Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Miyuki chan    06/09/2012    8 recensioni
Il temuto pirata Portgas D. Ace, insegendo l'Ananas che gli ha rubato il prezioso cappello, si ritrova catapultato in un mondo strambo e fantastico: il Paese delle Meraviglie!
Qui rincorrerà un Bianconiglio che in realtà non è affatto bianco e anzi non è nemmeno un coniglio, si fumerà un paio di sigari con un Brucaliffo alquanto burbero, chiederà informazioni ad uno Stregatto un po' troppo cresciuto e prenderà un "tè" con alcuni strani individui...
Riscuirà il poveretto a sopravvivere in questo mondo di follia?
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marco, Mugiwara, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Regina di Cuori

“Ahahah!”
La risata gracchiante del Jolly, accompagnata dallo schioccare dei baci del Kappa di Cuori, fece drizzare i capelli al povero Ace.
“Allora, Asso di Picche, ti arrendi?”
E fu così, che il nostro Eroe si trovò davanti ad una molto difficile decisione.
Difendere fino alla fine il proprio orgoglio maschile  e rischiare lo stupro, o dichiararsi miserabilmente sconfitto senza nemmeno aver lottato?
La scelta era ardua e dolorosa.
Poi però, avendo letto nelle recensioni dello scorso capitolo che le sue fan non lo avrebbero mai abbandonato in ogni caso, prese la sua decisione: decise che era meglio salvarsi il culo anziché l’orgoglio, in senso sia figurato che letterario.
“Mi arrendo!”
Esclamò, allora.
“Ahahah! Lo sapevo! Sono imbattibile! Il Grande Jolly ha vinto di nuovo! Kappa, puoi ritirarti!”
Il Jolly scoppiò nuovamente nella sua caratteristica risata, rovesciando la testa all’indietro, mentre l’esercito di carte alle sue spalle riprendeva ad intonare in coro “Evviva il Grande Jolly!”.
Solo il povero Ivankov non si unì a quelle urla gioiose.
Smise di avanzare verso Ace, ed i cuoricini che gli stava mandando con tanto amore si sgonfiarono e finirono per terra, andando in mille pezzi: amava veramente quel pirata!
E invece, lui… lui faceva di tutto per sottrarsi alle sue attenzioni.
E pensare che era stato Ivankov a fondare il suo fan club ufficiale, e lui stesso soleva definirsi “la sua fan numero uno”!
E’ proprio vero, il mondo è pieno di ingrati.
“Sapevo ti saresti arreso! Il Jolly prende tutto!”
Continuò imperterrito il tizio col naso da clown.
“No, no! Aspetta: è l’Asso che prende tutto! Non il Jolly! E io… io sono un Asso!”
Fece Ace all’improvviso, mentre nella sua bellissima testolina vuota e dura come una roccia si andava piano piano formando un piano di battaglia che non contemplasse la resa.
“Idioti, avete sbagliato gioco.”
S’intromise con un ringhio il Brucaliffo, apparso dal nulla, mentre, posato su una rosa rossa, assisteva alla scena.
“Brucaliffo! Sei tornato per salvarmi!”
Fece Ace vedendolo, speranzoso.
“No, ti sbagli. Sono qui perché ho tanta strada da fare per tornare a casa, e mi è venuta fame. E queste rose hanno proprio un aspetto appetitoso… Comunque, siete due imbecilli e due ignoranti.
L’asso piglia tutto soltanto a scopa d’assi, e si dà il caso che quello sia un gioco che si fa con le carte da briscola. Voi siete carte da scala. Ma non vi hanno insegnato proprio niente i vostri nonni?
Non c’è più la gioventù d’una volta, che passava i pomeriggi a giocare a carte”.
E così dicendo, il permaloso Brucaliffo succhiò un po’ di polline dalla rosa e, quando fu sazio, si rimise in volo.
“No, aspetta! Aiutami, salvami!”
Tentò di fermarlo Ace, che di nuovo si era reso conto di non avere alcuna possibilità di vittoria.
Il Brucaliffo (ma forse ormai sarebbe il caso di iniziare a chiamarlo Farfalliffo), se ne volò via ronzando qualcosa, che alle orecchie di Ace suonò molto come “muori”.
Il Jolly allora prese la parola:
“Ahahahaha! Ancora una volta, non puoi fare nulla contro di me! Allora, ti arrendi? Stavolta per davvero, però: tra poco inizia Clio Makeup, non posso perdermelo, soprattutto ora che arriva l’estate, e devo assolutamente trovare un trucco più… sai, fresco, di quello che porto ora”.
Ace rabbrividì nuovamente, rendendosi conto che anche il livello di gaiezza del Jolly pareva piuttosto elevato.
“Sì sì, mi arrendo, altrochè se mi arrendo.”
Affermò subito, allora, profondamente terrorizzato all’idea che gli stupratori potessero addirittura diventare due.
“Molto bene!”
Esclamò vittorioso il Jolly, con un enorme sorriso.
“Kappa di Cuori, va’ immediatamente ad avvertire la Regina di Cuori del nostro arrivo. Ah, quasi dimenticavo: dille di preparare la ghigliottina! Ahahahha!”
Così, a malincuore, Ivankov rinunciò alla sua bella, alias Ace, e, salito nuovamente in groppa al suo fedele destriero, si diresse di gran carriera al palazzo della regina.
“E riguardo a te… Asso di Picche, ti dichiaro in arresto! Hai il diritto di rimanere in silenzio, qualunque cosa dirai potrà essere usata contro di te. Hai diritto ad un avvocato, se non puoi permettertene uno te ne verrà affidato uno d’ufficio.”
Così dicendo, il Jolly ammanettò il povero pirata con un bel paio di manette di pelo rosa, suo ultimo acquisto, e, in catene, lo costrinse ad una serrata marcia verso il palazzo…
 
Due secondi dopo…
“Siamo arrivati?”
“No.”
“Come no? Ma io sono stanco!”
“Stupido Asso, ma se ci siamo appena messi in marcia!” 
Ace, a quelle parole, chinò il capo, rassegnato a camminare con quegli scomodi accessori di pelo rosa confetto ancora per un bel po’ di tempo…
 
Un minuto dopo…
“Siamo arrivati?”
“No!”
“Sicuro?”
“Certo che sono sicuro, me l’hai appena finito di chiedere un attimo fa!”
“Ma che un attimo! E’ passato addirittura un minuto e io sono stanco!”
“Smettila. Ora. O chiamo il Kappa di Cuori.”
Ace sbiancò, e non osò controbattere.
 
Cinque minuti dopo…
“Siamo arrivati?”
“NO!”
“Ah, Okay…E ora?”
“NOOOO! E se non taci io-
“Ho capito, sarò muto come un pesce”
Si arrese Ace, chinando il capo.
 
Dieci minuti dopo…
“Siamo arrivati?”
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO- Ah. Sì, guarda un po’, siamo proprio arrivati!”
Rispose finalmente il Jolly, sollevato dal non dover più stare a sentire le lamentele del pirata.
Davanti a loro, si ergeva un enorme castello di carte a cinque piani.
Ad Ace si mozzò il fiato: quell’architetto doveva aver avuto davvero un sacco di pazienza per creare una simile costruzione, lui non riusciva nemmeno a mettere insieme tre carte!
Il Jolly diede a Pugno di Fuoco uno strattone perché si muovesse.
Così, quella strana copia, seguita dall’esercito di carte, passò sotto l’arco d’ingresso giungendo nel giardino.
Era enorme e lussureggiante, quasi selvaggio, anzi: l’erba arrivava fino alle ginocchia del nostro eroe, ed enorme piante tropicali schermavano la luce del sole, mentre fiori esotici fiorivano tra le radici nodose.
Oh già, e c’erano anche un gran numero di funghetti allucinogeni: mai dimenticare il potere dei funghetti allucinogeni!
Una strana creatura, sbucò fuori da un ciuffo di erbacce e si diresse verso Ace.
Era… beh, sì, era una palla rosa.
Ace pensò si trattasse di un Jigglipuff selvatico e stava già per mettere mano alla sfera pokè che portava alla cintura per chiedere l’intervento del suo fidato Charizard quando, invece, la palla rosa si mise a parlare.
In effetti, era un po’ strana anche per essere un Jigglipuff, con quelle lunghe orecchie sottili, gli occhioni color nocciola e la larga bocca munita di piccoli denti appuntiti.
Così, la strana palla parlò:
“Benvenuto a Digiword! Io sono Koromon! Vuoi giocare con me?”
Ace non fece in tempo a rispondere alla tenera pallina rosa: il Jolly le piantò un calcio dritto sul naso (sebbene in realtà Koromon non avesse il naso) e la spedì a sbattere contro il tronco di un albero e questa, con un gemito, si disintegrò in una cascata di pixel.
“M-ma perchè l’hai fatto!”
Chiese disperato Ace, incredulo di fronte a tanta cattiveria rivolta ad una cosa così carina.
“Che t’importa? Tanto tra poco verrai giustiziato!”
E con queste parole, condusse Ace al patibolo, una larga lastra di pietra su cui era stata portata, per l’occasione, una ghigliottina.
Il patibolo era proprio davanti all’ingresso del castello e ad una delle terrazze, ad assistere alla scena su un enorme trono foderato di velluto rosso, stava seduta una creatura di incredibile bellezza.
No, no, stavolta non sto parlando di Ivankov, davvero, lui era seduto al fianco della creatura in questione.
No: questa era una donna (una di quelle vere!) dalla bellezza sublime.
Aveva lunghi capelli lisci, neri come l’ebano e morbidi come il velluto, profondi e lucenti occhi di lapislazzuli, pelle bianca come l’avorio, labbra rossa come rubini, e portava una corona d’oro nella quale erano incastonati smeraldi, diamanti, topazi… hey, avete fatto un furto?
Basta pietre preziose.
E non lo sapete che è contro la legge uccidere gli elefanti per prendersi l’avorio?
Siete delle brutte persone, ecco, l’ho detto.
Ma vi risparmio il predicozzo e proseguo la storia: dunque, questa bellissima creatura, altri non era che la Regina di Cuori, anche se sicuramente l’avevate già capito tutte.
“B-Boa Hancok?!”
Esclamò allibito Pugno di Fuoco, scorgendola.
Gli occhi della donna presero a mandare lampi di rabbia, mentre ella si alzava in piedi e puntava un indice accusatore contro il nostro amato pirata.
Poi rovesciò la testa all’indietro, come fosse un invasata: forse voleva guardare il cielo per assicurarsi che non venisse a piovere (la pioggia le avrebbe rovinato l’esecuzione e fatto diventare i capelli crespi), ma l’unica cosa che potè di fatto vedere furono i ragni che avevano fatto la tela tra le fessure del suo palazzo.
Ad ogni modo, mantenendo quella stramba posizione, la Regina di Cuori cominciò a parlare:
“Tu, misero Asso di Picche! Come osi rivolgerti a me con questo tono? Io sono la Regina di Cuori, e la mia parola è legge!”
Dunque sollevò la testa, fissando il Jolly.
“TAGLIATELE LA TESTA!”
Urlò, all’improvviso.
“Tagliatele? TagliateLE? Io sono un uomo! Un UOMO!”
Ace era così accecato dalla tristezza di essere scambiato per una donna ancora una volta, che nemmeno si accorse che il Jolly lo aveva fatto inginocchiare e lo aveva costretto ad appoggiare la testa sulla semilunetta inferiore della ghigliottina.
Quando finalmente Pugno di Fuoco si rese conto di cosa stava succedendo, sbiancò per la paura:
“H-hey! Aspetta! Avevi detto che avrei avuto un avvocato!”
Il Jolly smise di sogghignare e lo guardò, corrugando le sopracciglia, perplesso:
“Davvero? L’ho detto?”
“Si.”
Rispose il pirata, lapidario.
La Regina, che dal suo trono aveva assistito alla scena, si schiaffò una manata in fronte, demoralizzata: ma perché c’erano soltanto idioti alle sue dipendenze?
La povera donna, quindi, si arrese all’evidenza: ora, grazie al Jolly, gli sarebbe toccato sottoporre quel criminale ad un processo regolare.
“In questo caso, dichiaro aperto il processo. Caso 101, la carta da gioco Asso di Picche contro la Regina di Cuori.”
Dichiarò, allora, la Regina, ignorando bellamente Ace che protestava dicendo che lui non era una carta, ma un pirata, ed il suo nome era Portgas D. Ace.
“L’accusa è…?”
Domandò ella con fare altezzoso.
“Alto tradimento!”
Risposero in coro il Jolly ed il suo esercito di carte.
“Molto bene. Dichiaro l’imputato colpevole, e lo condanno alla pena capitale. Il caso è chiuso. TagliateLE la testa!”
Urlò la regina, puntando nuovamente il dito contro il pirata.
“Cosa? Ma… Il mio avvocato? Questo non è un processo regolare! Il giudice è venduto!”
Protestò Ace, indignato.
La Regina lo fulminò nuovamente:
“Come osi… TagliateLE la testa!”
A quelle parole il Jolly, che per l’occasione aveva indossato la sua divisa da boia con tanto di cappuccio che lo faceva tanto sembrare un membro del Ku Klux Klan, si avvicinò alla ghigliottina con chiari intenti omicidi.
“Non posso guaVdaVe!”
Esclamò il Kappa di Cuori, fuggendo a rintanarsi nelle sue stanze, in lacrime.
Allora, Ace capì che era infine giunta la sua ora.
Il Jolly sogghignò, facendo scattare il meccanismo della ghigliottina.
Con un sibilo acuto la lama iniziò a precipitare fendendo l’aria e…
 
“Svegliati!”
Mi svegliai con un fremito e un mugugno di protesta.
“E’pronto in tavola…”
Aprii lentamente gli occhi: il viso di mia madre apparve davanti a me, ancora un po’ confuso tra le nebbie del sonno.
“Ho fatto un sogno strano.”
Mugugnai, con la voce ancora impastata dal sonno.
“Riguardava quell’anim- hem… cartone – mi sforzai di dire, non senza una buona dose di disgusto, certa altrimenti che mia madre non avrebbe capito- One Piece.”
Lei mi lanciò uno sguardo interrogativo, che stava chiaramente a significare “Non ho idea di cosa tu stia parlando”.
Sbuffai.
“Quello”
Dissi, indicandole uno dei tanti disegni appeso alle pareti della mia stanza, nel quale era ritratto un ragazzo con un sorriso sicuro, capelli neri e spettinati, petto nudo e cappello da cowboy abbandonato sulla schiena.
“Ah! Eis, giusto?”
“Sì!”
Esclamai incredula, felice che, finalmente, dopo tutto questo tempo avesse finalmente imparato almeno il nome del mio pirata preferito.
“Ho sognato che finiva nel Paese delle Meraviglie, e i personaggi del suo anim- cioè, cartone, si mescolavano con quelli della Disney… Un bel casino.”
Commentai, grattandomi la testa confusa.
“E visto che hai fatto la tesina sui sogni, cosa starebbe a significare?”
“Cosa ne so? Non sono mica Freud.”
Sbuffai.
Lei rise:
“Vieni di là, è pronta la cena”
Si alzò dal letto, dirigendosi in cucina.
Mi alzai a mia volta, ancora un po’ stordita dal sonno.
Certo, il mio era stato proprio un sogno… interessante.
Ma c’era una cosa che mi lasciava perplessa.
O meglio, più di una in realtà, ma alle stramberie oniriche c’ero più o meno abituata, e l’abbuffata di torta che avevo fatto a merenda doveva senz’altro aver fatto la sua parte.
Soltanto un particolare proprio non tornava: se era stato tutto soltanto un mio sogno, come mai alla fine Ace non aveva scelto di andarsene in giro nudo per dimostrare a tutti di essere uomo?
Mondo crudele, mai un sogno che vada come dico io!
 
Riuscirà il nostro eroe a tornare dal Babb- Ehhhhhh?!?!? La storia è finita?!?!?!?
Perché non sono stata informata prima?!

Quindi, mi state dicendo che Ace non torna da Barbabianca? Che ho fatto per la bellezza di dieci capitoli questa cavolo di domanda senza nessun motivo?
Mondo crudele ç_ç
Ad ogni modo, anche se il mondo è crudele, io sono un narratore professionista e professionale.
Perciò, anche se il mondo non meriterebbe di saperlo, vi svelerò i vincitori dei Festival comparsi nella storia, visto che tanto lo so che ci avete aperto sopra un giro di scommesse clandestine e non vedete l’ora di scoprire chi ha vinto.
Il primo classificato al Festival dei Cappelli è… Il Cappellaio Matto!
…Cosa? L’avevo già detto? Ma porco cane, oggi non ne azzecco una.
Riproviamo.
Il primo classificato al Festival dei Fumatori è… Il Coccodrillo!
Che? Solo due Festival? Giuro, ero convinta di averne indetti di più.
Ad ogni modo, i vincitori delle scommesse possono andare a ritirare il loro premio alla cassa.
Vediamo, c’è altro che ho lasciato in sospeso?
Non credo, ma ci sono un ultimo paio di cose su cui mi sembra sia carino da parte mia informarvi.
Ah, prima che mi dimentichi: il Jolly vi informa che è lusingato dai complimenti che ha ricevuto nelle recensioni (ho dovuto! Non potevo dirgli che non avevate occhi che per Ace! Gli ho mentito, è vero, ma sono stata costretta! ç_ç), e vi informa che ha appena accettato la parte di Joker in “Batman, the Dark Knight”, e si aspetta che tutte facciate il tifo per lui.
Ah, stavo per dimenticare anche questo: mi informano dalla regia che Gargamella sia un uomo, anche se per la sottoscritta continua ad essere una donna, molto brutta ma pur sempre donna (capitolo tre, ricordate?).
Okay, ora passiamo alle cose davvero importanti che dovete sapere.
In un universo parallelo, non molto lontano da qui, Ace ha incontrato Goku, e dopo un lungo allenamento è riuscito a diventare un Super Sayan: ora vive felicemente alla Kame House con il Genio e tutti gli altri.
In un altro universo parallelo, molto molto lontano da qui, Ace e Ivankov sono felicemente sposati; hanno anche avuto un figlio, un pargoletto bellissimo, ma non chiedetemi come.
Bene e ora… Siete pronte per il gran finale?
Tenetevi forte: in un altro (già, un altro ancora) universo parallelo, dislocato nessuno sa dove, Portgas D. Ace ha finalmente deciso di andarsene in giro nudo.
E… beh… Sì… Ecco… Io… Non so bene come dirlo…
E va bene allora, senza giri di parole: la sottoscritta si licenzia!
E non è finita qui: mi licenzio, perché devo andare alla ricerca di quel dannato universo parallelo!
Vorrete scusarmi se rassegno le dimissioni come narratrice in questo modo ma… beh, sono sicura che voi mi capite: stiamo parlando di Ace! Nudo! NUDO! NUDOOOOO!
Avete afferrato il concetto o lo devo scrivere un'altra volta?
Ormai vi conosco, siete tutte ragazze sveglie, avrete sicuramente compreso la situazione.
Quindi… beh, questo è tutto.
Forse, un giorno ci rivedremo (o forse no, dipende dall’esito del mio viaggio: giuro, se trovo quell’universo non torno mai più a casa!).
Basta chiacchiere, da qualche parte c’è un Ace nudo che aspetta solo di essere stuprato amato.
Ciao a tutte! <3  
 
Spazio autrice:
Ahhhhh, che bella cosa la follia <3
Come vi avevo già annunciato, questo è il capitolo conclusivo della storia (bel numero il dieci, neh?), spero solo non abbia deluso le vostre aspettative :)
In realtà, sebbene sia l’ultimo spazio autrice della storia, non ho poi molto da dire, ho praticamente già detto tutto…
Avevo detto che forse avrei fatto una seconda storia sempre su questo genere e… beh, perché no?
Ma non vi nascondo che non ho ancora in mente nulla di preciso, solo molte idee confuse…
Credo ad ogni caso che aspetterò almeno un mesetto prima di iniziare, anche perché devo ammettere che scrivere When the moon rises si sta rivelando più impegnativo del previsto >_<
Comunque, è stato un piacere scrivere questa storia e ridere con le vostre recensioni (sigh, ne sento già la mancanza!  ç_ç) <3
Se volete, quando inizierò una nuova storia, vi manderò una mail di avvertimento ^^
A presto, spero, ciao a tutte! :*

  
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