Aveva una casa grande, su un solo piano col giardino tutt'intorno. E dietro una grande campagna.
La signora Lucia e la signora Silvia si presero a braccetto e entrarono in salotto civettando come due adolescenti.
Andrea e Mario si sedettero sulla panchina di legno fuori in giardino. Mario chiese se erano riuscite a finire il disegno. Andrea rispose di si. Così cominciarono a parlare.
-Si spesso capitava che sbagliavamo verde per la chioma, ma poi riuscivamo ugualmente a riparare, creando dei piccoli effetti obra, e a volte succ...- Andrea si fermò di colpo e si alzò. -Cavalli! Ci sono dei cavalli!-
La ragazza si era messa a saltare, gridava a squarciagola e il viso le era diventato scarlatto. Mario non ci credeva: anche Andrea aveva un'innata passione per i cavalli.
-Ho sentito un nitrito! Ci sono dei cavalli! Portami da loro!-
-Si, andiamo! Kamelia dì alla nonna che stiamo andando ai cavalli.- Si rivolse verso la governante rumena dai capelli rossissimi. Lei rispose con un cenno del capo.
Cominciarono a correre attraverso il giardino. Arrivarono alla staccionata che lo diveideva dalla campagna. Mario riuscì a scavalcarla con un salto Andrea ci mise un pò più.
Superata la piccola barriera di legno cominciarono a correre senza sosta. Sentivano il vento che gli scompigliavano i capelli. Le erbacce che gli graffiavano le caviglie.
Poi arrivarono. Era una scuderia. Aveva solo tre box, ma molto grandi.
-Ec-co! Sia-mo arrivati!- Avevano entrambi il fiatone.
Andrea entrò nella scuderia C'erano due stalloni, una giumenta col suo puledrino.
L'odore di terra e di concime le riempì le narici. I rumori degli scalpitii degli zoccoli rimbobavano fra le pareti di pietra.
-Lei si chiama Danila, una purosangue francese, lui è il suo puledrino, Kostier. Il padre:Leary, anche lui purosangue francese, e lui invece è Sontier.-Mario sussurrava per non spaventare i cavalli per il loro improvviso arrivo.
Andrea fu subito attratta da Danila. Era bellissima: il manto beige era lucente, sul muso spiccava una macchia bianca che si allungava dino in mezzo agli occhi, la criniera e la coda bionde erano lisce e pettinate. Il garrese arrivava minimo a un metro e settantacinque.
Una mano le si posò sulla spalla. Era Mario.
-Si, Danila è bellissima. Affascina. Adesso ti faccio vedere il puledrino.-
Con molta maestria Mario aprì il cancello e accarezzò Danila. Andrea sapeva che doveva aspettare per entrare.
-Ora puoi entrare.- Le disse. -Accarezzala, si brava...gli piaci. Non si era mai comportata così con nessun altro.-
Si avvicinarono al puledrino. La madre stranamente non oppose resistenza. Cominciarono ad accarezzarlo. Poi uscirono.
-Sai andare a cavallo?-
-Morirei se non potessi.- Andrea rispose con un tocco di ironia nella voce.
-Bene, prendo Leary e Sontier. Gli faccio riscaldare. Prendo le lunghine e gli faccio fare qualche giro nel tondino. Tu prepara le selle e le briglie. Lo sai fare no?- Mario ordinò tutto con un fare pratico che non gli apparteneva.
Andrea obbedì annuendo.
Quando Mario si avvicinò a Sontier il cavallo emise un nitrito di felicità a vederlo.
-Sontier! Oh Sont! Ora facciamo qualche giro nel tondino e poi fuori in campagna eh? Si dai Sont.- Mario fece uscire l'animale dal box.
Andrea non aveva mai visto un essere più bello. Era completamente nero, un nero pece. Il mantello nero, i crini neri, gli occhi, gli zoccoli:tutto. Imponente, con un garrese di un metro e ottanta.
-Ti presento l'essere più maestoso e bello che tu abbia mai visto, Sontier. Sont, per gli amici.-
Passarono la serata fuori, a cavalcare e giocare con i cavalli. Andarono fino al piccolo fiumiciattolo d'acqua, lì bevvero e si schizzarono.
Nè Mario nè Andrea avevano mai passato una serata migliore di quella.
Quando si separarono per tornare ognuno nelle proprie casa avevano ancora il sorriso stampato sul viso, proprio come andarono a dormire...
Non è uno dei capitoli migliori, ci sono molte ripetizioni. Ma credo che l'idea sia buona.
Sun14