Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Em Potter    05/09/2012    9 recensioni
Questa è la storia di una ragazza che subisce un profondo cambiamento, che da ragazzina timida e profondamente infantile diventa una donna forte e coraggiosa.
Lei è Ginny Weasley, e questa è la sua storia.
Dalla storia:
«Ho detto la pura verità a tutti gli studenti della mia scuola.» disse Silente serio. «E la verità è che tu sei un'innocente capitata a favore di Lord Voldemort al momento giusto e proprio come voleva e sperava lui.»
«Sono una debole e T-Tom R-R-Riddle ha sfruttato la mia debolezza...»
«Lord Voldemort ha sfruttato il tuo coraggio. E solamente un atto di coraggio del genere poteva garantirgli la rinascita, solamente il tuo coraggio, Ginny Weasley. Fidati, Voldemort è abilmente furbo nel scovare le sue vittime e non avrebbe continuato con te se non fosse assolutamente certo di che persona sei. Ha cercato di scoprire tutto di te, proprio per questo.»
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LA FUGA DEI GEMELLI E L'ULTIMA PARTITA DELLA STAGIONE.


Durante le vacanze di Pasqua, Ginny non aveva avuto nemmeno il tempo di guardarsi in faccia figuriamoci per parlare con Fred e George del problema di Harry ma non aveva dimenticato la promessa al ragazzo, e ogni occasione era buona per cercare di intercettare i gemelli e spiegare la situazione. Finite le vacanze, Fred e George si facevano vedere molto più spesso in Sala Comune e la ragazza trovò finalmente del tempo per parlare con loro. Ovviamente, anche loro erano dei ragazzi di parola ma Ginny non avrebbe mai immaginato che fossero così di parola da creare il finimondo... 
"Cosa? Ha davvero intenzione di parlare con Sirius?" aveva chiesto Fred, posando pigramente i libri nella cartella. 
"Sì" confermò la sorella. 
"Mmh... è un problema che si può aggirare facilmente, vero?" 
"Credo proprio di sì" affermò convinto George, con un gran sorriso incoraggiante. 
"Tutto sta nel creare un diversivo, giusto?" chiese Ginny ottimista, che voleva partecipare a quell'azione e aiutare il ragazzo. "Insomma, il camino della rospa è l'unico di tutti i camini della scuola a non essere controllato" 
Fred e George la fissarono con un sorrisino sulle labbra o meglio... con un ghigno malandrino. 
"Siamo così orgogliosi di te, sorellina!" esclamò George, dandole un buffetto. 
"Useremo la nostra Palude Portatile e questa potrebbe essere la nostra sola occasione per svignarcela da qui" disse Fred deciso, guardando fuori dalla finestra.
"VE NE ANDRETE?" strepitò la sorella. 
"Ah, sorellina, il nostro nuovo negozio ci attende!" replicò George gonfiando il petto, fiero. 
"Già avete...? Ma non se ne parla proprio! Ci lascerete in questo casino?" "A noi dispiace per voi..." cominciò Fred.
"... ma a noi dispiace anche per noi" concluse George. "Farci dare ordini da quel rospo insignificante... non è da Weasley, capisci? E poi le Merendine Marinare sono pronte per decollare e il nostro negozio ci attende con ansia, quindi bando alle ciance!"
Ginny si disse che era assolutamente d'accordo con i gemelli: quella era proprio l'ora di azioni estreme. E il giorno seguente fu il giorno che tutti gli studenti di Hogwarts non avrebbero mai dimenticato in vita loro, infatti Fred e George si rivelarono davvero di parola e mentre Harry si intrifulava nell'ufficio della Umbridge, provocarono il finimondo nel corriodio di Gregory il Viscido... cosa che alla vecchia rospa non piacque per nulla. La Palude Portatile dei gemelli era sensazionale ma Demelza, dopo che ci sguazzò dentro per sbaglio, non la trovò così sensazionale come la trovavano gli altri ed era sempre meno entusiasta di quella cosa. 
Alla fine, la Umbridge riuscì beccare i due ragazzi ma forse erano stati i gemelli a farsi beccare di proposito. 
"Allora, vi sembra divertente trasformare un corridoio in una palude, eh?" chiese lei, esultante per averli colti con le mani nel sacco Gli studenti si erano accalcati preoccupati a cerchio attorno alla palude e i gemelli erano immobili al centro con l'espressione inconfondibile di chi è stato appena incastrato. 
"Molto divertente, sì" rispose Fred, fissandola senza la minima traccia di paura. 
"Ho trovato il modulo, signora Preside!" urlò d'un tratto Gazza entrando al centro del cerchio, e altrettanto esultante di gioia. Stringeva a sè, come se fosse un tesoro di valore inestimabile, una vecchia pergamena. "Ho il modulo e ho la frusta pronta... mi permetta di procedere subito!" aggiunse, esaltato. 
Se Fred e George si lasciano frustare i Nargilli esistono, pensò Ginny serena mentre fissava il vecchio custode. 
"Benissimo, Argus. E voi due... scoprirete presto che cosa succede a chi combina guai nella mia scuola!" minacciò risoluta la Umbridge, ghignando inquietantemente. Nessuno studente osava parlare e alcuni (come Demelza) arrivarono anche a credere che Gazza avrebbe sul serio frustato i gemelli. 
"Sa una cosa? Credo proprio di no!" replicò Fred con spavalderia e si voltò verso il gemello, con un ghigno più pronunciato di quello della Umbridge. "George, credo che abbiamo raggiunto l'età per interrompere la nostra carriera accademica" 
"Condivido in pieno la tua opinione: è arrivata l'ora di mettere alla prova il nostro talento nel mondo reale, non credi?" fece disinvolto George. 
"Assolutamente" 
Come non detto.
E prima che la Umbridge o Gazza potessero dire una sola parola al riguardo, levarono le bacchette e dissero all'unisono: "Accio scope!" e le due scope di Fred e George, tra cui una con ancora appeso il catenaccio si fermarono davanti ai loro proprietari che non esitarono a montare su. 
"A mai più rivederci!" disse Fred, montando sulla sua scopa da corsa e imitato dal gemello.
"Sì, non si disturbi a darci sue notizie!" aggiunse George.
"Se a qualcuno servisse una Palude Portatile identica a quella che avete visto all'opera, si presenti al numero novantatrè di Diagon Alley... Tiri Vispi Weasley: la nostra nuova sede!" annunciò Fred alla folla, a voce alta.
"Sconti speciali per gli studenti di Hogwarts che giureranno di usare i nostri prodotti per sbarazzarsi di quella vecchia megera" aggiunse George ilare, accennando alla Umbridge e tutti scoppiarono a ridere sonoramente. 
"FERMATELI!" strepitò il rospo ma prima che ogni singolo membro della Squadra d'Inquisizione potesse fare qualsiasi cosa, i gemelli si alzarono di cinque metri da terra e tra gli applausi festosi degli studenti, sfrecciarono fuori dal portone della scuola lasciandosi tutto alle spalle. La folla si fece più fitta e si accalcò verso il cortile della scuola per guardare Fred e George svignarsena e Ginny afferrò la mano di Dean Thomas, che stava conducendola fuori giusto in tempo per vedere i gemelli sparire all'orizzonte. 
E adesso, cosa diavolo sarebbe successo alla Tana? Altro che Dolores Umbridge e Voldemort... il vero nemico aspettava Fred e George proprio dietro l'angolo di casa, probabilmente per coglierli di sorpresa e picchiarli con il mangime delle galline.




Nei giorni successivi, la fuga di Fred e George fu ripetuta così tante volte che diventò leggenda ad Hogwarts. Infatti, a scuola non si parlava d'altro che dei gemelli e Ginny era così orgogliosa dei suoi fratelli che quasi scoppiò a piangere dall'emozione. Dopo quella sensazionale fuga, sembravano che tutti avessero trovato coraggio di fare azioni estreme contagiati dalla voglia di combinare casini e di prendere il posto di Fred e George. 
Qualcuno fece perfino entrare uno Snaso nell'ufficio della Umbridge, che demolì il suo ufficio e tentò di mangiarle le dita tozze: la Umbridge urlava a spaccatimpani e i ragazzi del quarto anno di Grifondoro, che passavano di lì per la lezione di Incantesimi, dovettero tapparsi le orecchie e correre via. Inoltre, il lancio di Caccabombe e Pallottole Puzzole era così frequente nei corridoi che gli studenti avevano preso l'abitudine di eseguire su loro stessi un Incantesimo Testabolla. Gazza brandiva la frusta a destra e a manca ma c'erano troppi ribelli da frustare e non sapeva dove cominciare, e ovviamente solamente la Squadra di Inquisizione sembrava aiutarlo... ma, peccato per loro, iniziavano ad accadere incidenti strani. 
"Sicuramente c'entrano i tuoi fratelli" stava spiegando Demelza, con un piccolo sorrisino sulle labbra. "Devono per forza essere dietro a tutto questo, non è possibile che Warringhton di Serpeverde sia stato ricoverato in Infermeria con una pelle che sembra ricoperta di corn flakes!" 
"Davvero?" chiese Christopher esaltato. 
"Sì" 
"Warringhton con la pelle a corn flakes? Dovremmo chiamare quelle creaturine golose che ci fece vedere Hagrid la scorsa volta, così magari lo divorano e non siamo costretti a vedere quella sua brutta faccia per il resto della nostra vita!" proruppe William, provocando delle risatine generali. I ragazzi si stavano dirigendo in Sala Grande per la colazione di quel mattino, tutti piuttosto eccitati di constatare che la vita della Umbridge ad Hogwarts era un vero inferno.
"E Pix ha anche allagato il corridoio del secondo piano" ridacchiò Vicky piano, scendendo le scale. "Ah, dimenticavo! Stamattina ho sentito Hermione Granger dire a tuo fratello che alla Parkinson gli sono cresciute un palco di corna e Madama Chips non sapeva come fargliele sparire" 
"Corna?" ripetè Ritchie. 
"Corna. Corna vere, come quelle degli unicorni" 
"Come diavolo...?" 
"Non si sa, nemmeno Madama Chips è riuscita a spiegarselo" sbuffò la ragazza, che probabilmente voleva sapere quale incantesimo avevano utilizzato per far crescere delle corna in testa ad una ragazza. "Dopo vogliamo andare a dare un'occhiatina in Infermeria? Ci divertiremo!" aggiunse, ghignando. 
"Io vengo!" ribattè Ginny in fretta, che non la smetteva di ridere. "Però credo che dovremmo chiamare anche Colin, sapete... così magari le scatta una foto mentre è distratta e gliela facciamo trovare nel suo dormitorio con una scritta divertente. Eh, che ve ne pare?"
"Sì!" risposero i ragazzi, eccitati. 
"Ragazze, non mi sembra il caso..." balbettò Demelza.
Christopher sbuffò. "Andiamo, Dem! Solo perchè tu sei un tipo tutto onore e lealtà... lo sai che se la Parkinson ti avesse vista con delle corna sulla fronte non avrebbe esitato a deriderti? E il momento che i Serpeverde paghino per aver aiutato quella rospa della Preside!" 
Demelza s'incupì ma tutti furono assolutamente d'accordo con Christopher, mentre marciavano verso il tavolo dei Grifondoro per servirsi un'abbondante colazione alla faccia della Umbridge, che era tutta arruffata e stremata: gli insegnanti adoravano vederla correre di qua e di là per la scuola cercando di risolvere i casini fatti dai gemelli e dagli altri studenti, soprattutto per cercare di far Evanescere la Palude Portatile. Il professor Vitius o la McGranitt sarebbero stati perfettamente in grado di risolvere la situazione ma non avevano perdonato facilmente la Umbridge e si erano limitati a vedere la Palude dei gemelli recintata da un furente Gazza. 
"Gazza non vede l'ora di usare la frusta, ma non può frustare Pix che gli sta creando più danni di tutti noi" stava dicendo Vicky, che spulciava uno yogurt nutriente. Era ancora fissata per la dieta e si sarebbe fermata solamente quando avrebbe raggiunto la taglia quaranta. "Ha chiuso Mrs Purr in un'armatura due volte di seguito e Gazza era furibondo" spiegò agli amici, fissando Ginny che si dava da fare con la colazione e Christopher che aveva la bocca piena di nutella. "Quando sono passata di lì per andare in bagno, ho sentito Gazza ululare e tirare fuori la sua gatta. E gli parla! Gazza parla alla gatta! E... William, la smetti di strisciarmi il piede addosso?" sbottò infine, voltandosi irritata verso il ragazzo. 
"Eh?" fece William, colto alla sprovvista. 
Ginny alzò la testa dal suo piatto di abbondante colazione e vide che Vick sembrava assai alterata e rossa in faccia, mentre William era a dir poco sconcertato: sembrava non sapesse davvero di cosa stesse parlando l'amica. Scambiò uno sguardo con gli altri, che avevano la sua stessa espressione perplessa. 
"Ti stai strusciando sulla mia gamba!" lo accusò la ragazza infastidita, lasciando perdere lo yogurt. 
"IO?" William strabuzzò gli occhi, ancora più perplesso. "Ma sei impazzita? Non ti ho nemmeno sfiorata!" 
"L'hai fatto anche quando volevi toglierti il fango dalle scarpe e lo stai rifacendo adesso!" 
"Ma è successo tempo fa, io non..." 
"ARGH!" saltò su Ritchie, interrompendo l'amico e battendo il ginocchio sotto al tavolo, rischiando di cadere dalla panca. "Avanti... chi è stato? Christopher, non è affatto divertente! Ma vuoi depilarti le gambe prima di fare questi scherzetti, almeno?" aggiunse, stizzito. 
"E io che accidenti c'entro?" sbraitò Christopher, scaldandosi immediatamente. 
I ragazzi continuarono a bisticciare tra di loro ma Ginny non era sicura che quello si trattasse di uno scherzo, così ficcò pian pianino la testa sotto al tavolo aspettandosi il peggio. Quello che le si parò davanti non era affatto un bello spettacolo: tarantole gigantesche erano appostate ai loro piedi e si muovevano zampettando e strusciandosi sui piedi degli amici. La ragazza riemerse da sotto al tavolo sbiancata, e tirò su i piedi in modo da non toccare terra. 
Tossicchiò. "Ehm... smettetela di litigare! Questo non... non è uno scherzo..." disse cauta, sperando di non allarmare troppo Vicky e di non destare nessun sospetto. Di sicuro, la bionda avrebbe strillato per tutta la Sala Grande e sarebbe salita sul tavolo dei Grifondoro dando spettacolo. 
"Cosa?" chiese Demelza, che aveva il naso incollato alle pagine del libro di Trasfigurazione. 
"Se vi dico una cosa, non fatevi prendere dal panico" disse Ginny in fretta, cercando di non scoppiare a ridere. I ragazzi ammutolirono e la fissarono leggermente preoccupati, e solo in quel momento Demelza alzò gli occhi dal suo libro. "E Vick, ti prego... non strillare. I-io... ehm... ci sono delle tarantole gigantesche sotto al tavolo proprio vicino ai vostri piedi" aggiunse, parlando più in fretta possibile. 
E naturalmente, Victoria Probisher si sentì in dovere di strillare a spaccatimpani. 
Non appena Vick urlò all'intera Sala Grande che sotto al tavolo c'erano delle tarantole mostruose e balzò sulla panca agitandosi tutta, un paio di persone ficcarono velocemente la testa sotto al tavolo e cominciarono anche loro a strillare e ad alzarsi sulle panche, mentre alcuni si davano ad una fuga accanita. La Umbridge lanciò Schiantesimi a destra e a manca sulle tarantole dal tavolo degli insegnanti, ma sembrava terrorizzata anche lei e chiamava Gazza con vocina acuta. Pix emerse nella sala con una risatina acuta e sbeffeggiò la Umbridge sul fatto che aveva lasciato andare centinaia di tarantole e lei non aveva saputo mantenere l'ordine nella scuola, mentre tutti gli studenti correvano verso l'uscita e gli insegnanti restavano immobili a fissare gli sforzi della Preside. 
"MERLINO! MORGANA! CHE SCHIFO! CHE SCHIFOO!" strillava Vick isterica, saltellando da un piede all'altro mentre correva a tutta birra verso l'uscita della Sala Grande spintonando gli studenti che le stavano tra i piedi. "AVEVO UNA TARANTOLA SUL PIEDE... CHE SCHIFOOOOOO!" 
"E poi ero io che mi strusciavo addosso, eh?" ruggì William offeso, tutto disgustato per la faccenda. 
"E poi ero io che facevo scherzetti idioti, eh?" gli diede man forte Christopher, aprendo il portone della Sala Grande e precipitandosi fuori. Demelza e Ritchie arrivarono nella Sala d'Ingresso ansimando, con un'espressione peggio che digustata.
"OH MIO DIO! ERA ORRIBILE!" continuò a gridare la ragazza, in preda ad un attacco di panico. 
"D'accordo, adesso ti calmi" le ordinò Ginny asciutta, che oltre ad essere disgustata era anche profondamente divertita. Fred e George da piccolini avevano cresciuto una tarantola, finchè la mamma non l'aveva gettata dal balcone. "Meglio se andiamo da Madama Chips, così ti somministra un calmante... non ti ho mai vista così isterica. E ti conosco da quattro anni!" aggiunse, e si affrettò a trascinare l'amica verso l'Infermeria seguita dalla silenziosa combriccola. 
A metà strada incontrarono Dennis e Colin, che chiese subito: "Dove state andando? Avete già fatto colazione? E che diavolo le è successo? Avete una faccia spaventosa e... che avete, insomma! Una tarantola vi ha morso la lingua?" 
"Non parlarmi più di tarantole!" ruggì Vicky adirata, strettamente controllata da Ginny che si schiarì la gola. 
"E che c'entrano le tarantole?" chiese Colin spiazzato. 
"Le hai appena nominate tu" gli fece notare Demelza, alzando gli occhi al cielo.
"Sì, ma era per dire. Non mi direte che..." 
"... Pix ha liberato centinaia di tarantole in Sala Grande creando il caos?" gli venne in aiuto William, sbuffando. "No, non è affatto così. Dove vuoi che le prenda delle tarantole gigantesche, Pix? E perchè mai avrebbe dovuto lasciarle libere in Sala Grande? Per farmi accusare che mi struscio sulle gambe delle ragazze?" aggiunse, con quella vena di sarcasmo che sfoggiava sempre quando era molto arrabbiato. 
"Lei ti ha accusato?" chiese Dennis, trattenendo un sorrisino e indicando Vick. 
"Hanno accusato anche me!" sbottò Christopher, scimmiottando l'amica. 
Colin e Dennis sembravano rapiti. 
"Non fate quella faccia, voi due. E Colin, corri subito a fotografare una tarantola: sarà l'animaletto da compagnia di Vick" intervenne Ginny ridacchiando senza ritegno, ma un'occhiataccia dell'amica in questione fece zittire il suo riso mentre i due fratelli coglievano al volo il consiglio e correvano verso la Sala Grande, eccitati come non mai. "Stavo solamente scherzando, sul serio. Andiamo, forza... non ci perdiamo in chiacchiere!" 
La combriccola arrivò presto in Infermeria e Madama Chips capì immediatamente cosa prendesse a Vicky, dato che aveva un paio di ragazze che erano sedute sui vari letti e trangugiavano una piccola pozioncina violetto elettrico. Probabilmente, non erano le sole ad essere state terrorizzate dalla vista delle tarantole e mentre la Guaritrice si prendeva cura dell'amica, Ginny uscì fuori dall'Infermeria sbadigliando vistosamente. 
"La Parkinson è ancora sconvolta?" 
Una voce destò l'attenzione della ragazza, che si voltò alla sua sinistra e incrociò lo sguardo sghignazzante di Astoria Greengass. E, per l'amor di Merlino sceso in terra, che diavolo ci faceva Astoria Greengass appostata fuori dall'Infermeria a gongolare come una matta? Non c'erano Grifondoro da deridere, a parte Vick e un paio di ragazze dall'aria impaurita... quella Greengass era sempre più strana. 
"Come hai detto? E che ci fai qui?" replicò Ginny confusa, avvicinandosi di poco ad Astoria. 
"E che ti importa?" ribattè lei prevedibilmente, sbuffando e incrociando le braccia al petto. "Mi chiedevo solo se quella ganza della Parkinson è ancora sconvolta per le sue grandi corna, tutto qui. Sei uscita da lì, no? Oppure quella che vedo davanti a me è la gemella della Weasley?" aggiunse, infastidita. 
"No, sono io. E comunque, la tua amichetta dorme con le tendine chiuse..." 
"Immaginavo. Beh, le corna gli donano proprio, non trovi?" chiese Astoria, gongolando ancora di più. 
"Aspetta un momento... sei stata tu?" 
Ginny iniziò di nuovo a ridere senza ritegno e la Serpeverde fu contagiata da lei, e iniziò a ghignare. 
"No, ma fammi capire: hai davvero fatto spuntare un paio di corna sulla fronte di una Serpeverde come te?" 
"Non si possono avere nemiche della stessa Casa?" replicò Astoria arrogantemente. 
"Se la metti così" borbottò la Grifondoro e con un'ultimo sguardo si allontanò dalla Greengass per entrare in Infermeria. 




I giorni passarono tra vari disastri, piccoli guai e un mezzo incidente mortale: infatti, Eloise Midgen stava quasi tirando le cuoia a causa di Pix che si divertiva a svitare lampadari di cristallo mettendo in pericolo gli studenti. Se non fossero intervenute Hannah Abbott e Susan Bones, che Ginny conosceva bene perchè facevano parte dell'Esercito di Silente, Eloise avrebbe sul serio tirato le cuoia senza il quasi. 
Con il passare delle settimane però, Ginny non aveva poi così tanto tempo per divertirsi e creare danni in giro: doveva allenarsi per l'ultima partita tra Grifondoro e Corvonero, partita decisiva per la Coppa del Quidditch e che Angelina non aveva assolutamente la voglia di rinunciarci. Il Capitano pretendeva allenamenti duri durante ogni ora libera e ne approfittava del caos per sussurrare alle compagne di squadra, tra una lezione e l'altra, varie tecniche di gioco. 
"La Chang è veloce ad individuare il Boccino, ha un'ottima vista..." le aveva detto il giorno prima della partita fermandola in corridoio, "sempre che non sia offuscata dalle lacrime, quindi usa questa cosa a tuo vantaggio. E -me ne ricordo solo adesso!- attenta ai Bolidi di Bradley, che fanno davvero paura e potrebbero colpirti. So che non dovrebbero arrivare a te, ma sono davvero violenti. E ricordati di non perdere di vista la Chang, se vede il Boccino prima di te siamo morti e..." 
"Angelina" la interruppe Ginny esasperata, "questo già me l'hai detto!" 
"Sì, ma è sempre un bene ricordarlo" si era giustificata Angelina. 
Tuttavia, il giorno della fatidica partita, Ginny dovette chiudersi in sè stessa per cercare di ricordare tutte le cose che Angelina le aveva detto mentre la fermava dopo le varie lezioni e tutti i consigli ripetuti fino alla noia durante i continui allenamenti. Cercò di tenere a mente tutte quelle cose, mentre seguiva il solito discorso del Capitano prima della partita. 
"Ragazzi, voglio che ce la mettiate assolutamente tutta" disse Angelina schietta, prima di entrare in campo e giocare la partita. "Questa è l'ultima partita della stagione di Quidditch, ma è soprattutto l'ultima partita in assoluto per noi" indicò sè stessa e Alicia tristemente, "e voglio dimostrare a tutti che sono stata un buon Capitano. Quindi, niente scenate e cadute dalla scopa Jack, e niente sprangate sui denti dei Cacciatori... intesi, Andrew? Ron, cerca di fare il possibile e voi tutte... forti come sempre" aggiunse, tirando su col naso. 
"Possiamo vincere" disse Katie ottimista, abbracciando Angelina. 
"No, non possiamo vincere... dobbiamo vincere!" intervenne Ginny con una certa energia, guardando in tralice suo fratello Ron. 
"Sì, dobbiamo vincere!" fece eco Alicia, combattiva. 
"Questo è lo spirito giusto e adesso... dimostriamo ai Corvonero chi siamo!" 
Entrarono in campo in sella alle loro scope acclamati tantissimo dai Grifondoro e Ginny vide lo striscione di un leone che mangiava un aquila, disegnato da Dean mentre erano tutti insieme in Sala Comune. La ragazza incontrò poi lo sguardo di Micheal e gli sorrise affabile, spostandosi per piazzarsi di fronte a Cho Chang... che aveva gli occhi abbastanza lucidi di lacrime con gran vantaggio per i Grifondoro. Madama Bumb ordinò ai Capitani di stringersi la mano e al suo fischio la partita iniziò, con Lee che faceva la cronaca con un tono abbastanza mogio a causa della partenza improvvisa dei suoi migliori amici. 
Ginny si alzò sempre più in alto, le gambe che tremavano dall'euforia e i capelli rossi scompigliati dal vento. Tenne d'occhio Cho, che si alzava molto più in alto di lei e sorvolava il campo con lo sguardo mentre l'altra la imitava, con il presentimento che a causa dei suoi continui e inutili piagnistei la sua visibilità non era delle migliori come Angelina aveva profetizzato. 
"Davies ha la pluffa, schiva Johnson, schiva Spinnet e... segna!" annunciò Lee mestamente e Ginny gemette, cercando di non perdere la concentrazione. Si avvicinò velocemente a Cho Chang perchè quella tattica del marcare fastiosamente gli avversari le sembrava abbastanza buona anche se Angelina le aveva detto di non esagerare troppo. La Chang la fissò diffidente e si allontanò da lei con uno sbuffo di disapprovazione. 
Non puoi scapparmi, pensò Ginny gioiosa che ormai era decisa ad ignorare i continui avvertimenti di Angelina per fare di testa sua. Cho Chang aveva l'esperienza come Cercatrice mentre lei no, quindi se non la marcava fastidiosamente c'erano meno possibilità che Ginny vedesse il Boccino prima di lei. 
"Venti a zero per Corvonero!" gridò Lee Jordan. 
La cronaca andava sempre più avanti e Corvonero era presumibilmente in vantaggio, poi d'un tratto Ginny fu distratta da suo fratello Ron... che parò ogni tiro di Davies e anche uno particolarmente difficile di Chambers, portando Grifondoro in netto vantaggio. Ormai, la folla rosso-oro era impazzita e quel canto che Ginny aveva tanto odiato si tramutò in qualcosa di straordinario. 

Perchè Weasley è il nostro re
ogni due ne para tre
così noi cantiam perchè
perchè Weasley è il nostro re

Weasley è il nostro salvator 
col suo gioco pien d'ardor
vinceremo noi perchè
perchè Weasley è il nostro re. 


Ron era raggiante e, facendo finta di dirigere il coro dall'alto muovendo le mani, non appena la Pluffa si avvicinava parava con assoluta disinvoltura e grazie alla sicurezza che aveva acquistato dai quei canti. Ginny scaricò la sua emozione facendo un paio di giri della morte ma alla fine risaliva sempre a tutta velocità per marcare fastidiosamente la Chang, che sembrava sul punto di scoppiare. 
"Ma la vuoi smettere?" sbottò adirata. 
"Cosa?" le chiese Ginny innocentemente, facendole un gran sorriso affabile e mulinando i lunghi capelli rossi. 
"Smettila di marcarmi e pensa a cercare il Boccino per fatti tuoi!" 
"Non la pensavi così quando due anni fa marcavi Harry con insistenza" 
"Aha! Volevi arrivare a questo, vero?" replicò Cho, paonazza in volto. 
Ma Ginny non la stava proprio più ascoltando: aveva visto il Boccino d'Oro che fluttuava proprio sotto Cho. Agì d'impulso e mentre la ragazza era occupata a prendersela con lei, Ginny si tuffò in picchiata, urtandola e non curandosi affatto che la scopa della Chang fosse molto più veloce della sua e che avrebbe potuto raggiungerla benissimo in pochi secondi. 
Non le importava di nulla, perchè era sicura che avrebbe vinto. 
Il vento le fischiava fastidiosamente nelle orecchie e i capelli si ritrovarono tutti davanti al viso ma lei non mollò, e allungò il braccio verso quella minuscola pallina dorata mentre incitava la sua scopa ad andare più veloce. 
"Maledizione!" 
La ragazza sentì Cho Chang imprecare e quest'ultima l'aveva appena raggiunta, insieme verde di rabbia e rossa di vergogna, quando Ginny acciuffò il Boccino proprio sotto il suo naso senza neanche aver dato tempo a Cho di stendere la mano e provarci. 
I Grifondoro erano decisamente impazziti e Ginny scese in picchiata, ruzzolando giù coi piedi sul terreno mentre sventolava il Boccino sopra la testa. Angelina smontò dalla scopa e le saltò addosso, la squadra seguì il suo esempio e corse ad abbracciare la ragazza. Nel frattempo, la pallina d'oro si dibatteva tra il pugno di Ginny e Cho Chang atterrò con malagrazia a terra, gettando via la scopa e cominciando a piangere. La folla rosso-oro si riversò in campo e corse a stringere la Cercatrice ma lei aveva individuato suo fratello e senza troppe cerimonie si liberò della folla e gli gettò le braccia al collo. 
"Complimenti!" gli urlò, entusiasta. 
"Complimenti a te!" ruggì Ron fiero, facendo un gran sorriso a tutti mentre la Madama Bumb correva in campo per premiare i ragazzi con la grande Coppa. 
"GINNY!" esclamò una voce adirata, che la ragazza riconobbe come quella di Micheal. 
"Eh?" chiese lei, troppo eccitata per essere ostile. 
"Che diavolo hai fatto?" sbottò Micheal Corner, tenendo un muso lungo da manuale. 
"Ho afferrato il Boccino?" 
"No, intendevo..."
"Scusami, Micheal. La squadra ha bisogno di me per la foto con la Coppa" 
E detto ciò, corse via dal fidanzato e andò ad unirsi alla squadra festante per una foto di gruppo scattata da Colin Canon.




L'euforia di Ginny per aver contribuito alla vittora del Grifondoro durò per tutti gli ultimi giorni della settimana e lei se la godeva troppo a ringraziare persone che non conosceva che le facevano i complimenti per la sua prestazione oppure rimanere a chiacchierare con i Grifondoro sulla conversazione avvenuta con la Chang e il suo fastidio per l'essere marcata così tante volte. Non aveva avuto tempo per parlare con Micheal o meglio, per subirsi la sua ramanzina sul fatto che Corvonero bla bla bla e che Grifondoro bla bla bla e tutte quelle sciocchezze che di sicuro avrebbe raccontato di lì a poco... 
"E lei aveva tipo un'espressione da una che si trattiene da mandare al diavolo qualcuno" stava raccontanto Ginny ad un gruppetto di Grifondoro e Tassorosso del sesto anno, "ma io non avevo intenzione di distrarla, davvero. Insomma, è stata lei che mi aveva rivolto la parola... quindi è colpa sua, no?" aggiunse, beffarda.
"Assolutamente sì" replicò un Tassorosso con un sorriso, spettinandosi i capelli. 
"Ce l'ha voluto lei!" gli diede man forte un Grifondoro brufoloso. 
Qualcuno tossicchiò dietro le spalle della ragazza, e disse: "Chiedo scusa" 
"Micheal, che ci fai qui?" chiese Ginny curiosa, perchè non era normale che Micheal Corner si trovasse di sera fuori dalla Torre di Corvonero. 
"Devo parlarti" dichiarò. "In privato" aggiunse, lanciando un'occhiata ai ragazzi. Loro capirono e si affrettarono a salutare Ginny e a dileguarsi su per la scala girevole lasciando da soli i due ragazzi. "Allora, ti sei fatta nuovi amici con quella partita?" continuò lui, sbuffando. 
"Non sono miei amici" replicò calma la ragazza. 
"Oh, è stato proprio un bel giochetto il tuo durante la partita! Hai fatto distrarre Cho!" l'aggredì Micheal. 
"Cosa? Io non ho fatto niente!" sbottò lei, picchiettandolo più volte sul suo petto e alzando uno sguardo feroce su di lui. "Che cosa c'è? Non avevi detto che non te la saresti presa per una presunta sconfitta o eri così tronfio da pensare che avreste vinto ancora?" 
"Sì!" ammise, piagnucolando. "Pensavo che avremmo vinto la Coppa perchè tuo fratello non parava nulla!" 
"Ah sì? Beh, alla fine Ron l'ha messo a quel servizietto a tutti i tipi come te" 
"Ma a Cho non pensi? Era distrutta a causa tua!" 
"Poverina, quanto è fragile... MERLINO, PER UNA PARTITA!" strillò Ginny come una pazza, che stava iniziando a scaldarsi. "Una delle due squadre doveva perdere e stavolta è toccato a voi che davate tutto per scontato! Se Grifondoro avesse perso ti saresti precipitato da me a consolarmi? No, e io non avrei neanche pianto! Le sconfitte ci insegnano sempre qualcosa e non ha senso piagnucolare come quella Chang!"
"Tu... tu non..." farfugliò lui ma era ovvio che Ginny l'aveva messo a tacere. "Mi ha detto che durante la vostra conversazione siete arrivate a parlare di Potter, e guarda se quel Potter non c'entra sempre in tutte le conversazioni che riguardano te!" 
"E quindi?" 
"E quindi l'ha capito il mondo intero che ti piace!" 
"Ma perchè non taci e vai a consolare la tua amichetta? Le si saranno prosciugati gli occhi a furia di piangere!" 
"CI VADO SUBITO!" sbraitò Micheal, voltandole velocemente le spalle. 
"Sì, vai a consolare Cho Chang... ma io e te abbiamo chiuso!"







Angolo autrice
E qui... addio Micheal Corner. Sì, è un capitolo abbastanza demenziale, soprattutto per la scena della tarantole (che è stata accennata nel libro) ma mi è piaciuto molto inserirla perchè è stata molto divertente e non dobbiamo dimenticare che Ginny, oltre all'ES, faceva anche parte di un gruppo di amici che le vogliono bene e trascorrono il loro tempo libero con lei. La figura di Astoria Greengass emerge sempre di più, ma la sua personalità verrà fuori a fine del sesto libro e durante tutto il settimo libro, quindi... beh, c'è tempo per i misteri. 
Un abbraccio!
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Em Potter