CAPITOLO
TRENTATRE
Da
quando Martha si era seduta a tavola per cenare
con i suoi vecchi amici ritrovati e con quelli nuovi appena conosciuti,
tutti i
presenti non avevano fatto altro che sbavarle davanti o guardarla con
curiosità.
Chi perché la conosceva e la adorava per la sua fama come
cantante latino
americana conosciuta in tutto il mondo magico e chi, semplicemente, per
la sua
bellezza. Infatti, nonostante avesse già poco più
di trent’anni, era ancora
molto bella e di anni ne dimostrava una decina in meno.
I
figli Weasley non le avevano praticamente tolto
gli occhi di dosso, specialmente Ron e i gemelli. Non potevano crederci
di
avere davanti, seduta alla loro tavola, una persona così
famosa.
Altro che il ministro del mondo magico!!
“Allora,
Martha? Che cosa hai fatto in tutto questo
tempo?” chiese improvvisamente Malocchio Moody, in tono
gentile.
Tutto d’un colpo, quella sera, era diventato dolce e
simpatico, pure il suo
solito cipiglio duro e impenetrabile si era sciolto per lasciare spazio
ad
un’espressione serena e cordiale. Un effetto dovuto
sicuramente al ritorno della
nipote che non vedeva da un sacco di tempo.
“Oh
be’, sono stata parecchio in giro per il mondo.
Sapete, i concerti, la musica…”.
“E’
vero che ti sei lasciata con quel modello? Come
si chiamava? Victor Kummer?” sbottò,
improvvisamente, uno dei gemelli,
interrompendola.
“Oh
sì, be’… non andavamo molto
d’accordo”. Rispose
lei gentilmente, ma subito abbassò lo sguardo e si morse il
labbro. Gesto che
non sfuggì a Sirius che la conosceva bene e sapeva che cosa
significava.
“Ma
il tuo vero nome qual è? Martha o Noelle?
Scusami, ma ancora non ho ben capito”. Questa volta fu il
Signor Weasley a
parlare. Anche lui sembrava parecchio attratto dalla cantante.
Lei,
allora, gli fece un sorriso, contenta che non
le si chiedesse qualcosa sulla sua vita privata. “Il mio vero
nome è Martha
Martinez. Noelle è soltanto un nome d’arte. Gli
amici mi chiamano Martha”.
“Non
capisco, però, questo vizio di cambiare nome
quando si diventa una persona famosa. Insomma, alle persone non piace
il
proprio nome?”
“Sa,
signor Weasley”. Cominciò a spiegare lei,
allora, molto pazientemente. “Non si tratta di un vizio, a
volte è una cosa di
convenienza. Può capitare che il nome vero di una persona
non attiri il
pubblico, insomma, chi ascolterebbe un cantante che si chiama Reginald
Dwayer,
per esempio. Invece, Elton John attira molto di più. Noelle
lo ha scelto il mio
produttore discografico perché ha detto che Martha Martinez
non significa
molto, è un nome piuttosto anonimo.
Guardi, per esempio, anche Marilyn Monroe…”.
“Marilyn
chi?”
“Marilyn
Monroe! Oh be’, lasciamo perdere”.
“No,
dimmi di Marilyn”. La pregò, allora, Hermione
che era parecchio interessata al suo discorso. Non era una sua fan,
l’aveva
soltanto sentita nominare qualche volta, però le sembrava
una brava persona. E
anche una brava cantante, per quel poco che aveva sentito delle sue
canzoni.
“Il
vero nome di Marilyn era Norma Jeane”. Continuò
perciò la cantante, contenta di potersi distrarre un
po’, anche se con discorsi
inutili. “Ma chi mai l’avrebbe caga…
ehm… badata se avesse mantenuto quel nome.
Così è passata alla storia come Marilyn
Monroe”.
Quando
concluse il discorso, abbassò lo sguardo di
nuovo imbarazzata. Non le era mai capitato di sentirsi così,
era più agitata
che durante un’intervista o un concerto, il cuore le batteva
a mille e sentiva
i brividi di caldo.
E tutto perché, odiava ammetterlo, c’era Sirius a
poca distanza da lei che
continuava a guardarla. Anche a lei ogni tanto l’occhio
cadeva su di lui, ma
subito lo scostava. Se avesse tentato di guardarlo, troppi ricordi le
sarebbero
tornati a galla, ricordi belli, certo, ma allo stesso tempo dolorosi.
Inoltre,
i suoi occhi puntati su di lei la mettevano
un po’ in soggezione. Gli occhi grigi di Sirius
l’avevano sempre messa in
soggezione, sapevano incantarla, ma anche spaventarla a volte, come se
guardasse dentro un pozzo di acqua ghiacciata. E le erano sempre
piaciuti
quegli occhi, proprio per questo.
Sirius
era anche l’unico a essere rimasto in
silenzio, oltre ad alcuni ragazzini che la guardavano in modo strano e
che le
sembravano avere un che di familiare, e il non sapere che cosa stesse
pensando
le dava ancora di più sui nervi.
“Ma
è vero che uno dei tuoi video lo hanno censurato
perché ti masturbavi?” chiese di nuovo uno dei
gemelli.
“Fred!”
lo sgridò la signora Weasley, dandogli una
pacca sulla testa per la sua insolenza, ma Martha scoppiò a
ridere.
“Oh
no, caro. Si dicono tante cose sul mio conto, ma
poche di queste sono vere. Hanno persino detto che ho avuto una tresca
con
l’attuale presidente degli Stati Uniti, ma… oddio!
Chi se lo scoperebbe quel
vecchio?!”
E
tutti scoppiarono a ridere divertiti.
Martha
sembrava una ragazza abbastanza allegra,
parlava senza problemi di qualsiasi cosa, non si scomponeva e sapeva
come
attrarre l’attenzione.
Almeno
così pareva agli altri.
Ma,
molto spesso, le persone nascondono molto di
più.
Non
riusciva a dormire quella notte, ma non era una
novità. Era capitato più volte che soffrisse di
insonnia.
Se
ne stava seduta su una delle comode poltrone di
Grimmauld Place, accanto al caminetto accesso, a rigirarsi una vecchia
fotografia tra le dita.
C’era
una tale confusione nella sua testa che non
sapeva da che parte iniziare per mettere un po’ di ordine.
Così aveva lasciato
perdere e stava provando a svuotare del tutto la mente.
Un
rumore dietro le spalle la riscosse e, girandosi,
vide Sirius appoggiato allo stipite della porta.
“Nemmeno
tu riesci a dormire?” gli chiese, tornando
a guardare davanti.
“La
mia mente non riesce a smettere di pensare”. Le
rispose lui, avvicinandosi con passo felpato.
Lei
annuì e non gli badò nemmeno quando le si
sedette di fronte.
“Vedo
che hai ancora quella foto”. Aggiunse, notando
la piccola fotografia che la ragazza teneva in mano.
“Non
potrei mai separarmene”.
Era
una foto piuttosto vecchia e consunta, ancora in
bianco e nero, ma Martha teneva a quella più che a qualsiasi
altra cosa.
Rappresentava lei quando aveva più o meno quattro anni,
abbracciata a sua
madre.
“Le
somigli molto, lo sai?” fece Sirius, guardandola
dolcemente.
“Me
lo hai detto un sacco di volte”.
Si,
Sirius glielo ripeteva praticamente sempre. Ma
questo era stato circa quindici anni fa, quando le cose erano un
po’ diverse e
quando non era successo niente di tutto quello.
Adesso,
invece… be’, adesso erano cambiate un bel
po’ di cose, loro prima di tutto. Lei non era più
la piccola e spavalda
ragazzina che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, non
era la
piccola Sunshine, come a Sirius piaceva sempre chiamarla e lui non era
più il
latin lover amato e sognato da tutte le ragazze che lo incrociavano.
Ma
non era questo il punto.
Il
punto era che… non sapevano nemmeno loro qual era
il punto.
“Sai,
Martha… ho pensato spesso a te”.
Sì,
anche lei aveva pensato spesso a lui, un po’
troppo forse… anche quando credeva di aver smesso, quando
credeva di aver
versato tutte le lacrime che possedeva per lui, quando lo aveva
maledetto e
odiato abbastanza per quello che le aveva fatto, anche allora un
barlume del
suo ricordo continuava a riaffiorarle.
A
Londra ci tornava sempre malvolentieri e solo per
i concerti, non voleva mai fermarsi un attimo di più.
Almeno
fino a quel momento, fino a quando, del tutto
per caso, seduta in un bar, non aveva letto sul giornale che Sirius
Black era
stato scagionato. E allora, una vocina, la stessa vocina che quella
sera le
aveva consigliato di restare a dormire lì, le aveva detto
che doveva rimanere
un po’ di più a Londra. Eppure, non aveva mai
creduto che un giorno lo avrebbe
incontrato di nuovo.
Ma quello stesso giornale le aveva anche fatto sorgere un milione di
domande e
di dubbi. Avrebbe voluto dei chiarimenti, avrebbe voluto capire tante
cose, ma
in quel momento… forse doveva capire prima che cosa provava
lei.
Sirius
era stato l’amore della sua vita.
Questo,
almeno, era quello che aveva creduto una
ragazzina di quindici anni.
Ma,
in fondo, come poteva essere altrimenti se per
lui avrebbe fatto qualsiasi cosa e se sapevano tutto l’uno
dell’altra.
Lui
sapeva benissimo chi era quella donna nella
foto, per questo le diceva sempre che le somigliava tanto,
perché sapeva che a
lei piaceva sentirlo.
Lui sapeva che vita tormentata e difficile avesse avuto sua madre.
Pandora
Moody non era mai stata felice, né da bambina, né
da adolescente, almeno fino a
quando non aveva terminato Hogwarts. Allora aveva conosciuto un ragazzo
colombiano che, agli occhi della sua giovane età, le era
sembrato il ragazzo
perfetto.
I genitori, naturalmente, non approvavano, ma lei finalmente aveva
trovato un
motivo per essere felice, un motivo per combattere ed opporsi agli
ostacoli
della vita.
Quando
era rimasta incinta di Martha il ragazzo
l’aveva persino convinta a scappare in Colombia con lui,
promettendole tutto.
Ma
le cose, ovviamente, non erano andate così.
Sarebbe stato troppo bello.
Solo
poco tempo dopo, lui l’aveva tradita con molte
altre donne e Pandora si era sentita morire dentro. Era sempre stata
una
ragazza fragile e, senza l’aiuto dei genitori,
faticò a riprendersi.
Anzi, non si riprese affatto.
Quando Martha compì cinque anni, Pandora prese delle
pasticche e decise di
porre fine alla sua misera vita.
Al fidanzato non importava niente della bambina, così lei
tornò in Inghilterra
e crebbe con lo zio Alastor che la trattò come fosse figlia
sua.
E
la crebbe anche piuttosto bene.
Ma
le sofferenze della madre, in un certo senso, non
avevano risparmiato nemmeno la figlia. Però questa era
un’altra lunga e
struggente storia.
“Sirius,
ci sono delle cose molto difficili da
rimettere a posto con delle semplici parole”.
Si
alzò dalla poltrona e decise di tornare nella
propria stanza.
Aveva
delle domande da fare a Sirius, molte domande,
ma… non era quello il momento giusto.
Comunque
stavano le
cose, niente sarebbe più tornato come prima.
MILLY’S
SPACE
Buooooonasera!!
Eh, ormai sono diventata una creatura
notturna, sembra che trovi tempo per fare le cose solo di notte. Questo
succede
quando si dorme fino a mezzogiorno.
Allora,
come state? Pronti a tornare a scuola o a
qualsiasi occupazione abbiate? O forse avete già iniziato?
Be’,
non importa… fatevi sentire comunque, lasciatemi
qualche recensione. Io non sono molto soddisfatta di questo capitolo se
devo
essere franca, però conta di più la vostra
opinione quindi un paio di paroline
possono bastare come commento ^^.
Non
vi tratterrò per molto, voglio solo informarvi che,
per quelli che non l’avessero notato, ho pubblicato altre due
fanfic: una è di
Harry Potter (il sequel di S.Potter), si intitola Welcome
to my silly life e l’altra è originale
(yaoi), You are my sunshine.
Mi piacerebbe che ci
deste un’occhiata.
Inoltre, vi invito ancora a mettere mi piace alla mia pagina Fb:
http://www.facebook.com/MillysSpace
Credo
sia tutto per ora…
E
vi ricordo
ancora……………
RECENSITE!!!!
Grazie
e buonanotte a tutti : )
Dalla
vostra fedelissima Millyray.
P.S.
quasi dimenticavo… volevo fare una piccola
precisazione, ma forse lo sapete già. Norma Jeane e Reginald
Dwyer sono i veri
nomi di Marilyn Monroe ed Elton John… e io li apprezzo molto
entrambi. ^^