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Autore: HystericalFirework    08/09/2012    4 recensioni
Merlino, tu lo ami! E’ sempre stato così, era scritto, era destino.
E allora perché sente un vuoto che le consuma l’anima? Perché dal quarto anno, non ricorda esattamente come o perché, una parte del suo cuore è stata cancellata, e al posto di essa è rimasto solo un vuoto sordo e senza motivo?
Hermione Granger cammina per i corridoi di Hogwarts, con il cuore impolverato e una pila di libri stretta al petto, quando scappa in giardino senza motivo apparente, con le lacrime che si gelano sul volto.
[...]
E la domanda si trasforma, come tutte le volte in cui lui chiude gli occhi.
La domanda non è più “Chi è Draco Malfoy?” .
La domanda è “Chi sarebbe ora Draco Malfoy se…?” .
Se , che cosa?
Se non avesse cancellato l’unica parte bella della sua vita?
Che poi, lei non si poteva definire esattamente parte della sua vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Hermione tira Draco per una manica e lo conduce in un vicolo antistante al locale.
- E adesso cosa facciamo?- lui la guarda perplesso, poi un sorriso sornione compare sul suo viso pallido.
- Diamole quello che vuole.
- Ovvero?
- La notizia, lo scoop che lei non si aspetterebbe mai. E poi ce ne andiamo. Ho un posto molto più interessante dove portarti.
- E’ una follia.
- Su, Hermione. E’ solo una pettegola, vuole qualcosa di cui sparlare.
- E’ molto più che una pettegola.
- Non credo… perché lo pensi?
- Lei… ha una relazione segreta con Ron. L’ho scoperto stamattina, ecco perché ero in ritardo all’appuntamento.
- Oh. Mi dispiace- il ragazzo si lancia nel gesto meno probabile di tutti: la abbraccia stretta. Hermione rimane di stucco, poi lo guarda. Occhi di pietra screziati di cielo.
- Tranquillo, io… sto bene- ed è vero.
- Ascolta, io sarò un po’ Grifondoro se tu sarai un po’ Serpeverde, okay?
- Cosa intendi?
- Facciamo salire il veleno in gola a quella stronza, poi prometto di portarti in un posto il più lontano possibile da lei- Draco la prende per mano e la trascina fuori dal vicolo.
- Prendimi sottobraccio- le sussurra avvicinando le sue labbra all’orecchio di lei.
Hermione avvampa, ma segue le istruzioni del ragazzo.
- Sai, una volta Lavanda ci ha provato con me e io le ho regalato una cioccorana dicendo che erano simili- la Grifondoro scoppia a ridere e Draco la guarda con soddisfazione.
Quando sono praticamente davanti al locale, il ragazzo si avvicina all’orecchio di Hermione e sorride.
- Ci sta guardando- con i canini le morde leggermente il lobo. La ragazza diventa ancora più rossa di prima, ma poi ricorda la parte che devono inscenare e si mette a ridere.
- Oh, ciao Lavanda- esordisce Draco entrando ai Tre Manici di Scopa. Lei li guarda sbigottita. Dire che è in stato di shock è riduttivo.
- Hermione?!- si lascia scappare.
- Sì, Lav?
- Oh, niente… sono sorpresa di vederti qua.
- Sì, certo. Beh, noi andiamo a prendere qualcosa. A dopo!
 
Entrano nel locale, un campanello avverte gli altri avventori del posto della loro presenza.
Una ventina di studenti di Hogwarts li guardano sbigottiti, mentre passano in mezzo ai tavoli diretti al bancone.
Hermione non si è mai sentita al centro dell’attenzione come in questo momento: sente quasi il rumore delle mascelle che si spalancano, prima tra tutte quella di Lavanda.
- Due burrobirre da portar via, grazie- dice Draco all’uomo che sta al bancone.
- Certo ragazzo, te le faccio subito- mentre quello si allontana il Serpeverde rivolge un sorriso radioso a Hermione.
- Se la sono bevuti tutti.
Me la sono quasi bevuta anch’io, vorrebbe dire lei.
- Già, non riesco a capire perché…- osserva invece facendo vagare lo sguardo sulle persone che ancora li stanno guardando.
- Perché dovrebbe essere così strano?- domanda a sorpresa Draco.
- Forse perché ci siamo sempre odiati.
- Dammi un’altra ragione.
- Vuoi un’altra ragione? Bene. Uno come te non uscirebbe mai con una come me- lo dice osservandosi nel riflesso delle bottiglie. E’ vero, un ragazzo bello e ricercato come Draco Malfoy, pieno di sé e convinto di essere superiore a tutti non sarebbe mai uscito con Hermione Granger, la saputella con un cespuglio intricato di capelli marrone topo e un viso anonimo. Potrebbe avere chiunque, osserva cauta la ragazza.
- Non pensarlo mai più- la faccia del Serpeverde si fa cupa e lui le stringe forte la mano.
- Se qua c’è qualcuno che non si merita le attenzioni dell’altro, quello non posso che essere io. Tu sei… speciale, Hermione.
- Speciale…- ripete lei poco convinta. Di solito ad una ragazza si dice “Sei bellissima” o “Sei fantastica”, ma no. Lei era solo speciale. Un modo carino per sottintendere che lui ovviamente non era attratto a livello fisico da lei.
- Non ci credi?
- Beh, sarò speciale…
- Hermione, prendiamo le burrobirre e andiamo, ti devo mostrare un posto prima che faccia notte, okay?- lei non fa in tempo a finire il suo bicchiere che Draco l’ha già trascinata fuori dal locale e la sta conducendo lontano, percorrendo strane stradine a Hogsmeade.
- Dove stiamo andando?
- Ti piacerà, te lo giuro.
Intanto il cielo sta assumendo sfumature rossastre mentre il sole inizia a sparire dietro gli edifici e i boschi. Le nuvole sono di un tenue rosa e a Hermione ricordano dolorosamente lo zucchero filato che i suoi genitori le prendevano quando era bambina, durante le feste.
- Siamo quasi arrivati- passano attraverso una leggera boscaglia e quando la ragazza intravede la luce crepuscolare, Draco le copre gli occhi con le grandi mani.
- Ti guido io- la rassicura, facendole mettere davanti un piede dopo l’altro.
Hermione sente la fioca luce del tramonto inondarle la pelle e in quello stesso istante il Serpeverde lascia andare le mani.
Lo spettacolo che si para davanti a lei forse non potrebbe essere descritto se non dagli occhi umani: si trova su un pendio erboso e davanti si vede Hogwarts in lontananza, nascosta da qualche collina gialla. Il sole gioca sulle alte guglie della scuola e assume una colorazione così rossa da sembrare sangue, le nuvole sembrano fondersi con le colline e tutto è avvolto dal tepore di una serata in cui ha smesso di piovere.
- E’…
- … meraviglioso, vero? Io la chiamo la Hogwarts in fiamme. Ho scoperto questo posto al terzo anno e ci vengo molto spesso da allora.
- Draco, non avevo idea che esistesse un luogo del genere è strabiliante.
- Lo so- lui si toglie il mantello e lo lascia cadere a terra facendo cenno a Hermione di sedersi, quando lei si accomoda lui fa lo stesso. I loro fianchi si toccano, i loro sguardi però sono incollati allo spettacolo stupefacente davanti a loro.
- Ci hai mai portato qualcuno?
- A dir la verità… un tempo questo era l’unico posto in cui riuscivo a stare in pace con una ragazza in particolare.
- Oh- Draco nota subito l’espressione sul volto di Hermione, il modo in cui ha abbassato lo sguardo e si è morsa il labbro inferiore.
- Ti eri innamorato?
- Sì- sospira, poi lo ripete con più convinzione: - Sì, mi ero innamorato.
- E poi cos’è successo? Lei non provava lo stesso?
- No, in realtà sono stato io ad abbandonarla… Sono stato un codardo.
- Un codardo?- gli domanda lei.
Il Serpeverde tira su la manica destra e le lascia intravedere ciò che rimane del tatuaggio da mangiamorte.
- Da una parte l’ho fatto per proteggerla, per lasciarla vivere senza un peso del genere. Dall’altra l’ho fatto perché avevo semplicemente paura. Forse è stato il più grande sbaglio di tutta la mia vita, più di aver accettato di unirmi a Voldemort quando è stato il momento della scelta, perché se potessi ancora stringerla tra le mie braccia stringerei anche un patto col diavolo- Hermione ha gli occhi lucidi di lacrime, ma si trattiene.
Lo sapevi che non avrebbe mai provato nulla per te, le ripete la sua coscienza.
- Capisco… E, se posso chiedere, chi era questa ragazza?- ha quasi la voce spezzata.
Draco, dillo. O ora o mai più.
Lui sospira, chiude gli occhi. I ricordi lo sovrastano.
 
 
- Draco Malfoy, sei un tale stronzo!
- Su, aspetta Granger…- dice ridendo mentre la rincorre nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Ha il fiatone, per raggiungerla ha dovuto correre.
- No, questa non te la faccio passare liscia.
- E dai, solo per una palpatina al sedere!
- Wingardium Leviosa- sussurra la strega mirando alla cravatta della sua uniforme.
Lui si sente soffocare.
- Piccola impertinente- sussurra mentre si tira giù la cravatta. Si avvicina lentamente a lei e la blocca al muro.
La bacia con trasporto.
- Stronzo.
- Non c’è di che- le soffia tra i capelli folti e ride. Poi continuano a baciarsi.
- Promettimi che se un giorno sarò vecchia e non mi ricorderò più nulla tu mi racconterai di noi. Promettimelo.
 
 
Forse ha aspettato troppo per rispondere, perché lei si è girata dall’altra parte.
- Quella ragazza… sei tu, Hermione- lei si volta di scatto, gli occhi umidi di lacrime.
- Sei tu, sei sempre stata tu e io sono ancora follemente innamorato di te- le prende il volto tra le mani e la bacia rapito. Lei ricambia mentre le lacrime scendono sul suo viso.
Non ha importanza nient’altro in questo momento: Hermione non vuole sapere perché è lei, non vuole ancora sapere perché non ricorda, non vuole pensare a nulla per una volta nella sua vita.
Le mani di Draco scendono sui suoi fianchi e poi risalgono su, sfiorano i suoi capelli crespi, lui le bacia il collo.
Nella mente della ragazza c’è solo il suo nome, nient’altro.
Draco.
Draco.
Draco.
Dall’altra parte, il cuore del Serpeverde sta andando in fiamme: la vuole, la vuole dopo tutti questi anni. Non farà più un passo falso: se lei glielo permetterà, da quando torneranno a Hogwarts fino alla fine dei loro giorni, lui l’amerà senza riserva alcuna.
 
Queste gioie violente hanno fini violente: muoiono nel loro trionfo come la polvere da sparo con il fuoco, che si consumano al primo bacio.
Nella mente di Hermione inizia a turbinare questa frase, letta tempo prima in Romeo e Giulietta, al caldo di casa sua a Natale, accoccolata davanti al caminetto insieme a sua madre e suo padre.
Al diavolo, pensa poi, Shakespeare era un babbano.
 
 
 
Dopo un “Mi devi spiegare” di Hermione e un altrettanto sbrigativo “Ti spiegherò tutto presto” di Draco, i due continuano a baciarsi e, quando scende la notte, si dirigono verso Hogwarts sulla scopa del Serpeverde.
Dopo tutto quel tempo, si sente libera. Il suo cuore è libero, anche se pieno di punti interrogativi, di questioni in sospeso.
Però, più si avvicina alla scuola, più il cuore incomincia a prendere il volo come quello di un colibrì: Ron, Lavanda, Ginny, cosa penserà Harry quando lo verrà a sapere? Perché se è veramente lei quella ragazza non ricorda nulla? Draco le ha tolto la memoria?
Atterrano nel piazzale, dopo essersi accertati che nessuno li vedesse.
- Draco, io…- lui le posa un dito sulle labbra.
- Ti spiegherò tutto, te lo giuro. Ma domani mattina, con calma- si avvicina a lei, le loro fronti si sfiorano.
- Non puoi immaginare quanto io sia felice in questo momento- le sorride e poi la bacia a fior di labbra. Il cuore della Grifondoro avvampa ancora una volta.
Dei passi dietro di loro.
- Hermione…- lei si volta di scatto.
Una sagoma inconfondibile dietro alla quale sta Lavanda, con un sorrisetto compiaciuto.
E’ Ron.
Ron è tornato.
 
 
 
 
 
Nota dell’autrice:
Ta-ta-ra-taaaaa! Devo dire che in questo capitolo ci ho messo l’anima, spero vi sia piaciuto!
Finalmente, finalmente inizia a dissiparsi la nebbia.
So che mi sono distaccata un po’ dal Draco descritto dalla Rowling, ma mi piace pensare che lui in fondo abbia questo lato, questo tormento.
E ora è tornato Ron.
Sì, Lavanda la odio, s’è notato? La parte malvagia della me-scrittrice, sta già architettando di buttarla giù da un ponte prima della fine della fanfiction, ma poi penso… non è colpa sua se l’ho descritta stupida!
Grazie ancora a tutti per l’assiduità con cui leggete e commentate!
Un abbraccio,
HystericalFirework. 
  
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