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Autore: Matrona    24/03/2007    14 recensioni
Il nostro trio oramai è adulto e vaccinato...ognuno ha preso strade diverse. Chi si sposa, chi trova nuovi amici e chi salta da un letto all'altro...ma Ron e Hermione sono sempre gli stessi. La guerra e le dinamiche della vita, non li hanno cambiati. Sempre tontoloni, orgogliosi e innamorati l'uno dell'altra...riusciranno per una volta a fare la cosa giusta? Do the right thing! Spero ardentemente che vi piaccia! Grazie anticipatamente. Besos Kachan ^_^
Genere: Romantico, Commedia, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 13 Stare bene a metà

Dedicato a Danidù la mia nipotozza giornalista preferita…*_* e a Robby colei che mi infonde energia e buon umore per andare avanti a scrivere *_*Grazie.

 

Se tu fossi quì
non mi nasconderei davanti
agli occhi tuoi
ti direi quello che non
ti ho detto mai
sceglieri i momenti giusti da ricordare
se tu fossi quì.
A volte basta una parola
per stare bene a metà
fra l'emozione e la paura
d'amarsi in questa eternità.       Pino Daniele (Stare bene a metà-Dimmi cosa succede sulla terra)

 

 

San. Mungo – Reparto “ lesioni da incantesimo”:

Non poteva descrivere alla perfezione come si sentiva dopo averla guardata negli occhi. Gioia? Incertezza… stupore… o inadeguatezza? Forse l’ultima ipotesi premeva più forte nel suo petto e nella sua mente. Un diffuso rossore s’impossessò di lui. L’etera figura di Hermione non voleva smettere di abbagliarlo. Odiava mostrarsi così debole ai suoi occhi, quando aveva fatto tanto per trasformare l’immagine del dinoccoluto e povero amico di Potter, nell’ atletico e coraggioso capitano di Auror. Peccato che Hermione ne suo cuore lo ricordasse piccolo  e impacciato come il primo giorno sull’Hogwarts exspress. Era così che lo amava, ma lui non poteva saperlo.

-          D… dove cosa? – Chiese scosso.

La mora ridacchiò raggiante. Ritrovarlo dopo tanto, era una gioia immensa.

-          Sono così felice di vederti. – Sincerità sputata con una dolcezza disarmante. Ron avvampò.

-          Sono anche io felicissimo di vederti. – Gli sorrise gioiosa. Dopo qualche istante sentì il suo petto accelerare il battito. Hermione lo stava abbracciando con calore. Profumo di fiori… lo adorava. Si accoccolò meglio tra le sue braccia, godendosi quell’insperato trattamento. Era incredibile come anche questa volta erano scampati alla morte.  La loro era stata sempre un esistenza precaria e sull’attenti… non per altro il male era arrivato sotto forma di un elegante impiegato del ministero. I ricordi degli ultimi mesi affollarono le loro teste, scatenando sentimenti contrastanti e duri. Solo loro e il reciproco farsi del male, arrivando poi alla svolta del rapimento. “Perché abbiamo perso tutto questo tempo?  Le lacrime salivano agli occhi di entrambi. Gioia e serenità per  la mora, sgomento e dolore per lui.

-          Come stai oggi Ron?  - Sussurrò nei suoi capelli. La sua voce dolce e ovattata, colpì duramente il suo orgoglio. Cosa fare? Dirgli la verità o far finta di nulla? Questo era il suo unico cruccio.

-          Mmh… così. Tu? – Una dignitosa quanto ridicola via di mezzo.

-          Meglio, grazie… i dottori dicono che ricorderò sempre più particolari… del periodo sotto Imperio, per ora ricordo solo quando tu mi hai salvato, e beh prima… insomma, quando lui mi ha… - Calde stille erano pronte a uscire dalle sue belle iridi nocciola.

A Ron il cuore si ridusse uno spillo. Avendo potuto, avrebbe sicuramente ucciso Jacob un altro milione di volte.

Con  estrema delicatezza le asciugò le lacrime con una mano. 

-          Shh… Mione è tutto passato. Sei di nuovo qui. – Sorrise piano tra le sue braccia.

-          Tutto grazie a te. – Fu un timido mormorio, ma lo udì chiaro. Infinita gioia nel suo cuore, lottava assieme a la consapevolezza che quell’unione, per come stavano le sue condizioni fisiche, sarebbe stata dolorosa se non addirittura impossibile. La voce della ragazza lo distolse da quei tristi pensieri.

 

-          Come mai ancora su questa sedia a rotelle? Ginny mi aveva detto che ti eri ripreso dagli incantesimi. – Si staccò piano osservandolo, attentamente il suo sguardo basso.

Cosa le stava nascondendo? Non era il solito Ron.

D’altro canto lui era in attonito silenzio. Possibile che sua sorella le avesse volontariamente nascosto la realtà delle cose? Nessuno voleva rivelarle la scottante verità? Rabbia e frustrazione gli salirono alla testa. 

-          Su alzati c’è un bel sole fuori…

-          Non mi và. – Rispose freddo.

-          C… come? – Perché la sua voce trasmetteva astio?

-          Ron, non mi dire che preferisci star chiuso  qui dentro… so quanto odi gli ospedali.

-          Ti ho detto che non mi va, miseriaccia! – Strillò stizzito. La ragazza lo guardava allibita e un pochino spaventata.

-          R…Ron…? – Resosi conto dello scatto di ira e della sua indelicatezza, si portò le mani alla testa, affondandoci il viso. Ancora una volta aveva ferito Hermione, per dar sfogo alla sua impulsività e finalmente le lacrime sgorgarono senza impedimento.

Lei se ne accorse. Ancora una volta il suo nome riecheggiò per le pareti della stanza, in un mormorio accennato ma udibile come un grido disperato.

-          Hermione… - Alzò finalmente il capo mostrando tutta la sua disperazione. Lei lo fissava sconvolta. Non lo aveva mai visto così.

-          Io… non… non posso venire fuori con tenon posso alzarmi da questa maledetta sedia… p… perchè, le mie gambe, queste maledettissime gambe non ne vogliono saper di tornare a muoversi. – Singhiozzò distrutto. Orrore dipinto nel giovane viso femminile. Consapevolezza di essere la causa del suo dolore, delle sue lacrime…  Ricordava perfettamente di aver fatto a Ron uno strano incantesimo, ma non ricordava quale, non lo aveva mai sentito ne tanto meno provato prima d’allora.

- Sono stata io… ti ho fatto del male. – Sì portò piano una mano alla bocca, quasi a sperare che quella brutta verità potesse rimaner incastrata tra le sue dita.  Istantaneamente il rosso si rese conto, di aver fatto una cazzata. Non doveva fargli capire che provava angoscia, ne doveva lasciarle intendere di essere colpevole di tale situazione.

-          Herm… - Non ebbe il tempo di finire, che lei scappò disperata dalla stanza.

“ Dannazione!”

 

 

 Londra babbana:

 

Uno sguardo incerto aleggiava sul volto della piccola di casa Weasley. Non più tanto piccola, visto che era in piedi su uno sgabello, avvolta in uno splendido abito bianco. Fissava la sua immagine nel grandissimo specchio dell’atelier, triste e incerta. Lei era lì a provare il suo abito da sposa, mentre Ron e Hermione erano ancora in ospedale, ignari della loro situazione.

Molly le stava accanto con lo stesso sguardo vacuo. Un momento così importante per la sua unica figlia, ma non riusciva a gioirne. Troppo preoccupata per il suo Ronnie e per Hermione. Che vita dura aspettava quei giovani ragazzi. Arthur aveva insistito tanto, perché loro si prendessero una giornata di svago, impegnandosi in qualcosa di prolifico come i preparativi delle nozze. I gemelli erano passati più volte in ospedale e si erano addirittura offerti di curarsi della Tana fino a che i due fossero tornati a casa.

Bill e Fleur erano tornati dall’ Egitto di corsa, stabilendosi momentaneamente dai futuri Potter. Tante cose sa fare, tanto da sistemare… in poche ore si era capovolta una famiglia, che di momenti difficili ne aveva passati tanti, ma questo era troppo duro da digerire.       

-          Sei assolutamente divina! – Esclamò la stilista babbana, che con le sue colorate spilline infilzava qua e là, la seta preziosa del suo abito. Ginny tornò alla realtà fissandola con espressione disinteressata.

Hermione gliela aveva consigliata. Avrebbe certamente suscitato un invidia sfrenata tra le sue colleghe. Era così di moda avere un abito da sposa fatto da stiliste babbane.

La rossa non potè trattenere un sorriso, al ricordo di Hermione raggiante per la notizia del suo matrimonio. Erano secoli che dava in testa ad Harry per convincerlo a fare alla rossa, una proposta come si deve.

-          La ringrazio… ha finito per ora?

-          Sì, mia cara. – Squittì allegra per poi rivolgersi a Molly. Un sottofondo di chiacchiere e convenevoli e in meno di mezz’ora erano fuori di lì dirette al S. Mungo. La signora Weasley deviò prima alla tana per curarsi dei ragazzi e del marito, lasciando andare la figlia a portare ai ragazzi il necessario e a tirarli su di morale.  Lei era l’unica in grado di riuscirci.

 

 Ministero:

 

Harry sperava ardentemente che almeno Ginny trovasse un po’ di pace, svagandosi con cose da donne. Faceva la persona forte, ma si vedeva lontano un chilometro che stava malissimo per il fratello e per la sua migliore amica. Sorrideva e si mostrava entusiasta ventiquattro ore su ventiquattro, con tutti. Però lui leggeva chiaramente la verità nei suoi occhi e più di una volta l’aveva sentita piangere e sfogliare quei maledettissimi libri di medimagia, per cercare più soluzioni possibili.

Uno sbuffo, un altro… non riusciva a trovare pace. Si passò ancora una volta le mani nei capelli, pulì gli occhiali e tamburellò le dita sul tavolo per la milionesima volta.

Il giovane Potter purtroppo era costretto da ore, in un ufficio stretto e umido a compilare scartoffie e verbali dell’attacco a Diagon Alley, voleva stare vicino alla sua futura moglie e ai suoi migliori amici, tuttavia la burocrazia in questi casi non era una cosa da prendere sottogamba.

Tempestivi erano stati i soccorsi del ministero, non appena ci fu il via libera. In una settimana avevano sgomberato le macerie e cominciato a ricostruire gli edifici più importanti. Finalmente si tornava alla normalità. I feriti erano tanti e i morti ancora di più. Ma l’unica cosa che contava in questo momento era andare avanti e rifarsi una vita al più presto.

Come uomo informato dei fatti era suo dovere raccontare, documentare e archiviare ogni virgola, attimo e respiro accaduto quella stramaledetta notte. Hermione avrebbe adorato quel lavoro. Sorrise triste… una come lei non meritava tutto quel male gratuito, indipendentemente dal fatto che fosse o meno la sua migliore amica. Strinse ancora più forte i pugni. Nella sua mente immagini dei funerali di Kramer, Jimmy e di tutte le altre leve. Strazianti , duri ingiusti. Ricordava ancora la rabbia di Ron per non avervi potuto partecipare. Ron… lui lo preoccupava più di tutti gli altri messi insieme. Non l’aveva mai visto così fuori di se. Conosceva intimamente le sue paranoie e quanto avesse lottato per la sua posizione tra gli Auror. Lui che non aveva mai eccelso in nulla, ultimo maschio si sei fratelli…una vita da invisibile e proprio ora era sotto gli occhi di tutti per una cosa dolorosa e crudele come un’invalidità.

In effetti molti giorni erano passati ma la collera del suo migliore amico non si placava, anzi, la sua situazione sembrava solo farlo imbestialire di più ogni momento. Non sapeva più come aiutarlo, se non con la sua presenza.

Chissà come avrebbe reagito una volta rivista Hermione.

Con lui non c’erano stati particolari problemi. Si era lasciata abbracciare piano e baciare la fronte anche se Harry poteva percepire la tensione del suo stato. Era più che lecito, una violenza non si dimentica su due piedi.

Con un forte stridio si alzò brusco dalla sedia. Non era più tempo di stare a compilare stupide carte, voleva stare vicino ai suoi amici, doveva stargli vicino.

- Al diavolo il ministero! – Inforcò la giacca e usci fuori a passo spedito.

 

 

S.Mungo:

 

I due futuri sposi si incontrarono proprio alla reception del grande ospedale.

- Amore!

Gin! – Harry le sorrise veloce per poi abbracciarla calorosamente. Anche loro avevano avuto poco tempo per stare assieme.

-          Come va il braccio?

-          Benissimo non c’è più nemmeno il segno.

-          Perfetto. – Le schioccò un bacio sulle labbra.

-          Ron e Hermione?

-          Non lo so. L’infermiera mi ha riferito che Hermione è uscita dalla sua stanza e non è ancora tornata. Carrye e Michael hanno detto che passeranno domani a salutarla.

-          Ok domani li salutiamo anche noi.  Che dici Mione sarà in giardino?

-          Credo di sì, le fa bene stare all’aria aperta. Sta affrontando tutto da vera grifondoro.

-          Già… che ne dici allora di salire da Ron?

-          Ok, per me va bene.

Piano si incamminarono nella stanza  546 del reparto “lesioni da incantesimo” .

La porta si aprì cigolando piano. Il tramonto dipingeva le pareti di un rosso carminio forte e deciso. L’ombra accasciata scompostamente sul letto, non faceva presagire nulla di buono.

-          Ron! – Urlarono forte, correndo verso di lui.

Il rosso giaceva scomposto sul materasso. Evidentemente aveva fatto uno sforzo disumano per lanciarsi da solo su una branda così alta per lui.

 Il viso purpureo e bagnato di lacrime, le mani strette a pugno sul cuscino. Disperazione, ecco cosa si leggeva in quella scena, ed Ginny e Harry intuirono subito il motivo di questa.

-          Hermione è stata qui? – Chiese la rossa, carezzando piano la testa del fratello. Questo annuì piano, scosso da singhiozzi. La sua espressione era dura e addolorata, un mix inquietante. Era sconvolgente averlo trovato in quello stato. Non se lo ricordava più così da quando all’età di sei anni, pianse perché credeva di aver fatto male a Fred con una pallottola puzzola. Puntualmente si era rivelato uno dei crudelissimi scherzi dei gemelli, che costò notti insonni al piccolo Ron e tre mesi senza quidditch ai ragazzi.

-           Cosa è successo? – Azzardò il moro.

Con forti scossoni raccontò del dialogo avuto con la ragazza. La coppia ascoltava in religioso silenzio, annuendo ogni tanto.

Finito il resoconto la loro espressione era di pura tristezza. La situazione sembrava più complicata del previsto.

- Sono stato uno stupido a trattarla così… dopo tutto quello che ha subito, mi ci sono messo anche io con le mie stupide frustrazioni…

- Non sei stupido Ron… è normale reagire così, ma sai che Hermione ti vuole bene lo stesso, qualunque siano le tue condizioni.

- Voi non avete visto come mi guardava, provava pietà per me… e odio verso se stessa… come posso pensare di starle accanto, di aver una famiglia con lei…

- Per quanto avresti potuto tenerla all’oscuro? Adesso non è il momento di demoralizzarsi… le cure esistono, dobbiamo solo trovare la più adatta a te. – Sorrise sicura Ginny.

- Questo è quello che credi tu…lo so che resterò sempre su questa dannata sedia…

- Ron! Hermione ti starà accanto comunque…

- Sono io che non voglio! Non si merita un uomo a metà… monco nel fisico e nell’animo… lei merita solo il meglio! – Gridò rabbioso.

Ginny gli tirò un sonoro schiaffone, che lasciò sconvolti i due ragazzi.

-          Non puoi decidere tu del suo cuore… non lo hai mai fatto e mai lo farai! Io vado a cercarla! – Era a dir poco furente, come non faceva a capire che è proprio comportandosi da egoista non avrebbe risolto nulla e ferito ancora di più la ragazza che amava.

Nemmeno il tempo di aprire la porta, che la figurina di Hermione le si parò davanti, timida e impacciata.

-          Herm…

-          Gin… - Si sorrisero dolcemente.

-          Entra…

-          Emh…ecco sì… io vorrei parlare con Ron… da sola.  – La rossa annuì e con un cenno del capo fece segno a Harry di seguirla. Gli attimi che si avvicendarono, furono i più tesi e lunghi delle loro vite.

Ron la contemplava in silenzio, come fosse una dea. Poche ore non la aveva vista e già le mancava disperatamente.

-          Ron… -

Nessuna risposta. Per cosa dire poi? L’imbarazzo e il senso di colpa pesavano come macigni.  

-          Sono andata in biblioteca e mi sono informata. – Non avrebbe mai immaginato di sentirsi dire una cosa simile in quel momento.

-          C… cosa? – Lei gli fece cenno di tacere. Ora lui la fissava come un animale strano.

-          Esistono cure molto efficaci all’ Innerva Glacius… sono un po’ lunghe e fastidiose, ma possono risolvere il problema. Dovremmo provarle un po’ tutte… sai com’è, meglio non lasciare nulla d’intentato. Tornerai a correre in men che non si dica. Parola di Hermione Jane Granger!  Esordì con un timido sorriso. Ron era completamente allibito. Non solo Hermione era corsa in biblioteca nelle sue condizioni  per lui e non si era persa d’animo, aveva addirittura fatto capire chiaramente che non lo odiava.

-          Quindi non mi odi?

-          Cosa? Che razza di domanda è?

-          Insomma ti ho trattato una pezza e fatto stare male… - Lei sorrise.

-          Mi sento molto in debito con te, e non mi perdono per ciò che ho fatto… imperio o no. Solo che stare a crogiolarmi nel rimorso e nel dolore non serve a nulla. Se posso fare qualcosa… per aiutarti… - Aveva abbassato lo sguardo. Era sempre la stessa coraggiosissima grifondoro, pronta a dare tutto e a farsi in quattro per le persone che ama.

“ Mi ama…”  Questo pensiero semplice e tanto sconvolgente, scosse Ron dal profondo, poi lo sguardo cadde sulle sue gambe inermi.

“ Non posso cedere… mi vuole aiutare ok… ma non posso e non devo legarla a me. Alla mia vita a metà.”

La mora si era avvicinata piano al ragazzo, chinandosi su di lui e stringendogli le mani.

Aveva una tremenda voglia di baciarlo, di cancellare con un piccolo gesto d’amore tutto il dolore e la tensione accumulata. Si avvicinò piano, socchiudendo le palpebre e protendendo le labbra. Al ragazzo mancò un battito. “ Oddio mi vuole baciare… cosa faccio? Lo aspetto da una vita… no, non posso cedere e illuderla… devo resistere per il suo bene.”

Arrivata ad un passo dalle sue labbra, Ron le voltò il viso e lei finì per baciargli la guancia.

Espressioni di confusione e delusione nel suo volto. “ Non mi vuole.”

-          Co… cominciamo con calma ti va? – Domandò piano “ Falso, stupido idiota…”

-          Sì… credo tu abbia ragione… scusa. -“ Perché fa così?”

-          Non hai nulla da scusarti, è che sono ancora un po’ scombussolato. –

-          Mmh… già.-

Rimasero in silenzio per interminabili minuti.

-          Credo che non sia una cattiva idea abitare insieme. – Esordì la mora. Ron per poco non si strozzava con la saliva. Non si era ancora ripreso dallo schok del bacio, figuriamoci il solo immaginarsi in una casa insieme a lei tutto il giorno e la notte.

- Cosa?

- Sì hai capito bene. Per effettuare le tue cure hai bisogno di avere una persona accanto ventiquattro ore su ventiquattro.

- Credevo di tornare alla tana…

- Non è possibile creare punti di smaterializzazione interna alla tana e lo sai… come faresti a muoverti liberamente? Sì, c’è tua madre e tuo padre… ma ricordiamo che non sono più ragazzini e poi vuoi togliergli un po’ di pace, dopo che sono riusciti ad accasare quasi tutti i figli? – Aveva parlato a raffica con un tono di voce e argomentazioni inattaccabili. Il ragazzo era meravigliato da cotanta abilità oratoria.  

 - Herm, ma il tuo appartamento e il lavoro? – Lei fece un gesto come a voler scacciare via una mosca.

- Mi licenzierò dal ministero… ho capito che non è la mia strada. Ho messo da parte un bel gruzzoletto e poi ho talmente di quelle ferie arretrate che potrei non lavorare per anni. – Il rosso sgranò gli occhi. Tutte quelle rivelazioni lo stavano shockando sempre più.

- E cosa avresti intenzione di fare poi?

- Beh prima risolviamo il tuo problemino e poi credo che mi impegnerò per diventare Auror della sezione “ Ricerca e annullamento fatture”. -  Abitare insieme? Problemino? Auror?

Il ragazzo era letteralmente sconvolto e di tutto questo la riccia se ne accorse.

-          Scusa… non volevo essere precipitosa… non ti ho chiesto nemmeno se eri d’accordo… ah se vuoi possiamo utilizzare casa mia, non c’è problema… sempre da amici è ovvio… ecco io credevo solo fosse una cosa intellig… - Ma Ron non le diede tempo di finire, la tirò giù per un braccio e la strinse forte sul suo petto. Dopotutto non era una cattiva idea. Pensando con la calma e logicità la soluzione era perfetta. Non sarebbe stato di peso ne alla famiglia ne a Harry e Ginny; in più vivere con lei era sempre stato il suo sogno… anche se non l’aveva immaginato proprio così. “Speriamo non si riveli troppo complicato o imbarazzante.”

-          Grazie Mione…

-          Allora accetti? – Chiese, districandosi un po’ dall’abbraccio.

-          Certo. Così avrò l’occasione di schiavizzarti un po’. – Si morse la lingua istantaneamente. “ Che idiota… ma che cavolo le dico! Che figura di m…”

-          Mione scusa.

-          Ho capito cosa intendevi, tranquillo… - Gli sorrise.

-          E’ passato… come hai detto tu. No? –

-          Già. – Si strinsero ancora, rimanendo immersi nella luce del tramonto. Una nuova svolta cominciava nelle loro vite. Finalmente Ron aveva lasciato da parte il rancore e cominciato finalmente a fare la cosa giusta.

 

 

Dopo quasi tre settimane di degenza al S. Mungo, finalmente Ron e Hermione erano stati dimessi. Harry e tutta la famiglia Weasley dopo aver saputo dell’improvvisa decisione di convivere dei due, si era mobilitata per organizzargli la casa nel modo più comodo possibile.

Per interi pomeriggi i gemelli e Bill avevano traslocato le cose d’Hermione nell’appartamento di Ron, comprese tre librerie mastodontiche. Invece Ginny, Molly, Fleur, Angelina e Alicia avevano messo a nuovo la casa… trasformando uno spoglio e squallido appartamento da single in un accogliente nido per piccioncini. Inutili furono le sfuriate di Ginny sul fatto che quei due convivevano per esigenze logistiche e non perché stavano insieme. Si augurava certo che quei due finissero per dichiararsi, ma sapeva che la rapidità non era il loro forte; aspettava di vedere come la convivenza “forzata” li avrebbe cambiati.

-          O si sposano o si scannano. – Aveva detto pacatamente Fleur, dopo una discussione tra donne “Weasley” sull’ argomento. Una verità incrollabile, quei due erano “troppo” in tutti i sensi. Sarebbero sopravvissuti ad una convivenza? Mamma Molly dava per scontato che si sarebbero dichiarati in pochi mesi e sposati, per poi renderla felice sfornando una decina di bimbi dai capelli rossi.

Alicia e Angelina erano assolutamente d’accordo con la suocera, perlomeno così si sarebbe concentrata sui novelli sposi lasciando stare loro. Infatti non passava giorno che Molly non facesse notare alle due che “sarebbe stato carino” se avessero fatto altri cinque o sei bambini. Fleur che di bambini già ne aveva quattro non si poteva certo lamentare, a lei piacevano da morire e poi poteva agghindarli come tante principessine e piccoli lord. I ragazzi Weasley oramai avevano abbandonato le speranze su Ron. “Troppo scemo!”, aveva decretato George mentre Charlie e Bill insistevano che almeno lui si doveva godere la vita e fare carriera. Una moglie e dei bambini così giovane erano solo d’intralcio.

Arthur invece era convintissimo che Ron avrebbe ceduto alla piccola Hermione. “Non c’è storia quando vedi una bella donna, cucinare per te rivolgendoti un sorriso innamorato. Altro che single a vita!

 Dopo scommesse varie e traslochi epici la casa era bella e pronta per i nostri  sopravvissuti. Hermione aveva confessato più volte a Ginny e Angelina di essere al settimo cielo. Non solo per la convivenza con Ron, ma per il fatto che aiutarlo sarebbe stata una sfida con se stessa. Ed era proprio ciò di cui aveva bisogno.

Invece il giovane Weasley era a dir poco terrorizzato. Al solo pensare di essere sotto lo stesso tetto di Hermione, il cuore gli saliva in gola e il sangue fluiva a basso ventre.

-          Santo Merlino Harry! Come faccio se becco Hermione in camicia da notte o ancora peggio.

-          Nulla che fai? Te l’ammiri  o le salti addosso, no? Che sia questa la soluzione al tuo problema? – Rise di gusto il moro, guadagnandosi un cuscino in faccia dall’ amico.

-          Bei consigli cretino!

-          Ron dai… avete convissuto tutte le estati alla tana, non mi pare ci siano stati grossi problemi di controllo no?

-          Bella forza eravamo una caterva di noi! E poi Hermione era una bambina, non la vedi ora… quelle gambe  quelle tet..

-          Stop! So anche io che è un bel pezzo di strega, ma non mi va che ne parli in questi termini, per me è come una sorella. – Rispose sdegnato il moro.

-          Ok Potty! Ma allora come faccio a resistere? Lo sai non sono bravo in questo campo.

-          Ma scusa… perché resistere? Vi amate, andrete a vivere insieme… non vedo dove sia il problema.

-          Il problema è che ho le gambe paralizzate. Non voglio che lei debba prendersi cura di me a vita!

-          Ah già l’orgoglio maschio.

-          Ma che orgoglio e orgoglio è una questione di logica… anche volendo fare emh… sesso come potrei… - Disse scemando pian piano il volume della voce. Harry si spanciava dalle risate.

-          Beh la fai sedere a cavalcioni su di te, la terza gamba dovrebbe funzionarti ancora e beh… poi sai come si fa no? – Ron lo fissava allibito, non ci aveva mai pensato.

Oddio ma che penso! Non devo fare sesso con Hermione… io oddio!” Le immagini sensuali della ragazza, seduta su di lui… nella sua mente, erano vivide e quasi palpabili.

-          Ron non è più il tempo di farsi problemi… avete bisogno l’uno dell’altra, possibile che la storia di Jacob non vi abbia insegnato nulla? 

-          Ma Harry…

-          Basta coi ma… fa la cosa giusta… e sai anche tu che non è starle lontano. – Detto questo uscì dalla stanza, lasciando che il ragazzo riflettesse.

 

 

 

Il sole moriva piano, spargendo i suoi toni sanguigni nel cielo londinese di febbraio. Un freddo pungente lambiva i corpi dei ragazzi. Ginny e Harry si erano offerti di scortare i due verso l’abitazione. Ron sperava ardentemente che non ci fosse nessuna festa di ben tornato. Si sentiva troppo a disagio nelle sue condizioni. Hermione camminava al suo fianco con la mano posata sulla sua spalla, parlando distrattamente con Gin. Era imbacuccata fino al naso ma a lui sembrava stupenda lo stesso.

Harry per tutto il tempo aveva tenuto un’aria raggiante e uno stupido sorrisino beota sul viso. Non lo dava a vedere, però lui era sicuramente il più felice di tutti. I suoi amici erano salvi, tra poco si sarebbe sposato… cosa chiedere di più.

Arrivati all’appartamento Ron notò subito che qualcosa non andava.

-          Hei ma dove sono le mie piante!-

Al posto della solita jungla selvatica, c’era un curatissimo giardino, che a tutti ricordò quello dei Drusley.

-          Non lo curavi prima, figurati adesso… non vorrai che Hermione faccia anche da giardiniere, deve già prendersi cura di una piaga come te. – Sbottò Ginny, in tono scherzoso. Il fratello borbotto cose incomprensibili arrossendo.

-          Ecco a voi! – Potter porse ai due le chiavi di casa, con sotto il ciondolo dello ying e dello yang. La mora gli sorrise grata. Una volta Harry durante una loro sfuriata, li aveva paragonati a quel simbolo. Diversi e incompatibili ma uniti insieme una forza indistruttibile.  Hermione aveva sempre adorato quella definizione del loro rapporto.

-          A te l’onore padrone! – Disse porgendole al rosso, cha aprì piano come se stesse disinnescando una bomba.

-          Vai tranquillo, non ci saranno parenti che sbucano dal divano. – Canzonò Ginny. Ed infatti era così. Il piccolo soggiorno era vuoto, ma arredato in modo delizioso.

-          Ma questa… - I due ragazzi erano sconvolti, non se la ricordavano certo così casa di Ron.

-          Pensavi che avremmo lasciato quel porcile? Hermione è una ragazza. Non è giusto che viva secondo i tuoi modi barbari, per questo abbiamo adattato la casa anche a lei.-

Sentenziò soddisfatta la rossa. Aveva fatto il diavolo a quattro per convincere la mamma e le cognate a creare un’atmosfera sobria e non un macello di cose da sposina.

-          Ragazzi non dovevate… io non voglio essere di intralcio, togliendo a Ron le sue abitudini. – Sussurrò sinceramente imbarazzata. Il rosso la guardò con dolcezza, stringendole poi una mano.

-          Mione va benissimo così. Mi piace tanto questo nuovo stile… e poi vuoi mettere che non ho dovuto alzare nemmeno un dito. – Tutti risero di gusto e finalmente si rilassarono. Hermione deliziò i presenti con la prima cenetta della nuova casa.

Chiacchiere e scherzi come ai tempi di Hogwarts. Era così bello stare li ancora una volta tutti insieme.

-          Beh si è fatto tardissimo! Domani ho la prova dal parrucchiere e devo ordinare i fiori in chiesa.

-          Già… io devo andare a compilare altre due scartoffie e ritirare il mio abito.

Esordirono i quasi coniugi Potter.

-          Non ti biasimo amico… Gin è una piaga quando ci si mette.

-          Hei! Fosse per me mi sposerei in jeans e scarpe da ginnastica… è mamma che vuole tutta la cerimonia come si deve.

-          Effettivamente, anche io non vedo l’ora di poterti ammirare nel tuo favoloso abito. – Disse raggiante la mora, mentre Harry già sognava di sfilarglielo da dosso.

-          Terra chiama Potter! So che quegli occhietti bramosi sono perché stai pensando cose oscene di mia sorella… perciò ti consiglio di darti una calmata! – Sbottò Ron fintamente arrabbiato. Risero tutti sonoramente.

-          Allora andiamo, buonanotte e per qualsiasi cosa chiamate.

-          Ok… - Risposero i ragazzi all’ unisono.

Una volta chiusa la porta erano tornati i soliti Ron e Hermione. Troppo imbarazzati per guardarsi in viso.

-          Beh ecco… io vado a sistemarmi e poi vengo a darti una mano.

oddio vuole darmi una mano a lavarmi, ma è matta?

-          N… non ce ne bisogno Mione, posso fare da solo. – Lei lo guardò tranquilla.

-          Lo so. Intendevo una mano per metterti a letto. Harry ha detto che puoi smaterializzarti ovunque in casa e il tuo bagno è stato organizzato in modo che puoi lavarti anche stando sulla sedia.

-          Ah…Peccato già mi immaginavo mentre mi insaponava la schiena… pervertito! Che vai a pensare…! Calma e sangue freddo Ron! Sei un capitano Auror!

 

Dopo mezz’ora Ron era pronto per andare a letto. Pigiama e capelli puliti.

-          Posso?

-          Certo… vieni.

Hermione entrò in punta di piedi. Indossava una camicia da notte bianca, semplice. Ron inghiottì il vuoto ammirandola “ Semplicemente…wow!”

-          Trovato il bagno di tuo gradimento?

-          S…sì. – Il rosso notò che Hermione indossava solo le mutandine sotto la camicia e vedendola avvicinarsi poteva scorgere chiaramente le sue curve morbide.

-          Allora a nanna Mr Weasley! – Con gentilezza scoprì le coperte e con un fluido movimento di bacchetta fece sollevare Ron.

Non poteva auto-lievitarsi da solo, perciò alla ragazza non costava nulla metterlo a letto, anzi. Rimboccate le coperte, Hermione lo guardò con un sorriso triste. La tensione nella stanza era alle stelle. I loro battiti cardiaci si sentivano forti come cannonate. “ Chiedimi di restare amore mio…” , “ Come vorrei rimanesse qui…” . Purtroppo rimasero solo desideri inespressi.

-          Allora buonanotte.

-          Già buonanotte. – Hermione spense la luce ed uscì delusa. Ron si sistemò meglio e sospirò affranto.

E’ più dura del previsto.” Il pensiero comunque dei due, mentre la notte l’inghiottiva nel tepore delle pareti di casa Weasley.           

 

 

Ed eccomi di nuovo qui. Piaciuta la sorpresa della convivenza tra Ron/herm?Spero di sì… come si denota questo è un capitolo di transizione dove si spiegano sì le cose accadute e il dolore dei vari personaggi… ma è anche una svolta grande nelle vite dei personaggi. Non so se ho reso bene l’idea… ma non mi andava che ron e herm una volta finito tutto si guardassero in faccia e puff! Come non fosse successo nulla… tutti e due hanno subito traumi profondi. Hermione reagisce bene, (stranamente visto che a mio parere il peggio l’ha avuto lei) mentre Ron la prende male… perché essendo un po’ paranoico di suo… non considera nemmeno che alla sua condizione esiste una soluzione…. Vabè ognuno la pensa come vuole XDXD e ora passiamo agli special thanks:

 

francy: Non disperarti per Ron… anzi tifa per lui e vedrai! Grazie tesora per essermi sempre di sostegno *_*

 

Daniel: Non so se questo chap possa considerarsi romanticoso XD Decidi tu… grazie bella di nonnina tua per esserci sempre. Ti adoro *_* la dedica era d’obbligo.

 

Edvige: C’hai preso su Ron/herm… ora c’è la nostra miss i know it all che si prenderà cura del nostro bel rossino*______* Sono contenta che la morte di Jacob ti abbia fatto esultare allegramente… quando la scrivevo mi immaginavo la tua faccia XDXD Sei troppo un mito tesora mia e grazie per esserci sempre.

 

Diletta:    Ma no 3o 4 capitoli sono per evolvere ogni punto della storia… figurati che mi han chiesto un sequel… ma no credo proprio lo farò XDXD E’ stata impegnativa questa ff anche se non mi è piaciuta moltissimo..grazie per seguirmi sempre. *_* Sei grandiosa.

 

FunnyNurse:  i tuoi complimenti e il tuo appoggio sono graditissimi e mi lusingano dal profondo… detti da una grande scrittrice di ff come te *_* Grazie!!! Spero che anche questo cap ti sia piaciuto e non ti abbia fatto pentire su di me XDXD Fammi sapere bacissmi karmy

 

Robby: XD Il party per festeggiare la morte di jacob sarà per domenica ci sei? XDXD Sono contenta che ti piacciano Harry e Ginny e i miei incantesimi… la grande mamma Row mi ispira ç______ç XD Vabè spero che questo cap ti piaccia lo stesso… e ti induca a seguirmi ancora. Ps la dedica era d’obbligo anche per te.

 

Vero: piaciuto questo cap? Grazie per esserci sempre… **

 

Hermron: Eccoti il seguito, che te ne pare? Spero di non averti deluso. Baci karmy.

 

Lilian: Beh il matrimonio di Ginny ci sarà in tutto e per tutto non voglio trascurarlo… credo proprio che non manca molto… spero che questo cap ti sia piaciuto...  un bacione karmy.

 

Goldfish: Non mi sembra di aver scritto un capitolo ipoglicemico XD Solo un pochino spero che non ti abbia deluso…. Ç_ç volevo far procedere le cose tra i due con calma…anche se vivere insieme non mi sembra proprio andare piano XDXD Fammi sapere se questo ti piace.. Fissoli karmy.

 

Herm89 & Ron 91: Beh sono cattiva certo…ma gli imprevisti fanno parte della trama e poi è giusto descrivere di protagonisti che hanno anche momenti di disperazione. Spero continuerete a seguirmi, leggete e non resterete delusi… spero XD

 

E con questo è tutto.. al prossimo cap… spero di aggiornare al più presto perdonoooooo ç________ç

 

 

  
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