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Autore: millyray    07/09/2012    3 recensioni
Ariel Martinez arriva ad Hogwarts per frequentare il quarto anno. Ma sembra nascondere un segreto, oltre al fatto che deve aiutare Harry Potter a sconfiggere il Signore Oscuro. Chi è in realtà? Da dove viene? Chi è la sua famiglia? (Storia ispirata a Came back to the hell di Ino Chan).
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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CAPITOLO TRENTATRE

Da quando Martha si era seduta a tavola per cenare con i suoi vecchi amici ritrovati e con quelli nuovi appena conosciuti, tutti i presenti non avevano fatto altro che sbavarle davanti o guardarla con curiosità. Chi perché la conosceva e la adorava per la sua fama come cantante latino americana conosciuta in tutto il mondo magico e chi, semplicemente, per la sua bellezza. Infatti, nonostante avesse già poco più di trent’anni, era ancora molto bella e di anni ne dimostrava una decina in meno.

I figli Weasley non le avevano praticamente tolto gli occhi di dosso, specialmente Ron e i gemelli. Non potevano crederci di avere davanti, seduta alla loro tavola, una persona così famosa.
Altro che il ministro del mondo magico!!

“Allora, Martha? Che cosa hai fatto in tutto questo tempo?” chiese improvvisamente Malocchio Moody, in tono gentile.
Tutto d’un colpo, quella sera, era diventato dolce e simpatico, pure il suo solito cipiglio duro e impenetrabile si era sciolto per lasciare spazio ad un’espressione serena e cordiale. Un effetto dovuto sicuramente al ritorno della nipote che non vedeva da un sacco di tempo.

“Oh be’, sono stata parecchio in giro per il mondo. Sapete, i concerti, la musica…”.

“E’ vero che ti sei lasciata con quel modello? Come si chiamava? Victor Kummer?” sbottò, improvvisamente, uno dei gemelli, interrompendola.

“Oh sì, be’… non andavamo molto d’accordo”. Rispose lei gentilmente, ma subito abbassò lo sguardo e si morse il labbro. Gesto che non sfuggì a Sirius che la conosceva bene e sapeva che cosa significava.

“Ma il tuo vero nome qual è? Martha o Noelle? Scusami, ma ancora non ho ben capito”. Questa volta fu il Signor Weasley a parlare. Anche lui sembrava parecchio attratto dalla cantante.

Lei, allora, gli fece un sorriso, contenta che non le si chiedesse qualcosa sulla sua vita privata. “Il mio vero nome è Martha Martinez. Noelle è soltanto un nome d’arte. Gli amici mi chiamano Martha”.

“Non capisco, però, questo vizio di cambiare nome quando si diventa una persona famosa. Insomma, alle persone non piace il proprio nome?”

“Sa, signor Weasley”. Cominciò a spiegare lei, allora, molto pazientemente. “Non si tratta di un vizio, a volte è una cosa di convenienza. Può capitare che il nome vero di una persona non attiri il pubblico, insomma, chi ascolterebbe un cantante che si chiama Reginald Dwayer, per esempio. Invece, Elton John attira molto di più. Noelle lo ha scelto il mio produttore discografico perché ha detto che Martha Martinez non significa molto, è un nome piuttosto anonimo.
Guardi, per esempio, anche Marilyn Monroe…”.

“Marilyn chi?”

“Marilyn Monroe! Oh be’, lasciamo perdere”.

“No, dimmi di Marilyn”. La pregò, allora, Hermione che era parecchio interessata al suo discorso. Non era una sua fan, l’aveva soltanto sentita nominare qualche volta, però le sembrava una brava persona. E anche una brava cantante, per quel poco che aveva sentito delle sue canzoni.

“Il vero nome di Marilyn era Norma Jeane”. Continuò perciò la cantante, contenta di potersi distrarre un po’, anche se con discorsi inutili. “Ma chi mai l’avrebbe caga… ehm… badata se avesse mantenuto quel nome. Così è passata alla storia come Marilyn Monroe”.

Quando concluse il discorso, abbassò lo sguardo di nuovo imbarazzata. Non le era mai capitato di sentirsi così, era più agitata che durante un’intervista o un concerto, il cuore le batteva a mille e sentiva i brividi di caldo.
E tutto perché, odiava ammetterlo, c’era Sirius a poca distanza da lei che continuava a guardarla. Anche a lei ogni tanto l’occhio cadeva su di lui, ma subito lo scostava. Se avesse tentato di guardarlo, troppi ricordi le sarebbero tornati a galla, ricordi belli, certo, ma allo stesso tempo dolorosi.

Inoltre, i suoi occhi puntati su di lei la mettevano un po’ in soggezione. Gli occhi grigi di Sirius l’avevano sempre messa in soggezione, sapevano incantarla, ma anche spaventarla a volte, come se guardasse dentro un pozzo di acqua ghiacciata. E le erano sempre piaciuti quegli occhi, proprio per questo.  

Sirius era anche l’unico a essere rimasto in silenzio, oltre ad alcuni ragazzini che la guardavano in modo strano e che le sembravano avere un che di familiare, e il non sapere che cosa stesse pensando le dava ancora di più sui nervi.

“Ma è vero che uno dei tuoi video lo hanno censurato perché ti masturbavi?” chiese di nuovo uno dei gemelli.

“Fred!” lo sgridò la signora Weasley, dandogli una pacca sulla testa per la sua insolenza, ma Martha scoppiò a ridere.

“Oh no, caro. Si dicono tante cose sul mio conto, ma poche di queste sono vere. Hanno persino detto che ho avuto una tresca con l’attuale presidente degli Stati Uniti, ma… oddio! Chi se lo scoperebbe quel vecchio?!”

E tutti scoppiarono a ridere divertiti.

Martha sembrava una ragazza abbastanza allegra, parlava senza problemi di qualsiasi cosa, non si scomponeva e sapeva come attrarre l’attenzione.

Almeno così pareva agli altri.

Ma, molto spesso, le persone nascondono molto di più.

 

 

Non riusciva a dormire quella notte, ma non era una novità. Era capitato più volte che soffrisse di insonnia.

Se ne stava seduta su una delle comode poltrone di Grimmauld Place, accanto al caminetto accesso, a rigirarsi una vecchia fotografia tra le dita.

C’era una tale confusione nella sua testa che non sapeva da che parte iniziare per mettere un po’ di ordine. Così aveva lasciato perdere e stava provando a svuotare del tutto la mente.

Un rumore dietro le spalle la riscosse e, girandosi, vide Sirius appoggiato allo stipite della porta.

“Nemmeno tu riesci a dormire?” gli chiese, tornando a guardare davanti.

“La mia mente non riesce a smettere di pensare”. Le rispose lui, avvicinandosi con passo felpato.

Lei annuì e non gli badò nemmeno quando le si sedette di fronte.

“Vedo che hai ancora quella foto”. Aggiunse, notando la piccola fotografia che la ragazza teneva in mano.

“Non potrei mai separarmene”.

Era una foto piuttosto vecchia e consunta, ancora in bianco e nero, ma Martha teneva a quella più che a qualsiasi altra cosa.
Rappresentava lei quando aveva più o meno quattro anni, abbracciata a sua madre.

“Le somigli molto, lo sai?” fece Sirius, guardandola dolcemente.

“Me lo hai detto un sacco di volte”.

Si, Sirius glielo ripeteva praticamente sempre. Ma questo era stato circa quindici anni fa, quando le cose erano un po’ diverse e quando non era successo niente di tutto quello.

Adesso, invece… be’, adesso erano cambiate un bel po’ di cose, loro prima di tutto. Lei non era più la piccola e spavalda ragazzina che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, non era la piccola Sunshine, come a Sirius piaceva sempre chiamarla e lui non era più il latin lover amato e sognato da tutte le ragazze che lo incrociavano.

Ma non era questo il punto.

Il punto era che… non sapevano nemmeno loro qual era il punto.

“Sai, Martha… ho pensato spesso a te”.

Sì, anche lei aveva pensato spesso a lui, un po’ troppo forse… anche quando credeva di aver smesso, quando credeva di aver versato tutte le lacrime che possedeva per lui, quando lo aveva maledetto e odiato abbastanza per quello che le aveva fatto, anche allora un barlume del suo ricordo continuava a riaffiorarle.

A Londra ci tornava sempre malvolentieri e solo per i concerti, non voleva mai fermarsi un attimo di più.

Almeno fino a quel momento, fino a quando, del tutto per caso, seduta in un bar, non aveva letto sul giornale che Sirius Black era stato scagionato. E allora, una vocina, la stessa vocina che quella sera le aveva consigliato di restare a dormire lì, le aveva detto che doveva rimanere un po’ di più a Londra. Eppure, non aveva mai creduto che un giorno lo avrebbe incontrato di nuovo.
Ma quello stesso giornale le aveva anche fatto sorgere un milione di domande e di dubbi. Avrebbe voluto dei chiarimenti, avrebbe voluto capire tante cose, ma in quel momento… forse doveva capire prima che cosa provava lei.

Sirius era stato l’amore della sua vita.

Questo, almeno, era quello che aveva creduto una ragazzina di quindici anni.

Ma, in fondo, come poteva essere altrimenti se per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa e se sapevano tutto l’uno dell’altra.

Lui sapeva benissimo chi era quella donna nella foto, per questo le diceva sempre che le somigliava tanto, perché sapeva che a lei piaceva sentirlo.
Lui sapeva che vita tormentata e difficile avesse avuto sua madre. Pandora Moody non era mai stata felice, né da bambina, né da adolescente, almeno fino a quando non aveva terminato Hogwarts. Allora aveva conosciuto un ragazzo colombiano che, agli occhi della sua giovane età, le era sembrato il ragazzo perfetto.
I genitori, naturalmente, non approvavano, ma lei finalmente aveva trovato un motivo per essere felice, un motivo per combattere ed opporsi agli ostacoli della vita.

Quando era rimasta incinta di Martha il ragazzo l’aveva persino convinta a scappare in Colombia con lui, promettendole tutto.

Ma le cose, ovviamente, non erano andate così. Sarebbe stato troppo bello.

Solo poco tempo dopo, lui l’aveva tradita con molte altre donne e Pandora si era sentita morire dentro. Era sempre stata una ragazza fragile e, senza l’aiuto dei genitori, faticò a riprendersi.
Anzi, non si riprese affatto.
Quando Martha compì cinque anni, Pandora prese delle pasticche e decise di porre fine alla sua misera vita.
Al fidanzato non importava niente della bambina, così lei tornò in Inghilterra e crebbe con lo zio Alastor che la trattò come fosse figlia sua.

E la crebbe anche piuttosto bene.

Ma le sofferenze della madre, in un certo senso, non avevano risparmiato nemmeno la figlia. Però questa era un’altra lunga e struggente storia.

“Sirius, ci sono delle cose molto difficili da rimettere a posto con delle semplici parole”.

Si alzò dalla poltrona e decise di tornare nella propria stanza.

Aveva delle domande da fare a Sirius, molte domande, ma… non era quello il momento giusto.

Comunque stavano le cose, niente sarebbe più tornato come prima.

 

 

MILLY’S SPACE

Buooooonasera!! Eh, ormai sono diventata una creatura notturna, sembra che trovi tempo per fare le cose solo di notte. Questo succede quando si dorme fino a mezzogiorno.

Allora, come state? Pronti a tornare a scuola o a qualsiasi occupazione abbiate? O forse avete già iniziato?

Be’, non importa… fatevi sentire comunque, lasciatemi qualche recensione. Io non sono molto soddisfatta di questo capitolo se devo essere franca, però conta di più la vostra opinione quindi un paio di paroline possono bastare come commento ^^.

Non vi tratterrò per molto, voglio solo informarvi che, per quelli che non l’avessero notato, ho pubblicato altre due fanfic: una è di Harry Potter (il sequel di S.Potter), si intitola Welcome to my silly life e l’altra è originale (yaoi), You are my sunshine.
Mi piacerebbe che  ci deste un’occhiata.
Inoltre, vi invito ancora a mettere mi piace alla mia pagina Fb:
http://www.facebook.com/MillysSpace

Credo sia tutto per ora…

E vi ricordo ancora…………… RECENSITE!!!!

Grazie e buonanotte a tutti : )

Dalla vostra fedelissima Millyray.

P.S. quasi dimenticavo… volevo fare una piccola precisazione, ma forse lo sapete già. Norma Jeane e Reginald Dwyer sono i veri nomi di Marilyn Monroe ed Elton John… e io li apprezzo molto entrambi. ^^

  
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