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Autore: Finnick_    06/09/2012    2 recensioni
Panem: i Giochi non esistono più. Capitol City è stata sconfitta.
E' la verità? Oppure l'attuale governo mantiene ancora fredde apparenze che facilitano la rinascita di una nuova generazione?
Mellark-Everdeen, Odair-Cresta. I ragazzi di una generazione che sfiderà la nuova Capitol 13.
Che gli Hunger Games risorgano, tributi.
Ambientazione: dopo "Il canto della rivolta".
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Suona il gong. Il tempo di concentrarmi l’ho avuto. Salto giù dalla pedana e non ci penso più: mi mischio agli altri cinque che si accalcano alla Cornucopia. Solo che non sono la più veloce. Grun ha fatto prima di me. Lo vedo mentre si infila all’interno della Cornucopia e ne esce col tridente. Non ho il tempo di stupirmi, perché una gomitata mi fa barcollare. Una ragazza si è fatta largo, ha raccolto uno zaino e adesso sta correndo verso la Cornucopia per accaparrarsi un’arma. Ho perso secondi preziosi, avrei dovuto già essere dentro, aver preso l’arco, ucciso Grun per riprendermi il tridente. Mi freno all’istante quando lo vedo che colpisce al volto la ragazza, la getta a terra e la trafigge col tridente. Comincio ad ansimare, ma non è il momento di farsi prendere dal panico. Denton è riuscito ad accaparrarsi uno zainetto e fuggire, attirando l’attenzione di Grun. Ne approfitto e corro verso la Cornucopia. Afferro lo zaino della ragazza uccisa dal tridente e mi infilo all’interno della struttura. Vedo proiettata a terra un’ombra che si avvicina pericolosamente, l’arco è troppo lontano. Prendo un coltello, mi volto e lo lancio sperando di fare centro al primo colpo. Non sono mai stata brava in questo tipo di cose, ma adesso mi gioco il tutto per tutto. Vedo Grun gridare rabbiosamente e estrarsi il coltello insanguinato dalla gamba. Mi lancio allora verso l’arco. Mi getto in spalla la faretra, estraggo una freccia e la incocco.
Quando mi volto intenzionata a colpire Grun, lo vedo stringere tra le braccia Jymith. Il tridente è a terra. Glielo deve aver fatto cadere lei in un modo o nell’altro. Solo che adesso le mani dell’energumeno si stringono intorno al suo collo. Sollevata da terra di qualche centimetro,  la vedo arrancare alla ricerca dell’aria. Lui si gira in quel momento.
Ride accecato dall’ira e la scaglia in terra. Lei cade inerme a occhi spalancati.
-No!- grido. Allento la presa sulla freccia incoccata, quanto basta per dare il tempo a Grun di riprendere il tridente e dare un colpo secco all’arco. La freccia scivola via. Evito un colpo che mi avrebbe sfasciato la testa e corro nella direzione opposta a Grun, verso il corpo di Jymith.
Incocco un’altra freccia e questa volta la scaglio velocemente voltandomi fulminea all’indietro, ma lui non c’è più. Dov’è finito?
Mi guardo intorno frenetica, senza abbassare l’arco. Due sono i morti adesso. Qui intorno a me. Scorgo Grun mentre si allontana fra gli alberi con il tridente ancora in pugno. Impreco fra me per non essere riuscita a prenderlo.
Poi mi piego su Jymith. La chiamo per nome diverse volte, ma non risponde.
-andiamo, Jymith, sei forte, lo so!- esclamo tirandole uno schiaffo senza tanti complimenti. Mi inginocchio e la prendo sotto le braccia per portarmela al petto. Cerco di imitare le procedure che applica mia madre in caso di emergenza e le stringo il ventre all’altezza del diaframma. Lo faccio ripetutamente.
-forza, respira!- non mi arrendo. Lei mi ha salvata, sta rischiando di morire per aver evitato il colpo di Grun che mi avrebbe sicuramente ucciso. Sono passati solo minuti dall’inizio dei Giochi, non può essere che Jymith muoia proprio adesso.
Continuo la procedura con tutta la forza che ho e alla fine la sento tossire.
-Jymith, respira con calma- le dico allentando la presa.
-Rue.. hai preso il tridente?- chiede.
-no- rispondo –ma ho preso l’arco e sono viva, grazie a te-
Lascio che riprenda fiato e che il mio cuore calmi i battiti veloci e violenti che mi stanno scuotendo da capo a piedi.
-dobbiamo andarcene da qui. Grun tornerà a prendere le armi- dico guardandomi intorno aspettandomi qualche movimento strano tra gli alberi.
La aiuto a mettersi in piedi.
-ce la fai?- chiedo, mentre la vedo muovere qualche passo a fatica.
-sì. Hai ragione, andiamocene-
Si massaggia il collo per qualche secondo.
-vogliamo lasciare tutto questo ben d’iddio qui?- dico, mentre torno all’interno della Cornucopia a fare rifornimento. Prendo un paio di coltelli e li infilo uno nello zaino che avevo preso dalla ragazza morta, l’altro in uno che raccolgo da terra e porgo a Jymith.
-dammi una spada- mi dice lei. La guardo con aria interrogativa e esito un momento. Stende una mano per aspettare e aggiunge –andiamo, sappiamo entrambe che tuo fratello mi ha insegnato come si fa-
Stacco una spada dal suo supporto e gliela porgo. Già, Chays aveva provato a insegnare a tirare di spada anche a me, ma ho sempre odiato le lame affilate. Preferisco concentrarmi con un arco. Afferro l’ultimo zaino rimasto e lo do a Jymith che è meno carica di me.
Fuori dalla Cornucopia tutto è tranquillo. Guardo nella direzione in cui Grun è sparito e mi incammino verso quella opposta. E’ facile adesso pensare a cosa fare: trovare gli altri, Chays, Finnick e Merope, e far sì che Jymith viva fino a quel momento. Poi dobbiamo trovare dell’acqua e un posto sicuro dove esaminare cosa abbiamo negli zaini. Ci inoltriamo in un boschetto molto breve. Mi aspetto che nasconda ogni tipo di insidia, quindi camminiamo silenziosamente e lentamente. Devo ricordarmi che ci sono anche altri tributi pronti a farmi fuori,in questo posto. Altri ragazzi che si sono ritrovati a combattere in gruppi da sei e che adesso sono armati fino ai denti. Mentre procedo mi costringo a pensare che anche gli altri siano tutti sopravvissuti. Non può essere diversamente, altrimenti la mia partita è persa in partenza.
-ci siamo quasi- dico, quando intravedo la fine del boschetto. La luce che passa dagli alberi è più forte. Proprio quando stiamo per raggiungere l’uscita vedo un’ombra che passa a corsa davanti al boschetto.
Mi fermo di botto e tendo un braccio per bloccare anche Jymith.
Avanzo di qualche passo. Cauta come un serpente. Mi abbasso e sbircio da dietro il tronco di un albero. Un’altra ombra passa correndo. La riconosco, è Liana, la ragazza dell’8. Tiene in mano un’ascia e ridendo spavalda rincorre l’ombra che era passata prima di lei.
Attendo in silenzio che sia lontana e mi sporgo cautamente per assicurarmi il via libera.
L’uscita dal boschetto adesso appare sgombra.
Tendo arco e freccia e balzo fuori in guardia agitando la freccia a destra e a manca per difendermi da eventuali attacchi nascosti. Ma non c’è nessuno.
Mi sbagliavo.
Davanti a me adesso non c’è una prateria, come c’era prima. Tutto il suolo è ricoperto di sabbia.
-siamo al mare- dice Jymith che mi affianca e punta un dito davanti a noi. Un laghetto si estende breve oltre la spiaggia. Accanto al laghetto intravedo una Cornucopia, come la nostra.
Un altro gruppo di tributi.
In quel momento mi sento premere sulla schiena tre punte acuminate. Chiudo gli occhi e trattengo il respiro. Grun è tornato e adesso non ci penserà due volte prima di vedermi stramazzare al suolo.
-Voltati- dice una voce femminile.
-Merope!- sento Jymith che esclama. Mi volto lentamente e incrocio lo sguardo della Mason. Rassicurata da quella vista mi giro di scatto e il tridente si abbassa.
-Finnick- sussurro.
Lui mi abbraccia prima che possa farlo io. Ci stringiamo forte. L’angoscia di non rivederlo più che fino a qualche momento prima mi aveva stretto lo stomaco adesso mi abbandona quasi del tutto. Traggo un profondo sospiro di sollievo. Il cuore batte, ma di gioia per aver ritrovato Finnick. 
-l’avevo detto, io, che sarebbe finita così- la voce ironica di Merope interrompe il momento di sollievo e ci riporta alla realtà.
Finnick sorride, poi si volta verso Jymith e le dice:
-sono contento che tu sia viva-
-è stata lei a salvarmi- risponde indicandomi.
-ci siamo salvate a vicenda- concludo. Non mi va di farmi potente agli occhi di Merope, che per quanto ne so potrebbe aver la stessa voglia di uccidermi di Grun. Anche lei vuole tornare a casa da sua sorella. Ad essere sincera è l’unica persona di cui non mi fido ancora totalmente. Poi, sforzandomi di riflettere, penso che non mi ucciderà adesso, se proprio vuole farlo, per ora serviamo tutti. Uniti.
-Chays era con voi?- chiedo, dopo qualche attimo di silenzio.
-no- risponde Finnick –pensavamo fosse nel vostro gruppo-
Jymith scuote la testa e si fa pallida. Per la prima volta da questa mattina la vedo sofferente. Non era così nemmeno sotto le grinfie di Grun.
Il sole ha cominciato adesso la sua discesa. Dev’essere passato poco tempo da mezzogiorno.
-cosa avete ottenuto voi?- chiede Merope accennando alle nostre armi e agli zaini.
-un po’ di cosette che ci possono essere utili- rispondo.
Finnick indica la sponda del lago.
-non c’è più nessuno dalle nostre parti. Tre di noi sono scappati e altri due sono morti, possiamo sistemarci provvisoriamente al lago- propone.
Così lo seguiamo fino al laghetto. Ci sediamo sulla sponda dopo un breve sopralluogo ed esponiamo ognuno il proprio bottino. Mentre metto in fila le armi e gli zaini penso a Chays, che dev’essere in un altro gruppo, se tutto va bene, vivo. Altrimenti.. non voglio pensarci. Una volta stesi tutti gli oggetti ottenuti tiriamo una somma di ciò che abbiamo. E posso affermare che non siamo affatto sprovveduti.
Quattro zaini, uno per ognuno di noi, il cui contenuto consiste in carne essiccata, una borraccia rigorosamente vuota, frutta secca e un sacco a pelo. Io ho il mio arco, Finnick ha il suo tridente (questo mi fa pensare che il contenuto delle Cornucopie sia lo stesso per ogni gruppo), Merope una spada e un coltello legato alla cintura e Jymith la spada e il coltello trovati alla nostra Cornucopia.
Anche se siamo del tutto spaesati su come hanno agito gli strateghi per questi Giochi, se non altro siamo armati fino ai denti.
-siamo divisi a gruppi di sei, quindi devono esserci altri due gruppi- dice Finnick, iniziando a riflettere su come è strutturata l’arena. Il mio sguardo vola sulla collina in lontananza e si posa sul castello.
-un gruppo dev’essere là- dico indicando la collina.
Finnick riflette un attimo e poi, come illuminato da un’idea:
-dov’era situata la vostra Cornucopia?- mi chiede.
-oltre quel bosco. C’è una piccola prateria- dico indicando alle mie spalle.
-E noi invece ci siamo ritrovati sulla sabbia, vicino ad un lago, capite?- chiede di nuovo.
Rifletto un attimo. Io sono stata spedita in una prateria. Finnick su una spiaggia. Certo, ci sono.
-Ecco perché ci hanno divisi- dico, balzando in ginocchio, come se fossi pronta ad attaccare –ci hanno mandato ognuno nel luogo che ci è più familiare. Io nel verde dei boschi-
-e io tra l’azzurro e il beige del mare- conclude Finnick.
-ma l’acqua non è mai stata il mio luogo ideale. Io non c’entro niente con questo posto- ribatte Merope. Ha ragione, eppure qualcosa mi dice che la struttura dell’arena è fatta a posta per confonderci e aiutarci allo stesso tempo.
-ma è il mio- dice Jymith –ci sono: alcuni di noi sono stati mandati direttamente nell’arena che gli concerne maggiormente, e ovviamente sono stati scelti i due più famosi, Finnick e Rue. Gli altri devono cercarla. Io, per esempio l’ho trovata proprio adesso-
Ci prendiamo tutti un attimo per ragionare e arriviamo alla conclusione che il discorso torna perfettamente. Dev’essere così. Allora torno a guardare il castello.
-Chays è là. È il regno delle spade e dei duelli. È fatto apposta per lui- dico fissandomi sulla collina.
Rimaniamo qualche secondo in silenzio, poi ci accordiamo per partire alla volta del castello. Non ho dovuto pregare particolarmente per convincere i miei compagni. Tutti vogliamo ritrovare mio fratello e Jymith è stata la prima ad appoggiarmi.
Poi torniamo ad osservare il lago.
-riempiamo le borracce, l’acqua è qui. Più facile di così?- esclama Merope. Riempie la sua.
Troppo facile. L’acqua non è mai stata così a portata di mano per nessuno. Non mi piace.
-non credo che sia il caso- dico.
-ascolta, stellina. Ho sete e l’acqua ce l’ho accanto, quindi bevo- mi risponde superba.
Quando mi volto verso il lago vedo che l’acqua non ha lo stesso aspetto del lago del 12. È più scura, più.. viola. Viola?
-Merope, no!- esclamo. Do un colpo alla mano che tiene la borraccia, che rotola a terra. Merope mi guarda negli occhi un attimo. Poi crolla a terra agonizzante.
  
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