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Autore: Esperanza97    06/09/2012    16 recensioni
Elena e Caroline, sono due ragazze normali, di giorno... Ma di notte, tutto cambia. Vengono costrette a fare cose che non vogliono e non possono ribellarsi, né fare nulla... Solo obbedire...
Ma può una notte cambiare il corso degli avvenimenti? Può cominciare una nuova vita, grazie a un semplice ragazzo? Ma sarà davvero così "semplice"?
N.B.Tutti Umani
Dal primo capitolo:
-Ve ne do tremila se la tua amichetta castana passa la notte con me e se tu la passi con il mio amico-
Caroline mi guardò sorridendo e strinse la mano al conducente dell'auto.

(Storia revisionata)
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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-Today My Life Begins-
-A starry night. Capitolo n.1-
Pov.Elena

Quella notte, il cielo era ricoperto da centinaia di stelle.
Dopo quindici giorni di pioggia, io e Caroline tornavamo a lavorare.
Era un lavoro che ci faceva guadagnare parecchio, ma era orribile,disgustoso, metteva a dura prova la nostra femminilità: io e la mia amica eravamo costrette a prostituirci.

Qualche anno prima, la mia vita era completamente diversa. I miei genitori, Miranda e Grayson, mi davano tutto ciò di cui avevo bisogno, soprattutto l’amore. Dopo la loro morte, ero caduta in una fase di depressione. Avevo cominciato a usufruire di sostanze stupefacenti. Mi drogavo e non c’era un ora in cui io non fossi fatta. Un giorno, Tyler, il mafioso più potente della mia piccola cittadina, mi aveva trovata, aveva abusato di me e mi aveva costretta a lavorare per lui. Lì conobbi Caroline, la sua ex-ragazza che per averlo lasciato, aveva fatto la mia stessa fine. Era un uomo duro, spietato, non aveva paura di nulla… e dopo le interminabili ore che passavamo da un ragazzo all’altro, lui ci aspettava nel nostro piccolo monolocale, pronto per concludere la serata nel migliore dei modi: violentandoci.
Non potevamo ribellarci, altrimenti ci avrebbe ucciso.

Era una vita orribile: il mattino c’era la solita scuola, in cui dovevamo fingere che tutto andasse bene. Il pomeriggio, riuscivamo a studiare solamente per pochi minuti, giusto il tempo necessario per non essere bocciate in tutte le materie e infine arrivava la sera, la parte della giornata che più odiavo, indossavamo abitini troppo corti e stretti. Andavamo per strada e aspettavamo che uno stupidissimo gigolò o un ragazzo troppo depresso o con rimpianti della sua vita, arrivasse e passavamo ore con lui.

Quella notte, avevo la strana sensazione che qualcosa sarebbe cambiato.

-Cazzo, Elena. Questa sera non si ferma neanche un misero ragazzo e sto morendo di freddo.-

Mi voltai verso la mia amica bionda che quella sera indossava una mini gonna plissettata di colore nero. Sopra portava un top abbastanza corto e stretto di colore fucsia. Per completare il tutto, c’erano i suoi tacchi chilometrici di colore nero. I lunghi capelli biondi le ricadevano sulle spalle in modo ordinato. Eravamo totalmente diverse. Io avevo i capelli castani e quella sera erano legati in una coda. Indossavo un pantaloncino nero lucido, un corpetto con lo scollo a cuore di colore rosso e per finire portavo un paio di stivaletti neri con il tacco.

-Calma Caroline, vedrai che arriverà qualcuno.- Finii la sigaretta e la buttai per terra spegnendola con la punta dello stivale.
Mi voltai verso la mia amica e vidi che sbuffava. Sorrisi e le andai vicino.
-Come mai tutta quest’agitazione?- le domandai.
-Boh.. forse sono preoccupata..-
La guardai incredula.
-Non ci posso credere! Caroline, la ragazza che chiede 500 euro per un paio di ore, la ragazza che ha affrontato i più bruti di questa fottutissima cittadina, è preoccupata? Questa me la devo proprio segnare.-
Iniziai a ridere, lei con me.
Il suo sguardo si posò sulle stelle.
-Non sono preoccupata per quello, ma perché ho uno strano presentimento. Qualcosa mi dice che questa è la notte.-
Inarcai un sopracciglio.
-La notte per cosa?-
-Non lo so...- rispose con lo sguardo ancora perso nel cielo stellato.

Il rombo di una macchina ci fece voltare.
Una Ferrari nera si stava affiancando al marciapiede, proprio dove c’eravamo io e la mia amica.
I finestrini erano oscurati, infatti non si riusciva a vedere nulla.
Un vetro si abbassò e una figura si sporse oltre il finestrino.
-Ehilà ragazze, io e il mio amico, cerchiamo qualcuno per divertirci un po’. Quanto volete per stare con noi, tutta la notte?
Io e la mia amica ci scambiammo un occhiata. Il ragazzo era indubbiamente bello, i capelli corvini gli incorniciavano il viso, le labbra erano incurvate in un ghigno, ma quello che mi sorprese di più furono i suoi occhi: un colore simile al ghiaccio, capace di fermare per pochi secondi il mio cuore.
Caroline si avvicinò all’auto.
-Beh, dipende.. tutta la notte, credo che arriveremo a mille euro.-
Il moro la guardò.
-Ve ne do tremila se la tua amichetta castana passa con me la notte e se tu la passi con il mio amico-
Caroline mi guardò sorridendo e strinse la mano al conducente dell’auto.
-Forza salite in macchina, verrete a casa nostra-
La mia testa mi diceva che c’era qualcosa che non andava. Tremila euro, per una notte? Che voleva in realtà? Aveva un doppio fine?
-Ehi, Ele, vieni in macchina… è una figata questa Ferrari.- disse Caroline, ammirando i sediolini in pelle.
Il moro si voltò verso di me e mi incitò ad entrare.
Deglutendo entrai in quella lussureggiante automobile.

Partì velocemente e dopo qualche chilometro si girò verso di noi, tendendoci una mano.
-Piacere io sono Damon.-
Una testa bionda si voltò.
-Io sono Klaus, molto piacere.-
Caroline strinse la mano del biondo con cui avrebbe passato la notte.
-Io sono Caroline.-
Io strinsi la mano del moro.
-Io sono Elena.-
Mi sorrise e tornò a concentrarsi sulla strada.
-Elena, che bel nome.-
Istintivamente arrossii. Che mi stava succedendo? Quell’uomo mi incuteva paura, ma anche uno strano senso di sicurezza.

Dopo qualche chilometro arrivammo dinnanzi una villa gigantesca. Ecco spiegati i tremila euro fuori dalla tasca.
I due ci scortarono all’interno e ci fecero accomodare sul divano.
Ci offrirono del bourbon e la mia amica, venne accompagnata da Klaus nella sua stanza. Io e Damon restammo ancora un po’ nel salone.
All’improvviso mi strinse la mano.
-Andiamo?-
Io annuii.

Mi portò al piano superiore e aprì una porta. La camera era favolosa: un grande letto matrimoniale si trovava sotto una grande finestra, le rifiniture erano di colore rosso scuro. Ai lati, vi erano due comodini con due lampade poggiate sopra. C’era un grande armadio con le porte scorrevoli, una scrivania con un computer e tantissimi altri oggetti. C’era un'altra porta e intuii che portasse ad un bagno privato.

Un tocco alla schiena mi fece risvegliare.
-Ti piace? Modestamente l’ho arredata io.- ghignò.

Puntai dritta verso la grande finestra che affacciava nel giardino sottostante, completo di piscina, jacuzzi, solarium e un angolo barbecue. Ammirai quelle cose con un espressione incredula. Da quanto tempo non organizzavo una grigliata con i miei amici? Forse una vita. Varie immagini di me e la mia famiglia raccolti vicino ad un fuoco, arrostendo la carne, si presentarono nella mia testa.

Sentii un paio di mani che cingevano i miei fianchi e mi fecero voltare.
Incontrai un paio di occhi azzurri che mi guardavano ammirati. Fulmineo, si buttò sulle mie labbra. Iniziò ad accarezzarmi la schiena fino a scendere sul sedere. Io immersi le mani nei suoi capelli corvini, tirandogli qualche ciocca. Mi fece alzare le gambe e le strinse alla sua vita.
Tenendomi in braccio mi portò sul letto, posizionandosi sopra di me. In modo veloce, sciolse tutti i lacci del mio corpetto, fino a farlo volare dall’altra parte della stanza. Continuando a baciarlo, gli tolsi la camicia.

Le sue mani iniziarono a vagare per il mio corpo, accarezzandomi, provocandomi insoliti brividi. Prese a baciarmi il collo, scendendo poi, sul mio seno, dove si soffermò per alcuni minuti. Impaziente gli sbottonai i jeans e gli accarezzai le gambe fino a toglierglieli. Lui vedendo la mia impazienza, scese con le mani fino ai miei pantaloncini, privandomene nel giro di un secondo. Con le sue mani esperte, accarezzò la mia schiena, fino a trovare il gancetto del mio reggiseno che sganciò rapidamente gettandolo in un angolo, insieme agli altri vestiti. Accarezzai il suo addome, scendendo fino al basso ventre, dove lo privai dei suoi boxer. Baciandomi lentamente la pancia, scese fino all’elastico dei miei slip che strappò in un attimo. Alzò la testa verso di me e incollò le sue labbra alle mie, contemporaneamente entrò in me.

Ormai non sentivo più dolore da un bel po’ di tempo, ma avvertii comunque una strana sensazione penetrare in ogni mia cellula. Mentre spingeva; mi accarezzava la guancia, i capelli e mi stringeva a se. Era rassicurante, non sembrava sesso. Sembrava qualcosa di più profondo e quel qualcosa mi spaventò. Improvvisamente mi irrigidii, lui se ne accorse perché fermò le sue spinte e mi guardò.

-C’è qualche problema?- domandò con la voce roca dal desiderio e affannata per il nostro “esercizio”
Mi limitai a scuotere la testa e lo incitai a continuare.
Non se lo fece ripetere due volte e continuò i movimenti interrotti poco prima.

Normalmente i ragazzi con qui lo facevo provavano piacere, mentre io no. Arrivavo ad odiare anche il solo fatto che mi toccavano. Damon, continuò a spingere e riuscii a provare anche io quella cosa che i ragazzi definivano “piacere”. In quell’istante, mi sentii completa, soddisfatta, ero serena. Era stata un’esperienza completamente diversa, probabilmente perché lui aveva saputo prendermi nei modi giusti. Era stato dolce ma allo stesso tempo passionale; non rude come tutti gli altri. Esausti, ma completamente appagati, ci addormentammo sul suo grande letto.

***

Mi risvegliai la mattina dopo ancora abbracciata al petto di Damon. Lui mi stava stringendo a sé. A coprirci solo un misero lenzuolo bianco.
-Mi dispiace dover interrompere il tuo sonno, ma pensavo che avresti gradito la colazione.-
Io inarcai un sopracciglio. Dov’era la colazione? E poi, non era mica inclusa nel pacchetto…
Lui compose un numero dal suo cellulare, disse “vieni” e una ragazza, probabilmente una domestica, entrò in camera con un vassoio ricco di cornetti, torte, varie brioche e cappuccino.
Me lo porse davanti e si dileguò con un piccolo inchino.
Ma quanti soldi aveva questo qui per avere addirittura una domestica?
Lui si scostò da me e si sedette sul letto.
Non sapevo da quanto tempo era che non facevo una colazione così. Cosa mangiavo prima? La torta? Il cornetto? Oppure la brioche?
Vedendo la mia insicurezza, lui rise. Oh mio Dio, che risata che aveva.

Si alzò dal letto e si diresse verso il bagno.
Mentre era sotto la doccia, io finii di mangiare la mia colazione.
Rientrò nella camera pulito e vestito. Mi sentivo a disagio nel rimanere ancora nuda.
Posai il vassoio sul comodino, presi i miei vestiti da terra e andai in bagno.
Una volta entrata, mi lasciai andare sotto il getto d’acqua calda. Mi avvolsi in un asciugamano e osservai che fine avevano fatto i miei abiti. Gli slip erano completamente stracciati, per fortuna ne avevo un paio di riserva nella borsa. Mi rivestii e cercai di aggiustarmi i capelli sconvolti.

Uscii dal bagno e mi avvicinai allo specchio. Anche se non lo vedevo, capii che mi stava osservando. Nessuno dei due fiatò ma poi lui si decise a parlare.
-Dove volete che vi accompagni?-
Mi girai verso di lui inarcando un sopracciglio.
-A te e alla tua amica, intendo.- sottolineò.
-Puoi lasciarci anche dove ci hai preso. Torneremo a casa a piedi.- risposi in tono distaccato. Dovevo comportarmi nel modo più indifferente possibile, altrimenti avrebbe sospettato qualcosa.
Lui si avvicinò. Ogni suo passo era deciso, felpato e incredibilmente sexy.
-Posso anche accompagnarvi a casa. Dimmi dove abiti.-
No! Volevo che lui credesse che fossimo delle ragazze abbastanza ricche, che facevano questo lavoro, solo per divertimento o per accumulare più denaro. Volevo che credesse che facevamo ciò, perché lo volevamo, non perché qualcuno c’è l’ho imponeva.
-Ho detto di no…!- alzai di qualche tono la voce.
Lui se ne accorse e mi guardò incredulo. Dopodiché ghignò e avvicinò il suo viso al mio. I nostri respiri si fusero in uno solo. Il tempo era scaduto. Il nostro prezzo, non comprendeva inutili baci mattutini. Però ero attratta dalle sue labbra, dai suoi occhi e da quello che potei notare, si trovava anche lui nella mia stessa situazione. Non resistetti, presi il suo viso tra le mie mani e lo baciai, unendo nuovamente le nostre lingue. Lui si lasciò trasportare dal bacio e poggiò le sue mani sui miei fianchi.

All’improvviso ci ritrovammo entrambi sul suo letto, ancora sfatto. Intrecciai le mie gambe alle sue e gemetti, quando cominciò a baciarmi il collo. Una sua mano scese fino al mio basso ventre e tentò di rimuovere i miei pantaloncini.
Immediatamente mi bloccai. Poggiai le mani sulle sue spalle e lo allontanai da me.
Doveva essere solo sesso, non doveva trasformarsi in nient’altro. Doveva essere una cosa di una sola notte.
Lui mi guardò dubbioso.
Io scossi la testa e lo guardai, avviandomi verso la porta.
-Torno a casa da sola. Grazie comunque. Lascia i soldi alla mia amica, lei li darà a me.-
Aprii la porta e uscii velocemente, lasciandolo solo nella sua camera.

Pov.Caroline

Le mani esperte di Klaus scendevano lungo i miei fianchi privandomi della mia misera gonna. Io, persa, nei suoi splendidi occhi, non potei fare altro se non baciarlo. Immersi le dita nei suoi capelli beandomi di quella sensazione mai provata prima.
Sentivo il suo desiderio e riuscivo a percepire anche il mio.
Quel ragazzo mi attraeva in tutti i sensi.
Si spostò dietro di me e mi sganciò il reggiseno. Mi voltai verso di lui e gli accarezzai le guance. Lui prese i miei polsi e mi buttò sul letto. Gli tolsi i jeans che ormai stavano diventando un ostacolo. Rapidamente lo privai anche dei boxer e lui mi tolse gli slip.
Uno sguardo, dato per fini misteriosi. Perché mi guardava? Cercava un cenno di consenso? Non aveva capito cosa ero?
I nostri occhi si scontrarono e lo guardai dubbioso.
Lui entrò in me, tappandomi la bocca a causa di un gemito, più forte degli altri.
Mi sorrise. Un sorriso che mi rassicurò, che mi fece emozionare. Mai nessuno mi aveva sorriso mentre lo facevamo. Lo attirai a me e baciai le sue labbra.
La sua mano accarezzava lentamente il mio viso e il mio addome.
Ogni suo tocco, era un momento di pura magia, di felicità, di un inspiegabile bene. Non era sesso. No, ne ero certa.

***

Il mattino dopo, mi risvegliai sentendo una leggera carezza sui miei capelli.
Poggiai la mia testa sul suo petto e sentii il battito ancora accelerato del suo cuore. Sorrisi.
-Siamo di buon umore stamattina.- La voce. La sua voce, quella che la sera prima, mi sembrava così strana e ironica. Questa mattina, era dolce. Aveva un accento all’inglese, che ti faceva sciogliere. Mi strinsi ancora di più a lui. –Non accenni a rispondere. Qualcosa non va?-
Immediatamente mi rattristai, al pensiero che mai più avrei potuto udire le sue parole,i suoi respiri e che mai più avrei potuto stringerlo a me.
-Che succede dolcezza? Triste perché la notte è già finita?-

Dolcezza. Stavo morendo dall’invidia. La sua futura moglie, sarebbe stata fortunatissima. Solo allora mi accorsi delle parole che aveva pronunciato. “la notte è già finita?” Si!
Adesso mi toccava ritornare alla cruda realtà. Mi toccava aspettare una nuova sera e trovare un altro ragazzo che mi facesse provare le stesse cose che avevo provato con Klaus. Cosa impossibile. Niente e nessuno poteva essere paragonato a lui.

-Il sogno finisce e si ritorna alla realtà-*
Lui aprì la bocca per dire qualcosa. Dopo neanche due secondi la richiuse. Forse non sapeva cosa dire e aveva ragione. Per me era stato qualcosa in più… per lui, solo sesso.

Avvolgendomi nel lenzuolo, andai in bagno, mi vestii rapidamente e uscii.
Lui aveva indossato un paio di boxer e stava seduto sul letto a fissare delle banconote. Mi notò solamente quando presi la borsetta da terra.
-Caroline… questi sono i soldi. Sono seimila euro. Tremila per te e tremila per la tua amica. Poco fa è venuto Damon a dirmi che è andata via e che i soldi glieli davi tu.-
Elena era già andata via? Sicuramente era successo qualcosa.
Mi porse i soldi e per un breve secondo le nostre mani si toccarono di nuovo, provocandomi un ennesimo brivido.
-Caroline…- mi guardò con uno sguardo rassegnato.
-Addio Klaus…- lo congedai brevemente e uscii dalla porta e da quella casa.
Ora, dovevo solamente trovare la mia amica.
 


*La frase è presa dalla 1x02. 

Angolino Autrice: 
Ehilà.. 
Okay, tiratemi tutti gli ortaggi possibili.. Lo so.. lo so.. è la terza long che scrivo e devo ancora terminarne due ^^" Perdonatemi.. ma quest'idea, c'è l'avevo in mente da un po'.. Volevo una storia diversa.. senza vampri,licantropi e streghe.. Insomma senza problemi soprannaturali.. Spero comunque che vi piaccia.. ^-^ Attendo qualche recensione.. anche per dirmi se fa schifo (: Provvederò a migliorare il tutto.. Spero che le scene di sesso non siano troppo spinte.. ho cercato di rendere le descrizioni più "caste" possibili.. (: 
Altre mie storie: 
-All I Need- 
-I need to be saved-
-Without you-
-E poi, sei arrivata tu- 
Al prossimo capitolo <3 
Un bacione :33 
 



 
  
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