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Autore: MudbloodLily    08/09/2012    6 recensioni
Hermione guardava Severus dall'altro lato della sala grande.
Impossibile, pensò, ancora non poteva crederci.
L'aveva visto morire sotto i suoi occhi nella Stramberga, non poteva essere ancora lì.
E' il prima volta che scrivo una Severus/Hermione, siate clementi!
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 3
San Julian

Caro Ron,
devo partire. Lo so, sono appena arrivata e già me ne devo andare, ma ieri la McGranitt ha convocato Piton e me nel suo studio. Pensavamo fosse un'altra riunione dell'Ordine, ma invece era per affidare un incarico soltanto a noi due.
Dovremmo portare qui a Hogwarts alcuni libri per la biblioteca che con la guerra sono andati distrutti. Sono davvero molto contenta che la preside abbia scelto me.
Pernotteremo per almeno un mese a San Julian, in Spagna. Non so se da lì potrò spedirti lettere, ma tu manda Leo quando vuoi. Mi fa sempre piacere vedere che pensi a me.
Salutami tanto Harry, mandagli un abbraccio e scusati da parte mia se non sono riuscita a scrivergli.
Sono appena uscita dall'ufficio della McGranitt e devo ancora preparare tutto.
Quando questo mese passerà, ci sarà la prima uscita a Hogsmeade ed ehi, mi avevi promesso che ci saremmo andati insieme.
Non vedo l'ora!
Mi manchi...
Tua, Hermione.
 
Ps. Sono andata in biblioteca per saperne di più sui veleni di serpente. Ho intenzione di scoprire il segreto di Piton.
Ps.2 ah e non temere per me! Sarò comunque con un professore!
 
Rilesse ciò che aveva scritto due volte e, anche se imbarazzata per il "mi manchi", la spedì.
Ora doveva correre. Aveva da preparare il baule, andare in biblioteca e dare la notizia a Ginny, oltre che ai suoi.
 
Recandosi in biblioteca, decise di prendere "Paesi di maghi nel mondo". Come pensava, San Julian era un paese di soli maghi molto antico. Era stato fondato da un gruppo di stregoni che, vagando in cerca di un luogo dove stare, si trovarono di fronte quest'immensa radura. Si stabilirono là, dove accoglievano di buon grado tutti i maghi che passavano.
Ovviamente, il paese era invisibile ai Babbani.
Non era segnato sulle cartine e se qualcuno ci si fosse imbattuto, si sarebbe trovato catapultato direttamente alla fine del bosco, come se non lo avesse neanche visto o attraversato.
La locanda dove avrebbero alloggiato era situata nel punto più antico del paese. Un buon punto di partenza per le loro ricerche.
Si alzò e si diresse verso la zona degli animali magici. Prese il libro di pozioni avanzate, "Combattere i veleni", ed iniziò a sfogliarlo. 
Niente.
Decise così di entrare nel reparto probito. Se non avesse trovato nulla là, allora sarebbe stato sicura della bugia di Piton
 
- I veleni di serpenti non sono del tutto incurabili. Esistono alcuni che, anche se velenosi, possono essere in parte curati da alcune pozioni, anche se queste sono estramamente complicate ed un solo sbaglio potrebbe portare ad una morte ancora più dolorosa di quella afflitta dal morso stesso.
Altri veleni, però, sono del tutto letali. Per esempio il veleno di pitone, come quello del cobra. Possiamo paragonarli al veleno di un Basilisco, i cui poteri portano ad una morte certa.
 
Mentre preparava il suo baule, Hermione pensava a quello che aveva letto. Sapeva di aver fatto un passo avanti nella sua ricerca, anche se non capiva ancora bene il perchè.
 
La mattina seguente, la ragazza si fece trovare davanti al gargoyle con un quarto d'ora d'anticipo. 
Non se l'era sentita di recarsi direttamente nell'ufficio di Piton, non sapendo se il professore era già pronto.
Si ritrovò, così, ad aspettare in piedi per circa quindici minuti da sola, con un gran baule ai suoi piedi ed il suo zainetto sulla spalla. 
Ovviamente, era solo una copertura. Anche quello era dotato di un incantesimo estensibile irriconoscibile e pieno zeppo di libri.
Quando finalmente Piton arrivò, Hermione era più tesa che mai.
Notò che con se non aveva nulla, il che voleva dire che aveva tutto nel suo mantello.
«Buongiorno professore. Sono venuta qui con un po' di anticipo. Avevo davvero paura che lei mi rimanesse qui!»
«Ci avevo sperato».
Un buongiorno piuttosto rassicurante, pensò Hermione. 
«Biscotti scozzesi».
Il gargoyle si aprì e i due salirono.
Tutti i presidi alle pareti erano caduti in un finto sonno russante. Silente, invece, li guardava con i suoi occhi penetranti.
«Buongiorno ragazzi. Vi ho fatto salire la colazione qui. Fate pure con comodo, la passaporta partirà fra 10 minuti».
Mangiarono e poi si riunirono intorno ad una ciotola di vetro.
Un ultimo sguardo all'ufficio e loro si ritrovarono in Spagna, nel piccolo paesino.
Da dove erano arrivati, si vedeva ben poco, ovviamente. Erano "cascati" in una parte un pò più isolata, completamente verde.
Davanti a loro, un ometto piccolo e calvo sorrideva calorosamente, avvolto nel suo mantello porpora.
«Buongiorno! Voi dovete essere i nostri ospiti provenienti da Hogwarts».
Parlava un inglese con un forte accento spagnolo.
«Io sono Pablo, voi ovviamente siete il professor Severus Piton e la signorina Hermione Granger. Vi porterò per il villaggio, bisogna fare un pò di strada da qui, per arrivare alla locanda».
Senza dar loro il tempo di parlare, incominciò a camminare a passo svelto.
Hermione era eccitatissima. Scoprì che una volta arrivati al cuore di San Julian, il paese prendeva vita. 
C'erano molte vie ed in ognuno di queste dei negozi affascinanti. 
La ragazza vide anche una piccola bottega chiamata "La magia delle streghe", dove si vendevano accessori per le streghe che volevano essere più alla moda.
Una piccola biblioteca sorgeva in un angolo dimenticato della via che stavano percorrendo, annunciata soltanto da un cartello sbilenco. 
Nonostante le condizioni dell'ingresso, però, era molto affollata.
Hermione era così emozionata che guardò Piton con un sorriso. Il suo compagno, tuttavia, non si poteva definire così entusiasta.
Era come macchia nera che si faceva spazio tra mille mantelli colorati.
Dopo 10 minuti di cammino, in cui tutti i passanti avevano salutato Pablo e chiesto chi erano i suoi nuovi ospiti, arrivarono alla locanda.
"L'incontro" si poteva definire un Paiolo in miniatura.
Rigorosamente cadente, sembrava star su per magia. Era altissima e strettissima e, anche se era priva di camere che sembravano sospese nel nulla, a Hermione ricordò un pò la Tana.
Si poteva incontrare gente di ogni tipo ed era sempre affollato. 
Pablo li condusse verso una scaletta un pò nascosta alla fine della stanza.
«Salite, salite. Le vostre camere sono la 13 e la 14. Sono comunicanti. Le abbiamo scelte così perchè arrivando insieme non sapevamo se avreste voluto qualcosa di...»
«Oh no, grazie. Va benissimo così».
Diede loro le chiavi, li salutò e si diresse al piano inferiore.
«Bene, Granger, sappi che quella porta deve rimanere assolutamente chiusa. Non voglio che tu la aprà per nessun motivo. Se dovrai chiedermi qualcosa, busserai alla porta principae ed io, se lo riterrò opportuno, ti aprirò. Spero di essere stato chiaro».
Hermione annuì.
Si sentiva sempre una scolaretta di fronte a lui, anche ora che avrebbero dovuto lavorare insieme.
Era ora di fargli capire che quel tono, fuori scuola, non sarebbe stato necessario usarlo.
«Severus...»
«Come?»
«Severus»
«No, Granger, non ci siamo capiti. Rimango sempre un tuo professore, fuori o no le mura di Hogwarts».
«Ma ora dobbiamo lavorare insieme, pensavo fosse opportuno avere un tono confidenziale almeno durante le ricerche...»
«Pretendo rispetto».
E, non sapendo più cosa dire, aprì la porta e scomparve svolazzando nella sua stanza.
Entrando anche la ragazza nella sua, pensò che anche se quella era solo la sua prima mattina lì, si sentiva già esausta pensando a tutto quello che avrebbe dovuto affrontare.
Il problema non erano i libri da trovare. 
Il problema era Piton, ed il suo orribile modo di comportarsi con lei.
  
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