che voleva fare lei lo scorso anno. Sfrutterò semplicemente la mia immagine per farla cadere dalla sua amata poltrona.”
Il Ministro sembrò assorbire lentamente le parole del ragazzo. “E… cosa dovrei fare…? Se ritiro i mandati di cattura sarebbe davvero come dichiarare che il Ministero non ha fatto niente. Mi converrebbe comunque rischiare con la tua dichiarazione.”
Un sorriso beffardo illuminò il volto del ragazzo. “Ora va meglio, ministro. Parlare chiaro rende facile le cose ad entrambi. Ammettere che effettivamente tiene più al suo titolo che alla vita di due persone innocenti è già un passo avanti.”
Scrimgeour sembrava piuttosto infastidito e decise di provare a provocare il ragazzo. “Non descrivermi come un mostro, in fondo stiamo parlando di due Mangiamorte. Hanno sicuramente molte colpe da scontare, pagherebbero semplicemente per un crimine diverso. E poi… tu davvero vuoi l’assoluzione per colui che ha ucciso il tuo mentore?”
“No. Ha commesso un crimine ed è giusto che paghi. Ma con un regolare processo, dove verranno esposti tutti i fatti e soprattutto le attenuanti che gli competono. Io stesso verrò a testimoniare se sarà necessario… e sottolineo, regolare processo. Per quanto riguarda Draco, è ridicolo anche solo interrogarlo. Non ha fatto niente e per di più, quello che stava per fare lo stava facendo sotto ricatto, quindi si limiti a ritirare le accuse nei suoi confronti. Poi avrei un’altra richiesta da farle, ministro, se non le dispiace…”
“Ancora?!”
“Voglio che si impegni a ripulire tutto il Ministero dalle spie. Da cima a fondo, compresi gli Indicibili.”
Scrimgeour spalancò gli occhi. “Ma sei impazzito?! Ci sono delle famiglie antichissime che ci lavorano, la sola richiesta di ispezioni interne alzerebbe un putiferio!”
Lo sguardo di Harry si fece più duro. “Ma che razza di persona è lei? Era un Auror o sbaglio?! Credevo che fosse almeno meglio di Caramell. Sa perfettamente che la maggior parte dei membri di quelle antichissime famiglie che prima stava dicendo, sono famose per patteggiare per i Mangiamorte! E poi, si fidi di me… non le chiederei tutte queste cose senza nulla in cambio. Le chiedo semplicemente di fare il suo lavoro.”
“Sì, ma…”
“Pensi che bella pubblicità avrebbe? Finalmente il Ministero si decide a fare qualcosa di sensato, come ripulire i suoi uffici dai corrotti. Se lei lo farà, sono disposto a dichiarare ufficialmente la mia fiducia nei suoi riguardi. Sarei pronto a diventare uno dei suoi Auror e dare buona luce al suo amato Ministero, come ha già tentato di fare, che ne dice? Non era questo che voleva, uno specchietto per le allodole? Io mi presterò al gioco, sono disposta anche a farmi fotografare sorridente accanto a lei, ma questo non implica che diventerò effettivamente un suo leccapiedi, sono stato chiaro? Allora, che fa… accetta?”
Il ministro sembrava infastidito dal tono autoritario del ragazzo, ma comunque fece un cenno affermativo con la testa.
“Benissimo… mi faccia sapere quando ci sarà il processo, farò in modo che il professor Piton si presenti.”
Scrimgeour, senza rispondere, si alzò e a grandi passi si avvicinò alla porta. Mentre stava per aprirla, fece il suo ingresso la McGranitt.
“Ministro, se ha finito possiamo salire nel mio ufficio…”
“Mi lasci passare, tanto non abbiamo più niente da dirci!” Si avvicinò ai due Auror. “Si faccia spiegare tutto dal suo allievo, sarà felice di quello che le dirà. Arrivederci!” e, detto questo, si allontanò con aria alterata.
La McGranitt lanciò un’occhiata interrogativa a Harry che le sorrise facendole il segno in su col pollice.
“Poi mi spiegherà tutto, signor Potter… ora la lascio solo...” Poi, rivolta verso un punto vuoto alla sua destra. “Aspetterò qui fuori, non metterci troppo.” Uscì dalla porta e la chiuse alle sue spalle.
Harry guardò la Preside come se fosse impazzita, ma poi capì a chi si stava rivolgendo quando un uomo, vestito completamente di nero, spuntò improvvisamente dal nulla. Severus Piton era di fronte a lui e nella mano destra reggeva il suo Mantello dell’Invisibilità.
“Professor Piton… non mi aspettavo di vederla.”
“Già, neanche io speravo di uscire più da quella cella, però Minerva mi ha aiutato ad uscire per venirti a trovare, nonostante le proteste di Alastor… che vecchio testardo!”
“Che gentile da parte sua venirmi a trovare.” Gli occhi di Harry sembravano prenderlo in giro, ma cambiò subito espressione quando incontrò lo sguardo severo del professore.
“Non essere insolente, Potter. Sono venuto qui per darti una cosa.” Tirò fuori dal mantello una bacchetta e la porse a Harry. Quando il ragazzo la prese tra le mani, sentì una strana energia passargli per tutto il corpo, come quando aveva afferrato la sua bacchetta la prima volta, solo in qualche maniera diversa. “Ma questa è…”
“Sì, è la bacchetta di Voldemort. Visto quanto è difficile trovare una bacchetta compatibile, ho pensato che forse volevi tenerla tu.” Harry stava osservando stupito la bacchetta mentre Piton continuò “Ho sentito il commento del Ministro quando è uscito… qualsiasi cosa tu abbia ottenuto, ti ringrazio.”
“Sono io che dovrei ringraziarla, professore, davvero.” Piton si alzò e si diresse verso la porta. Mentre Harry stava ancora rigirandosi la bacchetta tra le mani, il suo ex-professore si fermò davanti  la porta, tenendo la maniglia tra le mani, disse “Non so se te l’hanno mai detto, ma… hai gli stessi occhi di Lily.” E con queste parole, continuando a dargli le spalle, lasciò la stanza.

Rimasto solo, Harry si ritrovò a sorridere. Tenere tra le mani la bacchetta che era stata di Voldemort riuscì a fargli capire a pieno che finalmente era tutto finito. Per la prima volta da anni, si sentiva libero da un peso. Per la prima volta da anni riusciva a guardare al suo futuro senza quel senso di angoscia che gli opprimeva il petto. Poteva finalmente smettere di temere per la sua vita e quella dei suoi cari, poteva finalmente fare programmi per il suo avvenire. Era come ricominciare a vivere. Per la prima volta da anni, Harry si addormentò con il sorriso sulle labbra e l’anima impaziente di scoprire semplicemente cosa il domani avrà in serbo per lui.






Fine














Sophie' space
Sapete ragazzi, quasi mi dispiace aver scritto la parola “Fine” a questa fanfiction, era come una droga per me! Avevo pensato molto prima di chiuderla, ma ogni volta non ci riuscivo,  mi venivano idee nuove, o semplicemente, quando rileggevo il capitolo, mi sembrava che dovesse continuare per forza!! Ora che ho finito, devo dire che questa fine non mi ha soddisfatto granché, forse semplicemente perché è finita, ma in qualche modo dovevo finire… Spero che almeno a voi sia piaciuto. Purtroppo so che, avendo aspettato così tanto per pubblicare il finale, ho creato aspettative, che se non sono state rispettate, vi prego di scusarmi.
Volevo salutare con affetto tutti quelli che mi hanno seguito fin qui. Grazie davvero. Mi avete sostenuta fino alla fine, e se sono arrivata fino in fondo è solo grazie a voi. Grazie ancora. E spero che se scriverò qualcos’altro continuerete a seguirmi con lo stesso affetto.
Un bacio, spero a presto,
Sophie. 

Volevo ringraziare in particolare: Hohenheimdelaluz, Letipotter92, Selene90, Funnynurse, argentlam, Hermione 93, Malfoy_lover, cucciolotta_2000, stellina250, Summers84, Hermione, tia,  Summers84, ellinor, SHUN DI ANDROMEDA, Ly_93, Pyros Ikari, ginny93, EDVIGE86, sarah james, Funnynurse,
e naturalmente desdeus che ha collaborato anche alla stesura di alcune parti di capitoli. Se ho dimenticato qualcuno, chiedo umilmente perdono ^_^’’

Chiunque legga la storia da completa, mi farebbe piacere se lasciaste comunque un commento, vi assicuro, fa sempre piacere ;)

   
 
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