Cap 13 Stare
bene a metà
Dedicato a
Danidù la mia nipotozza giornalista preferita…*_* e a Robby colei che mi infonde
energia e buon umore per andare avanti a scrivere
*_*Grazie.
Se tu fossi quì
non
mi nasconderei davanti
agli occhi tuoi
ti direi quello che non
ti ho
detto mai
sceglieri i momenti giusti da ricordare
se tu fossi quì.
A
volte basta una parola
per stare bene a metà
fra l'emozione e la paura
d'amarsi in questa eternità. Pino
Daniele (Stare bene a metà-Dimmi cosa succede sulla
terra)
San. Mungo – Reparto “ lesioni da
incantesimo”:
Non poteva descrivere alla perfezione come si sentiva
dopo averla guardata negli occhi. Gioia? Incertezza… stupore… o inadeguatezza?
Forse l’ultima ipotesi premeva più forte nel suo petto e nella sua mente. Un
diffuso rossore s’impossessò di lui. L’etera figura di Hermione non voleva
smettere di abbagliarlo. Odiava mostrarsi così debole ai suoi occhi, quando
aveva fatto tanto per trasformare l’immagine del dinoccoluto e povero amico di
Potter, nell’ atletico e coraggioso capitano di Auror. Peccato che Hermione ne
suo cuore lo ricordasse piccolo e
impacciato come il primo giorno sull’Hogwarts exspress. Era così che lo amava,
ma lui non poteva saperlo.
-
D… dove cosa? – Chiese
scosso.
La mora ridacchiò raggiante. Ritrovarlo dopo tanto, era
una gioia immensa.
-
Sono così felice di vederti. – Sincerità
sputata con una dolcezza disarmante. Ron
avvampò.
-
Sono anche io felicissimo di vederti. –
Gli sorrise gioiosa. Dopo qualche istante sentì il suo petto accelerare il
battito. Hermione lo stava abbracciando con calore. Profumo di fiori… lo
adorava. Si accoccolò meglio tra le sue braccia, godendosi quell’insperato
trattamento. Era incredibile come anche questa volta erano scampati alla morte.
La loro era stata sempre un
esistenza precaria e sull’attenti… non per altro il male era arrivato sotto
forma di un elegante impiegato del ministero. I ricordi degli ultimi mesi
affollarono le loro teste, scatenando sentimenti contrastanti e duri. Solo loro
e il reciproco farsi del male, arrivando poi alla svolta del rapimento. “Perché abbiamo perso tutto questo
tempo?” Le lacrime salivano
agli occhi di entrambi. Gioia e serenità per la mora, sgomento e
dolore per lui.
-
Come stai oggi Ron? - Sussurrò nei suoi
capelli. La sua voce dolce e ovattata, colpì duramente il suo orgoglio. Cosa
fare? Dirgli la verità o far finta di nulla? Questo era il suo unico
cruccio.
-
Mmh… così. Tu? – Una dignitosa quanto
ridicola via di mezzo.
-
Meglio, grazie… i dottori dicono che
ricorderò sempre più particolari… del periodo sotto Imperio, per ora ricordo
solo quando tu mi hai salvato, e beh prima… insomma, quando lui mi ha… -
Calde stille erano pronte a uscire dalle sue belle iridi nocciola.
A
Ron il cuore si ridusse uno spillo. Avendo potuto, avrebbe sicuramente ucciso
Jacob un altro milione di volte.
Con estrema
delicatezza le asciugò le lacrime con una mano.
-
Shh… Mione è tutto passato. Sei di nuovo
qui. – Sorrise piano tra le sue braccia.
-
Tutto grazie a te. – Fu un timido
mormorio, ma lo udì chiaro. Infinita gioia nel suo cuore, lottava assieme a la
consapevolezza che quell’unione, per come stavano le sue condizioni fisiche,
sarebbe stata dolorosa se non addirittura impossibile. La voce della ragazza lo
distolse da quei tristi pensieri.
-
Come mai ancora su questa sedia a
rotelle? Ginny mi aveva detto che ti
eri ripreso dagli incantesimi. – Si staccò piano
osservandolo, attentamente il suo sguardo
basso.
Cosa le stava nascondendo? Non era il solito
Ron.
D’altro canto lui era in attonito silenzio. Possibile che
sua sorella le avesse volontariamente nascosto la realtà delle cose? Nessuno
voleva rivelarle la scottante verità? Rabbia e frustrazione gli salirono alla
testa.
-
Su alzati c’è un bel sole
fuori…
-
Non mi và. – Rispose
freddo.
-
C… come? – Perché la sua voce
trasmetteva astio?
-
Ron, non mi dire che preferisci
star chiuso qui dentro… so quanto
odi gli ospedali.
-
Ti ho detto che non mi va, miseriaccia! –
Strillò stizzito. La ragazza lo guardava allibita e un pochino spaventata.
-
R…Ron…? – Resosi conto dello scatto di
ira e della sua indelicatezza, si portò le mani alla testa, affondandoci il
viso. Ancora una volta aveva ferito Hermione, per dar sfogo alla sua impulsività
e finalmente le lacrime sgorgarono senza impedimento.
Lei se ne accorse. Ancora una volta il suo nome
riecheggiò per le pareti della stanza, in un mormorio accennato ma udibile come
un grido disperato.
-
Hermione… - Alzò finalmente il capo
mostrando tutta la sua disperazione. Lei lo fissava sconvolta. Non lo aveva mai
visto così.
-
Io… non… non posso venire fuori con te…
non posso alzarmi da questa maledetta
sedia… p… perchè, le mie gambe, queste maledettissime gambe non ne vogliono
saper di tornare a muoversi. – Singhiozzò distrutto. Orrore dipinto nel
giovane viso femminile. Consapevolezza di essere la causa del suo dolore, delle
sue lacrime… Ricordava perfettamente di aver fatto a Ron uno strano incantesimo, ma
non ricordava quale, non lo aveva mai sentito ne tanto meno provato prima
d’allora.
- Sono stata io… ti ho fatto del
male. – Sì portò piano una mano alla bocca, quasi a sperare che quella
brutta verità potesse rimaner incastrata tra le sue dita. Istantaneamente il
rosso si rese conto, di aver fatto una cazzata. Non doveva fargli capire che
provava angoscia, ne doveva lasciarle intendere di essere colpevole di tale
situazione.
-
Herm… - Non ebbe il tempo di finire, che
lei scappò disperata dalla stanza.
“ Dannazione!”
Londra
babbana:
Uno sguardo incerto aleggiava sul volto della piccola di
casa Weasley. Non più tanto piccola, visto che era in piedi su uno sgabello,
avvolta in uno splendido abito bianco. Fissava la sua immagine nel grandissimo
specchio dell’atelier, triste e incerta. Lei era lì a provare il suo abito da
sposa, mentre Ron e Hermione erano ancora in ospedale, ignari della loro
situazione.
Molly le stava accanto con lo stesso sguardo vacuo. Un
momento così importante per la sua unica figlia, ma non riusciva a gioirne.
Troppo preoccupata per il suo Ronnie e per Hermione. Che vita dura aspettava
quei giovani ragazzi. Arthur aveva insistito tanto, perché loro si prendessero
una giornata di svago, impegnandosi in qualcosa di prolifico come i preparativi
delle nozze. I gemelli erano passati più volte in ospedale e si erano
addirittura offerti di curarsi della Tana fino a che i due fossero tornati a
casa.
Bill e Fleur erano tornati dall’ Egitto di corsa,
stabilendosi momentaneamente dai futuri Potter. Tante cose sa fare, tanto da
sistemare… in poche ore si era capovolta una famiglia, che di momenti difficili
ne aveva passati tanti, ma questo era troppo duro da digerire.
-
Sei assolutamente divina! – Esclamò la
stilista babbana, che con le sue colorate spilline infilzava qua e là, la seta
preziosa del suo abito. Ginny tornò alla realtà fissandola con espressione
disinteressata.
Hermione gliela aveva consigliata. Avrebbe certamente
suscitato un invidia sfrenata tra le sue colleghe. Era così di moda avere un
abito da sposa fatto da stiliste babbane.
La rossa non potè trattenere un sorriso, al ricordo di
Hermione raggiante per la notizia del suo matrimonio. Erano secoli che dava in
testa ad Harry per convincerlo a fare alla rossa, una proposta come si deve.
-
La ringrazio… ha finito per
ora?
-
Sì, mia cara. – Squittì allegra per poi
rivolgersi a Molly. Un sottofondo di chiacchiere e convenevoli e in meno di
mezz’ora erano fuori di lì dirette al S. Mungo. La signora Weasley deviò prima
alla tana per curarsi dei ragazzi e del marito, lasciando andare la figlia a
portare ai ragazzi il necessario e a tirarli su di morale. Lei era l’unica in
grado di riuscirci.
Ministero:
Harry sperava ardentemente che almeno Ginny trovasse un
po’ di pace, svagandosi con cose da donne. Faceva la persona forte, ma si vedeva
lontano un chilometro che stava malissimo per il fratello e per la sua migliore
amica. Sorrideva e si mostrava entusiasta ventiquattro ore su ventiquattro, con
tutti. Però lui leggeva chiaramente la verità nei suoi occhi e più di una volta
l’aveva sentita piangere e sfogliare quei maledettissimi libri di medimagia, per
cercare più soluzioni possibili.
Uno sbuffo, un altro… non riusciva a trovare pace. Si
passò ancora una volta le mani nei capelli, pulì gli occhiali e tamburellò le
dita sul tavolo per la milionesima volta.
Il giovane Potter purtroppo era costretto da ore, in un
ufficio stretto e umido a compilare scartoffie e verbali dell’attacco a Diagon
Alley, voleva stare vicino alla sua futura moglie e ai suoi migliori amici,
tuttavia la burocrazia in questi casi non era una cosa da prendere
sottogamba.
Tempestivi erano stati i soccorsi del ministero, non
appena ci fu il via libera. In una settimana avevano sgomberato le macerie e
cominciato a ricostruire gli edifici più importanti. Finalmente si tornava alla
normalità. I feriti erano tanti e i morti ancora di più. Ma l’unica cosa che
contava in questo momento era andare avanti e rifarsi una vita al più presto.
Come uomo informato dei fatti era suo dovere raccontare,
documentare e archiviare ogni virgola, attimo e respiro accaduto quella
stramaledetta notte. Hermione avrebbe adorato quel lavoro. Sorrise triste… una
come lei non meritava tutto quel male gratuito, indipendentemente dal fatto che
fosse o meno la sua migliore amica. Strinse ancora più forte i pugni. Nella sua
mente immagini dei funerali di Kramer, Jimmy e di tutte le altre leve.
Strazianti , duri ingiusti. Ricordava ancora la rabbia di Ron per non avervi
potuto partecipare. Ron… lui lo preoccupava più di tutti gli altri messi
insieme. Non l’aveva mai visto così fuori di se. Conosceva intimamente le sue
paranoie e quanto avesse lottato per la sua posizione tra gli Auror. Lui che non
aveva mai eccelso in nulla, ultimo maschio si sei fratelli…una vita da
invisibile e proprio ora era sotto gli occhi di tutti per una cosa dolorosa e
crudele come un’invalidità.
In effetti molti giorni erano passati ma la collera del
suo migliore amico non si placava, anzi, la sua situazione sembrava solo farlo
imbestialire di più ogni momento. Non sapeva più come aiutarlo, se non con la
sua presenza.
Chissà come avrebbe reagito una volta rivista
Hermione.
Con lui non c’erano stati particolari problemi. Si era
lasciata abbracciare piano e baciare la fronte anche se Harry poteva percepire
la tensione del suo stato. Era più che lecito, una violenza non si dimentica su
due piedi.
Con un forte stridio si alzò brusco dalla sedia. Non era
più tempo di stare a compilare stupide carte, voleva stare vicino ai suoi amici,
doveva stargli vicino.
-
Al diavolo il ministero!
– Inforcò la giacca e usci fuori a passo
spedito.
S.Mungo:
I
due futuri sposi si incontrarono proprio alla reception del grande ospedale.
-
Amore!
Gin! – Harry
le sorrise veloce per poi abbracciarla calorosamente. Anche loro avevano avuto
poco tempo per stare assieme.
-
Come va il
braccio?
-
Benissimo non c’è più nemmeno
il segno.
-
Perfetto. – Le schioccò un bacio sulle
labbra.
-
Ron e
Hermione?
-
Non lo so. L’infermiera mi ha
riferito che Hermione è uscita dalla sua stanza e non è ancora tornata. Carrye e
Michael hanno detto che passeranno domani a salutarla.
-
Ok domani li salutiamo anche
noi. Che dici Mione sarà in
giardino?
-
Credo di sì, le fa bene stare
all’aria aperta. Sta affrontando tutto da vera grifondoro.
-
Già… che ne dici allora di
salire da Ron?
-
Ok, per me va
bene.
Piano si incamminarono nella stanza 546 del reparto “lesioni da incantesimo”
.
La porta si aprì cigolando piano. Il tramonto dipingeva
le pareti di un rosso carminio forte e deciso. L’ombra accasciata scompostamente
sul letto, non faceva presagire nulla di buono.
-
Ron! – Urlarono forte, correndo verso di
lui.
Il rosso giaceva scomposto sul materasso. Evidentemente
aveva fatto uno sforzo disumano per lanciarsi da solo su una branda così alta
per lui.
Il viso purpureo e bagnato di
lacrime, le mani strette a pugno sul
cuscino. Disperazione, ecco cosa si
leggeva in quella scena, ed Ginny e Harry intuirono subito il motivo di
questa.
-
Hermione è stata qui? – Chiese la rossa,
carezzando piano la testa del fratello. Questo annuì piano, scosso da
singhiozzi. La sua espressione era dura e addolorata, un mix inquietante. Era
sconvolgente averlo trovato in quello stato. Non se lo ricordava più così da
quando all’età di sei anni, pianse perché credeva di aver fatto male a Fred con
una pallottola puzzola. Puntualmente si era rivelato uno dei crudelissimi
scherzi dei gemelli, che costò notti insonni al piccolo Ron e tre mesi senza
quidditch ai ragazzi.
-
Cosa è successo? –
Azzardò il moro.
Con forti scossoni raccontò del dialogo avuto con la
ragazza. La coppia ascoltava in religioso silenzio, annuendo ogni tanto.
Finito il resoconto la loro espressione era di pura
tristezza. La situazione sembrava più complicata del
previsto.
-
Sono stato uno stupido a trattarla così…
dopo tutto quello che ha subito, mi ci sono messo anche io con le mie stupide
frustrazioni…
-
Non sei stupido Ron… è normale reagire così, ma sai che Hermione ti vuole bene
lo stesso, qualunque siano le tue
condizioni.
-
Voi non avete visto come mi guardava, provava pietà per me… e odio verso se
stessa… come posso pensare di starle accanto, di aver una famiglia con
lei…
-
Per quanto avresti potuto tenerla
all’oscuro? Adesso non è il momento di demoralizzarsi… le cure esistono,
dobbiamo solo trovare la più adatta a te. – Sorrise
sicura Ginny.
-
Questo è quello che credi tu…lo so che
resterò sempre su questa dannata sedia…
-
Ron! Hermione ti starà accanto comunque…
-
Sono io che non voglio! Non si merita un
uomo a metà… monco nel fisico e nell’animo… lei merita solo il
meglio! – Gridò
rabbioso.
Ginny gli tirò un sonoro schiaffone, che lasciò sconvolti
i due ragazzi.
-
Non puoi decidere tu del suo cuore… non lo
hai mai fatto e mai lo farai! Io vado a cercarla! – Era a dir poco furente,
come non faceva a capire che è proprio comportandosi da egoista non avrebbe
risolto nulla e ferito ancora di più la ragazza che amava.
Nemmeno il tempo di aprire la porta, che la figurina di
Hermione le si parò davanti, timida e
impacciata.
-
Herm…
-
Gin… - Si sorrisero dolcemente.
-
Entra…
-
Emh…ecco sì… io vorrei parlare con Ron… da
sola. – La
rossa annuì e con un cenno del capo fece segno a Harry di seguirla. Gli attimi
che si avvicendarono, furono i più tesi e lunghi delle loro vite.
Ron la contemplava in silenzio, come fosse una dea. Poche
ore non la aveva vista e già le mancava
disperatamente.
-
Ron… -
Nessuna risposta. Per cosa dire poi? L’imbarazzo e il senso di colpa pesavano come macigni.
-
Sono andata in biblioteca e mi sono
informata. – Non avrebbe mai immaginato di sentirsi dire una cosa simile in
quel momento.
-
C… cosa? – Lei gli fece cenno di tacere.
Ora lui la fissava come un animale strano.
-
Esistono cure molto efficaci all’ Innerva
Glacius… sono un po’ lunghe e fastidiose, ma possono risolvere il problema.
Dovremmo provarle un po’ tutte… sai com’è, meglio non lasciare nulla
d’intentato. Tornerai a correre in men che non si dica. Parola di Hermione Jane
Granger! – Esordì con un timido
sorriso. Ron era completamente allibito. Non solo Hermione era corsa in
biblioteca nelle sue condizioni
per lui e non si era persa d’animo, aveva addirittura
fatto capire chiaramente che non lo odiava.
-
Quindi non mi odi?
-
Cosa? Che razza di domanda
è?
-
Insomma ti ho trattato una pezza e fatto
stare male… - Lei sorrise.
-
Mi sento molto in debito con te, e non mi
perdono per ciò che ho fatto… imperio o no. Solo che stare a crogiolarmi nel
rimorso e nel dolore non serve a nulla. Se posso fare qualcosa… per
aiutarti… - Aveva abbassato lo sguardo. Era sempre la stessa coraggiosissima
grifondoro, pronta a dare tutto e a farsi in quattro per le persone che
ama.
“ Mi ama…” Questo pensiero semplice e tanto
sconvolgente, scosse Ron dal profondo, poi lo sguardo cadde sulle sue gambe
inermi.
“
Non posso cedere… mi vuole aiutare ok… ma non posso e non devo legarla a me.
Alla mia vita a metà.”
La mora si era avvicinata piano al ragazzo, chinandosi su
di lui e stringendogli le mani.
Aveva una tremenda voglia di baciarlo, di cancellare con
un piccolo gesto d’amore tutto il dolore e la tensione accumulata. Si avvicinò
piano, socchiudendo le palpebre e protendendo le labbra. Al ragazzo mancò un
battito. “ Oddio mi vuole baciare… cosa
faccio? Lo aspetto da una vita… no, non posso cedere e illuderla… devo resistere
per il suo bene.”
Arrivata ad un passo dalle sue labbra, Ron le voltò il
viso e lei finì per baciargli la guancia.
Espressioni di confusione e delusione nel suo volto. “ Non mi vuole.”
-
Co… cominciamo con calma ti va? –
Domandò piano “ Falso, stupido
idiota…”
-
Sì… credo tu abbia ragione…
scusa. -“ Perché fa così?”
-
Non hai nulla da scusarti, è
che sono ancora un po’ scombussolato. –
-
Mmh…
già.-
Rimasero in silenzio per interminabili
minuti.
-
Credo che non sia una cattiva idea abitare
insieme. – Esordì la mora. Ron per poco non si strozzava con la saliva. Non
si era ancora ripreso dallo schok del bacio, figuriamoci il solo immaginarsi in
una casa insieme a lei tutto il giorno e la
notte.
-
Cosa?
-
Sì hai capito bene. Per effettuare le tue cure hai bisogno di avere una persona
accanto ventiquattro ore su ventiquattro.
-
Credevo di tornare alla tana…
- Non è possibile
creare punti di smaterializzazione interna alla tana e lo sai… come faresti a
muoverti liberamente? Sì, c’è tua madre e tuo padre… ma ricordiamo che non sono
più ragazzini e poi vuoi togliergli un po’ di pace, dopo che sono riusciti ad
accasare quasi tutti i figli? – Aveva parlato a raffica con un tono di voce
e argomentazioni inattaccabili. Il ragazzo era meravigliato da cotanta abilità
oratoria.
- Herm, ma il tuo appartamento e il
lavoro? – Lei fece un gesto come a voler scacciare via
una mosca.
-
Mi licenzierò dal ministero… ho capito
che non è la mia strada. Ho messo da parte un bel gruzzoletto e poi ho talmente
di quelle ferie arretrate che potrei non lavorare per anni. – Il rosso sgranò gli occhi. Tutte quelle rivelazioni lo stavano
shockando sempre più.
-
E cosa avresti intenzione di fare
poi?
- Beh prima
risolviamo il tuo problemino e poi credo che mi impegnerò per diventare Auror
della sezione “ Ricerca e annullamento fatture”. - Abitare insieme? Problemino? Auror?
Il ragazzo era letteralmente sconvolto e di tutto questo
la riccia se ne accorse.
-
Scusa… non volevo essere precipitosa… non ti
ho chiesto nemmeno se eri d’accordo… ah se vuoi possiamo utilizzare casa mia,
non c’è problema… sempre da amici è ovvio… ecco io credevo solo fosse una cosa
intellig… - Ma Ron non le diede tempo di finire, la tirò giù per un braccio
e la strinse forte sul suo petto. Dopotutto non era una cattiva idea. Pensando
con la calma e logicità la soluzione era perfetta. Non sarebbe stato di peso ne
alla famiglia ne a Harry e Ginny; in più vivere con lei era sempre stato il suo
sogno… anche se non l’aveva immaginato proprio così. “Speriamo non si riveli troppo complicato o
imbarazzante.”
-
Grazie Mione…
-
Allora accetti? – Chiese, districandosi
un po’ dall’abbraccio.
-
Certo. Così avrò l’occasione di
schiavizzarti un po’. – Si morse la lingua istantaneamente. “ Che idiota… ma che cavolo le dico! Che
figura di m…”
-
Mione
scusa.
-
Ho capito cosa intendevi, tranquillo… -
Gli sorrise.
-
E’ passato… come hai detto tu.
No? –
-
Già. – Si strinsero ancora, rimanendo
immersi nella luce del tramonto. Una nuova svolta cominciava nelle loro vite.
Finalmente Ron aveva lasciato da parte il rancore e cominciato finalmente a fare
la cosa giusta.
Dopo quasi tre settimane di degenza al S. Mungo,
finalmente Ron e Hermione erano stati dimessi. Harry e tutta la famiglia Weasley
dopo aver saputo dell’improvvisa decisione di convivere dei due, si era
mobilitata per organizzargli la casa nel modo più comodo
possibile.
Per interi pomeriggi i gemelli e Bill avevano traslocato
le cose d’Hermione nell’appartamento di Ron, comprese tre librerie
mastodontiche. Invece Ginny, Molly, Fleur, Angelina e Alicia avevano messo a
nuovo la casa… trasformando uno spoglio e squallido appartamento da single in un
accogliente nido per piccioncini. Inutili furono le sfuriate di Ginny sul fatto
che quei due convivevano per esigenze logistiche e non perché stavano insieme.
Si augurava certo che quei due finissero per dichiararsi, ma sapeva che la
rapidità non era il loro forte; aspettava di vedere come la convivenza “forzata”
li avrebbe cambiati.
-
O si sposano o si scannano. – Aveva
detto pacatamente Fleur, dopo una discussione tra donne “Weasley” sull’
argomento. Una verità incrollabile, quei due erano “troppo” in tutti i sensi.
Sarebbero sopravvissuti ad una convivenza? Mamma Molly dava per scontato che si
sarebbero dichiarati in pochi mesi e sposati, per poi renderla felice sfornando
una decina di bimbi dai capelli rossi.
Alicia e Angelina erano assolutamente d’accordo con la
suocera, perlomeno così si sarebbe concentrata sui novelli sposi lasciando stare
loro. Infatti non passava giorno che Molly non facesse notare alle due che
“sarebbe stato carino” se avessero fatto altri cinque o sei bambini. Fleur che
di bambini già ne aveva quattro non si poteva certo lamentare, a lei piacevano
da morire e poi poteva agghindarli come tante principessine e piccoli lord. I
ragazzi Weasley oramai avevano abbandonato le speranze su Ron. “Troppo scemo!”,
aveva decretato George mentre Charlie e Bill insistevano che almeno lui si
doveva godere la vita e fare carriera. Una moglie e dei bambini così giovane
erano solo d’intralcio.
Arthur invece era convintissimo che Ron avrebbe ceduto
alla piccola Hermione. “Non c’è storia quando vedi una bella donna, cucinare per
te rivolgendoti un sorriso innamorato.
Altro che single a vita!”
Dopo
scommesse varie e traslochi epici la casa era bella e pronta per i nostri sopravvissuti. Hermione aveva confessato
più volte a Ginny e Angelina di essere al settimo cielo. Non solo per la
convivenza con Ron, ma per il fatto che aiutarlo sarebbe stata una sfida con se
stessa. Ed era proprio ciò di cui aveva
bisogno.
Invece il giovane Weasley era a dir poco terrorizzato. Al
solo pensare di essere sotto lo stesso tetto di Hermione, il cuore gli saliva in
gola e il sangue fluiva a basso ventre.
-
Santo Merlino Harry! Come
faccio se becco Hermione in camicia da notte o ancora peggio.
-
Nulla che fai? Te l’ammiri o le salti addosso, no? Che sia questa
la soluzione al tuo problema? – Rise di gusto il moro, guadagnandosi un
cuscino in faccia dall’ amico.
-
Bei consigli
cretino!
-
Ron dai… avete convissuto tutte
le estati alla tana, non mi pare ci siano stati grossi problemi di controllo
no?
-
Bella forza eravamo una caterva
di noi! E poi Hermione era una bambina, non la vedi ora… quelle gambe quelle
tet..
-
Stop! So anche io che è un bel pezzo di
strega, ma non mi va che ne parli in questi termini, per me è come una
sorella. – Rispose sdegnato il moro.
-
Ok Potty! Ma allora come faccio
a resistere? Lo sai non sono bravo in questo
campo.
-
Ma scusa… perché resistere? Vi
amate, andrete a vivere insieme… non vedo dove sia il
problema.
-
Il problema è che ho le gambe
paralizzate. Non voglio che lei debba prendersi cura di me a
vita!
-
Ah già l’orgoglio
maschio.
-
Ma che orgoglio e orgoglio è una questione
di logica… anche volendo fare emh… sesso come potrei… - Disse scemando pian
piano il volume della voce. Harry si spanciava dalle risate.
-
Beh la fai sedere a cavalcioni su di te, la
terza gamba dovrebbe funzionarti ancora e beh… poi sai come si fa no? – Ron
lo fissava allibito, non ci aveva mai pensato.
“
Oddio ma che penso! Non devo fare sesso
con Hermione… io oddio!” Le immagini sensuali della
ragazza, seduta su di lui… nella sua mente, erano vivide e quasi
palpabili.
-
Ron non è più il tempo di farsi
problemi… avete bisogno l’uno dell’altra, possibile che la storia di Jacob non
vi abbia insegnato nulla?
-
Ma
Harry…
-
Basta coi ma… fa la cosa giusta… e sai anche
tu che non è starle lontano. – Detto questo uscì dalla stanza, lasciando che
il ragazzo riflettesse.
Il sole moriva piano, spargendo i suoi toni sanguigni nel
cielo londinese di febbraio. Un freddo pungente lambiva i corpi dei ragazzi.
Ginny e Harry si erano offerti di scortare i due verso l’abitazione. Ron sperava
ardentemente che non ci fosse nessuna festa di ben tornato. Si sentiva troppo a
disagio nelle sue condizioni. Hermione camminava al suo fianco con la mano
posata sulla sua spalla, parlando distrattamente con Gin. Era imbacuccata fino
al naso ma a lui sembrava stupenda lo stesso.
Harry per tutto il tempo aveva tenuto un’aria raggiante e
uno stupido sorrisino beota sul viso. Non lo dava a vedere, però lui era
sicuramente il più felice di tutti. I suoi amici erano salvi, tra poco si
sarebbe sposato… cosa chiedere di più.
Arrivati all’appartamento Ron notò subito che qualcosa
non andava.
-
Hei ma dove sono le mie
piante!-
Al posto della solita jungla selvatica, c’era un
curatissimo giardino, che a tutti ricordò quello dei
Drusley.
-
Non lo curavi prima, figurati adesso… non
vorrai che Hermione faccia anche da giardiniere, deve già prendersi cura di una
piaga come te. – Sbottò Ginny, in tono scherzoso. Il fratello borbotto cose
incomprensibili arrossendo.
-
Ecco a voi! – Potter porse ai due le
chiavi di casa, con sotto il ciondolo dello ying e dello yang. La mora gli
sorrise grata. Una volta Harry durante una loro sfuriata, li aveva paragonati a
quel simbolo. Diversi e incompatibili ma uniti insieme una forza
indistruttibile. Hermione aveva sempre adorato quella definizione del loro
rapporto.
-
A te l’onore padrone! – Disse porgendole
al rosso, cha aprì piano come se stesse disinnescando una
bomba.
-
Vai tranquillo, non ci saranno parenti che
sbucano dal divano. – Canzonò Ginny. Ed infatti era così. Il piccolo
soggiorno era vuoto, ma arredato in modo
delizioso.
-
Ma questa… - I due ragazzi erano
sconvolti, non se la ricordavano certo così casa di
Ron.
-
Pensavi che avremmo lasciato quel porcile?
Hermione è una ragazza. Non è giusto che viva secondo i tuoi modi barbari, per
questo abbiamo adattato la casa anche a
lei.-
Sentenziò soddisfatta la rossa. Aveva fatto il diavolo a
quattro per convincere la mamma e le cognate a creare un’atmosfera sobria e non
un macello di cose da sposina.
-
Ragazzi non dovevate… io non voglio essere
di intralcio, togliendo a Ron le sue abitudini. – Sussurrò sinceramente
imbarazzata. Il rosso la guardò con dolcezza, stringendole poi una
mano.
-
Mione va benissimo così. Mi piace tanto
questo nuovo stile… e poi vuoi mettere che non ho dovuto alzare nemmeno un
dito. – Tutti risero di gusto e finalmente si rilassarono. Hermione deliziò
i presenti con la prima cenetta della nuova
casa.
Chiacchiere e scherzi come ai tempi di Hogwarts. Era così
bello stare li ancora una volta tutti insieme.
-
Beh si è fatto tardissimo!
Domani ho la prova dal parrucchiere e devo ordinare i fiori in
chiesa.
-
Già… io devo andare a compilare
altre due scartoffie e ritirare il mio abito.
Esordirono i quasi coniugi Potter.
-
Non ti biasimo amico… Gin è una piaga quando
ci si mette.
-
Hei! Fosse per me mi sposerei
in jeans e scarpe da ginnastica… è mamma che vuole tutta la cerimonia come si
deve.
-
Effettivamente, anche io non vedo l’ora di
poterti ammirare nel tuo favoloso abito. – Disse raggiante la mora, mentre
Harry già sognava di sfilarglielo da dosso.
-
Terra chiama Potter! So che quegli occhietti
bramosi sono perché stai pensando cose oscene di mia sorella… perciò ti
consiglio di darti una calmata! – Sbottò Ron fintamente arrabbiato. Risero
tutti sonoramente.
-
Allora andiamo, buonanotte e
per qualsiasi cosa chiamate.
-
Ok… - Risposero i ragazzi all’
unisono.
Una volta chiusa la porta erano tornati i soliti Ron e
Hermione. Troppo imbarazzati per guardarsi in
viso.
-
Beh ecco… io vado a sistemarmi
e poi vengo a darti una mano.
“
oddio vuole darmi una mano a lavarmi, ma
è matta?”
-
N… non ce ne bisogno Mione, posso fare da
solo. – Lei lo guardò tranquilla.
-
Lo so. Intendevo una mano per
metterti a letto. Harry ha detto che puoi smaterializzarti ovunque in casa e il
tuo bagno è stato organizzato in modo che puoi lavarti anche stando sulla
sedia.
-
Ah… “ Peccato già mi immaginavo mentre mi
insaponava la schiena… pervertito! Che vai a pensare…! Calma e sangue freddo
Ron! Sei un capitano Auror!”
Dopo mezz’ora Ron era pronto per andare a letto. Pigiama
e capelli puliti.
-
Posso?
-
Certo…
vieni.
Hermione entrò in punta di piedi. Indossava una camicia da notte bianca,
semplice. Ron inghiottì il vuoto ammirandola “ Semplicemente…wow!”
-
Trovato il bagno di tuo
gradimento?
-
S…sì. – Il rosso notò che Hermione
indossava solo le mutandine sotto la camicia e vedendola avvicinarsi poteva
scorgere chiaramente le sue curve morbide.
-
Allora a nanna Mr Weasley! – Con
gentilezza scoprì le coperte e con un fluido movimento di bacchetta fece
sollevare Ron.
Non poteva auto-lievitarsi da solo, perciò alla ragazza non costava nulla
metterlo a letto, anzi. Rimboccate le coperte, Hermione lo guardò con un sorriso
triste. La tensione nella stanza era alle stelle. I loro battiti cardiaci si
sentivano forti come cannonate. “ Chiedimi di restare amore mio…” , “ Come vorrei rimanesse qui…” . Purtroppo rimasero solo desideri
inespressi.
-
Allora
buonanotte.
-
Già buonanotte. – Hermione spense la
luce ed uscì delusa. Ron si sistemò meglio e sospirò affranto.
“
E’ più dura del previsto.” Il
pensiero comunque dei due, mentre la notte l’inghiottiva nel tepore delle pareti
di casa Weasley.
Ed eccomi di nuovo qui.
Piaciuta la sorpresa della convivenza tra Ron/herm?Spero di sì… come si denota
questo è un capitolo di transizione dove si spiegano sì le cose accadute e il
dolore dei vari personaggi… ma è anche una svolta grande nelle vite dei
personaggi. Non so se ho reso bene l’idea… ma non mi andava che ron e herm una
volta finito tutto si guardassero in faccia e puff! Come non fosse successo
nulla… tutti e due hanno subito traumi profondi. Hermione reagisce bene,
(stranamente visto che a mio parere il peggio l’ha avuto lei) mentre Ron la
prende male… perché essendo un po’ paranoico di suo… non considera nemmeno che
alla sua condizione esiste una soluzione…. Vabè ognuno la pensa come vuole XDXD
e ora passiamo agli special thanks:
francy: Non disperarti
per Ron… anzi tifa per lui e vedrai! Grazie tesora per essermi sempre di
sostegno *_*
Daniel: Non so se
questo chap possa considerarsi romanticoso XD Decidi tu… grazie bella di nonnina
tua per esserci sempre. Ti adoro *_* la dedica era d’obbligo.
Edvige: C’hai preso su
Ron/herm… ora c’è la nostra miss i know it all che si prenderà cura del nostro
bel rossino*______* Sono contenta che la morte di Jacob ti abbia fatto esultare
allegramente… quando la scrivevo mi immaginavo la tua faccia XDXD Sei troppo un
mito tesora mia e grazie per esserci sempre.
Diletta: Ma no 3o 4 capitoli sono per
evolvere ogni punto della storia… figurati che mi han chiesto un sequel… ma no
credo proprio lo farò XDXD E’ stata impegnativa questa ff anche se non mi è
piaciuta moltissimo..grazie per seguirmi sempre. *_* Sei
grandiosa.
FunnyNurse: i tuoi complimenti e il tuo appoggio
sono graditissimi e mi lusingano dal profondo… detti da una grande scrittrice di
ff come te *_* Grazie!!! Spero che anche questo cap ti sia piaciuto e non ti
abbia fatto pentire su di me XDXD Fammi sapere bacissmi
karmy
Robby: XD Il party per
festeggiare la morte di jacob sarà per domenica ci sei? XDXD Sono contenta che
ti piacciano Harry e Ginny e i miei incantesimi… la grande mamma Row mi ispira
ç______ç XD Vabè spero che questo cap ti piaccia lo stesso… e ti induca a
seguirmi ancora. Ps la dedica era d’obbligo anche per te.
Vero: piaciuto questo
cap? Grazie per esserci sempre… **
Hermron: Eccoti il
seguito, che te ne pare? Spero di non averti deluso. Baci
karmy.
Lilian: Beh il
matrimonio di Ginny ci sarà in tutto e per tutto non voglio trascurarlo… credo
proprio che non manca molto… spero che questo cap ti sia piaciuto... un bacione
karmy.
Goldfish: Non mi sembra
di aver scritto un capitolo ipoglicemico XD Solo un pochino spero che non ti
abbia deluso…. Ç_ç volevo far procedere le cose tra i due con calma…anche se
vivere insieme non mi sembra proprio andare piano XDXD Fammi sapere se questo ti
piace.. Fissoli karmy.
Herm89 & Ron 91:
Beh sono cattiva certo…ma gli imprevisti fanno parte della trama e poi è giusto
descrivere di protagonisti che hanno anche momenti di disperazione. Spero
continuerete a seguirmi, leggete e non resterete delusi… spero
XD
E con questo è tutto..
al prossimo cap… spero di aggiornare al più presto perdonoooooo ç________ç