Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Leke_96    12/09/2012    5 recensioni
Minna! ciao a tutti!
questa storia la voglio dedicare a kisachan e a artellpinklove perchè mi hanno fatto venire voglia di scrivere una GinkaxRiuga a capitoli ^o^
Diciamo che è il seguito della mia One-Shot Quel pazzo meraviglioso pomeriggio, non dovrebbe essere una storia troppo lunga, 6/7 capitoli 8 massimo, in cui succederà di tutto e di più, quindi se volete scoprire cosa succederà a questa stranissima coppia vi aspetto dentro con tutti i dettagli!
DAL TERZO CAPITOLO:
Dei cristalli continuano a bagnarti il volto.
Ti cadono sui vestiti,
Lungo la linea del collo,
Insinuandosi nella tua pelle, che al loro contatto diventa ghiacciata.
Stai piangendo! Per lui! Riuscirai ad abbandonarlo? Sarai in grado di andare avanti?
Riuscirai a colmare il vuoto che si è creato attorno a te?
 
Vuoto…
Genere: Comico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il silenzio che seguì quella scoperta durò poco più di dieci secondi, poi il caos.
Masamune e Tsubasa afferrarono Ginka per le braccia, e lo trascinarono, letteralmente, in cucina, seguiti a ruota da Madoka, mentre Kyoya e Yu restarono in salotto a “far compagnia” a Riuga.
Per quaranta minuti, gli strilli di uno o dell’altro si sovrapponevano a vicenda, creando una sorta di cacofonia distorta di voci.
-POSSIBILE CHE NON POSSIATE PROVARE A FIDARVI?- l’urlo che cacciò Ginka ad un certo punto della conversazione, se così la possiamo definire, bloccò le proteste degli altri tre, calò il silenzio, almeno in cucina.
-Credetemi, anche io all’inizio avevo gli stessi dubbi- continuò il rosso, puntando gli occhi color nocciola sui compagni –Però poi ho provato a fidarmi di lui, e…-
-E cosa?- Tsubasa scattò in piedi –Ti rendi conto di c’è di la?- domandò indicando con l’indice la porta della cucina –Quel matto scatenato di Riuga, quello che ha tentato di conquistare il mondo, che ha tentato di ucciderti, che ha quasi ammazzato tuo padre… devo continuare?-
-Ci ha anche salvato la vita una volta, e durante il torneo mondiale di beyblade, ci ha aiutato non una ma DUE volte!- replicò Ginka sbattendo i palmi delle mani sul tavolo –Per voi conta soltanto quello che ha fatto in passato?-
-Certo che no!- rispose Masamune –Però…-
-Però cosa?-
-Però è difficile fidarsi di uno come lui- rispose Madoka al posto suo.
Ginka sbuffò pesantemente alzando gli occhi al cielo.
-Secondo me non è una buona idea frequentare uno come… beh frequentare Riuga!- asserì Tsubasa convinto –O almeno non è una buona idea per te-
-Co-cosa?- domandò Ginka –Scusami ma chi ti credi di essere?-
Tsubasa alzò le sopracciglia, sorpreso.
-Io per caso ti vengo a dire che le ragazze che frequenti non vanno bene per te?- continuò il rosso alzando sempre di più la voce –Per caso ti ho mai detto che le persone che frequenti non sono adatte a te? MA CHI VI CREDETE DI ESSERE TUTTI QUANTI?-
Madoka e Masamune si scambiarono uno sguardo perplesso –Ginka noi siamo solo preoccupati per te…- disse la castana.
-Non ce ne è bisogno grazie, ho diciotto anni, credo di essere in grado di badare a me stesso!- replicò il ragazzo sull’orlo di una pesante crisi di nervi.
Ora che i suoi amici si preoccupassero per lui, andava bene, infondo, ma molto in fondo, non gli dispiaceva neanche tanto.
Che non riuscissero a fidarsi di Riuga, poteva passare, anche lui aveva avuto quei problemi.
Ma che adesso provassero pure a dirgli che per lui Riuga non era “adatto” proprio non gli andava giù!
-Ginka noi non…-
-Ahhh ma la volete piantare? Alla fine aveva ragione! Dirvi le cose come stanno è stata una pessima idea!- sbottò il rosso uscendo dalla cucina.
La scena che gli si presentò davanti non era di certo delle migliori: Riuga e Kyoya che urlavano come degli ossessi e Yu, che osservava la scena come se si trovasse ad una partita di tennis, facendo saettare lo sguardo da uno all’altro.
-ORA BASTAAAAAAA!!- Ginka scoppiò nel vero senso della parola, si diresse a grandi falcate verso la porta e la spalancò –FUORI!- urlò indicando il pianerottolo –TUTTI!-
-Ginka ma che…?- la domanda di Madoka fu stoppata da un’occhiataccia truce del rosso.
-Non ne posso più! Non faccio altro che litigare, con chiunque, oggi con Riuga e adesso con voi!- esclamò, tremava da capo a piedi –Quindi uscite da qui! Tutti quanti!-
-Ma…-
-HO DETTO FUORI! È COSÌ DIFFICILE DA CAPIRE?-
I cinque ragazzi uscirono lentamente dall’appartamento e aspettarono sul pianerottolo che il rosso chiudesse la porta, cosa che non avvenne.
-Riuga vattene anche tu per favore-
-Cosa?- Riuga lo guardò sorpreso –Perché?-
-Per favore! Oggi non ce la faccio più-
L’albino lo guardò un istante, poi annuì, infondo lo capiva, ultimamente i loro litigi si facevano sempre più frequenti, e stando a quello che gli aveva detto, anche con gli altri non stava passando proprio un periodo d’oro.
-Ma domani torno e chiariamo questa faccenda- sussurrò passandogli affianco.
Il rosso richiuse la porta, si lasciò scivolare fino al pavimento.
Aveva caldo, ed il pavimento era fresco e piacevole.
-CHE SERATA SCHIFOSA!- urlò a pieni polmoni, era sicuro che i suoi amici dall’altra parte della porta della porta lo avessero sentito, ma non gli interessava minimamente.
Visto che era colpa loro se la sua festa di compleanno si era tramutata in un bordello come quello tanto valeva che sapessero quello che pensava.
E poi perché non instillare un po’ di senso di colpa addosso a tutti quanti?
 
 
 
 
 
Si rigirò nel letto, era grande, troppo per una sola persona.
Ormai era abituato a sentire sempre la presenza di Riuga dall’altra parte del letto, del suo corpo muscoloso e caldo che, non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, lo faceva sentire al sicuro, quasi come un muro incrollabile.
Ed ora quello spazio che da mesi era riservato soltanto all’albino era vuoto e freddo, e rendeva quel letto a due piazze veramente troppo grande.
Diede le spalle al vuoto, gli occhi spalancati che osservavano i contorni dei mobili illuminati dalla tenue luce della luna.
Inutile, il sonno proprio non aveva voglia di farsi ne vedere ne sentire per quella notte.
Si alzò, tanto non aveva senso tentare di dormire vicino al vuoto.
La poca forza di volontà che ancora stava tentando di tenere insieme tutti i pezzi della sua vita stava crollando poco a poco.
Si sentiva sempre più stanco e… debole.
Debole, perché senza Riuga gli sembrava di vivere immerso nel vuoto.
Debole perché non riusciva a far capire ai suoi amici quanto l’albino fosse importante per lui.
Debole perché nonostante sostenesse di saper badare a se stesso alla fine non era che una mera menzogna.
Arrivato in salotto si lasciò cadere a peso morto sul divano, però non capiva proprio come mai passare una notte senza Riuga gli facesse quell’effetto.
Ma forse il senso di colpa e di rottura che sentiva dentro non era solo causato dalla mancanza del fidanzato, c’era un altro motivo di sicuro.
E quel motivo premeva insistentemente all’interno della sua testa per essere ascoltato.
Niente sarebbe più stato come prima, ora che anche gli altri sapevano di loro due, non si sarebbero più potuti divertire come facevano un tempo.
Troppi pensieri l’uno accanto all’altro, che tentavano di sovrapporsi gli uni tra gli altri per avere la precedenza, ed una forte emicrania cominciò a martellare forte nella testa di Ginka.
Sospirò –Ci mancava pure il mal di testa…- con il palmo della mano premette forte sulla fronte, vicino al sopracciglio, scostando la frangetta, che senza la fascia ricadeva fastidiosa sugli occhi –Come se non avessi già abbastanza problemi-
Si sdraiò su un fianco, con la schiena rivolta verso gli schienali, per un attimo gli sembrò che il vuoto dietro di lui fosse scomparso, e quell’attimo bastò affinché il sonno decidesse finalmente, di alleviare con l’incoscienza le sue frustrazioni.
Si svegliò la mattina dopo, quando due lunghe dita affusolate gli toccarono il braccio.
 
 
 
 
 
Tock, tock, tock.
Niente.
Tock, tock, tock, tock.
Ancora nessuna risposta, Riuga sbuffò, possibile che non lo sentisse? Eppure non era presto.
Estrasse la sua copia delle chiavi di casa e dopo averla fatta scattare un paio di volte nella serratura entro nell’appartamento, trovando Ginka addormentato sul divano.
Strano, era sicuro che il primo ad andare a dormire sul divano sarebbe stato lui e invece…
-Ginka…- lo scrollò un po’ per un braccio, il ragazzo aprì gli occhi.
Erano arrossati e contornati da delle leggere occhiaie, se poi ci aggiungiamo il colorito cadaverico e l’espressione da morto di sonno, si capiva che non aveva passato una bella serata.
-Ma che hai?- domandò l’albino preoccupato, inginocchiandosi davanti al compagno, che nel frattempo si era messo seduto.
-Ma niente…- rispose l’altro tentando di alzarsi, soltanto che qualcuno lo afferrò per il polso ricacciandolo sul divano.
Inutile dire che per diversi minuti tutto il mondo girò sotto sopra, almeno nella testa del rosso.
-Ma che fai?- ringhiò massaggiandosi le meningi.
-Tu che fai?- rimbeccò l’albino alzandosi –Non hai dormito!-
Ginka lo guardo, non era una domanda, Riuga l’aveva capito subito che non stava affatto bene. (Tutti lo avrebbero capito, sei messo peggio di uno straccio! ndAutrice)
-E anche se fosse?-
Riuga sospirò –Possibile che ci riduciamo sempre a ringhiarci addosso?-
L’altro non rispose, si limitò soltanto ad abbassare la testa in modo che la frangetta gli coprisse gli occhi.
Un secondo sospiro dell’albino, che gli mise una mano sulla testa in segno d’affetto.
-Hai fame?- domandò dirigendosi in cucina.
-Un po’- rispose il rosso.
-Tu riposati ancora un po’, la colazione…- Riuga non riuscì a finire la frase che le braccia di Ginka gli circondarono le spalle, il rosso appoggiò la testa sulla schiena dell’altro, respirando profondamente.
-Proviamo a non litigare almeno per due giorni di fila?- domandò a mezza voce stringendo ancora più forte le spalle del fidanzato.
Riuga gli afferrò saldamente i polsi, e senza troppa fatica si sciolse dall’abbraccio dell’altro girandosi per guardarlo dritto negli occhi.
-Proviamo- acconsentì e gli scoccò un bacio sulle labbra.
-Ahi…- mugugnò l’altro allontanando velocemente il viso, mentre da un taglietto sul labbro inferiore una gocciolina di sangue premeva per uscire.
-Uff, devi fare per quelle labbra!- sbuffò Riuga seccato, poi ghignò malizioso, così come solo lui sapeva fare –Sono troppo morbide, mi fanno venire voglia di mangiarle!-
-Stupido!- e la risposta di Ginka non tardò ad arrivare, seguita da una sonora risata da parte di Riuga.
Infondo potevano anche provarci a non litigare per due giorni, chissà che non ci riuscissero davvero.
 
 
Angolo dell'autrice:

Olè! Ecco a voi il secondo capitolo! Che ne pensate? Vi è piaciuto? Non sono kawaii quei due alla fine? secondo me se *^*

Riuga: Io ti odio!

Me: Voglio scrivere una FF su Kung Fu Panda!! >.<

Riuga: Cosa? E questo che centra?

Me: Niente ma l'ho visto ieri sera e mi è venuta voglia di scriverne una!

Ginka: Su chi?

Me: Su Tigre e Tai Lung!

Riuga: Aspetta, ma non hanno tentato di uccidersi a vicenda?

Me: Si ma mi sono piaciuti troppo insieme *o*

Riuga: Tu sei matta!

Me: Ma dai, e te ne accorgi adesso? Ti facevo più sveglio!

No a parte gli scherzi, ho davvero voglia di scrivere una FF su Kung Fu Panda!! Comunque fatemi sapere che ne pensate del capitolo, chiedo umilmente perdono sul fatto che è veramente corto Dx
Comunque voglio ringraziare:

1) _Giu_Giu_Dark_
2) artellpinklove
3) sanaekito

Per le splendide recensioni, grazieeee!!
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Leke_96