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Autore: redspecial    07/09/2012    3 recensioni
Severus l’aveva pensato più di una volta: che cavolo gli era saltato in mente quel giorno piovoso d’autunno? Eh si, perché quel giorno piovoso d’autunno, lui se ne stava comodamente seduto sulla sua poltrona a leggere un tomo intriso di magia nella sua casa babbana di Spinner’s End, e pensava che nulla al mondo potesse disturbarlo dopo la fine della guerra magica. A parte gli assalti dei soliti giornalisti a caccia di scoop, lui non aveva ricevuto nessuna visita. Il campanello babbano posto fuori dalla porta d’ingresso, che emetteva un rumore sinistro piuttosto che un trillo nitido, era rimasto in quelle condizioni da quando suo padre, inavvertitamente, lo aveva rotto sbattendoci contro il muso da ubriaco. Fu proprio quel giorno piovoso che, con sua immensa sorpresa, quel campanello riacquistò vita.
Severus è alle prese con uno scocciatore che disturba la sua quiete pomeridiana. Che cosa farà il nostro professore? Chi sarà mai questo individuo? Una storia su qualcosa che non può essere controllato che porterà Severus a fare un viaggio all'interno di sè stesso e di un passato vicno che ancora lo tormenta, oltre a dare una mano a due innamorati pasticcioni...
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 2


Severus scrutò serio chi si era appena introdotto in casa sua, cercando di sfondargli la porta oltretutto. Vedeva tutti i tratti del suo viso oramai più mascolino e sempre più somigliante a quello di suo padre, soffermandosi poi sugli occhi e, istintivamente, chiuse i suoi tanto simili a carboni ardenti. Dopo ciò che Potter aveva visto nei suoi ricordi, quegli occhi lo facevano rabbrividire, ma non di paura. Lily era morta a causa sua e, ora che suo figlio era a conoscenza di tutta la verità, lui avvertiva una strana sensazione nello specchiarvisi dentro; nemmeno lui sapeva spiegarselo, dato che ora Harry conosceva ogni ragione dietro ad ogni suo atteggiamento e comportamento.
“Professore” disse Harry tremante a causa di tutta l’acqua che aveva preso.
Severus rimase zitto a scrutarlo per l’ennesima volta; quando sarebbe finito il suo calvario che lo legava a quel cognome?
“Ho bisogno di un posto dove stare” affermò deciso il giovane mago.
Fu allora che Severus aprì la bocca, finalmente rianimato.
“Potter” iniziò centellinando ogni sillaba “ti rendi conto che stavi per scardinarmi la porta?”
“Lo so signore. Ho bisogno di un posto dove stare”
“Da quel che so hai più di una casa, che cosa ti fa pensare che qui saresti il benvenuto?” rispose il pozionista con tono glaciale, posando poi lo sguardo sul baule che il ragazzo si era trascinato dietro.
“Mi spiace contraddirla, ma io non ho più nessuna casa. Narcissa Malfoy ha fatto rivalere la sua parentela con Sirius, per cui Grimmaud Place è tornata nelle mani della famiglia Black. Dopo la guerra magica ho sentito che Malfoy non se la cava bene, anche economicamente parlando”
Severus continuò a studiare il ragazzo, effettivamente quelle che gli stava raccontando non erano frottole. Tutta la comunità sapeva delle difficoltà economiche in cui versava la potente famiglia Malfoy, quindi Narcissa doveva aver fatto leva su quella sgradita parentela per ottenere quattrini.
“Ho menzionato due case Potter, perché sei ancora qui?” Harry non rispose alla domanda rivoltagli dal suo interlocutore, ancora non se la sentiva di parlarne. Il suo cuore era in subbuglio, e il fatto di trovarsi davanti al suo arcigno ex professore di pozioni non lo aiutava a dare voce ai suoi pensieri più tormentati. Tuttavia sentiva che quel posto gli appartenesse in un certo senso; si era recato da lui in modo istintivo, senza pensare e ora stava facendo i conti con un uomo riluttante e stanco di vivere.
“Ti hanno mangiato la lingua?” disse risoluto il pozionista, continuando a mantenere il suo consueto tono mellifluo. Potter gli stava nascondendo qualche cosa, come al solito, ne era sicuro. Negli anni aveva imparato a riconoscere quando qualcuno gli celava preziose informazioni e Potter non faceva eccezione. “Torniamo quindi al quesito principale. Chi o che cosa ti fa pensare di essere il benvenuto?” aggiunse un attimo dopo.
“Stenterà a crederlo, ma lei è l’unica persona che mi è venuta in mente”
“Potter, parliamoci chiaro: ho assolto il mio compito e ora non ho più nessun obbligo nei tuoi confronti” sentenziò Severus sempre più glaciale.
“Non credo che il suo sia stato un obbligo. Lei ha sempre amato mia madre e ha continuato ad amarla anche dopo la sua morte; è per l’amore che lei provava per Lily che mi ha sempre protetto. Lei ha voluto proteggermi”
“Se hai finito, Potter, puoi anche tornartene da dove sei venuto. A proposito, quando chiuderai la porta, fallo senza sbattere” replicò in modo scocciato all’insinuazione che il giovane aveva appena messo in piedi. Se qualcuno da fuori li avesse ascoltati, avrebbe potuto pensare che alla fine si fosse affezionato a lui; niente di più ridicolo.
“No” affermò deciso Harry.
“Come hai detto?” domandò il mago vestito di nero aggrottando le sopracciglia.
“No” ripetè il ragazzo.
“Cosa non ti è chiaro della nostra conversazione?”
“Nulla signore. Le sto chiedendo di aiutarmi ancora una volta”
“Lo sai bene, Potter, che non amo ripetermi, soprattutto quando non è necessario. E ora sparisci” asserì con il tono più crudele che potesse assumere. Che cosa era diventato lui? Che Potter lo avesse scambiato per una specie di mecenate che accoglieva in casa propria giovani talenti? Nulla di più lontano dalla realtà, dato che Potter non aveva alcun particolare talento, se non quello di cacciarsi nei guai in modo quasi spontaneo.
“Lei mi ha fatto vedere i suoi ricordi, non può mettermi alla porta così” osò il giovane mago.
“Era l’ultima delle mie intenzioni, stanne certo. Era l’ultimo atto per permetterti di far cessare quell’insulsa guerra, il frammento mancante di tutte le informazioni che dovevi avere per portare a termine il tuo compito” commentò lui con tono aspro.
“Se lei pensa questo, allora perché ho visto tutta la sua vita? Perché l’ha permesso?” chiese Harry alzando un poco la voce.
“Potter, la tua intelligenza non è mai stata acuta, anche se non pensavo fino a questo punto” sbottò Severus continuando a fissarlo. Quel ragazzo era un dannato testardo.
“Allora me lo spieghi” disse Harry. “Da quando è stato dimesso è inavvicinabile, perfino le lettere della professoressa McGranitt non sono servite a scuoterla dal suo isolamento” aggiunse poi, sperando di aver fatto breccia in una delle sue tante barriere innalzate a scopo difensivo.
“Questo non è affar tuo” si limitò a rispondere Severus con calma apparente. Si domandava ancora il motivo per il quale non l’aveva già sbattuto fuori dalla sua abitazione con un colpo di bacchetta. Dentro di sé sentiva il sangue ribollirgli nelle vene per quanto quella presenza lo stesse infastidendo, tuttavia non mosse un muscolo, non tirò nemmeno fuori la sua bacchetta.
“Immaginavo che mi avrebbe risposto così, se lei crede di conoscere me, io conosco lei. È una lotta ad armi pari”
“Ti sbagli, e non sai quanto. Tu non mi conosci affatto, così come non sai nulla di ciò che è stata la mia vita. Aver visto una serie di ricordi non ti portano all’intera soluzione dell’enigma, così come l’aver scoperto qualcosa che io volevo tenere nascosta gelosamente” sentenziò Severus con gli occhi neri accesi di una strana luce.
“Allora non è arrivato il momento di mettere da parte tutte le incomprensioni e vivere?” replicò calmo Harry. Sapeva che in fondo al cuore, quell’uomo schivo e scorbutico, aveva dell’amore da dare. Il suo cuore si era talmente inaridito da non lasciar spazio a nient’altro se non all’odio profondo verso sé stesso, ma era stato in grado di mantenere una promessa alla donna che aveva amato sin dal primo istante. Un briciolo d’amore doveva pur esserci ancora da qualche parte.
Severus gli fece un cenno con il capo, a significare che quella notte l’avrebbe passata lì.
“Potter, sia ben chiaro, domani mattina voglio vederti sparire e non tornare” affermò duro. Harry annuì, spostandosi dall’ingresso in cui aveva creato una bella pozzanghera sotto ai suoi piedi, tirandosi dietro il suo baule. Richiuse la porta alle sue spalle che, durante la loro conversazione, era sempre rimasta aperta. Fuori dall’abitazione il temporale impazzava e non dava segni di cedimento. Il tempo atmosferico poteva benissimo essere una metafora di come si sentivano entrambi, anche se le ragioni era nettamente differenti.
Il ragazzo si addentrò nel salotto e con un veloce incantesimo asciugò l’acqua che ancora gocciolava dal suo corpo e dal baule, e Severus tornò in cucina per sorseggiare la sua tazza di tè oramai fredda. Lo aveva osservato compiere quel semplice gesto stentando a credere che il suo allievo più cocciuto ed invadente avesse praticato un incantesimo non verbale; quando era stato il suo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure lo aveva rimproverato almeno un milione di volte per continuare a sbraitare formule ai quattro venti. Che davvero avesse imparato qualcosa?









Angolo autore:

Buon pomeriggio a tutti! come ve la passate? :-)
Sono tornata con questo nuovo capitolo e spero che vi piaccia! Harry alla fine ha ottenuto ciò per cui si era ritrovato in casa di Severus che, snervato, gli ha concesso di rimanere per la notte. Come mai Harry è solo e angosciato? Sparate pure le vostre ipotesi! ;-)
Un grazie particolare va alla mia cara fedelissima AMAZINGFREEDOM che continua a seguirmi! Grazie di cuore! Un grazie doveroso va anche a tutti i lettori silenziosi che hanno letto il capitolo e anche a tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate! Grazie a tutti! Alla prossima, un bacio

Redspecial

  
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