Tom Riddle si svegliò venerdì con la fastidiosa sensazione
della sbornia a martellargli le tempie, peccato che la sera prima non si fosse
dato all'alcool. Gli esercizi pratici di chiusura mentale erano stati ben più
pesanti.
In quell'ora e mezza di Occlumanzia, Piton non era stato
l'implacabile negriero del passato a dire il vero.
Forse perché aveva di buon
occhio le cavie, forse perché si era ammorbidito con l'età, restava il fatto che
aveva fatto teoria e poi li aveva fatti mettere alla prova solo in esercizi di
concentrazione, senza iniziare subito con l'invasivo Legilimens, cosa di cui Tom
gli era stato molto grato.
Prima di andare a letto aveva fatto i compiti, con
molta diligenza, poi si era addormentato di botto, esausto.
Quando si svegliò
però il giorno dopo riacquistò subito il buon umore: quel giorno insieme a
Tristan si sarebbero esercitati col Patronus.
Harry gliel'aveva insegnato due
anni prima ed era stato allora che il suo Patronus aveva assunto la forma di
un'aquila. Proprio come Harry in forma Animagus.
Il suo pensiero felice in
fondo era proprio lui.
Si vestì sbadigliando e mise in tracolla i libri di
Erbologia e Trasfigurazione.
In sala comune trovò Degona e il folto numero
delle sue amiche, tutte intente in un chiacchiericcio serrato ma sua sorella
corse subito a salutarlo, per chiedergli com'era andata la lezione.
- Non
male. Ho un mal di testa atroce però.- le disse con un sorriso.
- Harry te
l'avevo detto.- ridacchiò la piccola Mckay - Damon ha letto le carte ieri?-
-
Si, ha visto qualcosa d'interessante. Ci riuniamo stasera.-
- Se mi lasciano
vengo a sentire.- Degona sogghignò, strizzandogli l'occhio - Domenica arriva
anche la mamma. L'ha chiamata Harry per andare a cercare attorno al castello,
nel caso di eventuali nuovi attacchi.-
- Informatissima. Ne sai più di me.-
bofonchiò - A me invece quasi non dicono più niente.-
- Basta
origliare.-
- O ascoltare con orecchie diverse.- sentenziò furbo - Non è che
stai venendo meno a certi patti, vero?-
- Io? Ma certo che no!- tubò la
piccola - Vieni a colazione con me?-
- Ma si, andiamo.-
- Non aspetti
Cloe?-
Tom a quel nome arrossì vagamente - Si, certo...l'hai vista in
giro?-
Degona lo guardò senza capire quella sua strana espressione - Si, era
con Madeline Nolan e Martin Worton.-
- Oh no...domani c'è il quidditch. Stava
taglieggiando eh?-
- Mi sa di si...-
- Speriamo che non la becchino
proprio quest'anno. Senti, iniziamo ad andare ok?-
- Si, come vuoi. Isabella
io vado avanti!- disse la streghetta alle sue compagne - Ci vediamo giù!-
La
Sala Grande quel giorno era in pieno fermento. Con l'inizio del campionato alle
porte, le squadre di quidditch che avrebbero giocato quel sabato, in questo caso
Grifondoro e Tassorosso, si guardavano in cagnesco.
Flanagan dove aver già
fatto infuriare Sedwigh perché il biondo capitano dei grifoni mangiava
inforcando le posate come badili, mentre Thaddeus, nella tavolata dei tassi,
ridacchiava bastardamente insieme al suo cercatore.
Quando Tom lo raggiunse,
gli dette una pacca sulla spalla.
- Ciao Sed.-
Stanford fece un grugnito,
infilandosi in bocca un pezzo di bacon.
- Che ti hanno detto?-
- Il
solito. Lo uccido Flanagan. Non vedo l'ora che passi questa settimana e il
Calice inizi a sputare i nomi.-
- Andiamo, lo sai com'è. È peggio di Alderton
quando ci si mette.-
- Si fotta. Lo voglio morto.-
- Esagerato.- Riddle
addentò appena un muffin ai mirtilli - Ho visto Martin. Lui è più allegro.-
-
Grazie tante, lui e Ben sono grandi come battitori. In attacco faccio una fatica
micidiale.-
- Credevo che Lisa e Joey avessero superato alla grande i
test.-
- Lisa si. Joey ho paura che si faccia prendere dal nervoso. Guarda
che faccia...- e indicò a Tom un ragazzo del quinto anno, a cui già traballava
il braccio per versarsi del succo di zucca.
- Bello nevrotico.- ghignò
Martin, andando a sedersi accanto al capitano - Vedrai che domani andrà bene. Al
massimo stenderò Flanagan a metà partita.-
- Già e poi la Mcgranitt stenderà
me.- sibilò Sedwigh - Allora? Pronti per il Patronus?-
- Credo di aver
trovato il ricordo adatto.- cinguettò Archie, arrivato da poco e seduto accanto
a Tom - Ian però dice che ci vanno mesi per farlo bene, giusto?-
- Io ci ho
impiegato parecchio.- disse Tom - Cloe e Trix anche di più ma dipende dai casi.
Non è solo questione di predisposizione e potenza magica. Sta tutto
nell'intensità del ricordo.-
- Bhè, il mio è intenso abbastanza.- ghignò
Sedwigh.
- Basta che non sia porno.- frecciò Riddle con un ghigno malizioso.
- Allora tu sei a posto, signor mosca bianca.- lo rimbeccò Stanford.
-
Lasciami perdere.- ridacchiò l'altro - Che avete dopo?-
- Ora buca.- disse
Martin.
- Io ho Erbologia.- disse Ian, poco più in là - Ah proposito, dove
sei stato ieri sera dopo cena?-
- Tom, cattivo. Ti sei trovato la ragazza e
non me lo dici...- continuò Sedwigh.
- Sta zitto.- Riddle agitò la mano - Ho
fatto un giro di controllo.-
- Con voi Prefetti e Capiscuola fra le balle non
ci si può più imboscare.- sbuffò Bruce con un finto broncio.
La colazione
terminò fortunatamente in un clima pacifico, anche se da Tassorosso, subito dopo
in corridoio, iniziarono ben presto i normali cori da stadio che spaccarono i
nervi a Sedwigh e al resto della squadra.
Fra gli altri, i Corvonero
scuotevano il capo mentre a Serpeverde si ghignava, pregustando pestaggi a
sangue.
A metà mattinata invece, Harry, Draco, Jess e Ron riuscirono a
trovare un momento per salire dal preside Silente.
Con un messaggio, il
vecchio e saggio mago li aveva avvisati che le intricate visioni di Damon si
erano finalmente calmate, dopo aver quasi sbrodolato tutto il Pensatoio di
Silente.
A quanto pareva, erano ricordi, suoni e colori alquanto
irrequieti.
Quando entrarono nello studio, rimasero per un attimo impalati
sulla soglia.
A terra, sul prezioso parquet di acero, c'era un liquido
vischioso e luminescente che profumava di cedro.
Fanny gracchiò melodiosa sul
suo ceppo, guardando Harry con aria sdegnata da tutta quella confusione.
-
Mamma mia...- Jess fece un fischio - Spero che quella visione non ci esploda
addosso.-
- Preside?- chiamò Ron - E' vivo?-
- Sono qua,
ragazzi.-
Silente apparve sopra la gradinata, davanti alla sua
scrivania.
Sorrise con aria bonaria, levando le spalle - I ricordi del signor
Howthorne si sono dimostrati difficili da tranquillizzare. Per separarli dalla
sua memoria ho dovuto blandirli e coccolarli. Non ho mai usato tanto aplomb
nemmeno da giovane.-
- Peggio di una donna eh?- rise Ron, cercando di non
scivolare su quei liquami viscidi.
- Molto peggio. Ma credo di averli
finalmente domati, nonostante desiderino ardentemente tornare dal loro
padrone.-
- Non sapevo che certi ricordi fossero tanto battaglieri.- disse
Potter, seguendo il preside verso l'angolo del Pensatoio.
- Non si tratta di
comuni ricordi e pensieri, ricordatelo.- l'avviso il vecchio mago, lisciandosi
la barba - Le visioni dei Legimors in particolare sanno essere molto ribelli.
Non rispondono a nessun se non ai loro creatori.-
I quattro Auror si
sistemarono comodi attorno al Pensatoio, tornando con la mente ai tempi
passati.
Alle guerre e alle ultime battaglie.
Stare lì davanti, era come
un'avvisaglia. Come la reale prova che erano di nuovo di fronte a un
bivio.
Silente si accese la pipa, con acciarino e erba odorosa, poi si
sedette in poltrona.
- Prego ragazzi. Io ho già fatto e sinceramente non
tengo molto a rituffarmi in quel fiume in piena.- sorrise sardonico - Ma voi
siete giovani e immagino che il vostro stomaco sia più coriaceo del mio.-
-
Come no.- borbottò Draco - E' pericoloso?-
- Diciamo...illuminante e al
contempo deludente.-
Draco e Harry levarono insieme il sopracciglio.
-
Andate e saprete.- concluse allora il preside, dando un lungo tiro e facendo poi
un anello di fumo - Memorizzate bene ogni particolare anche se credo che ormai
solo la signorina Granger potrebbe darci la spinta finale per la risoluzione di
quest'enigma. Ci vediamo fra poco.-
- Si spera.- soffiò Malfoy diffidente,
guardando quel vortice di colori iridescenti - Si va?-
- Si va.- annuì il
bambino sopravvissuto - Incrociamo le bacchette gente.-
I quattro dettero un
sospiro, poi estrassero le bacchette e intinsero la punta nel Pensatoio, in
sincrono.
La conosciuta sensazione di risucchio e poi di caduta seguì a
quell'azione, per poi essere catapultati in mezzo a un inferno di fiamme.
Fuoco ovunque, crolli, grida.
Una trave piombò loro addosso ma
non li ferì, visto che erano impalpabili come aria.
Videro cadaveri
tutt'intorno a loro, ragazzini in uniforme blu a scacchi stesi a terra, in laghi
di sangue.
Poi Mangiamorte in nero, che correva qua e là.
Vedendoli però,
Harry capì cos'aveva inteso Damon.
I loro movimenti erano...innaturali. A
scatti. Come finti, quasi impostati.
Videro un Mangiamorte trafiggere il
petto di un uomo, forse un insegnante, impotenti.
- Damon.- sussurrò Draco,
scuotendo il capo.
Ora capiva. Ora sapeva.
Vedere e ...non poter fare
nulla.
Era quello il destino dei Legimors?
Vivere nella consapevolezza di
essere impotenti. La loro ultima destinazione era forse la follia?
- Quei
Mangiamorte non sono normali.- sussurrò Ron, investito da una fiammata che lo
trapassò.
- No, è vero.- annuì Jess - Non sembrano uomini...si muovono in
maniera strana.-
Si aggirarono per il ventre squarciato di Wizloon, sempre
circondato da morti, da grida, da studenti che fuggivano.
Poi di colpo
vennero sbalzati fuori, all'aperto.
La luce delle stelle, offuscato dal fumo,
appariva lontana e finta.
Ora erano nell'erba alta, inginocchiati, lontano
dall'incendio.
Ciò che videro li lasciò senza fiato.
Un ferro di cavallo
formato da maghi in nero e mantelli rossi ammirava quello scempio.
I
Mangiamorte in nero avevano il viso coperto, immobili come statue.
I tizi in
rosso invece si notava perfettamente quando fossero umani. I loro occhi
scintillavano nelle fiamme.
In mezzo a loro, un uomo con un lungo mantello
color panna.
Harry stava dietro di loro.
Quell'uomo...
Lo
stesso che aveva visto dopo l'attacco dei licantropi di Greyback, sul sentiero
per Hogsmade.
Fece per aggirare quella cerchia di demoni che ridevano ed
esultavano di quella strage ma quell'uomo sul viso portava una maschera bianca,
divisa in due da una linea rossa.
Una parte femminile, che piangeva. Una
lacrima dipinta in blu, sullo zigomo destro.
L'altra parte era maschile e un
ghigno atroce gli sfregiava la bocca.
Harry ebbe quasi un mancamento, poi
abbassò il capo.
Quell'uomo...e la sua mano sinistra...
Aveva una mano
di ferro o forse solo un guanto. Era formato a scaglie di piombo forse,
sulle nocche e sulle falangi.
Aveva un aspetto antico e consunto e risaliva
fin sotto la manica del mantello panna.
Alla cinta Harry notò
qualcos'altro.
Qualcosa di brillante...che mandava riverberi deboli.
Non
fece in tempo a vedere che la visione cominciò a traballare.
- Cosa succede?-
urlò Ron dietro di lui ma fu l'ultima cosa che sentì.
Vennero tutti
risucchiati in un vortice, poi il Pensatoio li risputò fuori malamente,
sbattendoli ovunque con violenza nello studio di Silente. Quando si ripresero,
Draco fece fatica a rialzarsi dal muro.
Aveva battuto una testata
impressionante.
- Dio!- sibilò, massaggiandosi la nuca e stupendosi che non
ci fosse del sangue - Ma che accidenti di visioni!-
- Il diavolo se le
porti!- sbraitò Ron, rialzandosi dal pavimento - E' stato peggio di un
terremoto.-
- E' stato un massacro direi.- ringhiò Jess, atterrato per sua
fortuna sul divano - Harry, tutto ok?-
Potter scese dalla scrivania,
rimettendo a posto alla meno peggio il disastro che aveva fatto atterrandoci
sopra.
- Lascia stare.- gli sorrise Silente - State bene?-
- No.- Harry si
rimise a posto i vestiti, ansante - No, non sto bene per niente.-
- Mal di
mare?- bofonchiò Weasley.
- No. Tortura...- il bambino sopravvissuto sollevò
gli occhi vitrei sul preside - Io non...preside non è giusto. È una maledetta
tortura! Non è giusto che Damon possa vedere tutto questo!-
- E' un
Legimors.-
- Non m'importa!- sbottò il moro - Da quando aveva nove anni! È un
abuso! È già tanto se non è diventato un maniaco o un assassino! E nessuno fa
nulla per tutelarlo!-
- Caschi tardi Sfregiato.- Draco, a fianco di Silente,
lo guardò con intensità - A lui ci penso io.-
- Non puoi fare niente per
quelle visioni.-
- Che ne sai che combino coi miei intrugli?-
Harry, Ron e
Jess stavolta tacquero. Anche Silente, però senza guardarlo con aria
accusatoria, lo fissò interessato.
- Ne parliamo un'altra volta.- sibilò
Potter scoccandogli un'occhiata storta - Bene. Ho visto tutto.-
- Ottimo.- il
vecchio mago indicò loro le ultime poltrone asciutte, mentre Fanny andava ad
appollaiarsi sulla spalla del bambino sopravvissuto - Credo che sia chiaro,
oltre all'atrocità di ciò che aveva visto, che tutto è incentrato su tre
punti.-
- Il primo sono quei Mangiamorte. È chiaro che siano fasulli.- disse
Jess - Aveva ragione Lucilla.-
- Già. Avete notato i loro movimenti?-
-
Si. Sembrano meccanici.- fece anche Ron - Pensa a dei manichini?-
-
Fantocci.- il preside fece un altro anello col fumo - Li sto studiando grazie al
professor Lumacorno. Credo che si tratti di un nuovo ritrovato magico, un
incrocio di magia e meccanica anche se non posso esserne sicuro al cento per
cento. Ciò di cui invece sono sicuro è che quei Mangiamorte erano finti come
Lord Voldemort che si mette a fare il filantropo.-
- Esatto.- annuì Harry,
carezzando la fenice.
- Il secondo fatto strano sono quei maghi dai mantelli
rossi.- disse Ron - Credete a una setta?-
- Non lo escluderei, visto come
ammiravano il loro operato.- rispose Draco, accendendosi una sigaretta per
calmarsi dopo quella devastante esperienza - Tutti insieme e ben nascosti,
nessuno sa chi siano. In fondo la segretezza è il principio base dei gruppi
mistici.-
- Pienamente d'accordo.- Silente indicò alcuni libri chiusi a
catenaccio accanto al fianco sinistro della sua scrivania - Quei libri mi sono
stati consegnati da Lucilla. Lei ora si trova a Bruxelles. Sta cercando negli
Archivi di Jean-Luc Du Croix, il Cronista Centenario di quest'epoca. Se a noi è
sfuggito qualcosa, è improbabile che sia accaduto a lui.-
- Questo Du Croix
non è vampiro?- chiese Jess - So che molti Governi si rivolgono a lui.-
- Si
ma lui e Lucilla sono amici di vecchia data, credo che non le avrà fatto storie.
Ma ora ditemi...- il preside si spostò impercettibilmente in avanti, fissandoli
attento - Avete visto l'uomo dal mantello chiaro?-
- L'ho guardato bene.-
Harry puntò gli occhi verdi sul Pensatoio, come lontano anni luce da lì - Ho
visto la sua maschera, divisa in due. Bene e male. Donna e uomo, dolore e gioia,
guerra e pace. Sembra che sia la personificazione di due fazioni.-
-
Eccellente deduzione. E immagino avrai notato il suo guanto.-
- Non è una
mano di metallo allora.-
- No, è un guanto.- il preside aggiunse altre
erbe, bruciandole con un acciarino - Non ne sono sicuro, in questo dovrei avere
un consulto con la signorina Granger ma credo che si tratti di uno delle tante
copie del Guanto di Minegon*
. Ha origini antiche, persiane più precisamente e le
sue gesta vengono raccontate perfino in alcuni tratti di racconti cristiani
contenuti nell'immensa biblioteca occulta del Vaticano. Pare che abbia doti
nascoste ma che possa distruggere montagne intere con un solo tocco.-
- Chi
può possedere uno strumento simile?- fece Jess preoccupato.
- Chiunque abbia
più di mille anni.- rispose Silente - O che abbia le conoscenze giuste.-
-
Poche persone quindi. Che si contano sulle dita di una mano.- Draco ciccò nel
portacenere, pensoso - Damon ieri ha letto le carte. Crede che Hermione lo
conosca. Sfortunatamente non può vedere ma le farò uno schizzo.-
- Si,
servirà.- annuì Harry - Ci sarebbe un'altra cosa...ha notato cos'aveva alla
cinta?-
- A dire il vero ho notato solo qualcosa di lucente e di piccolo, ma
non saprei dirti cosa.- il vecchio scosse il capo, desolato - La visione del
signor Howthorne a quel punto s'interrompe.-
- Ha parlato di rombi bianchi,
sempre nella lettura delle carte.- continuò Ron - Dite che può essere il simbolo
della setta?-
- Come vedete abbiamo una montagna d'indizi davanti a noi. E
domande, che necessitano di risposte.- Silente si alzò, sospirando - Io cercherò
ovunque e non smetterò un attimo nelle mie ricerche, Lumacorno ci sarà di aiuto.
Voi nel frattempo fate di tutto per proteggere i ragazzi e per scoprire
qualcosa, senza correre rischi però. Spero che vi rendiate conto che siamo di
fronte a un nemico insidioso e credo che anche Lord Voldemort ormai lo sappia.
Non farà mai fronte comune con noi ma forse avremo un alleato in questa
lotta.-
- E se questi continuano?- Harry serrò le mascelle - Come posso
essere di aiuto chiuso qui dentro?-
- Sei di aiuto a Tom e restando vivo.-
gli disse Ron, indurendo i lineamenti - Perché non lo capisci?-
- Il vero
aiuto è sempre sul campo.- sentenziò Potter - Qua dentro non servo a
niente!-
- Forse è tempo che tu la smetta di pensare che solo rischiando la
vita si può essere d'aiuto.-
- Ragazzi, per favore.- Jess poggiò la mano
sulla spalla di Weasley - E' difficile per tutti. Siamo anche invasi dai
mannari, non è il momento di andarsene a spasso da soli.-
- E intanto la
gente muore.- sibilò Harry fra i denti - E Orloff se ne sbatte.-
- Di Orloff
se ne occupa Duncan.- lo blandì Malfoy, come se fosse stato un bambino
testardo.
- Non parlarmi con quel tono, grazie.-
- Sparati.-
- Bene,
noi ce ne andiamo.- Ron afferrò Draco e Jess prese Potter per il gomito - Grazie
preside,- aggiunse il rossino ormai alla porta - torneremo con altre eventuali
informazioni. Se sa qualcosa ce lo faccia sapere.-
Un tonfo dal soffitto fece
sbuffare Silente.
- Tegole.- borbottò, versandosi del the - A presto
ragazzi.-
- A presto.-
Tristan quel pomeriggio stava marciando verso
la sala duelli con cipiglio incazzoso.
Accidenti a Lucilla. Starsene nella
Torre Oscura come tutte le donne, le mogli e le fidanzate normali era troppo per
il suo orgoglio da Lancaster. E già. Lei se ne andava a Bruxelles, la signora.
Perché mescolarsi coi comuni mortali?
Sbuffò e si ritrovò davanti alle porte
che aprì infastidito.
Salutò tutti, trovando Edward seduto su uno dei palchi
accanto a Beatrix e Cloe e poi attorniato da un nugolo di ragazze diciassettenni
che si sbrodolavano per attirare la sua attenzione, cosa che stranamente
lasciava l'ex Corvonero nel tutto indifferente.
- Ciao!- Dalton lo guardò
stranito - Cattive notizie?-
- No, Lucilla si è solo data a uccel di
bosco.-
- Tanto per cambiare.- sorrise Tom, lì a fianco.
- Non rigirare il
coltello, fammi il favore.- rognò Mckay - Allora, ci siamo tutti? Draco dove
sta?-
- Arriva.- gli disse Edward - I ragazzi mi hanno detto che li eserciti
col Patronus. Ne hanno visti altri di Dissennatori?-
- Hagrid non li vede
dall'altro ieri ma sono qua attorno.- Tristan intanto fece avvicinare i ragazzi
a un baule che traballava, nuova residenza di un Molliccio catturato da poco da
Lumacorno.
- Allora ragazzi...- e sogghignò perfido, battendo una mano sulla
cassa - Abbiamo un Molliccio. Avete fatto i compiti? Bhè, lo spero per voi.- e
portò lo sguardo sulla porta, dove passò Harry veloce come un lampo.
- Ehi,
ehi!- urlò, bloccandolo - Dove credi andare?-
Potter si fermò, imprecando.
Dannazione. Doveva usare il mantello, lo sapeva!
- Ma guarda che colpo di
fortuna.- gorgogliò Tristan - Ragazzi conoscete tutti Harry Potter vero?-
Le
classi del settimo se ne uscirono con cori e fischi di adulazione, mentre il
bambino sopravvissuto entrava con mani in tasca e aria serafica.
- Sei
arrivato al momento buono Harry.- Mckay indicò il Molliccio col mento - Mi serve
un Dissennatore. Mi dai una mano?-
- Ma che piacevole diversivo.- sibilò il
moro con sarcasmo, mentre Draco arrivava alle sue spalle e lo spintonava
rudemente, prendendosi dietro delle leggere imprecazioni, per farlo spostare
dall'ingresso.
- Oh, bene. Ci siamo tutti adesso. Draco dovresti aiutare gli
altri con la scherma. E andarci leggero, se è possibile.-
Malfoy levò un
sopracciglio, ignorando gli sguardi lucidi e anche leggermente in soggezione di
ragazze e ragazzi.
In compenso Beatrix stava già ridacchiando e Draco se ne
accorse, levandosi i guanti.
- Ti serve Trix?-
- No, lei il Patronus lo sa
fare.- Mckay scoccò un'occhiata anche alla Diurna - Andateci piano.-
-
Tranquillo, non mordo.- frecciò malizioso il biondo, afferrando al volo una
spada lanciatagli dalla Vaughn - Tu divertirti Sfregiato.- aggiunse, gongolando
velenoso.
- Crepa.- gli ringhiò Harry, aprendosi un varco nella folla degli
studenti.
Tristan intanto, con l'aiuto di Edward, mise il baule col
Molliccio davanti al primo cerchio magico di sinistra, quello che dava sulla
luce delle grandi finestre a impero.
Una volta nel cerchio, il bambino
sopravvissuto sentiva su di sé gli sguardi ammirati di tutti, consci di essere
davanti a una leggenda. Lui però dentro di sé sorrideva quasi con
sprezzo.
Tanti anni...e lui aveva sempre la stessa paura. Non la morte, non
Voldemort...ma ciò che gli ricordava il passato.
- Mi serve solo l'immagine.-
l'avviso Tristan - Non combatterlo, lo bloccherò io per farlo vedere ai
ragazzi.-
- Per il Patronus?- chiese Harry.
- Si. Poi lo sblocco e potrai
scacciarlo, sempre per dimostrazione. Dopo potrai andare a giocare con le
spadine pure tu.-
- Contro Malfoy?-
Mckay agitò la mano, infastidito - Non
ho più la forza di starvi dietro.-
Calò un profondo e rispettoso silenzio.
Gli scozzesi, Tobey in particolare, osservavano ogni più piccolo movimento di
Potter, che si stava levando giubba e mantello, restando coi guanti. Tenne la
bacchetta alla cinta, limitandosi a salire i gradini del cerchio e a restare poi
immobile.
Niente dalla sua espressione lasciava trasparire che fosse davanti
alla sua più grande paura.
- Pronto?- gli chiese Tristan.
Harry annuì e
poi il baule venne aperto.
Un freddo immane invase la sala e con il suo
sospiro infernale un enorme ombra nera sgusciò fuori dalla cassa.
Il
Dissennatore si innalzò su Harry, incombendo come un predatore. Ma lui non si
mosse.
I suoi occhi non riflettevano nulla.
- Immobilus!-
Gli studenti
continuavano a tacere. Tom fra di loro guardava...quel mago, eretto e nobile
come un re davanti alla sua paura. Harry rimase lì, a fissare il Dissennatore
immobilizzato da Tristan.
- Ecco.- Mckay salì sul palco con un balzo - Questo
è un Dissennatore. Dalla bocca succhia ogni sensazione felice, se ne nutre fino
a uccidere totalmente lo sventurato che ha osato sfidarlo. A meno che voi non
conosciate il Patronus. Cosa ne pensate?-
- Orrido.- brontolò Sedwigh.
-
Ripugnante.- fece anche Fern Gordon, mentre le Grazie piagnucolavano.
- Ok.
Ora lo libero e vedrete un vero Patronus in azione. Pronto Harry?-
Potter
annuì di nuovo. Una volta libero dall'Immobilus, ci fu di nuovo silenzio.
Terrorizzato e ansioso.
- Expecto Patronum!-
Quando estrasse la
bacchetta e quella luce bianca avvolse ogni cosa, gli studenti rimasero
abbracciati da quella magia calda e gradevole, vedendo quel cervo regale
scacciare via il Dissennatore.
Nuovamente immobilizzato, Tristan e Harry si
strinsero la mano, poi Potter saltò giù dal cerchio mentre il giovane professore
non si stupì di vedere tante facce strabiliate.
Rise, battendo le mani.
-
Ok. Chi vuole provare?-
Calò l'omertà totale e non se ne stupì nessuno.
-
Andiamo, al massimo vi farà svenire per qualche minuto. C'è della cioccolata in
premio.- aggiunse sarcastico.
- D'accordo. Per la cioccolata si può fare.-
sbuffò Sedwigh - Tanto prima o poi tocca no?-
- Grande.- Tristan lo fece
salire e gli si mise alle spalle - Dunque, hai trovato il ricordo?-
- Si.-
annuì il biondo, titubante.
- Tienitelo stretto mentre enunci la formula.
Nessuno ci riesce al primo colpo ma abbiamo tempo. Pronto?-
- No... ma
liberalo lo stesso.-
- Tanti auguri!- ridacchiò Alderton in fondo.
Come
previsto, dalla bacchetta di Sedwigh uscirono solo poche scintille bianche e il
Dissennatore lo fece crollare a terra, mezzo svenuto e intontito. Una barretta
di cioccolata e provarono altri suicidi, uno di seguito all'altro.
Juliette
Caldwell, strillando, scappò giù prima che si fosse avvicinato; Kara
Kendall, una Tassorosso, a malapena pronunciò la formula prima di svenire e
coi ragazzi non fu diverso. Anche Flanagan e Matt fecero la stessa fine.
A
metà giornata, Sedwigh ci riprovò e dalla sua bacchetta uscì qualcosa che
rassomigliava vagamente a una volpe.
Neely Montgomery, al terzo svenimento,
riuscì a tenere lontano il Dissennatore quando un enorme pavone d'argento fece
una ruota davanti a lei e riuscì a proteggerla il tempo sufficiente; Tobey
Williams, a cui Tristan aveva insegnato a levitare con tutto il corpo,
staccandosi dalla sedia, riuscì ad emanare una leggera luce bianca.
Anche
Tom, Damon e Cloe vennero messi alla prova.
L'aquila di Riddle scacciò
immediatamente il nemico, esattamente come il leone maestoso della King e lo
stallone bianco di Howthorne.
- Non se la cavano male.- disse Draco, in piedi
sul palco con Trix mentre Harry stava seduto sotto di lui.
- Si ma è presto.-
disse Edward - Ci vorranno mesi prima che padroneggino bene il Patronus.-
-
Meglio farli esplodere quei bastardi.- sibilò Potter, seccato.
- Mica hai
tutti i torti.- bofonchiò la Diurna - L'importante però è che imparino. La
necessità poi li porterà a rischiare il tutto per tutto, per salvarsi le loro
miserevoli membra da sanguecaldo.-
- Piuttosto tesoro...- Malfoy le scoccò
un'occhiata di traverso - Parlando di sangue...ti vedo un po' sbattuta.-
-
Eh, magari.-
- Come prego?-
- Niente, cose che purtroppo non puoi
risolvere.- gli disse ironica - Allora? Ricominciamo?-
- Sei ancora troppo
piccola per battermi.-
- E tu sempre più presuntuoso Principe di
Serpeverde.-
- Oh, da quanto non sentivo quel nome.- Harry si accese una
sigaretta, inferocito - Miseria, quanto mi mancano i bei tempi.-
- Quando te
ne andavi in giro a far danni?- completò Dalton - Su, vedrai che andrà
meglio.-
- Certo, nel frattempo impazzirò.-
- Sei già fuori di testa
Sfregiato.-
- Se non altro almeno sono riuscito a farmi dire si.- e detto
quello, i Bracciali del Destino scattarono immediatamente, come due schegge, e
li legarono come se fossero stati messi ai ceppi.
- Vaffanculo. Che ti pigli
il colera Sfregiato.- berciò Malfoy fra i denti.
- Oh ma che palle con sta'
storia!- Edward rise, scuotendo il capo - Dai Draco, non casca il mondo.-
-
Per te forse, adoratore di babbani.-
- Adoratore di che?- allibì Potter,
dando un forte tirone col polso.
- Niente, lascia perdere.- soffiò Dalton,
facendo un gestaccio al biondo.
Il pomeriggio finì lasciando i giovani maghi
letteralmente privi di ogni energia. Tassorosso e Grifondoro furono i primi a
filare, vista la partita del giorno dopo e se ne altro Mckay li lasciò andare
soddisfatto. Come primo giorno qualcuno era già entrato nel ritmo di
quell'allenamento.
Sperava solo che i Dissennatori si sarebbero tenuti
lontano abbastanza per permettere a tutti di apprendere senza rischiare
troppo.
- Mal di testa?- Damon stava chiudendo la borsa quando Asteria gli si
parò a fianco, facendogli quella domanda.
- Si.- disse, infilando dentro
anche l'ultimo tomo di Difesa.
- Hai un bel Patronus.- gli sorrise la McAdams
- Io invece proprio non ci riesco.-
- E' questione di esercizio. E della
forza del ricordo.- si limitò a dirle.
- Si, è vero.- Asteria inanellò una
ciocca di capelli castani sul dito indice - Hai qualche dritta da
darmi?-
Howthorne si mise la tracolla, ghignando - Certo, non mollare fino a
quando non ci riesci.-
- Una regola di vita che non abbandono mai.- sogghignò
la strega - Ci vediamo in sala comune spero.-
Lui fece appena un cenno,
attendendo Trix che lo raggiunse quando l'altra se ne andò con Fern e Cordelia
Chilton.
- La ragazza affila gli artigli.- sentenziò la Diurna.
- Non mi
dirai che sei gelosa.- sussurrò lui - Sei ancora della stessa idea?-
-
Si.-
- Perché sei così fissata? Per voi donne la prima volta è una cosa
importante.-
- Non per me.- Trix levò le spalle - Sinceramente ho sempre
trovato la faccenda della prima volta abbastanza ridicola. È solo sesso. E poi
io non sono una donna normale.-
- E io solo un pezzo di carne eh?-
- Un
pezzo di carne molto invitante però.-
Damon rise, scuotendo la testa - Non
posso Beatrix.-
- Non ti ho chiesto un rene o la gola per un pasto.-
- Mi
hai chiesto di andare a letto insieme, è ben diverso.-
- Volessi potrei
sedurti in un qualche modo. Hai sentito che si dice sui vampiri no? Ammagliano
le vittime. Ma non l'ho fatto. Te l'ho chiesto.-
- Oh, grazie per la
cortesia.-
- L'ho chiesto a te perché siamo amici.-
- E te ne freghi delle
ripercussioni sulla nostra stessa amicizia.- aggiunse seccato, bloccandola in un
angolo del primo piano - Insomma non è una cosa facile.-
- E che ci va, dai!-
sbuffò capricciosa, iniziando a sbattere gli occhioni - O tu o il primo che
passa.-
- Cosa?!- sbottò Howthorne a quel punto - E' un ricatto bello e
buono!-
- Già.- tubò, baciandogli la guancia - Pensaci eh?-
E ora si che
era nelle grane, pensò Damon inferocito.
Con una Diurna insaziabile alle
costole e sinceramente il ricatto più sensuale che gli fosse mai stato
posto.
Bel dilemma!
Il buio regnava ormai da circa due ore su Hogwarts
e le fiaccole appese ai muri illuminavano quasi ogni anfratto.
Ogni angolo
era buio ma non c'era pericolo...per il momento almeno.
Ron Weasley si
aggirava fra le arcate, i passi che rimbombavano come rochi di corno.
Cercava
lui...quell'anima in pena, che chiuso in quel castello che tutti loro tanto
amavano, si stava trasformando in un'ombra. Nell'ombra di se stesso. Ma sapeva
dove trovarlo.
Si Smolecolarizzò nelle porte di pesante metallo magico e
legno incantato della sala duelli, lasciata alle tenebre della notte. Solo poche
fiaccole erano accese e Harry Potter stava seduto contro la parete
dell'ingresso, le ginocchia ripiegate e i gomiti appoggiati alle rotule.
Di
profilo, naso e bocca erano nascosti dal braccio.
Fra le dita, una sigaretta
che si stava fumando da sola.
- Non hai cenato.-
Il moro lo guardò appena,
portandosi la sigaretta alla bocca.
Ron lo fissò per un istante, portando poi
lo sguardo sui palchi. Quanto tempo ci avevano passato sopra...
E ora erano
dieci anni, ora avevano ventisette anni...e non più diciassette.
- Sai che mi
sono accorto di una cosa che prima non avevo mai capito?- sussurrò di colpo
Harry, senza staccare lo sguardo da quei palchi di duello.
- Che cosa?-
mormorò il rossino, cacciandosi le mani in tasca e appoggiandosi alla nuda
parete con la schiena.
- Ero felice. Quando avevo diciassette anni intendo.
Ero felice qui...quando ero studente. E non me ne sono mai accorto. Perdevo
tempo a rimpiangere ciò che non potevo cambiare, le morti dei miei, di
Sirius...e non mi accorgevo che quando ero qui, stavo bene.-
- E ora?- Ron
scosse il capo - Vuoi dirmi che non sei felice?-
- Pensavo che fosse tremendo
non avere il potere di dire la mia, di fare quello che volevo, di poter
combattere i Mangiamorte come volevo...e adesso me ne sto qua, a ventisette
anni...e mi ritrovo al punto di partenza.-
- Harry...- Weasley sospiro
esasperato, lasciandosi andare seduto - Dio, sarà per poco.-
- Io non posso
stare chiuso qui, lo capisco? Io non posso...non riesco. Là fuori c'è gente che
muore e io me ne sto qua, chiuso fra queste maledette mura, protetto da tutti
come un neonato. Io non sono più un bambino Ron, non posso sopportare di
ritrovarmi a essere inutile di nuovo, per l'ennesima volta. Non ho più
diciassette anni, non sono più un bambino. Ti prego, cerca di capirmi.-
-
Ok.-
Ron tacque per un secondo, inspirando con forza.
- Ora cerca di
capirmi tu.- si passò le mani fra i capelli rossicci, serrando le palpebre. Era
difficile parlare, dopo sei anni passati a fare finta che nulla fosse accaduto,
ma ora doveva farlo per forza.
- Sai cos'ho provato quella notte? Sai cos'ho
provato dopo? Anche dopo...se sei tornato, anche dopo che abbiamo riunito gli
Horcrux...per mesi ho avuto gli incubi. Tu quella notte sei morto...cazzo, sei
morto te lo ricordi? Io si, me li ricordo bene. Perché non ho potuto fare niente
per te. Non c'eri a vedere le facce di tutti, non c'eri a vedere come si
comportavano, come pecore smarrite...-
- E per i vostri incubi mi vorreste
mettere sotto vetro?- sussurrò amaro.
- No, non ti mettiamo sotto vetro.- Ron
serrò i lineamenti, distrutto - Ma non voglio che si ripeta. Mai più. Ti ricordi
cos'hai detto quando mi sposato? Al banchetto di nozze intendo...hai detto che
per te ero come un fratello. La cosa è reciproca. Se ti perdo di nuovo...se
muori di nuovo...io non lo sopporterei. E non perché sei Harry Potter, non
perché sei la speranza dei maghi, non perché sei un eroe...ma perché sei un
fratello per me.-
Si mise in piedi, desolato.
- Non so cosa dirti
Harry...ma non cambierò idea.-
Il bambino sopravvissuto spense la sigaretta,
poggiando il capo all'indietro contro la parete.
- Mi sento come se avessi
delle catene...che mi tengono a terra.- disse in un soffio - Prima non le
avevo.-
- Intendi Lucas e Tom, vero?-
Annuì, chiudendo gli occhi
verdi.
- Credevo, quando ero piccolo, che da grande sarebbe stato tutto
diverso. Che avrei potuto combattere senza avere nulla da perdere.-
- Il
tempo in cui eri solo è passato Harry.- sorrise Ron - Passato per sempre.-
-
Già. E ancora non ho capito se mi va bene. Andava meglio prima, quando a
combattere contro Voldemort ci avrei perso solo la vita. E tanto perché tu lo
sappia ora e da me...prima o poi andrò a cercarlo. Voglio parlare con
lui.-
Weasley gli dette le spalle.
Chiuse gli occhi, si portò una mano
alla bocca.
- Cos'è che ti lega tanto a lui? Perché non riesci a
dimenticare?-
- Perché la mia vita è incentrata su quel giorno in cui mi fece
questa.- e si toccò la fronte, la cicatrice in leggero rilievo sulla pelle rosea
e liscia - Non posso dimenticare. Quello che sono mi ricorda sempre come lo sono
diventato.-
- I tuoi sono morti per salvarti!- urlò allora Ron, rigirandosi
rabbioso - Non puoi mandare tutto a puttane per vendetta! Cristo ma perché non
la smetti? Basta, ora hai una famiglia! Hai una moglie, un figlio! Hai me,
Hermione, Draco e Tom! Non ti basta?!-
- Tom lui sta cercando di portarmelo
via. Voldemort lo rivuole e farà di tutto per riprenderselo.-
- Ma vuole
anche uccidere te. Il suo grande nemico. Solo che stavolta non sei più da solo.
Hai un figlio a cui rendere conto.- Ron andò alle porte, aprendo un battente da
cui filtrò una debole luce fioca - Dici sempre a Lucas che non te ne andrai. Che
per lui ci sarai sempre. Spero che sarà davvero così.-
La porta si richiuse e
Harry Potter rimase seduto.
Dalle grande vetrate, la luna fece capitolo
dolcemente. Pallida e perlacea, carezzò debolmente il viso del bambino
sopravvissuto.
Gli occhi verdi, colmi di una memoria lontana.
Un
fulmine e una dannazione.
Uniti per sempre.
* Guanto di Minegon: come già detto un anno fa su Manga.it, il guanto non me lo sono inventata io ma essendo un'appassionata di favole, e una mezza ricercatrice per lavoro, ho colto al volo l'occasione. Questo guanto viene citato nelle leggende dei vichinghi, certo con delle varianti significative (io gli ho dato il potere del fulmine), per passare poi sempre sotto varianti macroscopiche ai testi di esoterismo che oggi si trovano un po' ovunque nelle librerie. E' anche stato usato in alcune soap del genere fantasy-dark, anche se ora mi sfugge quella precisa, ma siccome su Manga.it una lettrice me l'aveva detto (grr...perdo anche la memoria oltre che il cervello con questa gravidanza!) penso che prima o poi riuscirò di nuovo a citare la giusta provenienza televisiva, anche se, ripeto, è un particolare che viene usato specialmente in un certo genere di letteratura. Baci.
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